Scarica versione - Società Paleontologica Italiana

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Supplemento al Bollettino della Società Paleontologica Italiana v.46 n.1
Poste Italiane S.p.A.- Sped.Abbon.Posale - D.L. 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1, comma 1, DCB, Bologna CPO
Numero 16
Maggio 2007
PaleoItalia
Newsletter della Società Paleontologica Italiana
SOCIETÀ PALEONTOLOGICA ITALIANA
MODENA
PALEOITALIA
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Numero 16
Dopo qualche numero molto ricco di contenuti, grazie alla relativa abbondanza di contributi, abbiamo fatto un passo indietro. A prima vista questo fascicolo può sembrare corposo come i precedenti, ma lo è solo in
quanto contiene l’elenco dei soci, che occupa una decina di pagine, mentre
il numero degli articoli è drasticamente calato. Ci siamo “salvati” grazie ai
riassunti di due ottime tesi di dottorato e alla presentazione di un museo
paleontologico (rubrica che da molto tempo andava deserta...). Spero che
questa inversione di tendenza sia un fatto occasionale, perchè alternativamente dovremo porci delle domande sul fututo di PaleoItalia.
Nella sua consueta lettera ai soci (a pag.2) il Presidente introduce alcune
importanti iniziative che il Consiglio ha voluto intraprendere.
La parte finale del fascicolo è dedicata all’indirizzario dei soci: siamo
tutti pregati di controllare la correttezza dei nostri indirizzi, soprattuttoquelli
di posta elettronica, e di segnalare eventuali errori e/o omissioni inviando
un messaggio e-mail alla Segreteria ([email protected]) e alla Tesoreria ([email protected]) della Società.
Buona lettura!
Carlo Corradini
IN COPERTINA
Phlyctenodes dalpiazi Fabiani, 1911
Riprodotto da: Fabiani R., 1911, Di una nuova specie di Phyctenodes
(Phl.Dalpiazi) dell’Oligocene dei Berici: Bollettino Museo civico di
Vicenza, 1(3) (1910), 3-6.
Fig. 1.
Per saperne di più vedere le “Notizie Italiane” a pag. 31
Ai sensi dell’art. 8, commi 8.2 e 8.3 del Codice Internazionale di Nomenclatura Zoologica
(ICZN, 4a edizione), i nomi di taxa citati in PaleoItalia non hanno validità nomenclaturale.
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PALEOITALIA
Cari Soci,
.
questo
numero di PaleoItalia viene distribuito direttamente ai partecipanti
alle Giornate di Paleontologia 2007, il nostro tradizionale incontro annuale,
che si tiene a Barzio (Valsassina, Lecco) dal 6 al 10 giugno 2007. Non posso
non cogliere l’occasione del punto di incontro tra i due principali strumenti
di collegamento tra tutti i componenti del popolo di appassionati cultori
delle cose della Paleontologia (Giornate di Paleontologia e PaleoItalia),
per richiamare tutti alla maggiore partecipazione possibile.
Abbiamo deciso di scannerizzare tutti gli articoli apparsi sul Bollettino
fin dall’anno ormai lontano della sua prima uscita (1960). Tale impegnativa
operazione, una volta portata a termine, permetterà un facile accesso alla
miniera di dati e di lavori accumulati in quasi cinquant’anni di ininterrotta
attività editoriale e potrà permettere, anche, una più incisiva presenza
internazionale della nostra rivista.
Al contempo, alcune raccolte di fascicoli arretrati vengono destinati a
musei, associazioni, centri di studio, distribuiti sul territorio nazionale. La
disponibilità della serie dei bollettini finora stampati, ancorché in molti
casi parzialmente incompleta, soprattutto delle prime annate, permetterà un
sicuro ancoraggio scientifico alle attività paleontologiche sul nostro territorio.
Tale operazione, nel segno della missione più alta della Società, quella di
diffondere la cultura paleontologica, servirà anche a mitigare i gravi e urgenti
problemi connessi con lo stoccaggio delle riserve.
La nostra Società è tra le tre Società fondatrici della FIST (Federazione
Italiana delle Scienze della Terra, federazione alla quale ad oggi aderiscono
ben 14 Società o Associazioni). La FIST organizza nel settembre 2007 un
grandioso meeting a Rimini, con numerose e articolate manifestazioni,
prevalentemente scientifiche. Tra di esse, ne segnalo alcune di più specifico
interesse paleontologico (Paleontologia generale - conveners F. Bosellini e
Franco Russo; Icnologia - conveners Antonietta Cherchi, Tina D’Alessandro
e Umberto Nicosia; Micro e meioorganismi come indicatori ambientali e
paleoambientali - convener Rodolfo Coccioni; Metodologie integrate in
Biostratigrafia - convener Agata Di Stefano ). Tutte le informazioni e il
dettaglio delle attività sono visibili sul sito Geoitalia (http://
www.geoitalia.org).
In chiusura, sollecito tutti i Soci che dispongono di un indirizzo e-mail a
comunicarlo al segretario della Società, prof. Nino Mariotti
([email protected])
Ringraziandovi, invio a tutti i miei più cordiali saluti
Il Presidente
RUGGERO MATTEUCCI
PALEOITALIA
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FOSSILI ... CHE MITO!
ANTONELLA CINZIA MARRA
Inizia da questo numero di
PaleoItalia una serie di articoli
dedicati ad un lungo periodo di
tempo della storia umana in cui i
fossili sono stati considerati oggetti
appartenenti ad ambiti mitologici,
leggendari o magici. Fino al XVI
secolo, infatti, sono stati considerati
fossilia tutti gli oggetti che vengono
scavati dalla terra (dal latino fodere,
scavare). I minerali sono fossilia, i
fossili veri e propri sono anch’essi
fossilia. Talvolta le distinzioni
venivano operate in base alla forma.
Non si parlava assolutamente di una
origine organica di queste strane
pietre che talvolta somigliano ad
animali. Del resto, anche gli animali
viventi erano fino a quel tempo poco
conosciuti.
Durante il Medioevo, queste pietre
dalle forme strane venivano spiegate,
insieme ai minerali, come formazioni
di una vis plastica della terra,
secondo tre teorie principali. La
teoria delle influenze celesti, attribuita
ad Aristotele, riconduceva l’origine
dei fossili (in senso ampio, inclusi i
minerali) ad esalazioni della terra
prodotte dall’azione dei raggi solari.
La teoria del seme pietrificante era
anch’essa riconducibile alla filosofia
aristotelica e prevedeva che i fossili
possedessero un’anima vegetativa e
nascessero da un favorevole incon-
tro tra il vapore prodotto dal contatto
dell’acqua piovana con il fuoco
interno alla terra. Il vapore, in condizioni opportune, sarebbe stato una
sorta di seme maschile che, fermentando avrebbe prodotto un elemento
femminile con cui unirsi per dare un
seme. La teoria del succus lapidescens (o humor lapidescens) prevedeva l’esistenza di un fluido (o di
un vapore chiamato aura lapidifica)
nell’acqua e nell’aria capace di
pietrificare alcune sostanze.
Queste teorie saranno successivamente confutate, ma sarà
necessario un intero secolo, il XVI,
perché con i nuovi impulsi nelle arti
e nelle scienze si possano acquisire
le conoscenze utili ad aprire la
discussione sulla natura dei fossili.
I naturalisti del XVI secolo avevano un intero mondo da osservare
e studiare e non sprecarono l’opportunità. Tra l’altro, la recente introduzione della stampa consentiva di
diffondere più facilmente ed in un
gran numero di copie non solo i testi,
ma anche le illustrazioni. Molti
naturalisti cominciavano a raccogliere, descrivere, illustrare e
classificare. In questo ambiente
culturale cominciava la lenta nascita
della Paleontologia. E i fossili
passavano dalla fase magicomitologica a quella scientifica.
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PALEOITALIA
Bufonius lapis: dalla testa dei rospi alle fauci dei pesci
ANTONELLA CINZIA MARRA
La pietra rospina, o bufonite o
batrachite, era nota ad àuguri ed
indovini sin dall’antichità: per i Greci
era batrachites, così come riportato
da Plinio il vecchio nella sua Historia
Naturalis, per i Romani bora. Più
tardi, durante il Medioevo, la pietra
è stata conosciuta, oltre con il nome
latino di bufonius lapis, come
crapaudine, in francese, krötenstein
o krottenstein, in tedesco
(Cattabiani, 2002), toadstone, in
inglese.
Il nome di questa piccola pietra,
dalla forma sferoidale e dalle
dimensioni di una nocciola, era
legato alla sua presunta origine: si
riteneva che crescesse all’interno
della testa dei rospi, nella fronte o
nel cervello (Gayrard-Valy, 1986).
Soltanto i rospi vecchi e grossi la
possedevano e, per entrarne in
possesso, bisognava indurli a
vomitarla oppure estrarla con
metodi particolari (Mizaldus, 1574).
Perchè il rospo vomitasse la pietra,
era necessario costringerlo ad entrare
in una buca, sospingendolo con un
panno rosso, e lasciarlo esposto al
sole. Provato dal caldo e dall’irradiazione, il rospo avrebbe vomitato
la pietra, che andava recuperata
velocemente perchè l’animale
avrebbe potuto ingoiarla di nuovo
(Mizaldus, 1574; Topsell, 1608). Un
altro metodo, più cruento e letale per
l’animale, consisteva nell’imprigio-
nare il rospo dentro un contenitore
di terracotta forato e deporlo in un
formicaio. Dal povero animale,
letteralmente spolpato fino all’osso,
si sarebbe così recuperata la magica
pietra (Mizaldus, 1574; Lupton,
1627).
In effetti, tanta fatica veniva svolta
dalle fattucchiere che estraevano,
confezionavano e vendevano la
pietra in virtù del potere magico
attribuitole (Lancre, 1613). Poiché
si riteneva che trasudasse alla
presenza dei veleni, gli uomini
potenti e influenti, temendo attentati
alla loro vita, consideravano la pietra
rospina un amuleto raro e prezioso,
oltre che utile. I gioiellieri spesso
montavano le pietre rospine in ricche
coppe, oppure in anelli, in modo che
fosse a contatto con la pelle. Oltre
al potere di rivelare la presenza dei
veleni, alla pietra venivano attribuite
proprietà mediche: appoggiata o
strofinata su una parte infiammata
dal contatto con animali, portava alla
guarigione; era efficace anche contro
l’epilessia (Taylor, 1998). Nel XVII
secolo l’impiego in medicina era
abbastanza importante (Baldwin,
1993). Si preparavano amuleti con
miscugli contenenti polvere di pietre
rospine da portare al collo o ai polsi
contro piaghe e bubboni. Le pietre
più apprezzate e costose erano quelle
che riportavano un disegno a forma
di stella o di rospo. L’ampio utilizzo
PALEOITALIA
delle pietre faceva sì che comparissero tanto nei Lapidari (libri
dedicati alla descrizione della
morfologia e delle proprietà delle
pietre) che negli inventari di gioielli.
Sembra che, a livello popolare, le
credenze sul potere delle pietre come
amuleti taumaturgici siano sopravvissute fino all’inizio del XX secolo
(Charbonneau-Lassay, 1940).
Probabilmente l’utilizzo terapeutico era legato alla presunta origine
“rospina”. L’aspetto rugoso della
pelle dei rospi che secernevano la
pietra, per i principi omeopatici della
medicina e della magia tradizionale,
rendeva la bufonite efficace nella
cura di piaghe e bubboni della pelle.
Inoltre, il rospo era presente nelle
tradizioni di magia e stregoneria, con
una simbologia precisa (Chevalier e
Gheerbrant, 1969). Un rospo sulla
spalla sinistra di una strega era una
forma assunta dal demonio. Per
questa vicinanza con il diavolo, le
streghe accudivano i rospi, li
battezzavano, li vestivano di velluto
nero e legavano campanellini alle
loro zampe (Chevalier e Gheerbrant,
1969).
5
Tuttavia, le bufonius lapides non
erano una concrezione della testa
dei rospi e non provenivano dai
sacrifici delle povere bestiole. I primi
indizi circa un’origine diversa erano
già noti alla fine del 1500, a seguito
delle indagini condotte da Ferrante
Imperato su molti esemplari di rospi
(Findlen, 1994). Imperato seguiva
una tendenza dei naturalisti del tardo
Rinascimento, che consisteva nello
studio della natura attraverso
l’indagine diretta e al fine di
migliorarne l’utilizzo in medicina.
Tale approccio si diversificava alla
tendenza che aveva in Della Porta il
suo capofila, che intendeva la natura
come preludio alla magia naturale
(Findlen, 1994). Nonostante fosse
un farmacista, Imperato collaborò
con molti accademici dei Lincei, tra
cui anche Colonna, partecipando
così alla discussione sull’origine
organica dei fossili (Findlen, 1994).
La pietra rospina, tuttavia, non entrò
nella serie di studi e osservazioni
sull’origine organica dei fossili.
Infatti, prima bisognava slegarla da
un’origine organica attuale, come
concrezione dei rospi viventi.
Estrazione e impiego della
Bufonis lapis in un’antica
incisione su legno.
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PALEOITALIA
In seguito, fu chiarita la vera
origine delle pietre rospine, che
risiedeva nel tempo profondo del
nostro Pianeta ed emergeva dal
Mesozoico, l’Era dei Dinosauri. Le
pietre identificate come rospine
erano in realtà i denti di Lepidotes,
un pesce osseo Neopterigio lungo
fino a 1,7 metri, diffuso nei mari
poco profondi del Mesozoico (da
250 a 65 milioni di anni fa).
Presentava i caratteri tipici dei
primi Neopterigi: mascelle corte e
mobili, corpo rigido grazie alla
copertura di scaglie sovrapposte a
tegola e coperte da uno strato di
smalto, numero di raggi della pinna
anale uguale al numero delle ossa
che li sostengono, lobi superiore ed
inferiore uguali. I denti di Lepidotes
erano ovoidali e disposti in più file,
adatti a rompere le conchiglie dei
molluschi di cui si nutriva. Resti di
Lepidotes sono stati trovati
all’interno della cassa toracica di un
esemplare dello spinosauro Baryonix
lungo 10 metri.
Baryonix, come gli altri dinosauri
spinosauri, era specializzato nella
caccia dei pesci, infatti possedeva
mascella e mandibola allungate, con
molti denti affilati e le narici poste
all’indietro. Probabilmente il
possente Baryonix era capace di
tirare su dall’acqua il grande
Lepidotes, aiutandosi anche con il
grosso artiglio di cui era munto il
primo dito dell’estremità anteriore
(Lambert et al., 2001).
Inesorabilmente, le pietre rospine
erano passate dalle mani delle
streghe alle fauci dei dinosauri!
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LUPTON, T., 1627. A thousand notable thing
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TOPSELL, E. 1608. The Historie of Serpents.
London, Jaggard.
PALEOITALIA
TESI DI DOTTORATO
7
Dottorato di Ricerca in Scienze della Terra - XIX ciclo
Università degli Studi di Messina
IDENTIFICAZIONE TASSONOMICA E STUDIO
QUANTITATIVO DEI RESTI DI
MACROMAMMIFERI DELLA GROTTA DI S.
TEODORO
(SICILIA NORD-ORIENTALE)
GABRIELLA MANGANO
Tutore: Prof.ssa Laura Bonfiglio
Gli scavi paleontologici condotti
a partire dal 1998 nei depositi
tardopleistocenici della Grotta di S.
Teodoro di Acquedolci (Messina)
hanno portato alla luce un ricco
deposito fossilifero contenente resti
di macromammiferi, micromammiferi, uccelli, rettili, molluschi, resti
vegetali e una enorme quantità di
coproliti di iena.
Questa ricerca è finalizzata
principalmente al riordino dei
numerosi resti fossili di macromammiferi, mediante l’identificazione e la descrizione preliminare
dei taxa presenti; la ricerca si
propone, inoltre, di studiare gli
aspetti quantitativi del deposito, il cui
principale agente di accumulo è la
iena, attraverso l’analisi della frequenza dei taxa e della distribuzione
degli elementi anatomici.
I materiali in esame provengono
dalle prime 5 campagne di scavo
(1998, 2002, 2003, 2004, 2005),
mentre non rientrano in questo studio
i materiali recuperati nel corso
dell’ultima campagna di scavo
(2006), che sono tuttora in fase di
preparazione. In totale sono stati
esaminati 3254 resti scheletrici di
macromammiferi e 6235 coproliti di
iena. Quasi tutti i resti ossei sono
frammentari e la maggior parte di
essi (2860) è costituita da piccoli
frammenti e schegge anatomicamente e tassonomicamente non
determinabili. I resti determinabili
(398) sono rappresentati da 198
frammenti ossei, 72 frammenti di
palchi e 128 denti sciolti. La quasi
totalità dei resti presenta i tipici segni
di danneggiamento dovuti all’attività
delle iene (fratturazione, masticazione, rosicchiamento, digestione).
L’associazione faunistica è
composta da Elephas mnaidriensis,
Cervus elaphus siciliae, Bos
primigenius siciliae, Equus
hydruntinus, Sus scrofa, Crocuta
crocuta spelaea, Canis cf. lupus e
Vulpes vulpes. Questa associazione,
rinvenuta per la prima volta nei
depositi della Grotta di S. Teodoro,
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PALEOITALIA
Planimetria della Grotta di S. Teodoro. L’ingresso è indicato dalla freccia. α: trincea
scavo 1998; β: trincea scavi 2002, 2003, 2004, 2005, 2006 (modificato da Bonfiglio
et al., 2001, Boll. Soc. Paleont. Ital., 40 (2): 149-158).
rappresenta per la Sicilia un nuovo
Complesso Faunistico (C.F. “Grotta
di S. Teodoro-Contrada Pianetti”)
riferibile al tardo Pleistocene
superiore. Una datazione effettuata
col metodo del Th230/U234 su una
concrezione carbonatica intercalata
a due livelli argillosi contenenti resti
fossili ha dato un’età di 32.000 +
4.000 anni, assegnando al deposito
un’età di poco precedente l’ultimo
massimo glaciale (stadio isotopico 23).
I taxa contenuti nei depositi della
Grotta di S. Teodoro derivano in
gran parte dal precedente Complesso
Faunistico (C.F. a “Elephas
mnaidriensis”, diffuso in Sicilia dalla
fine del Pleistocene Medio fino al
Pleistocene Superiore) (Elephas
mnaidriensis, Cervus elaphus
siciliae, Bos primigenius siciliae,
Sus scrofa, Crocuta crocuta spelaea,
Canis cf. lupus) o rappresentano
nuovi arrivi (Equus hydruntinus,
Vulpes vulpes). L’esclusiva appartenenza della volpe alla fase
dispersiva che ha dato origine al C.F.
“Grotta di S. Teodoro - Contrada
Pianetti” non è sicura: questo taxon,
infatti, è segnalato a livello generico
nei depositi della grotta di Spinagallo
(SR), del Pleistocene Medio iniziale
(C.F. a “Elephas falconeri”), e non
è presente nel successivo C.F. a
“Elephas mnaidriensis”.
Dai dati raccolti e dai confronti
effettuati è emerso che i taxa
endemici ereditati dal precedente
C.F. a “Elephas mnaidriensis”
(Elephas mnaidriensis, Cervus
elaphus siciliae, Bos primigenius
siciliae) hanno sostanzialmente
mantenuto gli stessi caratteri
morfologici e biometrici. I caratteri
morfologici di alcuni resti attribuiti a
Bos primigenius presentano alcuni
aspetti poco chiari che richiedono
ulteriori approfondimenti e confronti
per la possibilità che possano essere
attribuiti a Bison priscus siciliae,
taxon già presente nel C. F. a
“Elephas mnaidriensis”. Equus
hydruntinus rappresenta il più
PALEOITALIA
importante taxon continentale di
nuovo arrivo; in base ai confronti
effettuati con i resti continentali di
Grotta Romanelli, i resti della Grotta
di S. Teodoro presentano dimensioni
generalmente inferiori e leggere ma
significative differenze relative ai
caratteri morfologici dei denti. I dati
biometrici relativi a Crocuta crocuta
spelaea indicano una sostanziale
corrispondenza con quelli delle iene
diffuse nel Pleistocene europeo
(Inghilterra, Francia, Spagna). Tale
dato si ritiene particolarmente
significativo e merita un approfondimento, considerata anche la
latitudine della Sicilia.
Cervus elaphus siciliae è la
specie più rappresentata, a cui
appartiene oltre la metà dei resti
9
identificati, seguita da Equus
hydruntinus, Elephas mnaidriensis,
Bos primigenius siciliae, Crocuta
crocuta spelaea, Sus scrofa, Vulpes
vulpes e Canis cf. lupus, rappresentato da un solo resto. La
rappresentatività degli elementi
scheletri mostra delle differenze nei
vari taxa. Il cervo endemico è
rappresentato in prevalenza da
porzioni craniali e denti; l’idruntino
quasi esclusivamente dai denti;
nell’uro endemico predominano i
resti postcraniali; nell’elefante
prevale la parte assile e quella
postcraniale; la iena è rappresentata
prevalentemente da resti craniali e
dentari.
I dati quantitativi relativi alla
distribuzione dei taxa evidenziano
Distribuzione tassonomica ed anatomica dei resti di macromammiferi della Grotta di
S. Teodoro.
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PALEOITALIA
Coppia di tibie e fibule di Elephas mnaidriensis appartenenti ad un unico individuo.
l’assoluta predominanza degli
erbivori (92% dei resti), mentre i
resti di iena rappresentano il 6% e
quelli degli altri carnivori il 2%.
Questi dati trovano confronti con
quelli noti per le tane di iena del
Pleistocene europeo, che sono
caratterizzate da un’alta percentuale
di erbivori e dalla predominanza della
iena tra i carnivori. Anche i dati sulla
distribuzione degli elementi scheletrici risultano comparabili con
quelli relativi alle tane continentali,
in cui i cervidi sono rappresentati
prevalentemente da parti craniali, i
bovidi da parti postcraniali e gli equidi
da parti dentarie.
Un discorso a parte va fatto per
i resti di elefante. Nelle tane di iene
del Pleistocene europeo i resti di
elefante (Mammuthus primigemius)
sono rappresentati solo da piccoli
frammenti di denti e metapodiali.
D’altronde, le dimensioni dell’elefante della grotta di S. Teodoro
rendono improbabile una sua
predazione da parte della iena
Crocuta crocuta spelaea. La
distribuzione dei resti di elefante,
rappresentati in genere da frammenti
ed elementi di piccole dimensioni, è
solo in parte analoga a quella dei resti
degli altri grandi mammiferi, che
sono disarticolati, frammentari e
PALEOITALIA
distribuiti in maniera omogenea per
tutta l’estensione del deposito
indagato. Infatti, sono stati ritrovati
resti di elefante adulto, disarticolati
ma vicini, spesso integri e/o con
poche tracce di danneggiamento ad
opera delle iene. In particolare sono
state messe in luce due tibie e due
fibule, rispettivamente destre e
sinistre, complete e allo stesso stadio
di sviluppo, e altri elementi degli arti
che rappresentano un unico
individuo.
Questi primi elementi tafonomici
portano nuovi contributi alla
conoscenza delle modalità di
11
frequentazione delle tane di iena
fossili anche da parte di altri taxa,
per i quali i dati disponibili in letteratura sono assai scarsi, e suggeriscono una frequentazione saltuaria
della grotta da parte dell’elefante,
delineando la possibilità che a
intervalli (stagionali?) la grotta possa
essere stata frequentata non da iene
ma da altri taxa.
L’approfondimento dei caratteri
tafonomici individuati durante questa
ricerca potrà confermare le analogie
tra l’associazione “insulare” studiata
e quelle note per le tane di iene
continentali europee e africane.
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PALEOITALIA
TESI DI DOTTORATO Dottorato di Ricerca in Scienze della Terra - XIX Ciclo
Università degli Studi di Pavia
IL NANNOPLANCTON CALCAREO E LE SUE
RELAZIONI CON IL SISTEMA CLIMATICO
NEGLI OCEANI DEL QUATERNARIO
CLAUDIA LUPI
Tutore: Prof.ssa Miriam Cobianchi
Introduzione
I nannofossili calcarei del
Pleistocene sono stati l’oggetto di
studio della tesi la cui finalità era
quella di analizzare le relazioni tra il
plancton calcareo marino (in
particolare i coccolito-foridi) e le
fluttuazioni climatiche negli oceani
del Quaternario.
Per raggiungere questo obiettivo
si è pensato di svolgere, grazie anche
alla collaborazione di altri ricercatori,
uno studio multidisciplinare su carote
oceaniche del Pleistocene che ha
riguardato l’analisi del contenuto in
nannofossili calcarei, il paleomagnetismo, la mineralogia delle
argille e la stratigrafia isotopica del
carbonio e dell’ossigeno (fig.1).
Questa ricerca si basa sul fatto
che la biosfera ed il sistema climatico
interagiscono ed hanno presu-
Fig. 1 - Esempi di coccosfere di coccolitoforidi studiati in questa tesi. a) Gephyrocapsa
oceanica; b) Umbellosphaera irregularis. Immagini tratte da Andruleit et al., 2006.
PALEOITALIA
mibilmente interagito in diversi modi.
E’ noto, infatti, che il clima è in grado
di influenzare la vita sulla Terra,
tuttavia anche la biosfera è in grado
di amplificare o ridurre gli effetti del
clima attraverso alcuni meccanismi
di feedback.
Il ruolo della biosfera nel sistema
climatico è determinante in quanto
essa influenza il ciclo del carbonio
sia producendo CO 2 , uno dei
maggiori gas serra, sia sottraendo C
dall’atmosfera e dagli oceani per
immagazzinarlo nei sedimenti.
Inoltre, gli organismi fotosintetici
attraverso i fenomeni di fioritura
stagionale aumentano l’albedo della
superficie degli oceani provocando
una maggior dispersione di calore.
Materiali e Metodi
L’area di studio scelta per la tesi
è un transetto N-S (fig. 2) che si
estende dall’Oceano Pacifico sud
occidentale ad alcuni settori
dell’Oceano Meridionale. Nello
specifico esso è costituito dalla
carota IMAGES MD 97-2114,
prelevata a latitudini subtropicali
(42°22.32’ S, 171°20.42’W), dalla
carota PNRA Anta 95-157, prelevata
in prossimità del Fronte Polare
Antartico (62°05.95’S, 175°17.34’E)
e dalla carota ODP 188-1165,
prelevata poco a nord della
Divergenza Antartica (64°22’S,
67°13’E).
La scelta delle carote da studiare
non è stata casuale ma dettata dal
desiderio di comprendere meglio le
dinamiche della maggior cella di
circolazione oceanica, la Oceanic
Conveyor Belt che è responsabile del
trasporto di calore sulla superficie
terrestre e degli scambi di calore tra
13
Fig. 2 - Mappa e posizione geografica
dei pozzi costituenti il transetto N-S
studiato.
masse d’acqua ed atmosfera. Le
carote studiate, infatti, si trovano
lungo la porzione australe di questa
cella di circolazione e possono
fornire informazioni circa la sua
recente evoluzione (fig. 3).
Questa area, inoltre, è già stata
oggetto di studio da parte di
numerosi gruppi di ricerca poiché la
calotta glaciale antartica ed il
circostante Oceano Meridionale sono
stati e sono componenti chiave del
regime climatico e della distribuzione
dei biota a partire dal Cenozoico.
Per quanto riguarda lo studio del
contenuto in nannofossili calcarei,
fulcro della ricerca svolta, sono stati
preparati un totale di 454 campioni
secondo la tecnica standard dello
smear slide. Su ciascun campione è
stato eseguito un conteggio di 650
individui in tre distinte fasi secondo
un metodo quantitativo messo a
punto durante la tesi. Gli stessi
14
PALEOITALIA
Fig. 3 - Mappa dell’andamento della cella di circolazione termoalina, “Conveyor
Belt”, e posizione geografica delle carote studiate. Modificato da: http://
www.conservationisconservative.org/webreport5-04.html
campioni sono stati utilizzati anche
per le analisi isotopiche e mineralogiche mentre le analisi paleomagnetiche sono state eseguite in
continuo grazie alla tecnica uchannel.
Risultati e conclusioni
Per ogni singola carota sono stati
ottenuti risultati di tipo
paleontologico, paleoecologico e
paleoceanografico. La loro
correlazione ha permesso di giungere
alle conclusioni di seguito
sinteticamente elencate.
ƒ In tutte le carote è stata
documentata la presenza di
nannofossili calcarei nell’intervallo
Pleistocene inferiore-Olocene,
tuttavia essi sono presenti con
continuità solo nella carota MD 972114, mentre sono presenti in modo
discontinuo nella carota PNRA Anta
95-157 e ODP 188-1165.
ƒ Nella carota MD 97-2114 i
nannofossili sono particolarmente
abbondanti e ben conservati
consentendo di documentare la
presenza di numerosi bioeventi sia
standard che secondari. Tra i
bioeventi secondari sono stati
riconosciuti gli intervalli di acme delle
specie Gephyrocapsa caribbeanica,
G. aperta e G. muellerae. Come
osservabile nella Tabella (a lato),
esiste un buon sincronismo tra l’età
dei bioeventi registrati in questa tesi
e quelli documentati da altri autori
PALEOITALIA
dimostrando come l’introduzione di
questi bioeventi secondari potrebbe
migliorare il grado di risoluzione degli
schemi biostratigrafici attualmente in
uso.
Inoltre si è tentato di verificare
la riproducibilità di questi stessi
schemi biostratigrafici alle alte
15
latitudini sia del Fronte Polare
Antartico che della Divergenza
Antartica, notoriamente inadatte alla
proliferazione del nannoplancton
calcareo. I bioeventi standard
riconosciuti sono stati datati
attraverso la calibrazione con la
magnetostratigrafia e la stratigrafia
Confronto tra la calibrazione isotopica di alcuni eventi a nannofossili calcarei
riconosciuti nella carota MD 97-2114 e le calibrazioni disponibili in letteratura.
Significato sigle utilizzate: LO: lowest occurrence; HO: highest occurrence; HCO:
highest consistent ocurrence; AB: Acme Begging; AE: Acme End.
16
PALEOITALIA
isotopica. Procedendo dalle medie
verso le alte latitudini, essi risultano
lievemente diacroni, testimoniando
un trend latitudinale di comparsa/
scomparsa dei diversi marker.
ƒ Dal punto di vista paleoecologico
sono state verificate le affinità
paleoecologiche delle principali
specie utilizzate come indici
paleoclimatici e sono state caratterizzate le associazioni osservate nei
diversi contesti paleoceanografici
evidenziando come: 1) alle latitudini
subtropicali, le associazioni a
nannofossili subiscano variazioni
significative in funzione della
disponibilità dei nutrienti e della
stratificazione della colonna d’acqua
piuttosto che della temperatura e
salinità delle acque superficiali. 2)
Alle latitudini del fronte polare e della
divergenza antartica, i nannofossili
fossero presenti solo in quegli
intervalli di tempo nei quali le acque
superficiali erano libere da ghiaccio,
consentendo la penetrazione della
luce necessaria all’espletamento della
fotosintesi clorofilliana e le temperature limite per la riproduzione
del nannoplancton calcareo erano
raggiunte e superate.
ƒ Sulla base dei dati a nannofossili
calcarei e della loro integrazione con
i dati paleomagnetici e geochimici
dell’intero transetto, si sono potute
riconoscere 3 principali tappe
dell’evoluzione paleoceanografica
dell’emisfero meridionale. In
particolare si è stabilito che:
a) durante il Sottocrono Jaramillo
(1.07-099 Ma), la calotta antartica
orientale (EAIS) era instabile
consentendo il proliferare dei
nannofossili calcarei a latitudini in cui
oggi il nannoplancton è com-
pletamente assente come nell’area
di Prydz Bay (circa 65°S) (questi
dati sono in via di pubblicazione in
Villa, Lupi, Cobianchi, Florindo and
Pekar).
b) A partire dal top del Sottocrono
Jaramillo ebbe inizio un trend di
raffreddamento a lungo termine
documentato dalla curva del δ18O
ricavata nell’area di Prydz Bay. Tale
raffreddamento, tuttavia, non fu
locale ma influenzò tutti i settori
oceanici dell’emisfero meridionale.
c) Presumibilmente a partire dal
Pleistocene medio si instaurò
l’attuale circolazione termoalina. Le
fasi di adattamento e di modifica
della circolazione avvennero attraverso due fasi maggiori concentrate
a 850 e 450 ky che coincisero in
parte con la variazione di periodicità
delle fasi glaciali/interglaciali ed il
loro passaggio da un sistema
climatico lineare ad uno non-lineare
in cui le fasi glaciali erano molto più
lunghe delle fasi interglaciali
(considerazioni circa le variazioni
della circolazione oceanica durante
la Mid-Pleistocene climate Revolution sono in via di pubblicazione
in Venuti, Florindo, Michel and Hall).
ƒ Infine sono state discusse le
possibili relazioni di azione e
retroazione intercorrenti tra le
variazioni climatiche documentate
ed il comportamento dei coccolitoforidi. Allo stato attuale della
ricerca non si hanno ancora dati
precisi circa l’entità degli effetti
provocati dalla biosfera sul clima
come, invece, è stato documentato
per altri fenomeni geologici come
l’eruzione di grandi vulcani e la
conseguente emissione nell’atmo-
PALEOITALIA
sfera di ceneri e gas che modificarono l’albedo della Terra.
Per quantificare l’influenza del ruolo
del nannoplancton sulle fluttuazioni
climatiche sarà necessario monitorare la produttività biologica e le sue
relazioni con l’alternarsi delle fasi
climatiche o con eventi climatici di
particolare intensità.
Ringraziamenti
Come accennato in precedenza, questa
ricerca si è avvalsa della collaborazione
di alcuni esperti che desidero ringraziare
per l’aiuto fornitomi sia in fase analitica
che di discussione dei dati, in particolare:
la Prof.ssa Giuliana Villa, dell’Università
di Parma, per il materiale ODP e per il
continuo sostegno; la Dott.ssa Marian-
17
gela Ravaioli e la Dott.ssa Lucilla
Capotondi, dell’Istituto per la Geologia
Marina - CNR di Bologna, per il materiale
PNRA; la Dott.ssa Elisabeth Michel, del
CNRS di Gif sur Yvette (Parigi), per il
materiale IMAGES; il Dott. Fabio
Florindo e la Dott.ssa Alessandra Venuti,
dell’INGV di Roma, per le analisi
magnetostratigrafiche; il Prof. Massimo
Setti ed il Dott. Luigi Marinone,
dell’Università di Pavia, per le analisi
mineralogiche; la Prof.ssa Valeria
Luciani, dell’Università di Ferrara, per
le analisi relative ai foraminiferi
planctonici. Infine, vorrei ringraziare il
Prof. Andrea Di Giulio e la Dott.ssa
Nicoletta Mancin, dell’Università di
Pavia, e la Prof.ssa Alessandra Negri,
dell’Università Politecnica delle Marche,
per l’accurato lavoro di revisione e lettura
critica dell’intero testo della tesi.
18
PALEOITALIA
LE ESCURSIONI DEI PALEONTOFILI
JORDI ORSO
Pesca grossa nel mare di Besano (VA)
Guida scientifica: Dr. Cristiano Dal Sasso, Museo di Storia Naturale di Milano
data: 7.5.2006
località: Besano, Rio Ponticelli, Sasso Caldo
età geologica: Triassico inferiore
partecipanti: 10
Chi ha visitato il Museo di Storia
Naturale di Milano sarà senz’altro
rimasto affascinato da quell’enorme
lastra nera di scisto bituminoso che
si trova nella sala subito dopo la
sezione di mineralogia, e dalla quale
emerge il rilievo dello scheletro di
un rettile marino, un ittiosauro
femmina, di notevoli dimensioni.
Che sia una femmina è evidenziato
dalla presenza, nel ventre del fossile,
di sei scheletrini embrionali. Una
riproduzione tridimensionale dell’animale, così come doveva apparire nel Triassico, sovrasta la lastra
per la gioia dei bambini, e non solo.
Un gruppo di soci paleontofili della
SPI, guidato dal Dr. Cristiano Dal
Sasso, ha avuto l’opportunità di
andare a vedere il giacimento di
Besano (Varese), dove è stato
rinvenuto questo ittiosauro.
Dopo aver lasciato le auto al
parcheggio di Besano ci incamminiamo verso lo scavo, gestito dal
Museo di Storia Naturale di Milano,
a mezz’ora di distanza presso il Rio
Ponticelli. Strada facendo Cristiano
ci racconta i retroscena della scoperta
del Besanosaurus leptorhynchus.
L’area di Besano è famosa già
dall’800 per il ritrovamento di molti
fossili importanti, cioè da quando si
aprirono le miniere per lo sfruttamento degli scisti bituminosi locali,
con scopi non tanto scientifici
quanto pratici. Infatti, dagli scisti si
estraeva una sostanza, l’ittiolo, che
in forma di pomata trovava impiego
nella cura di malattie dermatologiche.
Contemporaneamente, trattandosi di
sostanza bituminosa, si stava
progettando l’estrazione a scala
industriale per illuminare, tra l’altro,
le strade di Milano. Il nome “ittiolo”
indicava l’abbondanza di fossili
marini trovati negli strati delle
miniere. Il Museo di Storia Naturale
di Milano, grazie alle iniziative del
suo direttore di allora, l’Abate
Stoppani, aveva raccolto una ricca
collezione di importanti reperti che,
sfortunatamente, andò quasi
completamente distrutta durante i
bombardamenti della seconda guerra
mondiale. Solo pochi esemplari si
salvarono perché erano stati ceduti
in prestito al Politecnico di Zurigo.
Il museo di Milano decise di
riaprire gli scavi per sostituire i fossili
PALEOITALIA
19
L’affioramento al “Sasso caldo” con numerazione degli strati.
perduti e ottenne la concessione nel
1975. Per anni negli scavi in località
Rio Ponticelli, dagli scisti bituminosi
della Formazione di Besano, furono
estratti migliaia di fossili marini,
soprattutto rettili, pesci e invertebrati.
Nel 1985 iniziarono i lavori nello
scavo chiamato “Sasso caldo”,
dove, nel 1993, avvenne la clamorosa scoperta dello scheletro del
besanosauro, il più grande rettile
marino rinvenuto in Italia.
Lo scavo vero e proprio somiglia
in modo sorprendente ad un
anfiteatro in miniatura, con la parete
dell’affioramento messa al posto del
palcoscenico. Cristiano ci spiega
brevemente il quadro geologico. Le
rocce del Sasso caldo risalgono al
Triassico. Attraverso la datazione di
due strati di cenere vulcanica,
intercalati tra i livelli dell’affioramento, l’età è stata stabilita in 232
milioni di anni con un margine di
errore di 5 milioni di anni, il che
Alternanza di strati dolomitici con strati
più sottili di scisto bituminoso.
20
PALEOITALIA
Lezione di paleontologia all’aperto.
colloca le rocce al limite tra Anisico
e Ladinico. Ci meraviglia la regolarità
dell’alternanza di strati bianchi con
gli strati scuri più sottili che
caratterizza tutto l’affioramento. Si
tratta di dolomia microcristallina e
di scisti bituminosi scuri che,
insieme, compongono la Formazione
di Besano (già Scisti Ittiolitici). Per
via del maggiore spessore della
dolomia si ipotizza che quegli strati
si siano formati per franamento
periodico di grosse quantità di fango
calcareo, provveniente dai versanti
del bacino, che si depositava sui
fondali poco ossigenati.
Cristiano ci descrive l’antico
ambiente: nel Triassico le terre
emerse sono invase dal mare.
Nell’Anisico l’area di Besano si trova
coperta da un mare tropicale poco
profondo, che si va progressivamente approfondendo per trasformarsi finalmente in un bacino
profondo. Il bacino è delimitato da
una scogliera di alghe calcaree oltre
la quale si estende una laguna, e da
bassi fondali che, insieme con la
scogliera, rendono difficile lo
scambio regolare con le correnti
esterne. Il fondo del bacino è
caratterizzato dalla mancanza di
ossigeno, che permette la perfetta
conservazione degli organismi morti
che vi si posano. Lunghi periodi di
calma e deposizione di materia
organica si alternano con periodi più
brevi e turbolenti di sedimentazione
proveniente dalle strutture
carbonatiche circostanti il bacino.
Detriti interessanti.
PALEOITALIA
21
Besanosaurus leptorhyncus (Museo di Storia Naturale di Milano).
Negli scisti bituminosi sono
conservati fossili di organismi sia
marini che terrestri. Questi ultimi
provenivano dalle terre emerse non
lontano dal mare di Besano. Ma
torniamo al nostro affioramento.
Tutti gli strati sono stati numerati,
un numero per ogni coppia di strato
di dolomia e di scisto bituminoso.
Cristiano indica il numero 65 e ci
presenta lo strato che aveva ospitato
il besanosauro. Ci racconta che
all’inizio si poteva intravedere solo
il rostro del cranio e niente fece
supporre di avere a che fare con uno
scheletro intero. Con molta cura
furono estratte tutte le lastre scistose
che nel loro insieme contenevano il
fossile. Cristiano osserva che solo
grazie all’assenza di faglie era
possibile di trovare uno scheletro
intero di quelle dimensioni. Dopo
l’estrazione, tutte le lastre furono
portate al Policlinico di Milano per
un esame radiologico in modo da
poter lavorare all’estrazione del
fossile, seguendo le immagini
radiografiche, con la massima
precisione. La sua mole era
impressionante. Misura 5,80 m e ci
sono volute 16.500 ore di lavoro
certosino per avere il risultato che
oggi possiamo ammirare al Museo
di Storia Naturale di Milano, dove è
22
PALEOITALIA
Ecco come doveva apparire il Besanosauro nel suo habitat (Disegno di Fabio Fogliazza
- Museo di Storia Naturale Milano).
esposto l’originale, mentre un
calco fedele si trova nel museo di
Besano, in buona compagnia con
molti fossili originali di rettili
impressionanti, pesci, invertebrati
e vegetali, tutti originari dell’area.
La visita al museo è un assoluto
“must”.
Museo Civico dei Fossili di Besano
Via Prestini, 5 – 21050 Besano (Varese)
tel. 0332-919.200
e-mail: [email protected]
orario: 1 giugno – 30 settembre
mar.-ven.: 10.00-12.30 e 14.00-16.00
domenica: 11.00-12.30 e 14.30-18.30
1 ottobre – 31 maggio
martedì e giovedì: ore 9.30 – 12.30
domenica: 14.30 – 17.30
Museo Civico di Storia Naturale
Corso Venezia, 55 – 20121 Milano
tel. 02-8846.3280
orario: 9-17.30 orario continuato
fermata metropolitana rossa n. 1
“Palestro”
PALEOITALIA
23
PALEOROMA: UN ESEMPIO DI
PALEONTOLOGIA ON-LINE
ROSSELLA MORTELLARO, ROBERTO BRUNOTTI & RAFFAELE SARDELLA
PaleoRoma è il sistema informativo territoriale sui siti paleontologici della provincia di Roma
ed è il risultato di un progetto
finanziato dalla Provincia per la
promozione dell’ambiente. Il
progetto prevede la realizzazione, la
gestione e la presentazione al
pubblico di un sistema informativo
territoriale sui siti paleontologici della
provincia di Roma, accessibile
tramite Internet (www.paleoroma.it).
Il sito sarà completato per ottobre
2007 .
L’obiettivo di PaleoRoma è
diffondere la conoscenza dei luoghi
distribuiti nel territorio della provincia
che conservano testimonianze fossili,
spesso di grandissimo interesse
scientifico, come centri di ricerca,
musei, scuole, oltre ai siti all’aria
aperta visitabili. Saranno inoltre
presentati i siti d’importanza
scientifica oggi non più esistenti.
Esempio per tutti Saccopastore,
cancellato dall’espansione urbana di
Roma del dopoguerra e che ha
restituito ben due crani di uomo di
Neandertal arcaico, oggi conservati
presso il Museo di Antropologia
(Roma).
Il fascino esercitato dai fossili sul
grande pubblico costituisce uno
strumento formidabile per avvicinare anche i non addetti ai lavori
alla comprensione della storia
naturale del territorio. Lo studio dei
siti paleontologici è di cruciale
importanza per la ricostruzione delle
trasformazioni ambientali, in
particolare quelle riguardanti gli ultimi
due milioni di anni (periodo in cui si
assiste all’evoluzione dell’uomo).
PaleoRoma è stato ideato e
realizzato da “Serendip”, Associazione per la Diffusione della
Cultura Scientifica.
Caratteristiche di PaleoRoma
Attraverso PaleoRoma è
possibile avere informazioni, relative
a siti e reperti, nonchè visualizzare
la loro distribuzione spaziale.
In questa prima fase, le
informazioni riguarderanno esclusivamente l’Era Quaternaria, gli
ultimi due milioni di anni della storia
del nostro Pianeta. E’ proprio in
questo intervallo “recente” di tempo
che il territorio della provincia di
Roma viene ad assumere la
conformazione che lo caratterizza.
Eventi come l’attività vulcanica dei
Sabatini e dei Colli Albani, le
glaciazioni e i corrispondenti
cambiamenti del livello marino,
24
PALEOITALIA
hanno lasciato tracce profonde sul
nostro territorio, che nel corso del
Pleistocene è teatro di un altro
evento di grande importanza: la
diffusione dell’uomo. Il territorio di
Roma e della sua provincia è ricco
delle testimonianze di fasi assai
precoci della storia umana, delle
trasformazioni degli antichi
ecosistemi e degli ambienti in cui i
nostri antichi progenitori hanno
iniziato ad operare. Un territorio che
ha fornito preziosi indizi a geologi,
paleontologi ed archeologi preistorici,
un territorio che ha ancora molte
storie antiche da raccontare…
“Il Territorio racconta”
PaleoRoma è la continuazione
naturale del progetto di Serendip “Il
Territorio racconta”, partito circa
dieci anni fa.
Il progetto “Il Territorio racconta”
è nato con l’intento di valorizzare,
attraverso la mediazione delle scuole,
i siti d’interesse scientifico situati
nelle aree perturbane di Roma. In
questo senso si è sviluppata la
collaborazione con la Scuola Media
Statale “Leonardo Albertini” di
Torrimpietra, per il sito pleistocenico
di Torre del Pagliaccetto e con la
Scuola Media Statale “Saxa Rubra”
di Roma, per i siti dislocati tra la via
Flaminia e il Tevere nell’area Nord
di Roma.
I siti d’interesse scientifico
risultano essere di fondamentale
importanza per la conoscenza
dell’ambiente e della storia della città
(siti paleontologici, biotopi, antichi
La locandina del convegno di presentazione di PaleoRoma, svoltosi nell’ambito
della Settimana della Cultura Scientifica
e Tecnologica.
insediamenti industriali, aziende
agricole storiche, ecc.). Serendip è
convinta che il loro studio e la
diffusione delle conoscenze ad essi
correlate contribuiscano a rafforzare
l’identità e il senso di appartenenza
delle comunità locali.
Estratto da: PaleoItalia 16 (2007), p. 25-28
PALEOITALIA
25
MUSEI PALEONTOLOGICI
IL MUSEO PALEONTOLOGICO
“VIRGINIO CACCIA”
DI SAN COLOMBANO AL LAMBRO (MI)
DARIO MARCELLO SOLDAN & TAZIO CUCCARO
Il museo paleontologico e
archeologico “Virginio Caccia” si
trova nel centro storico del comune
di San Colombano al Lambro in
provincia di Milano. Dal 1980 è
situato all’ultimo piano di Palazzo
Patigno.
Nelle bacheche della sezione
paleontologica sono esposti i reperti
rinvenuti nel territorio di San
Colombano al Lambro dal Dr.
Virginio Caccia all’inizio del
novecento e donati al Comune nel
1927. Tali reperti oltre ad essere
raffigurati dallo stesso Caccia (1929)
furono studiati negli anni sessanta e
ottanta dall’università di Pavia sotto
la guida del prof. Giacomo Anfossi
e successivamente esposti al
pubblico nell’ attuale sede.
Nel corso degli anni la raccolta
si è arricchita per merito di altri
appassionati, che hanno portato alla
luce nuovi esemplari di fossili,
soprattutto molluschi.
Le attività principali del museo
hanno uno scopo principalmente
didattico e divulgativo: far conoscere
la storia geologica e ambientale dei
colli di San Colombano al Lambro;
fin dalla sua creazione gruppi di
appassionati locali organizzano visite
gratuite per privati e scolaresche.
Le collezioni di fossili sono
disposte in vetrine tematiche che
illustrano le faune provenienti dai
vari affioramenti del Colle quali la
formazione miocenica (Tortoniano)
delle Marne di Sant’Agata Fossili,
la formazione di San Colombano di
età Pleistocenica (Calabriano) e i vari
depositi alluvionali del fiume Lambro
e del Po dell’Olocene.
La prima vetrina dell’esposizione
comprende le diverse unità
litologiche delle formazioni sopra
descritte. Si possono osservare i
sedimenti d’origine marina quali le
argille mioceniche grigio-azzurre e i
26
PALEOITALIA
Esposizione dei lamellibranchi.
calcari conglomeratici di scogliera e
le argille grigie corrispondenti alle
diverse facies costituenti gli
affioramenti calabriani.
Le vetrine successive, dedicate
agli invertebrati, contengono soprattutto i numerosi molluschi (gasteropodi, lamellibranchi e rari scafopodi) provenienti dalle diverse
Reperti ossei di Bos taurus.
facies. Notevoli sono i fossili ben
conservati dei gasteropodi dei generi
Cerithium, Astraea e Nassa. Numerosi sono gli esemplari di Turritella
che provengono dalla facies argillosa
affiorante sul lato occidentale dei
Colli. Per quanto riguarda i
lamellibranchi sono ben rappresentati
il genere Glycimeris e vari generi
delle famiglie Pectinidae, Carditidae
e Veneridae. La grande abbondanza
di questi molluschi bivalvi nel
territorio di San Colombano ha
permesso di fare un’approfondita
ricerca di carattere paleoecologico e
paleoambientale (Anfossi & Brambilla, 1981).
Molto particolari e interessanti
sono le cosiddette “faune nane”, a
cui è dedicata una vetrina, studiate
dal Patrini (1930) che gli attribuì
erroneamente un’età pliocenica;
PALEOITALIA
27
Sezione dedicata ai mammiferi del Quaternario.
sono inoltre presenti nella stessa
bacheca un raro echinoderma,
anellidi e piccole chele di crostacei
rinvenute isolate nei calcari costituiti
in prevalenza da alghe corallinacee.
Una vetrina è dedicata ai numerosi foraminiferi presenti nei vari
sedimenti, dove grandi fotografie
mostrano i residui ottenuti con
lavaggi, contenenti ricche microfaune sia di foraminiferi che di altri
invertebrati “incrostanti” della facies
di scogliera quali i briozoi ed i coralli.
Tra le vetrine più suggestive vi
sono sicuramente quelle dedicate ai
resti dei grossi vertebrati ritrovati nei
depositi fluviali del Lambro. Nella
vetrina centrale è esposto un raro
cranio completo e ben conservato
del rinoceronte Dicerorhinus ritrovato in una cava di ghiaia e descritto
in un articolo scientifico da Cantaluppi (1969). Oltre ai resti di rinoceronte nelle vetrine sono esposti
numerosi resti del bovide Bos taurus,
un molare e alcuni frammenti di ossa
dell’elefante Elephas primigenius,
e un corno di cervo, tutti rinvenuti
nei sedimenti fluviali di età
quaternaria.
L’ultima vetrina, oltre a esporre
i resti di Equus costituiti da alcuni
frammenti ossei, contiene rari resti
di Homo sapiens: una porzione di
calotta cranica e un grosso frammento di mandibola. Purtroppo non
si conosce la precisa età di questi
resti umani poiché al momento del
ritrovamento non furono presi
rilevamenti stratigrafici, ma confrontando i reperti con quelli provenienti da altre località vicine della
Pianura Padana e dal grado di
fossilizzazione è possibile attribuirli
al Paleolitico superiore.
In conclusione possiamo sicuramente affermare che vale la pena
di visitare il piccolo ma ben curato
museo di San Colombano al Lambro
poiché i fossili in esso esposti sono
una preziosa testimonianza di una
parte importante della storia
28
PALEOITALIA
geologica recente della Pianura
Padana.
Bibliografia
Anfossi G. & Brambilla G. (1981). La fauna
pleistocenica del Colle di San Colombano
al Lambro (Lombardia). I Lamellibranchi.
Atti dell’Istituto di Geologia
dell’Università di Pavia, 29: 49-68.
Caccia V. (1929). Geo-storia del Colle di San
Colombano al Lambro e di alcune altre
zone fra l’Adda ed il Ticino, Stradella e
Piacenza. 502 pp. Tip. Edit. Cairo,
Codogno.
Cantaluppi G. (1969). Il rinoceronte di San
Colombano al Lambro. Atti dell’Istituto
di Geologia dell’Università di Pavia,
20: 67-81.
Patrini P. (1930). La fauna nana pliocenica
del Colle di S. Colombano al Lambro.
Rivista Italiana di Paleontologia, 36:
33-44.
PALEOITALIA
29
Notizie italiane
a cura di Carlo Corradini
[email protected]
Sono riportati i principali risultati delle ricerche riguardanti
il territorio italiano, ma pubblicate in riviste straniere, quindi
difficilmente accessibili a un pubblico esterno al mondo accademico.
Per facilitare la stesura della rubrica “Notizie Italiane”, la Redazione invita tutti coloro che pubblicano in riviste straniere articoli riguardanti il territorio italiano a far pervenire via e-mail i riferimenti bibliografici completi e alcune righe di riassunto in italiano, con taglio divulgativo, appena i
lavori sono stati stampati. Grazie per la collaborazione.
MODO DI VITA DEL BIVALVE AMBROGIA
Il bivalve plio-pleistocenico Ambrogia mytiloides è un insolito
rappresentante della famiglia Arcidae, fornito di una conchiglia allungata,
liscia e di grandi dimensioni (fino a 130 mm). E’ presente anche una leggera
torsione che crea una beanza in posizione antero-ventrale. Sulla base dei
caratteri morfologici e di osservazioni di esemplari in posizione di vita, si
ipotizza che Ambrogia mytiloides vivesse in condizioni infaunali bissate, in
posizione verticale e col margine posteriore in corrispondenza della superficie
sedimentaria. Ambrogia rappresenta il massimo grado di adattamento della
famiglia Arcidae alla vita infaunale, attraverso un lungo percorso evolutivo
di ri-adattamento ai fondi mobili.
LA PERNA R., 2006. Life habit and ontogeny of the unusual arcid bivalve Ambrogia mytiloides
(Brocchi, 1814). Lethaia, 39, 245-255 [in inglese].
I PIU’ RECENTI COCCODRILLI EUROPEI
La revisione del materiale fossile proveniente dai riempimenti delle fessure
dette “terre rosse” del Gargano ha consentito di rivedere l’opinione comune
che gli ultimi coccodrilli che hanno abitato l’Europa siano stati degli
alligatoroidi a muso breve appartenenti al genere Diplocynodon o dei “falsi
gaviali” appartenenti ai generi Gavialosuchus e/o Tomistoma (l’identità
generica dei resti di questi organismi è ancora un argomento dibattuto).
30
PALEOITALIA
Notizie
Sembra che queste forme si estinsero rispettivamente
6.2 e 10 milioni di anni fa. I fossili di coccodrilli italiane
provenienti dalle località del Miocene finale-Pliocene
iniziale del Gargano hanno invece consentito di identificare i caratteri
diagnostici del genere Crocodylus. I resti del Gargano, rappresentando al
tempo stesso la prima testimonianza della presenza del genere Crocodylus
in Europa e la presenza geologicamente più recente dei coccodrilli in questo
continente, hanno quindi permesso di cambiare le nostre conoscenze sulle
ultime tappe europee della storia evolutiva di questi organismi. Il genere
Crocodylus sembra essere comparso nel corso del Miocene in Africa, da
dove si è rapidamente diffuso in altri continenti grazie alla capacità di
sopravvivere anche in acqua salata.
DELFINO M., BÖHME M. & ROOK L., 2007. First European evidence for transcontinental dispersal
of Crocodylus (late Neogene of southern Italy). Zoological Journal of Linnean Society,
149, 239-307. [in inlgese]
PRIMO RECORD MESOZOICO DELL’ESACORALLO
MADREPORA
Questo articolo riguarda il più antico record fossile del genere Madrepora,
esacorallo ben noto nei mari ed oceani attuali quale importante componente
di estese biocostruzioni profonde. Gli esemplari tardo-cretacei esaminati
provengono da calcari silicei maastrichtiani della Polonia (NasiB´ow,
Bochotnica, Blizow). I coralli sono essenzialmente preservati come impronte
esterne e modelli interni ma conservano ancora importanti caratteri
morfologici che ne consentono l’identificazione a livello generico. Questi
caratteri, sia macro- che microscopici sono stati confrontati con quelli di
esemplari attuali (atlantici e mediterranei) e plio-pleistocenici (Italia
meridionale, Reggio Calabria) della specie biocostruttrice Madrepora oculata.
La disposizione distica dei coralliti, la loro taglia, il numero dei setti (3 cicli
regolari) e, soprattutto, la peculiare morfologia “reticolata” del cenosteo
inducono ad ipotizzare strette affinità tra il taxon maastrichtiano e la specie
attuale M. oculata. Il basso numero di esemplari, la loro piccola taglia e
l’assenza di evidenze di rimaneggiamento nei depositi polacchi suggerisce
che la Madrepora cretacea non formasse vere e proprie biocostruzioni
bensì popolasse il substrato con piccole ed isolate colonie, come talora
riscontrato per M. oculata in fondali attuali.
STOLARSKI J. & VERTINO A., 2007. First Mesozoic record of the scleractinian Madrepora
from the Maastrichtian siliceous limestones of Poland. Facies, 53, 67-78 [in inglese].
PALEOITALIA
OSTRACODI QUATERNARI DEL
MONTEFELTRO
31
Notizie
italiane
Le associazioni ad ostracodi salmastri della sezione di Perticara
(Montefeltro) sono state analizzate per ricostruire l’evoluzione
paleoambientale degli ultimi 15.000-20.000 anni del Messiniano superiore
in facies di lago-mare. Le 22 specie di ostracodi costituenti le associazioni
sono state sottoposte ad analisi di struttura di comunita’ e processate con
statistica multivariata (DCA e Cluster Analisi). Sono state individuate
variazioni cicliche (indotte da cicli astronomici) riguardanti la salinita’ e la
profondita’ dell’ambiente di sedimentazione: dal mesoalino al dulcicolo e
da acque sottili (pochi metri) a acque piu’ profonde (qualche decina di
metri). In particolare, la minore salinita’ e la massima profondita’ sono
raggiunte in corrispondenza della deposizione di un livello calcareo
(“colombaccio”), caratterizzato da una peculiare ostracofauna dominata
dal gruppo delle cosidette “Candoninae appuntite” (qui rappresentate dai
generi Camptocypria, Lineocypris, Pontoniella e Zalanyiella). Le restanti
porzioni della successione sono invece caratterizzate dalla dominanza di
Leptocytherinae e Loxoconchidae, a testimonianza di una massa d’acqua
poco profonda e a salinita’ mesoalina.
GLIOZZI, E. & GROSSI, F., 2004. Ostracode assemblages and palaeoenvironmental evolution
of the latest Messinian Lago-Mare event at Perticara (Montefeltro, Northern Apennines,
Italy). Revista Espanola de Micropaleontologia 36, 157-169 [in inglese].
PICCOLI GRANCHI NEI MARI EOCENICI DELLA TETIDE
I brachiuri attribuiti al genere Phlyctenodes A.Milne Edwards, 1862
costituiscono un ristretto numero di specie fossili di età eocenica diffuse
solo in Europa; presentano carapace ovale, largo e bombato, ornato da
grossi tubercoli arrotondati, più numerosi ed evidenti nelle regioni anteriori.
Si tratta di forme adattate ad ambiente corallino, ambiente non favorevole
alla conservazione dei granchi per cui ne sono conosciuti rari individui.
In occasione dello studio di alcuni esemplari depositati presso il Museo
civico “G. Zannato” di Montecchio Maggiore (Vicenza) è stata effettuata
una revisione del genere che ne ha chiarito la posizione sistematica, sempre
problematica nel caso di forme che conservino solo il carapace: il taxon è
stato inserito nella famiglia Xanthidae ed evidenti sono le affinità con Actaea
polyacantha (Heller, 1861) che vive tra i coralli nel Mar Rosso e nell’Indo-
32
PALEOITALIA
Notizie
Pacifico. Per la prima volta è stata pubblicata
testimonianza fotografica dei tipi di tutte le specie di italiane
Phlyctenodes descritti nell’800 e nella prima metà del
‘900; tra gli altri sono stati presentati esemplari conservati presso il Museo
geologico e paleontologico dell’Università di Padova (coll. Fabiani: P.
dalpiazi Fabiani, 1911), il Museo civico di Storia Naturale di Verona (coll.
Nicolis: P. nicolisi Bittner, 1884) ed il Museo geologico “G.G. Gemmellaro“
di Palermo (coll. Checchia Rispoli e Di Salvo: P. krenneri Lörenthey, 1898).
BUSULINI A., TESSIER G. & BESCHIN C., 2006, The genus Phlyctenodes A. Milne Edwards,
1862 (Crustacea: Decapoda: Xanthidae) in the Eocene of Europe. Revista Mexicana de
Ciencias Geológicas, 23(3), 350-360 [in inglese].
I DEPOSITI CARBONATICI MARINI TEMPERATI DEL
MONTE CETONA
Durante il Pliocene ed il Pleistocene il Monte Cetona (Appennino Settentrionale, Italia Centrale) faceva parte di un arcipelago di isole sviluppate
in direzione N-S. I sedimenti del Pliocene Medio nell’area del Monte Cetona
sono rappresentati da depositi carbonatici marini d’acqua bassa ricchi in
alghe calcaree corallinacee e briozoi.
Lo studio ha analizzato la composizione tassonomica, le morfologie di
crescita e gli aspetti tafonomici delle comunità a corallinacee presenti in
questi depositi carbonatici. L’associazione ficologica consta di otto specie
appartenenti alle Sottofamiglie delle Melobesioideae, Mastophoroideae e
Lithophylloideae. Tra le componenti biotiche, insieme alle corallinacee, sono
comuni briozoi, balanidi, serpulidi, echinoidi e foraminiferi bentonici. I sedimenti carbonatici del Monte Cetona si depositarono appena al di sotto del
livello medio di base del moto ondoso, in un ambiente marino temperato
d’acqua bassa che doveva caratterizzare l’area orientale del Mar Tirreno
durante il Pliocene Medio.
CHECCONI, A., BASSI, D., PASSERI, L. & RETTORI, R., 2007. Coralline red algal assemblage
from the Middle Pliocene shallow-water temperate carbonates of the Monte Cetona
(Northern Apennines, Italy). Facies, 53(1), 57-66 [in inglese].
PALEOITALIA
33
Paleo news
a cura di Paolo Serventi
[email protected]
GLI “UCCELLI DEL
TERRORE” NON
INCONTRARONO GLI
UOMINI
Titanis walleri, del Pliocene (51,8 milioni di anni fa) del Nord
America, era un uccello di grandi
dimensioni con i suoi 2 m di altezza
e un peso stimato di oltre 150 kg.
Incapace di volare, questo animale,
appartenente alla famiglia dei
Phorusrhacidae, era carnivoro e
cacciava grazie alle sue poderose
zampe e al suo formidabile becco.
Fino a poco tempo fa si credeva che
il genere Titanis si fosse estinto circa
10.000 anni fa e che fosse così
venuto a contatto con l’uomo. Ora
un team di ricercatori americano,
guidato da MacFadden, del Museo
di Storia Naturale della Florida, ha
portato l’età dell’estin-zione a circa
2 milioni di anni fa. T. walleri si
ritiene sia stato il più grande
rappresentante della “famiglia degli
uccelli del terrore”. Quest’articolo è
apparso su Geology (vol. 35 (2),
febbraio 2007).
ALCUNI DINOSAURI
AVEVANO DITA OPPONIBILI
Phil Senter della Texas State
University (USA), nel corso di uno
studio condotto su Bambiraptor ha
scoperto che questo dinosauro, un
dromeosauride di circa 75 milioni di
anni fa (Cretacico superiore) lungo
al massimo 2 metri, era in grado di
afferrare la preda grazie alle sue dita
opponibili. Questo carattere non era
mai stato riscontrato in nessun
dinosauro. L’esemplare di Bambiraptor preso in esame, pur in
“eccezionali” condizioni di conservazione, non mostra penne sebbene
il più vecchio rappresentante del
gruppo dei “dromeosauridi”, Microraptor, presenti penne sugli arti
anteriori e posteriori, a testimonianza
della loro parentela con gli odierni
uccelli. L’articolo è apparso sul
Journal of Vertebrate Paleontology
(vol. 26 (4), gennaio 2007).
L’AMBRA REGALA ANCORA
SORPRESE…
Un minatore dello stato
messicano del Chiapas ha fatto una
scoperta sensazionale: all’interno di
un blocco di ambra ci sono i resti di
una rana lunga solo 1 cm.
L’esemplare del piccolo anfibio,
secondo lo studioso Gerardo Carbot,
dell’Istituto di Storia Naturale ed
Ecologia del Chiapas, sembra
appartenere al genere Craugastor.
Questo genere comprende varie
specie di rane native dell’America
Centrale. Sebbene l’età del reperto
non sia stata ancora “certificata”
tuttavia è certo la roccia che
inglobava l’ambra risalerebbe a 25
milioni di anni fa (Oligocene
superiore). La speranza di Carbot è
34
PALEOITALIA
Paleo news
di estrarre il DNA della rana per
“riportarla in vita” ….Jurassic Park
docet. La notizia è reperibile in
internet in vari siti, come per esempio
NationalGeographic. com.
I DINOSAURI SCAVAVANO
TANE
Sebbene la scoperta risalga al
2004, solo ultimamente è stata
riportata la notizia della scoperta di
un nuovo dinosauro. La nuova
specie di dinosauro hypsilofodonte,
chiamata Oryctodromeus cubicularis del Cretacico medio della
Blackleaf Formation nel sud-ovest
del Montana (USA), dimostra che
alcune specie di dinosauri potevano
scavare e vivere in tane. Oryctodromeus era un dinosauro bipede, a
dieta vegetariana, lungo circa 2 m e
pesante circa 30 kg. Aveva il muso
modificato e lo scheletro irrobustito
per meglio scavare la propria tana. I
resti scheletrici, rinvenuti all’interno
della tana, appartengono a un
esemplare adulto e a due giovani.
Le dimensioni dei due esemplari
giovani dimostra che i piccoli
rimanevano all’interno della tana per
svariati mesi a dimostrazione della
cure parentali dei giovani. Questo
ritrovamento è stato fatto da un team
di paleontologi guidato da D.
Varricchio della Montana State
University at Bozeman. Secondo i
ricercatori americani la capacità di
scavare gallerie avrebbe dato non
solo protezione ai piccoli ma anche
la possibilità di sopportare meglio
ambienti particolarmente aspri.
L’articolo lo si può trovare nei
Proceedings of the Royal Society B
al collegamento “FirstCite Early
Online Publishing”.
...scoperto dinosauro che
scavava gallerie
“GIOCO A PREMI: SCOPRI L’INTRUSO”
PALEOITALIA
35
Paleo news
I SAUROPODI NON
AVEVANO NEL LORO
STOMACO UN “MULINO
GASTRICO”
Una nuova ricerca condotta dal
Dr. Martin Sander dell’Università di
Bonn e il Dr. Oliver Wings
dell’Università di Tübingen mette in
dubbio una delle “pietre miliari” nello
studio sui dinosauri: i gastroliti, cioè
le pietre che si riteneva venissero
ingerite dai dinosauri vegetariani per
“macinare” i vegetali di cui si
cibavano, non avrebbero avuto
nessuna influenza nella digestione di
questi animali. Infatti esperimenti
compiuti con gli struzzi hanno
confermato che le pietre ingoiate da
questi uccelli sono in parte “digerite”
dagli acidi e che il numero di pietre
corrisponde soltanto al 1% della
massa totale dell’animale. Nel caso
dei dinosauri la quantità di pietre
rinvenute è veramente molto bassa
rispetto alla massa totale e comunque non sempre vengono rinvenute
associate ai resti fossili. Secondo i
due autori le pietre potevano essere
ingerite inavvertitamente durante il
pasto o al più servissero come “supplemento di minerali”. Il risultato
della ricerca lo si può trovare nel
numero 1610 (Volume 274) del
Proceedings of the Royal Society B.
PALEOITALIA
36
Paleolibreria
a cura di Annalisa Ferretti
[email protected]
Evoluzione geologica delle Alpi Carniche, di
Corrado Venturini; Edizioni del Museo Friulano
di Storia Naturale, Udine, 2006, rilegato, 208
pp., 20€.
Friuli e Carnia sono le sole aree della
penisola italiana in cui si possono vedere rocce
e raccogliere fossili dell’intera scala del tempo
geologico, dal Paleozoico fino al Quaternario,
attraverso Mesozoico e Terziario, per uno
spessore cumulativo di oltre 14 chilometri di
strati. Le aspre e ripide valli carniche mostrano
compiutamente aperte, strato per strato, le
innumerevoli pagine di pietra che raccontano
la storia di questa terra. La successione
rocciosa che forma l’ossatura portante dell’alto
Friuli è rappresentata da una sequenza di strati sedimentari e in piccola
parte vulcanici, spessa, strato su strato, oltre 10 chilometri; essa può essere
paragonata ad uno speciale libro dalle infinite pagine, tutte scritte in una
lingua ai più sconosciuta.
Il volume è stato concepito con l’intenzione di avvicinare i non specialisti
del territorio alla comprensione degli affascinanti cambiamenti geologici e
morfologici che l’alto Friuli ha attraversato nell’ultimo mezzo miliardo di
anni.
Il testo si basa sulla ventennale esperienza geologica e geomorfologica
maturata dall’autore sui territori carnico-tarvisiani e friulani in genere. Il
rigore scientifico della trattazione è filtrato da un approccio semplice, di
tipo descrittivo, al fine di rendere percepibile anche ai non esperti (studenti,
appassionati, ...) i risultati dell’attività di ricerca che una carta geologica
solo in piccola parte riesce ad esprimere. L’evoluzione del territorio è
presentata descrivendo gli effetti e analizzando le cause che stanno alla
PALEOITALIA
37
base delle modificazioni puntualmente registrate nella serie stratigrafica delle
Alpi Carniche.
In questo volume, che rappresenta la chiave di lettura, in versione
semplificata e facilmente fruibile, della “Carta Geologica delle Alpi Carniche”
alla scala 1:25.000, edita dal Museo Friulano di Storia Naturale di Udine,
l’evoluzione dell’alto Friuli è descritta e commentata in “presa diretta”
utilizzando l’espediente del viaggio temporale che, dal lontano Ordoviciano
Sup. (460 milioni di anni fa), ci conduce verso il presente attraversando il
tempo geologico e i progressivi mutamenti del territorio. Il racconto è
riccamente illustrato da oltre 250 splendide immagini (bellissime in particolare
le fotografie dei fossili!) che ne agevolano la comprensione.
I singoli capitoli corrispondono ai periodi geologici (Ordoviciano,
Siluriano, Devoniano,... o parte di essi). Per ognuno la descrizione evolutiva
(“Viaggiando nel tempo”) è seguita da una “Scheda delle unità” che riporta
i dati salienti delle unità stratigrafiche deposte nel relativo intervallo temporale.
Le unità sono le stesse utilizzate nella “Carta Geologica delle Alpi Carniche”
e presenti nella relativa legenda. In “Affioramenti” sono elencate le fasce e/
o i nuclei caratterizzati dall’esposizione delle varie unità stratigrafiche. Inoltre,
il paragrafo “Punti... di vista” suggerisce, per ogni unità e relativamente ai
1.000 km2 di territorio cartografato, l’ubicazione degli affioramenti di volta
in volta più significativi con l’indicazione di massima del percorso di
avvicinamento. Ogni capitolo si conclude con una serie di suggerimenti
bibliografici (“Per saperne di più”), volti ad approfondire interessi specifici
attraverso la lettura di articoli stampati nella letteratura scientifica
specializzata.
Il volume termina con il capitolo “Itinerari nel passato” in cui l’autore
descrive alcuni semplici itinerari geologici sul territorio, attraverso i quali
appassionati ed escursionisti possono imparare a leggere la geologia delle
Alpi Carniche osservando in maniera diversa quelle particolarità del paesaggio
che spesso incuriosiscono e nelle quali, se guidati da un esperto, è possibile
riconoscere i tanti tasselli che opportunamente ordinati permettono di
ricostruire la storia remota della Carnia.
Il volume è distribuito dal Museo Friulano di Storia Naturale, via
Marangoni 39, 33100 Udine. Per informazioni: tel. 0432 584711, e-mail:
[email protected]
38
PALEOITALIA
PALEOWEB
a cura di Maurizio Gnoli
[email protected]
Siamo al No. 16 della rubrica PaleoWeb ecome sempre cerchiamo di
mettere assieme qualche bella navigata attraverso la rete. Per puro caso mi
sono imbattuto, o meglio, previo suggerimento dal National Geographic
Italia, nel quale si riportava una bella immagine digitale di una felce, mi
sono incuriosito e cercando un po’ mi sono imbattuto nel sito http://
www.lifethroughtime.com/. Nella videata iniziale compaiono tre icone
principali: Start the Journey, More about LIFE, Purchase the Book.
Cliccando sul titolo della prima
icona compare un’immagine
sottotitolata “ELEMENTS” al di
sotto del quale compare la scritta
Skip, cliccandoci sopra compare
una splendida immagine di una
colata lavica con due scritte: “view
the timeline” e “view the
slideshow”. Cliccate quest’ultima
e state a vedere! Il programma,
con Internet Explorer, e credo
anche in Mac, procede da solo
facendovi lustrare gli occhi con 86
stupende immagini digitali sottotitolate. Non vi dico altro…. È tutto da
esplorare! Ogni tanto anche gli occhi vogliono la loro parte. Per i più curiosi
è possibile accedere alle immagini in vari modi che scoprirete da soli. Potete
salvarle, proiettarle, organizzarle in spettacolino, ecc.
Come vedete non mi faccio più tanti pensieri per le lingue straniere e a
questo proposito, tornando alla Paleontologia più pragmatica, suggerirei di
visitare la home page di Klaus Ebel, un ingegnere specializzato in
biomeccanica, che esprime le sue idee paleo ed autecologiche,
apparentemente insolite, molto bene http://www.ebel-k.de/Aims/aims.html.
Andate al sito http://www.ebel-k.de/index.html e se volete potete limitarvi
alle pagine in lingua inglese riguardanti il modo di vita delle ammoniti in
funzione del loro guscio http://www.ebel-k.de/Ammoniten/Ammovortrag1/
ammovortrag1.html, la biomeccanica dei dinosauri http://www.ebel-k.de/
PALEOITALIA
39
dinosaurs1/dinosaurs1.html, come
funziona la locomozione natatoria dei
vertebrati http://www.ebel-k.de/Loco1/
loco1.html, http://www.ebel-k.de/
Swimmers/swimmers.html, e tanto
altro.
Visto che siamo passati a siti più
articolati andate al http://palaeo.
gly.bris.ac.uk/dinosaur/Allobone.gif
per vedere in dettaglio come si
muoveva l’Allosaurus o uno scontro
fra Velociraptor con Protoceratops
http://www.amnh.org/exhibitions/
fightingdinos/video2.html
Tanto, tanto tempo fa nel Burgess
Shales Lagerstätte http://homepage1.
nifty.com/burgess/aa.html nuotava il primo grande predatore della terra:
l’Anomalocaris canadensis, che condivideva l’ambiente con altri stranissimi
animali quali Opabinia regalis, Marrella splendens e tanti altri che potete
trovare al http://www.geo.ucalgary.ca/~macrae/Burgess_Shale/. I cinesi
hanno trovato nel Chengjiang la stessa
sorprendente fauna primordiale, a
volte meglio conservata di quella di
Burgess, e dell’Anomalocaris ne
hanno ricostruito un modello
meccanico. Da qui alle animazioni
computerizzate il passo è stato breve.
Adesso cambiamo argomento:
quando da ragazzo stavo guardando
in televisione il primo sbarco dell’uomo
sulla Luna avevo accanto mia nonna
Emma, alla quale espletavo il mio
giovanile entusiasmo. Mi guardò, e
molto soavemente aggiunse: hai
studiato tanto ma sei rimasto
ignorante, non vedi che è un film!
Perché vi dico questo? Perché “non è
oro tutto quello che luccica”! Si è detto e scritto tanto sull’estinzione dei
dinosauri avvenuta 65 milioni d’anni fa dovuta all’impatto del meteorite
“Chicxulub”, e poi altrettanto validi scienziati con altrettanto validi motivi
ne discutono ancora. Curiosità forse, in http://geoweb.princeton.edu/people/
faculty/keller/chicxpage1.html , e non solo dalla rete, s’impara che forse
esistono grosse discrepanze specialmente riguardanti la data (5 milioni d’anni
non sono un inezia) dei due eventi.
PALEOITALIA
40
Per ultimo, a chi piacciono le
dino-ricostruzioni, magari con
tanto colore, può visitare il sito
h t t p : / / w w w. c r i t t e r s . p i x e l shack.com/GalleryA.htm e con
questo credo proprio di avere
soddisfatto le vostre aspettative.
Navigate, navigate tanto da
potermi scrivere con le vostre
proposte. La rete è grande come
il mondo, alias “World Wide
Web”. Alla prossima!
GLI INDIRIZZI ELETTRONICI DELLA S.P.I.
Bollettino della Società Paleontologica Italiana
PaleoItalia
Biblioteca
Tesoreria
Segretario
[email protected]
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... E QUELLI DEI CURATORI DELLE RUBRICHE DI PALEOITALIA
Notizie Italiane
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Agenda
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PALEOITALIA
41
Agenda
Convegni e Congressi
Federazione Italiana di Scienze della Terra
Geoitalia 2007
VI Forum Italiano di
Scienze della Terra
12-14 settembre 2007
Rimini
Stato dell’arte della ricerca
paleobotanica e palinologica
in Italia dal Pliocene
al Pleistocene medio
17-18 dicembre 2007
Roma
Vedere la finestra a pag. 43
Per informazioni: www.geoitalia.org
Subcommision on Silurian Stratigraphy
Società Geologica Italiana
Time and Life in the Silurian:
xx riunione estiva della
Società Geologica Italiana
15-17 settembre 2008
Sassari
Per informazioni: www.socgeol2008.org
a multidisciplinary approach
4-11 giugno 2009
Cagliari
Per informazioni: www.unica.it/silurian2009
e-mail: [email protected]
Mostre
30 milioni di anni fa una foresta
tropicale a Stella Santa Giustina
Miniere e minerali
della montagna friulana
17 aprile – 29 luglio 2007
Genova
giugno– novembre 2007
Ampezzo (UD)
Museo di Storia Naturale“G. Doria”, via brigata Liguria 9, Genova
Museo geologico della Carnia, piazza Roma,
Ampezzo (Udine)
Orario: mar-ven 9.00-19.00
sab-dom 10.00-19.00
Vedere la finestra a pag. 42.
Per informazioni: www.carniamusei.it
PALEOITALIA
42
UNA MOSTRA SULLE FILLITI OLIGOCENICHE DEL SAVONESE
30 milioni di anni fa una foresta tropicale
a Stella Santa Giustina
17 aprile – 29 luglio 2007
Genova
Museo di Storia Naturale “G. Doria”
Nell’ambito Bacino Terziario Piemontese la zona di S. Giustina assume una
particolare importanza per la ricchezza in resti fossili di piante superiori, le cosiddette
Filliti, risalenti all’Oligocene inferiore. Le ricostruzioni paleoambientali disegnano l’area
come un’antica pianura alluvionale con aree di esondazione, meandri, piccoli laghi,
dove potevano accumularsi grandi quantità di resti vegetali. Il complesso di specie
individuate, caratterizzato tra l’altro dalla presenza di felci arboree e di palme di grandi
dimensioni, ha un carattere di tipo tropicale e permette di individuare un ambiente
confrontabile con quello di molte foreste tropicali umide attuali.
La scoperta delle Filliti di S. Giustina, una delle più importanti flore oligoceniche
europee, è legata alla figura di Don Deogratias Perrando, parroco di Stella S. Giustina
dal 1857 al 1889, appassionato naturalista, amico e guida di geologi e paleontologi
come L. Pareto, E. Sismonda, G. Michelotti, T. Taramelli e, soprattutto, A. Issel. Egli
raccoglie una imponente collezione di rocce, minerali, reperti paletnologici e fossili, di
cui le Filliti costituiscono uno dei nuclei più importanti. Sotto la direzione di Issel la
collezione di Filliti viene affidata per lo studio prima a S. Squinabol e poi a P. Principi,
che pubblicheranno su di esse importanti monografie. La Collezione attualmente fa
parte del patrimonio museale del Dipartimento per lo studio del Territorio e delle sue
Risorse dell’Università di Genova (Dip.Te.Ris.). La presenza di questa notevole
emergenza paleontologica rappresenta uno dei punti più importanti del Parco del Beigua
- Beigua Geopark, territorio riconosciuto a livello internazionale come Geoparco
Europeo e Mondiale sotto l’egida dell’UNESCO.
La mostra vuole portare un contributo alla diffusione della cultura geologica e in
particolare alla conoscenza del patrimonio geo-paleontologico del territorio ligure.
Oltre a pannelli esplicativi verranno esposti esemplari tra i più significativi delle
collezioni del Dip.Te.Ris. e del Museo di Storia Naturale “G. Doria”.
La mostra, frutto della collaborazione tra l’Ente Parco del Beigua, Dip.Te.Ris. Università di Genova e Museo di Storia Naturale “G. Doria”, è allestita nella Sala di
Paleontologia del Museo Civico di Storia Naturale “G. Doria”, via brigata Liguria, 9
- Genova.
Orari di apertura
martedì-venerdì
sabato-domenica
lunedì chiuso.
9.00 – 19.00
10.00 – 19.00
PALEOITALIA
43
WORKSHOP
Stato dell’arte della ricerca paleobotanica e palinologica in Italia
dal Pliocene al Pleistocene medio
17 e 18 dicembre 2007
Roma, Università “La Sapienza”
I titoli dei contributi (solo orali) dovranno essere spediti alla dott. Sadori e
alla prof. Mazzanti entro il 30 settembre, l’abstract è da inviare entro il 30
ottobre. Una mezza giornata sarà impiegata per il confronto sui fossili in un
laboratorio attrezzato.
Per informazioni:
Dr. Laura Sadori - Dipartimento di Biologia Vegetale , Università “La Sapienza”, P.le A.
Moro 5, 00185 Roma
e-mail: [email protected]
fax +39 06 49912279
QUANTE VOLTE TI HO
DETTO DI NON METTERTI
IL DITO SU PER IL
NASO!!!
scoperto l’uso del pollice in Iguanodon
44
PALEOITALIA
ELENCO ALFABETICO DEI SOCI
al 31 dicembre 2006
I soci sono pregati di controllare i loro indirizzi di posta elettronica e di segnalare
eventuali errori e/o omissioni inviando un messaggio di posta elettronica alla Segreteria ([email protected]) e alla Tesoreria ([email protected]) della Società. Grazie per la collaborazione
ABBAZZI Laura; Viale Alessandro Volta 43; 50131 Firenze; [email protected]
ACADEMIA SINICA (Library) - Nanjiing Institute of Geology and Paleontology; Chi Ming Ssu; 210008 Nanjing;
Cina
ACCORNERO Gualtiero; Via Sempione 256; 10154 Torino; [email protected]
ACQUISITION UNIT (DSC-AO); British Library; Boston Spa; LS23 7BQ Wetherby -W Yorks; United Kingdom
AGOSTI don Guido; Via D. Zeffirino Iodi 2; 42100 Reggio Emilia
AGOSTINELLI Giorgio; c/o SITEP E&P; Technical Serv. Dpt., Via dei due Macelli, 66; 00187 Roma;
[email protected]
AGOSTINI Silvano; Soprintendenza Archeologica- Serv.Geol.Pal.; Via dei Tintori 1; 66100 Chieti;
[email protected]
ALBANI Roberto; Dipartimento di Scienze della Terra; Via S.Maria 53; 56126 Pisa; [email protected]
ALLASINAZ Andrea; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Accademia delle Scienze 5; 10123 Torino;
[email protected]
ALTAMURA Sara;Via di Santa Angela Merici 70; 00100Roma; [email protected]
ANDREOLI Giovanni; Via Fonda 111; 41053 Maranello (Mo)
A NGELELLI Francesco; Dipartimento Servizi Tecnici Nazionali; Via Curtatone 3; 00185 Roma;
[email protected]
ANGELONE Chiara; Via Berengario 11 A; 00162 Roma; [email protected]
ANGIOLINI Lucia; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Mangiagalli 34; 20133 Milano; [email protected]
ARBULLA Deborah; Via S. Marco 51; 34100 Trieste; [email protected]
ARCA Marisa; Via Logudoro 10; 08025 Oliena (Nu)
ARENA Concetto; Via Gianforma 32; 97010 Frigintini (Rg); [email protected]
ARGENTI Patrizia; Dipartimento di Scienze della Terra; Piazza Università 1; 06100 Perugia; [email protected]
ARMELLINI Antonio; Via Mazzini 21; 33017 Tarcento (UD); [email protected]
ARRIGONI Giovanni; Via Alle Ville 14\; 23815 Introbio (LC); [email protected]
ASIOLI Gabriele; Via Martiri della Libertà 203D; 48024 Massalombarda (Ra)
ASSOCIAZIONE ONLUS G.E.A; Piazza Farinata degli Uberti 8; 50053 Empoli (Fi)
ASSOCIAZIONE PALEONTOLOGICA MICHELE GORTANI; Villa Comunale; Via Seminario 5; 30026 Portogruaro
(Ve)
ASTRACEDI Marco; Via G. D’Annunzio 11, fraz. S. Biagio; 60027 Osimo (An) [email protected]
AVANZINI Marco; Museo Tridentino di Scienze Naturali; Via Calepina 14; 38100 Trento; [email protected]
AZZAROLI Augusto; Dipartimento di Scienze della Terra; Via G. La Pira 4; 50121 Firenze;
BACCHI Manuele; Via Alessandro Volta 149; 50131 Firenze; [email protected]
BADODI Andrea; Via Vincenzo Ferrari 2/1; 42100 Reggio Emilia
BAGLIONI Francesco; Via G. Ricci Curbastro 56; 00149 Roma
BAGNOLI Gabriella; Dipartimento Scienze della Terra; Via S. Maria 53; 56126 Pisa; [email protected]
BALESTRAZZI Eugenio; Via Mossi 30; 27100 Pavia; [email protected]
BALINI Marco; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Mangiagalli 34; 20133 Milano; [email protected]
BARATTOLO Filippo; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 Napoli;
[email protected]
BARBERA Carmela; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 Napoli;
[email protected]
BARBIERI Roberto; Dip. di Scienze della Terra e Geologico-Ambientali; Via Zamboni 67; 40126 Bologna;
[email protected]
BARBIERI Ugo; Via Achille Papa 20; 25100 Brescia; [email protected]
BARDAZZI Stefania; Via Giampaolo Orsini 28; 50126 Firenze
BARRA Diana; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 Napoli
BARTOLI Omar;Via Pini 9; 06122 Bagnolo in Piano (RE)
BARTOLUCCI Stefano; Via Etruria 12; 06018 Trestina (Pg); [email protected]
BASSI Davide; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Saragat 1; 44100 Ferrara; [email protected]
PALEOITALIA
45
B ASSO Daniela; Dipartimento di Scienze Geologiche; Piazza della Scienza 4; 20126 Milano;
[email protected]
BEI Domenico; c/o Museo dei Fossili e dei Minerali di M. Nerone; Via XX Settembre; 61042 Apecchio (Pu)
BELLAGAMBA Mariella; Via B. Sforza 49; 61029 Urbino (Pu)
BELLOMI Alessandro; c/o SIAP INTERNATIONAL SRL; Via Chiossetto 18; 20122 Milano
BELLOMO Ernesto; Via Boner 49; 98121 Messina
BENETTI Attilio; Via Covolo 1; 37030 Velo Veronese (Vr)
BENETTI Giuseppe; Via Montini 11; 25062 Concesio (Bs); [email protected]
BERGAKADEMIE BIBLIOTHEK; Agricolastrasse 10; D-09599 Freiberg; Germania
BERGAMIN Luisa; Via Duchessa di Galliera 76/19; 00151 Roma; [email protected]
BERNARDELLI Maurizio; Via L. Spallanzani 45; 41100 Modena
BERNARDINI Ettore; Via Roma 108; 47025 Mercato Saraceno (Fc)
BERNASCONI Maria Pia; Dipartimento di Scienze della Terra; Università della Calabria; 87036 Arcavacata Di
Rende (Cs); [email protected]
BERNASSOLA Francesca; Via della Colombella 115; 43039 Palestrina (RM); [email protected]
BERNINI Fabrizio; Parco Fluviale Regionale dello Stirone; Via Loschi 5; 43039 Salsomaggiore Terme (Pr)
BERTAMINI Roberto; Via A. Pacinotti 4/1; 16510 Genova
BERTINI Claudio; Via Pedemontana 34; 06144 Vignale di Traversetolo (PR)
BERTOIA Fabio; Via G.R. Fogliani 51; 42100Reggio Emilia; [email protected]
BERTOLASO Luca; Via Manzotti 35; 42015 Correggio (Re); [email protected]
BIBLIOTECA DEL DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA; Via Trentino 51; 09127 Cagliari
BIBLIOTECA AREA TECNICO-SCIENTIFICA; Università della Calabria; Campus Arcavacata, Piazzale Chiodio/
Blocco 2; 87036 Arcavacata Di Rende (Cs)
BIBLIOTECA CENTRALE; Università degli Studi, Fac. Scienze MM.FF.NN.; Nucleo S. Miniato, Via A. Moro 2;
53100 Siena
BIBLIOTECA CIVICA; Via Museo 12; 36061 Bassano Del Grappa (Vi)
BIBLIOTECA FAC. DI SCIENZE MM.FF. NN.; C. di Laurea Scienze Geologiche, Via dei Vestini; Campus
Universitario di Madonna delle Piane; 66013 Chieti Scalo (Ch)
BIBLIOTECA GEOLOGIA-SCIENZE DELLA TERRA MILANO C/O LICOSA; Via Duca di Calabria 1/1; 50100 Firenze
BIBLIOTECA GEOMINERALOGICA; Via La Pira 4; 50100 Firenze
BIBLIOTECA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI URBINO; Area Scientifica; Località Crocicchia; 61029 Urbino
BIBLIOTECA UNIVERSITAT DE BARCELONA; Secciò de Geologia; Marti i Franques s/n.; E-08028 Barcelona; Spain
BIBLIOTHEQUE DE L’UNIVERSITÉ DE BOURGOGNE; Section Sciences Economie; 6 rue Sully; F-21000 Dijon;
France
BINUTTI Romano; Via Forame 10; 33040 Attimis (Ud); [email protected]
BITONDO Francesca; Via Vestina 352; 65016 Montesilvano (PE); [email protected]
BIZZARINI Fabrizio; Cannaregio 1269/A; 30121 Venezia
BONCI Maria Cristina; Dipartimento per lo studio del Territorio e delle sue Risorse; Corso Europa 26; 16132
Genova; [email protected]
BONETTO Alessio; Via dei Ciclamini 1; 30030 Oriago di Mira (VE); [email protected]
BONFIGLIO Laura; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Sperone 31; 98166 S. Agata Di Messina;
[email protected]
BOSELLINI Francesca; Dipartimento del Museo di Paleobiologia e dell’Orto Botanico; Via Università 4; 41100
Modena; [email protected]
BOSSIO Alessandro; Dipartimento di Scienze della Terra; Via S. Maria 53; 56126 Pisa; [email protected]
BOTTAZZI Alberto; Via Schubert 2; 36078 Valdagno (Vi)
BOTTINO Cecilia; Via Garigliano 72; 00198 Roma; [email protected]
BOVE FORGIOT Lisa; Via Roma 4; 10010 Alice Superiore (To); [email protected]
BRAGA Gian Pietro; C.P. 793; 35122 Padova Centro; [email protected]
BRANCALE Giuseppe; Via Pittoni 16; 34100 Trieste; [email protected]
BRESSAN David; Via Himmelreichstrasse 6; 39031 Brunico (Bz)
BRIGUGLIO Antonino; Via Pietro Maffi 67; 00168 Roma
BRUNETTI Mauro; Via 28 Settembre 1944, n. 2; 40040 Rioveggio (Bo); [email protected]
BRUNI Neldo; Via del Monte 2; 63020 Smerillo (Ap)
BUCCHERI Giuseppe; Dipartimento di Geologia e Geodesia; Corso Tukory 131; 90134 Palermo
BUELLI Federico; Via G. Pascoli 17; 24060 Telgate (BG); [email protected]
BUNDESANSTALT F. GEOWISSENSCHAFTEN & ROHSTOFFE; Bibliothek; Stilleweg 2 - Postf. 510153; D-30655
Hannover; Germania
BURATTI Helmuth; Viale Druso 335/c int.7; 39100 Bolzano
BUSULINI Alessandra; Via Cà Rossa 117/3; 30174 Mestre (Ve); [email protected]
CABRAS Roberto; Via de Nicola 27; 09027 San Sperate (Ca)
CACCAMO Giuseppe; Via S.Assemani 92; 00125 Acilia (Roma); [email protected]
46
PALEOITALIA
CALZADA S.; Museo Geologico del Seminario; C/Diputacion 231; E-08028 Barcellona 7; Spagna
CANZONERI Vincenzo; Via Floreastano Pepe 6; 90139 Palermo; [email protected]
CAPPELLI Pierfrancesco; Via A. da Sangallo 4; 37138 Verona
CARAMIELLO Salvatore; Sovrintendenza Archeologica, Via dei Tintori 1; 66100 Chieti
CARAVÀ Nunzia; Via Palmerino 69; 90129 Palermo
CARBINI Enrico; Piazza Vittoria 20; 60036 Montecarotto (An)
CARBONI M. Gabriella; Dip. Scienze della Terra, Università La Sapienza; P.le A. Moro 5; 00185 Roma;
[email protected]
CARCANO Maurizio; Via XX Settembre 65; 22026 Maslianico (Co); [email protected]
CARNEVALE Giorgio; Dipartimento di Scienze della Terra; Via S: Maria 53; 56100 Pisa
CAROSI Michelangelo; Viale De Gasperi 35; 63039 S. Benedetto Del Tronto (Ap)
CARTA Nicola; Via E. Lussu 21; 09040 Settimo San Pietro (Ca); [email protected]
CASALINI Brunella; Casella postale 12; 50014 Fiesole (Fi)
CASALINI Dorotea; c/o Casalini Libri; Via Benedetto da Maiano 3; 50014 Fiesole (Fi)
CASALINI Francesco; Casella Postale 12; 50014 Fiesole (Fi)
CASALINI Michele; c/o Casalini Libri; Via Benedetto da Maiano 3; 50014 Fiesole (Fi)
CASALINI Simona; c/o Casalini Libri; Via Benedetto da Maiano 3; 50014 Fiesole (Fi)
CASIERI Sara; Via Pietro Ubaldo Angeletti 58b; 00166 Roma; saracasieri@hotmail
CASSARINO Giovanni Silvio; Via Carducci 139; 97100 Ragusa; [email protected]
CAULI Luciano; Via G. Orosi 35; 57121 Livorno
CAVALAZZI Barbara; Via Massari 37; 70050 S. Spirito-Bari; [email protected]
CAVALLARO Alberto; Via dell’Arcolaio 44/A; 50137 Firenze
CECCA Fabrizio; Lab. de Micropaléontologie,Univ. Pierre et Marie Curie; - ParisVI, Case 104 - 4 Place
Jussieux; F-75525 Paris Cedex 05; Francia; [email protected]
C. Reg. per la Progettazione e il Restauro e le Scienze Naturali ed Applicate ai Beni Culturali; Via Cristoforo
Colombo 52; 90142 Palermo
CERATI Roberta; Via Rosselli 26; 21057 Olgiate Olona (Va); [email protected]
CEREGATO Alessandro; Via Felsina 29; 40139 Bologna; [email protected]
CERVI Federico; Via Maccagnano 170; 42100 Reggio Emilia
CESTARI Riccardo; Via F. Lanciani 32; 48100 Ravenna
CHECCONI Alessio; Dipartimento di Scienze della Terra; Piazza Università 1; 06100 Perugia
CHERCHI Antonietta; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Trentino 51; 09127 Cagliari; [email protected]
CHIA Barbara; Via G. Parini 4; 09100 Serramanna (Ca)
CHIARI Marco; C.N.R. - Istituto di Geoscienze e Georisorse; Via G. La Pira 4; 50121 Firenze; [email protected]
CHIOCCHINI Maurizio; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Gentile III da Varano; 62032 Camerino
CIAMPO Giuliano; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 Napoli
CIMINELLI Francesco; Via dei Saraceni 7; 87012 Castrovillari (Cs)
CIOPPI Elisabetta; Museo di Storia Naturale - Sez. Geol. e Paleont.; Via G. La Pira 4; 50121 Firenze; [email protected]
CIRRONE Gaetano;Via Einaudi 6/A; 24055 Cologno al Serio (Bg)
CITA SIRONI Bianca; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Mangiagalli 34; 20133 Milano
COBIANCHI Miriam; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Ferrata 1; 27100 Pavia; [email protected]
COCCIONI Rodolfo; Istituto di Geologia dell’Università; Campus Scientifico, Località Crocicchia; 61029 Urbino
(Pu); [email protected]
CONTI Maria Alessandra; Dipartimento di Scienze della Terra, Università; La Sapienza, P.le Aldo Moro 5;
00185 Roma; [email protected]
CONTI Stefano; Dipartimento di Scienze della Terra; Piazzale S. Eufemia 19; 41100 Modena; [email protected]
COPPA DE CASTRO Maria Grazia; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 Napoli;
[email protected]
CORRADINI Carlo; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Trentino 51; 09127 Cagliari; [email protected]
CORRADINI Domenico; Piazza Martiri Partigiani, 36; 41049 Sassuolo(Mo); [email protected]
CORRIGA Maria Giovanna; Via dei Tulipani 21; 09047 Selargius (Ca); [email protected]
COSANNI Nicola; Via della Repubblica 28B; 64029 Silvi Marina (Te); [email protected]
CROBU Elena; Via Pranu de Funtana; 09021 Barumini (Ca);
CROVATO Paolo; c/o Società Reggiana di Malacologia; Casella Postale 436; 80100 Napoli
D’ALESSANDRO Assunta; Dipartimento di Geologia e Geofisica; Via E. Orabona 4; 70125 Bari
D’ARPA Carolina; Via Regione Siciliana SE 702; 90129 Palermo
D’ORAZI Porchetti Simone; Via Centuroni 27; 02100 Rieti
DA PRATO Simone; Via Venezia 179; 55048 Torre del Lago (Lu); [email protected]
DALLA VECCHIA Fabio Marco; Via Marche 33; 33100 Colloredo Di Prato (Ud); [email protected]
DAVOLI Giovanni; Via Romana 10; 42020 Borzano Di Albinea (Re)
DE ANGELIS EVANS Liliana; Viale Muratori 189; 41100 Modena
DE BLASIO Fabio; Lillevannsveien 22D; 0788 Oslo; Norvegia
PALEOITALIA
47
DE CAPOA Paola; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 Napoli; [email protected]
DE CASTRO Piero; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 Napoli; [email protected]
DE FIORIDO David; Località Santa Croce 579; 34100 Trieste
DE TUONI Francesco; Via Galilei 1; 31027 Spresiano (Tv)
DEL RE Maria Carmela; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 Napoli
DEL RIO Myriam; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Trentino 51; 09127 Cagliari; [email protected]
DELFINO Massimo; Via San Grato 12; 10090 Romano Canavese (To); [email protected]
DEZI Romano; Via Lauro Rossi 8; 62100 Macerata
DHONDT Annie V.; Dept. Paleontology, Koninklijk BelgischInstituut voor Natuurwetenschappen; Vautierstr.
29; B-1000 Brussel; Belgio.
DI BELLA Letizia; Via Nicolò Piccinni 25; 00100 Roma
DI CANZIO Emanuele; Contrada Colle della Corte 10; 64020 Montepagano (Te); [email protected]
DI CENCIO Andrea; Via Pescara 24 ; 66013 Chieti Scalo (Ch)I; [email protected]
DI DONATO Valentino; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 Napoli
DI GIACOMO Giorgio; Via Giovanni Muriana 36; 97015 Modica (Rg)
DI PRIZIO Giuseppe; Via Cesare Battisti 247; 70019 Triggiano (Ba); [email protected]
DI STEFANO Agata; Via Cervo 42/A; 95024 Acireale (Ct); [email protected]
DI STEFANO Giuseppe; Via Pomposa 11; 00142 Roma
DIECI Giovanni; Via Moreali 214; 41100 Modena
DIENI Iginio; Dipartimento di Geologia, Paleontologia e Geofisica; Via Giotto 1; 35137 Padova;
[email protected]
DIPARTIMENTO DI GEOLOGIA E GEOFISICA; Campus Universitario; Via E. Orabona 4; 70125 Bari
DIPARTIMENTO DI GEOLOGIA, PALEONTOLOGIA E GEOFISICA; Via Giotto 1; 35137 Padova
DIPARTIMENTO DEL MUSEO DI PALEOBIOLOGIA E DELL’ORTO BOTANICO; Via Università 4; 41100 Modena
DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA; Via S. Maria 53; 56126 Pisa
DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA; Università “La Sapienza”; Piazzale Aldo Moro 5; 00185 Roma
DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA; Biblioteca R. Malaroda; Via Valperga Caluso 35; 10125 Torino
DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA; Biblioteca, Sig.ra Giovanna Cricchi; Piazza dell’Università; 06123
Perugia
DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA; Parco Area delle Scienze 157/A; 43100 Parma
DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA; Blocco B, Via Saragat 1; 44100 Ferrara
DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA; Biblioteca; Largo S. Marcellino 10; 80138 Napoli
DIPARTIMENTO DI SCIENZE GEOLOGICHE; Università di Roma 3; Largo S. Leonardo Murialdo 1; 00146 Roma
DIPARTIMENTO DI SCIENZE GEOLOGICHE; Sezione di Oceanologia e Paleoecologia; Corso Italia 57; 95129 Catania
DIPARTIMENTO DI SCIENZE GEOLOGICHE, Ambientali e Marine; Via Edoardo Weiss 2 Comprensorio S. Giovanni;
34127 Trieste
DIVERSI Stefano; Via Don Luigi Sturzo 21; 60044 Fabriano (An)
DOMENELLA Paolo; Via Regina Margherita 180; 62012 Civitanova Marche (Mc)
DONADEO Giuseppe; Via Medico Longo 4; 73024 Maglie (Le)
DONZELLI Stefano; Via Mameli 13; 61011 Gabicce Mare (Pu); [email protected]
ENGINEERING LIBRARY; Cornell University; Carpenter Hall; 14853-2201 Ithaca (N.Y.); U.S.A.
ERBA Elisabetta; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Mangiagalli 34; 20133 Milano; [email protected]
ESU Daniela; “Dip. di Scienze della Terra, Università “”La Sapienza”””; Piazzale Aldo Moro 5; 00185 Roma;
[email protected]
ETH -BIBLIOTHEK; Erdwissenschaften; Raemistrasse 101; CH-8092 Zürich; Svizzera
FAKULTÄTBIBLIOTHEK FÜR NATURWISSENSCHAFTEN; Hellbrunnerstrasse 34; A-5020 Salzburg; Austria
FAMIANI Federico; Via Monteverde 16; 06029 Valfabbrica (Pg); [email protected]
FANELLI Fabio; Via Cagliari 37; 08045 Lanusei (Nu); [email protected]
FANZUTTI Giovanni Paolo; Viale dei Tigli 4; 33038 San Daniele Del Friuli (Ud)
FASSI Paolo; Via Molinetto di Lorenteggio 47; 20094 Corsico (Mi)
FERRARI Alessandro; Via Mazzini 12; 41057 Spilamberto (Mo)
FERRARI Chiara; Via Baldini 1; 41057 Spilamberto (Mo)
FERRARI Roberto; Via Cividale 48/A; 34076 Romans d’isonzo (GO)
FERRERO Elena; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Accademia delle Scienze 5; 10123 Torino;
[email protected]
FERRETTI Alberto; Via Mariotti 13; 61043 Cagli (Pu)
FERRETTI Annalisa; Dipartimento del Museo di Paleobiologia e dell’Orto Botanico; Via Università 4; 41100
Modena; [email protected]
FERRETTI Marco Peter; Via Capanna 11; 60019 Senigallia (An)
FIGUS Billy; Via S. Pasquale 137; 34100 Trieste; [email protected]
FONDA Giulia ; Via dei Leo 10; 34141 Trieste; [email protected]
FORLI Maurizio; Via Grocco 16; 50047 Prato; [email protected]
48
PALEOITALIA
FRAVEGA Patrizia;Dipartimento per lo studio del Territorio e delle sue Risorse; Corso Europa 26; 16132
Genova.
FREDIANI Piero; Via G. Masini 148; 50051 Castelfiorentino (Fi)
F REGNI Paola; Dipartimento di Scienze della Terra; Piazzale S. Eufemia 19; 41100 Modena;
[email protected]
FREZZA Virgilio; Via Salaria 93; 00016 Monterotondo (Rm)
FRISATTO Walter; Via C. De Maria 5; 10086 RIVAROLO C.Se (TO); [email protected]
GADDINI Stefano; Via Salento 73; 00162 Roma; [email protected]
G AETANI Maurizio; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Mangiagalli 34; 20133 Milano;
[email protected]
GALLORINI Hans; Strada Bergamina 61; 43100 Parma; [email protected]
GAMBARINO Enrico; Via Bidone 10; 10125 Torino
GARILLI Vittorio; Via Alla Falconara 34; 90136 Palermo.
GARONETTI Paolo; Via Michele Moretti 22; 47900 Rimini.
GATTO Roberto; Dipartimento di Geologia, Paleontologia e Geofisica; Via Giotto 1; 35137 Padova;
[email protected]
GAUDANT Jean; Rue du Docteur Magnan 17; F-75013 Parigi; Francia
GENNARI Alberto; Via Galilei 58; 73020 Cavallino (Ve)
GEOLOGICAL SURVEY LIBRARY- EXCHANGE; PS 85 Klarov 3; 11800 Praha 1; Repubblica Ceca
GEOLOGICAL SURVEY OF CANADA; Library; 3303 33rd Street; T2L 2A7 N.W. Calgary (Alberta); Canada
GEOLOGISCH-PALAONTOLOGISCHES INSTITUT; Universitat Munster Bibliothek; Corrensstrasse 24; D-48149
Munster; Germania
GEOLOGY LIBRARY; Yale University; P.O. BOX 208109; CT 06520 New Haven 8109; U.S.A.
GIACCONE Thalassia; Via XX Settembre 27; 95027 San Gregorio Di Catania (CT); [email protected]
GIANI Amedeo; Via Monviso 6; 21054 Fagnano Olona (Va)
GIANOLLA Daniele; Via E. Carciolli 3; 00156 Roma.
GIGLIO Salvatore; Contrada Settefrati; 90015 Cefalu’ (Pa)
GIOVINAZZO Caterina; Via Leonardo da Vinci 41; 00030 Labico (Roma); [email protected]
GIRONE Angela; Dipartimento di Geologia e Geofisica; Via E. Orabona 4; 70125 Bari; [email protected]
GIUDICI Paolo; Via Laurentina 622; 00143 Roma
GIULINI Saverio; c/o Dipartimento di Matematica; Via Dodecaneso 35; 16146 Genova
GIUNTELLI Pietro; Via Torino 60; 10076 Nole C.Se (To); [email protected]
GLIOZZI Elsa; Dip. Scienze Geologiche, Università di Roma 3; Largo S. Leonardo Murialdo 1; 00145 Roma;
[email protected]
GNOLI Maurizio; Dipartimento del Museo di Paleobiologia e dell’Orto Botanico; Via Università 4 ; 41100
Modena; [email protected]
GOBBO Carlo; Viale A. Des Genejs 43/2; 16148 Genova
GOZZI Erika; Via S. Bernardo 21; 33010 Reana Del Rojiale (UD)
GRAMIGNA Pierparide; Via Aldo Moro 15; 87010 Malvito (Cs); [email protected]
GRANELLI Stefano; Via Terracini 4; 43015 Noceto (Pr)
GRECCHI Glauco; Via Cenisio 74; 20154 Milano
GRECO Antonio; Via Aquileia 5; 90144 Palermo
GROSSI Francesco; Dip. Scienze Geologiche, Università di Roma 3; Largo S. Leonardo Murialdo 1; 00145
Roma; [email protected]
GRUPPO GEO-PALEONTOLOGICO VOGHERESE; Museo di Paleontologia e Scienze Naturali; Via Gramsci 1;
27058 Voghera (Pv)
GRUPPO NATURALISTA BUSTESE; “c/o Centro Socio Culturale “”Il Cortiletto”””; Via Biagio Bellotti, CP 79;
21052 Busto Arsizio (Va)
GRUPPO PALEONTOLOGICO “LA XENOPHORA”; c/o Moroni Giovanni; Via Bezzecca 1; 29017 Fiorenzuola
D’arda (Pc)
GRUPPO SPELEOLOGICO MONFALCONESE, A.D.F.; c/o Museo Paleontologico Cittadino; Via Valentinis 134,
C.P. 43; 34174 Monfalcone (Go)
GUERRI Tiziana; Via Catte 53; 08100 Nuoro; [email protected]
GUIDO Adriano; Dipartimento di Scienze della Terra , Università della Calabria; 87036 Rende (Cs)
GUIDOTTI Guido; Via Selvelli 3; 61032 Fano (Pu); [email protected]
GUIDOTTI Vittorio; Via Belluno 40; 41100 Modena
HISTON Kathleen; Via Mazzini 4, Ganna; 21039 Valganna (Va); [email protected]
HRVATSKI GEOLOSKI INSTITUT; Knjiznica, Sachsova 2; 10000 Zagreb; Croazia
INSTITUT FÜR GEOLOGIE-PALÄONTOLOGIE; Universität Graz; A-8018 Graz; Austria
INSTITUT FÜR PALÄONTOLOGIE; Der Universität Würzburg; Pleicherwall 1; D-97070 Wurzburg; Germania
INSTITUTO GEOLOGICO & MINEIRO; Nucleo de Biblioteca e Publicaoes, Estrada da Portela Zambujal, Apartado
7586; P-2720 Alfragide; Portogallo
PALEOITALIA
49
ISTITUTO DI SCIENZE GEOLOGICHE MINERALOGICHE; Corso Angioy 10; 07100 Sassari
JELLINEK Thomas; Forschungsinstitut Senckenberg; Senckenberganlage 25; D-60325 Frankfurt Am Main;
Germania; [email protected]
KAMINSKI Michael A.; Department of Geological Science University College; Gower Street; WC1E6BT London;
Inghilterra; [email protected]
KOTSAKIS Tassos; Dip. di Scienze Geologiche, Università di Roma 3; Largo S. Leonardo Murialdo 1; 00146
Roma; [email protected]
K USTATSCHER Evelyn; Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige; Via Bottai 1; 39100 Bolzano;
[email protected]
LA PERNA Rafael; Dipartimento di Geologia e Geofisica; Via Orabona 4; 70123 Bari; [email protected]
LANDINI Luciano; Via San Donato 52; 43100 Parma; [email protected]
LAZZARO Giuseppe; Via Crispi 36; 31012 Cappella Maggiore (Tv)
LECCHI Gabriella; c/o SIAP INTERNATIONAL SRL; Via Chiossetto 18; 20122 Milano
LEONE Francesco; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Trentino 51; 09127 Cagliari; [email protected]
LEONE Mario; Via C. Linneo 6; 63039 S. Benedetto Del Tronto (Ap)
LIBRARIAN AUSTRALIAN GEOLOGICAL SURVEY Organisation; G.P.O. Box 378; ACT 2601 Canberra; Australia
LIBRARIAN (Acquisitions); Institute of Geological and Nuclear Sciences; bOx 30-368; Lower Hutt; Nuova
Zelanda
LIBRARY INSTITUT VOOR AARDWETENSCHAPPEN; Budapestlaan 4; P.O.B. 80.021; 3508 TA Utrecht; Olanda
LIBRARY OF EARTH SCIENCES; University of Vienna; Althanstraße 14; A-1090 Wien; Austria
00146 Roma; [email protected]
LIGIOS Silvia; Dipartimento di Scienze Geologiche; Largo S.L. Murialdo
LINDA HALL LIBRARY; Serial Department 5109 Cherry; 64110 Kansas City, Mo; U.S.A.
LOZAR Francesca; Dipartimento di Scienze della Terra; Accademia delle Scienze 5; 10123 Torino;
[email protected]
LUGLI Manuela; Via Anacarsi Nardi 35; 41100 Modena; [email protected]
LUPI Claudia; Via Bogatto 2; 13100 Vercelli
LUZI Tiziano; Via degli Iris 1; 63100 Ascoli Piceno; [email protected]
MACCHIONI Francesco; Via Sacco e Vanzetti 25; 06063 Magione (Pg)
MAGENES Paolo; Via Bari 22/A; 20143 Milano; [email protected]
MAINELLI Michele; Via Barcellona 3; 86021 Boiano (Cb)
MALAGOLI Paolo; Via Tosatti 48; 41038 San Felice Sul Panaro (Mo)
MALAGUTI Giuseppe; Viale XX Settembre 7; 41049 Sassuolo (Mo)
MAMMINO Armando; Via Povegliano 8 - Camalò; 31050 Povegliano (Tv); [email protected]
MANA Davide; Corso Traiano 24/8; 10135 Torino; [email protected]
MANAI Giovanni; Via R. Bonu 3; 09170 Oristano
MANAZZONE Rafaello; Dean Funes 1465 I°P.D.6; 1244 Buenos Aires; Argentina
MANCIN Nicoletta; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Ferrata 1; 27100 Pavia; [email protected]
MANCINELLI Anna; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Gentile III da Varano; 62032 Camerino (Mc);
[email protected]
MANGANELLI Giuseppe; Dipartimento di Biologia Evolutiva; Via Mattioli 4; 53100 Siena
MANGANO Gabriella; Via Padre Popieluszko 17; 98040 Giammoro (Me); [email protected]
MANNI Riccardo; Box 11, Piazzale Aldo Moro 5; 00185 Roma; [email protected]
MARCHINI Vittorio; Via S. Bellotti 5-24; 16144 Genova
MARCHIONNE Enrico; Vocabolo S. Giovanni 11; 05032 Calvi Dell’umbria (TR); [email protected]
MARCOLINI Federica; Via Angiolo Tommasi 27; 57128 Livorno; [email protected]
M A R C U C C I Marta; Dipartimento di Scienze della Terra; Via G. la Pira 4; 50121 Firenze;
[email protected]
MARINO Maria Concetta; Via Paolo Vasta 50; 95024 Acireale (Ct); [email protected]
MARIOTTI Nino; Via Val di Lanzo 93; 00141 Roma
MARRA Antonella Cinzia; Dipartimento di Scienze della Terra; Salita Sperone 31 - CP 54 -; 98166 MessinaSant’agata; [email protected]
MARRA Maurizio; Via Filippo Turati 132; 93100 Caltanisetta
MARSIGLI Sandro; c/o Museo di Ecologia e Storia Naturale; Piazza Matteotti 28; 41054 Marano Sul Panaro
(Mo)
MARSILI Stefano; Via Abruzzi 8; 55045 Pietrasanta (Lu)
MARTINETTO Edoardo; Via Ciriè 22; 10070 San Carlo Canavese (To); [email protected]
MASINI Federico; Dipartimento di Geologia e Geodesia; Corso Tukory 131; 90134 Palermo
MASSAMBA N’SIALA Isabella; Via J. Da Todi 46; 41100 Modena; [email protected]
MASTANDREA Adelaide; Dipartimento di Scienze della Terra; Università della Calabria; 87036 Arcavacata di
Rende (CS); [email protected]
MATTEUCCI Ruggero; Dip. di Scienze della Terra, Università “La Sapienza”; Piazzale Aldo Moro 5; 00185
Roma; [email protected]
50
PALEOITALIA
MAZZA Daniela; Via San Rocco 5; 74024 Manduria (Ta); [email protected]
MAZZA Paul; Museo di Storia Naturale - Sez. di Geol. e Paleont.; Via G. La Pira 4; 50121 Firenze; [email protected]
MAZZEI Roberto; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Lsterina 8; 53100 Siena
MAZZINI Ilaria; Via Mario Menghini 36; 00179 Roma
M EDICI Maria Chiara; Dipartimento di Scienze Geologiche; Largo S.L. Murialdo; 00146 Roma;
[email protected]
MELELEO Antonio; Via A. Catalani 9 (Pal. Poloni); 73100 Lecce
MELIS Romana; Dip. di Scienze Geologiche, Ambientali e Marine; Via Edoardo Weiss 1; 34127 Trieste;
[email protected]
MENGHI Luciano; Via Scutari 1; 20127 Milano; [email protected]
MENNITI-Ippolito Nico; Via A. Ristori 7; 20129 Milano
MICARELLI Aurora; Via Narco 16; 62032 Camerino (Mc)
MICULAN Pietro; Via Oberdan 7; 29107 Fiorenzuola D’arda (Pc); [email protected]
MOL Dick J.; Gudumholm 41; 2133 HG Hoofddorp; Olanda
MONARI Stefano; CNR - Ist. Geologia Ambientale e Geoingegneria, Dip. di Scienze della Terra; Piazzale Aldo
Moro 5; 00185 Roma
MONCHARMONT Zei Maria; Via Aniello Falcone 88; 80127 Napoli
MONTAGUTI Bruno; Via Casella Gatta 4; 41058 Vignola (Mo)
MONTAGUTI Michele; Via Belvedere 82; 40069 Zola Predosa (Bo)
MUNICIPIO DI REGGIO EMILIA; Direzione Civici Musei e Gallerie; Via Spallanzani 1; 42100 Reggio Emilia
MURRU Marco; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Trentino 51; 09127 Cagliari; [email protected]
MUSEO ARCHEOLOGICO E DI SCIENZE NATURALI; Biblioteca Civica G. Ferrero; Via Paruzza 1; 12051 Alba (Cn)
MUSEO CARSICO GEOLOGICO E PALEONTOLOGICO; c/o Zimolo Ferdinando; Via Bidischini 4; 34072 Gradisca
D’isonzo (Go)
MUSEO CIVICO; Borgo S. Caterina 41; 38068 Rovereto (Tn)
MUSEO CIVICO “CRAVERI “; Palazzo Craveri; 12042 Bra (Cn)
MUSEO CIVICO “GEOLOGIA E ETNOGRAFIA”; Piazza SS. Filippo e Giacomo 1; 38037 Predazzo (Tn)
MUSEO CIVICO DEL FINALE; Chiostri di S. Caterina (Borgo); 17024 Finale Ligure (Sv)
MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE; Comune di Pordenone; Corso Vittorio Emanuele II, 64; 33170 Pordenone
MUSEO CIVICO DI PALEONTOLOGIA E PALETNOLOGIA; Decio de Lorentiis; Via Vittorio Emanuele 113; 73024
Maglie (Le)
MUSEO CIVICO DI SCIENZE NATURALI; Via Ozanam 4; 25128 Brescia
MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE; Corso Venezia 55; 20121 Milano
MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE; Via Cortivacci 2; 23017 Morbegno (So)
MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE; Comune di Piacenza; Via Taverna 37; 29100 Piacenza
MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE; Piazza A. Hortis 4; 34100 Trieste
MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE; Lungadige Porta Vittoria 9; Corso Venezia 55; 37100 Verona
MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE; Biblioteca; S. Croce 1730; 30125 Fontego Dei Turchi (Ve)
MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE; Via De’ Pisis 24; 44100 Ferrara
MUSEO CIVICO DI VIGNOLA; Piazza Carducci 3; 41058 Vignola (Mo)
MUSEO DI SCIENZE NATURALI “E. CAFFI”; Biblioteca; Piazza Cittadella 3; 24100 Bergamo
MUSEO DI STORIA NATURALE E ARCHEOLOGIA; Via Piave 51; 31044 Montebelluna (Tv)
MUSEO FRIULANO DI STORIA NATURALE; Via Lionello 1; 33100 Udine
MUSEO PALEONTOLOGICO; Comune di Mondaino; Piazza Maggiore 1; 47836 Mondaino (Rn)
MUSEO TRIDENTINO DI SCIENZE NATURALI; Via Calepina 14; Casella Postale393; 38100 Trento
MUZZIOLI Daniele; Via Tito Speri 7; 41051 Castelnuovo Rangone (Mo); [email protected]
NANNARONE Carlo; Via del Palazzone 9; 52044 Cortona (Ar)
NATIONAAL NATUURHISTORISCH MUSEUM; Bibliotheek; Postbus 9517; 2300 RA Leiden; Olanda
NATUR MUSEUM ROTTERDAM; Westzeedijk 345; Postbus 23452; 3001 KL Rotterdam; Olanda
NEGRINI Alessandro; Via Vallere 64; 27027 Vigevano (Pv); [email protected]
NICORA Alda; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Mangiagalli 34; 20133 Milano; [email protected]
NICOSIA Umberto; Via Poggio Verde 40; 00148 Roma; [email protected]
NIEDERSAECHSISCHE STAATS & UNIVERSITAETS; Bibliothek; Goettinger Sieben 1; D-37070 Goettingen; Germania
NOVARO NOVAK Luciana; Via Illesberg 13; 34136 Trieste
NOVELLI Mauro; Via Agricola 13; 10137 Torino; [email protected]
N OVELLI Micaela; Dipartimento di Scienze della Terra; Piazzale Aldo Moro 5; 00185 Roma;
[email protected]
OHIO STATE UNIVERSITY LIBRARIES; Continuation Division; 1858 Neil Avenue; 43210 1286 Columbus Ohio;
U.S.A.
OLIVIERI Stefano; Via Mar della Cina 166; 00144 Roma; [email protected]
ONESTI Oreste; Via Cavour 3; 63039 S. Benedetto Del Tronto (Ap)
ORSO Jordi Barbara; Via Bertinoro 9/E; 20145 Milano; [email protected]
PALEOITALIA
51
ORZI Angelo; Via Trento 25; 43036 Fidenza (Pr)
PADOVANI Veronica; Piazza Roma 37; 41100 Modena; [email protected]
PAGANELLI Arturo; Dipartimento di Biologia - Polo 06 Biologico; Via G. Colombo 3/ Via U. bassi 58B; 35121
Padova; [email protected]
PAGLIANI Franco; Via Marradi 21; 42100 Reggio Emilia
PALÄONTOLOGISCHES INSTITUT UND MUSEUM; Karl Schmid-Strasse 4; CH-8006 Zuerich; Switzerland
PALCI Alessandro; Via Roma 1; 33020;Forni Avoltri (Ud); [email protected]
PALMESE Vincenzo; Via Mancini 2; 47033 Cattolica (Rn)
PALOMBO Maria Rita; Dipartimento di Scienze della Terra,; Università “La Sapienza”, piazzale A. Moro 5";
00185 Roma; [email protected]
PAPAZZONI Cesare Andrea; Dipartimento del Museo di Paleobiologia e dell’Orto Botanico; Via Università 4 ;
41100 Modena; [email protected]
PARISI Guido; Dipartimento di Scienze della Terra; Piazza Università; 06100 Perugia; [email protected]
PAVIA Giulio; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Accademia delle Scienze 5; 10123 Torino;
[email protected]
PAVIA Marco; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Valperga Caluso 35; 10125 Torino; [email protected]
PEDRIALI Luca; Via S. Pertini 29; 44046 San Martino (Fe); [email protected]
PELOSIO Giuseppe; Dipartimento di Scienze della Terra; Parco area delle Scienze 157/A; 43100 Parma
PERRI Edoardo; Via Città di Ponti 5; 87045 Dipignano (Cs);
PERRI Maria Cristina; Dip. di Scienze della Terra e Geologico-Ambientali; Via Zamboni 67; 40126 Bologna;
[email protected]
PETRIZZO Maria Rose; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Mangiagalli 34; 20133 Milano.
PETRONIO Carmelo; Dipartimento di Scienze della Terra, Università “La Sapienza”; piazzale A. Moro 5; 00185
Roma; [email protected]
PETRUCCI Fabrizia; Via Nino Bixio 1; 50131 Firenze
PETRUSO Daria; Dipartimento di Geologia e Geodesia; Corso Tukory 131; 90134 Palermo
PETTI Fabio Massimo; Via Angelo Emo 147; 00136 Roma
PEZZONI Nicola; Via Bonfatti 69; 46019 Viadana (Mn)
PICCINI Stefano; C/O GEOFIN srl; Zona Industriale Località PIP; 33040 TORREANO Di Cividale (UD);
[email protected]
PICCIOLI Resta Giuseppe; Via Puccini 24; 73050 S.Maria Al Bagno, Nardò (LE);
PICCOLI Giuliano; Dipartimento di Geologia, Paleontologia e Geofisica; Via Giotto 1; 35137 Padova;
[email protected]
PICHEZZI Rita Maria; Via Umberto I° 65; 00020 Marano Equo (Rm).
PIGNATTI Johannes; Dipartimento di Scienze della Terra,; Università “La Sapienza”, piazzale A. Moro 5";
00185 Roma; [email protected]
PILLOLA Gian Luigi; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Trentino 51; 09127 Cagliari; [email protected]
PINNA Giovanni; Viale Cassiodoro 1; 20145 Milano; [email protected]
PIRAS Sergio; Via Menotti 4F; 09047 Selargius (Ca); [email protected]
PIRINI Radrizzani Camilla; Via Europa 28; 20097 S.Donato Milanese (Mi)
PITTAU Paola; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Trentino 51; 09127 Cagliari; [email protected]
PIVETTI Andrea; Via Cesare Abba 7; 41037 Mirandola (Mo).
PIZZAFERRI Claudio; Via Abbeveratoia 13; 43100 Parma
PLEBANI Pierina; Via Einaudi 6A; 24055 Cologno Al Serio (Bg); [email protected]
POLDI ALLAY Stefano; Via Pedretti 6; 43100 Parma; [email protected]
POSENATO Renato; Dipartimento di Geologia e Paleontologia; Corso Ercole I° d’Este 32; 44100 Ferrara;
[email protected]
POTETTI Maria; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Gentile III da Varano; 62032 Camerino (Mc)
POZZA Ermanno; Via Fago 5/D; 39100 Bolzano
POZZI Enrico; Via S. Eurosia 1; 21040 Menzago Di Sumirago ( Va)
PRADELLA Chiara; Via della Piazzuola 16; 50133 Firenze; [email protected]
PREMOLI Silva Isabella; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Mangiagalli 34; 20133 Milano;
[email protected]
HERWIGH Prinoth; Via Stufan 15; 39046 Ortisei (Bz)
PRIORA Giuseppe; Via E. Pellini 4; 20125 Milano
PROGEMISA S.p.A.; Via Luigi Contivecchi 7; 09122 Cagliari
PROTO Decima Franca; Dipartimento di Geologia e Paleontologia; Via Giotto 1; 35137 Padova
PUGLIESE Nevio; Dip. di Scienze Geologiche, Ambientali e Marine; Via Edoardo Weiss 1; 34127 Trieste;
[email protected]
PULLÈ Melucci Ilaria; Via del Molinello 48; 60019 Senigallia (An)
RAGAINI Luca; Dipartimento di Scienze della Terra; Via S. Maria 53; 56126 Pisa; [email protected]
RAGAZZI Eugenio; Via Don L. Milani 39 int. 16; 35020 Albignasego (Pd); [email protected]
52
PALEOITALIA
RAGAZZINI Sauro; Frazione Lisciano 90; 63100 Ascoli Piceno
RAGUSA Michela; Via Etruria 14; 00183 Roma; [email protected]
RAO Anna; Dipartimento di Scienze della Terra; Piazza Bucci; 87030 Rende (Cs)
REBECCHI Angelmario; Viale Dante Alighieri 45; 29100 Piacenza; [email protected]
RENESTO Silvio; Dipartimento di Biologia Strutturale e Funzionale; Via Dunant 3; 21100 Varese;
[email protected]
R E N Z E T T I Gianantonio; Residenza del Cantone - Milano 2 -; 20090 Segrate (Mi);
[email protected]
RESEARCH LIBRARY; Natural History Museum; 900 Exposition Boulevard; CA 90007 Los Angeles 4057;
U.S.A.
RETTORI Roberto; Dipartimento di Scienze della Terra; Piazza dell’Università; 06100 Perugia; [email protected]
RICCAMBONI Rodolfo; Via Udine 30; 33054 Lignano Sabbiadoro (Ud)
RIGO Roberto; Via delle Scuole 18; Località Rizzi; 33100 Udine
RINDONE Antonino; Via Conca d’Oro; Res. Le Serre - Sc. C; 98168 Messina; [email protected]
RIPA DI MEANA Maria Gabriella; Via Pineta Sacchetti 175; 00100 Roma
RIZZO Roberto; Via Confalonieri 55; 09047 Selargius (Ca); [email protected]
ROGHI Guido; Località Santa Lucia dei Monti 30/A; 37067 Valeggio S/M (Vr); [email protected]
ROMANO Carmen; Dipartimento di Scienze della Terra; Università della Calabria; 87036 Rende (Cs)
ROMEO Maria; Istituto di Scienze della Terra; Corso Italia 55; 95129 Catania
ROMPIANESI Pietro; Via Camaiore 107; 41100 Modena
ROOK Lorenzo; Via del Ghirlandaio 9/b; 50121 Firenze; [email protected]
ROSATI Francesco; Via B. Buozzi 49; 61043 Cagli (Pu)
ROSSETTI Giampaolo; Dipartimento di Scienze Ambientali; Parco Area delle Scienze 33A; 43100 Parma
ROSSI Maria Adelaide; Via E. Bruno 18/B; 66100 Chieti; [email protected]
ROSSI Pier Francesco; Corso Vittorio Emanuele II, 17; 41100 Modena
ROSSINO Roberto; Via M. Rossellò 9; 09129 Cagliari
ROSSO Antonietta; Dip. di Scienze Geologiche, Sez. Oceanologia; Corso Italia 55; 95129 Catania;
[email protected]
RUGGIERO Livio; Viale dell’Aquilone 159, Giogilorio; 73010 Surbo (Lecce); [email protected]
RUSSO Antonio; Dipartimento del Museo di Paleobiologia e dell’Orto Botanico ; Via Università 4; 41100
Modena; [email protected]
RUSSO Bianca; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo San Marcellino 10; 80138 Napoli; [email protected]
RUSSO Franco; Dipartimento di Scienze della Terra; 87036 Arcavacata di Rende (Cosenza); [email protected]
SACCÀ Domenica; Dipartimento di Scienze della Terra; Salita Sperone 31; 98166 Messina
SACCHI Eva; Via Trevi 163; 05100 Terni
SALA Benedetto; Dipartimento di Geologia e Paleontologia; Corso Ercole I° d’Este 32; 44100 Ferrara;
[email protected]
SALARI Leonardo; Via del Colle Belvedere 18; 00036 Palestrina (Roma)
SALVATORINI Gianfranco; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Laterino 8; 53100 Siena; [email protected]
SANFILIPPO Rossana; Dip. di Scienze Geologiche, Sez. Oceanologia e Paleoecologia; Corso Italia 55; 95129
Catania; [email protected]
SANTI Giuseppe; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Ferrata 1; 27100 Pavia
SANTUCCI Luca; Via dei Cappuccini 6; 02042 Collevecchio (Ri); [email protected]
SARDELLA Raffaele; Piazza Grazioli 5; 00186 Roma; [email protected]
SARDELLI Simone; C.P.149; 50052 Certaldo (Fi); [email protected]
SARTI Carlo; Dip. di Scienze della Terra e Geologico-Ambientali; Via Zamboni 67; 40126 Bologna;
[email protected]
SARTONI Samuele; Via Porrettana 115; 40135 Bologna
SARTOR Guido; Vicolo S. Bartolomeo 8; 31100 Treviso
SASSAROLI Stefano; Via San Michele 33; 60030 Rosora (An)
SCARPONI Daniele; Via Napoli 7; 47900 S. Giovanni In Marignano (Rn); [email protected]
SCHMIDT Michael; Nonnenstrombergstrasse 10; D-50939 Köln; Germania.
SCHROEDER Rolf; Forschungsinstitut Senckenberg; Senckenberg-Anlage 25; D-60325 Frankfurt Am Main;
Germania.
SCHWANKE Rudolf; Hainholzer Strasse 13; D-30159 Hannover 1; Germania
SCIUTO Francesco; Dipartimento di Scienze Geologiche; Corso Italia 55; 95129 Catania; [email protected]
SCRIVANTI Pier Enrico; Via L. Alzona 3; 15030 Villanova Di Monferrato (Al); [email protected]
SECHI Serafina; Via Giovanni XXIII 22; 09070 Paulilatino (Or)
SEGURINI Romualdo; Via O. Guerrini 32; 48020 S. Alberto (Ra)
SERIALS ACQUISITION UNIT ; Libraries, University of Texas; PCL 1.114; TX 78713-8916 Austin (Texas);
U.S.A.
SERIALS ACQUISITIONS; University of Iowa Library; 100 Main Library; 52242 Iowa; U.S.A.
PALEOITALIA
53
SERVENTI Paolo; Via Firenze 12; 43100 Parma; [email protected]
SERPAGLI Enrico; Dipartimento del Museo di Paleobiologia e dell’Orto Botanico ; Via Università 4; 41100
Modena; serpagli@unimore,it
SERVICIO BIBLIOGRAFICO; Campus Miguel de Unamuno; Plaza Univ. de Bolonia, Planta Sotano; E-37037
Salamanca; Spagna
SETTEMBRINI Antonio; Via Carpignano zona PIP; 73020 Cursi (Le); [email protected]
SILVI Franco; Via Giacomo Leopardi 44; 60030 Serra dei Conti (An)
SIMONETTO Luca; Via Palestro 35; 33100 Udine; [email protected]
SLOVENSKA AKADEMIJA ZNANOSTI IN UMETNOSTI; Biblioteka, Novi TRG 3-5 / P.P. 323; 1000 Ljubljana;
Slovenia
SOLDAN Dario Marcello; Via Melegnano 12, 20070 Vizzolo Predabissi (Mi); [email protected]
SOLDANI Donato; Corso Sonnino 115/B; 70100 Bari
SONCINI Edda; Via Luigi Cozzani 27; 19100 La Spezia.
SORBINI Chiara; Dipartimento di Scienze della Terra; Via S. Maria 53; 56126 Pisa; [email protected]
SORBINI FRIGO Margherita; Via Trainotti 2; 37122 Verona
SOSSO Maurizio; Via Bengasi 4/int.4; 16153 Genova; [email protected]
SPADINI Valeriano; Via Augusto Toti 6; 52046 Lucignano (Ar)
SPALLETTA Claudia; Dip. di Scienze della Terra e Geologico-Ambientali; Via Zamboni 67; 40126 Bologna;
[email protected]
SPILLER Eleonora; Via Angelo Olivieri 81; 00122 Ostia Lido (Roma)
STEFANELLI Simona; Dipartimento di Geologia e Geofisica; Via Orabona 4; 70125 Bari
STIVALETTA Nunzia; Via Palermo 16; 66054 Vasto (Ch)
S TOLARSKI Jarostaw; Institut Paleobiologii Pan; Twarda 51/55; 00-818 Warszawa, Polonia;
[email protected]
SUSUMU Tomida; Chukyo Gakuin Univeristy, 1-104; Sendanbayashi; 509-9195 Nakatsugawa City, Gifu Pref.;
Giappone
TABANELLI Cesare; Via Testi 4; 48010 Cotignola (Ra); [email protected]
TADDEI Ruggero Emma; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 Napoli
TANFI Alberto; Via Roma 71; 19121 La Spezia
TANGOCCI Francesca; Via Michele Amari 7; 50137 Firenze; [email protected]
TARLAO Alceo; Via S. Martino 42; 34142 Trieste; [email protected]
THE LIBRARIAN; Department of Earth Sciences; Downing Street; CB2 3EQ Cambridge; Inghilterra
TINALLI Lavinia; Via G. Tilli 80; 06127 Perugia; [email protected]
TINTORI Andrea; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Mangiagalli 34; 20133 Milano; [email protected]
TORRICELLI Marco; Via Picasso 15; 42048 Rubiera (Re); [email protected]
TRENKWALDER Stefania; Piazza Vittorio Veneto 7; 10070 Cafasse (To); [email protected]
TUVERI Caterinella; Via Dalmazia 31; 08100 Nuoro
UCLA SCIENCES & ENGINEERING LIBRARY; Geology Collection; 8251 Boelter Hall, Box 951598; CA 900951598 Los Angeles; U.S.A.
UNIL SCIENCES DE LA TERRE; Bibliotheque; BFSH 2; CH-1015 Lausanne; Svizzera
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI GENOVA; Centro Serv. Bibl. di Biol., Scienze della Terra e del Mare; Palazzo delle
Scienze, Corso Europa 26; 16132 Genova
UNIVERSITAT DE GRANADA; Facultad de Ciencias, Biblioteca; C/O EBSCO P.o. BOX 750; 1430 AT Aalsmeer;
Olanda
UNIVERSITAT ERLANGEN; Institut fur Palaontologie; Lowenichstrasse 28; D-91054 Erlangen; Germania
UNIVERSITÄTSBIBLIOTHEK STUTTGART; Zeitschrifenstelle, Holzgartenstrasse 16; P.O. Box 10 49 41; D-70043
Stuttgart; Germania
UNIVERSITY OF OKLAHOMA LIBRARY; Library Serials-Room LL 211; 001AEH9193, 401 Broocks Street; OK
73019 Norman Oklahoma; U.S.A.
UNIVERSITY OF OTAGO; Science Library; P.O. Box 56; Dunedin; Nuova Zelanda
UNTI Mario; Dipartimento di Geologia e Geodesia; Corso Tukory 131; 90134 Palermo
VAIANI Stefano; Via Ronzani 35; 40033 Casalecchio di Reno (BO); [email protected]
VALENTINI Mara; Piazza Armenia 16; 00185 Roma.
VALENZUELA RIOS José Ignacio; Departamento de Geologia; Dr Moliner 50; E-46100 Burjassot; Spagna;
[email protected]
VALLERI Gigliola; Dipartimento Scienze della Terra; Via La Pira 4; 50121 Firenze; [email protected]
VAN DER MADE J.; Museo Nacional de Ciencias Naturales; José Gutierrez Abascal 2; E-20006 Madrid; Spagna
VANNUCCI Bocca Grazia; Dipartimento per lo studio del Territorio e; delle sue Risorse, DIP.TE.RIS, Corso
Europa 26; 16132 Genova; [email protected]
VAZZANA Angelo; Via Str. Giuffrè I, 32; 89122 Reggio Calabria; [email protected]
VECCHIO Enrica; Via Leonardo da Vinci 27; 84025
Eboli (Sa); [email protected]
VECOLI Marco; Via Salesiani 19; 55045 Pietrasanta (Lu); [email protected]
PALEOITALIA
54
VENIER Umberto; Via Borgo Leone 14; 33090 Domanins (Pn); [email protected]
VENTURI Federico; Dipartimento di Scienze della Terra; Piazza Università; 06100 Perugia
VERRUBBI Vladimiro; Via Francesco Selmi 16; 00156 Roma; [email protected]
VERTINO Agostina Valeria; Via dei Miti 35; 95100 Catania; [email protected]
VESCOGNI Alessandro; Via Nervi 52; 41100 Modena; [email protected]
VILLA Giuliana; Via D.M. Villa 5; 43100 Parma; [email protected]
VILLANI Mauro; Via Lubiana 168; 09013 Carbonia (Ca); [email protected]
V IOLANTI Donata; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Valperga Caluso 35; 10125 Torino;
[email protected]
VITALE Viviana; Via Manzoni 211/A; 80100 Napoli; [email protected]
WAGENSOMMER Alexander; Casella Postale 21; 71013 S. Giovanni Rotondo (Fg)
WILD Rupert; Paläont. Abtlg., Staatliches Museum für Naturkunde; Rosenstein 1; D-70191 Stuttgart; Germania
WOOD Adrian M.; Geography Department, Coventry University, Priory Street; CV1 5FB Coventry, West
Midlands; Inghilterra
ZACCHIGNA Davide; Scala Bonghi 86; 34139 Trieste
ZANINETTI Louisette; Departement de Geologie et Paleontologie,; 13, rue des Maraichers; CH-1211 Geneve 4;
Switzerland; louisette. [email protected]
ZANNOTTI Simone; Via Tiepolo 1; 09121 Cagliari; szannotti @tiscali.it
ZAPPA Luigi; Via Luigi Cozzani 27; 19100 La Spezia.
ZOBOLI Daniel; Piazza Garibaldi 7/3; 09013 Carbonia (Ca); [email protected]
65 milioni di anni fa...
odio fare
questo
lavoro
PALEOITALIA
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LA SOCIETÀ PALEONTOLOGICA ITALIANA
La Società Paleontologica Italiana è stata fondata nel 1948 con lo scopo di promuovere la ricerca scientifica paleontologica. L’associazione è aperta sia alle istituzioni, sia ai
singoli interessati alla paleontologia, sia a livello professionale che amatoriale. Per l’anno
2007, le quote associative sono le seguenti:
Socio Ordinario (paesi europei)
35 €
Socio Ordinario (extra U.E.)
45 €
Socio junior (under 30)
21 €
Istituzioni
100 €
Fin dal 1960 la S.P.I. pubblica il Bollettino della Società Paleontologica Italiana,
che è una rivista scientifica a valore internazionale, rivolta prevalentemente al mondo
accademico e, conseguentemente, scritta quasi interamente in lingua inglese.
Dal 2000 il Bollettino viene affiancato da un supplemento semestrale in italiano,
PaleoItalia, diretto a tutti gli appassionati e cultori della paleontologia.
PALEOITALIA
Supplemento al Bollettino della Società Paleontologica Italiana, v.46, n.1, 2007
Direttore Responsabile: Enrico Serpagli
Segretario di Redazione: Carlo Corradini
Indirizzo della Redazione: Dipartimento del Museo di Paleobiologia e dell’Orto Botanico,
Università di Modena e Reggio Emilia, via Università 4, 41100 Modena. Tel. 059-2056523.
Stampa: Tipografia Moderna, via dei Lapidari 1/2, Bologna.
Autorizzazione Tribunale di Modena n. 616 del 16-09-1978
HANNO COLLABORATO
A QUESTO NUMERO
Tazio Cuccaro, Via G. Di Vittorio 116, 20097 San Donato Milanese (MI); [email protected]
Claudia Lupi, Dipartimento di Scienze della Terra, Università di Pavia, via Ferrata 1,
27100 Pavia; [email protected]
Gabriella Mangano, Dipartimento di Scienze della Terra, Università di Messina, Salita
Sperone 31, 98166 Messina-Sant’Agata; [email protected]
Antonella Cinzia Marra, Dipartimento di Scienze della Terra, Università di Messina,
Salita Sperone 31, 98166 Messina-Sant’Agata; [email protected]
Jordi Orso, via Bertinoro 9/E, 20145 Milano; [email protected]
Raffaele Sardella, Dipartimento di Scienze della Terra, Università “La Sapienza”, Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma; [email protected]
Dario Marcello Soldan, Via Melegnano 12, 20070 Vizzolo Predabissi (MI); [email protected]
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PALEOITALIA
INDICE
Numero 16, Carlo Corradini
Cari soci, Ruggero Matteucci
Fossili, che mito!, Antonella Cinzia Marra
Identificazione tassonomica e studio quantitativo dei resti di
macromammiferi della grotta di S. Teodoro (Sicilia nord-orientale)
Gabriella Mangano
Il nannoplancton calcareo e le sue relazioni con il sistema
climatico negli oceani del Quaternario, Claudia Lupi
Le escursioni dei paleontofili, Jordi Orso
PaleoRoma: un esempio di paleontologia on-line,
Rossella Mortellaro, Roberto Brunotti e Raffaele Sardella
Il museo paleontologico “Virginio Caccia” di San Colmbano
al Lambro (MI), Dario Marcello Soldan e Tazio Cuccaro
Elenco alfabetico dei soci al 31 dicembre 2006
RUBRICHE
Notizie Italiane, Carlo Corradini
Paleo news, Paolo Serventi
Paleolibreria, Annalisa Ferretti
Paleoweb, Maurizio Gnoli
Agenda
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NOTE PER GLI AUTORI
Gli articoli non devono superare le tre pagine dattiloscritte.
Gli autori possono fornire, se lo ritengono utile, alcune note bibliografiche,
uniformandosi allo stile del Bollettino della Società Paleontologica Italiana.
È gradito un corredo iconografico (fotografie, disegni, grafici, …); tutte
le immagini devono essere ben contrastate, in modo da avere una buona resa
se pubblicate in bianco e nero. Le immagini digitalizzate vanno salvate come
file bmp, tif o jpg, ad almeno 300 dpi. Esse vanno salvate con il nome dell’autore e un numero progressivo (es. TopolinoFig1.jpg)
Gli articoli e il materiale illustrativo devono essere inviati esclusivamente per posta elettronica all’indirizzo: [email protected]
In caso di file particolarmente pesanti, si prega di contattare la redazione
per concordare la forma di invio.
Di norma gli autori non avranno la possibilità di visionare le bozze. Agli
autori non saranno forniti estratti degli articoli; dopo la pubblicazione possono richiedere un file PDF del loro lavori.