20161003 - Ordine dei Medici di Ferrara

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20161003 - Ordine dei Medici di Ferrara
3 ottobre 2016
Il Resto del Carlino
Chiusa anche Ostetricia, gli atti vanno in Procura
«PER CHI VOLESSE approfondire veramente la vicenda e farne uno studio più
approfondito». Affida a questa semplice quanto eloquente affermazione, ripetuta in modo
sistematico ad ognuno dei quattro punti posti all’attenzione, ogni ulteriore commento e
nota esplicativa, come a dire che non c’è bisogno di commentare, per chi ha volontà
davvero di approfondire basta leggere i fatti e i documenti allegati. È la lettera inviata ieri
da Nicola Zagatti (in foto), in qualità di portavoce del Comitato per la Salvaguardia del
Delta, alla Commissione regionale per le politiche per la salute e sociali, ma anche per
conoscenza in Procura e al Prefetto, oltre che ai vertici dell’Ausl di Ferrara. Una lettera
scaturita dopo l’esito dell’ultima Conferenza territoriale sociosanitaria, in cui si è palesata
l’ormai prossima chiusura del reparto maternità all’Ospedale di Lagosanto, al posto del
quale dovrebbe sorgere un un centro per la procreazione medicalmente assistita.
PER RAMMENTARE come questa non sia altro che la «cronaca di una morte
annunciata», Zagatti scandisce la lettera in quattro punti chiave, dove chiede a «chi
volesse approfondire veramente la vicenda di comprendere le vere ragioni per cui la quota
dei parti sia passata dai 579 nel 2010, 580 nel 2011, 519 (dato incompleto) nel 2012 ai
361 del 2013 (dato in continuo calo)... fino alla chiusura (decisa nel 2013) del reparto di
Pediatria». ALTRA QUESTIONE messa sul piatto del depotenziamento è relativa
all’emodinamica. Zagatti chiede di capire perchè questa sia stata chiusa, nonostante
«l’Ausl, l’Azienda ospedaliera Sant’Anna e l’Assessorato regionale alla sanità abbiano
approvato un progetto per l’istituzione di un laboratorio di emodinamica per il quale la
Fondazione Carife erogò ben 75mila euro». Il portavoce del Comitato ricorda infine lettere
profeticamente inviate alla stampa da medici stessi dell’ospedale, nel 2012, e le stesse
preoccupazioni espresse nel 2011 dal sindaco di Lagosanto Paola Ricci, prematuramente
scomparsa, sull’allora fusione del reparto maternità-pediatria, avvisaglia di quello che sta
accadendo ora, e della chiusura di gastroenterologia, reparto mai più aperto. E conclude
provocatoriamente, «a tutti voi lascio la decisione se approfondire i punti citati».
La Nuova Ferrara
Delta, chiesto intervento di Regione e procura
L’ingresso del servizio di Procreazione medicalmente assistita (Pma) nell’ospedale del
Delta, a Lagosanto, potrebbe essere solo uno specchietto per le allodole. L’istituto di
degenza del basso ferrarese sarebbe stato infatti progressivamente svuotato negli anni di
servizi e funzioni importanti creando almeno una delle premesse indispensabili per
procedere a nuovi tagli. Come la chiusura del punto nascita, non ancora deliberata e
segnata sul calendario ma di fatto potenzialmente avviata mercoledì scorso con
l’approvazione da parte della Conferenza socio-sanitaria territoriale del progetto Pma, che
andrà a riempire il vuoto fisico lasciato dalla maternità quando sarà materialmente
smantellata. A descrivere questo stato di cose con una lettera che tra i suoi destinatari ha
anche la Commissione regionale Politiche per la salute e la procura ferrarese è il
portavoce del Comitato di salvaguardia dell’ospedale del Delta, Nicola Zagatti. L’autore del
documento mette in fila i numeri delle nascite avvenute sui lettini dell’ostetricia di
Lagosanto nell’ultimo quinquennio per delineare una discesa vertiginosa: «579 parti nel
2010, 580 nel 2011, 519 (dato incompleto) nel 2012 e 361 del 2013 (dato in continuo
calo)», scrive Zagatti, una tendenza che è stata affiancata dalla «chiusura (decisa nel
2013) del reparto di Pediatria». Il trend discendente si è confermato nel 2016 visto che i
dati (ufficiosi) indicano in meno di 200, ad oggi, i parti di quest’anno, meno della metà di
quelli che si contavano nei primi anni del decennio in corso. Le motivazioni di questo
andamento, secondo l’Asl, sono molteplici: dalla denatalità (fenomeno in corso in Italia,
seppur con pause isolate, dagli anni ’90 e che non ha risparmiato negli ultimi lustri il basso
ferrarese) alla riduzione dei flussi di immigrazione. Zagatti considera anomala questa
curva e ricorda che al Delta avrebbe dovuto anche insediarsi in modo permanente
l’emodinamica. Il laboratorio avrebbe dovuto «servire una utenza di circa 100.000 unità sul
territorio» e la Fondazione Carife assicurò, precisa il referente del comitato, «un
sostanzioso contributo finanziario di 75mila euro». Il servizio funzionò per pochi anni, a
cavallo della fine del decennio scorso. «Oggi - dice Zagatti - i pazienti devono spostarsi a
Ferrara». La linea prevalsa in provincia, a partire dal 2013, l’anno in cui fu avviata la
riorganizzazione sanitaria tuttora in corso, è stata di concentrare le funzioni ospedaliere
chiudendo i centri più piccoli, accorpare ambulatori e servizi sul territorio, sopprimere
prestazioni negli ospedali periferici non supportate da una domanda adeguata,
indispensabile per mantenere e far crescere le competenze professionali, o da un
ventaglio di alte specializzazioni in grado di completare in loco un percorso diagnosticoterapeutico e assistenziale. La chiusura del punto nascita di Lagosanto (già nel mirino del
ministero e della Regione) sarebbe legata a doppio filo alla prima motivazione, la
calcellazione dell’emodinamica alla seconda, secondo quanto nel tempo (anche
ufficiosamente) è uscito dagli uffici territoriali e centrali dell’Asl. Zagatti ricorda che l’ex
sindaca di Lagosanto, Paola Ricci (scomparsa nel 2013), dichiarò la sua preoccupazione
«nel 2011 per l’accorpamento Pediatria-Maternità e la chiusura, che sperava temporanea,
di Gastroenterologia». Gastroenterologia - sottolinea Zagatti - non ha mai più riaperto.
L’avanzante “desertificazione” potrebbe produrre nuovi e ulteriori sviluppi con perdita di
altri servizi e crescente indebolimento dell’ospedale, ipotizza l’esponente del comitato
laghese che annuncia: «Quando la maternità sarà chiusa presenterò un esposto
documentato in procura».
Un centro di II livello con più prestazioni e una capacità
d’attrazione interregionale
L’obiettivo dell’insediamento di una Pma al Delta e duplice: evitare l’ulteriore svuotamento
dell’ospedale, che perderà la maternità, e recuperare almeno una parte della mobilità
passiva che porta ogni anno alcune decine di coppie ferraresi alla ricerca di un figlio a
spostarsi fuori provincia o fuori regione. Attualmente in provincia è presente un centro di I
livello, a Cona (inseminazione intrauterina, induzione dell'ovulazione multipla e la
crioconservazione dei gameti maschili). Il centro programmato al Delta fornirà prestazioni
di II livello e consentirà di eseguire tra l’altro, come annunciato durante il lavori della
Conferenza socio-sanitaria di mercoledì scorso, la fecondazione in vitro con trasferimento
dell'embrione (FIVET), il prelievo testicolare dei gameti, l’iniezione intracitoplasmatica dello
spermatozoo (ICSI), il trasferimento intratubarico dei gameti maschili e femminili (GIFT)
per via transvaginale o ecoguidata o isteroscopia.
Posti letto, il Sant’Anna archivia il taglio estivo
La questione l’ha sollevata mercoledì scorso in Conferenza socio-sanitaria la sindacalista
della Fials Mirella Boschetti. In un momento di “afasia” dell’organismo (nessuno dei
componenti titolari era intervenuto) aveva chiesto il permesso di potersi rivolgere, fuori
protocollo, ai dirigenti presenti per avere informazioni sui posti letto delle due aziende
sanitarie in vista della scadenza del piano di riduzioni estive. Tiziano Carradori, il dg del
Sant’Anna, aveva risposto subito: «Tornerà tutto come prima» dai primi di ottobre. Il
documento-guida dell’azienda ospedaliera spiega infatti che «dal 3 ottobre saranno
riattivati tutti i posti letto rimodulati per il periodo estivo», cioè «37 posti letto con nessuna
modifica alle dotazioni organiche preesistenti». Nel Dipartimento Medico Specialistico
(blocco 1C1) vengono riaperti 10 posti letto (Reumatologia 4, Endocrinologia 2, Nefrologia
4). La dotazione di Reumatologia sarà quindi di 10 pl, quella di Endocrinologia di 6 pl e
quella di Nefrologia di 16. Nel Dipartimento di Neuroscienze vengono riaperti 6 posti letto
in Neurochirurgia con rientro nel blocco 2C2 dove si riattiva la dotazione di 16 posti letto.
All’interno del Dipartimento Emergenza, in Pneumologia vengono riaperti 11 posti letto con
rientro nel blocco 1C2 dove si riattivano i 23 posti letto; Cardiologia II rientra nel blocco
1C2 con i 4 posti letto. Nel Dipartimento Chirurgico Specialistico (blocco 1B2) vengono
riaperti 8 posti letto (Orl 2, Chirurgia maxillo-facciale 2, Oculistica 2, Chirurgia plastica 2);
la dotazione per le unità operative sarà la seguente: Orl 14 pl, Maxillo-Facciale 5 pl,
Oculistica 6 pl, Chirurgia plastica 5 pl). Nel Dipartimento Chirurgico (blocco 1B2) la
Chirurgia Vascolare riapre 2 posti letto passando a 12 posti letto. Nel Dipartimento
Riproduzione e Accrescimento (blocco 3D1) la Chirurgia pediatrica riapre la degenza su 7
giorni. «La riattivazione dei posti letto e i trasferimenti delle Unità operative di
Neurochirurgia, Pneumologia e Cardiologia II avverrà nella mattinata del 3 ottobre»,
informa l’azienda ospedaliera. Il trasferimento di alcuni dei reparti interessati imporrà
anche, per alcune ore, una modifica del flusso dei ricoveri in attesa che le operazioni di
trasloco siano completate.
L’allattamento al seno promosso con i flash mob
Coinvolge anche la provincia estense l’iniziativa “Indossa una maglietta bianca e vieni
anche tu ad allattare”. Due i centri interessati: Ferrara, sabato scorso, e Comacchio,
giovedì 6 ottobre alle ore 16, nello Spazio Nati per Leggere, a Palazzo Bellini, in Via
Agatopisto 5. L’obiettivo è promuovere l’allattamento al seno. Il flashmob è promosso dalla
Regione per la Settimana mondiale dell’allattamento materno ed è organizzato con le
«aziende sanitarie, gli enti locali, le associazioni (i gruppi di sostegno all’allattamento al
seno). «Allattare al seno fa bene - scrive la Regione - è la fonte di nutrimento migliore per
proteggere il bambino e per favorire il suo sviluppo. Fa bene anche alla salute della donna
e alla relazione tra madre e figlio». Ecco i dati dell’ultima indagine: l’allattamento al seno
completo, senza aggiunta di latte artificiale, viene praticato dal 52% delle donne a tre mesi
dal parto e dal 33% a cinque mesi.
Influenza, è già tempo di vaccino
Ottobre è il mese in cui in genere si comincia a parlare di prevenzione dell’influenza e
della campagna messa annualmente in piedi dalle Asl. L’avvio del servizio di vaccinazione
gratuita è previsto per l’inizio di novembre (in genere gli operatori privati, le farmacie, dove
il vaccino si acquista, partono un po’ prima), ma in Regione si sta già iniziando a
programmare l’attività di informazione e l’attivazione dei centri pubblici autorizzati a
somministrare il vaccino. Quest’anno l’aggressività dei virus responsabili dell’infezione
potrebbe essere più pesante che in passato, questo dicono alcuni degli addetti ai lavori.
Ma c’è anche da ricordare che nel recente passato l’evoluzione dell’epidemia è stata
piuttosto imprevedibile essendo legata in modo stretto alle condizioni meteorologiche, più
variabili negli ultimi tempi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha già indicato la
composizione del vaccino per l'emisfero settentrionale nella stagione in corso. Intanto sul
sito della Regione sono reperibili le informazioni sui soggetti a cui è raccomandata la
vaccinazione. Quella gratuita contro l’influenza è garantita a: persone di età pari o
superiore ai 65 anni; bambini (da 6 mesi), ragazzi e adulti affetti da specifiche malattie;
bambini e adolescenti in trattamento prolungato con acido acetilsalicilico (aspirina); donne
nel secondo e terzo trimestre di gravidanza all'inizio della stagione epidemica; persone di
qualunque età ricoverate presso strutture per lungodegenti; personale sanitario e di
assistenza; famigliari di persone ad alto rischio; addetti a servizi pubblici di primario
interesse collettivo; personale che per motivi professionali è a contatto con animali. Tra i
servizi di pubblica utilità, specifica la Regione, vanno ricompresi gli addetti alle forze
dell’ordine, alla Protezione civile, i donatori di sangue, il personale degli asili nido delle
scuole dell’infanzia e dell’obbligo, il personale dei trasporti pubblici, delle poste e
comunicazioni, i dipendenti della pubblica amministrazione che svolgono servizi
essenziali. La vaccinazione viene praticata, con una semplice iniezione intramuscolare,
dal medico di famiglia e dai servizi vaccinali delle Asl, presso i Servizi igiene pubblica e
pediatria di comunità. E’ gratuita per le persone con condizione di rischio, a pagamento
per tutte le altre. Ai dipendenti del Servizio sanitario la vaccinazione viene proposta dalla
propria azienda sanitaria. Ci sono anche delle regole igieniche che sarebbe bene
rispettare: per limitare la diffusione del virus influenzale durante il periodo epidemico è
consigliato lavarsi spesso le mani, ad ogni starnuto coprirsi il naso e la bocca e poi lavarsi
le mani, soffiarsi il naso con fazzoletti monouso da gettare in pattumiera chiusa e poi
lavarsi le mani, in caso di sintomi influenzali rimanere a casa e limitare i contatti con altre
persone. Nel corso della campagna antinfluenzale ci si potrà rivolgere a un numero
telefonico fisso che sarà comunicato nelle prossime settimane e consultare il materiale
informativo che sarà caricato sul sito Saluter.