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Omaggio a Durante In occasione del concorso pianistico internazionale «Francesco Durante» che si è tenuto a Frattamaggiore, città natale del musicista, a metà di novembre, l’associazione culturale «Progetto Arte» di concerto con la Pro loco e il Centro culturale parrocchiale «M. A. Lupoli» ha organizzato una serie di manifestazioni collaterali culminate in un convegno ospitato presso la Sala consiliare del Comune, dove sono intervenuti con interessanti relazioni - introdotti dall’avvocato Domenico Fimmanò e dal dottor Franco Montanaro - il professor Sosio Capasso, presidente dell’Istituto di Studi Atellani, il professor Pasquale Saviano, presidente della Pro loco e il professor Ralph Krause, musicologo. Moderatore il professor Lorenzo Costanzo, direttore del Centro culturale «M. A. Lupoli». Qualche giorno prima il quartetto «F. Durante», costituito da Ciro Palmieri, Pasquale Maisto e da Annamaria e Armando Pugioni si era esibito nella locale chiesa di Santa Maria delle Grazie in un riuscitissimo concerto per chitarre, violino e clarinetto. Alla fine del convegno, invece, presso il Centro culturale «M. A. Lupoli», è stata inaugurata la mostra documentaria sul musicista frattese a cura dello scrivente, con la collaborazione tecnica Ignoto pittore napoletano del XVIII secolo, Ritratto di di Geppino Bilancio, Pier Francesco Durante, Frattamaggiore, Casa Comunale Raffaele Spena, dei giovani di «Progetto Arte», e di Angelo Pezzella e Giovanni Giuliano per le foto. Francesco Pasquale Durante nasce a Frattamaggiore il 31 marzo del 1684, settimo figlio di Gaetano, umile cardatore di lana, e di Orsola Capasso, onesta popolana. Riceve una prima rudimentale educazione probabilmente presso la parrocchia di San Sossio, dove il padre per arrotondare i miseri guadagni che gli venivano dalla pratica del suo umile lavoro, svolgeva mansioni di sagrestano e cantore. La sua prima formazione artistica avviene invece a Napoli, dove nel 1699, poco dopo la morte del padre, era andato a vivere con lo zio, il sacerdote don Angelo Durante, maestro di cappella nonché rettore del conservatorio di Sant’Onofrio, che, intuita una certa inclinazione del nipotino per la musica, lo avviò agli studi prima alla scuola di don Gaetano Francone, suo grande amico e maestro «maestro di strumenti a corda» e poi presso lo stesso conservatorio. Era l’anno 1702. Tre anni dopo, conclusi gli studi, Francesco affrontò, su commissione dei maestri e devoti della cappella di Sant’Antonio, la sua prima prova compositiva: scrisse le musiche per un dramma sacro composto dal reverendo A. Rolandi, Prodigi della divina misericordia verso i devoti del glorioso S. Antonio di Padova, che si rappresentò nella strada detta del Mayo di Porto il 13 giugno del 1705. Poco o nulla si conosce della sua attività negli anni successivi, se non che, nel giugno del 1710, fu nominato secondo maestro presso il conservatorio di Sant’Onofrio; incarico che tenne, con uno stipendio di 25 carlini, per solo sei mesi. Bisogna arrivare al 18 febbraio del 1719, quando presso la Casa Professa dei Padri delle Scuole Pie alla Duchessa è rappresentata La cerva assetata ovvero l’anima nelle fiamme, per trovare di nuovo tracce de la sua attività musicale. In questo lungo lasso di tempo Francesco non era stato tuttavia del tutto inattivo. Le fonti riportano, infatti, di un suo tirocinio a Roma presso Giuseppe Ottavio Pitoni e Bernardo Pasquini, dove pare abbia esercitato una pur saltuaria attività con alcune congregazioni cittadine. Di quegli anni c’è giunta purtroppo una sola composizione: la Messa di S. lldefonso per San Giacomo degli Spagnoli, che non è stato possibile appurare se trattarsi della chiesa romana con questo titolo o dell’omonima chiesa napoletana. Privo di testimonianze documentarie è, altresì, il lungo periodo trascorso da Francesco in Germania presso la corte di Sassonia e quella dei principi Esterázy. A ogni buon conto, nell'ottobre del 1728, ritroviamo di nuovo Francesco a Napoli per occupare, presso il conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo, il posto di primo maestro di cappella: posto che occuperà fino al 1738, quando per motivi tuttora ignoti diede le dimissioni. In quel decennio Francesco scrisse, tra l’altro la musica per i cori della tragedia Flavio Valente, le Sei sonate per cembalo, il dramma sacro Abigaile, il Requiem in sol minore, la Missa in Palestrina e i due Anni di contrizione per gli allievi del conservatorio. Nel 1742 Francesco ottiene la carica di primo maestro al conservatorio di Santa Maria di Loreto; e, ancora, tre anni dopo, va a occupare il posto di primo maestro di cappella presso il conservatorio di Sant’Onofrio. Sicché il doppio incarico presso i due prestigiosi conservatori, carica che avrebbe praticamente mantenuto fino alla morte, lo fa ritenere fondatore della cosiddetta “Scuola napoletana”. Della sua attività finale, si ricorderà il dramma sacro S. Antonio di Padova dell’abate Gregorio Terribilino, un Miserere a cinque voci e una Missa composta nel 1754 per la basilica di San Nicola di Bari. Francesco muore a Napoli il 30 settembre del 1755. Franco Pezzella