Ost-Reich - Serpentarium Games

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Ost-Reich - Serpentarium Games
Sine Requie
Anno XIII
Ost-Reich
Scenario del IV Reich orientale,
ideato per Sine Requie anno XIII
di Paolo “Cartolaydo” Longoni
Liberamente ispirato all’ambientazione originale
di Sine Requie anno XIII
creato da Leonardo Moretti e Matteo Cortini
Varsavia 5-VI-1944
Cari fratelli, il momento sta per arrivare. L’armata sovietica sta avanzando
mentre le linee del nemico arretrano. Presto arriverà il nostro momento,
tutte le unità della A.K. sono chiamate a mobilitarsi per quella che prenderà il
nome di operazione “Burza”. In ogni città i nostri uomini guideranno l’insurrezione
perchè il nemico venga sconfitto, già piegato all’arrivo dell’Armata Rossa.
Nessuno potrà più chiudere gli occhi davanti ai nostri 5 anni coperti di sangue.
Il nostro governo a Londra imporrà che ci vengano dati gli aiuti necessari. I
nostri uomini sono già disposti a combattere fino all’ultimo proiettile. Abbiate
fede, la Polonia tornerà vittoriosa dalle ceneri di quest’incubo.
Generale ‘Bor’ Komorowski
Comandante dell’Armia Krajowa
-------------------------------------------------------------------------------Kabacki 7-VI-1944
Il nostro accampamento è stato assaltato. Civili, si direbbe, erano in sei. La
cosa non è rilevante quanto il fatto che fossero immuni ai colpi di fucile. Non
cadevano, avanzavano sembravano quasi intontiti. Non so come abbiano fatto a
trovare il nostro accampamento, laddove nemmeno le SS sono riuscite. Alla fine
abbiamo dovuto letteralmente fare a pezzi. A qualcosa servono ancora le vecchie
sciabole. Siamo isolati completamente, la radio e muta. Scrivo questo comunicato
sperando che possa raggiungere il comando generale dell’A.K. Noi siamo ancora
vivi e attendiamo il giorno della “Burza”. Rimaniamo in attesa di ordini.
Piotr Michalwsky
Comandante del 28° reggimento
-----------------------------------------------------------Ogni speranza è perduta, il nemico ha sfoderato un’arma che non possiamo
combattere. Ci mandano contro i nostri cari... i nostri.. trasformati in qualcosa,
in qualche modo. Come si può combattere contro mostri simili? Ormai è la fine, non
ci sarà nessuna “Burza” non ci sarà più nulla dopo di questo... ormai il Mondo
intero è finito.
Possa Dio avere pietà delle nostre anime.
14-VI-1944
-------------------------------------------------------------------------------Kabacki 14-IV-1954
La Polonia non è morta, noi siamo ancora vivi. Vi sorprende Padre? Non avete
idea di cosa significhi vivere qua, ma noi siamo sopravvissuti. Tornerà il
giorno della “Burza” ci riprenderemo le nostre città, non siamo rimasti soli.
E anche se il nemico sembra divenir più forte ogni giorno, dall’interno stiamo
lavorando per distruggerlo. Non si chiama pazienza, ma necessità. Non si chiama
virtù, ma cieca speranza. Noi siamo ancora vivi e il nostro paese lo è con noi
e per esso combatteremo, fino alla Morte.
E anche oltre, se possibile.
Piotr Michalwsky
Comandante del 28° reggimento
L'Ost-Reich è una regione del IV Reich, e per l'esattezza la regione più orientale. Un braccio di terra che parte dal fiume Oder
fino ai confini orientali del Reich. Praticamente il territorio che
un tempo veniva chiamato Polonia. Non pensate che nel nuovo
IV Reich si possa anche solo pronunciare questo nome. La Polonia non è mai esistita.
Peccato che non tutti siano d'accordo con la propaganda del
Reich...
Per le alte sfere del Reich questa terra è il granaio della nazione
e oltre a questo anche il primo bacino a cui attingere per gli
esperimenti che necessitino di essere umani di razze inferiori
come cavie. Pochi sono i Borghi sorti in questa terra dopo il
giorno del Giudizio. Alcune città storiche, come Krakau, Danzig
e Warchau sono state fortificate per opera delle truppe dei Reich.
Il resto delle terre è stato invece abbandonato, per costruire le
fattorie, ovviamente sempre per sfamare gli abitanti del Reich.
Dei piccoli paesini sono stati fortificati e mantenuti solo quelli
di interesse strategico perché in prossimità delle fattorie istituite
dal regime o alle principali vie di comunicazioni. Gli altri paesi
sono invece stati abbandonati al loro destino, molti sono stati
attaccati dai Morti, altrettanti sono stati rasi al suolo e i pochi
abitanti sono stati fatti prigionieri dalle truppe della Wehrmacht.
Particolarmente attiva la Grossedeutchland che nella sua opera
di bonifica del territorio ariano spesso non faceva differenza tra
un bosco o un villaggio.
In questa terra di confine, dove già giungono le prime avvisaglie
del nemico sovietico, qualcosa si muove nell'ombra. Qualcosa
che già da molti anni reclamava la sua indipendenza, una forza
di lotta disperata e silenziosa...
KRAKAU
Krakau (pol. Krakow) è la capitale della regione orientale del
Reich. Ai tempi del III Reich era la sede del governatore della
regione. La figura del governatore è stata abolita con l'ascesa
dei quadrunviri e dell'ordine del IV Reich. Ma Krakau è rimasta
comunque la città di riferimento per tutte le operazioni condotte
in questa regione. La scoperta di forte Kalingrad e dell'esistenza
del nemico sovietico ha portato a concentrare un maggior numero di truppe anche in questa regione. Per questo è stato nominato un comandante straordinario delle Waffen SS orientali nella
persona di Paul Tschau. Negli ultimi anni la pressione all'interno
della città è andata crescendo, retate della Gestapo vengono fatte
senza motivo in quasi tutti gli esercizi commerciali e sembrano
essere soltanto un preludio all'intervento delle SS. Pare quasi
che l'ispettore generale, Stephen Bekler, della città sia preso da
una specie di fobia e veda ovunque un periodo. Il suo atteggiamento pare incontrare i favori di Tschau che avvalla le sue retate
muovendo i suoi soldati quasi a supporto dell'ispettore. Il Borgomastro di Krakau, Florian Keffler, è di fatto solo una persona di
facciata dato che tutto il potere è nelle mani di Tschau e secondariamente di Bekler.
Luoghi di Krakau
Il Castello – Wawel
Posto su una collina nella parte sud della città, il castello domina
su tutti gli altri edifici. All'interno delle mura si trova anche la
cattedrale centrale, ora convertita al culto della Chiesa Teutonica ma utilizzata solo nelle festività principali. Oltre a questa un
tempo v'erano altre chiese, ma sono state abbattute per creare
uno spazio adeguato al raduno delle truppe già ai tempi del III
Reich. All'interno dell'edificio si trova il comando generale della
Gestapo di Krakau e gli uffici del Borgomastro (che ha spostato
la sua dimora vicino al castello ma nella parte bassa). L'intera
ala orientale è a disposizione del comandante delle SS Tschau.
Questa ala è assolutamente chiusa a tutti gli estranei e nessuno
se non gli ufficiali delle SS vi ha mai messo piede.
Misteri di Wawel
Leggende di città dicono che nell'ala delle SS si trovino dei mostri terribili e che di notte si possano addirittura vedere correre
per i corridoi del castello (ovviamente nessuno si avvicina realmente così tanto alla struttura). Ad ogni modo pare che ci sia un
alone di terrore attorno a quella zona, e proprio per questo anche
il Borgomastro Keffler ha deciso di spostare la sua residenza.
Nessuno vuole nemmeno volgere lo sguardo verso l'ala orientale. Durante le funzioni alla cattedrale, la pena per chi recandosi
al tempio, guarda quella zona è una sferzata da parte di alcuni
zelanti soldati delle SS disposti a garantire la sicurezza dei cittadini.
Altro mistero riguarda invece la collina del castello, voci assai fantasiose infatti dicono che sotto il castello si trovi l'antico
drago che custodiva i tesori dei re polacchi (in alcune versioni
si dice che sia abitata dagli stessi re polacchi risvegliatisi dalla
morte). La storia sembrerebbe assolutamente priva di fondamento eppure il ritrovamento di cadaveri bruciati è uno dei casi con
cui l'ispettore Bekler si trova fin troppo spesso ad avere a che
fare...
WARCHAU
Warchau (pol. Warszaw) era la capitale della Polonia prima
dell'occupazione. Ormai sono davvero in pochi a ricordare che
un tempo questa città di confine era una metropoli viva nel cuore di una nazione indipendente. La repressione nazista è stata
particolarmente dura con questa città, dalla distruzione di tutti i
simboli della vecchia repubblica alla costruzione del ghetto nel
cuore della città proprio attorno al grande carcere: il Pawiak.
Ancora prima che i Morti si rialzassero dal loro sonno il ghetto
venne distrutto dai tedeschi e tutti gli abitanti deportati nei campi
di concentramento...
Ma queste sono storie che ormai fanno parte di un tempo remoto...
Col risveglio dei Morti l'esercito tedesco si è trovato a dover
rinforzare le difese cittadine per evitare di perdere questo importante punto di controllo sulla Vistola. Ritiratisi sulla sponda
orientale, hanno fortificato i confini (sebbene non esista nulla
di paragonabile al confine ariano che divide Parigi) e aumentato ancora il regime di terrore sui cittadini. Molti tedeschi sono
stati fatti emigrare all'interno della città per popolare il borgo
centrale che, col passare degli anni ha acquisito l'aspetto arianamente tranquillo dei borghi del Reich. I precedenti abitanti di
Warchau non sono però spariti, tutti i non puri si sono rifugiati
nei quartieri ed Est del fiume. In case di pietra, vecchie e senza alcun supporto ne speranza d'aiuto dagli invasori, vivono al
limite della sopravvivenza una moltitudine di polacchi. Qua la
forte resistenza interna, l'Armija Krajowa, ha fornito il supporto
logistico e militare per garantire la sopravvivenza del quartiere,
che ha ancora il vecchio nome di Praga. Molti degli abitanti dei
quartieri orientali sono costretti a lavorare nelle industrie del IV
Reich, così, ogni mattina sull'unico ponte lasciato integro dagli
invasori si osserva al triste spettacolo di un'interminabile fila di
disperati che vengono passati attraverso molteplici controlli prima di poter accedere al loro posto di lavoro da cui usciranno (se
saranno fortunati) soltanto a sera inoltrata...
Luoghi di Warchau
la Prigione – Pawiak
Un immenso edificio, dalla forma squadrata e con tante piccole
finestre. Questo l'aspetto esteriore del Pawiak, uno dei più grandi
complessi carcerari del IV Reich. Ereditato dal III Reich il Pawiak è concepito secondo il modello di massimo sfruttamento
dei detenuti. Piccole celle in cui vengono ammassate da sei a
otto persone, che vengono poi fatte uscire ogni mattina per lavorare nelle fabbriche costruite all'interno del cortile dell'istituto.
È compito dei prigionieri fare tutto il possibile per evitare che i
loro compagni di cella non muoiano di stenti. Se forse i secondini della Whermacht potevano provare pietà, da quando sono
arrivate le Nuove SS come guardie del campo, la vita è diventata
una lotta per la sopravvivenza senza speranza.
Il direttore del carcere Otto Gothwaiser è un tipo particolare,
ama le arti raffinate come il teatro e la musica almeno quanto
ama torturare i propri detenuti e sentirne le urla di dolore. Si
dice che tra le sue torture preferite ci sia quella della “stanza col
Ferox” in cui appunto un Mortuus Ferocius è legato a una catena
che viene man mano allentata lasciando uno spazio vitale sempre più ridotto al prigioniero. Questa tortura può durare anche
settimane... immaginate quanto si possa dormire con un Ferox
nella stessa cella.
Misteri di Pawiak
Ci sono molte dicerie riguardo a questo carcere, alcuni ritengono che le fondamenta della struttura siano popolate da una
miriade di Morti accumulati durante gli anni del III Reich e mai
definitivamente debellati dalle guardie della prigione. In questa
prigione inoltre le SS non sono dotate dei Dobermann “Cerberus” come in altre zone. C'è chi dice che questo sia dovuto a una
strana presenza in grado di richiamare questi animali e convincerli ad aggredire i propri padroni.
Alcuni arrivano anche a dire che Otto Gothwaiser sia un Morto
del tipo Insicuus o addirittura Diabolicus, che si diverta a sterminare pian piano l'intera popolazione di Warchau...
Lazienki – Parco cittadino
Un tempo al centro della città questo parco si trova ora a Sud del
borgo ancora abitato circondato per il resto solo da ruderi di abitazioni disabitate. Copre una vasta area con una vegetazione che,
lasciata a se stessa per anni, è diventata incolta e fitta quasi come
le foreste circostanti. All'interno di questo parco v'era un tempo
una mirabile struttura: il palazzo sull'acqua. Ma ormai nessuno
va più da quelle parti. Pare che sia particolarmente pericoloso
inoltrarsi nel parco abbandonato...
Misteri di Lazienki
Dopo il giorno del Giudizio il parco è stato abbandonato, fuori
dal confine del Borgo eretto dal IV Reich. Eppure in molti sostengono che ci sia qualcuno o qualcosa che abita quelle zone.
Si parla di ululati nelle notti di luna piena e di alcune grosse “bestie” avvistate avvicinarsi al fiume, sempre di notte. Decisamente nessuno ha mai avuto intenzione di avvicinarsi a quel parco.
Il campo di Ochota
Edificato nel 1950 questo campo è all'avanguardia nei campi
di rieducazione del IV Reich, in grado di ospitare fino a 30000
unità è stato disegnato come un grande complesso ospedaliero
cinto da un doppio muro di spesso cemento. In questo locale si
sperimentano alcune delle più avanzate tecniche di genetica del
Reich. Il rifornimento di unità sperimentali, avviene attraverso
treni merci riempiti recuperando individui da tutti i borghi del
Reich orientale. A questi si aggiungono anche alcuni volontari di
origine ariana. Da questo campo anche i treni in uscita sono carichi... e mantengono lo stesso appellativo di “treni della morte”
dei treni che normalmente vengono mandati ai campi... Per la
gente di Warchau si tratta di un campo di indottrinamento, qualcosa di simile a una caserma dai modi molto più invasivi nella
psiche umana. Nessuno riuscirebbe ad immaginare gli orrori che
nascono da questo campo senza averli visti...
POZNAN
La città di Poznan è stata difesa da subito con molta energia dalla
Wehrmacht nei giorni seguenti al giorno del giudizio. In questa
infatti sorgono molte delle grandi industrie dell'area orientale del
Reich. Posta vicino a delle miniere di carbone, Poznan è una
città grigia di enormi palazzoni e industrie che sputano nel cielo
nuvole di fumo nero. Accanto alle grandi industrie, alla periferia
della città, sono stati edificati numerosi nuovi campi di rieducazione al solo fine di produrre lavoratori, o meglio schiavi, per le
attività industriali e minerarie. Nel IV Reich Poznan è diventata
una città di cui si parla con terrore, il luogo da cui pochissimi
tornano, e comunque non come sono partiti.
Luoghi di Poznan
Il castello imperiale
Le massicce torri di questo castello svettano nel centro della città, grigi muri di pietre erette dall'impero prussiano ed ora ornate
solo da grandi stendardi rossi con la svastica. Il potere del Reich
e il suo terrore hanno fatto di questa struttura il proprio simbolo.
Chiunque, anche passandoci a distanza, non può non capire chi
sia il vero padrone di queste terre, e quanto sia dura la sua repressione. All'interno dell'edificio si trovano diversi uffici amministrativi del Reich dell'amministrazione sia del borgo che della
regione. Al castello lo stesso Hitler aveva fatto aggiungere un
suo gabinetto personale, ancora oggi sul balcone del dittatore è
appeso un suo grosso ritratto a memoria dell'unità del IV Reich.
La Resistenza nel IV Reich
L'Armija Krajowa
(trad. Armata Nazionale)
Il gruppo di resistenza organizzato dai polacchi già durante la
seconda guerra mondiale, movimento anti-nazista e anti-sovietico impegnato principalmente nelle operazioni di sabotaggio,
spionaggio e propaganda ai danni dell'esercito dei III Reich.
L'organizzazione è tentacolare con cellule di cinque elementi
sparse per le varie città e gruppi più numerosi rintanati in accampamenti nei boschi. I gruppi non sono in contatto diretto tra
loro e rispondono solo al loro superiore di riferimento, il quale
attraverso un sistema piramidale riceve ordini dal generale ‘Bor’
Komorowski, in stretto contatto con il governo polacco in esilio
a Londra...
Il 6 giugno 1944 ha però cambiato il destino di questa organizzazione.
Il risveglio dei Morti ha creato seri problemi, soprattutto ai gruppi esterni alle città che dovevano vivere uno stato di costante
assedio, le comunicazioni in quei giorni sono cadute e se alcune
cellule sono riuscite a mantenere il contatto con il loro superiore
di riferimento molte si sono ritrovate completamente isolate. Il
generale della AK è scomparso il 6 giugno stesso, nei pressi di
Krakau. L'operazione “Tempesta” organizzata dall'AK è fallita
ancora prima di cominciare, caduti i collegamenti non era possibile creare un'insurrezione concertata su tutto il territorio del
Reich...
Durante l'ascesa del IV Reich ogni cellula s'è limitata ad agire
nel proprio territorio, cercando per lo più di fare piccole operazioni ai danni delle truppe dislocate nella zona, o di aiutare
i cittadini in polacchi messi in difficoltà dalle leggi del nuovo
Reich. La pressione della Gestapo rinnovata su questi gruppi
è stata massiccia, molte cellule sono state scoperte e distrutte,
mentre altri hanno tradito il loro gruppo vendendosi agli ispettori non riuscendo più a reggere la tensione. Ovviamente di questi
traditori è stata persa ogni traccia. I gruppi rintanati nei boschi
hanno dovuto affrontare in prima linea il problema dei Morti,
in molti sono caduti ma diversi hanno resistito, impugnando le
sciabole e le spade dei loro nonni hanno tenuto testa al nuovo pericolo. Sono stati i rastrellamenti della Wehrmacht a distruggere
la maggior parte di questi gruppi. In pochissimi sono riusciti a
rintanarsi nelle zone più selvatiche dei boschi, altri hanno abbandonato i confini tedeschi fino a quando la cosa era possibile,
raggiungendo così quelle aree che furono teatro della guerra di
invasione verso la Russia. Per molti la sorte non è stata migliore, bande di razziatori e Morti hanno decimato ulteriormente le
forze dell'AK, ma alcuni gruppi, i più uniti ed equipaggiati sono
riusciti a conquistare delle posizioni difendibili, mentre l'armata
rossa si era ormai ritirata e pareva aver completamente abbandonato il suo territorio.
Il 15 Maggio 1954 è stata una data centrale per tutta l'organizzazione della AK, molti dei comandanti delle varie divisioni e
cellule dell'organizzazione sono stato contattati da un nuovo generale, che usava l'appellativo di “Aquila”. Nessuno ha mai visto
in volto il generale, ma negli ultimi tre anni, forte anche delle
notizie di una rinata minaccia sovietica. L'organizzazione inizia
a rimettersi in modo e le varie divisioni sono tornate in contatto
tra loro. Anche alcuni gruppi oltre la frontiera sono stati mobilitati. Ovunque fervono i preparativi e l'operazione “Tempesta”
sembra oggi, nel 1957, vicina quanto lo era tredici anni fa...
Le divisioni della Armija Krajowa
Prima divisione
Località: Warchau
Membri: 100
Cellule attive: 15
La zona di Warchau offre molti possibili nascondigli per i membri della AK. La prima divisione di stanza qua ha anche il compito di mantenere i contatti tra le cellule nel Reich e quelle oltre il
confine, essendo appunto Warchau posta sul confine Est dell'attuale IV Reich. Gli uomini sono sotto il comando di Jan Petroski, un giovane comandante decisamente convinto di quello per
cui combatte. All'interno della prima divisione ci sono molti che
hanno vissuto sulla loro pelle i rastrellamenti delle SS perpetrati a danno della popolazione locale. Tutti i membri sono molto
cauti nelle loro azioni sapendo che ogni errore, e ogni successo,
viene pagato dai cittadini innocenti, colpevoli solo di essere di
origine polacca. La divisione raccoglie comunque un ampio consenso nel quartiere oltre la Vistola, dove i polacchi sono lasciati
a loro stessi e dove membri armati della divisione si occupano di
mantenere controllati i confini difendendo la popolazione locale
dai frequenti assalti di Morti. Il Reich conosce benissimo questa
attività di vigilantes dei partigiani polacchi, ma la tollera preferendo che per fermare i Morti si versi sangue polacco piuttosto
che ariano.
Jan Petroski – comandante della prima divisione
Aspetto: Un ragazzo dai capelli castani piuttosto lunghi e dagli
occhi verde intenso. Il suo fisico è piuttosto asciutto e il volto,
anche se giovanile nei tratti, sembra molto segnato dagli eventi
della vita.
Storia: Nato e cresciuto nei sobborghi di Warchau, Jan, ha conosciuto un periodo di pace soltanto nei primi anni della sua infanzia, subito trasformata in lotta per la sopravvivenza dall'invasione tedesca. Ancora un ragazzo ha sempre cercato di nascondere
la propria rabbia impotente verso le truppe tedesche, e si è rifugiato con la sua famiglia nei quartieri più poveri della città. La
situazione è precipitata con il risveglio dei Morti, un disastro
che ha portato alla distruzione della sua famiglia, solo allora ha
conosciuto l'Armija e, ormai abbandonato a se stesso, s'è unito
al gruppo. Ha lavorato per anni come fattorino, passando dalla
zona esterna a quella interna del borgo per recapitare informazioni agli agenti. Ha conosciuto il sangue quando durante un'operazione di rastrellamento ha partecipato attivamente all'uccisione
di un agente della Gestapo. Dieci polacchi hanno pagato con la
vita per questo suo atto. Jan si trascina questo senso di colpa incolmabile nonostante abbia servito bene la prima divisione, fino
a raggiungere il grado di comandante della divisione a soli 27
anni. La cosa non è stata apprezzata da tutti i membri, soprattutto i più anziani, ma Jan ha saputo gestire bene l'organizzazione
negli ultimi anni e ora, con la presenza dell'”Aquila” le dispute
interne per il posto di comandante sembrano essere spente.
Tarocco dominante: La Temperanza
Seconda divisione
Località: Danzig
Membri: 20
Cellule attive: 4
Più che una vera e propria divisione si tratta di un gruppo scelto
di pochi uomini. Danzig è stata una delle prime città ad essere annessa direttamente al Reich, senza entrare nella “Regione
Polacca”. I controlli su questo porto, centrale nell'economia tedesca, sono altissimi. Con la nascita del IV Reich buona parte
della popolazione non ariana è stata deportata, lasciando una
città scarsamente popolata, trasformata in un punto strategico
per i movimenti del Reich attraverso il mare. Gli uomini della
Seconda Divisione sono coraggiosi infiltrati nelle fila del Reich,
come amministratori del porto o impiegati. Il comandante della
divisione Edmound Lacziech svolge ufficialmente l'incarico di
“Bosman” ovvero di controllore del porto. È un uomo sempre
serio e spesso sembra che il fuoco delle emozioni in lui si sia definitivamente spento, gode di un grande rispetto nei suoi uomini
e solo grazie alla sua autorevolezza che la divisione di Danzig è
rimasta in piedi nonostante la situazione quasi impossibile.
Edmound Lacziech – Comandante della seconda divisione
Aspetto: Uomo sui quarant'anni, capelli scuri e già radi. Porta
sempre i baffi fitti e lunghi a coprire la parte superiore della bocca. Il viso è rotondeggiante e potrebbe essere anche una figura
allegra se non apparisse sempre stanco o quantomeno disinteressato.
Storia: Ai tempi dell'invasione nazista Edmound lavorava al
porto di Danzig come magazziniere per un'azienda che esportava carbone via mare. L'invasione ha modificato la sua vita dato
che l'azienda ha dovuto chiudere. Ha iniziato a fare lavoretti da
poco al porto, cercando di tenere la testa bassa e rigare diritto. La
scoperta che il capitano del porto del Reich era un corrotto collegato al Pugno Invisibile ha permesso a Lacziech, considerato più
degno di fiducia o quantomeno incapace di tradire, di prendere la
sua posizione. Ora quindi si occupa della capitaneria, un lavoro
che sicuramente l'ha messo in una buona posizione da cui controllare il porto di Danzig e cercare anche di nascondere alcuni
carichi o permettere ad alcuni uomini dell'Armjia di salire clandestinamente a bordo delle navi. È un lavoro molto pericoloso,
soprattutto per via dei precedenti di chi si è occupato prima di lui
dello stesso compito. Ma fino ad ora nessuna delle autorità del
Reich ha nemmeno lontanamente sospettato di lui.
Tarocco dominante: Le Stelle
Settima divisione
Località: Krakau
Membri: 120
Cellule attive: 12
Krakau è di fatto la capitale della parte orientale del Reich, malgrado questo la città, lasciata intatta durante l'invasione accoglie un folto gruppo di uomini dell'AK. In questo caso i membri
dell'Armjia non comprendono solo soldati (o meglio ragazzi che
si credono tali), ma anche numerose donne e “civili” il cui compito è quello di mantenere viva la cultura polacca nel territorio
occupato. In costante minaccia di morte coraggiosi insegnanti
impartiscono lezioni di Storia e di Polacco ai ragazzi all'interno
di scantinati nascosti agli occhi degli invasori. Spesso costretti
a cambiare all'ultimo il luogo di ritrovo, i membri della settima
divisione hanno creato una fitta rete di comunicazione, fatta di
messaggi in codice e segni segreti.
Adam Wojczewich – Comandante della settima divisione
Aspetto: Un uomo robusto dai capelli biondi e occhi verdi. Il
viso è quasi scavato, segnato dal tempo. Sempre serio, davvero
in pochi l'hanno visto sorridere. Veste sempre se possibile con
abiti da impiegato, giacca e camicia bianca.
Storia: Era già un uomo ai tempi dell'invasione nazista e come
molti altri venne deportato in un piccolo paese dell'Est ad occuparsi della coltivazione dei campi. Per sua fortuna aveva già
frequentato diverse scuole, conosceva il tedesco tanto quanto il
polacco e riuscì senza problemi ad entrare nella parte amministrativa dell'azienda. In questo periodo venne a contatto coi ribelli della AK. Nella sua posizione era facile procurare per loro
alimenti e attrezzi facendoli sparire dalle liste dell'azienda. Nessuno all'interno del Reich ha mai sospettato che Adam potesse
essere coinvolto in queste faccende, era molto bravo nel nascondere le sue operazioni.
Solo dopo il giorno del Giudizio Adam potè tornare alla sua Cracovia. Molte cose erano cambiate ed ora il nuovo Reich aveva
bisogno dell'aiuto di tutti per mandare avanti la macchina burocratica, per lo scopo anche un polacco poteva andare bene.
Nuovamente si trovava in una buona posizione nel nuovo borgo,
i pochi polacchi rimasti erano ormai allo sbando, non si sarebbe
mai creata una rete e un'organizzazione, fu così che Adam decise
di farsi carico di questa pericolosa impresa.
Il suo difetto è quello di non essere un tipo da azione, sogna
come altri una Polonia libera, ma ogni anno questa immagine
sembra farsi sempre più lontana ed impossibile... negli ultimi
giorni il suo ultimo pensiero è quello di trovare qualcuno, tra le
fila della AK di Krakau che possa prendere il suo posto e guidare
le armate verso la tanto attesa Operazione Tempesta.
Tarocco dominante: La Papessa
va, miracolosamente ritrovata durante una battuta di caccia nei
dintorni di Vilnus.
Agata Krzystowsky – Comandante delle divisioni di Vilnus
Aspetto: Una donna sulla trentina d'anni dal fisico robusto e dai
capelli chiarissimi e gli occhi di un penetrante azzurro.
Storia: Ragazza di campagna, ha sempre vissuto a Vilnus assieme al suo compagno Piotr, nonostante la durezza della guerra
prima e dell'invasione russa poi, a soli 15 anni si è sposata con
lui, partito poi per il fronte con la leva obbligatoria per combattere il nemico nazista. È rimasta sola così a gestire la sua casa in
campagna, e in quel momento è entrata in contatto con i combattenti dell'Armjia polacca. Ha visto in loro la sua nuova speranza
per poter vedere un futuro oltre la guerra che la circondava. Così
la casa di campagna è diventata punto di riferimento per i ribelli,
e la figura di Agata sempre più importante per i partigiani polacchi. Quando la morsa dei NKVD si stava avvicinando sulla sua
abitazione anche lei è scappata nei boschi seguendo i partigiani
nella loro lotta, al tempo era già incinta del figlio di Piotr, ma
la cosa non le ha impedito di vivere nei boschi. Il risveglio dei
morti e il piano di Stalin hanno cambiato tutto... i partigiani sono
dovuti tornare verso Vilnus, trovando una città deserta. Molti
uomini erano caduti e presto anche Agata imparò la crudezza
del destino che aspettava i caduti in battaglia. Grazie alla sua
presenza molte donne di Vilnus e polacchi fedeli ai partigiani
sono stati nascosti dai NKVD. Così ha acquistato importanza
tra il gruppetto dei partigiani rimasti. Il suo sogno è permettere
al mondo di rinascere ancora e anche per questo si occupa di
tutte le donne superstiti quando sono incinte aiutandole in modo
che nascano molti nuovi figli. Se lei è riuscita a sopravvivere e
a crescere Piotr, il figlio a cui ha dato lo stesso nome del padre
mai tornato, anche le altre devono sperare nel loro futuro e nel
futuro dei loro figli.
Tarocco dominante: L'Appeso
Nona divisione
Località: foreste centrali
Membri: 3000
Cellule attive: 100
Decima e Dodicesima divisione
Località: Vilnus
Membri: 60
Cellule attive: Le divisioni lituane della Armjia Krajowa hanno dovuto ripiegare pochi giorni dopo il giorno del Giudizio verso la città di
Vilnus. Solo un'ottima conoscenza del territorio ha permesso ad
alcuni di questi di sfuggire ai rastrellamenti dell'Armata Rossa
e quindi al piano di Stalin. Una volta svuotata la città dagli abitanti russi e lituani (e anche da molti dei polacchi che qui vivevano) queste due divisioni hanno operato una lunga operazione
di bonifica conquistando il centro cittadino, che sono riusciti a
difendere dall'assalto dei Morti. Per loro fortuna la vicinanza di
Nuova Tallin ha permesso a questo gruppo di combattenti di resistere nella cittadina mentre molti dei Morti venivano attirati
dalla città di metallo russa. Solo dopo dieci anni questo gruppo
è riuscito a rimettersi in contatto con il resto dei ribelli presenti
nel Reich, grazie ad un apparecchiatura radio praticamente nuo-
Il grosso della AK è composto da gente sfuggita alle città e così
anche al controllo del Reich. Hanno fatto dei fitti boschi di latifoglie la loro casa pur mantenendo sporadici, e assolutamente
clandestini rapporti con la gente dei borghi. I partigiani polacchi
conoscevano molto bene i boschi in cui sono cresciuti sin da
bambini, e la loro esperienza, unita al fascino dell'eroe che avevano sul popolo, hanno permesso di raccogliere nei loro accampamenti moltissimi rifugiati, criminali o presunti tali che sono
dovuti fuggire dall'opprimente regime tedesco. Questa divisione
ha però lo svantaggio di essere tremendamente frazionata e divisa, piccoli gruppi alcuni dei quali mantengono ancora il numero
del reggimento di cui facevano parte, abitano le foreste conducendo una vita quasi nomade e di continua fuga dai pericoli sia
viventi che Morti, che infestano queste aree. Molte delle figure
simbolo della ribellione polacca si trovano in questa divisione,
e alcuni pensano addirittura che se la nona divisione agisse congiuntamente contro un borgo, potrebbe anche liberarlo dal controllo dell'oppressore. Ma questa storia ha più il gusto di una
favola che di una reale speranza.
Mariush Dobrawsky – Comandante della nona divisione (disperso)
Aspetto: Mariush è alto e bello, il suo portamento è regale e
sul suo volto c'è sempre un sorriso rassicurante che può donare
speranza negli occhi di chi lo guarda. Indossa sempre la sua uniforme, quella del regno polacco naturalmente, e nessuna arma
dei cani tedeschi è in grado di scalfirla. Lo si riconosce anche per
la sciabola, bellissima e lucente che porta al fianco, un'arma che
da sola potrebbe far venir meno il cuore dell'invasore. Questo e
Mariush, o almeno così viene descritto dai membri della nona
divisione, che ormai da dieci anni attendono il ritorno del loro
coraggioso comandante.
Storia: Si racconta che Mariush abbia cavalcato con la cavalleria polacca contro i panzer tedeschi ai tempi dell'invasione e che
ne sia uscito vivo, datosi alla macchia avrebbe organizzato i partigiani polacchi affinché si preparassero per l''operazione “Tempesta”. Dalla Polonia sarebbe poi andato a Londra, per fornire
agli inglesi informazioni fondamentali che avrebbero permesso
l'assalto alla Germania. Solo il risveglio dei Morti impedì che
Mariush, con gli alleati liberasse l'europa dal Reich. Si dice che
allora, dopo essere sbarcato sulle coste della Francia, si sia diretto verso l'Italia, a capo di un drappello di uomini per combattere
il Reich al fianco degli americani. Dopo aver liberato dal giogo
nazista alcune città italiane Dobrawsky sarebbe dovuto ritornare
in Polonia per guidare l'insurrezione, ma gli italiani pare che si
siano tirati indietro e abbiano rinunciato al suo piano. Per questo ora Mariush sta radunando un esercito ancora più potente al
capo del quale arriverà e, insieme agli uomini della AK, libererà
la Polonia. (Potrebbe essere che alcune delle cose che vengono
raccontate sul suo conto non coincidano esattamente con la realtà dei fatti).
Tarocco dominante: Il Carro
Piotr Michalwsky – Comandante del 28° Reggimento
Aspetto: Piotr è un uomo di bassa statura, ha un fisico asciutto
ma ben allenato, tipico di chi passa molta della sua vita in mezzo
ai boschi, senza troppo da mangiare. Porta i capelli, color castano scuso, sempre arruffati e piuttosto lunghi così come la barba,
spesso incolta. I suoi vestiti sono ciò che riesce a recuperare della sua misura, per cui non ha decisamente uno stile personale.
Storia: Sin da giovanissimo Piotr è entrato nell'AK come combattente. Ha sempre sperato di riuscire con i suoi sforzi di migliorare le condizioni dei propri fratelli, al tempo era sotto il
comando di Dobrawsky, ed è stato lui stesso a dare adito a molte
delle voci sul conto del comandante scomparso. Piotr ha sempre
eseguito gli ordini che gli venivano impartiti, incurante del fatto
che questo potesse mettere a rischio la sua incolumità. Grazie
alle sue buone doti, venne messo a capo di uno dei reggimenti
della nona divisione, posto di stanza nelle foreste del Kobacky.
Il loro compito principale era quello di compiere azioni di sabotaggio nella vicina linea ferroviaria, che collegava il Reich con
i territori baltici. In quegli anni Piotr sviluppò un vero e proprio
culto del suo territorio di azione. Così anche quando i tedeschi
arretrarono sulle attuali posizioni, Piotr rimase là a guardia di
una linea ormai in disuso. La perdita dei contatti col resto della
AK fu un duro colpo per il soldato abituato ad eseguire gli ordini. Come un macigno cadde su di lui la responsabilità delle persone che aveva con se in quella foresta. Decise che avrebbe fatto
di tutto per proteggerle. Arrivarono anche i Morti, il più terribile
dei nemici, ma Piotr non si fece sorprendere da quell'evento soprannaturale. Non avrebbe ceduto quel terreno, quella foresta
era sacra così come il loro dovere di difenderla. Ne i Morti ne
gli sporadici soldati della wehrmacht sono mai riusciti ad avere
ragione del giovane comandante polacco.
Tarocco dominante: La Morte
Segreti: Piotr ha sempre avuto uno strano contatto col mondo
del soprannaturale, nonostante una forte fede cattolica, ha sem-
pre avuto l'impressione che ci fosse altro sulla terra oltre a quello
che è visibile agli occhi. La comparsa dei Morti diede adito alle
sue teorie, così decise infine di provare a sfruttare in qualche
modo queste forze misteriose. Fu così che ebbe origine il rituale
della morte patriottica. Questo rituale si basa sulla fedeltà alla
propria terra e sulla volontà di proteggerla ad ogni costo. Affinché funzioni è necessario bere della linfa vitale della terra che si
intende proteggere (Vodka distillata partendo da patate coltivate
nel loro territorio). Se la volontà di difendere il proprio paese
riesce a superare il richiamo della morte, allora chi ha bevuto la
linfa della terra, anche dopo la morte, sarà in grado di riconoscere gli invasori e indirizzare contro di loro la sua ira.
Note: Il rituale necessita di bere vodka creata con patate della
zona che si intende difendere, il personaggio morto dovrà effettuare un test su Volontà Difficile, se supera il test procederà
comunque alla selezione casuale della tipologia di Morto, però,
qualunque Morto egli diventi attaccherà solamente individui che
non hanno bevuto la stessa Vodka.
Armija Ludowa
(Armata Popolare)
I russi già dai tempi del patto per la divisione della Polonia non
avevano alcuna intenzione di lasciare i territori polacchi al Reich
senza controllare ciò che avviene oltre la frontiera. Gli agenti del
GUI (Servizi segreti Russi) cercarono di sfruttare i moti intestini
di resistenza per questo scopo. Fu così che nacque l'Armija Ludowa (AL). Un vero e proprio esercito segreto, benché inferiore
in numero rispetto alla AK poteva vantare un maggiore apporto
di mezzi e di armi dati i contatti con l'armata rossa. Lo scopo
della AL però non era soltanto quello di portare avanti la propria
ribellione ma anche quello di assicurarsi che, in caso di caduta
del Reich, non fossero gli uomini della AK a governare il paese,
ma che la Polonia entrasse all'interno dell'orbita sovietica. Inizialmente le loro azioni erano quindi dirette anche a screditare
gli uomini dell'altro gruppo ribelle agli occhi della popolazione:
L'unica speranza di salvezza doveva essere quella fornita dall'armata Rossa.
Il giorno del giudizio cambiò però radicalmente questa condizione. La venuta dei Morti, la fine della guerra sul fronte orientale
ed il nuovo Reich hanno distrutto le basi dell'Armjia Ludowa. I
membri del gruppo sono ora dispersi, alcuni sono entrati nelle
fila della AK, altri sono rimasti nelle città attendendo con sempre
meno speranza l'arrivo dei salvatori rossi. Infine i più coraggiosi
hanno attraversato il confine cercando le tracce di quello che
loro credono l'unico alleato capace di salvarli dalla morsa dei
nazisti.
Mirek Rowalsky - Insegnante di Krakau
Aspetto: Mirek è un uomo basso e magro, ha capelli castani
diradati dall'età, gli occhi leggermente scavati e il naso molto
appariscente lo rendono anche sgradevole alla vista.
Storia: Da sempre membro del partito comunista in Polonia,
Mirek ha mantenuto la sua ideologia anche nei periodi seguenti
all'invasione nazista. Sempre piuttosto timorato e titubante non
s'è mai fatto particolarmente notare tra le fila del partito, sono
stati solo i burrascosi eventi dell'occupazione e la conseguente,
segreta, resistenza organizzata dai polacchi che lo hanno buttato
in prima linea. Senza troppa convinzione si trovò ad essere membro dell'AL, un ruolo decisamente rischioso. È stato un destino
beffardo che ha fatto sì che fossero i superiori di Mirek a morire uno dopo l'altro, individuati dalla Gestapo oppure uccisi dai
Morti. Così ora spetterebbe a lui tirare le fila dell'AL nella città
di Krakau, un incarico che però non sente assolutamente suo...
così man mano la cellula dell'Armija Ludowa è andata disgregandosi e perdendo mordente. Soltanto un intervento esterno,
qualcuno che venga dalla Russia potrebbe risollevare il destino
di Mirek. Per ora, in attesa di questo evento, oltre a svolgere il
suo lavoro da impiegato, Mirek si dedica alle lezioni clandestine
di polacco che organizza in collaborazione coi membri della AK.
Nessuno di loro penserebbe mai che il mite Mirek è in realtà un
membro dell'armata comunista.
Tarocco dominante: La Luna