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V E T R I N A Tiziana Lotti Tramezzani di Ivana Aldi Molgora Si dice che gli occhi siano lo specchio dell’anima e che attraverso lo sguardo sia possibile rivelare molto più di quanto non si riesca a esprimere a parole. Negli occhi di Tiziana Lotti Tramezzani splende la luce di una travolgente passione per l’arte. Un sorriso aperto e radioso, che cattura l’attenzione mentre racconta con entusiasmo e trasporto la sua esperienza. Una vita dedicata allo studio e alla crescita interiore che, attraverso un intenso percorso, l’ha condotta a villa Pia, dove è curatrice della collezione della fondazione d’arte Erich Lindenberg. Nata a Zurigo nel 1978, all’eta di 10 anni si trasferisce in Ticino, luogo d’origine della sua famiglia. Dopo le scuole dell’obbligo prosegue gli studi all’università di Losanna, iscrivendosi a lettere e storia dell’arte, con specializzazione in storia contemporanea. Nel suo curriculum di studi inserisce, quale seconda materia, la letteratura inglese, per ampliare le proprie conoscenze linguistiche e soddisfare la sua predilezione per la lettura. Quale terza materia opterà per il «soutien» di storia dell’arte, che le permetterà di avvicinarsi a discipline quali la sociologia, l’architettura, la storia medievale e la filosofia. Terminati gli studi, nel 2004, a sorpresa il rientro in Ticino, dove le viene offerto il suo primo impiego. «Solo in apparenza le città oltre Gottardo sembravano offrire maggiori opportunità di lavoro in ambito culturale. In realtà il Ticino si stava muovendo tantissimo in tale direzione. Lugano in particolare». Così Tiziana inizia a lavorare come guida nei musei della città. «È stata per me l’esperienza più bella e importante, perché trovarsi a diretto contatto con le opere d’arte rappresenta un privilegio. E ammirandoli quotidianamente, questi capolavori diventano un po’ nostri, ci si affeziona». Le competenze di Tiziana verranno ulteriormente approfondite grazie a uno stage al museo cantonale, dove imparerà il mestiere di chi opera «dietro le quinte». Qui nascono i primi importanti contatti nel mondo dell’arte, tanto che nel 2007 viene chiamata a tenere un salotto culturale presso la galleria Mya Lurgo di Lugano. Per un anno seguirà regolarmente questa attività, presentando conferenze e focus su artisti di suo interesse. Nel frattempo verrà contattata dal liceo artistico di Zurigo, cui anni addietro aveva inoltrato il curriculum. Impossibile resistere a un’offerta tanto allettante. Tornare a Zurigo, città della sua infanzia, è per lei irrinunciabile. «Ho insegnato per 4 anni arte contemporanea, in un ambiente davvero stimolante. Mi avevano assegnato tutte le lezioni nella stessa giornata, il lunedì: partivo la mattina presto, insegnavo 4 ore e la sera tornavo a Lugano. Impegnativo ma bellissimo. Anche perché sul treno ho avuto il tempo di dedicarmi al piacere della lettura, per me essenziale». Per natura interessata e aperta a nuove esperienze, Tiziana coglierà in quel periodo l’opportunità di collaborare con il festival del film di Locarno, sinergia che perdura a tutt’oggi. Ma non finisce qui. Nel 2008 Mareen Koch darà vita alla fondazione d’arte Erich Lindenberg, che troverà sede a Porza presso l’ottocentesca villa Pia. Interpellata per questo interessante progetto, in fase ancora iniziale, Tiziana ne rimarrà colpita a tal punto che il suo coinvolgimento diverrà ben presto assoluto. «La storia di Mareen Koch mi ha particolarmente commossa – ricorda Tiziana, palesando una viva emozione nello sguardo – Lei, una donna straordinaria, è stata legata tutta la vita da una solida amicizia all’artista tedesco Erich Lindenberg. Si erano conosciuti da studenti all’accademia di Monaco e proprio allora lui le aveva chiesto di occuparsi un giorno del suo lascito. Una promessa molto giovanile, che poteva passare inosservata. Ma così non è stato. Quando è morto l’artista, nel 2006, lei davvero ha mantenuto la promessa». Tanto è bastato per convincerla a tuffarsi in una nuova entusiasmante sfida. Nel 2009 Tiziana dà alla luce il suo primo figlio, Paride, evento che le impone di abbandonare, a malincuore, il lavoro di Zurigo. Villa Pia si inaugura nell’aprile 2012, con una retrospettiva sull’artista e una mostra fotografica di Roberto Pellegrini. «Annualmente organizziamo due esposizioni seguendo un tema di fondo che stabilisce una continuità. Quale curatrice della fondazione e del museo ho il duplice mandato di occuparmi della collezione e di promuovere il nostro territorio, presentando artisti prevalentemente svizzeri nel modo più fedele allo spirito della fondazione. Mensilmente, poi, proponiamo anche concerti e presentazioni di libri». Una vita professionale assolutamente appagante e in perfetta armonia con una personalità eclettica e vivace. Tiziana Lotti Tramezzani, oggi mamma di due bambini (dopo Paride è nata Olimpia, 2 anni e mezzo fa), conciliando in maniera ottimale gli impegni di lavoro e quelli famigliari, è un esempio per tutte le donne che lavorano. «L’arte è il centro della mia vita, mi fa stare bene. Nel lavoro ho sempre potuto fare quello che mi piace: leggere e studiare. E cerco di seguire i miei interessi in funzione dei miei figli. Partecipare dall’inizio ad un progetto, crearlo e costruirlo, è come essere genitore. Io vivo il presente intensamente, nella speranza di trasmettere ai miei figli che nella vita, se davvero c’è la passione, è possibile credere in un sogno, portarlo avanti e vederlo anche realizzato». Sorride Tiziana, negli occhi la luce scintillante della passione si fonde con quella velata dell’emozione. Rivista di Lugano 5