TRACCE D`ETERNITA` N.18
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TRACCE D`ETERNITA` N.18
Tracce LA BIBBIA E GLI ALIENI: MITOPOIESI MODERNA O NEO-EVEMERISMO SOSTENIBILE? (PRIMA PARTE) di Fabio Marino La rivista elettronica del mistero Anno IV nr. INSERTO CENTRALE DI 16 PAGINE 18 d’eternità Questa rivista telematica, in formato pdf, non è una testata giornalistica, infatti non ha alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale, ai sensi della legge n. 62/2001. Viene fornita in download gratuito solamente agli utenti registrati del portale e una copia è inviata agli autori e ai collaboratori. Per l’eventuale utilizzo di testi e immagini è necessario contattare i rispettivi autori. Un'indagine sulle origini del diavolo LE DIECI TRIBU’ PERDUTE DI ISRAELE Roberto La Paglia NAUFRAGIO DELLA COSTA CONCORDIA STRANE COINCIDENZE Claudio Foti ATTERRAGGIO UFO A VELLETRI NEL LONTANO 1993? Daniele Cataldi LA MAPPA DEL CREATORE Simone Barcelli L’ALBA DEL SOLE NERO DIO E SATANA DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA? Roberto Bommarito Pier Giorgio Lepori La medicina dimensionale Michele Proclamato LA BUFALA DEL SIGILLO SUMERO VA/243 Stefano Panizza GIOVANNA D’ARCO, GILLES DE RAIS E LE PARCHE Nicoletta Travaglini IL TERRORE PER LA MUTILAZIONE DI ANIMALI È DIFFUSO E GLOBALE COS’E’ LA MATERIA? Domenico Dati LA NASCITA DELLE COSTELLAZIONI ANTICHE Agostino Galegati LE FIRME DI QUESTO NUMERO di Naomi Semeniuk Traduzione a cura di Carla Masolo Naomi Semeniuk Alateus Aezio (Il Fatto Storico) Daniele Bagnoli (Dita di Fulmine) Franco Pavone (C.U.T.) Simone Lega (Edizioni XII) Antonella Beccaria Pier Giorgio Lepori Nicoletta Travaglini Roberto Bommarito Stefano Panizza Michele Proclamato Noemi Stefani Fabio Marino Simonetta Santandrea Simone Barcelli Gianluca Rampini Riflessioni sulla conferenza del C.U.T. alla scuola media Alessandro Volta Franco Pavone CONTENUTI ARTICOLI Pag.11 Roberto Bommarito - Dio e Satana, due facce della stessa medaglia? Pag.24 Nicoletta Travaglini - Giovanna D’Arco, Gilles De Rais e le Parche Pag.44 EDITORIALE Pag.28 Domenico Dati - Cos’è la materia? Roberto La Paglia Pag.31 Pier Giorgio Lepori - L’alba del Sole Nero Pag.45 LE DIECI TRIBU’PERDUTE DI ISRAELE Pag.36 Agostino Galegati - La nascita delle costellazioni antiche Pag.62 Franco Pavone - Riflessioni sulla conferenza C.U.T. scuola Alessandro Volta Pag.68 Stefano Panizza - La bufala del sigillo sumero VA/243 Pag.87 Naomi Semeniuk - Il terrore per la mutilazione di animali è diffuso e globale Roberto La Paglia Pag.50 NAUFRAGIO DELLA COSTA CONCORDIA STRANE COINCIDENZE Claudio Foti (traduzione a cura di Carla Masolo) Pag.94 Simone Barcelli - Kolosimo, un’intervista fuori dal tempo e dallo spazio (con note esplicative di Fabio Marino) Pag.53 ATTERRAGGIO UFO A VELLETRI NEL LONTANO 1993? Daniele Cataldi Pag.55 NEWS Pag.56 SEGNALI IN LIBRERIA Pag.57 LA MAPPA DEL CREATORE RECENSIONI Pag.56 Giovanni F. Bignani, “Cosa resta da scoprire” (Mondadori, 2011) Pag.70 Simone Barcelli, “Il ritorno del Serpente Piumato” (Cerchio della Luna Editore, 2012) Simone Barcelli INTERVISTE Pag.94 Simone Barcelli intervista Peter Kolosimo (Fuori dal tempo e dallo spazio) NAVIGA TRA LE PAGINE CON IL SIMBOLO RUBRICHE Pag. 3 NOTE A MARGINE della redazione Pag. 5 LIBRARSI di Simonetta Santandrea Pag. 6 IL FATTO STORICO di Aezio Pag. 7 DITA DI FULMINE di Daniele Bagnoli Pag. 8 LUCI DALL’OLTREVERSO di Fabio Marino Pag.17 XAARAN di Antonella Beccaria Pag.19 L’OTTUPLICE SAPERE ORIENTALE di Michele Proclamato Pag.30 INTORNO XII di Simone Lega Pag.59 NON PRENDIAMOCI SUL SERIO della redazione Pag.81 CONFESSO, HO VIAGGIATO di Noemi Stefani Pag.84 ALTRE VERITÀ di Alateus Pag.92 LIFE AFTER LIFE di Noemi Stefani REDAZIONE Progetto grafico e impaginazione a cura di Simone Barcelli. Revisione testi a cura della redazione. Simonetta Santandrea [email protected] Gianluca Rampini [email protected] Andrea della Ventura [email protected] Questa rivista telematica, in formato pdf, non è una testata giornalistica, infatti non ha alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale, ai sensi della legge n. 62/2001. Viene fornita in download gratuito solamente agli utenti registrati del portale e una copia è inviata agli autori e ai collaboratori. Per l’eventuale utilizzo di testi e immagini è necessario contattare i rispettivi autori. Simone Barcelli [email protected] Fabio Marino [email protected] Traduzioni Sabrina Pasqualetto [email protected] Anna Florio [email protected] Antonio Nicolosi [email protected] Germana Maciocci [email protected] Carla Masolo [email protected] 2 NOTE A MARGINE di Simonetta Santandrea Il LiDAR, il radiocarbonio, l’archeologia e… Leggo questa notizia su un buon sito internet: "È un cambiamento di paradigma", afferma l’archeologo Chris Fisher, "proprio come l'avvento del radiocarbonio, il LiDAR avrà lo stesso impatto". Archeologo specializzato in Messico occidentale, Fisher studia il modo in cui gli ambienti influenzano e cambiano le culture. LiDAR lo ha aiutato a delineare meglio il quadro del Messico antico, portandolo a conoscere l'Impero Purepecha, prima poco conosciuto. Diversi anni fa, Fisher iniziò con robusti computer palmari e alcuni ricevitori GPS per mappare la città recentemente scoperta di Sacapu Angamuco nel Messico occidentale, occupata all’incirca dal 1000 al 1350 d.C. I Purepechan o Tarasco si erano dimostrati più difficili da individuare archeologicamente dei loro contemporanei e rivali, gli Aztechi. LiDAR, abbreviazione di "light detection and ranging" è una tecnologia di rilevamento remota. Analogamente al radar, una matrice LiDAR emette luce su un obiettivo, spesso tramite laser. La luce può essere nel campo visibile dello spettro, nei raggi ultravioletti o nel vicino infrarosso. Si misura il tempo necessario perché la luce ritorni riflessa indietro allo scanner, con ogni misurazione registrata come un punto. In archeologia, i dati così raccolti sono utilizzati per tracciare le differenze nell'elevazione e forma; da questa nube di dati, è costruita un'immagine dell'area osservata. Oltre all'archeologia, LiDAR ha usi in geologia, silvicoltura, usi agricoli, militari e meteorologici; esso è abbastanza accurato per ambienti urbani, per esempio, per tracciare un grafico e per tracciare linee di trasmissione elettrica sulla mappa. Come dare agli scienziati una foto di ciò che si trova sotto di loro su (e sotto) il suolo, LiDAR può anche misurare pioggia e prodotti chimici. Anche se spesso distribuito su aerei che volano lungo piani di volo appositamente registrati, coprendo un'area con copertura strisce e sovrapposti, LiDAR può essere impiegato anche su veicoli terrestri ed è anche usato in dispositivi fissi fare scansioni 3D di vani costruiti e oggetti. La scienza pura non è la sola logica per l'uso di LiDAR e altre tecnologie. In stretto tempo economico, permette di risparmiare sui fondi della ricerca accademica, quindi tutto ciò che può risparmiare denaro è il benvenuto. "La tecnologia LiDAR (aiuta) a mappare non solo l'architettura antica", scrive Fisher, "ma il paesaggio sottostante in modo più conveniente di quanto non si riesca a fare con una tradizionale indagine archeologica. Inoltre, la qualità dei dati è migliore di qualsiasi metodo precedente. "LiDAR è stato da un po' (dagli anni 80) ampiamente usato per l'archeologia nel Regno Unito e altri luoghi in Europa. Ma solo di recente la sua risoluzione è diventata abbastanza alta per vedere le singole parti archeologiche. Ogni punto che abbiamo ha una gamma di più/meno di 2,5 cm — circa le dimensioni di un cubo di Rubik. Così ora noi possiamo usarlo per indagare non solo antiche città, ma il panorama più ampio e connessioni tra queste caratteristiche sul paesaggio. Per la prima volta siamo in grado di registrare il mondo nello stesso modo in cui lo sperimentiamo — in tre dimensioni." In che cosa esattamente consiste questa rivoluzione? Velocità. Costo. Complessità. LiDAR e la sua tecnologia correlata hanno 3 compresso la raccolta dei dati, nello stesso modo in cui il calcolo stesso ha aumentato la velocità di elaborazione di calcoli numerici di informazioni. Un paesaggio, con i suoi manufatti architettonici e agricoli, può essere mappato in dettaglio straordinario in una frazione del tempo che era necessaria prima per prendere tutte le misure e per un prezzo molto ridotto. In questo modo gli archeologi possono spendere più del loro tempo per modellare, ragionare e teorizzare, utilizzando i dati, piuttosto che per la semplice raccolta degli stessi dati. Inoltre, le informazioni raccolte sono plausibilmente immuni dai danni del tempo, o almeno più resistenti a deperire rispetto a molte delle prime informazioni di archeologia. "I dati sono indelebili", prosegue Fisher, "non come una fotografia, [che] si degrada. Essi rappresentano anche una nuvola di punti, piuttosto che un'immagine statica. Noi, come archeologi, combattiamo una battaglia già persa per preservare il patrimonio culturale di fronte a un mondo in continua espansione. LiDAR congela il paesaggio - tutto in quel paesaggio; vegetazione, animali, ecc - in questo momento. Immaginate se avessimo immagini LiDAR per siti archeologici rovinati da un centinaio di anni fa”… E mi viene da pensare… Grande la tecnologia al servizio della scienza e della scienza archeologica! E anche: quanto LiDAR occorrerebbe per ripulire questo stesso mondo scientifico da montagne di stupidaggini! Simonetta Santandrea NOTE A MARGINE di Gianluca Rampini Anche gli scienziati piangono Tempi strani, tempi complicati. Di per sé è il tempo stesso a essere un mistero. L’altro giorno ho sentito Mikio Kaku, maggior esponente della teoria delle stringhe, dire che uno dei più grandi misteri rimasti irrisolti è il motivo per cui il tempo fluisca in avanti e non indietro. Per quanto banale, è un domanda a cui non abbiamo risposta. Perché non siamo tutti come Benjamin Button? Curioso che questo problema mi accompagni fin da quando era ragazzo, quando in vari modi mi capitava di confrontarmi con l’idea dei viaggi nel tempo. Quindi figuriamoci quanto complicato può essere comprendere perché succedono certe cose, come si legano le une alle altre e cosa ci aspetta. Nel campo scientifico, soprattutto in astronomia, è periodo di grande fermento per ciò che riguarda la comprensione della nostra galassia. Meglio specificare la nostra galassia, perché dell’universo sappiamo ancora ben poco. Ci viene detto che ormai è quasi fatta per la scoperta di un pianeta gemello alla Terra. Che i pianeti nella così detta “fascia di abitabilità” siano ormai molto numerosi e, soprattutto, molto più numerosi di quanto non si potesse immaginare. Il che aumenta esponenzialmente le probabilità che ci siano altre civiltà evolute, nella nostra galassia. Altre civiltà evolute. Diciamo altre civiltà, perché se il termine di paragone siamo noi, l’idea di evoluzione potrebbe non essere così condivisa. La celebre equazione di Drake: Nciv = Fét x Ppla x Npla x Pvie x Pint x Pcom x T, che prova a calcolare quante civiltà evolute ci potrebbero essere nella Via Lettea, è ormai decisamente superata e decisamente riduttiva. Diciamo, tanto per generalizzare, che il timore di essere soli nell’universo è totalmente infondato. Come dice Hawkins, forse dovremmo temere per l’esatto opposto. Giungono poi importanti notizie, anche e soprattutto dal nostro sistema Solare. Su Marte ci viene detto ci siano tracce di vita passata, naturalmente non vita complessa, socialmente evoluta, ma il passo tra una cellula vivente e una civiltà tecnologica, è per me molto più breve che tra l’assenza di tracce di vita e una forma di vita qualsiasi. Dire che sulla Luna ci sia acqua non è più una così insensata eresia, è la Nasa stessa ad ammetterlo. Sempre secondo Kaku, ci sono buone probabilità di trovare, sempre sul nostro satellite, antiche tracce del passaggio di una qualche sonda artificiale auto-replicante, inviata da una civiltà aliena a esplorare e colonizzare tecnologicamente l’intera galassia. Il monolite di “2001: odissea nello spazio”, ne sarebbe il miglior esempio cinematografico. Quindi? Generalmente, a questo punto dei miei editoriali, giunge il ma. E come posso smentirmi proprio questa volta? Non lo faccio. Ci sono infatti troppe zone d’ombra e contraddizioni. Siamo sulla soglia di scoprire un mondo come il nostro, sappiamo ormai per certo che il nostro sistema solare potrebbe svelare incredibili sorprese e il governo statunitense cosa fa? Taglia brutalmente i budget della Nasa, abbandona il programma Shuttle senza avere nulla che lo possa sostituire. Certo c’è la crisi e certo, c’erano i milletrecento miliardi di dollari da dare alle banche. A mio parere, l’unico motivo per abbandonare in questo modo una ricerca scientifica, forse non vitale ma di certo fondamentale per l’umanità, o per quanto li riguarda per gli Stati Uniti, è che abbiano già in opera un programma segreto di viaggi nello spazio con tecnologia talmente avanzata da dover esser tenuta assolutamenta segreta. Non c’è il tempo di elencarli qui, ma ci sono molti indizi che puntano in questa direzione. Divertente, in qualche modo, una gaffe di Reagan quando era presidente, in cui disse di aver appreso che sullo shuttle in orbita ci fossero trecento persone (Diario del Presidente Reagan: 11 giugno 1985, pag. 334 ). Altra curiosità è che la Nasa, nel 2007, abbia premiato “La Squadra Umana di supporto al volo spaziale” per i suoi sforzi nel mantenere al sicuro gli astronauti dai detriti spaziali, dagli asteroidi o da qualsiasi genere di pericolo di questo tipo. Già la definizione “umana” potrebbe insospettire ma credo si contrapponga al concetto di missione automatica piuttosto che a qualcos’altro di più esotico. Messa in questo modo, sembrerebbe vi sia una “squadra” di astronauti che seguono da vicino gli Shuttle con funzioni di sicurezza. Oppure, volendo essere meno azzardati, ci 4 dovrebbero spiegare come possono fornire questo tipo di assistenza, tenuto conto che una volta in orbita, lo Shuttle, o la Stazione Spaziale Internazionale, ha una ridottissima manovrabilità. Non possono certo schivare ciò che arriva loro addosso e, in ogni caso, la Nasa dispone già di un sistema di sorveglianza di tutti i detriti spaziali che ci sono in orbita. Quindi cosa e come diavolo fanno? Posso dirvi che ho trovato un link governativo, o per meglio dire militare, che riportava questa notizia, ma che questo link ora non è più attivo. Guarda la casualità. Per riprendere le fila del discorso, io sospetto che la particolare attenzione e libertà con cui circolano le notizie sulle scoperte che si vanno facendo in giro per la galassia e nel nostro sistema solare, vengano proprio comode per allontanare, sempre più, l’orizzonte, per creare più ampi spazi di manovra e per poterci dire “Vedete, se c’è acqua sulla Luna noi ve lo diciamo, non siamo certo gente che tiene segrete le notizie, altrimenti non lo avremmo fatto sapere a tutti”. Concludo con una nota di costume; avrete sentito che Margherita Hack si è pubblicamente lamentata, perché un medico abilitato non ha voluto esaminarla per il rinnovo della patente. È andata in tv e sui giornali, indignata per quella che lei ha sentito come una discriminazione. A parte tutte le considerazioni sulla veneranda età, novantadue mi sembra, e sulla legittimità dell’azione del medico, vorrei sottolineare come lei abbia voluto sfruttare la propria celebrità, lamentandosi pubblicamente, cercando di ottenere una movimentazione popolare che inducesse qualcuno a ridarle la patente. Evidentemente anche gli scienziati piangono. Perdonerete la mia presa di posizione, ma la Hack, per chi come me si occupa di ufologia, è sempre stata una polemica e ottusa spina nel fianco. Forse avete ragione voi: è acqua passata, in tutti i sensi. Meglio pensare a Tracce, che anche questa volta si ripropone con eccezionali contenuti, frutto dei nostri impareggiabili contributors. Grazie a tutti e buona lettura. Gianluca Rampini LIBRARSI di Simonetta Santandrea STRANE CREATURE Tracy Chevalier “Be’, quando Mary Anning lo scoprì cambiò, senza volerlo, il nostro modo di vedere il mondo. Di colpo era apparsa questa creatura misteriosa, di cui non c’era traccia sulla terra. Una creatura che non esisteva più da chissà quanto tempo, una specie estinta… ovvero, scomparsa per sempre. Quella scoperta fece nascere il dubbio che il mondo fosse soggetto ai cambiamenti, che si trasformasse, anche se molto lentamente, invece di rimanere sempre uguale a se stesso, come si pensava in precedenza.” di un animale che lei e il fratello continuarono a lungo a chiamare ‘un coccodrillo’, anche quando gli studiosi lo avevano già rinominato ‘ittiosauro’. Dopo l’ittiosauro un altro scheletro di animale venne, per così dire, alla luce - era diverso dal precedente, collo lunghissimo, corpo a barile, coda corta. Era il plesiosauro, la ‘quasi lucertola’. Ormai l’intero mondo della scienza aveva gli occhi puntati su Mary Anning. (Intervista a Tracy Chevalier) Nel romanzo, poiché questo è in effetti Strane creature, una storia romanzata basata su dati reali e Mary Anning aveva un dono, sulla figura realmente esistita di quello di individuare, nel grigiore Mary Anning e sulle sue reali della sabbia e nell’impasto scoperte archeologiche, grande arruffato delle alghe, il contorno di parte ha il dibattito del mondo un fossile - un’ammonite, una scientifico di allora relativamente belemnite, un giglio di mare, o un al peso da attribuire a questi altro di quelli che la gente comune rinvenimenti, all’impatto sociale e chiamava ‘ninnoli’ e che venivano morale di tali affermazioni venduti ai turisti di Lyme. scientifiche, che paiono scardinare Forse l’aveva ereditato dal padre, le basi religiose che avevano fin un ebanista, che le aveva anche qui retto anche il mondo insegnato a cavare i fossili dalla accademico con questi nuovi sabbia e a pulirli col raschietto principi galileiano-darwiniani… senza rovinarli. E per di più ad opera di una Fin qui, niente di straordinario. donna. Un giorno, però, Mary Anning scorse qualcosa di più grosso tra le rocce calcaree e la sabbia: il cranio 5 Titolo Strane creature Autore Tracy Chevalier Tracy Anno pubblicazione 2009 287 pagine brossura Traduttore Ortelio M. Editore Neri Pozza (collana I narratori delle tavole) IL FATTO STORICO di Aezio Quotidiano di Storia e Archeologia Il “primo” sottomarino svelato interamente dell’Unione H o u sa to n ic, e sparì dalla zona dopo essere riemersa per mostrare alle truppe di terra un segnale di missione compiuta con una lanterna, che poi è stata ritrovata dagli archeologi ancora a bordo: l’Hunley non fece infatti ritorno alla base, ma affondò a sua volta subito dopo. Esistevano già dei sottomarini, dice Michael Drews, direttore del Warren Lasch Conservation Center, dove adesso è conservato il sottomarino, ma l’Hunley era tecnologicamente all’avanguardia: “A quell’epoca, la mentalità della guerra navale era, fondamentalmente, che le grandi navi affondavano quelle piccole. Le navi piccole non affondavano le navi grandi. L’Hunley ha rivoluzionato questo concetto”. Reuters Il battello confederato H.L. Hunley, il primo sottomarino al mondo ad essere utilizzato con successo in una guerra, è stato svelato per la prima volta interamente dopo un decennio di conservazione. Fra non molto sarà ancora visibile al pubblico, ma all’interno di una vasca d’acqua dolce per evitare che si arrugginisca. Considerata l’arma invisibile della Confederazione, nel 1863 l’Hunley arrivò nella città di Charleston, che in quel momento era sotto assedio da parte delle truppe e delle navi dell’Unione. Nei mesi successivi affondò due volte dopo incidenti durante le prove in mare, uccidendo 13 membri dell’equipaggio, tra cui Horace Lawson Hunley, costruttore del sottomarino. Nel febbraio del 1864 un equipaggio riuscì finalmente ad affondare la nave da guerra LEGGI GLI ALTRI ARTICOLI DE “IL FATTO STORICO” 6 DITA DI FULMINE di Daniele Bagnoli Strane forme di vita scoperte sul fondo dei "blue holes" Ricordate il Great Blue Hole? Per chi si fosse collegato a Dita di Fulmine per la prima volta, il Great Blue Hole (se ne parla in questo post http://www.ditadifulmine.com/2010/03/great-blue-hole.html) è, in sintesi, un buco. Quello che lo rende spettacolare è la sua formazione e il suo attuale aspetto: si tratta di una galleria sotterranea verticale collassata (e probabilente di origine vulcanica) che, se osservata dall'alto, sembra un vero e proprio buco senza fondo in pieno oceano. Il Great Blue Hole non è un caso unico: si calcola che nelle sole Bahamas ne esistano almeno altri 30 collegati ad almeno un migliaio di caverne sottomarine, una concentrazione mai riscontrata in altre parti del mondo. E' per questo motivo che le isole sono state la destinazione finale di un gruppo di ricercatori dedito allo studio delle svariate, e talvolta misteriose, forme di vita che popolano questi pozzi verticali sommersi. "E' davvero incredibile nuotare lungo un passaggio che nessuno ha mai esplorato prima, e sperimentare il brivido della scoperta" spiega Tom Iliffe, a capo della spedizione e biologo marino della Texas A&M University. "Sul fondo della caverna, non si può dire cosa si può incontrare dietro ad ogni angolo". Si calcola che al mondo esistano decine di migliaia di caverne sottomarine, ma solo meno del 5% è stato esplorato, o è diventato oggetto di una seria investigazione scientifica. "Abbiamo più informazioni sul lato nascosto della luna che su queste caverne sul nostro pianeta. Non si può dire cosa si scoprirà in alcune delle migliaia di caverne in cui nessuno è mai entrato". PROSEGUI LA LETTURA DELL’ARTICOLO SUL SITO DITA DI FULMINE 7 LUCI DALL’OLTREVERSO di Fabio Marino LA BIBBIA E GLI ALIENI MITOPOIESI MODERNA O NEO-EVEMERISMO SOSTENIBILE? PRIMA PARTE CONSIDERAZIONI LOGICHE E GENERALI Com’è noto, personalmente sono un sostenitore (senza prove…) dell’ipotesi del paleo-contatto. Ultimamente, si osserva una spiccata tendenza a interpretare (o a voler interpretare) gli scritti biblici come un vero e proprio resoconto di contatti con civiltà aliene; e di questa tendenza esistono addirittura diversi filoni, alcuni dei quali prevedono finanche la creazione ex novo del genere umano attraverso manipolazioni genetiche. Si tratta, chiaramente, di un’impostazione che filosoficamente possiamo definire “neo-evemerismo” (definizione personale, ideata per l’occasione). Di che si tratta? Il termine trae origine dal filosofo ellenistico Evemero (IV-III sec. a.C.), il quale ipotizzò che le divinità altro non erano che soggetti umani divinizzati a vario titolo. Con il termine “neo-evemerismo”, quindi, intendo riferirmi a un concetto simile, in cui però a essere divinizzati sarebbero stati gli alieni in visita sul nostro pianeta. 8 La complessità dell’argomento non consente un esauriente trattazione in poche pagine; pertanto, l’articolo sarà diviso in tre parti. In questa prima parte, verranno trattate alcune argomentazioni logiche, mentre nella seconda parleremo degli aspetti semanticofilologici delle affermazioni dei neo -evemeristi (ovviamente nel limite delle mie competenze); nella terza e ultima (chissà…) parte valuteremo la scientificità di tali affermazioni e cercheremo di trarre delle conclusioni, seppur certamente provvisorie. Un notevole tentativo, in epoca recente, di studiare l’Antico Testamento (e segnatamente il Libro della Genesi) in chiave scientifica è rappresentato dall’ottimo ed affascinante “In principio. Il libro della Genesi interpretato alla luce della scienza” (1981, Mondadori), di Isaac Asimov. In esso, l’Autore (mai abbastanza compianto) raffronta le affermazioni contenute nella Genesi con le attuali conoscenze scientifiche, traendone, di fatto, un quadro interlocutorio (utilizzando, com’è ovvio, le categorie di un popolo dell’antichità). Indipendentemente e successivamente, invece, vennero proposti scenari certamente più “incredibili” (in senso lato!), secondo i quali, in buona sostanza, la Bibbia NON SAREBBE un libro a impronta religiosa, ma un fedele resoconto (“fedele” quanto può essere il racconto di un popolo nomade e semi-primitivo) di eventi realmente e storicamente accaduti in un passato indefinito. In altre parole, una Comunità (gli Ebrei) avrebbe avuto ripetuti contatti con esseri provenienti da altri mondi (oppure, l’Umanità stessa sarebbe stata creata con procedimenti di tecnologia biologica da alieni), e la Bibbia in primo luogo sarebbe il racconto di questi contatti. Non esisterebbe nessun Dio, Yahweh o El/Elohim (parleremo anche di questa apparente contraddizione singolare/plurale), ma in realtà ci si riferirebbe, con questi nomi, semplicemente a esseri di altri mondi, giunti in visita più o meno “interessata” (o, perché no?, di cortesia o di piacere…) sulla Terra. La chiave di lettura della Bibbia, dunque, sarebbe la sua interpretazione letterale, mettendo da parte altri 9 risvolti di natura solamente umana. Sembra quasi di rileggere le affermazioni di Sitchin in merito ai testi sumeri, non è vero? E non il solo “Genesi” ne sarebbe la riprova, ma anche molti altri episodi biblici, a cominciare dai fatti dell’Esodo (Esodo 13:21 ”Il Signore marciava alla loro testa di giorno con una colonna di nube, per guidarli sulla via da percorrere, e di notte con una colonna di fuoco per far loro luce, così che potessero viaggiare giorno e notte”), per proseguire, fra gli altri, con l’ascensione al Cielo di Elia con un “carro di fuoco” o con la visione di Ezechiele; oppure, infine, con quanto recita il Salmo 82, 1-7: “1 Salmo di Asaf. DIO sta nell'assemblea di DIO; egli giudica in mezzo agli dèi. 2 Fino a quando giudicherete ingiustamente e prenderete le parti degli empi? 3 Difendete il debole e l'orfano fate giustizia all'afflitto e al povero. 4 Liberate il misero e il bisognoso; salvatelo dalla mano degli empi. 5 Essi non conoscono nulla e non intendono nulla, e camminano nelle tenebre tutti i fondamenti della terra sono smossi. 6 Io ho detto: "Voi siete dèi, siete tutti figli dell'Altissimo. 7 Tuttavia voi morrete come gli altri uomini, e cadrete come ogni altro potente". E anche del significato di questo Salmo, spiegato fra gli altri non da un “quisque de populo”, ma da tale S. Agostino da Ippona parleremo nella prossima parte. Ora, mettiamo da parte, per una serie di motivi, questi ultimi fatti, e concentriamoci invece sull’impianto gnoseologico dell’ipotesi Bibbia-alieni. È corretta l’interpretazione SOLO LETTERALE del Testo Sacro? Per rispondere, poniamoci un altro paio di domande. Quanto è corretto cercare, nelle pieghe della Storia, la vita reale di Lorenzo Tramaglino detto Renzo e della sua promessa Lucia Mondello? Come sappiamo, infatti, i “Promessi Sposi” sono certamente un romanzo “storico”, in quanto ambientato in periodo preciso della storia (tra il 1628 e il 1630); inoltre diversi suoi personaggi sono storicamente esistiti (uno per tutti, il cardinal Borromeo). Ma quanti, “fra i miei venticinque lettori”, sono convinti dell’esistenza REALE di Renzo e Lucia? Quanti scommetterebbero sulla veridicità letterale dei fatti raccontati dal Manzoni? E quanti andrebbero alla ricerca delle prove o delle evidenze storiche di Fra’ Cristoforo, o Agnese? O, infine, quanti sosterrebbero la necessità di analizzare “letteralmente” i “Promessi Sposi”, perché così si otterrebbe il vero significato del romanzo? È vero che un’operazione del genere è stata tentata di recente con i romanzi di Dan Brown, i quali - nonostante le numerose smentite dell’Autore in persona sono stati riguardati quasi come documentari ben documentati sulla vita di Cristo, ma forse a tutto c’è un limite… E, giusto per fare un altro esempio, pure significativo: c’è qualcuno, per quanto sprovveduto, che voglia interpretare la “Divina Commedia” come la reale descrizione dell’Aldilà da parte del Sommo, anche se, magari, solo in funzione “onirica”? Dovremmo cioè credere che Dante abbia attraversato il diaframma invalicabile, trovando, sotto Gerusalemme, l’accesso al mondo dell’Oltretomba, il quale è come Egli ce lo descrive? Di sicuro non è necessario rispondere a queste domande, che - è bene precisarlo a scanso di equivoci - non sono “letterali”, bensì “retoriche” (una comunissima figura grammaticale!). In altri termini, si rimane sotto una netta 10 impressione. La suggestiva “realtà” descritta da film di grande successo come, ad esempio, “Stargate” pare quasi aver creato una sorta di “archetipo moderno”, che ha dato il “la” a una serie di interpretazioni “disinvolte” (e spesso, purtroppo, poco originali) di quella che è la nostra Storia. Con ciò non si vuole affatto ridicolizzare il lavoro di tanti Ricercatori. Voglio solo sottolineare che probabilmente un atteggiamento più “scientifico” permetterebbe una messe di risultati meno rivoluzionari e più sostenibili, anche (e non solo) dal punto di vista dell’interpretazione linguistica dei Testi Sacri. L’aspetto più strettamente e banalmente logico è quanto esposto fin qui; come detto, nella parte successiva daremo un’occhiata più da presso a quelli che sembrano essere i punti di forza dei neo-evemeristi, a cominciare proprio dalle “prove” linguistiche. Sarà una “passeggiata” impegnativa, ma - mi auguro particolarmente interessante. Un'indagine sulle origini del diavolo Dio e Satana due facce della stessa medaglia? Roberto Bommarito La caduta dell'uomo e l'espulsione dal Paradiso Terrestre (dettaglio) di Michelangelo (1508 – 1512) Satana: un personaggio che di sicuro non ha bisogno di presentazioni. È presente negli insegnamenti della Chiesa Cattolica, così come nelle espressioni artistiche più importanti della cultura occidentale. Una figura, quella del diavolo, che si addice perfettamente anche ai dilemmi morali proposti dalla letteratura così come agli scopi d'intrattenimento di Hollywood. Ma sappiamo di chi parliamo, in realtà, quando ci riferiamo a Satana? In questo articolo esploreremo l'evoluzione della figura di Satana nelle religioni abramitiche. Un serpente, ma non il diavolo periodo intertestamentale fra il 200 AC e il 100 DC. I libri del Vecchio testamento, invece, vennero scritti nell'arco di tempo che spazia dal 1400 AC al 400 AC. Secondo la Bibbia il serpente è solo una delle tante creature di Dio. Chi è davvero Satana? Per quanto molti associno il serpente che tentò Il serpente era il più astuto di tutti gli Eva con Satana, in realtà questa animali selvatici che Dio aveva fatto e identificazione si ebbe solo durante il disse alla donna: «È vero che Dio ha 11 detto: «Non dovete mangiare di alcun albero del giardino»?» (Gen 3:1) Per quanto la Bibbia dica che il serpente è il più astuto fra tutti gli animali, nella Genesi non ci viene detto da nessuna parte che si tratti del diavolo. Si parla di un animale, non di un'entità spirituale. Parecchi secoli più tardi, in testi come il Libro della Sapienza, il serpente – reinterpretato – inizia ad avvicinarsi alla figura di Satana: Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo; e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono (Sap 2:24). La bestia del mare, arazzo dell'apocalisse (1373 – 1377) 45:7). L'identificazione completa, però, Qui è Dio stesso quindi a identificarsi avviene solo nel libro conclusivo del Nuovo Testamento, più precisamente come l'origine non solo del bene ma anche del male. Nel Vecchio nell'Apocalisse di Giovanni. Testamento Dio uccide personalmente un totale di 371, 186 Afferrò il drago, il serpente antico, che è diavolo e il Satana, e lo incatenò individui. Ad esempio, nel Primo libro di Samuele troviamo: per mille anni (Ap 20:2). Dio, ti ha comandato di fare. (Deut 20, 16-17) L'idea di un Dio capace di provocare le peggiori sciagure – le stesse oggi attribuite a Satana – ci potrebbe lasciare un poco basiti, ma solo perché l'immagine di Dio a noi famigliare è quella più recente del Nuovo Testamento. Non dobbiamo pensare ai protagonisti dei testi sacri Quindi a che punto Satana fa davvero Ma il Signore colpì gli uomini di Betcome a delle figure statiche. Con lo Semes, perché avevano guardato la sua prima comparsa nella Bibbia? Studiare l'origine del diavolo significa nell'arca del Signore; colpì nel popolo scorrere del tempo, a causa dei seguire la sua evoluzione. Satana, così settanta persone su cinquantamila e il cambiamenti sociali, religiosi e politici, questi sono infatti maturati popolo fu in lutto, perché il Signore come lo conosciamo oggi, è infatti il fino a giungere a noi nella loro forma aveva inflitto alla loro gente questo risultato di un lungo processo di attuale. trasformazione, dovuto al problema grave colpo. (1 Sam 6,19) di dovere identificare una causa del Gli avversari A questi vanno aggiunti 1, 862, 265 male all'interno di un contesto monoteista che ammetteva un unico individui uccisi indirettamente per All'interno del Vecchio Testamento, Dio onnipotente (YHWH). Tutto ruota suo ordine. Ad esempio: inizialmente Satana compare non attorno a una delle domande più come nome proprio, ma piuttosto in importanti in ambito teologico, quella Ora in quella notte l'angelo del qualità di appellativo. Varie persone dell'origine del male. In altre parole, Signore uscì e colpì in carne e ossa vengono infatti come può esistere il male se Dio, che nell'accampamento degli Assiri identificate con il nome hassatan che centoottantacinquemila uomini. ha creato tutto, rappresenta il bene significa “avversario.” Nel primo libro Quando i superstiti si alzarono al supremo? di Samuele troviamo scritto: Quello che viene proposto oggi dalla mattino, ecco, erano tutti cadaveri dottrina cristiana è un Dio benevolo. senza vita. (2Re 19, 35) I capi dei Filistei si irritarono tutti Ma non è stato sempre così, contro di lui e gli intimarono: tutt'altro. Nel Libro di Isaia troviamo Soltanto nelle città di questi popoli che il Signore, tuo Dio, ti dà in eredità, «Rimanda quest'uomo: torni al luogo scritto: non lascerai in vita alcun vivente, ma che gli hai assegnato. Non venga con li voterai allo sterminio: cioè gli Ittiti, noi in guerra, perché non diventi Io formo la luce e creo le tenebre, nostro avversario [hassatan] durante gli Amorrei, i Cananei, i Perizziti, gli faccio il bene e provoco la sciagura; io, il Signore, compio tutto questo (Is Evei e i Gebusei, come il Signore, tuo il combattimento. (1 Sam 29:4) 12 massacrato gli Aramei. Andarono quindi a Damasco, si stabilirono là e cominciarono a regnare in Damasco. Fu avversario [hassatan] d'Israele per tutta la vita di Salomone, e questo oltre al male fatto da Adad; detestò Israele e regnò su Aram. Ecco, io sono uscito a ostacolarti [hassatan], perché il tuo cammino contro di me è rovinoso (Nm 22,3233). In principio, quindi, l'appellativo hassatan nella Bibbia descrive una funzione, un ruolo: non indica un In Numeri troviamo invece qualcosa nome proprio. Hassatan sono gli di diverso. Qui l'appellativo hassatan esseri umani incaricati da Dio di viene usato non nei confronti di esseri portare sciagura. Oppure, come nel passaggio che si riferisce a Balaam, umani, ma bensì come termine che hassatan è semplicemente una parola descrive l'operato di un angelo usata per significare “ostacolo”, pur incaricato da Dio di intralciare il non essendo l'appellativo dell'angelo percorso del profeta Balaam. (il cui nome è mal'ak Yhwh, o angelo L'angelo del Signore gli disse: «Perché di YHWH). La comparsa di Satana in hai percosso la tua asina già tre volte? quanto entità spirituale si verifica solo Re Davide, Santa Maria Maggiore, Cappella Paolina (Roma) Hassatan in questo caso si riferisce a Davide che i filistei temono possa rappresentare un ostacolo alla conquista d'Israele. Quello dell'ostacolo è un altro significato dello stesso termine. Nel Secondo libro di Samuele, però, è questa volta lo stesso Davide a usare l'appellativo di avversario in uno scambio di battute con il nipote Abisai. Davide disse: «Che ho io in comune con voi, o figli di Seruià, perché diventiate oggi miei avversari [hassatan]?» (2 Sam 19, 23) Il termine hassatan viene usato anche nei confronti delle persone che Dio usa come suo strumento per mettere i bastoni fra le ruote a Solomone. Dio suscitò contro Salomone un altro avversario [hassatan], Rezon figlio di Eliadà, che era fuggito da Adadèzer, re di Soba, suo signore. Egli radunò uomini presso di sé e divenne capo di una banda, quando Davide aveva L'asina di Balaam di Rembrandt (1626) 13 Satana punisce Giobbe con piaghe infuocate di William Blake (1826) paradossale, essendo Dio onnisciente. Leggendo con attenzione, però, ci accorgiamo che la domanda sembra L'entrata in scena di Satana più mirata a presentare Satana al lettore che non a Dio. Infatti subito La comparsa di una matura entità spirituale dal nome hassatan avviene dopo i due si parlano come se fossero amici di vecchia data, tanto che Dio si in Giobbe. vanta del suo servo Giobbe. Ora, un giorno, i figli di Dio andarono Il Signore disse a Satana: «Hai posto a presentarsi al Signore e anche attenzione al mio servo Giobbe? Satana [hassatan] andò in mezzo a Nessuno è come lui sulla terra: uomo loro (Gb 1,6) integro e retto, timorato di Dio e lontano dal male» (Gb 1,8). Dio gli domanda da dove viene e Satana risponde: Ma Satana gli fa notare come, «Dalla terra, che ho percorso in lungo essendo stato benedetto da ogni fortuna, sia fin troppo facile per e in largo» (Gb 1,7). Giobbe essere devoto a Dio. A prima lettura sembrerebbe che Dio Non sei forse tu che hai messo una faccia la conoscenza di Satana solo adesso. Una cosa del genere sarebbe siepe intorno a lui e alla sua casa e a più tardi. 14 tutto quello che è suo? Tu hai benedetto il lavoro delle sue mani e i suoi possedimenti si espandono sulla terra. Ma stendi un poco la mano e tocca quanto ha, e vedrai come ti maledirà apertamente! (Gb 1,10-11). A questo punto avviene quella che potrebbe essere considerata una scommessa fra Dio e Satana. Dio dà il permesso a Satana di privare Giobbe di tutti i suoi averi e dei suoi dieci figli che perdono la vita in un tornado. E, quando la fede di Giobbe non cede, a Satana viene consentito anche di farlo ammalare. È nel libro di Giobbe quindi che Satana assume non solo un'identità vera e propria, ma anche alcune delle caratteristiche che gli riconosciamo ancora oggi, quelle di tentatore e portatore di sciagure. Ma cosa ha determinato questo cambiamento? Nel 587 A.C i babilonesi catturano Gerusalemme. Gli israeliti vengono esiliati in Babilonia. Qui entrano in contatto con la religione dominante del posto, lo Zoroastrismo, caratterizzata da una prospettiva bipolare della realtà, dove il bene rappresentato dallo spirito Ahura Mazda - si scontra contro il male personificato dallo spirito Angra Mainyu. Lo storico delle religioni Mircea Eliade scrive: Zoroastrismo, però, il problema di coniugare il paradosso di un Dio benevolo e nel contempo causa del male viene risolto conferendo a un'altra entità, il malvagio Angra Mainyu, la capacità di scegliere il male. La responsabilità ricade perciò su Angra Mainyu. Ahura Mazda, invece, si limita a offrire una scelta. La comparsa di Satana come entità separata da Dio avviene solo dopo l'esilio degli israeliti in Babilonia. Non è quindi difficile immaginare come gli israeliti, con l'intenzione di risolvere il proprio dilemma teologico, abbiano potuto assorbire certi aspetti della ...il Bene e il Male, il santo e il religione persiana nella loro demone procedono entrambi da mitologia, formulando così il proprio Ahura Mazdā, ma poiché Angra Mainyu ha scelto liberamente la sua Angra Mainyu, ovvero Satana. natura e la sua vocazione malefica, il Eppure in Giobbe Satana non è ancora del tutto indipendente. Può Signore non può essere considerato responsabile della comparsa del Male. agire solo con il permesso di Dio. Passerà ancora un po' di tempo prima Come nel caso di YHWH, quindi, sia il di incontrare un Satana molto più bene che il male sono emanati dalla simile a quello che conosciamo oggi. stessa fonte: Ahura Mazda. Nel Satana emancipato È nel periodo intertestamentale che Satana diventa un'entità autonoma. In questo periodo, la diaspora ebraica, gli israeliti si spargono di nuovo in varie zone del mondo antico, venendo a contatto con le credenze di altri popoli. Come accade spesso in questi casi, molti elementi del pantheon delle altre religioni vennero demonizzati dagli israeliti in modo da rafforzare la propria identità. Satana acquisisce quindi molte delle caratteristiche appartenenti alle divinità delle altre culture, diventando un personaggio autonomo a tutti gli effetti: non più dipendente dalla volontà di Dio, ma padrone di se stesso. Nel libro di Enoch, uno dei tanti testi apocrifi scritti in questo periodo, Azazel – che nelle fasi conclusive del testo viene chiamato Satana – è a capo di una schiera di angeli ribelli, i “Guardiani”. Sotto il suo comando, i Guardiani si dimenticano presto del Angra Mainyu attacca il Toro Primordiale, altorilievo del V° secolo, Persepoli 15 loro ruolo e, tentati dalla bellezze delle donne umane, cadono nel peccato, fornicando e impartendo alla razza umana conoscenze proibite. In un altro testo, il libro dei Giubilei, certe azioni moralmente ambigue del Dio del Vecchio Testamento – come l'ordine impartito ad Abramo di sacrificare il figlio Isacco – vengono attribuite a un certo Mastemma. Così come nel libro di Enoch, Mastemma viene poi chiamato Satana nelle battute conclusive. Cosa più importante, però, è che qui possiamo notare come la divisione fra gli aspetti negativi e quelli positivi di Dio è sempre più netta. Così come nel Zoroastrismo, la responsabilità del male ricade non più su Dio, ma su Satana. L'unico modo di fare questo è conferendogli una volontà propria. Eppure il percorso emancipativo della figura di Satana è lungo e per nulla lineare. Nel Nuovo Testamento, ci sono ancora passaggi dove si può dedurre che Satana, diventato ora l'oppositore di Gesù, sia ancora soggetto al volere di Dio. Nel Vangelo di Giovanni Satana, impossessandosi di Giuda, sembra addirittura svolgere un ruolo essenziale affinché il piano di Dio di sacrificare suo figlio possa essere compiuto. Non solo, ma è Gesù stesso a dargli il permesso di procedere. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui [Giuda]. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto» (Gv 13, 27). Le tentazioni di Cristo di Duccio di Boninsegna (1308-11) Malgrado ciò, le influenze dei testi intertestamentali è ormai definitiva. Satana possiede tutte le qualità che nel Vecchio Testamento erano ancora allo stato embrionale. Nel vangelo di Luca, Satana dice a Gesù di potere scegliere cosa farne del proprio potere, evidenziando come la sua volontà non sia più legata a quella di Dio come lo era in passato. Il diavolo lo [Gesù] Azazel secondo Collin de Plancy (1825) condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti Primo libro di Samuele è Dio a impartire l'ordine a Davide di darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io compiere il censimento – che risulterà in nefaste conseguenze per Israele – la do a chi voglio» (Lc 4, 5-6) nel più tardo Primo libro delle Cronache il responsabile è invece Conclusione Satana. Nel corso dei secoli, quindi, è Il Dio del Vecchio Testamento è avvenuta una vera e propria origine sia del bene che del male. L'unico modo di risolvere il dilemma esorcizzazione. La parte distruttiva di Dio è stata separata da quella posto da questa doppia natura era benevola, dando corpo a un nuovo ricalcare il modello persiano dello personaggio: Satana. Zoroastrismo, creando un'entità spirituale malefica cui attribuire ogni Bibliografia sciagura. Il salto di responsabilità è evidente specialmente nei seguenti FREE THOUGHT NATION, Bible passaggi: morality or depravity?, febbraio/2012, http:// L'ira del Signore si accese di nuovo freethoughtnation.com/ contro Israele e incitò Davide contro il contributing-writers/74popolo in questo modo: «Su, fa' il barbara-g-walker/649-biblecensimento d'Israele e di Giuda» (2 morality-or-depravity.html Sam 24,1) M. ELIADE, Storia delle credenze e delle idee religiose, Milano, Satana insorse contro Israele e incitò Rizzoli, 2006 Davide a censire Israele (1Cr 21,1). T.J. WREY & G. MOBLEY, The birth of Satan: Tracing the devil's Entrambi i passaggi – tratti biblical roots, New York, rispettivamente dal Primo libro di Palgrave Macmillan, 2005 Samuele e dal Primo libro delle Cronache – si riferiscono allo stesso identico episodio. Ma con una fondamentale differenza. Laddove nel 16 XAARAAN di Antonella Beccaria Bat-soldati, paracadutisti arruolati della guardia dello Stato della California. Era il 1942 Batman era nato tre anni prima, nel 1939, dalle menti di Bob Kane e Bill Finger. Ma nel 1942 c’era chi sembrava richiamare il personaggio dei fumetti per scopi bellici. Era il caso dei “Bat-Men” Troops Join California State Guard. (Via Neatorama) NOVITA’ È inimmaginabile per chiunque la quantità di Male che bisogna accettare per ottenere il Bene”, afferma il Divo Giulio Prima edizione marzo 2012 Divo ritratto nel fortunato film di Paolo Sorrentino. E Giulio Andreotti, l’uomo in carne e ossa, di male ne ha attraversato tanto o, quantomeno, tante sono state le realtà opache che hanno accompagnato la sua storia. Fin dai tempi della Seconda guerra mondiale e dei suoi rapporti con i servizi segreti alleati, proseguendo con la stagione dei dossier, l’esplosione del terrorismo, le coperture degli stragisti neofascisti, l’allestimento di apparati non ortodossi, come Gladio e l’Anello, fino alle clientele necessarie per raccogliere consenso e ai rapporti ambigui con la mafia. Difficile dire se il Divo Giulio sia stato il maggiore statista italiano del Novecento o il grande Belzebù che si è nutrito della parte più oscura della storia nazionale. Quello che è certo è che ripercorrere la sua vicenda significa attraversare tutti i maggiori scandali italiani dal dopoguerra a oggi, dal golpe Borghese al delitto Moro, dalla P2 a Michele Sindona, fino all’omicidio del giornalista d’assalto Mino Pecorelli. Questa biografia di Giulio Andreotti, rigorosa e documentata, ricostruisce per la prima volta senza pregiudizi e senza timori l’intera storia politica, quella ufficiale e quella inconfessabile, del ‘grande vecchio’ dell’Italia del Novecento, tracciando un percorso inquietante dentro le ombre più dense della prima Repubblica. Antonella Beccaria, Giacomo Pacini 17 La storia dell’umanità ricostruita attraverso le epidemie. L’autore: “È l’uomo il responsabile di comparsa e diffusione degli agenti infettivi” È un volume illustrato e si intitola Storia delle epidemie il libro scritto dal medico infettivologo Stefan Cunha Ujvari e pubblicato dalla casa editrice bolognese Odoya. Di questo si tratta: [È una] narrazione della tormentata convivenza tra gli esseri umani e, invisibili abitanti del nostro pianeta, i batteri. Esiste un batterio, che risponde al suggestivo nome di Bacillus infernus, capace di sopravvivere all’acqua bollente; ne esiste un altro, il Micrococcus radiophilus, che si nutre di sostanze radioattive, come uranio e plutonio, e che sarebbe ben contento di un’esplosione atomica [...]. Dalla peste di Atene nel V secolo a.C. dell’evoluzione del rapporto tra descritta da Tucidide, alla peste germi e scienza, una lotta per nera del Medioevo; dalla la sopravvivenza della specie umana. Il libro racconta come l’insorgenza di ogni epidemia abbia modificato le varie civiltà, chiarendo come la trasmissione di queste malattie infettive sia stata ben lontana dal rappresentare la conseguenza di una maledizione divina come i nostri antenati credevano. L’autore infatti argomenta come sia l’uomo stesso il principale responsabile della comparsa e diffusione degli agenti infettivi. Per quanto in brasiliano, sul sito della casa editrice Editora Contexto che ha sifilide al colera diffusosi pubblicato il libro in lingua durante la Rivoluzione originale ci sono indice e presentazione. industriale, fino all’Aids e all’Ebola. La descrizione Anno 2010. È trascorso ferragosto da un paio di giorni quando Francesco Cossiga muore in un ospedale romano. Con lui, si è detto nei giorni successivi, se n'è andato un pezzo di storia d'Italia che si sarebbe guardato bene dal raccontare, un armadio da aprire alla ricerca di quelli che lui stesso chiama gli “arcana della Repubblica”. Ma a rileggere ciò che il grande vecchio della politica tricolore scrisse e dichiarò, è possibile aggiungere qualche tassello a un mosaico fatto di servizi segreti e carabinieri, terroristi perdonati e magistrati invisi, stragi e Gladio. Dal rapimento Moro all'infiltrazione nelle organizzazioni estremistiche, dalla passione per l'intrigo alle guerre intestine nella Democrazia Cristiana, da Ustica all'amore per gli ex comunisti, dall'amicizia con i palestinesi ai conflitti silenziosi sullo scacchiere del Mediterraneo. Questi sono alcuni degli argomenti di cui Francesco Cossiga parlò a più riprese. Per ribadire, come gli insegnò il suo mentore, Aldo Moro, “sacrificato sull'altare della Ragione di Stato”, che “noi non ci faremo processare”. 18 L’OTTUPLICE SAPERE ORIENTALE di Michele Proclamato LA MEDICINA DIMENSIONALE (SECONDA E ULTIMA PARTE) In questa seconda parte sarà esposta l’ipotesi per la quale una legge unica dalle origini dimensionali si dimostra essere matrice sistemica della macro come della micro anatomia a cui si ispira il millenario sistema “medico” e conoscitivo dell’Ayurveda”. Vorrei far notare come la stessa scienza ufficiale, oggi, utilizza e ha formalizzato, a livello equazionale, una presenza dimensionale altra, responsabile della nascita della materia (vedi Teoria delle Stringhe). Ma rimane comunque ben lontana dall’ipotizzare uno schema archetipico dimensionale, in grado, di motivare, oltre alla materia, una scienza medica come l’Ayurveda. Continua a non voler accettare nelle pieghe della storia umana la presenza di una TEORIA del TUTTO millenaria. Mi riferisco alla Precessione degli Equinozi, la quale si consuma in 25920 anni, attraverso un movimento dell’asse planetario, pari a 1 grado dei 360 celesti, ogni 72 anni. Un movimento suddiviso in 12 mesi di 2160 anni l’uno, appartenenti a un anno, in occidente conosciuto come anno Platonico. Solidi platonici e anni platonici , due termini che dovrebbero far pensare, alla luce proprio della complessità di ogni era processionale, la quale, senza il minimo errore, si consuma all’Equinozio di primavera in modo eliaco. Stiamo attendendo, infatti, che dietro al nostro sole per il prossimo mese platonico si stagli una nuova costellazione che prenda il posto di quella dei Pesci. Ma perché ciò avvenga, credo non sfugga come velocità orbitali, rotazionali e traslatorie, riguardanti non solo la 19 terra ma tutto il sistema solare, in rapporto con tutti i sistemi stellari presenti nella nostra galassia, debbano in qualche modo essere “COORDINATI” da una LEGGE in grado di “PRESIEDERE” un evento di tale complessità. In merito a questa Legge però ci saranno due interpretazioni: una appartenete alla scienza ufficiale e una appartenente alla visione egiziomesopotamica, nonché vedica. Infatti, mentre la scienza dice che la Precessione è un evento prettamente terrestre, provocato dall’attrazione gravitazionale Luni-Solare, lo Zodiaco di Dendera afferma la Precessione essere qualcosa di molto più complesso e Universalmente invasivo. È il caso di ritornare sull’immagine egizia e domandarsi perché gli egizi hanno posto alla base della loro composizione galattica solo 72 corpi celesti. Gli stessi, vista la loro mitica capacità di osservazione stellare, sicuramente presso il 30mo parallelo, avevano la possibilità di vedere molti più corpi siderali, così come oggi tale possibilità grazie alla scienza ufficiale si è enormemente amplificata. Quindi alla base di quella scelta numerica vi è una diversa intenzionalità. E la motivazione di ciò si trova fuori da quella rappresentazione sferica inscritta in quei 24-12 esseri. Esseri che gli Egizi vedevano, descrivevano e rappresentavano con estrema convinzione ma che effettivamente alla scienza odierna sono… sconosciuti. Ma numericamente la loro presenza “DIMENSIONALMENTE -INVISIBILE” sarà necessaria nello Zodiaco in questione, affinchè si consumi ciò che definiamo Precessione degli Equinozi non a causa dell’attrazione Luni-solare, ma grazie al rapporto numerico esistente fra gli Esseri (36) e i Corpi celesti (72). Quindi l’intenzionalità numerica egizia, risiede nel fatto che ciò che essi descrivevano, era e direi, è, una LEGGE CHE DECIDE OGNI MOVIMENTO E QUALSIASI EVOLUZIONE DI OGNI PARTE COMPONENTE NON SOLO LA NOSTRA GALASSIA MA L’UNIVERSO INTERO. Perciò Dendera sarà interpretabile come un ulteriore passaggio di quell’evento cimatico iniziato in Mesopotamia e approdato finalmente nella MACRO MATERIA. Adesso però sapete che i NUMERI alla base della LEGGE ipotizzata sono il frutto della somma di ipotetiche frequenze, CHE PRIMA DI DIVENTARE STELLE E PIANETI IN QUESTA REALTA’, erano causa creante di 5 Solidi ben precisi. Potrete quindi apprezzare il vero motivo per cui Nulla in questo UNIVERSO può succedere se non attraverso le permutazioni o l’evoluzione dei 5 Panchamahabutha. Ora, visto che i Veda dicono essere l’Uomo creatura speculare alla LEGGE UNIVERSALE da me individuata nella Precessione degli Equinozi, egli dovrà possedere fisiologicamente parametri riferenti la legge in questione … e questo avviene. L’UOMO è dotato di ritmi respiratori e cardiocircolatori basati su frazioni e multipli numerici appartenenti al fenomeno assiale in questione. E si potrebbe proseguire nelle analogie fisiologiche ben oltre ma mi accontenterò di allegare un immagine piuttosto chiarificatrice. La seguente : cosmica e quella umana è la stessa. Soprattutto quando partendo da questo assioma hanno dato origine a un sistema curante, l’Ayurveda, interagente con il Creato. Un creato che anche per il popolo nilotico era dotato di… anima . Penso sia evidente, infatti, osservando galatticamente il tutto, come ogni corpo celeste possieda caratteristiche animiche ben precise. Soprattutto come quell’insieme composito di esseri celesti, dimostrino caratteristiche fisiognomiche peculiari, anticamera di un loro Karma stellare. Di conseguenza, come anticipato, ci troveremmo di fronte a una LEGGE A questo punto mi sento di poter dire che i VEDA dicono il vero quando affermano che la fisiologia DIMENSIONALE CAPACE ALLO STESSO TEMPO DI DIVENTARE MATERIA, FISIOLOGIA E ANIMA DI 20 UN ESSERE VIVENTE COMPOSITO CHIAMATO UNIVERSO. ESSERE, COME L’UOMO, DOTATO DI ATMAN, KARMA E SAMSKARA. Trovato l’apparentamento cosmico ora credo si debba parlare di come si crea… un essere umano L’UOMO VEDICO Secondo la SCIENZA, alla base del’Ayurveda tutte le forme dell’Universo sono figlie della “Non Forma” detta Avyakta o non visibile. Un modo alternativo di parlare di archetipi e Iperuranio greco, direi. Comunque 2 saranno le componenti alla base dell’ Avyakta : Purusha e Prakriti (dal Samkhya Darshana). Per Purusha si intende la parte cosmica dell’uomo, il suo afflato universale, mentre per Prakriti la sua costituzione fisica. Tali qualità verranno a loro volta riflesse in 3 aspetti il Vyakta (corpo vivente), Buddhi (intelletto) e Ahamkara (ego, io). A sua volta Ahamkara sarà di 3 tipi d’energia potenziale: Rajasica (dinamica), Sattvica (pura) e Tamasica (statica). Infine, combinando insieme Sattvica e Rajasica si otterranno gli 11 Indriya, costituiti dai 5 organi di senso (occhi, naso, orecchie, pelle e lingua), i 5 organi di movimento (mani, piedi, organi genitali maschili e femminili, lingua e retto), per ultima arriverà la mente a governare tutto ciò. Voglio comunque fermarmi per farvi notare un meccanismo numerico presente a tutti i livelli finora esaminati. Nella dinamica della descrizione creante delle forma umana, nuovamente apparirà il riferimento al numero 5, solo apparentemente nella struttura fisica finale . Infatti, a una più attenta lettura sarà possibile ottenere tale riferimento, sommando i 2 componenti presenti nell’Avjakta ai 3 aspetti sempre del’Avyakta. Quindi nuovamente i 5 Panchamahabutha riappariranno per ben 3 volte (15) dimostrando come la loro presenza sia fondamentale non solo a livello macroscopico. Tralascerò volutamente come e quanto in questa descrizione Vedica il suono sia presente, attraverso intervalli musicali ben precisi. Intervalli presenti nello Zodiaco di Dendera come nella Lista Sumera. Passerei quindi direttamente al funzionamento fisiologico dell’essere umano. DOSHA –DHATU –MALA e ... Nell’Ayurveda il funzionamento del corpo umano dipende da tre fattori fondamentali alla base del sistema, patologico fisiologico e metabolico. 1) I 3 Dosha mobilità, nitidezza, morbidezza, levigatezza, chiarezza e fluidità. La sua sede principale è l'intestino tenue ed i suoi 5 sub-dosha sono: Pacaka, Ranjaka, Sadhaka, Alochaka e Bhrajaka. Kapha composto da acqua (jala) e terra (prithvi), è il dosha legato alla coesione, al tener unito, è proprio dei fluidi corporei, lubrifica e mantiene il corpo solido ed uniforme. Le sue qualità sono: freddezza, umidità, pesantezza, grossolanità, stabilità, opacità, morbidezza, levigatezza e densità. I suoi cinque sub-dosha sono: Kledaka, Avalambaka, Bodhaka, Tarpaka e Slesaka. Con chiarezza nei TRE Dosha appariranno 2 elementi appartenenti 2) I 7 Dhatu ai 5 Panchamahabutha, ma soprattutto, forse passerà in 3) 5 mala secondo piano, il fatto che per ognuno dei TRE corrisponderanno 5 I tre Dosha ufficialmente saranno sub-dosha. chiamati(tratto volutamente da Nuovamente per 3 volte verrà Wikipedia, nda): utilizzato il numero 5(15), spero vogliate chiedervi il perché, in quanto Vata vorrei mostravi la struttura simbolica composto da spazio (akasha) e aria sulla quale la scienza Ayurvedica si (vayu), è il principio del movimento, basa. Per farlo vorrei nuovamente che legato a tutto ciò che è movimento rivolgeste la vostra attenzione agli nel corpo (sistema nervoso, esseri posti all’esterno della visione respirazione, circolazione egizia. sanguigna...). Le sue qualità sono: Non credo di sbagliare se dico che freddezza, secchezza, leggerezza, l’ultimo momento che divide la sottigliezza, mobilità, nitidezza, creazione stellare dalla matrice durezza, ruvidezza e fluidità. La sua esterna sia costituito da quelle 24 sede principale è il colon ed i suoi 5 braccia o mani che accarezzano un sub-dosha sono: Prana, Udana, sottile perimetro divisorio. Samana, Apana e Vyana. Ebbene, tale riferimento potrebbe essere sintetizzato in molti modi, gli Pitta egizi usarono le braccia di 12 enormi composto da fuoco (tejas) e acqua Atlanti, un Eremita di oltre (jala), è il dosha legato alla trasformazione, alla digestione intesa Settecento anni fa utilizzò nella basilica (Collemaggio all’Aquila) che sia a livello fisico (stomaco, fuoco lo vide diventare Papa (CelestinoV) digestivo detto anche agni) che mentale (elaborazione delle un simbolo. Il seguente: emozioni). Le sue qualità sono: caldo, untuoso, leggerezza, sottigliezza, 21 State osservando le 24 braccia egizie diventate 6 cerchi, intimamente uniti. Credo non vi sfugga come tale simbologia sia costituita da TRE OTTO la cui composizione interna risulterà essere affidata a 30 cerchi minori caratterizzati da bicromaticità. Bicromaticità distinta da 2 cerchi bianchi e 3 Scuri. A questo punto le 6 ripetizioni dei 5 Panchamahabutha paria 30 unità, 3 nell’Avyakta e 3 nei Dosha avranno più senso, credo, poiché chi ha creato la scienza vedica alla base dell’Ayurveda non ha fatto altro che re-interpretare un sapere sonico, se vogliamo, che tutto deve a quegli 8 antichissimi RE Mesopotamici. Quindi AVYAKTA e TRIDOSHA rappresenteranno forma e funzioni dello stesso tratti specularmente da una struttura invisibile ma responsabile di un sistema anatomico dimensionalmente posto altrove. Sicuramente non corrispondente a quello occidentale, ma altrettanto sicuramente funzionante, poiché matrice non solo galattica ma umana. Ancora titubanti? Benissimo. Allora chiedetevi perché ai 3 Dosha verranno contrapposti i 3 Guna. In un altalena psicofisica garante comunque di 6 riferimenti come le TRE OTTAVE. Chiedetevi perché il sistema Ancora, osservate Dendera, cosa conterranno quelle 24 braccia (6 cerchi) se non un Settimo enorme cerchio, rappresentante la nostra galassia e più in generale l’intero Universo? Quindi quelle enormi frequenze maschili e femminili semplicemente: faranno l’amore, per poter creare quella progenie galattica gestita precessionalmente. L’Ayurveda, coerente nel suo intento di riflettere nella fisiologia umana una legge dimensionale indicherà nel Settimo Dhatu, il Sukra, responsabile della riproduzione, il Dhatu più potente di tutti. Non solo conscio dell’importanza dei 5 Panchamahabutha, suddividerà numerico presente nella creazione delle forme vediche utilizza rapporti la struttura metabolica attraverso 5 pari a 2\3 e 1\3 (intervallo di quinta). Mala che saranno: Soprattutto osservate come nella Vitta (feci) Lista, le città verranno suddivise. Forse troverete la spiegazione per la Mutra (urina) Sveda (sudore) quale l’Ayurveda fu suddiviso in Nakha (unghie) OTTO PARTI. Romakupa (peli capelli) A questo punto è giusto sappiate che, sempre sulle TRE OTTAVE, si Infine, se volessimo geometrizzare la consuma una volta l’anno, un fenomeno solare al Solstizio d’estate, fisiologia Karmica Ayurvedica, per il quale un costrutto esterno alla potremmo farlo con estrema facilità con l’immagine seguente, da millenni basilica, il rosone centrale di conosciuta come SETTENARIO o Collemaggio, proietterà le sue informazioni numeriche ,sulle stesse, SEME DELLA VITA. trasformandosi in un SETTIMO CERCHIO perfettamente uguale agli Un Seme della vita dove le TRE OTTAVE, partoriranno un settimo altri SEI. cerchio, diventando SETTENARIO, il Quali saranno le sue informazioni cui scheletro geometrico sarà numeriche? 24-12 (36) braccia + 24-48 (72) vuoti costituito dai 5 Solidi Platonici. E se volessimo ritornare in Occidente compresi nelle braccia. in modo molto semplice potremmo L’Ayurveda come reinterpreterà tutto delineare il cuore della suddetta cio? Attraverso 7 Dhatu, i seguenti: immagine in rosso, come io ho fatto, Dhatu 1. Rasa 2. Rakta 3. Mamsa 4. Meda corpo 5. Asthi Tessuto chilo, linfa, plasma sangue tessuto muscolare tessuto adiposo Funzione principale alimentare gli altri tessuti mantenere la vita ricoprire le ossa e gli organi del corpo conferire untuosità e morbidezza al tessuto osseo, cartilagine compresa sostegno del corpo (Tratto da “Benessere.Com”) 22 e trasformare i Tridosha sommati ai Triguna, i 7 Dhatu e i 5 Mala in L’Ayurveda funziona e sempre funzionerà, come lo Yoga, l’Agopuntura e l’I-ching, semplicemente perché cura l’uomo da millenni, attraverso un sistema medico archetipico posto dove la scienza prima o poi sarà costretta a investigare se vorrà finalmente creare una scienza… spirituale. un’opera d’arte ammirata ovunque: “Il cenacolo”. Dimenticavo l’immagine da me utilizzata, per Giordano Bruno rappresentava uno dei TRE sigilli ermetici più importanti, utili a ricordare “la memoria immortale o archetipica”. Lo chiamava VENERE o AMORE. Se poi voleste osservare, ruotandolo, il monogramma di J.S.Bach, potreste notare come il sistema curante Ayurvedico fosse “musica” nel settecento e fisica nelle mani di Isaac Newton, nel momento in cui decise di scomporre la luce attraverso il “suo” prisma, scoprendo un Settenario cromaticamente famoso. Posso solo aggiungere che Michele Proclamato ha scritto di Giordano Bruno. E lo ha fatto come solo lui ci ha abituato a fare, fondendo cuore e intuito. Il risultato? Per la prima volta, dopo secoli, i SIGILLI ERMETICI del Nolano hanno trovato una spiegazione, valida, potente, unica. L’Autore attraverso un percorso conoscitivo originalissimo, carico di emozione , è riuscito a regalare a noi tutti un Bruno finalmente capace di rivelare cosa veramente nascondesse dietro la sua Ars Memorandi. Ecco, di conseguenza, apparire un Universo animicamente vivo in tutte le sue parti, capace di dialogare, attraverso il simbolismo dei Sigilli, con un uomo finalmente conscio dei suoi poteri, per ospitare un percorso conoscitivo rivolto verso la LUCE DIVINA. Percorso nel quale verranno coinvolti Platone, Leucippo, Alessandro Magno, Leonardo da Vinci, Galileo, Newton, Lissajous, Nativi Americani, Cerchi nel Grano, Renato Palmieri. Sicuramente il libro più bello scritto da Proclamato, sicuramente un modo unico per intuire il come e il perché della Creazione. Assolutamente da leggere. Prima però preparatevi alla commozione del sapere, dove l’uomo è degnamente un figlio divino. 23 GIOVANNA D’ARCO, GILLES DE RAIS E LE PARCHE Nicoletta Travaglini Correva l’anno 1066 quando Guglielmo il Conquistatore, suddito del re di Francia, con la battaglia di Hastings, mise fine alla dominazione sassone sull’Inghilterra, sostituendola con quella normanna. Attraverso una fitta rete di matrimoni combinati, la Francia e l’Inghilterra, strinsero forti alleanze che portarono i sovrani inglesi ad avere dei domini in terra francese, anche se questi risultavano sempre e comunque vassalli della corona di Francia. Questi stretti legami parentali portarono con il tempo e con la morte dell’ultimo re capetingio, Carlo IV, a una contesa legale su chi doveva essere il legittimo erede al trono di Francia rimasto vacante per mancanza di discendenti diretti del defunto monarca. Era l’inizio del XV secolo quando una cruenta guerra civile dilaniò la Francia, conflitto scatenatosi in seguito a una congiura che portò alla morte del duca d’Orlèans. Le due opposte fazioni quella dei Borgognoni, propugnatori di una monarchia inglese, e quella degli Armagnacchi filo francesi, mise a ferro e fuoco la Francia, finché la regina Isabella moglie di Carlo VI e a nome del suo consorte, con il trattato di Troyes del 1420, pose fine a queste lotte 24 intestine, cedendo il trono francese all’Inghilterra, sconfessando così di fatto suo figlio Carlo VII come legittimo erede al trono. Però Carlo, anche se molto amareggiato da questa situazione, non accettò di essere lasciato in disparte e con il sostegno degli Armagnacchi si proclamò re di Francia. La guerra tra i due regni continuò sempre più cruenta e violenta finché… non entrò in gioco una ragazza chiamata Giovanna d’Arco. Ma chi era costei?Secondo Antony S. Mercatante Giovanna d’Arco all’età di tredici anni ebbe delle visioni da lei poi identificate come voci di San Michele, Santa Caterina e Santa Margherita. Quando Enrico VI d’Inghilterra assediò Orleans nel 1428, Giovanna, convinta di essere la prescelta da Dio per scacciare gli inglesi dal suolo francese, si preparò. Parlò al delfino (futuro Carlo VII) della sua missione e, in abiti maschili, guidò le truppe francesi alla vittoria nel maggio e nel giugno 1429. Era a fianco di Carlo VII alla sua incoronazione in luglio. Non avendo truppe in numero sufficiente per proseguire la campagna, Giovanna, fu fatta prigioniera dai Borgognoni che la vendettero agli inglesi. Fu processata con dodici accuse di stregoneria e per essersi tagliata i capelli e aver indossato abiti maschili… l’ordine di esecuzione le fu riferito da un inglese . “Quando Giovanna udì l’ordine, cominciò a piangere e lamentarsi in tal modo che tutti i presenti si commossero fino alle lacrime”. Il fuoco venne acceso e Giovanna venne “tragicamente martirizzata” (MERCATANTE, Antony S., Dizionario Universale dei miti e delle leggende, Newton & Compton Editori S.r.L, Roma 2001 pag.306). Durante la battaglia di Orlèans, l’8 maggio 1429, Giovanna d’Arco era affiancata dal Maresciallo di Francia Gilles de Rais, sulla cui figura, il famoso scrittore di favole Perrault, modellò il personaggio di Barbablu. Chi era Gilles de Rais? Secondo quanto si legge nei Grandi enigmi di Martin Mystère intitolato Il segreto di Giovanna d’Arco, Gilles De Montmorecy- Laval, barone di Rais o Retz era un nobile vissuto nel quindicesimo secolo che crebbe alla corte del Delfino Carlo di Valois, il futuro Carlo VII, del quale divenne amico e compagno fidato. Grazie alle eredità del nonno e dei genitori, e a un matrimonio abilmente combinato, a ventott’anni si trovò a essere l’uomo più ricco della Francia. Mentre il paese stava attraversando la fase più cruciale della guerra dei Cent’anni il suo temperamento fortemente irrequieto trovò sbocco in una brillante carriera militare. Gilles si guadagnò sul campo, infatti, il titolo di maresciallo di Francia nelle numerose battaglie sostenute contro le truppe inglesi… prestando servizio durante le campagne di Giovanna d’Arco, la leggendaria “Pulzella d’Orlèans”, con la quale sviluppò un legame, secondo alcuni molto forte, di profonda devozione. Purtroppo la vicenda della “Pulzella” ebbe un finale tragico, allorchè Giovanna venne catturata dagli inglesi e condannata al rogo per eresia. Si dice che Gilles abbia animatamente litigato con Carlo VII perché questi, per motivi politici, non si era adoperato per far liberare la Pulzella. Gilles abbandonò allora la carriera militare, disgustato dagli intrighi di corte e si ritirò a vita privata nelle sue terre, dove condusse una vita opulenta e dissoluta. Non si sa esattamente come iniziò né quando… sta di fatto che, a un certo punto, il signore de Rais prese l’abitudine di far condurre al proprio castello, a Tiffauges, diversi ragazzini ufficialmente per prenderli al proprio servizio come paggi. Ma i fanciulli, in realtà venivano condotti nelle camere di tortura del barone, dove trovavano una triste fine al termine di mille sevizie… Secondo altri, invece, le torture che infliggeva alle sue vittime facevano parte di riti oscuri finalizzati alla evocazione di demoni. Con l’aiuto o su istigazione di un sedicente mago e alchimista italiano, appunto quel Francesco Prelati, grazie al quale la residenza di Tiffauges divenne in breve tempo un vero e proprio “Castello degli orrori”. Gilles de Rais commise una lunga serie di brutali omicidi senza che nessuno lo fermasse, grazie al suo potere… ma era impensabile che tali atti potessero 25 venire coperti in definitivamente… e, alla fine, la verità venne a galla. Il maresciallo di Francia venne quindi arrestato e messo sotto processo, seppure con tutti privilegi concessi al suo rango. Durante il processo i servitori parlarono, e tutte le sue efferatezze vennero alla luce con grande orrore e ribrezzo dei presenti. Prelati stesso testimoniò contro di lui , in cambiò dell’impunità. Gilles dapprima negò, poi confessò ogni cosa in un mare di lacrime. Venne condannato a morte il 26 ottobre 1440, assieme ai suoi complici. Gli fu concesso di avere una degna sepoltura, invece di lasciare che il suo corpo venisse bruciato e le ceneri sparse al vento, com’era previsto dalla legge per quel genere di crimini… (AA.VV., “I Grandi Enigmi di Martin Mystère Detective dell’impossibile Il segreto di Giovanna d’Arco” pag. 97 e seguenti). Se si prova a leggere la fiaba di Barbablu come viene riportata nel sito http://www.paroledautore.net/fiabe/cla ssiche/perrault/barbablu.htm, ci si rende conto della inaudita ferocia che si annidava nell’ animo del protagonista di questa favola “nera”, che, come si è detto, potrebbe essere Gilles de Rais. Fiabe Classiche - C.Perrault: Barbablu "Les Contes de ma mère l'Oye" (traduzione di Carlo Collodi da "I racconti delle fate") C'era una volta un uomo, il quale aveva palazzi e ville principesche, e piatterie d'oro e d'argento, e mobilia di lusso ricamata, e carrozze tutte dorate di dentro e di fuori. Ma quest'uomo, per sua disgrazia, aveva la barba blu: e questa cosa lo faceva così brutto e spaventoso, che non c'era donna, ragazza o maritata, che soltanto a vederlo, non fuggisse a gambe dalla paura. Fra le sue vicinanti, c'era una gran dama, la quale aveva due figlie, due occhi di sole. Egli ne chiese una in moglie, lasciando alla madre la scelta di quella delle due che avesse voluto dargli: ma le ragazze non volevano saperne nulla: e se lo palleggiavano dall'una all'altra, non trovando il verso di risolversi a sposare un uomo, che aveva la barba blu. La cosa poi che più di tutto faceva loro ribrezzo era quella, che quest'uomo aveva sposato diverse donne e di queste non s'era mai potuto sapere che cosa fosse accaduto. Fatto sta che Barbablu, tanto per entrare in relazione, le menò, insieme alla madre e a tre o quattro delle loro amiche e in compagnia di alcuni giovinotti del vicinato, in una sua villa, dove si trattennero otto giorni interi. E lì, fu tutto un metter su passeggiate, partite di caccia e di pesca, balli, festini, merende: nessuno trovò il tempo per chiudere un occhio, perché passavano le nottate a farsi fra loro delle celie: insomma, le cose presero una così buona piega, che la figlia minore finì col persuadersi che il padrone della villa non aveva la barba tanto blu, e che era una persona ammodo e molto perbene. Tornati di campagna, si fecero le nozze. In capo a un mese, Barbablu disse a sua moglie che per un affare di molta importanza era costretto a mettersi in viaggio e a restar fuori almeno sei settimane: che la pregava di stare allegra, durante la sua assenza; che invitasse le sue amiche del cuore, che le menasse in campagna, caso le avesse fatto piacere: in una parola, che trattasse da regina e tenesse dappertutto corte bandita."Ecco", le disse, "le chiavi delle due grandi guardarobe: ecco quella dei piatti d'oro e d'argento, che non vanno in opera tutti i giorni: ecco quella dei miei scrigni, dove tengo i sacchi delle monete: ecco quella degli astucci, dove sono le gioie e i finimenti di pietre preziose: ecco la chiave comune, che serve per aprire tutti i quartieri. Quanto poi a quest'altra chiavicina qui, è quella della stanzina, che rimane in fondo al gran corridoio del pian terreno. Padrona di aprir tutto, di andar dappertutto: ma in quanto alla piccola stanzina, vi proibisco d'entrarvi e ve lo proibisco in modo così assoluto, che se vi accadesse per disgrazia di aprirla, potete aspettarvi tutto dalla mia collera." Ella promette che sarebbe stata attaccata agli ordini: ed egli, dopo averla abbracciata, monta in carrozza, e via per il suo viaggio. Le vicine e le amiche non aspettarono di essere cercate, per andare dalla sposa novella, tanto si struggevano dalla voglia di vedere tutte le magnificenze del suo palazzo, non essendosi arrisicate di andarci prima, quando c'era sempre il marito, a motivo di quella barba blu, che faceva loro tanta paura. Ed eccole subito a sgonnellare per le sale, per le camere e per le gallerie, sempre di meraviglia in meraviglia. Salite di sopra, nelle stanze di guardaroba, andarono in visibilio nel vedere la bellezza e la gran quantità dei parati, dei tappeti, dei letti, delle tavole, dei tavolini da lavoro, e dei grandi specchi, dove uno si poteva mirare dalla punta dei piedi fino ai capelli, e le cui cornici, parte di cristallo e parte d'argento e d'argento dorato, erano la cosa più bella e più sorprendente che si fosse mai veduta. Esse non rifinivano dal magnificare e dall'invidiare la felicità della loro amica, la quale, invece, non si divertiva punto alla vista di tante ricchezze, tormentata, com'era, dalla gran curiosità di andare a vedere la stanzina del pian terreno. E non potendo più stare alle mosse, senza badare alla sconvenienza di lasciar lì su due piedi tutta la compagnia, prese per una scaletta segreta, e scese giù con tanta furia, che due o tre volte ci corse poco non si rompesse l'osso del collo. Arrivata all'uscio della stanzina, si fermò un momento, ripensando alla proibizione del marito, e per la paura dei guai, ai quali poteva andare incontro per la sua disubbidienza: ma la tentazione fu così potente, che non ci fu modo di vincerla. Prese dunque la chiave, e tremando come una foglia aprì l'uscio della stanzina. Dapprincipio non poté distinguere nulla perché le finestre erano chiuse: ma a poco a poco cominciò a vedere che il pavimento era tutto coperto di sangue accagliato, dove si riflettevano i corpi di parecchie donne morte e attaccate in giro alle pareti. Erano tutte le donne che Barbablu aveva sposate, e poi sgozzate, una dietro l'altra. Se non morì dalla paura, fu un miracolo: e la chiave della stanzina, che essa aveva ritirato fuori dal buco della porta, le cascò di mano. Quando si fu riavuta un poco, raccattò la chiave, richiuse la porticina e salì nella sua camera, per rimettersi dallo spavento: ma era tanto commossa e agitata, che non trovava la via a pigliar fiato e a rifare un pò di colore. Essendosi avvista che la chiave della stanzina si era macchiata di sangue, la ripulì due o tre volte: ma il sangue non voleva andar via. Ebbe un bel lavarla e un bello strofinarla colla rena e col gesso: il sangue era sempre lì: perché la chiave era fatata e non c'era verso di pulirla perbene: quando il sangue spariva da una parte, rifioriva subito da quell'altra. Barbablu tornò dal suo viaggio quella sera stessa, raccontando che per la strada aveva ricevuto lettere, dove gli dicevano che l'affare, per il quale si era dovuto muovere da casa, era stato bell'e accomodato e in modo vantaggioso per lui. La moglie fece tutto quello che poté per dargli ad intendere che era oltremodo contenta del suo sollecito ritorno. Il giorno dipoi il marito le richiese le chiavi: ed ella gliele consegnò: ma la sua mano tremava tanto, che esso poté indovinare senza fatica tutto l'accaduto. "Come va", diss'egli, "che fra tutte queste chiavi non ci trovo quella della stanzina?" "Si vede", ella rispose, "che l'avrò lasciata di sopra, sul mio tavolino." "Badate bene", 26 disse Barbablu, "che la voglio subito." Riuscito inutile ogni pretesto per traccheggiare, convenne portar la chiave. Barbablu, dopo averci messo sopra gli occhi, domandò alla moglie: "Come mai su questa chiave c'è del sangue?". "Non lo so davvero", rispose la povera donna, più bianca della morte. "Ah! non lo sapete, eh!", replicò Barbablu, "ma lo so ben io! Voi siete voluta entrare nella stanzina. Ebbene, o signora: voi ci entrerete per sempre e andrete a pigliar posto accanto a quelle altre donne, che avete veduto là dentro." Ella si gettò ai piedi di suo marito piangendo e chiedendo perdono, con tutti i segni di un vero pentimento, dell'aver disubbidito. Bella e addolorata com'era, avrebbe intenerito un macigno: ma Barbablu aveva il cuore più duro del macigno. "Bisogna morire, signora", diss'egli, "e subito." "Poiché mi tocca a morire", ella rispose guardandolo con due occhi tutti pieni di pianto, "datemi almeno il tempo di raccomandarmi a Dio." "Vi accordo un mezzo quarto d'ora: non un minuto di più", replicò il marito. Appena rimasta sola, chiamò la sua sorella e le disse: "Anna", era questo il suo nome, "Anna, sorella mia, ti prego, sali su in cima alla torre per vedere se per caso arrivassero i miei fratelli; mi hanno promesso che oggi sarebbero venuti a trovarmi; se li vedi, fà loro segno, perché si affrettino a più non posso". La sorella Anna salì in cima alla torre e la povera sconsolata le gridava di tanto in tanto: "Anna, Anna, sorella mia, non vedi tu apparir nessuno?". "Non vedo altro che il sole che fiammeggia e l'erba che verdeggia." Intanto Barba-blu, con un gran coltellaccio in mano, gridava con quanta ne aveva ne' polmoni: "Scendi subito! o se no, salgo io". "Un altro minuto, per carità" rispondeva la moglie. E di nuovo si metteva a gridare con voce soffocata: "Anna, Anna, sorella mia, non vedi tu apparir nessuno?". "Non vedo altro che il sole che fiammeggia e l'erba che verdeggia." "Spicciati a scendere", urlava Barbablu, "o se no salgo io." "Eccomi" rispondeva sua moglie; e daccapo a gridare: "Anna, Anna, sorella mia, non vedi tu apparir nessuno?". "Vedo" rispose la sorella Anna, "vedo un gran polverone che viene verso questa parte..." "Sono forse i miei fratelli? " "Ohimè no, sorella mia: è un branco di montoni." "Insomma vuoi scendere, sì o no?", urlava Barbablu. "Un'altro momentino" rispondeva la moglie: e tornava a gridare: "Anna, Anna, sorella mia, non vedi tu apparir nessuno?". "Vedo" ella rispose "due cavalieri che vengono in qua: ma sono ancora molto lontani." "Sia ringraziato Iddio", aggiunse un minuto dopo, "sono proprio i nostri fratelli: io faccio loro tutti i segni che posso, perché si spiccino e arrivino presto." Intanto Barbablu si messe a gridare così forte, che fece tremare tutta la casa. La povera donna ebbe a scendere, e tutta scapigliata e piangente andò a gettarsi ai suoi piedi: "Sono inutili i piagnistei", disse Barbablu, "bisogna morire". Quindi pigliandola con una mano per i capelli, e coll'altra alzando il coltellaccio per aria, era lì lì per tagliarle la testa. La povera donna, voltandosi verso di lui e guardandolo cogli occhi morenti, gli chiese un ultimo istante per potersi raccogliere. "No, no!", gridò l'altro, "raccomandati subito a Dio!", e alzando il braccio... In quel punto fu bussato così forte alla porta di casa, che Barba-blu si arrestò tutt'a un tratto; e appena aperto, si videro entrare due cavalieri i quali, sfoderata la spada, si gettarono su Barbablu. Esso li riconobbe subito per i fratelli di sua moglie, uno dragone e l'altro moschettiere, e per mettersi in salvo, si dette a fuggire. Ma i due fratelli lo inseguirono tanto a ridosso, che lo raggiunsero prima che potesse arrivare sul portico di casa. E costì colla spada lo passarono da parte a parte e lo lasciarono morto. La povera donna era quasi più morta di suo marito, e non aveva fiato di rizzarsi per andare ad abbracciare i suoi fratelli. E perché Barba-blu non aveva eredi, la moglie sua rimase padrona di tutti i suoi beni: dei quali, ne dette una parte in dote alla sua sorella Anna, per maritarla con un gentiluomo, col quale da tanto tempo faceva all'amore: di un'altra se ne servì per comprare il grado di capitano ai suoi fratelli: e il resto lo tenne per sé, per maritarsi con un fior di galantuomo, che le fece dimenticare tutti i crepacuori che aveva sofferto con Barbablu. Le leggende legate alla figura della Santa e Protettrice delle Francia, Giovanna D’Arco, sono tante come quella secondo cui le voci che ella udiva pare fossero i suggerimenti delle Parche o Norne che vivevano sotto l’albero cosmico o Yggdrasill. Si narra che Giovanna D’Arco, durante un temporale, si fosse rifugiata sotto una enorme albero, dove, avrebbe incontrato le Norne o Parche che le avrebbero mostrato il proprio destino. Secondo Antony S. Mercatante tale pianta è Yggdrasil, il cavallo del terribile, oppure, il destriero di Odino, nella mitologia nordica, il grande albero di frassino cosmico, conosciuto anche come l’albero del mondo. L’Edda di Snorri lo descrive come “il più grande e il migliore degli alberi. Suoi rami, estesi su tutto il mondo, s’innalzano oltre il cielo. Ha tre radici molto grandi. Una si estende fino agli Asi…, un'altra fino ai Giganti del Ghiaccio dove prima c’era Ginnugagap (l’abisso primordiale), la terza poggia su Niflheimr (la terra delle brume fredde e oscure), e sotto la sua radice, costantemente rosicchiata da Nidhogg ( il drago) , c’è Hvergelmir”. In cima all’ Yggdrasill c’è un’aquila appollaiata. In mezzo agli occhi dell’uccello c’è un falco, Verdurfolnir. Uno scoiattolo chiamato Ratatosk corre su e giù per l’ Yggdrasill, cercando di far litigare l’aquila e Nidhogg. Quattro cervi… passano da un ramo all’altro mangiando i suoi germogli. Le Norne siedono sotto la fonte Urdar, situata alla terza radice dell’albero (MERCATANTE, S. Antony, op. cit. pag. 660). Laura Rangoni a proposito di questa leggenda scrive di alcuni interrogatori particolarmente indicativi: “Vicino a Dorèmy c’è un albero, lo chiamano l’albero delle Dame oppure, talvolta, l’albero delle Fate. Lì nei pressi c’è una sorgente. Ho sentito dire che gli ammalati vanno a bere l’acqua di quella 27 sorgente per riacquistare la salute. Qualche volta sono andata con altre ragazze a fare delle ghirlande di foglie per adornare la statua di Nostra Signora di Dorèmy. I vecchi raccontano che le fate venivano a chiacchierare vicino all’albero. Ho sentito la Jeanne Aubry, che era la moglie del podestà e mia madrina, raccontare a me che vi sto parlando, di aver veduto le fate in quel posto. Ma io non so se questo sia vero. Ho visto delle ragazze al mio paese posare ghirlande di fiori sui rami dell’albero e, quindi, qualche volta l’ho fatto anch’io con loro; certi giorni ce li portavamo via con noi, altre volte le lasciavamo là” (RAGONI, Laura, Le Fate, Xenia Editori Milano 2004 pag. 87). In un’altra leggenda si dice che ella fosse in possesso della famosa spada di Orlando chiamata Durlindana, dal nome del mago che la forgiò, che aveva recuperato grazie alle voci che le avevano suggerito dove era nascosta. Quest’arma aveva una propria volontà e per questo difficile da controllare. Essa, poteva facilmente influenzare la psiche del possessore se questo non possedeva una forza di volontà superiore alla spada. Pare che Giovanna fosse in grado di dominare questa meravigliosa arma, e sembra che, ella, non abbia mai ucciso nessuno con la sua spada. Infine, alcuni sostengono che Giovanna fosse una delle tante custodi del Graal e quella che morì sul rogo non fosse la vera Pulzella d’Orlèans, ma una sua sosia poiché ella, prima di morire, doveva portare a termine il suo compito, che ignoriamo quale fosse. COS’E’ LA MATERIA Domenico Dati Che cos’è la materia? Per la Scienza… La Scienza Convenzionale prevede la materia come costituita da molecole, atomi, composti a loro volta da protoni, neutroni ed elettroni che orbitano intorno come satelliti intorno a un pianeta. Tratto da Wikipedia: Dal greco ἄτομος - àtomos -indivisibile, unione di ἄ - a – [alfa privativo] +τομή - tomé – [divisione], così chiamato perché inizialmente considerato l’unità più piccola ed indivisibile della materia, risalente alla dottrina dei filosofi greci Leucippo,Democrito ed Epicuro, detta teoria dell’atomismo) Solo inizio del XIX secolo (più precisamente nel 1808)John Dalton rielaborò e ripropose la teoria di Democrito fondando la teoria atomica moderna, con la quale diede una spiegazione ai fenomeni chimici, affermando che le sostanze sono formate dai loro componenti secondo rapporti ben precisi fra numeri interi (legge delle proporzioni multiple), ipotizzando quindi che la materia fosse costituita da atomi. Nel corso dei suoi studi, Dalton si avvalse delle conoscenze chimiche che possedeva (la legge della conservazione della massa, formulata da Antoine Lavoisier, e la legge delle proporzioni definite, formulata da Joseph Louis Proust) e formulò la sua teoria atomica, che espose nel libro A New System of Chemical Philosophy (pubblicato nel 1808). La teoria atomica di Dalton si fondava su cinque punti: la materia è formata da piccolissime particelle elementari chiamate atomi, che sono indivisibili e indistruttibili; gli atomi di uno stesso elemento sono tutti uguali tra loro; gli atomi di elementi diversi si combinano tra loro (attraverso reazioni chimiche) in rapporti di numeri interi e generalmente piccoli, dando così origine a composti; energie a caccia dell’ormai famosa “particella di Dio”, o Bosone di Higgs, che secondo le loro ipotesi avrebbe giocato un ruolo vitale nella creazione dell’universo. Oggi si trovano a dover considerare l’ipotesi che la particella su cui per tanto tempo hanno lavorato non esista. Insomma un bel modo di complicarsi la vita, andando a caccia di fantasmi. …e secondo la Scienza di Confine che cos’è la materia? Bisogna fare qualche passo indietro, tornare nel 1940 dove c’era qualcuno che s’è cimentato nell’impresa tramite • gli atomi non possono essere né creati né un microscopio lenticolare di sua invenzione distrutti; (ottenendo ingrandimento dell’ordine di • gli atomi di un elemento non possono essere oltre un miliardo e mezzo), Pier Luigi convertiti in atomi di altri elementi. Ighina ha fotografato quella che per lui è la In definitiva questa è la definizione di atomo per “particella di Dio”, l’Atomo Magnetico Dalton: “Un atomo è la più piccola parte di un (Monopolo Magnetico). Secondo Ighina, elemento che mantiene le caratteristiche fisiche come scriverà nel suo libro L’ Atomo di quell’elemento”. Con la scoperta della radioattività naturale, si intuì Magnetico (a pag.19): “A questo punto constatai che in tutte le materie e successivamente che gli atomi non erano particelle indivisibili, bensì erano oggetti composti da parti più piccole ed alla luce delle ultime ricerche, sfruttando sofisticate e potenti apparecchiature elettroniche, è stato possibile determinare in modo più completo anche la struttura del nucleo. In particolare si è scoperto che i protoni e i neutroni sono a loro volta formati da particelle più piccole: i quark. Secondo il Modello Standard la materia è costituita da particelle dette fermioni che interagiscono fra loro grazie alle interazioni fondamentali mediate da altre particelle elementari dette bosoni. http://www.youtube.com/watch?v=j50ZssEojtM Gli scienziati del Cern di Ginevra hanno trascorso molto tempo e speso molte 28 specialmente nell’aria, vi erano moltissimi di tali atomi e non vi erano atomi della materia che non avessero, attorno a sé, vari di questi atomi (magnetici)”. Scrive Edward Leedskalnin il creatore di Coral Castle nel suo opuscolo “A D V E R T I S E M E N T” nel 1946: “Non ho mai visto un atomo, ma penso che i disegni dell’ atomo sono sbagliati . (…) Penso che tutto ciò che la natura ha bisogno di tre cose, il Nord e il Sud come poli magnetici individuali (monopoli magnetici) e le particelle neutre. Ogni tipo di queste tre cose possono agire in modo diverso con velocità differenti e diverse combinazioni, e in modo che possano ottenere risultati diversi”. In soldoni abbiamo le particelle neutre (che comunque sono formate da monopoli magnetici che si sono uniti tra di loro , un monopolo positivo s’è saldato con un monopolo negativo solidificandosi, creando la materia con un proprio campo magnetico interno che stabilisce le caratteristiche della materia stessa) mosse e tenute insieme dai monopoli magnetici , se prendiamo come esempio il gioco GeoMag possiamo farcene un’idea (chiaramente al posto dei magneti permanenti del gioco, dobbiamo propriamente immaginare i monopoli magnetici). cosa otteniamo? Abbiamo lo scioglimento della materia (qualunque tipo di materia) come spiega Pier Luigi Ighina nel video http://www.youtube.com/watch?v=UxMGhxz3n0: Presentatore Bene, il Signor Ighina, uno degli ultimi collaboratori di Marconi, oggi ottantasettenne, mi ha dato prima di cominciare un documento dove dice “Una grande scoperta per produrre la pace, la neutralizzazione di una arma bellica molto pericolosa (la bomba “H” a fusione termonucleare NDR)”; allora il Centro Internazionale di Studi Magnetici… che è il suo centro vero? Pier Luigi Ighina Sì. Presentatore Avrebbe… sarebbe riuscito a produrre l’antidoto per quest’arma bellica bloccando la trasformazione della materia in energie sub-magnetiche riflettendo la stessa trasformazione alla materia che la produce disintegrandola… Che cos’è… che ha fatto? Pier Luigi Ighina Eh, non ho fatto altro, che quest’arma bellica toglie completamente la colla magnetica, levando la colla magnetica tutte le materie si sciolgono. accaduto solo ed esclusivamente perché non erano a conoscenza della forza di gravità. La forza di gravità è una cosa molto importante. Presentatore Ma è sicuro? Pier Luigi Ighina Sicuro, se vuole io lo posso anche spiegare… Presentatore No, no, a questo non mi azzardo. Ma siamo sicuri, ecco qui. Pier Luigi Ighina Sicurissimo. Perché lei deve pensare che la forza di gravità, facendo andare le macchine a sinistra, prendono energia terrestre e salta fuori la macchina. Se invece si fa girare a destra che è quella solare rimane sempre appiccicata in terra e può andare anche a mille chilometri orari e non succede nulla. Presentatore Non ci ha pensato mai nessuno? Con tutti gli incidenti accaduti? Pier Luigi Ighina Perché non hanno ancora conosciuto cos’è la forza magnetica, non hanno conosciuto cos’è la forza di gravità. Presentatore Ma come non sanno cos’è la forza di gravità? Pier Luigi Ighina Eh, la forza di gravità… nessuno la sa, altrimenti l’avrebbero fatto. E qui introduciamo un’ulteriore concetto: la Gravità ha influenza sulla materia proprio perché la natura della materia è magnetica. Ne deriva che anche la Gravità è un fenomeno di natura magnetica (infatti non potrebbe essere differentemente). Per approfondire questo concetto, prego fare riferimento alla “Legge del Ritmo” di Pier Luigi Ighina che è la teoria base di tutti i suoi esperimenti e dispositivi. L’inesplicabile effetto Hutchison perturba lo stato della materia e della gravità http://www.youtube.com/watch?v=xeUgDJc6AWE Dobbiamo considerare in oltre che madre natura ha bisogno di costruire tutto quello di cui ha bisogno ai fini della crescita della vita stessa (qualunque tipo di vita dai virus ai vegetali fino ad arrivare all’uomo). E ha bisogno che questi “mattoni” d’energia siano disponibili istantaneamente, nelle quantità necessarie, e in qualunque luogo si ci trovi sul pianeta (dalle profondità degli oceani, nelle grotte, sulla superficie della terra, dappertutto insomma) ed è per questo che sul nostro pianeta non c’è un cm3 senza vita, proprio perché non c’è un cm3 senza energia. Ne siamo immersi, come si trattasse di un fluido costantemente continuamente istante per istante (vedi la “Legge del Ritmo” di Pier Luigi Ighina). L’energia all’interno della materia muta e trasmuta da magnetica in elettrica. Ora, se immaginiamo per un istante di togliere dalla struttura della materia i monopoli magnetici che mantengono insieme le particelle neutre, Presentatore Ma che è la colla magnetica? Pier Luigi Ighina La colla magnetica è la composizione della materia stessa, perché l’energia solare e l’energia terrestre, messe insieme, unendosi, producono la materia. Presentatore Ma è sicuro di quello che dice? Pier Luigi Ighina Certamente che sono sicuro. Vede, infatti, è molto importante del caso capitato quest’anno nella F1 a Imola (sta parlando della disgrazia accaduta a Ayrton Senna nel 1994 NDR), tutto questo è 29 Insomma la materia è energia monomagnetica solidificata. Di questo erano a conoscenza le civiltà antidiluviane che modellavano la materia con l’energia dei monopoli magnetici, riuscendo a tagliare e a trasportare immensi blocchi di pietra come quelli di Baalbek (Libano), a erigere imponenti mura poligonali come quelle diSacsayhuamàn (Perù) e a realizzare anche complesse opere di precisione in durissima Diorite come quelle presenti a Puma Punku (Bolivia); tagli d’una precisione millimetrica, impossibili da realizzare perfino con i mezzi forniti dalla nostra attuale tecnologia. La rubrica curata da Simone Lega di Edizioni XII riprenderà regolarmente dal prossimo numero. TUTTO (O QUASI) IL CATALOGO DI EDIZIONI XII IN EBOOK Bassavilla con Danilo Arona, poi è stata la volta dell'incubo delle Maledette zanzare di Simone Corà. Ora è il momento di fare sul serio. Con il 2012, uno alla volta, tutti i titoli delle collane Eclissi e Mezzanotte di Edizioni XII saranno pubblicati in edizione integrale digitale. E in due formati: ePub e MobiPocket. E si comincia con il ritorno del Sellero, di Zecchinetta e di tutti i personaggi del bar Sciabecco: in versione riveduta e corretta, Edizioni XII pubblica Diario Pulp, di Strumm. E con simili protagonisti nessun giorno sarebbe stato più indicato per l'uscita di questo titolo storico del nostro catalogo se non il 14 febbraio: proprio quel San Violentino con cui si aprono le vicende del libro. Una fusione incredibile di noir e pulp Diario Pulp, di Strumm, edizione che vi porterà su e giù per le vie della eBook Avete già provato un viaggio digitale a capitale fra sparatorie in centro città, Simone Lega [email protected] nasce il 13 novembre 1978 a Siracusa. Ha pubblicato racconti in alcune raccolte e su varie riviste e si è beccato pure qualche premio. Collabora con la casa editrice Edizioni XII (caporedattore del blog) e per “Il Teatro Instabile Siracusa” svolge di volta in volta il ruolo di autore, lettore impacciato in spettacoli-reading, maldestro tecnico luci… Nel 2012, per Edizioni XII è in uscita il suo primo romanzo. regolamenti di conti, gambe mozzate e sette sataniche in periferia. Un solo consiglio: non ridete di Duffy Duck. Potrebbe costarvi molto caro. L’eBook, realizzato da eBookAndBook e disponibile, tra gli altri, tramite il comodissimo store online di Simplicissimus Book Farm, è stato realizzato per rendere più fedelmente possibile la lettura della versione cartacea, senza dimenticare di valorizzare gli aspetti propri del formato digitale. In vendita a soli 3.90€, lo trovate sia nel formato ePub che in versione MobiPocket per il Kindle. Come per le precedenti, la versione digitale dei nostri libri è - e sarà - DRM -free, libera da qualsiasi vincolo. Un watermark, versione odierna degli Ex libris, viene posto automaticamente all’interno della pubblicazione, per indicare che il libro appartiene a voi. VEDI GLI EBOOK PUBBLICATI FINORA L'OPERA NUMERO SEI SVELATA A ERBA (CO) Venerdì 13 aprile alle ore 21 il nostro David Riva presenterà il romanzo Opera sei, durante una serata che vedrà protagonista l'Arte Contemporanea e i suoi misteri. La presentazione, infatti, sarà introdotta da una breve conferenza sulle origini e i confini dell'Arte Contemporanea, che vedrà nel ruolo di relatrice la prof.ssa Ilaria Boschini, docente di Storia dell'Arte. L'iniziativa si terrà presso la Sala Mostre della Biblioteca Comunale di Erba, sita in via Jorati 6. Hao Myung, il chirurgo estetico che ha spostato il limite del Tollerabile, è un artista. Ester, la bellissima Ester che odia il suo corpo perfetto, sceglie di essere la sua opera più ambiziosa. Metafisica è l’organizzazione che vuole trarne profitto. Ivan deve tornare in azione, dopo tanti anni d’esilio. Ivan deve riportarla a casa. Colui che prima era folle ora è genio, e poi sarà limite. 30 Riflessioni sulle radici occulte del nazismo L'ALBA DEL SOLE NERO di Pier Giorgio Lepori Introduzione Die schwarze-sonne o ‘il sole nero’ è un simbolo mistico, rappresentazione della ruota solare o delle posizioni del sole lungo l'apparente cammino sull'eclittica in ogni casella zodiacale ad ornamento del cielo, nel quadro del moto stellare apparente regolato da una precisa legge astronomica – legata ai moti di rotazione e rivoluzione terrestri - conosciuta come Precessione degli Equinozi. Non è un mistero infatti che le braccia simboliche dividano il cerchio in dodici radianti irradiando dal centro del simbolo, ipoteticamente la posizione dell’osservatore sul pianeta Terra. La situazione si complica nel momento in cui altre rappresentazioni dello schwarze -sonne sono caratterizzate da una riduzione del numero degli spicchi. Si parte da cinque braccia presenti in particolari monili antichissimi appartenenti alla storia teutonica in cui è possibile scorgervi forme care a certo esoterismo tra cui il pentacolo e la svastica. È ipotizzabile quindi che il ‘sole nero’ possa rappresentare anche la struttura occulta dell’uomo dove l’antichissimo simbolo uncinato, presente in ogni cultura umana e specialmente presso siti definiti ‘antidiluviani’ come Tiwanacu o la regione dell’Akkad ma in particolar modo in tutta l'Asia, fu associato a simbologie solari e a rappresentazioni schematiche dell’umanità esattamente in questi termini: ⁃sul piano orizzontale della morte si impernia il piano verticale e perpendicolare della vita e il senso rotatorio impartito dal verso dei piedi terminali a chiosa della figura illustra l’ineffabilità della metensomatosi e dell’eterno ritorno, ciclico, delle esistenze (karma). Anche lo schwarze-sonne a cinque braccia ricorda l’antica definizione dell’uomo come stella (il Vitruviano) inscritta nel pentacolo; la doppia stella intersecata a dieci punte svela la composizione maschio-femmina delle origini (la Stella di Venere) ovvero l’Androgino. Una domanda pertanto sorge inquietante a dispetto dei significati appena enunciati: perché questo simbolo campeggia trionfante e sinistro nella mistica simbolica delle Schutzstaffel ovvero delle SS? È noto infatti che un mosaico a pavimento di colore verde smeraldo raffigurante lo schwarze-sonne sia presente all’interno della torre nord nel famigerato Castello di Wewelsburg in Westfalia, Nord Renania, dove il Reichsfuhrer SS Heinrich Himmler pose simbolicamente il ‘Centro del Nuovo Mondo’ adibendo l’edificio a quartier generale delle SS e in particolare della Deutsches Ahnenerbe, un distaccamento scientifico delle ‘Staffette’ dedito ad ogni forma di indagine culturale conosciuto come, nello specifico significato tradotto dalla definizione completa del dipartimento, ‘Società di ricerca dell'Eredità Ancestrale’ (Forschungsgemeinschaft Deutsches Ahnenerbe e. V.). Lo scopo principale di questa divisione, che rientrava nel Corpo Scientifico delle 31 SS, era quello di trovare in ogni angolo del mondo le origini della supremazia razziale e intellettuale teutonica forte delle proprie radici ariane, indagando l’antropologia e le contaminazioni culturali e razziali tedesche nell’orbe. Gli studi, gli appunti e le riflessioni derivanti da numerosissimi viaggi e spedizioni dell’Ahnenerbe forgiarono il corpus gnoseologico della struttura. Un’altra domanda ci pone un quesito più generico: come mai il nazionalsocialismo fece uso di simbologie esoteriche, non ultimo proprio il segno dello swastika nel gonfalone del NSDAP? È possibile ipotizzare gnoseologie impensabili a fondamento dell’ideologia del Terzo Reich? La storia convenzionale non è d’aiuto in questo campo. Lo storico attende ancora ai servigi del XIX secolo, al cartesianesimo razionalista, scientista e positivista totalmente riluttante verso l’interpretazione occulta della storia dove il motore comportamentale alla base di ideologie ed eventi che hanno caratterizzato l’intera vicenda umana trarrebbe origine dalle fonti dell’irrazionale o del ‘sovra-razionale’. È per questo motivo che l’interpretazione esoterica del nazismo verrà coadiuvata dalle riflessioni di colui che per primo coniò il concetto di realismo fantastico, il grande Louis Pauwels coautore assieme a Jacques Bergier dell’intramontabile ‘Il Mattino dei Maghi’ un testo imprescindibile per chi indaga aspetti non convenzionali della Storia. Louis Pauwels è molto chiaro nell’esposizione della propria tesi e non esita ad introdurre il tema con il titolo ‘Alcuni anni nell’Altrove Assoluto’, dove ‘l’altrove assoluto’ identifica un momento storico nel quale il realismo fantastico si manifestò con tutta la propria potenza in quel fenomeno altrimenti noto come socialismo magico. Da qui in poi le istanze razionaliste della Germania identificata con ‘l’Herr Doktor’, patria di lumi indiscussi come Albert Einstein, Georg W. F. Hegel, Wilhelm C. Rontgen e molti altri, si fermano di fronte alla definizione di una scienza ariana rispetto ad una scienza giudaico-cristiana non in linea con le tradizioni teutoniche ed ariane, linfa quest’ultime del Reich Millennario. Non si parla però di ‘occultismo’ in senso stretto: la novità risiede nel ‘fantastico’, inteso come concezione straordinaria dell’esistenza, del pensiero e delle arti. Il nazista vero, profondo, non appartiene alla storia dell’umanità; egli è un alieno intellettuale che fonda una propria antropologia, biologia, filosofia e soprattutto religione. È la prima volta, infatti, che si dà una definizione rivoluzionaria del movimento nazionalsocialista: non si tratta di una politica o di una visione prosaica, filosofica della società e della storia. Il nazismo è una mistica, è a tutti gli effetti religio. Come ogni mistica che si rispetti, secondo Pauwels, esso viene annunciato da una serie di eventi che con Jung possono essere definiti ‘coincidenze significative’, simili agli allineamenti planetari forieri di nascite divine e cesure storiche definitive. La differenza la fanno gli storici, legati al razionalismo e alle critiche morali che impediscono un’analisi approfondita, a tutto campo del fenomeno. Il nazismo per Louis Pauwels non è morto, né mai lo sarà finchè continueremo ad esorcizzarlo, rimuoverlo come follia collettiva, possessione diabolica, pazzia congenita nel suo Fuhrer. Se ci spingiamo nel cuore di questa mistica avulsa dal contesto storico ed umano, esso è rappresentabile in un passo tratto da un racconto di Arthur Machen, personaggio controverso appartenente a società segrete di cui tratteremo più avanti: ‘…il vero male, nell’uomo, è come la santità e il genio. È un’estasi dell’anima, qualcosa che supera i limiti naturali dell’intelletto, che sfugge alla coscienza. (…) il male nel senso vero del termine è raro. Credo anzi che divenga sempre più raro.’ Non si tratta dell’esaltazione del male o del bene bensì della sua teoretica, della sua decontestualizzazione diventa inspiegabile alla luce della lente positivista. Molto più consona la considerazione di un signore, Marcel Ray, quando già nel 1939 aveva riconosciuto la guerra manichea portata dalla Germania al mondo. Esteriormente gli strumenti erano gli stessi di qualsivoglia scontro bellico; ma c’è un esoterismo e le credenze più profonde del nazionalsocialismo hanno scatenato una lotta tra dèi, misteriose potenze la cui origine è opposta ad un contesto razionale. Rauschning stesso affermava che ogni tedesco ‘ha un piede nell’Atlantide…’, la natura duale dei tedeschi capaci di vivere contemporaneamente un pragmatismo tanto elevato come il magismo sostiene il dilagare di quest'ultimo e ne mette a disposizione il terreno fertile dove prosperare. L’indagine partirà necessariamente dalle società misteriose che determinarono certe scelte. Intorno al 1880 sia in Francia che in Inghilterra e infine in Germania alcuni cenacoli esoterici, iniziatici cominciarono a captare al loro interno eminenti personalità, a fondersi dando origine a potenti strutture. Tre in particolare: ⁃La Golden Dawn inglese ⁃La Società del Vril tedesca ⁃La Thule Gesellschaft sempre tedesca L’Alba Dorata (questo il significato di Golden Dawn) prendeva le mosse dalla società Rosa-crociana fondata due decenni prima da R. Wentworth L., forte di appartenenze massoniche nell’ordine dei 144 membri; un numero ben noto riportato in base 1000 nell’Apocalisse di Giovanni, cifra legata al numero dei ‘salvati’ (144.000). lo scopo della Golden Dawn era quello di raggiungere poteri e conoscenze iniziatiche profonde. I legami più forti li troviamo con l’Antroposofia di Rudolf Steiner e più tardi con uno dei massimi rappresentanti del neo-paganesimo Aleister Crowley fondatore peraltro del temuto O.T.O. (Ordo Templis Orientis) caratterizzato da forti tendenze luciferine. Gran maestro di questa loggia fu addirittura il poeta Yeats che assunse il nome mistico di Fra’ Diavolo o il più iniziatico Deus Inversus. Il panorama culturale e scientifico della loggia spaziava da scrittori come Bram Stoker, l’autore di Dracula, fino all’ingegnere Allan Bennett, l’astronomo reale di Scozia Peck e Gerald Kelly, presidente della Royal Academy. Merita un accenno sulla Rosa Croce per comprendere ancora di più le dinamiche di tensione e contrasto tra inglesi e tedeschi. La Rosa Croce fu una società iniziatica fondata nel 1618 da Christian Rosenkreuz, cognome da cui l’etimo ‘rosa-croce’ (traduzione letterale). Scopo di questa congrega era il conferire scientificità attraverso rituali alchemici Il contesto filosofico – Le società segrete ai grandi arcani occulti cristiani e proto Considerare Adolf Hitler dunque un cristiani fusi con la tradizione posseduto, un essere demoniaco o più soprattutto egizia. Le simbologie semplicemente un pazzo mal si concilia rosacrociane provenivano dalla con il contesto in cui quest’uomo visse e disposizione ‘a petali di rosa’ delle gocce formò la propria ideologia. Egli infatti di sangue cadute dal costato ferito del non era alcunché di tutto questo; se Cristo. Tra la numerologia troviamo il 3, pertanto gli aggettivi suddetti stridono 4, 7, 10 e 12 dove la combinazione con la realtà nondimeno il nazismo dell’ultimo numero porta a 144 – il fenomenologica dai parametri morali comuni. Il superamento dei limiti intellettuali o intellettivi è ben illustrato da una coincidenza significativa molto inquietante. Nel 1896 lo scrittore inglese Shiel pubblica un racconto dove una banda di criminali terrificanti devasta l’Europa sterminando famiglie considerate nocive per l’umanità e il suo progresso bruciandone i cadaveri. Il titolo della novella è ‘Le SS’. I grandi eventi storici sono annunciati in maniera sinistra. Il diario di un fanciullo chiamato Napoleone terminava con la frase ‘Sant’Elena, piccola isola…’. Un evento non è prevedibile ma intuibile. Ewers, romanziere tedesco, scrisse il terrificante racconto La Mandragola che sembra anticipare preventivamente l’orrendo patto perpetrato dal Fuhrer con il suo mentore astrologo proprio di fronte alla radice maledetta. La domanda del come fosse stato possibile - in pieno XX secolo - veder sorgere un’assurdità logica di tale portata non contempla un’altra misura d’indagine; è infatti impossibile valutare con i parametri dello scientismo ciò che negò lo scientismo dal profondo. La nostra storia è falsa né più né meno di una rappresentazione figurativa di natura morta o del seno di una donna illustrati dal pittore, ecco la concezione che permea il Mattino dei Maghi, senza fare riferimento ad una regia occulta bensì al susseguirsi di rivelazioni del mondo dell’assurdo dopo l’antonomastica la rottura del vaso di Pandora, ovvero la ribellione profonda al Positivismo. Così non fu di scandalo pensare che il Fuhrer e la Germania nazista, ad un certo punto della loro storia, credessero davvero all’avvento del Superuomo. E che non era sicuramente lo ubermensch caro a Nietzsche il cui significato è ‘oltreuomo’, ossia l’evoluzione intellettuale dell’umanità ad opera dell’umanità stessa. Il Superuomo, al contrario e lo vedremo più avanti, è un’entità ben precisa, addirittura aliena secondo le tesi originarie a fondamento del pensiero nazionalsocialista. L’esplorazione della storia invisibile aiuta a sbarazzarsi della ripugnanza per l’inverosimile che, spesso e volentieri – se non adeguatamente penetrato paralizza la conoscenza. Per questo motivo la recherche è partita da strani culti, cosmogonie e cosmologie aberranti, filosofie irrazionali sorte violentemente nella terra di Humboldt, Haeckel e Max Planck. L’obiettivo è penetrare l’impianto logico nazista indagando alcuni aspetti centrali: ⁃filosofie occulte e società correlate ⁃cosmogonia Solo in questa maniera sarà possibile fare luce lì dove la stessa luce fatica a manifestarsi. 32 numero dei membri della Golden Dawn ad essa ispirata – mentre negli altri è facile riconoscere cifre care al Cristianesimo (3 7 e 10) e al pitagorismo (3, 4 e 10) dove la Perfezione espressa dal Triangolo viene desunta dal numero 10 derivante da 3 lati in base 4, successivamente riconosciuta tale figura come rappresentazione geometrica del Sacro Tetragamma. La Società del Vril è ben più inquietante e possiamo considerarla la culla gnoseologica del nazismo. I fondamenti di questa congrega li ritroveremo nella cosmogonia e nell’astronomia di regime entrambe connesse alle teorie di Hans Horbiger che tutto faceva discendere dallo scontro eterno tra il ghiaccio e il fuoco. Cosa si dicevano gli adepti del Vril? Essi credevano nella Terra Cava nella quale noi siamo gli abitanti dell’interno mentre gli astri altro non sono se non luci che si vengono a formare all'interno del gas azzurrognolo in sospensione sulla volta rocciosa che conferisce l'illusione del cielo. Potrebbe sembrare una follia collettiva senza soluzione ma soprattutto impossibile da applicare se non ricordassimo che dette teorie sono alla base anche del neonazismo e l’aneddoto che segue dà l’esatta percezione di ciò che si manifestò in quegli anni e della presa sulle coscienze. Si tratta di un accenno di M. Gardner nell’opera In the Name of Science. Nell’aprile del 1942, sponsorizzata dai vertici gerarchici del partito (Goering, Himmler e lo stesso Hitler), una spedizione segretissima capeggiata da H. Fischer, studioso dei raggi infrarossi, equipaggiata con le più avanzate tecnologie radariste dell’epoca sbarca sull’isola di Rugen. Giunti sul posto si dispongono i radar verso l’alto con un’inclinazione di 45° e così restano per molti giorni peraltro in piena guerra dove strumenti di quel tipo avrebbero avuto ben altra dignità. Ma l’operazione Rugen riveste un carattere ben più importante e fondamentale: il Fuhrer ritiene, infatti, che la Terra sia concava e non convessa, dunque cava; noi ne abitiamo l’interno, il cielo è un gas azzurro costellato di luminescenze scambiate per stelle; luna e sole sono ben più piccoli delle considerazioni scientifiche giudaico-cristiane e sono composti da ghiaccio. Tatticamente, le onde radar di riflessione sulla volta rocciosa permetteranno di vedere la flotta inglese ancorata a Scapaflow… All’interno della terra cava vivono uomini dalle capacità psichiche ben più elevate delle nostre; essi appartengono ad una razza che ci soppianterà, non ancora del tutto pronta ad uscire dal centro della Terra. Questa tesi porta alla considerazione dell’uomo come ancora in evoluzione e prossimo ad una ‘formidabile mutazione’ capace di conferire ad esso gli antichi poteri attribuiti agli dèi. Questi superuomini sono già presenti sul pianeta ed hanno origini aldilà dei confini temporali ma in special modo spaziali: sono essi infatti di origine aliena. Al fine di non finire come schiavi bensì coadiutori delle trasformazioni spirituali e genetiche che questi Superiori porteranno nella Storia, è possibile un’alleanza, l’alleanza con il Signore del Mondo o il Re della Paura. Pochissimi uomini sono a questo livello di consapevolezza, in grado di giungere alla piena manifestazione delle loro potenzialità nascoste. In contrapposizione ai Superuomini troviamo gli uomini comuni definiti larve e il Dio giudaico-cristiano un dio delle larve. Questo il kerigma del Vril sostanzialmente basato sulla trasposizione nella realtà di un romanzo di B. Lytton La Razza che ci Soppianterà: la trama del libro è perfettamente cogente ai concetti in cui credono gli adepti del Vril. Lytton apparteneva ai 144 della Golden Dawn. Quali le origini di queste considerazioni? Una società molto potente fondata da Helena Petrovna Hahn detta Madame Blavatsky a New York nel 1875 potrebbe essere considerata tra le basi ispiratrici della Società del Vril, la Società Teosofica. L’impianto gnoseologico della Teosofia si basa sul considerare ogni religione esistente e rivelata riflesso di una religione unica ed antichissima insieme alla consapevolezza della propria divinità che potrà essere raggiunta dall’uomo per via iniziatica, esoterica. Testo cult per i teosofi era il Libro di Dzyan in cui si racconta dell’arrivo in tempi remotissimi di una civiltà aliena sulla Terra che coadiuvò l’evoluzione umana e rimase di stanza sul pianeta abitandone il sottosuolo. Il periodo trattato nel libro è vastissimo: parte dalla genesi del cosmo fino alla distruzione di Atlantide. Aldilà dell’esistenza o meno del testo di Dzyan, la Blavatsky era convinta di aver incontrato dei Maestri Sconosciuti autori delle sue conoscenze iniziatiche all’indomani delle ferite mortali riportate al petto durante la campagna garibaldina di Monterotondo. La terra cava non è però solamente una tesi teosofica o nazista. Nel 1818 giunse una missiva ai Membri del Congresso americano da parte del Capt. John C. Symnes che dichiarava l’esistenza di cavità concentriche all’interno della Terra, sfere sovrapposte il cui ingresso era polare compreso in un arco variabile tra i 12° e i 16°. Saranno Ley e Sprague de Camp2 ad illustrare i fondamenti di Symnes: ⁃ogni oggetto è cavo ⁃anche i pianeti ⁃la Terra in particolare presenta 5 sfere concentriche ⁃tutte abitate ⁃gli esseri umani e non solo che le abitano possono interagire risalendo e scendendo attraverso le sfere. Pur considerando questa tesi ‘bislacca’, sottolineiamo che un modellino in legno della geologia di Symnes si trova all’Accademia delle Scienze Naturali di Filadelfia negli Stati Uniti. Nel 1870 Cyrus Read Teed, americano anh’egli, assai colto e preparato nonché appassionato studioso di alchimia sostenne la teoria della terra cava a tal punto che fondò una vera e propria religione diffusa attraverso una rivista di sua redazione chiamata ‘La Spada di 33 Fuoco’ raggiungendo la considerevole cifra di 4.000 adepti nel 1894 aderenti alla setta denominata Koreshismo. Un aviatore tedesco, Bender, fondò un movimento a sostegno di questa tesi (la Hohl Welt Lehre), suffragato da un’ulteriore tesi americana appartenente a Marshall Gardner in cui il fulcro gnoseologico era la posizione al centro della Terra del Sole e la sua capacità di tenere tutti attaccati alla crosta grazie ai raggi che emettevano una certa pressione. Il pensiero e il movimento di Bender divenne popolare nel 1930 e affascinò dirigenti del Reich e alti ufficiali Luftwaffe e Kriegsmarine. E che cos’è il ‘vril’? È la definizione di un’energia ineffabile, originaria, della quale noi utilizziamo solo una piccola parte e che, al contrario – qualora sfruttata totalmente, ci renderebbe consapevoli della nostra divinità e dunque padroni del mondo. I Superiori Sconosciuti, presenti in ogni mistica occulta orientale come occidentale, ne sarebbero provvisti e dunque esseri sovrumani: essi sono coloro che supporteranno gli eletti della razza umana ad una formidabile mutazione spirituale e genetica. Hitler era fermamente convinto della necessaria mutazione di razza; la differenza è nell’interpretazione ‘attiva’ di tale tesi. Dove troviamo i ‘Superiori Sconosciuti’? In inquietanti e temibili racconti come il Necronomicon di H.P. Lovecfraft; egli ne parla mentre rituali occulti neopagani o luciferini li evocano. Oltre la Società del Vril e la Golden Dawn necessita aprire uno spiraglio su un’altra società tedesca segreta e assai potente: la Thule Gesellschaft. Solo il simbolo utilizzato non dovrebbe lasciar dubbi sul considerarla la culla per il futuro nazionalsocialismo. Fondata nel 1919 campeggia sul gonfalone una svastica irraggiante di forma circolare che sovrasta un gladio coronato dall’alloro. È ormai assodato che la Thule sia un nucleo discendente dalla Società del Vril della quale sposò i tratti razziali salienti e soprattutto la cosmogonia teosofica e i Superiori Sconosciuti. Rauschning dichiarava che un giorno Hitler gli parlò chiaramente delle proprie visioni a proposito della mutazione razziale cui il nazismo si fece interprete: ‘l’uomo nuovo vive in mezzo a noi! È qui. Vi basta? … ho visto l’uomo nuovo. È intrepido e crudele. Ho avuto paura di fronte a lui…’ È curioso, per rimanere sul prudente, ritenere che gli stessi concetti della Golden Dawn, transitati attraverso la Società del Vril e poi la Thule, originati nelle riflessioni teosofiche e sfociati nel programma politico e militare del NSDAP possano essere una coincidenza sfortunata. Pauwels si spinge oltre e propone una visione estremamente interessante. Noi siamo abituati a valutare le connessioni logiche, le ‘filiazioni’ sillogistiche: se A=B e B=C allora A=C, ed è pacifico; peccato che rimanga il problema di fondo ovvero dare una collocazione reale ad A, B e C. Le connessioni, i collegamenti tra società, pensieri, considerazioni di questo tipo sono secondo Pauwels il manifestarsi di un mondo parallelo, incredibile, una ‘porta’ che si aprì su un altro universo non appartenente alla dimensione che conosciamo noi. È una vsione metafisica tutto questo ed è assolutamente discutibile. Meno discutibile è il silenzio sotto cui sono passate le affiliazioni alla Thule di Haushoffer – considerato insieme a Bormann e Rosenberg il vero fondatore del nazionalsocialismo – di Hess e dello stesso Hitler. La Teosofia faceva da sfondo tanto da fungere come neologismo – teosofismo – per indicare la renaissance del magismo, base dell’irrazionale esistenza vissuta in toto dagli uomini di inizio XX secolo. Un personaggio incredibile nascerà sotto l’egida della Società Teosofica. Ne sarà rappresentante in Svizzera a Dornach, dove poi lo stesso – liberatosi dal giogo teosofico in cui vedeva delle contraddizioni profonde con il proprio pensiero – diede vita all’Antroposofia, una filosofia basata sulla capacità tutta umana di raggiungere vette cognitive ed evoluzioni spirituali altissime dovute alla concezione di universo contenuto nell’uomo stesso. L’Antroposofia, in campo medico, scientifico, biologico è fortissima: dai concimi che non distruggono il suolo, dai metalli che modificano il metabolismo fino ad una pedagogia tutt’ora in uso in Europa, ha dettato le leggi che aiuteranno a pensare in forma antinazista. Egli era il grande Rudolph Steiner, considerato dai nazisti – i quali bruciarono i suoi testi e il centro antroposofico stesso di Dornach nel ’24 (Steiner morì di dolore l’anno seguente) – il nemico intellettuale uno. Questo in breve il contesto. Altre teorie tra cui quelle cosmogoniche avrebbero alimentato la visione scientifica neopagana. La più grande teoria alla base della scienza nazista era la cosmogonia del conflitto ghiaccio-fuoco teorizzata da Hans Horbiger. Analizziamo più a fondo il gruppo Thule e i suoi affiliati tra cui un personaggio controverso: Dietrich Eckardt. Nel 1920 costui insieme a Rosenberg incontrò Adolf Hitler. Entrambi erano appartenenti alla Thule. Da quell'istante Eckardt intraprende la formazione iniziatica e spirituale del Fuhrer impartendogli la doppia dottrina: quella segreta mistica e quella propagandistica, finalizzata alla politica. Nel 1923 egli entra di fatto nei leggendari Sette di Spandau ossia i fondatori del nazionalsocialismo, tutti affiliati alla Thule. Morirà nello stesso anno, non prima di aver recitato una misteriosa preghiera di fronte ad una meteorite nera che egli chiamava la 'sua Kaaba'. La lasciò in eredità ad Oberth uno tra gli iniziatori dell'astronautica. Inviò anche un lunghissimo manoscritto a Haushoffer in cui si affermava che la Thule sarebbe sopravvissuta alla sua morte ed avrebbe cambiato per sempre la faccia del mondo e della storia (leggere brano primo capoverso pag. 353). La Società vanta una storia veramente inquietante. Le radici del pensiero principiano da una leggendaria terra chiamata Thule che scomparve nell'estremo nord e al pari dell'Atlantide fu il centro vivo magico di una supercività scomparsa. Il principio di base da cui gli adepti partono è che i segreti perduti di Thule non sarebbero tali bensì alcuni esseri, presenze intermedie tra i Superiori e gli uomini deterrebbero tale ricchezza, vera riserva di forze da affidare alla Germania intesa come nunzia della futura superumanità previo affidamento del dominio mondiale Uomini infallibilli guideranno eserciti potenti per sterminare, rovesciare qualsiasi opposizione, ostacolo al destino spirituale della Terra, tutto ciò possibile grazie alle fonti di energia che nutriranno i nazionalsocialisti così come fecero con i Grandi Antichi. Eckardt e Rosenberg affidano alla medianità di Hitler i contenuti esoterici della dottrina e con Haushoffer la hule si trasformerà da gruppo iniziatico a vera e propria società segreta, forte di iniziati a contatto con l'invisibile e i Superiori Sconosciuti ma soprattutto centro magico di alimentazione nazista. Ed è proprio una struttura occulta nel vero senso del termine: per un gruppo di iniziati, regola fondamentale, è che fatto il patto con le potenze nascoste queste si possono evocare solo in presenza di un intermediario, un mago; quest'ultimo non avrebbe però nessun potere evocativo se non coadiuvato da un medium: Haushoffer era 'il mago'' e Hitler 'il medium'. Ma il gruppo della Thule non si limitava ad evocare le potenze superiori di cui si sentiva intermediario. L'ambizione dei nazisti 34 iniziati verteva sulla selezione biologica dell'uomo-dio e non solo in Germania ma in tutto il pianeta. A Rauschning continua a confidare che il nazismo è una cesura profonda, che avverrà una mutazione più elevata dell'avvento di una neoreligione, la rivoluzione nazista è la tappa fondamentale per la soppressione della storia. Rudolf Hess era assistente di Haushoffer all'università di Monaco, favorì l'incontro con Hitler. Hess prima del suo delirante viaggio verso l'Inghilterra nel 1942, era l numero 2 del Partito e del Reich, era il vice del Fuhrer. L'iniziazione di Adolf Hitler è perfetta: egli capisce l'importanza dei due piani dottrinari e mescola le istanze di Haushoffer e i piani di Rosenberg e Eckardt nel manoscritto Mein Kampf. La croce uncinata, volgarmente definita, ovvero lo swastika sembrerebbe essere stata una scelta di Haushoffer come simbolo nazista supremo. Approfondire il significato dello swastika è centrale per l'indagine 'realistico fantastica' proposta da Louis Pauwels. Aldilà dei significati canonici proposti in apertura, l'accento va posto sull'architettura del simbolo: rispetto alla croce e agli altri simboli archetipali (cerchio, triangolo, quadrato e mezzaluna) lo swastika è un tracciato intenzionale e non riproduttivo. È un simbolo vero e proprio addirittura ipoteticamente nato con l'umanità stessa. La presenza è costante tra Europa, Asia e Americhe e sottolinea la necessità di pensare o ripensare alle dinamiche sociali che uniscono i destini, le migrazioni e i sistemi di pensiero o organizzativi dell'umanità sparsa su questi enormi continenti fin dai empi più antichi. Una delle spiegazioni per cui questo simbolo rappresenterebbe la purezza razziale (G. List, 1908) pienamente sposata dai nazisti è che inspiegabilmente il simbolo non trova riscontri nell'area semitica tranne apparizioni fugaci tra Egizi, Caldei, Assiri e Fenici. La zona planetaria in cui il simbolo si manifesta in maniera diffusa e assai corrente, sia sinistrorsa che destrorsa, è il Tibet e i nazisti – specie le SS appartenenti all'Ahnenerbe – avevano un particolarissimo rapporto con questa zona. Pauwels trova l'ennesima correlazione tra la Società dei Verdi che era legata alla Thule e la sua origine tibetana; un monaco tibetano presente a Berlino negli Anni '20 e '30, denominato 'l'uomo dai guanti verdi', avrebbe predetto il numero esatto dei deputati nazisti eletti al Reichstag e riceveva regolarmente il futuro Fuhrer: lo definivano colui che deteneva le chiavi di Agarthi. Il nome Agarthi, assieme a quello di Schamballah, è legato a dichiarazioni da parte dei nazionalsocialisti processati a Norimberga dal 1945 ma soprattutto da Renè Guenòn il quale riprese un'antica leggenda sulla popolazione del Gobi, ritenuta dai nazisti la componente fondamentale dell'umanità intera e del ceppo ariano in particolare, sfuggita ad un cataclisma e rifugiatasi nelle caverne sotterranee dell'Himalaya. Durante la permanenza nel sottosuolo, essa ebbe uno scisma interno tra ⁃coloro che presero la via della mano sinistra ⁃coloro che presero la via della mano destra. I sinistrorsi rappresentavano la meditazione, la contemplazione il Bene appartenente al tempio della nonpartecipazione al mondo e la sede di questo centro di forza era Agarthi; i destrorsi, al contrario, fecero propria la forza del controllo sugli elementi, il magismo nero e la violenza con cui comandano le masse umane portandole alla cesura degli Eventi con residenza nella città segreta del Male, Schamballah. Quando i russi entrarono a Berlino trovarono migliaia di cadaveri tra i volontari della morte ed erano senza documenti e di razza himalayana. Gli adepti della Thule dovevano essere protetti affinchè la loro millennaria missione di mutazione della razza umana arrivasse fino al prossimo diluvio ricominciando il ciclo. Onde permettere ciò, era necessario ingraziarsi le potenze oscure di Schamballah, i Superiori Sconosciuti attraverso il rituale dei sacrifici umani. Nel 1946 l'iniziatore del nazismo e gran maestro della Thule si suicida portando con sé la moglie Martha. Suo figlio Albrecht prese parte all'attentato contro il Fuhrer nella tana del Lupo ad opera dei congiurati capeggiati da Von Stauffenberg il 20 luglio 1944. ad aprile del 1945 fu giustiziato insieme ai cospiratori con un colpo alla nuca. Memorabili i suoi Sonetti di Moabit. L'Ordine Nero Il 'realismo fantastico' di Pauwels riesce a spiegare comportamenti al contrario assolutamente irrazionali e difficili da comprendere alla luce della semplice analisi politica o di una liquidazione del fenomeno come 'follia collettiva' e dei suoi artefici come 'pazzi furiosi'. Sono indubbiamente analisi più comode ma profondamente fuori luogo se paragonate alle incredibili istanze del Terzo Reich. Nel 1934 durante la 'notte dei lunghi coltelli' le formazioni paramilitari 'pure' del nazismo in erba (le SA, Sturm Abteilungen) vengono eliminate fisicamente, in primis leaders quali Gregor Strasser, Ernst Rohm e via discorrendo, accusato il primo di connivenze con i maggiori nemici del nazismo, i bolscevichi, il secondo perchè capo delle SA. La storia ha 'giustificato' Strasser attribuendogli una visione 'socialista reale' del nazionalsocialismo, pronto a sposare le istanze anticapitalistiche dei marxisti imprimendo al NSDAP una visione 'di sinistra'. L'antitesi alla signoria assoluta di Hitler, l'arresto nel 1934 e l'uccisione da parte della Gestapo su ordine dello stesso Goering avvalora la tesi del martire ideologico. Presunto. Ciò che interessa Pauwels, però, è il cambio di marcia in corsa tra le S.A. e le SS. Queste erano più adatte alla missione esoterica del Reich Millenario e furono affidate alla cura di Heinrich Himmler, uno degli aderenti da sempre all'hitlerismo con il compito di organizzare le 'Staffette' come una congrega di monaci guerrieri, vero e proprio ordine religioso votato interamente al nazismo magico. La gerarchia prevedeva un gotha consapevole delle istanze esoteriche e una serie di vassalli sottoposti fino alle Waffen-SS che altro non erano se non un riflesso delle più alte rappresentanze appartenenti al gruppo della SS Totenkopf, 'Testa di morto', vertice gnoseologico dell'organizzazione. Ufficialmente i vertici di partito non riconobbero mai questo aspetto delle Schutzstaffel ma non ne impedirono il dilagare di potere. La misteriosa Ahnenerbe era la teologia di questa neoreligione; l'Ordine Nero – alias delle SS – l'aspetto più propriamente mistico, sacerdotale. Dal momento in cui prende sempre più piede la visione iniziatica dei Signori di Thule, le SS acquisiscono un potere illimitato e sono di fatto un regno nel regno. Himmler assume l'incarico plenipotenziario di Reiscsfuhrer SS. Un profilo interessante fu dato dalla testimonianza di Kersten, suo medico personale, quando nel 1942 fu convocato da Himmler stesso per un intervento rilassante allo stomaco. Egli raccontò che il Fuhrer si era convinto dell'impossibilità di una vita pacifica futura finchè fosse rimasto in vita un solo ebreo e conferì i poteri al Reiscsfuhrer per l'immediata liquidazione di oltre 5 milioni di ebrei come priorità assoluta. Data la costernazione di Himmler, Kersten ebbe l'infelice idea di commiserarlo capendo il suo dramma umano per un compito orribile di questo tipo. Ma rimase ammutolito quando il Reichsfuhrer lo riprese dicendogli che non aveva capito nulla. Il suo problema era morale verso Hitler poiché in un impeto di egoismo pensò esclusivamente alle proprie priorità e non a quelle di regime e del suo amato Fuhrer. Da lì il suo stato di malessere. L'inversione totale di valori rispetto a quelli che conosciamo e pratichiamo in quanto esseri umani non erano minimamente percepiti, capiti o condivisibili da parte di chi aveva una concezione profondamente aliena della realtà. Essi vivevano in un mondo diverso dove la missione epocale cui furono chiamati anima e corpo travalicava i pensieri larvali dell'umanità ormai al termine di un ciclo della propria storia. È lampante che non si tratta più di uno scenario esclusivamente politico, LEGGI GLI ALTRI ARTICOLI SUL SITO DI 35 economico o militare. L'Ordine principiava dalle SS Totenkopf; esse ricevevano – come monaci guerrieri rispetto ai 'frati minori' delle Waffen-SS – la loro prima iniziazione nei Burg3 previa formazione seminarista nella NaPoLa4: si afferma in un articolo del '42 apparso su 'Schwarze Korps' che sono 'scuole in cui si impara a dare e ricevere la morte' e il concetto di 'comunione con la morte non rigurda solo il morire fisicamente sul campo di battaglia ma anche un più liturgico morire all'uomo vecchio in favore dell'uomo nuovo. La cerimonia della presa dei voti nei Burg è ed è rimasta segreta, trapelano solo alcune voci da parte di chi ha parlato in tempi più favorevoli rispetto a quell'esperienza. Si entrava in un 'destino sovrumano irreversibile' e colui che tradiva la causa arebbe stato annientato non solo lui stesso ma anche moglie e figli affinché non avesse discendenza. Era detta la 'cerimonia dell'Aria Densa'; non si capisce se ci si riferiva all'atmosfera greve e grave della presa dei voti oppure all'abbrutimento satanico, da messa nera degli astanti. I Totenkopf, da quell'istante, comunque, venivano isolati per sempre dagli uomini normali definiti 'apparenti' o peggio untermenschen, 'sotto-uomini'. La vera SS è parte integrante di una visione globale nuova, essa è il nuovo uomo-dio. Lo stesso Hitler divide il futuro mondo in classi verticistiche ben precise e delineate, una piramide al cui vertice vi è una: '...nuova, alta nobiltà di cui non posso parlare. Ma questi piani devono essere ignorati dai semplici militanti...'. Il pianeta diviene la pasta da cui trarre un'energia ineffabile che attiri i Superiori del Difuori e l'organizzazione dell'Ordine Nero una realtà che risponde a fini magici, iniziatici e non meramente politici. Il cosmo, l'universo è l'unico essere esistente e senziente: uomini, esseri animati, tutte le cose che ci circondano non sono altro che forme universali diverse che si trasformano nel tempo, divengono e di cui l'Ordine Nero delle SS è il demiurgo che ne aiuta il rimpasto finalizzato ad un grande scopo di natura e sapore escatologici. La creazione non è terminata e le SS sono i maghi ai quali l'Universo trasmette gli ordini per lavorare la cieca e sanguinosa pasta umana. La Storia ha dimostrato che i cosiddetti untermenschen teorizzati dal nazionalsocialismo si coalizzarono su scala mondiale bloccando il Reich Millennario, forti delle ragioni umane che trasalirono di fronte all'orrore fermando l'assurdo progetto di transizione dimensionale dell'umanità. Il vero problema è che l'hanno solo fermato, non debellato. LA NASCITA DELLE COSTELLAZIONI ANTICHE Agostino Galegati L’Astronomia può essere definita la Madre delle Scienze per la sua antichità; infatti, le prime attività scientifiche che la razza umana ha intrapreso di cui abbiamo conoscenza riguardano appunto l’osservazione del cielo e le prime osservazioni celesti possono essere fatte risalire a molti millenni prima della nascita di Cristo; questa datazione così antica è possibile sia grazie alla scoperta di manufatti a tema astronomico sia per le tradizioni orali ereditate col passare del tempo. La parte ovest della Scozia, ad esempio, è particolarmente ricca di siti megaliti così come l'Inghilterra (ad esempio Stonehenge e Woodhenge) in cui è stato possibile individuare particolari orientazioni di tipo astronomico ed a questo periodo (molte migliaia d’anni prima di Cristo), forse, possono essere fatti risalire i primi sforzi da parte dell’uomo di raggruppare le stelle in costellazioni. Le stelle di una costellazione non hanno in genere una connessione l’una con l’altra se non ovviamente il fatto di essere all’apparenza alla stessa distanza e direzione da noi e questi gruppi sono molto differenti secondo le varie tradizioni che prendiamo in considerazione: grecolatina, Sumero-Babilonese, cinese e sono diverse le domande che necessitano una risposta riguardo ai primi disegni di costellazioni: dove sono nati, quando sono nati e perché sono nati. Le costellazioni che conosciamo noi ci sono state tramandate dalla tradizione greca classica ma si pensa in realtà che esse siano molto più antiche e provenienti originariamente dalla Mesopotamia e quindi dalla tradizione sumerobabilonese. Pur essendo incompleti e spesso 36 difficili da tradurre con sicurezza i testi scoperti sembrano in ogni modo essere sufficienti a mostrarci un quadro generale su come sumeri e babilonesi vedevano il cielo. In Mesopotamia convivevano due tipi di tradizioni di costellazioni che si svilupparono contemporaneamente ma avevano differenti propositi. La tradizione “divina” identificava animali nobili e figure divine nelle costellazioni, e quindi per motivi religiosi, specialmente nello zodiaco; queste erano le figure rappresentate come pittografie nell’arte mesopotamica. La tradizione del calendario agreste identificava contadini e animali nel cielo per fornire un calendario annuale ai contadini. Molte costellazioni appartengono ad entrambe le tradizioni, ma solo le costellazioni zodiacali e quelle ad esse collegate provenienti dalla tradizione divina sono state esportate in Occidente. Lo sviluppo storico può essere suddiviso in sei fasi: 1) Fase dell’antica pittografia (32002100 a.C.) 2) Fase della pittografia delle pietre di confine (1350-1000 a.C.) 3) La fase “Tre stelle ognuna” (1100 a.C.) 4) La fase MULAPIN 1100-700 a.C. Queste ultime due fasi forniscono i “libri di testo” delle costellazioni perché sono le prime testimonianze scritte che includono la tradizione del calendario agreste. Le liste MULAPIN sono le più complete ed accurate e forniscono anche le associazioni che erano condivise tra le due tradizioni e questo fatto ci permette anche di interpretare l’iconografia della tradizione divina. 5) La fase dei diari astrometrici (750 – 60 a.C.). Astronomia ed astrologia procedono assieme; le prime registrazioni regolari del moto dei pianeti erano usate per gli oroscopi. A questo periodo risalgono le prime figure delle costellazioni mesopotamiche: lo zodiaco Seleucido e di Dendera. 6) La trasmissione ai greci delle costellazioni zodiacali ed agli arabi di quelle agresti. I due zodiaci sopraccitati contengono le illustrazioni delle costellazioni zodiacali più i quattro animali parazodiacali (Corvo, Serpente, Aquila, Pesce Australe) Lo zodiaco Seleucido era composto di una serie di 12 tavolette d’argilla rappresentanti i 12 segni zodiacali per l’astrologia. Lo zodiaco di Dendera è l’unica mappa completa del cielo antico che abbiamo e risale ai primi secoli a.C. in Egitto. Esso mostra lo zodiaco classico circondato dalle altre costellazioni egizie, ma le figure non sono ancora quelle tipiche della tradizione greco-latina; bensì questi due zodiaci sono uguali tra loro e sono identici alle pittografie delle pietre di confine risalenti a circa 2000 anni a.C.; quindi lo zodiaco di Dendera può essere considerato la una copia completa dello zodiaco mesopotamico. Tra le grandi civiltà mesopotamiche dobbiamo ricordare i sumeri che già intorno al 3200 a.C. cominciarono a produrre una ricca tradizione artistica. Sono soprattutto i sigilli l’aspetto più interessante di questo periodo perché mostravano scene mitologiche riprodotte anche nel loro cielo come ad esempio il combattimento del leone col toro che rappresentava il cambiamento di stagione. Leoni e tori insieme con lo scorpione sono i soggetti più rappresentati in questo periodo e spesso erano raffigurati circondati da stelle e quindi questi sigilli volevano rappresentare il Leone, il Toro e lo Scorpione come costellazioni. Queste tre costellazioni 37 tra il 4400 ed il 2200 a.C. contenevano tre dei quattro punti cardinali celesti, il quarto segno per i sumeri era l’Ibex che era formato da stelle dei nostri Acquario, Capricorno e dalla testa di Pegaso. Queste costellazioni contengono tutte stelle di prima magnitudine (Aldebaran, Regolo, Antares, Fomalhaut), molto vicine alla posizione dei punti cardinali, che furono poi chiamate stelle Reali in Persia anche se Fomalhaut era invisibile perché troppo a sud in quel periodo a quelle latitudini e probabilmente Altair era usata al suo posto e questa potrebbe essere l’origine dell’Aquila come altra costellazione Reale. Per i Sumeri il Toro era il “Toro del Cielo” ed indicava l’equinozio di primavera e l’inizio del nuovo anno, la sua testa erano le Iadi compresa Aldebaran. La nostra costellazione del Toro mostra solamente la parte anteriore dell’animale, in Mesopotamia la posizione era diversa, con le Pleiadi a formare il corno superiore e la catena di stelle di pi Ori il corno inferiore. Il Leone indicava il solstizio estivo, Regolo era chiamata Sharru (il re) dai maggior numero di rappresentazioni quindi un buon raccolto. divine che sono rappresentate anche Il cielo per i Babilonesi era suddiviso nel cielo: in tre parti: Ea dio buono della Terra e della vita rappresentato con due fiumi 1) La parte settentrionale era la Strada di Enlil, dio dell’aria e delle che gli escono dalle braccia, forze della natura. divenne l’Acquario ed i suoi simboli formarono altre costellazioni: capricorno (la capra 2) La fascia zodiacale era la Strada di Anu, padre di tutti gli dei. marina di Ea), il Campo (il nostro Pegaso), il Pesce Australe e forse i 3) La parte meridionale era la Strada Pesci e l’Ariete (dalla forma del di Ea. bastone di Ea). Babilonesi. Lo Scorpione indicava l’equinozio d’autunno. All’inizio era più grande nel cielo; infatti, le stelle della Bilancia formavano le chele dell’animale. Questa separazione risale a circa 2000 anni a.C. ed è rimasta anche ai giorni nostri. Queste costellazioni sono tra le poche ad essere rimaste invariate anche nei cataloghi successivi. Al 2500 a.C. sono fatti risalire altri sigilli scoperti in Iran molto interessanti contenenti figure astronomiche come ad esempio un dio cacciatore in piedi su cani armato di arco e frecce (prototipo del Sagittario?), una figura che tiene in mano due fiumi (l’Acquario?), una figura che tiene in mano due serpenti (Ofiuco? Idra?). Questi forse sono i primi esempi di iconografia dello zodiaco e provengono da Elam che è la città rivale di Sumer. I primi cataloghi “Tre stelle ognuna” catalogano le Pleiadi, il Leone, lo Scorpione e l’Acquario come “Stelle di Elam” mentre le Stelle di Akkad e di Amurru contengono poche altre costellazioni zodiacali (Gemelli, Bilancia e Cancro) che possono essere esempi di costellazioni della tradizione “agreste”; quindi è possibile che lo zodiaco sia nato ad Elam piuttosto che a Sumer. Il sigillo di Adda invece contiene il Ishtar regina degli dei e dea dell’amore, della fertilità e della guerra e era rappresentata armata ed accompagnata da leoni, più tardi il suo simbolo astrale rimane il solo Venere ma potrebbe essere anche l’origine del Leone, della Vergine e della Freccia (il nostro Cane Minore). Un dio cacciatore non identificato armato di arco che potrebbe essere il Sagittario. Il Dio-Sole Shamash rappresentato come un uomo barbuto con raggi uscenti dalle spalle armato di coltello con cui si apre la via dall’orizzonte est. Attorno al 1350 a.C. a Babilonia per far rispettare i confini delle varie proprietà cominciarono ad essere usate delle pietre chiamate Kudurrus su cui erano incise maledizioni che avrebbero colpito chi non rispettava questi confini ma erano decorate con simboli divini che corrispondevano a pianeti (Marduk-Giove, NabuMercurio, Nergal-Marte e NinurtaSaturno) e costellazioni (Toro, Leone, Scorpione, Sagittario, Capricorno, Acquario, probabilmente Ariete e Vergine e precursori dei Pesci e dei Gemelli). Gli originali di questi kudurrus venivano conservati nei templi come una sorta di ex-voto per avere la benedizione dei vari dei e 38 Importanti iconografie da queste pietre sono anche l’uccello che cammina (Papsukal) identificato con la nostra costellazione di Orione, Shala dea della fertilità (la Vergine), Dumuzi, dio della fertilità (Ariete). Il primo catalogo stellare babilonese è il cosiddetto “Tre stelle ognuno” o sistema a 36 stelle. È stato scritto su tavolette circolari risalenti circa al 1100 a.C. Questo catalogo contiene molte costellazioni agresti ed il loro levare eliaco molto utile a Babilonia perché il loro anno era determinato dai mesi lunari. Il nuovo anno iniziava con la prima luna nuova vicina all’equinozio di primavera; in questo modo l’anno babilonese era suddiviso in 12 o 13 mesi. Attorno al 3000 a.C. in Mesopotamia l’inizio delll’aratura dei campi in febbraio coincideva con il levare eliaco di mul-APIN (il nostro Triangolo) ed il tramonto eliaco di mul-Mul (le Pleiadi). Il catalogo considera tre stelle per ogni mese suddivise per ogni Strada sopraccitata ma queste suddivisioni sono spesso errate. Quasi tutte le stelle sono state identificate, alcune appartenenti a costellazioni, altre sono stelle singole, altre pianeti. Sono annotate anche le loro posizioni relative, il levare ed il tramonto ed il loro significato per l’agricoltura e la mitologia. Questi dati sono precisi in molti casi ma ci sono anche molti errori forse prodotti da errate trascrizioni da parte dei copisti o perché i dati erano riportati per scopi non astronomici. A questo periodo risale probabilmente la nascita del Cancro (lo scarabeo per gli Egizi) e la Bilancia dopo l’amputazione delle chele dello Scorpione. Il secondo compendio dell’Astronomia babilonese è la coppia di tavolette chiamate MULAPIN, dal nome della prima costellazione dell’anno, risalenti al 700 a.C. circa. Questo catalogo contiene le stesse stelle del precedente “Tre stelle ogni mese” con gli stessi scopi, ed alcune delle stesse descrizioni, ma sulla base di accurate osservazioni ed è astronomicamente più completo e sistematico. Le costellazioni circumpolari sono catalogate per la prima volta, e sono presenti più rappresentazioni sia delle costellazioni divine sia delle costellazioni agresti. La prima tavoletta contiene 71 tra costellazioni, stelle e pianeti suddivisi nelle tre Strade, ognuna con il proprio nome preceduto da mulseguito dal nome del dio associato e con alcune indicazioni della posizione della stella rispetto ad altre, le date del loro levare eliaco, la posizione ed il cammino della Luna e dei pianeti e le date del loro passaggio nelle vicinanze delle varie costellazioni. La seconda tavoletta contiene il calendario solare e le date di quando il Sole è nei vari punti cardinali, i pianeti e la durata delle loro congiunzioni col Sole ed anche le credenze che riguardano la comparsa dei pianeti, delle stelle e delle comete. Alcune delle costellazioni nate in questo periodo sono il Bracciante agricolo (in seguito Ariete), il Solco (Vergine), il Pastore (Orione), Aratro (Triangolo), il giogo (Boote), i due carri (le orse), i Gemelli che compaiono per la prima volta come due coppie di uomini barbuti ed armati, il Leone era suddiviso in quattro costellazioni più piccole, la Capra (la Lira), Pabilsag (Sagittario). A parte quelle zodiacali pochissime sono le costellazioni che sono rimaste nel nostro cielo. Tre di queste (Orione, Perseo ed Andromeda) sono antropomorfe ma potrebbero essere state disegnate indipendentemente. Dal 750 a.C. i Babilonesi cominciarono a tenere precise cronache sia degli avvenimenti storici sia astronomici soprattutto misure precise delle posizioni planetarie relative alle costellazioni zodiacali ed alle 31 stelle attorno allo zodiaco non appartenenti alle costellazioni suddette. La divisione in 12 “segni” uguali risale a questo periodo. Questi segni furono concepiti in maniera tale da contenere al loro interno i punti cardinali. Dopo la conquista di Babilonia da parte di Alessandro Magno questa astrometria continuò a svilupparsi di pari passo con l’astrologia e sotto gli Arabi sopravvissero le costellazioni “divine”. Le costellazioni rurali che fine fanno? I beduini arabi avevano sviluppato una ricca cultura astronomica ed una grande varietà di costellazioni alcune delle quali sicuramente eredità della tradizione rurale babilonese che furono rappresentate nei manoscritti arabi di questo periodo come ad esempio questo planisfero. 39 Per aiutare l'osservazione astronomica gli arabi introdussero l'uso dei cosiddetti astrolabi che permettevano di misurare l'altezza sull'orizzonte delle varie stelle. La prima classe di costellazioni raffigurate sono quelle classiche “espanse”; ne sono esempi il Leone (con un’ampiezza che andava da Spica a Castore), Orione (fino ai Gemelli), il Sagittario ed una gigantesca coppia di braccia dalle Pleiadi fino a Cassiopea. Un’altra classe comprende non figure che si ottengono “unendo i puntini” come le nostre, bensì mandrie di animali, uno per ogni stella: capre in Auriga, cammelli in Drago, Lepre ed Iadi, gazzelle in Orsa Maggiore, aquile o avvoltoi al posto di Vega ed Altair, un ovile attorno al Polo Nord, custodito da un pastore con i suoi cani, ma anche in Ercole ed Ofiuco struzzi attorno all’orizzonte sud, e poi statue o icone, i due carri circumpolari diventano due bare, il quadrilatero del Pegaso un gigantesco secchio. Attorno al 500 a.C. la cultura babilonese entra in contatto con la cultura greca e le costellazioni dello zodiaco e quelle parazodiacali (Corvo, Serpente, Pesce Australe ed Aquila) mesopotamiche sono esportate ed una volta mescolati con la tradizione greca danno origine alle mappe del cielo che noi abbiamo ereditato. L’altra tradizione astronomica che i greci avevano adottato era molto antica, con un’origine stimata attorno al 2800 a.C., e le costellazioni che nacquero avevano lo scopo di aiutare i naviganti in mare. Sicuramente questa tradizione si era sviluppata presso qualche popolo nel Mediterraneo ma non è facile stabilire esattamente dove, alcuni storici ipotizzano presso la cultura minoica. Le 48 costellazioni che conosciamo noi furono descritte per la prima volta da Eudosso ed Arato alcuni secoli prima di Cristo ma la lista definitiva è opera di Tolomeo in Egitto al tempo occupato dai Romani. Le prime descrizioni del loro levare e del loro tramonto da parte di Eudosso ed Arato erano errati a meno che non si riferissero ad un’epoca molto precedente (attorno al 2000 a.C.) . Questo fatto fu notato da Ipparco ed in seguito da altri autori. Le forme attuali delle costellazioni portano a stimare la loro origine attorno al 2800 a.C. (± 300 anni) tenendo in considerazione naturalmente gli effetti della precessione: mentre l’eclittica è fissa rispetto alle stelle, il polo celeste e l’equatore lentamente si spostano. Il Polo Nord quindi si sposta, nel 2800 a.C. la stella polare era Thuban (alpha Dra) invece della stella Polare e si spostano anche il Polo Sud e la cosiddetta “zona proibita”, cioè dove le stelle meridionali sono invisibili dall’emisfero nord; ad esempio le stelle del Centauro e di Argo erano più visibili allora, le stelle di Eridano e del Pesce Australe oggi. Si sposta lo zodiaco cosicché i punti cardinali si spostano da una costellazione all’altra ogni 2160 anni e quindi si sposta anche il levare eliaco delle costellazioni relativo alle stagioni e quindi col passare del tempo l’uso per la navigazione non resta valido. Alcuni autori avevano ipotizzato che le costellazioni nacquero tutte contemporaneamente ma questo è errato; infatti alcune delle costellazioni che usiamo noi erano sconosciute in Mesopotamia e per questo motivo sarebbe più corretto affermare che le nostre costellazioni sono mutuate da varie tradizioni non collegate tra di loro: anche alcuni miti collegati ma soprattutto spiegando l’importanza che avevano per i naviganti. Abbiamo successive edizioni dovute ad Eratostene (Katasterismoi, 200100 a.C.) ed Igino (primi secoli d.C.) ma l’astronomo più importante dell’antica Grecia è forse Ipparco di Nicea che scrisse un commentario sull’opera di Eudosso-Arato che è 1) Alcune costellazioni sono comuni a sopravvissuto completo in cui critica gli errori apparentemente contenuti. tutte le culture: l’Orsa (l’Aratro), Dopo aver prodotto un catalogo Orione, le Pleiadi, le Iadi, Sirio. stellare completo basato sulle sue osservazioni riuscì a scoprire il 2) Le costellazioni che indicano con fenomeno della precessione che maggiore precisione le coordinate spiegava gli errori presenti in celesti attorno al 2800 a.C.: enormi Phaenomena le cui osservazioni serpenti, orse e giganti. Queste risalivano ad almeno 1000 anni prima costellazioni erano sconosciute ai (alcuni studiosi le fanno risalire Babilonesi con la sola eccezione dell’Idr ggio in Egitto, poi riscritto in addirittura al 2600 a.C.). Come mai Eudosso ha usato un catalogo versi circa 100 anni dopo da Arato risalente a 2000 anni prima? che divenne uno dei testi scientifici Forse la risposta è che i sacerdoti più importanti dal mondo classico egizi da cui aveva imparato buona fino al medioevo. Esso descrive la parte delle sue conoscenze gli forma delle costellazioni e la avevano fornito appunto un catalogo posizione delle stelle raccontando 40 molto antico e lui era caduto in errore! Molti astronomi greci usarono queste osservazioni per almeno due millenni senza accorgersi che esse non erano più valide appunto per il fenomeno della precessione. Tra il 130 ed il 160 d.C. l’astronomia classica raggiunse la sua vetta più alta con l’Almagesto di Tolomeo. Questa grande opera contiene un ricchissimo catalogo stellare, le istruzioni per costruire un globo celeste e la definizione finale delle 48 costellazioni. miscela di tradizioni in quanto questo piede non necessario non è mai stato eliminato. 4) Auriga, il cocchiere che porta una capra e due bambini come se fosse un pastore, questo sarebbe in accordo con la costellazione babilonese Gam (la spada curva ma anche il bastone da pastore) e forse la capra ha forse una derivazione beduina; infatti in questa costellazione gli arabi vedevano una mandria di questi animali. 5) La parte meridionale del cielo fu Alcune delle costellazioni introdotte occupato da un folto gruppo di costellazioni marine per questo fu dai greci furono: chiamato il mare meridionale o “l’Acqua” da Arato. Alcuni autori 1) Ara: l’altare è una costellazione identificarono questa zona con le costituita da stelle di bassa piogge invernali perché il Sole si luminosità ma indica il punto trovava li’ in inverno. In questa zona sull’orizzonte in cui la Via Lattea abbiamo Pegaso, il mostro marino estiva si alza nel cielo come una (Cetus) ed il fiume Eridano che non colonna di fumo. hanno un riscontro babilonese anche se i babilonesi qui avevano Acquario, 2) Ercole: molto probabilmente ha origine dal mesopotamico Engonasin Capricorno, Pesce Australe ed il (l’uomo inginocchiato) è il più grande Campo, tutte riferite al dio Ea che abbiamo ricordato precedentemente. dei giganti ed al giorno d’oggi si presenta a testa in giù ma nel 2800 6) Centauro ed Argo: risalgono a.C. doveva trovarsi nella posizione sicuramente al 2800 a.C. su disegno corretta appena sopra la stella dei Navigatori. Queste costellazioni a polare. causa della precessione non sono più interamente visibili e per questo 3) Ofiuco il portatore di serpenti, il cui piede occupa una parte della zona motivo suddiviso dagli astronomi moderni in parti. Il Centauro ed il occupata dallo Scorpione ma non è mai stato inserito tra le costellazioni Sagittario sono spesso identificati con zodiacali; questa sembra essere una Chirone, il saggio centauro precettore anche di Achille, immortale ma ferito involontariamente da una freccia avvelenata da Ercole e per rendere meno dolorosa la sua esistenza Giove lo collocò nel cielo. Al Centauro appartenevano anche le stelle che formano la Croce del Sud. 7) Argo è la nave degli Argonauti alla ricerca del vello d’oro, era la più grande delle costellazioni antiche ma adesso è suddivisa in quattro parti: la Carena, la Poppa, il Compasso e la 41 Vela. 8) Un altro gruppo molto importante è quello formato da Andromeda, Perseo, Pegaso, Cefeo e Cassiopea. Cefeo e Cassiopea erano la PanteraGrifone ed il Cervo, Perseo era il Vecchio, precursore della nazione persiana, il quadrilatero del Pegaso era il Campo. 9) L’ultimo gruppo di costellazioni, alcune delle quali molto antiche è formato da animali (Pesce Australe, Aquila, Cigno, Cane Maggiore e Minore, Lepre, Delfino, Cavallino, Corvo) ed oggetti: Corona Boreale ed Australe, Freccia e Triangolo. Questa è una breve cronologia della nascita delle costellazioni in Mesopotamia migliaia di anni fa ed il loro successivo passaggio circa 2.500 anni fa nella tradizione greca. Origine dell’articolo http://www.racine.ra.it/planet/testi/ costel.htm Agostino Galegati, 42 anni, è laureato in Astronomia. Ha collaborato con il settimanale Sport Ravenna e Sport Romagna. Dal 2003 scrive per il Corriere Romagna IL NUOVO LIBRO DI MICHELE PROCLAMATO Per gli utenti di Tracce d’eternità, ecco la cover del nuovo libro del nostro collaboratore Michele Proclamato, in uscita a maggio 2012 per l’Editore Melchisedek. Il titolo è ORIENTE (SCIENZA MEDICA, ARTI MARZIALI E LA FILOSOFIA DELLE CULTURE ORIENTALI, IN LINEA CON LA LEGGE DELL’OTTAVA). Dopo le incursioni rivelatrici nel campo dell’archeologia, della storia, della fisica, dell’astronomia, con la rivoluzionaria riscoperta della Divina Legge dell’Ottava che governa il mondo, e dopo essersi accorto di essere in buona compagnia con Leonardo da Vinci (Il Genio Sonico) e Giordano Bruno (L’Uomo di Dio), Proclamato affronta i segreti dell’Oriente e delle sue dottrine. Per farci conoscere che il filo sottile che accomuna il rosone di Collemaggio con la Gioconda, e lo Zodiaco di Dendera con i sigilli di Giordano Bruno, è anche alla base dello Yoga come del Taoismo, dell’agopuntura come del Buddismo, dell’Ayurveda come dell’Induismo. Si tratta forse del più geniale collegamento tra Oriente e Occidente, della più originale dimostrazione che la Legge Divina dell’Ottava è alla base non solo dell’intero Universo, ma anche della storia delle nostre civiltà. Un’emozione continua. Il perché della creazione in tutti i suoi aspetti, anche quelli sottili e sconosciuti. Il romanzo della vita sul nostro Pianeta continua… Michele Proclamato ha iniziato i suoi studi attraverso la riscoperta misterica di alcuni monumenti della sua città: L’Aquila. Dopo aver individuato nel SAPERE dell’OTTAVA il cuore della scienza esoterica, oggi presente in tutto il mondo, ha scritto per Melchisedek Edizioni le seguenti opere: Il segreto delle Tre Ottave, L’Ottava la scienza degli Dei, Il Genio Sonico, La Storia Millenaria dei Cerchi nel Grano, Quando le stelle fanno l’amore e L’Uomo di Dio. Questo ultimo vi sorprenderà, perché rivela un collegamento tra Oriente e Occidente cui nessuno aveva mai pensato. 42 NAUFRAGIO DELLA COSTA CONCORDIA STRANE COINCIDENZE Atterraggio UFO a Velletri nel lontano 1993? LE DIECI TRIBU’ PERDUTE DI ISRAELE 43 SIGNS Magazine – Anno II – Numero 4 – Aprile/Maggio 2012 EDITORIALE Ho sempre pensato che il caso sia soltanto l’ultima fase di una lunga catena di eventi che, silenziosamente, ha comunque compiuto il suo corso, lavorando lontano da occhi indiscreti e generando alla fine lo scenario in base al quale saremo costretti a scegliere. Ogni cosa accade sempre e soltanto quando è tempo che accada; a questa regola nessuno si sottrae e non è quindi un caso che SIGNS si proponga da oggi come allegato alla rivista Tracce d’Eternità. Vista l’esperienza maturata in questo percorso, e sentite anche alcune voci che in questo periodo girano tra gli “addetti ai lavori”, premetto subito una cosa: SIGNS non chiude, e non depone le armi in segno di resa ad uno scenario in gran parte deludente, fatto da notizie mordi e fuggi, clamori che quasi sempre si rivelano infondati e un contesto ufologico che sembra ritorcersi contro se stesso. L’inserto che vi apprestate a leggere è soltanto un nuovo percorso ed è motivato dal fatto che nuovi impegni mi porteranno fuori dall’Italia, rubandomi quella parte di tempo che dedicavo alla rivista. Nessuna resa quindi, semmai l’approfondimento di una sinergia che era già nata con l’amico Simone Barcelli, l’unica persona che ritengo possa continuare la strada intrapresa da SIGNS e che pubblicamente ringrazio per avermi ospitato tra le pagine della sua importante rivista. Rimane quindi la voglia di fare, di andare oltre, di allargare gli orizzonti ed estendere lo sguardo verso mete che portino nuova linfa alla ricerca; rimane ovviamente in vita il portale UfoSigns, e con esso gli arretrati della rivista, ai quali chiunque potrà sempre accedere attraverso questo link: http://www.ufosigns.org/ index.php? mod=none_Search&find=Numeri.p ng&where=news contribuendo, se vorrà, al nuovo progetto in fase di studio; in ogni caso continuerò ad essere presente attraverso i mezzi offerti dalla rete. Il futuro si costruisce giorno dopo giorno e, in fondo, è proprio questo l’impegno che mi appresto ad iniziare; esaurite le pagine del 44 mio diario, mi appresto ad iniziarne uno nuovo, una nuova avventura su un sentiero che non sempre sarà in discesa, ma senza sacrifici si ottiene ben poco. SIGNS è in buone mani e ognuno di voi è nei miei pensieri. Un abbraccio a tutti voi. Roberto La Paglia Rivista di informazione ufologica, esopolitica, misteri e scienze di frontiera. Supplemento gratuito, abbinato a “Tracce d’eternità” Direttore Responsabile Emilio Raciti Direttore Editoriale Roberto La Paglia Coordinatore Salvatore Giusa Webmaster e coordinazione in Rete Roberto La Paglia Editor esterno / Direttore grafica Simone Barcelli Siti di riferimento www.ufosigns.org http://esomisteri.blogspot.com www.centroufologicosiciliano.info Partner http://wearealiens.wordpress.com/ http://centroufologicotaranto.wordpress.com/ http://www.centroufologicosiciliano.info/ http://www.cauitalia.beepworld.it/ http://inaufraghidellestelle.blogspot.com/ http://aurelio132.interfree.it/csfsite.htm http://www.eugeniosiragusa.it/home.html http://ovniparanormal.over-blog.com/ www.simonebarcelli.org I numeri arretrati di SIGNS Magazine sono acquistabili online: http://www.ufosigns.org http://esomisteri.blogspot.com www.centroufologicosiciliano.info LE DIECI TRIBU’ PERDUTE DI ISRAELE Roberto La Paglia 721 a.C.: il re assiro Sargon II sconfigge gli Israeliti e, come egli stesso afferma in una sua antica iscrizione, deporta 27.290 ebrei; da questo avvenimento nasce uno degli enigmi storici che da sempre ha acceso la fantasia di studiosi e ricercatori, quello delle dieci tribù perdute di Israele. Tra storia e leggenda Secondo la tradizione, le Dieci Tribù d’Israele costituivano il regno settentrionale e vennero deportate nel 721 a.C. nei “paesi del Nord”; di loro non si ebbe più notizia. Queste le notizie riportate sulla Bibbia, che sembra non interessarsi più della vicenda, scegliendo di 45 descrivere soltanto quelle che furono le sorti del “resto di Israele”, ovvero di quel popolo il cui destino era stato scritto da Dio. Le Dieci Tribù perdute furono le seguenti: Ruben, Dan, Neftali, Gad, Aser, Issachar, Zabulon. Efraim, Manasse; quali furono le loro sorti? A questo punto storia e leggenda diventano quasi una sola cosa; le Dieci Tribù, in realtà, avrebbero fatto ritorno in Israele, o comunque avrebbero tentato di farlo, poiché il Signore circondò il loro cammino con un fiume leggendario, il Sambatyon. Per tutta la settimana le sue acque ribollivano, e tale era la forza che sembrava quasi animare il terribile fiume che enormi rocce si staccavano dal fondo alzandosi in aria e ricadendo su chiunque si fosse trovato nelle vicinanze; soltanto il sabato il Sambatyon riposava, proprio il giorno durante il quale gli ebrei, per rispetto e devozione, osservavano scrupolosamente il precetto del riposo. La prima menzione riguardante questo misterioso corso d’acqua si trova nel Targum Yonatan o Targum dei Profeti, ne parla anche lo storico Giuseppe Flavio che lo colloca in Siria, mentre altri suggeriscono l’India o l’Etiopia. Un viaggiatore del Nono Secolo, infine, lo descrive come un fiume senza acqua, composto soltanto da rocce e sabbia. Una vera e propria ricerca fisica del Sambatyon non darebbe certo alcun risultato, risulta abbastanza evidente il fatto che si tratti, in realtà, di una immagine simbolica, intesa in origine come la speranza nel futuro; la sua stessa ricerca ha chiare connotazioni riferite allo studio del simbolismo, a tratti molto vicina alla famosa ricerca della Nome di Dio; trovare il Sambatyon era infatti inteso come un modo per affrettare l’avvento del Messia attraverso il ricongiungimento delle tribù perdute. Rimane il fatto che una deportazione, sia pure non epocale, avvenne nel 721 a.C. e questo avvenimento storico basta già per approfondire l’argomento e tentare di capire quale sorte toccò agli ebrei che non fecero più ritorno. Indizi storici Beniamino, figlio di Giona, era determinato a vedere il mondo e scoprire i suoi misteri; fu proprio questa passione che determinò la sua decisione di allontanarsi da Tutela, sua città di origine, per intraprendere un lungo viaggio. Era l’anno 1165 e Beniamino partì con l’intenzione di arrivare in Terrasanta; molto probabilmente la vera motivazione che lo spinse a intraprendere questo lungo cammino fu quella di redigere una mappa che indicasse le varie comunità ebraiche sparse lungo gli itinerari che conducevano ai luoghi sacri; questa mappa sarebbe di certo tornata utile a tutti i pellegrini di origine ebraica che avrebbero intrapreso lo stesso viaggio e che, in tal modo, avrebbero facilmente trovato ospitalità. Oggi questo grande esploratore e geografo e conosciuto come Beniamino da Tudela, autore di un interessante libro, fonte preziosa di informazioni per chi è interessato alle antiche comunità ebraiche: “I viaggi di Beniamino”. Proprio descrivendo uno dei suoi viaggi in Persia e nella penisola Arabica, Beniamino racconta di essersi imbattuto in alcune tribù di origine ebraiche, e di ritenere che possa trattarsi di uno o più delle Dieci Tribù perdute. Questa la descrizione di Beniamino: “…ci sono uomini d’Israele in terra di Persia…nelle montagne vivono quattro delle dieci tribù, quella di Dan, di Zabulon, di Aser e di Neftali…adorano il vento”. Successivamente, in Arabia, si imbatte nel più grande insediamento ebraico della regione, quello di Kheibar, che identifica con i discendenti della tribù di Gad, e descrive come feroci predoni che saccheggiano i vicini insediamenti arabi. I racconti contenuti nei Viaggi di Beniamino ispirarono molti dei ricercatori che si misero sulle tracce delle Tribù Perdute, ma nessuna prova testimoniò a sufficienza le notizie contenute nel libro, e nel frattempo nuove ipotesi indirizzavano la ricerca in un luogo molto distante e completamente 46 diverso. Il Nuovo Mondo 1492: Cristoforo Colombo e il suo equipaggio scrivono una pagina importante della storia sbarcando in quello che verrà definito il Nuovo Mondo, anche se in seguito molti dubbi sorgeranno in merito al fatto che quelle terre fossero veramente sconosciute, dubbi che ancora oggi continuano a stimolare accesi dibattiti. Agli inizi del Sedicesimo secolo, Bartolomè de Las Casas, un vescovo cattolico impegnato nella difesa dei Nativi Americani, lavora alacremente al fine di rendere migliori le condizioni nelle Indie Occidentali, in Perù e in Guatemala; proprio in uno dei suoi resoconti si possono trovare alcuni riferimenti alle Dieci Tribù; “…questi Indiani si possono avvicinare alla redenzione…sono convinto che essi siano originari di Israele e posso portare le prove che siano i discendenti delle Dieci Tribù perdute…”. Per quanto possa apparire come una ipotesi azzardata, dettata magari da un eccessivo zelo nel proprio operato o da un bisogno estremo di approvazione, l’associazione di alcune tribù di Nativi Americani con Israele è un argomento molto sentito ancora oggi. Il viaggiatore portoghese Antonio Montezinos, circa 120 anni dopo i resoconti del vescovo cattolico, riferì di aver incontrato in Sud America tribù indiane che osservavano riti ebraici e recitavano lo Shemà, una delle preghiere più sentite dagli Ebrei insieme al Kaddish, per inciso quella che inizia con la frase: “Ascolta, Israele, il Signore è il nostro Dio, il Signore è Uno”. Mennaseh Ben Israel, un erudito ebreo olandese molto rispettato anche negli ambienti cristiani, svolse un ruolo centrale nel rafforzare l’idea che associava gli Indiani d’America alle Dieci Tribù perdute; profondamente influenzato dai racconti di Montezinos, diede alle stampe il libro “La speranza di Israele”, ipotizzando che la dispersione degli Ebrei in tutti gli angoli della terra segnò l’inizio della redenzione e che la prima fase di questo piano divino si rivelava proprio con la scoperta dei discendenti delle Tribù perdute nel continente americano. Si trattava in realtà di una abile manovra diplomatica con la quale si voleva costringere Oliver Cromwell, Lord Protettore d’Inghilterra, a riammettere gli Ebrei sul suolo inglese in modo da accelerare l’avvento dell’era messianica. Ben Israel rafforzava questo suo discorso identificando il termine “the end of the earth” con quello medievale di Angle-Terre che metteva in assonanza con Inghilterra. Questo continuo soffermarsi sul Messia e sul ritorno dell’era messianica sfociò nel 1665 con una lettera redatta da un rabbino carismatico, Nathan di Gaza, il quale annunciò pubblicamente che il Messia era arrivato. La ricerca delle Dieci Tribù si era conclusa, il Messia era giunto dalla città di Ismir e il suo nome era Shabbetai Zevi, colui che aveva attraversato il Sambatyon. In realtà Shabbetai, nato in Asia Minore nel 1626, era soltanto un mistico che divulgava la propria dottrina attingendo agli insegnamenti della Kabbalah; le sue idee si diffusero ben presto in Marocco, Tunisia, Egitto e Italia, assumendo anche una certa pericolosità quando alla sua predicazione si associò il fatto che le Dieci Tribù si stavano riunendo sotto il suo comando ed erano pronte a marciare in direzione della Mecca. Nel 1666 Shabbetai venne arrestato e dopo qualche anno si convertì all’Islam; unha forte delusione accompagnò il rinnovarsi del mistero delle Dieci Tribù perdute di Israele. La questione Etiope Durante la seconda metà dl XII secolo si diffuse una leggenda che raggiunse ben presto l’Egitto, la Palestina e gran parte dell’Europa: Si parlava di un leggendario monarca, Prete Gianni, che governava un vasto impero, molto più grande e ricco di quello cristiano. Secondo la tradizione, il territorio che ospitava questo favoloso e potente regno, il Regno di Prete Gianni, si 47 trovava in Etiopia e voci persistenti parlavano di un lungo periodo di guerra con i regni africani israeliti. Ma chi erano gli uomini che componevano queste tribù africane di origine israelita? Si trattava di ebrei etiopi conosciuti con il nome di Falashas, i senza terra, gli ebrei erranti; in territorio etiope si occupavano prevalentemente di agricoltura, ma erano anche conosciuti per l’artigianato e i gioielli. Oggi vivono quasi tutti in Israele e secondo una antica tradizione sarebbero proprio loro i discendenti di una delle Dieci Tribù perdute, la tribù di Dan. I Falasha definiscono loro stessi come Beta Israel, la casa di Israele, pur avendo sviluppato nel tempo alcune differenze di dottrina rispetto all’Ebraismo; ma queste 25.000 persone, dei quali almeno due terzi ormai ospitati in territorio israeliano, nascondono anche un altro enigmatico mistero. Nel 1999 uscì un libro, “Il mistero del Sacro Graal” di Graham Hancock, nel quale si narravano le varie vicende legate alla ricerca dell’Arca dell’Alleanza; tra le tante ipotesi una riguardava proprio questo misterioso popolo, poiché si affermava che l’Arca potrebbe essere custodita ad Axum o Aksum, una città nella regione settentrionale dell’Etiopia. Il prezioso manufatto, secondo l’ipotesi del ricercatore scozzese, sarebbe stato costruito proprio da un membro della tribù di Dan, la stessa dalla quale discendono i Falasha che sono oggi custodi della piccola chiesa che custodirebbe l’Arca. I molti misteri del Kashmir Il Kashmir è costituito da una ampia e bella vallata circondata da alte montagne; in questo luogo vivono da 5 a 7 milioni di persone che si presentano con carnagioni più chiare e sono diversi dagli altri cittadini dell'India. Proprio nel Kashmir, una antica tradizione, identifica le Dieci Tribù perdute d’Israele, una tradizione supportata da un'ampia letteratura scritta sia dalla popolazione del luogo che da molti altri studiosi. Esistono diversi luoghi dai nomi chiaramente ebraici, la stessa cosa vale per altrettanti nomi maschili e femminili. Una delle tante ricorrenze del Kashmir si chiama Pasca e viene festeggiata in primavera, quando si regola la differenza di giorni tra il calendario lunare e il calendario solare; questa stessa regolazione avveniva nel mondo ebraico. Quasi tutta la storia del Kashmir ma l’opinione che proprio in questa terra, dopo aver a lungo vagato lungo la Via della Seta, siano arrivati i sopravvissuti della deportazione di Sargon II accomuna molti ricercatori. Secondo alcuni le peregrinazioni iniziarono circa 300 anni più tardi; gli ebrei si stabilirono in Kashmir e mantennero le loro tradizioni fino a quando non furono costretti a convertirsi all'Islam. D’altra parte le coincidenze non sono affatto poche e un ragionevole dubbio appare più che giustificato quando, ad esempio, si incontrano i nomi di alcune tribù e alcuni luoghi. Una delle tribù del Kashmir è chiamata Asheriya e Aser era una delle tribù di Israele; ma l’elenco è molto più lungo: Dand è la tribù di Dan, Gadha è Gad, Lavi è Levi, la tribù di Shaul è affine al nome ebraico di re Saul, quella di Musa ricorda Mosè, quella di Suliamanish ricorda invece Salomone. Esiste anche un elenco di luoghi: Samaryah richiama la Samaria, Mamre conserva lo stesso nome ebraico del luogo dove il Signore apparve ad Abramo (le Querce di Mamre), Pishgah è il monte Pisgah ricordato nella Bibbia, Nabudaal è il Monte. Nevo, mentre Guzana è Gozan, uno dei nomi del luogo in Assiria nel quale vennero deportate le Dieci Tribù. Ma il Kashmir non custodisce soltanto questo particolare enigma, e le sue “relazioni” con alcuni avvenimenti e alcuni personaggi della Bibbia sono molteplici, così come la sua presupposta connessione con il Nuovo testamento. Esiste ad esempio una strana tradizione riguardante il re Salomone, che avrebbe raggiunto la valle del Kashmir, e avrebbe aiutato con la sua saggezza il popolo nei lavori di progettazione di una diga per 48 contenere le acque del fiume Jhelum, un corso d’acqua che sgorga da una sorgente a Verinag, nella parte sud orientale della valle del Kashmir. Questa tradizione è collegata anche ad un luogo chiamato il trono di Salomone che si trova su una collina di Srinagar, un tempio ristrutturato nel 54 d.C. Altra tradizione riguarda invece Mosè, il quale, sempre secondo la leggenda, finì i suoi giorni proprio in Kashmir (la Terra Promessa menzionata nella Bibbia); la sua tomba si troverebbe a circa 58 chilometri a nord di Srinagar, in cima al Nebo-baal, a Bethpor, ed è conosciuta come la “Qbar-i-Mooosa”, ovvero la Tomba di Hazrat Mosa. Il luogo è oggetto di venerazione e di culto da ben 3500 anni e da 900 anni viene custodito dalla famiglia appartenente ad una antica comunità ebrea. Esistono anche due altre reliquie legate alla figura di Mosè; entrambe custodite nella città di Bijbihara, a 43 chilometri a sud di Srinagar. La prima è conosciuta con il nome di “Saing-iMusa”, la Pietra di Mosè, un enorme masso di quarantanove chili; la seconda è nota come “Assa-i-Mosa”, ovvero il bastone di Mosè. In merito a quest’ultima reliquia, la leggenda narra il sacro bastone appartenne successivamente a Gesù il quale, una volta ritornato in Kashmir, lo depose nuovamente nella tomba di Mosè. Proprio questa tradizione ci offre lo spunto per accennare a un altro enigma, che alcuni anni fa destò grande interesse e non pochi dibattiti, spesso dai toni abbastanza accesi. Questa, molto succintamente, la leggenda che diede l’avvio al dibattito, una tradizione che, come vedremo tra poco, presenta alcuni punti che dovrebbero forse essere maggiormente approfonditi. Durante l’anno 35 Gesù si dirige verso Damasco, dove avviene l’incontro con Paolo di Tarso, incontro che verrà in seguito riportato come l’apparizione di un segno divino. Subito dopo Gesù si reca a Nisibis, la moderna città di Nusaybin, nella Turchia sud orientale; da qui si aggregherà a una carovana di mercanti amici di Giuseppe d’Arimatea che è in viaggio verso l’India. Giunto a destinazione cambierà il proprio nome in quello di Yuzu Asaph, ovvero “colui che unisce”. L’ipotesi di Gesù in India è una tradizione molto antica, ma venne alla ribalta soltanto durante la fine degli anni ’80, quando l’esploratore russo Nikolai Notovich, viaggiando tra il Tibet ed il Ladakh, ebbe modo di ascoltare da diverse fonti la leggenda di Isa Asaf, un personaggio misterioso molto rispettato tra i buddisti perché insegnò le sacre dottrine in India e ai figli di Israele. Notovich decise di approfondire e dopo numerosi tentativi riuscì a convincere un monaco a mostrargli gli antichi documenti che contenevano quanto gli aveva narrato; l’esploratore rimase enormemente colpito quando, sfogliando i vecchi fogli ingialliti dal tempo, notò la straordinaria similitudine tra il racconto che gli era stato fatto e la vita di Gesù. I documenti narravano di un fanciullo di carnagione bianca, giunto dalla terra di Israele nell’India del nord, che discendendo verso sud sostò a Jagannath, Rajagriha, Benares, Gantamides, e in altre città sante. Visse tra le comunità Vaishyas e Shudras studiando i sacri Sutras e predicando l’abolizione della schiavitù e l’esistenza di un unico Dio. Dopo aver compiuto i diciotto anni, Isa ritornò in Palestina. Notovich scrisse tutta la storia in un diario che fu ritrovato dai missionari tedeschi Marx ed Eranke all’interno della biblioteca del monastero. La tomba si trova a Srinagar e sembra essere così famosa che anche una famosa collana di guide turistiche, la Lonely Placet, ne riporta la descrizione parlando del sito sepolcrale di Roza Bal. Sembra quasi la sceneggiatura per un nuovo romanzo nello stile del famoso “Codice da Vinci”, anche se, probabilmente, nessuno riuscirà mai a trovare il bandolo di questa intricata matassa. 49 NAUFRAGIO DELLA COSTA CONCORDIA STRANE COINCIDENZE Claudio Foti Sono molte le coincidenze. Molte ma non abbastanza per alcuni e fin troppe per altri. Ma dove è la verità? Siamo davvero di fronte a una lettura duplice della tragedia? C’è davvero un simbolismo occulto in quello che è accaduto alla nave da crociera Concordia? Vediamo di analizzare la questione senza farci prendere la mano. Primo punto: si sostiene che, visto che il Titanic è affondato il 14-04-1912 e la Concordia il 14-012012 ci siano esattamente 99 anni e 9 mesi di distanza tra i due avvenimenti. Ma perché il 999 dovrebbe essere importante? Qualcuno dirà perché rovesciandolo si ottiene il 666, numero della bestia. Già, davvero? Innanzitutto il 666 sarebbe il numero della bestia solo per i cattolici e non per tutti gli altri fedeli del mondo, che sono la maggioranza, quindi, personalmente credo che in questo caso vi sia davvero poca attinenza, l’idea cattolico-centrica non può essere accettata da chi vuole analizzare a fondo le cose. Inoltre poi, secondo recenti studi il numero della bestia sarebbe il 616 e non il 666. Quindi doppio errore. Secondo punto, sembra sia accertato che sia per il Titanic sia per la Concordia la bottiglia al varo non si ruppe, nelle leggende marinare questo accadimento porta male, e dobbiamo dirlo, pare proprio che queste leggende abbiano un fondamento. Il Terzo aspetto è quello che vuole che l’affondamento del Titanic non sia stato proprio un incidente casuale come viene fatto credere da libri di storia e da Hollywood. Secondo alcuni studi il naufragio sarebbe stato intenzionale. Ma perché? Tutto si intreccia con il segreto della Federal Reserve. Il Titanic doveva sprofondare negli abissi portandosi dietro coloro che volevano impedire che i banchieri si unissero prendendosi il sistema monetario e soggiogando così gli Stati nazionali, a bordo del Titanic infatti c’erano i personaggi più importanti che volevano fermare la nascita della Federal Reserve. Siamo nel 1910 e 50 i banchieri più potenti del mondo si incontrano per creare la Federal Reserve Bank. Sono Nelson Aldrich e Frank Valderclip per i Rockefeller, Henry Davidson, Charles Norton e Benjamin Strong per John Pierpont Morgan, Paul Warberg per i Rothschilds e gli agenti bancari del Vaticano. In ogni modo i Morgan, i Rothschilds ed i Rockefeller da concorrenti divennero alleati e volevano costruire un cartello bancario e nazionale definito il Sistema della Federal Reserve. Contro di loro si erano schierati Astor, Guggenheim e Straus, gli uomini più ricchi del mondo in quegli anni e che non lesinarono di usare la loro ricchezza ed il loro potere per opporsi al progetto. Erano un ostacolo da eliminare, poi avrebbero creato la Federal Reserve e avrebbero scatenato una guerra mondiale per indebitare gli Stati ed appropriarsi delle loro ricchezze. Isidor Straus, John Jacob Astor e Benjamin Guggenheim erano tutti a bordo del Titanic, la nave che la White Star Line, acquisita da Morgan, aveva costruito. Ora questi sono i fatti certi. Non sappiamo se il capitano Edward John Smith ricevette l'ordine di affondare il transatlantico per nascondere ogni prova. Quello che sappiamo è che un capitano esperto come lui spinse il transatlantico a 22 nodi, in mezzo alla nebbia facendolo scontrare con un enorme iceberg. Quello che sappiamo è che insieme a molti uomini comuni persero la vita anche gli uomini più ricchi del mondo. Quegli stessi uomini che cercavano di impedire la nascita della Federal Reserve. Il 14 aprile 1912 il Titanic colpì un iceberg, e nel dicembre del 1913, nacque la Federal Reserve istituita dal governo degli Stati Uniti e pochi anni dopo si scatenò la Prima Guerra Mondiale indebitando molti paesi nei confronti della neonata associazione bancaria. Ma torniamo alla questione della Costa Concordia e a chi ritiene che persino la data, Venerdì 13, abbia un significato. Data questa considerata funesta perché Venerdi 13 ottobre 1307 segnò la fine dei Templari so ordine di Filippo IV di Francia e del Papa. Secondo molti i Cavalieri templari sarebbero una sorta di proto-massoni. Ora in merito l’argomento è talmente ingarbugliato che ci sentiamo di dover sospendere il giudizio su questo specifico punto. Il quarto aspetto inquietante risiede nel nome della nave da crociera: Concordia. La Concordia era un tributo ai Paesi e alle città d'Europa che davano il nome ai ponti e ai vari saloni. Il nome Concordia fa riferimento all'unità e alla pace fra le nazioni europee. I suoi tredici ponti hanno i nomi di altrettanti stati europei (Olanda, Svezia, Belgio, Grecia, Italia, Gran Bretagna, Irlanda, Portogallo, Francia, Germania, Spagna, Austria e Polonia). Che questo naufragio ha un che di simbolico visto il costante attacco delle agenzie di rating all’Euro e all’Europa? La Costa Concordia è decisamente una nave dedicata all’Europa, quindi affondarla per poi affondare l'Europa grazie all'attuale crisi creata a tavolino dalle banche? Forse, certo è che se si pensa al Titanic e al concomitante declassamento dell'Italia da parte di Standard & Poor's, agenzia di rating controllata dagli stessi che hanno causato la crisi, qualche dubbio viene. Quinto punto, anche qui un simbolo? La Concordia infatti si incaglia e affonda davanti all'isola del Giglio. Fiore questo che è uno dei simboli più utilizzati dai Rosa Croce per firmare le proprie azioni. Sesto aspetto: su molti quotidiani è riportato che Mario Monti, di cui è nota l’appartenenza alla massoneria, proprio il giorno dopo regala al Papa un facsimile degli ‘Atlanti nautici’ del 1500 di Francesco Ghisolfo. L’atlante contiene carte nautiche con le rotte oceaniche verso il nuovo mondo, oltre a quelle più note e battute dell`oriente e del Mediterraneo. “Da lei” ha commentato Monti a quanto captato dai microfoni accesi delle telecamere “ci aspettiamo orientamenti e indicazioni”. Il libro, ha chiosato il Papa con un sorriso, ha un valore "simbolico". Il cardinale Tarcisio Bertone, da parte sua, ha regalato a Monti un facsimile del papiro Bodmer relativo al Nuovo testamento. Ma quale dei 22 51 papiri Bodmer gli è stato regalato? Settimo aspetto: secondo alcuni siti web le cause del disastro della Costa Concordia potrebbero essere da imputare al malfunzionamento della strumentazione di bordo, il Gps avrebbe fornito tutt'altra posizione e caso strano proprio il 13 gennaio 2012 la Nasa ha riferito di un espulsione di plasma solare diretta proprio verso l'Europa. Tutto questo non c’entra con le teorie cospirazioniste ma mi sembrava giusto inserirlo nella lista di coincidenze. Ottavo punto: non è affondata solo la Costa Concordia ma anche l’arte dell’Europa in quanto a bordo c’erano oltre seimila quadri tra copie e originali, di 35 artisti contemporanei. Inoltre il design degli interni della nave da crociera, disegnati dall'architetto di Miami Joe Farcus, rappresentano gli stili architettonici e artistici sviluppatisi storicamente in Europa. Anche tutto questo può essere letto come una sottolineatura del messaggio o è solo un’altra curiosità? Nono aspetto: il capitano della nave. Sul blog di panorama un capitano di lungo corso rivela “strano e preoccupante il modo in cui è affondata la nave”. Strana direi anche questa dichiarazione, in ogni modo il capitano della nave, di cui i telegiornali sembrano essersi dimenticati il nome, è indagato per avere abbandonato la nave anzitempo. Strano, perché un uomo di mare esperto come lui avrebbe fatto una cosa del genere? Eppure Schettino è in carcere per questo reato, non per le accuse contestate come naufragio e omicidio colposo plurimo,. Quest’uomo di mare scappa quindi dalla nave incagliata a 50 metri dall'isola del Giglio, mentre c'erano ancora molti passeggeri da trarre in salvo? Perché? Francesco Schettino, questo il nome dell’uomo, sarebbe stato invitato più volte dalla Capitaneria di Porto di ritornare sulla nave per assolvere ai suoi compiti, ma non l’ha fatto? Perché? Possibile che fosse in preda al panico? Possibile che non si rendesse conto? Non c’è risposta certo rimane la stranezza del comandante 52 che anche lui abbandona l’Europa, pardon la Concordia. Ma queste sono solo altre simbologie che nulla probabilmente hanno di reale. Incredibile poi anche le varie versioni i quotidiani riportano tutti che “...quanto alla dinamica dell'incidente, secondo il magistrato, il comandante «si è avvicinato molto maldestramente al Giglio, la nave ha preso uno scoglio che si è incastrato sul fianco sinistro, facendola inclinare ed imbarcare tantissima acqua nel giro di due, tre minuti». Ai comandi «c'era Schettino», ed è stato lui «ad ordinare la rotta: questo è quanto ci risulta. È stata una manovra voluta».” Eppure oltremanica scrivono: “Nei minuti precedenti l’impatto con gli scogli, il comandante della Costa Concordia era al bar a bere "un drink con una bella donna". Lo scrive nel suo sito web il quotidiano britannico Daily Mail. Il giornale cita la testimonianza diretta di una passeggera olandese di 41 anni, Monique Maurek: "Quello che mi scandalizza di più - dice la testimone al giornale - è quando ho visto il comandante passare gran parte della serata del naufragio bere al bar sotto braccio a una bella donna".” Sempre che non esca fuori, tra qualche mese, che Schettino non era responsabile… Decima coincidenza: Loggia Concordia (18612000) i Massoni a Firenze di Olinto Dini. Nel libro si scopre che Concordia è anche il nome della prima loggia massonica fiorentina, da cui poi nacque il Grande Oriente d'Italia, attualmente l'ordine massonico italiano più importante. Coincidenza nella coincidenza, il Giglio è oltre che il simbolo dei Rosa Croce è anche il simbolo di Firenze. Certo è difficile immaginare che uomini potenti e senza scrupoli siano disposti a sacrificare decine di persone pur di compiere una sorta di “rito propiziatorio”, o solo per mandare un messaggio. Eppure mi torna in mente che Confucio soleva ripetere che “Il mondo è governato da segni e simboli, non da leggi e frasi.” ATTERRAGGIO UFO A VELLETRI NEL LONTANO 1993? Daniele Cataldi meteorite, d'altronde era la notte di S. Lorenzo, e tutto, secondo loro, era possibile. 24 Agosto, Velletri, località Le Castella (RM), Ugo Casentini, uno dei protagonisti, denuncia alle autorità lo stesso stano fatto accaduto 14 Giorni prima del nuovo evento che si è nuovamente ripresentato. Maria Teresa Brandolini, di anni 53, nativa di Giulianello, ospite della famiglia Casentini, racconta che: Domenica 22 Agosto, era andata a dormire dopo le ore 1:00 di notte, ma nonostante l'ora e la quiete della campagna, non riesce a dormire, all'improvviso, dopo alcune ore, sente uno strano e pauroso rumore prolungato e dalla spiegazione, egli ci dice che pareva essere come provocato da un'oggetto solido che fende l'aria a velocità vertiginosa, seguito dal vortice che tende i rami degli alberi. Ad un tratto gli fanno male le gambe, e non riusciva a muoversi. D'un Nel 1993 avevo iniziato ad occuparmi dello studio della fenomenologia ufologica, basando il mio approccio verso questo fenomeno su una strumentazione tecnica che mi avrebbe consentito di raccogliere dati interessanti per la ricerca. In quei mesi però non vi furono casi particolarmente interessanti, in quanto le segnalazioni si riferivano a semplici apparizioni di oggetti luminosi nel cielo serale. La sera di S. Lorenzo, del di quell'anno, ed esattamente il 10 Agosto, qualcosa invece accadde realmente, tanto da creare incredulità e stupore all'interno dell'intera città veliterna. Quella sera, alcuni ragazzi, appostatisi per le isolate praterie di campagna, intenti ad osservare il cielo, notarono le evoluzioni di strani oggetti luminescenti, che variavano la propria intensità e colorazione avvicinandosi al suolo. Gli astanti, pensarono ovviamente che potesse trattarsi di uno strano 53 la sfera dai mille colori che virava vorticosamente nel cielo per poi vederla atterrare nella zona de Le Castella. Non sembra plausibile l'idea di un'allucinazione collettiva, tantomeno di uno scherzo, che se vero, per altro, di cattivo gusto. La stessa estate, venne osservato uno strano oggetto evoluire in Contrada Rioli, sempre a Velletri: per la strada, molte auto erano ferme sul ciglio della carreggiata, i conducenti erano scesi rivolgendo la loro attenzione verso uno strano oggetto volante luminoso (lattiscente). La testimone che mi contattò per riferirmi l'accaduto ebbe modo di registrare lo strano evento con la videocamera, e io riuscii a visionarlo interamente: il filmato mostra un punto di luce dall'apparenza solida, che viene continuamente sfuocato dall'autofocus, ma che presenta delle stranezze (grandezza, colorazione e moto). Dopo alcuni minuti, si nota un aereo di linea passare prospetticamente al di dietro dell'oggetto, sottolineando così la natura reale dell'ordigno luminescente, la sua fermezza di movimenti e stazionalità. L'oggetto scompare lentamente dopo alcuni minuti, alzandosi di quota e dissimulando. Durante le riprese, vennero allertate anche le Forze dell'ordine, mentre l'audio della videocamera, fa continuamente ascoltare le esclamazioni e le frasi di incredulità dei parenti della testimone, che attraverso un binocolo osservavano contemporaneamente lo stesso fenomeno, che a loro dire aveva una forma a doppia cupola, ed era di colore bianco-neon. Il filmato mostra un oggetto dalla grandezza apparente del pianeta Giove, ma dotato di una luminosità simile a quella del pianeta Venere. Quanto accaduto in quel lontano 1993, mi rimarrà sempre nel cuore, perché furono quegli incredibili fatti a spronare la mia curiosità di ricercatore che posseggo ancora oggi. Per coloro i quali sono interessati a questo genere di argomenti, possono contattarmi senza alcun problema al seguente indirizzo e-mail: [email protected] o visitare il sito del nostro gruppo di ricerca: www.ltpaobservarproject.com. Alla prossima tratto i cani della zona cominciano a guaire e ad ululare. Intanto Maria Teresa prova ad alzarsi, ma ancora è come immobilizzata da una strana forza provando così a chiamare sua figlia, constata che non riesce nemmeno a parlare. La mattina la signora si sente male e strana, gli gira la testa e gli fa male lo stomaco, non riesce a capire che cosa sia accaduto dietro a quella finestra. Aggiungerà poi che un malore del genere lo ha avvertito anche il suo consuocero Gino Casentini, la notte di San Lorenzo (il 10 Agosto). Maria continua a descrivere l'evento e dice che secondo lei il suono, proveniva a circa 25 metri dalla finestra, vicino l'abitazione del vicino, il signor Salvatore de Luca, il quale lascia anche lui la propria testimonianza: Stava sul letto sveglio, e stava seguendo un film giallo alla TV quando avvertì uno strano rumore, come un forte sibilo, e poi un tonfo sordo. Per un momento credette che qualcuno stesse rubando nella sua officina, si reca quindi in cucina e orecchia alla finestra, sono le 03:40, dopo di che torna nuovamente a letto. La mattina osserva il trambusto nella proprietà di Ugo e ricollega l'accaduto a ciò che aveva udito la notte stessa. Ugo Casentini, mostra le strane tracce rinvenute nella sua proprietà. Queste paiono essere state generate da un oggetto p o qualcosa che ha percorso un tragitto enorme a forma di cerchio, lungo circa 1 Km, iniziato dal vialetto della sua proprietà per spostarsi poi sul territorio a limitrofo in direzione Sud dove il 10 Agosto, vennero riscontrate altre tracce, a forma di croce di S.Andrea. Sul posto pervennero molti esperti quali Mario Cingolani e Giulio Perrone del CUN. A tale vicenda si aggiungono altri testimoni che trovarono il coraggio di di raccontare la loro esperienza dopo le rivelazioni dello stesso Ugo Casentini. Anche queste altre persone, hanno rinvennero segni nelle loro proprietà, tra costoro: Vincenzo Magliocchetti, poliziotto, Nello Pompili, impiegato comunale di Cisterna, Giancarlo de Angelis, operaio, Rolando D'Uffizi, operaio, Maria Pia Mosca, casalinga. A questi vanno aggiunto i testimoni che la notte di S.Lorenzo, avevano visto 54 NEWS UN "NUOVO UOMO" SCOPERTO IN CINA? PARLIAMONE... Questa nuova specie, ribattezzata “la popolazione del Cervo Rosso” (dal nome della grotta nella quale vennero rinvenuti anche resti di carne di cervo rosso), sarebbe sopravvissuta fino alla fine dell’era glaciale, ma l’aspetto più interessante dell’intera storia è che i fossili potrebbero rappresentare un popolo fino ad oggi sconosciuto dall’aspetto straordinariamente “moderno”. Le caratteristiche generiche riscontrate sono infatti estremamente particolari, diverse da qualsiasi altro ritrovamento, quasi un nuovo ramo nel nostro albero, una razza che non appartiene al Neanderthal ma neanche alle popolazioni moderne. I campioni finora analizzati rivelano caratteristiche arcaiche e moderne fuse insieme; guance piatte e mascelle sporgenti diversi da ogni loro altro parente, ma anche lobi frontali alti, molto simili a quelli dell’uomo moderno. In aggiunta a queste già strane caratteristiche, quello che rende particolarmente interessanti i fossili è la loro età, tra i 14.500 e gli 11.500 anni, ovvero in un periodo durante il quale, in Cina, gli esseri umani moderni cominciavano a sviluppare le prime esperienze nel campo dell’agricoltura e della ceramica. Ad oggi, nessun fossile umano conosciuto, corrisponde a quelli ritrovati in Cina, ed anche per questo motivo le soluzioni ipotizzate e prospettate sono molteplici. Prima di indicare alcuni spunti di ricerca o di ulteriori approfondimenti sull’argomento, risulta però doveroso riportare due riflessioni che, comunque, fanno parte dell’intera questione: i fossili, in realtà vennero scoperti sul finire degli anni Settanta; per tutto questo periodo di tempo, e almeno fino al 2008, sono stati “dimenticati” dalla scienza ufficiale e dalle autorità. In secondo luogo bisogna tener conto che il silenzio su alcune particolari notizie o scoperte è del tutto normale in Cina; vista l’importanza della questione decenni di silenzio risultano abbastanza sospetti. Detto questo prendiamo spunto da alcune dichiarazioni rilasciate da Darren Curnoe, leader del team di ricercatori dell’università del Nuovo Galles del Sud, e autore della pubblicazione di questo evento. Secondo Curnoe i fossili potrebbero appartenere ad una specie finora del tutto sconosciuta oppure, in alternativa, potrebbero rappresentare una altrettanta sconosciuta ondata migratoria di uomini moderni provenienti dall’Africa, che però non avrebbero dato alcun contributo genetico alle popolazioni moderne. Di certo sarebbe molto semplice tentare la carta della connessione ufologica; d’altra parte la provincia di Guangxi, nella quale vennero rinvenuti i resti della “nuova razza”, non è nuova al fenomeno Ufo: nel giugno del 1995, ad esempio, ben quattro contee dello Guangxi segnalarono la presenza di un oggetto misterioso in movimento nel cielo. Nell’agosto del 2010 una enorme “palla di fuoco” venne vista lampeggiare nella parte meridionale della regione; anche in questo caso le testimonianze raccolte furono molte e non venne data alcuna spiegazione ufficiale. Sempre nello Guangxi, e sempre nel 2010, venne ritrovato uno strano petroglifo, subito ribattezzato come un “ritratto alieno”, anche se in realtà raffigurava la stilizzazione di un antico guerriero. Questi fatti, e molti altri ancora volutamente tralasciati per ragioni di spazio, potrebbero spingere qualcuno ad abbracciare l’ipotesi Ufo anche nel caso degli ominidi del Cervo Rosso, ipotesi che però avrebbe ben poche basi sulle quale poggiarsi. Molto più interessante riflettere invece su quella che è stata da sempre l’idea della maggior parte di coloro che si occupano di archeologia misteriosa: una antica civiltà dimenticata, sopravvissuta alla sfida del tempo e delle catastrofi naturali, vissuta in assoluto silenzio e in assoluta solitudine, che alla fine si è estinta, vittima del suo stesso isolamento. Per quanto ne sappiamo, e alla luce delle varie scoperte, la sinergia tra civiltà in fase di sviluppo e gruppi di sopravvissuti a catastrofici eventi naturali, potrebbe essere l’unica spiegazione valida per tutte quelle anomalie storiche nelle quali si imbattono sempre più spesso gli archeologi. La scoperta cinese, se confermata, non soltanto si aggiungerebbe ai tanti motivi che ci spingono a pensare alla storia come un testo da riscrivere in moltissime delle sue parti, potrebbe anche essere un tassello in più nell’intricato mosaico dello sviluppo umano, che non si può certo rappresentare come una linea retta bensì come un alternarsi di fasi ed eventi che ebbero percorsi ed evoluzioni diverse e che a volte entrarono in contatto tra loro, generando quelli che oggi vengono definiti come oggetti, reperti ed avvenimenti fuori dal tempo, che non dovrebbero esistere ma che con una frequenza ormai allarmante si presentano ai nostri occhi. 55 SEGNALI IN LIBRERIA COSA RESTA DA SCOPRIRE GIOVANNI F. BIGNAMI MONDADORI Mi sembra un’illusione, anzi una fosca illusione, e spero che tale rimanga. Questo è il pensiero che mi ha accompagnato per quasi tutto il libro. Immaginare il futuro è compito improbo perché le variabili da ponderare sono troppe e soprattutto imprevedibili. Qualcuno, tanti anni fa, profetizzò che nessuna macchina avrebbe volato e che l’Uomo mai sarebbe sceso sulla Luna. Questo dovrebbe insegnare a non avere certe pretese, se non limitandosi ad un simpatico gioco intellettuale. Poi, credo che sia errato immaginare il futuro come un'estensione del processo che si sta manifestando in questi decenni. E cioè con una presenza sempre maggiore della tecnologia. In realtà la Storia mostra una sorta di andamento ondulatorio, che a volte esalta una certa lettura del mondo, in altre uno completamente diverso. Ritenere il futuro impregnato sempre di maggior meccanica ed informatica può essere certamente una possibilità, ma non certo un atto dovuto. Senza dover ipotizzare guerre planetarie in grado di far precipitare l’Umanità all’età della pietra, per avere scenari diversi potrebbe essere sufficiente un costante ma inesorabile rifiuto di quanto offre il mondo moderno. E la rinascita di varie forme di spiritualità o di certe pseudoscienze, sono un chiaro segnale che a molti le cose, così come stanno, non van più bene. Questo senso di ribellione, poi, non può che amplificarsi di fronte a possibilità che mi sembrano attentino alla parte di intima e, quindi, più vera dell’Uomo. In futuro, secondo Giovanni Bignami, volto noto del National Geographic Channel e apprezzato scienziato, macchine e prodotti farmaceutici guideranno, infatti, ogni nostra decisione. In altre parole la parte istintuale tenderà a scomparire perché per ogni situazione sarà già confezionata la relativa soluzione (campo amoroso compreso). Mi immagino già una popolazione uniforme nelle scelte, prevedibile nei comportamenti e … sempre più annoiata. E le emozioni dovranno essere bandite perché incontrollabili e quindi pericolose. Il quadro rischia di diventare ancor più fosco se si immagina il costante monitoraggio, tramite una tecnologia sempre più sofisticata, di quanto facciamo e pensiamo. Eh si, proprio anche di quanto pensiamo, perché appositi microchip impiantati nella scatola cranica potranno registrare i nostri pensieri. Queste considerazioni non devono certamente far dimenticare che la ricerca e la tecnica hanno e potranno alleviare le sofferenze dell’Uomo e migliorare la comprensione della realtà. Ma la mia impressione è che la situazione, se non adeguatamente supportata da una maturazione etica, rischi di sfuggire di mano e crei un’Umanità sempre più infelice e sempre in attesa che qualcuno risponda alle sue esigenze spirituali. Mi sembra, piuttosto, che il sistema finisca per estremizzare l’ansia di controllo che esiste Stefano Panizza nelle classi dominanti. E questo, credo, che non possa essere accettato. 56 LA MAPPA DEL CREATORE Simone Barcelli dottore in scienze fisiche e matematiche dell’Università della Repubblica Russa di Baskiria, indicato come lo scopritore della mappa, fu interpellato all’epoca dal ricercatore Diego Cuoghi e dichiarò di non essere responsabile di quanto riportato dalla stampa perché la notizia era stata enfatizzata; aggiunse che l’esistenza dell’oggetto era dimostrata e considerava la pietra un’illustrazione in cui sono mostrati territori come se fossero stati osservati dall’alto. Confidava che la mappa, esposta al museo di archeologia, era considerata dai visitatori una pietra magica. Secondo il suo parere la pietra, forse intagliata con un’ascia, mostra la paleogeologia del territorio in un’epoca databile a venti, trenta milioni di anni fa, anche se l’incisione potrebbe essere molto più Milioni di anni La mappa del Creatore, a volte indicata anche come pietra di Daška, è una lastra di pietra scoperta il 21 luglio 1999 a Chandar, una località del Distretto Federale del Volga comprendente parte degli Urali meridionali. La particolarità di questa pietra da una tonnellata, alta un metro e mezzo, larga uno, è che conterrebbe, disegnata, la mappa della regione della Bashkiria, così come doveva apparire centoventi milioni di anni fa. Per alcuni sarebbe un tassello di un improbabile mosaico composto di trecentoquarant’otto pezzi con incisa l’intera cartografia mondiale. La notizia dell’eccezionale ritrovamento fu pubblicata il 30 aprile 2002 sul sito web del quotidiano Pravda e da quel momento fece letteralmente il giro del mondo. Aleksandr Cuvyrov, 57 recente. Cuvyrov terminava asserendo che non era un suo problema conoscere chi realizzò il manufatto. Fatto sta che non disdegnò di partecipare a una conferenza on line, promossa dallo stesso quotidiano che aveva pubblicato la notizia così “enfatizzata”. Nessun resoconto dettagliato della scoperta è mai stato pubblicato su riviste scientifiche accreditate. Falsità e imprecisioni Già questi elementi dovrebbero essere sufficienti per ridimensionare la scoperta, ma sono così tante le imprecisioni (e le falsità) contenute in quell’articolo che meritano un ulteriore approfondimento. Ad esempio l’incredibile datazione della mappa (inizialmente attestata a tremila anni fa), ha un unico appiglio basato sullo spostamento dei poli magnetici della Terra; in sostanza è stata notata una corrispondenza tra il magnetismo della pietra e la posizione dei poli centoventi milioni di anni fa. Francamente, non ci sembra un requisito sufficiente per convalidare la datazione. Alcuni elementi della pietra sarebbero stati inviati al Centro di Cartografia Storica del Wisconsin, i cui esperti avrebbero dichiarato che solamente con rilievi aerei si sarebbe potuto realizzare la mappa. Peccato che questo fantomatico centro non esista: nel Wisconsin c’è solo l’istituto di cartografia The History of Cartography Project e i responsabili hanno riferito, sempre a Cuoghi, di essere stati contattati due anni prima da Cuvyrov ma di non aver mai ricevuto quella pietra. Insomma, non hanno mai svolto nessun accertamento. Anche la circostanza che la pietra contenga rilievi risalenti a milioni d’anni fa è sospetta: com’è possibile riconoscere la superficie di un territorio che non conosciamo e che possiamo solo immaginare con prospezioni approssimative? Inoltre, in un’intervista concessa qualche anno fa da Cuvyrov a una nota trasmissione televisiva italiana, egli avrebbe affermato che la mappa fosse la rappresentazione di enormi canalizzazioni, da ricercare mediante prospezioni geologiche. Una semplice verifica a tale dichiarazione ha dimostrato l’inconsistenza di quanto ipotizzato. Un pesce d’aprile La mappa del Creatore potrebbe quindi essere semplicemente quel che appare, una lastra con delle rotture e alcune crepe formatesi probabilmente in maniera del tutto naturale. La circostanza che Pravda abbia ripreso la notizia del sensazionale ritrovamento dal misconosciuto notiziario in rete Itugi.ru (www.itogi.ru/paper2002.nsf/Article/, link segnalato da Massimo Biasotto in una mailing list), ci permette di risalire anche alla data di prima pubblicazione: 1° aprile 2002… Per il momento l’unica certezza è che Cuvyrov, negli anni Novanta del secolo scorso, s’interessò all’ipotesi di una migrazione cinese in Siberia, rinvenendo a Bashkiria alcune incisioni rupestri in lingua cinese ma nulla più. 58 NON PRENDIAMOCI SUL SERIO 59 Riflessioni sulla conferenza del C.U.T. alla scuola media Alessandro Volta Franco Pavone (Componente CUT) La mattina di lunedì 30 Gennaio 2012 il nostro centro ha relazionato in una conferenza organizzata dall’Istituto Professionale S.Apollonia, nella scuola media Alessandro Volta, sui temi a noi cari riguardanti la vita intelligente nell’Universo e l’ufologia, spaziando appunto dalle anomalie ufologiche e storiche riguardanti le civiltà antiche, a quelle spaziali, fino ai giorni nostri, con gli avvenimenti più inquietanti accaduti prima e dopo l’ultimo conflitto mondiale. Organizzata dal preside Franco Di Bisceglie, presidente dell’ANSI (Associazione Nazionale Scuola Italiana), tramite il figlio, professor Giampaolo Di Bisceglie, nostro assiduo frequentatore, e il preside reggente dell’Alessandro Volta, Angelo Carrieri, che ha messo gentilmente a disposizione l’aula magna del suo istituto, la conferenza si è avvalsa anche di una relazione della professoressa Irma Saracino. Il convegno, di cui abbiamo filmato i momenti più importanti che pubblicheremo sul nostro sito internet, ha avuto anche un approccio giornalistico dell’emittente televisiva regionale Tele Norba, che ha intervistato il nostro presidente Vincenzo Puletto, trasmettendo il servizio in serata nel TG Norba 24. Il tabloid Taranto Sera, il 29 Gennaio, ha pubblicato un bell’articolo di 60 presentazione sulla conferenza, mentre il settimanale locale Wemag ha presentato il tutto in un trafiletto interno. La conferenza è stata seguita da un folto pubblico, oltre centocinquanta studenti delle scuole superiori di altri istituti, da una ventina di docenti e da simpatizzanti del nostro centro. Dopo una presentazione generale della conferenza da parte del presidente dell’ANSI Franco Di Bisceglie, c’è stata una riflessione del preside dell’Alessandro Volta professor Angelo Carrieri, che ha messo in risalto l’attualità e il grande interesse, suo personale e generale, per la ricerca di vita intelligente nell’Universo e la sua personale convinzione che non siamo soli, a dispetto, ha sottolineato, dell’antropocentrismo umano, invitando i giovani ad approfondire la tematica e ad accostarsi a questi studi, visto che loro sono il futuro, ed è sua ferma volontà organizzare un’altra conferenza nell’Istituto Professionale Cabrini, di cui è preside. La cosa ci fa enormemente piacere, perché oltre evidentemente a riconoscere la serietà, l’impegno e la passione per il lavoro del Centro Ufologico Taranto, fa capire che forse qualcosa sta cambiando nella mentalità della gente. Infatti, all’orizzonte si profilano anche dei corsi di ufologia da tenere nelle scuole, con i componenti del CUT come una sorta di docenti della materia, sulla falsariga forse delle scuole cinesi e dell’Accademia delle Scienze russa, fatte le debite proporzioni, e la cosa è sintomatica di questo cambiamento in atto. 61 Qualche anno fa la cosa sarebbe stata impensabile, forse è la prima volta nel nostro paese. Del resto sarebbe veramente ora che ci fosse un coordinamento nazionale o addirittura internazionale, al di là dei vari centri di ricerca, senza prevaricazioni di sorta, senza guru che portano il verbo della conoscenza o la pietra filosofale e relativi adepti, con rispetto reciproco, senza signori “io so tutto“, come ha evidenziato l’amico Antonello Vozza nella sua recente lettera aperta. Ma veniamo ora alle relazioni. Il presidente Vincenzo Puletto ha fatto una premessa presentando il CUT e i suoi collaboratori, mettendone in risalto il lavoro svolto, l’indipendenza di giudizio, senza che nessuno dei componenti si erga a più bravo dell’altro, con rispetto reciproco e unità d’intenti, mettendo al primo posto l’amicizia e poi tutto quanto il resto. Ha evidenziato il fatto che nell’Ottobre 2010 lo stesso CUT nella persona sua e di Franco Pavone, è stato scelto dall’Unione Europea per relazionare al Congresso Internazionale di Strasburgo in Francia di Astronomia, Astronautica e Ufologia, come rappresentanti dell’Italia, confrontandosi con personalità del calibro di Chandra Wicramasinghe, Jean Pierre Petit, Nick Pope, Jesse Marcel Jr., Stanton Friedman, Claude Nicollier, Malcolm Robinson, eccetera. Dopo aver ricordato gli ormai quattordici anni di vita del CUT, nato nel 1998, forse il primo a Taranto, ha detto ai giovani presenti che l’oggi è oggi, ma domani è già il futuro (del resto, ecco il motivo del titolo della nostra rivista online), non è più tempo di scherzare, bisogna essere preparati e non lasciare ad altri questi studi, perché giornalmente ci sono tanti avvenimenti ufologici e scientifici, e bisogna conoscere anche il passato che non è quello che comunemente ci viene propinato, tenendo d’occhio il presente, prova ne sia che una Margherita Hack, una volta restia ad ammettere l’esistenza di altre entità galattiche, ora afferma che solo nella nostra galassia ci sono oltre cinquecento miliardi di stelle con eventuali pianeti e altre Terre, con la scoperta recente di esopianeti simili al nostro, e 1500 miliardi di altre galassie. Ecco perché, prosegue Vincenzo, gli UFO sono una realtà acclarata. Ha anche parlato del fatto che la tecnologia italiana, come per esempio i prototipi dell’Impresa Agusta, dimostrano che dopo gli USA e la Russia veniamo noi, e che gli OVNI, come dovremmo definirli nella nostra lingua, hanno fatto progredire la scienza di molto in soli cinquanta anni. Dopo questa introduzione, la prima relazione è stata a cura di Eugenio Palese sull’origine dell’ufologia nelle antiche civiltà, rimarcando che “credere” agli UFO è sbagliato, perché l’ufologia non è una fede, noi del CUT non siamo imbonitori che vogliono a tutti i costi imporre le proprie idee, ma solo esprimerle, con la storia e la scienza, perché UFO può significare tutto e niente, e non bisogna credere a qualunque cosa, ma avere una mentalità aperta senza preconcetti, approcciarsi con una buona dose di scetticismo, avere dubbi e non certezze di ricercatori, anche perché non siamo una setta, informarsi e aggiornarsi sulle cose reali e non presunte, soprattutto sulla storia antica. In ogni enciclopedia ci sono civiltà che parlano di dei venuti dalle stelle, cominciando da Sumeri e Babilonesi, con le loro conoscenze ancestrali di dei stellari, civiltà che ci tramandano religioni e scoperte archeologiche, civiltà antichissime e forse sconosciute che possono retrodatare la Storia, come per esempio affermò Platone, che nel Timeo e Crizia parlò di Atlantide, o lo storico sacerdote egizio Manetone della biblioteca di Alessandria, che scoprì che la piramide di Cheope non è di Cheope, perché pare che l’abbiano trovata già in loco, e rivelò anche avvenimenti astronomici di 12.000 anni fa, come l’esplosione della supernova Vela X, fonte di cataclismi che distrussero queste civiltà, il passaggio della cometa Encke, che portò all’inclinazione dell’asse terrestre, e che dimostrano come la storia antica sia da riscrivere, perché è impossibile che ci siamo evoluti in così poco tempo senza un aiuto esterno. E come il bambino ai genitori, vorremmo porre a eventuali civiltà aliene, domande su noi stessi per avere possibilmente delle risposte. È stata poi la volta di Antonello Vozza, su ufologia e mitologia, che ha affermato che quest’ultima è un contenitore che fa apprendere tante altre cose, essendo l’alternativa alla storia ufficiale, una ricerca di vita intelligente migliore della nostra, 62 ammesso che la nostra sia una civiltà intelligente, augurandoci che gli “altri” ci insegnino a vivere più civilmente. Ha proseguito dicendo che la Storia è piena di vuoti, ma piena però di miti e credenze delle antiche civiltà, cominciando dai Sumeri che avevano una concezione particolare dell’Universo, nato secondo loro da un brodo primordiale, con gli dei Anunnaki scesi sulla Terra, che hanno portato la civiltà, con Enki dio dell’acqua ed Enlil dio del vento, creando l’uomo secondo le teorie dello studioso Zecharia Sitchin, con un esperimento di manipolazione genetica, e rimarcando che la trinità esiste in ogni civiltà antica, come Padre, Figlio e Spirito Santo, oppure Enki, Enlil e Marduk o Iside, Osiride e Horus, e terminando dicendo che ogni civiltà ha un suo ciclo iniziale e finale. È stata poi la volta della professoressa Irma Saracino, che ha relazionato sulle tante anomalie archeologiche, come per esempio il complesso megalitico di Stonehenge, antico osservatorio astronomico, le piramidi egizie, mondiali e marziane, allineate quelle egizie sembra con la costellazione di Orione o secondo altri con quella del Cygnus, e la scoperta di un reperto archeologico sempre in Egitto, che raffigura la stilizzazione di un essere che ricorda nelle fattezze un cosiddetto “grigio”, e che fa venire alla mente una certa casistica di entità animate oggi in voga, e mettendo in risalto il fatto che anticamente forse gli alieni erano già giunti sulla Terra, ed erano entrati in contatto con le antiche civiltà. Ha proseguito di nuovo il presidente del CUT Vincenzo Puletto, arrivando a tempi più recenti, che ha relazionato sui misteri del Gabinetto RS 33 di Mussolini, dove un VNC (velivolo non convenzionale) atterrò a Vergiate (Varese) appunto nel 1933, dove all’epoca era situata l’impresa Caproni – Vizzola e dove si costruivano aerei per il regime e vigeva un ferreo cover-up, perché sennò si rischiava di essere ospiti delle carceri fasciste, tramite l’Ovra. Ma le mura parlano e all’epoca fu prodotto stranamente un aereo a reazione Campini-Caproni, che pare volasse a quasi novecento chilometri orari, rispetto ai quasi trecento di altre aviazioni. Ha poi ricordato il numero della rivista della Marina, recapitatoci nel 2008, dove il capitano Ruggero Ghiselli stilò un articolo sull’RS 33 e gli USO, con l’interrogativo irrisolto che forse negli archivi stessi ci sia qualcosa sul Majestic 12 fascista, anche perché a quei tempi esisteva una sorta di SuperMarina. Secondo un vecchio testimone intervistato da Vincenzo in camera caritatis, pare che a Vergiate gli americani ripulirono il tutto, finanche la carta igienica (!), trasportando questi enigmi in una destinazione sconosciuta. Gli studi dell’RS 33 furono anche traslati agli scienziati del Terzo Reich, che potrebbero aver sviluppato le cosiddette V2 e il V7, il cosiddetto disco volante di Hitler. Sintomatico fu anche in merito il famoso discorso di Benito Mussolini all’Urbe, dove affermò che sarebbe stata più facile una invasione da Marte su inimmaginabili fortezze volanti. Vincenzo ha poi raccontato la sua visita al Museo areonautico Volandia, dove è esposto un misterioso prototipo a reazione di antica data. Recentemente alla Finmeccanica ha potuto visitare un padiglione adibito a Museo dello Spazio, e dove si è reso conto che la nostra tecnologia, frutto forse di retro ingegneria non convenzionale o meno, era già all’avanguardia dal 1956, ben prima del volo di Juri Gagarin, e le attrezzature tecnologiche spaziali italiane sono oggi impiegate anche nella Stazione Spaziale Internazionale. Tramite conoscenti, è entrato in possesso di alcune copie di una brochure edita dalla stessa Finmeccanica, sull’avventura dell’uomo nello Spazio. La relazione di chiusura è stata a cura di Franco Pavone, che ha parlato dei misteri di Roswell e dell’Area 51, partendo dalla retrospettiva dei foofighters della Seconda Guerra Mondiale, dove le rispettive fazioni belligeranti credevano reciprocamente che queste enigmatiche sonde di energia fossero armi segrete del nemico, ma così non era. Ha citato la nascita dell’ufologia ufficiale nel 1947 con l’avvistamento di Kenneth Arnold del 24 Giugno, di nove oggetti volanti sconosciuti, riportato dalla stampa mondiale. Ha poi rimarcato che gli UFO potrebbero giungere da noi tramite la curvatura dello Spazio o da altre dimensioni dell’Universo, quelli che l’astrofisica d’avanguardia chiama whormoles, anche perché Alpha Centauri la stella più vicina a noi è distante quattro anni luce. Ha poi parlato dell’incidente di Roswell, dove uno o due UFO sono atterrati in quelle lande desertiche del New Mexico ai primi di Luglio dello stesso anno, 63 vicino alla città limitrofa alla sede del 509° Gruppo Bombardieri dell’Usaf, unico contingente adibito all’uso di armamento nucleare, forse per questo scelto dalle probabili entità galattiche, come sito degno di considerazione. Pavone ha citato i vari personaggi più conosciuti della vicenda coinvolti più o meno nel mistero: William Mc Brazel che trovò i rottami dell’ordigno sparsi nel suo Foster Ranch; lo sceriffo di Roswell Wilcox che contattò l’Aeronautica; il generale Clemence Mc Mullen, che ordinò al suo secondo in grado colonnello William Blanchard di redigere un comunicato, che fu affidato al tenente Walter Haut con la famosa dichiarazione di Roswell, in cui specificò il recupero di un disco volante; il maggiore Jesse Marcel dell’intelligence della base, che insieme al maggiore Sheridan Cavitt si recò al Foster Ranch e si rese conto che i rottami non erano convenzionali, e il figlio Jesse Marcel Jr. che abbiamo conosciuto di persona a Strasburgo, ha confermato che il padre non poteva prendere lucciole per lanterne, perché aveva frequentato un corso di perfezionamento sui palloni sonda, dichiarazioni confermate recentemente da una versione quasi perfetta della macchina della verità; il generale Roger Ramey, con il suo messaggio decifrato da poco in cui si parla di disco volante e vittime, nonostante l’Aeronautica continui ad affermare che si trattò di un pallone sonda e di manichini, usati tra l’altro solo nei primi anni 50 col programma spaziale americano. Poi ha parlato della fantomatica Area 51 o Dreamland (terra di sogno) nel Nevada, fotografata dai satelliti russi per la prima volta in periodo di Guerra Fredda, dove si vocifera venga studiata tecnologia aliena, base ideata dal presidente Harry Truman, gestita dal misterioso e fantomatico Majestic 12, con il primo direttore che pare sia stato il fisico Edward Teller, fiancheggiata dalla Extraterrestrial Higway, l’autostrada degli extraterrestri, dove sorge la cittadina di Rachel, meta degli appassionati di UFO. Ha terminato citando il colonnello Philip J. Corso, che ha confermato gli eventi di Roswell e la retro ingegneria che ha portato alla produzione nelle multinazionali USA delle fibre ottiche, laser, microcircuiti integrati, eccetera. Queste le relazioni. Per finire faccio delle considerazioni finali. La conferenza ha dimostrato che queste ricerche servono a conoscere meglio noi stessi e il posto che occupiamo nell’Universo. Gli eventuali contatti con altre civiltà del Cosmo cambierebbero il nostro mondo, e forse i gruppi di potere non potrebbero più applicare sistematicamente lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, per questo l’ufologia è scomoda, le masse potrebbero avere una crisi di autorità e non riconoscere neppure le religioni e la nostra tecnologia. Nel 1500 nessuno pensava che il nostro mondo sarebbe stato controllato dai satelliti e da Internet, quindi gli UFO sono la scienza futura, ogni secolo ne ha una, ci sarà sicuramente anche una scienza del XXII secolo, con una nuova tecnologia applicata veramente al benessere dell’uomo e non alla ricchezza di pochi a scapito delle masse, se non ci autodistruggeremo con le nostre mani. Dal caso Roswell in poi e cioè dal 1947, il governo USA ha mentito non per il fatto che UFO e alieni sarebbero stati una minaccia per la nazione, ma una minaccia per i gruppi di potere. Impossibile che la scienza, gli enti militari, le religioni e gli apparati industriali non se ne siano occupati, lo negano per poterlo fare di nascosto. Le nazioni democratiche non dovrebbero occultare fatti che riguardano anche l’opinione pubblica, in nome forse di progetti segreti che si servono di fondi neri per i black projects, tra cui rientrano evidentemente gli UFO, perché in effetti c’è anche e soprattutto una questione economica e di potere tecnologico, come scrissi in un vecchio articolo. Probabilmente queste entità sono già tra di noi, ma evidentemente non siamo abbastanza sviluppati da riuscire a prendere un contatto diretto con loro, può darsi che usino altri sistemi di comunicazione. Lo scienziato William H. Byler scoprì la luce di Wood o luce nera, una sorgente luminosa che emette radiazioni elettromagnetiche nella gamma degli ultravioletti, con spettri luminosi diversi, che potrebbero rivelare la presenza di UFO ed entità animate non visibili nella nostra gamma di luce. Gli alieni potremmo anche guardarli in faccia senza riconoscerli, perché cerchiamo esseri come noi, ma può darsi che nell’Universo ci siano forme di vita intelligente aldilà della nostra 64 comprensione, anche perché prendiamo come esempio il pianeta Terra, dove ci sono tante forme di vita adattatesi ad ambienti ed ecosistemi diversi dal nostro, si pensi all’esistenza del batterio Deinococcus Radiodurans, resistente alle radiazioni nucleari. Come uno scimpanzé probabilmente (ma non ne saremmo così sicuri) non riuscirebbe a capire la teoria quantistica, potrebbero esistere realtà dell’Universo che sono aldilà delle capacità di comprensione del nostro cervello, che però ha ancora delle potenzialità che non abbiamo sviluppato del tutto. Gli UFO, come ha detto l’amico Eugenio Palese, non sono materia di fede, ma una ricerca scientifica in tutti i campi dello scibile, checché se ne dica, come un’ultima frontiera della ricerca, contestimonianze acclarate di gente con un background elevato, con avvenimenti che riguardano milioni di persone, con un acculturamento graduale dell’opinione pubblica sulla realtà aliena mediante cinema, televisione, giornali, riviste, libri e pubblicità occulta, le cosiddette “produzioni orientate” così definite da Joseph Allen Hynek, anche se tante volte in maniera superficiale e romanzata. Se le leggi fisiche, come dicono gli scienziati, sono uguali in tutto l’Universo, tipo pianeti con ossigeno e acqua, perché non lo sono anche per la vita intelligente? Come disse il cardinale francese Paul Poupard nel 2005, riguardo l’Universo: come può l’uomo capire ciò che non ha limiti? Un’altra bella dichiarazione fu quella dell’astronomo britannico Martin Reese, che disse: la mancanza dell’evidenza non significa l’evidenza della mancanza. Calza a pennello con gli UFO. Noi del CUT, più che cercare risposte, che forse non troveremo mai, o affermare dogmi, ci poniamo tante domande, perché queste ultime sono il cuore delle nostre ricerche, nella speranza di capire meglio noi stessi e dove stiamo andando, e confidando come ha detto l’amico Vincenzo Puletto nei giovani, che sono il futuro. SITCHIN E LA BUFALA DEL SIGILLO SUMERO VA/243 Stefano Panizza Quanto segue è una sostanziale rielaborazione, intesa come puntualizzazione ed integrazione, di quanto scritto alcuni anni or sono. Alla fine ne è uscita una ricerca sostanzialmente nuova, che pur ribadisce le conclusioni di quella precedente. Ho sentito la necessità di ritornare sull’argomento perché, nonostante le perplessità manifestate a suo tempo, l’assioma “sigillo sumero = sistema solare” viene costantemente riproposto come una verità di fatto. E ciò malgrado la buona pubblicità al mio vecchio scritto, pubblicato a suo tempo su una importante rivista del settore, oltre che presente sul sito internet www.centrostudifortiani.it fino allo scorso mese di ottobre. Evidentemente da più parti, con qualche lodevole eccezione, si è ritenuto più comodo non considerare le obiezioni sostenute. Trovo, comunque, curioso questo atteggiamento di sottacere i dati “scomodi”, visto che poi è questa l’accusa che i believer fanno alla cosiddetta scienza “ufficiale”. Ma prima di venire al contenuto della contesa spieghiamo che cos’è un sigillo. Si tratta di una pietra incisa e di dimensioni modeste, tanto da essere portata al collo appesa ad una cordicella. Serviva, come dice il termine, per sigillare un qualcosa, spesso derrate alimentari, tramite calchi su strati di argilla umida. Che cos’è, allora, questo famigerato sigillo sumero VA/243? Ne ha parlato Zecharia Sitchin in tutti i libri che ha pubblicato, anche se in termini poi sostanzialmente uguali. archeologia misteriosa o pseudoarcheologia e un sostenitore della "teoria dell’antico astronauta” come spiegazione dell'origine dell'uomo. Le controverse teorie di Sitchin, basate sulla sua personale interpretazione dei testi sumeri, sono considerate pseudoscienza dalla comunità scientifico-accademica, ma registrano un buon seguito nell'ambito della letteratura popolare. Egli attribuiva la creazione dell'antica cultura dei Sumeri ad una presunta razza aliena detta Nefilim (in ebraico) o Anunnaki in sumero), proveniente dal pianeta Nibiru, un ipotetico 9º pianeta del sistema solare dal periodo di rivoluzione di circa 3600 anni e presente nella mitologia babilonese.” Zecharia Sitchin http://extraordinaryintelligence.com/2560/ the-unexplained/2560/ Per chi non conoscesse tale studioso, lascio la parola a Wikipedia: “Zecharia Sitchin (Baku, 11 luglio 1922 – New York, 9 ottobre2010) scrittore azero naturalizzato statunitense. È stato autore di molti Sitchin ed il suo mondo http://gizidda.altervista.org/site.html libri di divulgazione sulla cosiddetta 65 Ritornando al nostro sigillo, si tratta, dentro”, allora, ci sono dei buoni motivi per approfondire il discorso. più precisamente, di un manufatto accadico risalente al 2500 a.C. e custodito al Museo di Stato di Berlino nella collezione Vorderasiatische. Corona solare durante l’eclissi totale del 11 agosto 1999 http://www.astrogav.eu/G_A_V_%20%20Gruppo%20Astronomico%20Viareggio_f otoarchiviosole.htm Sigillo VA/243 Fonte: Vorderasiatische Museum di Berlino Per tutti, nella sua parte in alto a sinistra, vi è la rappresentazione del nostro sistema solare (più una sorpresa che alla fine vedremo). Lo stesso Sitchin in “L’ultima profezia” si vede costretto a scrivere: “… era ovvio che si trattava della raffigurazione del nostro sistema solare.” Una sicurezza invidiabile. Ma è, davvero, così? Proviamo ad analizzare la faccenda nel modo più analitico possibile. Se lo osserviamo, si nota, oltre a tre figure umane, una stella circondata da undici piccoli cerchi di varie dimensioni. Secondo Sitchin, essa rappresenta, come detto, il nostro sole, mentre gli undici tondi sono i nove pianeti classici, la nostra Luna ed uno sconosciuto corpo celeste, il mitico Nibiru delle saghe sumere. Insomma, il tutto appare come il nostro sistema solare al gran completo, più un misterioso intruso (che per la scienza non esiste). Ricordo che ufficialmente Urano è stato scoperto nel 1781, Nettuno nel 1846 e Plutone nel 1930. Lo studioso ha, poi, identificato con precisione la disposizione dei singoli pianeti, partendo da un punto ben preciso. Tutto spiegato? Mica tanto. Forse è il caso di dare un’occhiata… Se, poi, anche la prestigiosa rivista Fortean Times (che non può essere certamente definita scettica per partito preso) ha voluto “guardarci Un numero della rivista Fortean Times http://denverlibrary.org/content/magazinemonth-fortean-times Per comodità di esposizione esporremo, allora, i nostri ragionamenti sotto forma di domande e risposte. Cominciamo. La figura a forma di stella rappresenta davvero il Sole? Questa è una domanda fondamentale perché se essa non lo raffigura, allora il tutto non potrà mai essere considerato l’immagine del nostro sistema solare. Cadrebbe, di conseguenza, una delle prove, anche se non l’unica, avanzate da Sitchin a dimostrazione di conoscenze astronomiche straordinarie da parte dei Sumeri e dell’esistenza stessa del famigerato Pianeta X (o Nibiru). Lo studioso, in cerca di indizi per la sua teoria, ritiene che l’immagine stellata rappresenti davvero il Sole con la sua corona perché così lo si vedrebbe se la sua potente luce fosse schermata (ad esempio come durante le eclissi solari). Ma basta scorrere le centinaia di immagini presenti sul web per rendersi conto che il paragone non regge perché l’apparenza è completamente diversa. 66 Corona solare durante l’eclissi totale del 11 luglio 2010 http://www.ecologiae.com/eclissi-sole-isolapasqua-video/18524/ Corona solare durante l’eclissi totale del 1 agosto 2008 http://www.astrofoto.it/immagine.aspx?id=53 Rispondere alla domanda che ci siamo sopra posti significa, in realtà, rispondere ad altri due interrogativi. Il primo, i Sumeri come rappresentavano, solitamente, il Sole? Il secondo, il sigillo contiene una parte letterale che possa aiutare a comprendere quella figurativa? Fortunatamente esistono centinaia di immagini del Sole recuperate in anni di scavi archeologici, basta avere la pazienza di andarsele a cercare. La forma classica è la stella a quattro punte con quattro serie di linee Per dovere di cronaca, secondo Sitchin, questa è in realtà una delle rappresentazioni di Nibiru. ondulate, il tutto racchiuso da un cerchio. Shamash http://www.michaelsheiser.com/va_243%20 page.htm Nibiru Tratto da “Quando i Giganti abitavano la Terra” di Zecharia Sitchin Shamash http://www.michaelsheiser.com/va_243%20 page.htm In altri casi, meno frequenti, vi sono solo le linee ondulate ed il cerchio. Shamash http://www.michaelsheiser.com/va_243%20 page.htm Shamash http://www.michaelsheiser.com/va_243%20page.htm Oppure abbiamo immagini con stella a otto punte e a otto raggi rettangolari. Shamash Fonte: Louvre, Departement des Antiquites Orientales, Paris, France Shamash Fonte: Louvre, Departement des Antiquites Orientales, Paris, France Shamash http://ultimitempi.forumattivo.org/t594-lachiesa-cattolica-adora-shamash-il-dio-sole 67 Nella Stele della Vittoria di Naram-Sin, re di Akkad di soli ve ne sono addirittura due. E già che siamo in argomento di “soldi” smontiamo la bufala che, su una banconota fuori corso da 10 franchi svizzeri, possa essere rappresentato l’orbita del pianeta Nibiru. Simbolo di Baal http://www.aloha.net/~mikesch/wheel.htm Vi è anche un caso in cui Shamash si mostra “in carne ed ossa”, cioè non il tramite del suo simbolismo solare. Si pone seduto di fronte ad Hammurabi. Si tratta del “codice di Hammurabi”, il noto corpus iuris dell’antichità. Franco 10 http://www.osservatorioapocalittico.it/wpcontent/uploads/2011/06/10franchi.jpg Shamash e la Stele della Vittoria Fonte: Louvre, Departement des Antiquites Orientales, Paris, France E non dimentichiamo neppure la forma del disco solare alato. Disco solare alato (in alto a sinistra) http://www.michaelsheiser.com/va_243%20page.htm Shamash e Hammurabi Fonte: Louvre, Departement des Antiquites Orientales, Paris, France Curiosamente la stessa immagine è Altre raffigurazioni, che riportano riprodotta nella banconota irachena stelle a quattro braccia all’interno di da 25000 dinari (nell’altro lato è un cerchio, so no state erroneamente presente una fattoria curda). riferite a Shamash. In realtà appartengono a divinità diverse. Un esempio è nel tempio cananeo di Hazor, in Israele, del 1400 a.C., dove l’immagine rappresenta il dio Baal. Dinaro 25000 http://it.wikipedia.org/wiki/Dinaro_iracheno 68 In realtà essa celebra il più grande matematico svizzero, e cioè Eulero, che nel 1700 secolo calcolò l’orbita di diverse comete. Quindi, quella sulla banconota non è nient’altro che l’illustrazione delle orbita di uno di questi corpi celesti. Torniamo al sigillo. Il punto è questo. Pur con modalità diverse, il Sole non è mai stato rappresentato come nel VA243, e cioè come stella a sei punte. Che sia sfuggito a me, come ad altri? Tutto può essere, ma, fino a che qualcuno non ne trova un’immagine inequivocabile, questo è lo stato dell’arte. E non deve averla trovata nemmeno Sitchin, perché, in caso contrario, cosa gli avrebbe impedito di esclamare trionfante: “Ecco, guardate quest’altra immagine, i Sumeri erano soliti rappresentare il sole anche in questo modo!”? E veniamo al secondo punto. La traduzione del testo cuneiforme, presente nella parte destra e sinistra del sigillo, recita: “Dubsiga, Ili-illat, il tuo/suo servo”. Ma se il Sole non è il “Sole”, allora quegli undici cerchi che lo circondano possono rappresentare i pianeti? Naturalmente no, ma vediamo di dimostrarlo con una logica indipendente. Sitchin, al contrario, ne appare convinto ed assicura, pure, di averli identificati con precisione, partendo da un punto ben preciso. VA/243 Iscrizioni sigillo Personalmente la spiegazione non mi convince particolarmente perché anche la figura centrale ha il Ciò non sembra avere nulla a che fare “copricapo con corna” (seppur meno con il Sole, il sistema solare e, più in pronunciate) e “lunghe vesti fluenti”. generale, l’astronomia. Il che può Senza considerare che il “servo” non anche essere normale, interpretando sembra avere un atteggiamento semplicemente il simbolo molto “servile” (ad esempio non è astronomico come una parte Sistema solare nel sigillo secondo Sitchin inginocchiato). Ho avuto, poi, modo di Legenda: A venere – B mercurio – C luna – D complementare della scena. In ogni osservare un sigillo nei Musei Vaticani terra – E marte – F nibiru – G giove – H caso la traduzione non può essere nel quale una triade in piedi ha le saturno – I urano – L nettuno – M plutone usata come elemento di favore per http://www.cifas.net/ricerche/QUESTIONI_CELESTI.pdf corna ben visibili, unitamente al Sitchin. Quindi, riassumendo, né la personaggio assiso. comparazione simbolica né la parte Analizzando i disegni, però, non si fa letterale del sigillo portano a pensare fatica a capire che, in realtà, diverse che quello rappresentato sia il nostro cose non quadrano. Partiamo dal Sole. sistema Terra-Luna. Questo ha un senso logico perché il Ma se non è il Sole che cosa potrebbe rapporto fra le dimensioni appare essere? sostanzialmente corretto (la Terra si Partiamo dalle componenti presenti mostra, in ogni caso, più grande della nel sigillo. Si vede una persona (forse Luna, come è giusto che sia) e perché un servo) nell’atto di porre un sono gravitazionalmente legati. qualcosa (un’offerta?) ad un’altra Cilindro conservato nei Musei Vaticani Non si comprende, al contrario, seduta. A sinistra una terza persona Foto a cura dell’autore l’accostamento Mercurio-Venere che, osserva la scena. Nel mezzo è come sappiamo, sono due pianeti ben presente, probabilmente, un aratro Altri parlano di “fiamme”, anziché di distinti (addirittura la loro distanza accompagnato da un animale con “corna”, ma francamente mi sembra reciproca è minore rispetto al sistema corna in basso a destra. poco plausibile. E, quindi? Forse nel Terra-Luna). Ma chi sono questi tre personaggi? VA243 tutte e tre sono divinità, con Ad onor del vero negli anni Settanta L’archeologia riconosce nella figura quella centrale di importanza minore, del secolo scorso l’astronomo Thomas seduta ed in quella a sinistra del servo ma restano forti dubbi su cosa stiano Van Flanders propose che Mercurio delle divinità. facendo. O forse la divinità di destra, fosse stato una luna di Venere, poi E questo per due motivi: il copricapo quella che sorregge l’aratro, dona sfuggitagli. con corna e le lunghe vesti fluenti. idealmente la pratica dell’agricoltura Esistono centinaia di sigilli con questo alla figura centrale, un contadino, tema e caratterizzati da una figura elevato, per l’eccezionalità del stellare. momento, a semidio (con le corna). http://www.michaelsheiser.com/va_243%20page.htm 69 divulgata in un meeting dell’American Astronomical Society. Secondo questa, anche la Terra e Marte avrebbero fatto parte di un sistema binario. Thomas Van Flanders http://bourabai.narod.ru/articles/van-flandern.htm L’idea è stata, poi, ripresa alcuni anni or sono da Brad Hansen dell’Università di California e Venere - Mercurio http://www.pianetamarte.net/teoria_sistema_solare.htm Mi risulta, però, che si tratti di casi isolati, nel senso che il riscontro della comunità scientifica non è stato dei più favorevoli. A chi sta pensando che questa sia chiusa alle novità, ricordo che la teoria più accreditata sull’origine della Luna, che prevede l’impatto di un grosso corpo celeste con la Terra, ha preso corpo solo negli anni Ottanta del 1900 e perfezionata una decina di anni fa. E recentemente vi è stata la scoperta di corpi celesti attorno alla stella Kepler 11 della costellazione del Cigno che ha completamente stravolto le idee sulla Simone Barcelli IL RITORNO DEL SERPENTE PIUMATO Il dio Quetzalcoatl tra Vecchio e Nuovo Mondo Gennaio 2012 Cerchio della Luna Editore Lascio da parte i commenti positivi perché finirei per ripetermi, avendo già recensito la sua opera precedente “Enigma delle Origini”. Mi limito a ringraziare Barcelli per aver avuto la bontà di menzionarmi a vario titolo. Preferisco, invece, discutere del contenuto, quanto mai interessante. Chi è Quetzalcoatl, noto (colpevolmente) solo agli appassionati di archeologia? La storia “ufficiale” ce lo descrive come la principale divinità adorata dagli Aztechi, e dalle fattezze classicamente europee (barba folta e carnagione chiara). Da questa prima, ed in parte conosciuta, stranezza, l’Autore va alla ricerca di tutta una serie di prove ed indizi tesi a suggerire che, oltre il velo del conosciuto consolidato, esista una vicenda tutta da raccontare e che superi il vissuto del personaggio. Perché leggere la storia di Quetzalcoatl significa scendere in un intricato labirinto, costituito da vicende sorprendenti perché inaspettate e da dubbi angoscianti che possono turbare più di una coscienza, il tutto evidenziato con i dovuti chiaroscuri. Si scopre, allora, che la storia di Gesù, ma anche di tante altre divinità sparse per il mondo, non sembra costituire un unicum, ma è ripetuta in contesti religiosi lontani nel tempo e nello spazio (la nascita da una Vergine, l’incarnarsi per la remissione dei peccati, il simbolo della croce etc). Così come si viene a conoscenza che molte tradizioni sono comuni ad un numero sterminato di popoli, ignari della reciproca esistenza (mi viene in mente la storia dell’allungamento dei crani o la sacralità della figura del serpente). Ciò potrebbe significare la presenza, in un lontano passato, di una civiltà madre o più realisticamente che migliaia di anni fa si viaggiava per mare e per terra molto di più di quanto si pensi. E da questo punto di vista nel libro si possono trovare molti esempi significativi. Ma credo che l’aspetto che turbi maggiormente il lettore sia la sensazione che Quetzalcoatl sia stato, in fondo, un essere in carne ed ossa, cioè un “uomo”, pur con conoscenze al di là del ragionevole. Venne, infatti, investito dalla sua gente di valenze plurime, da dio della natura, a sovrano della guerra, a civilizzatore. E chi poteva essere tutto ciò migliaia di anni fa? Ed a caduta penso che sorga pure il dubbio che tutte le figure divine, di ogni tempo e luogo, possano venire spogliate di quell’aura soprannaturale che sembra invece consolidata. Così come il dualismo Bene/Male, così presente nella figura di Quetzacoatl, potrebbe non essere solo simbolico, ma legato ad una contrapposizione fra figure reali, terrene o meno. Insomma, l’Autore dispone con cura tutti gli “ingredienti”, Stefano Panizza sta alla sensibilità del lettore riordinarli nella “ricetta” che preferisce. 70 formazione dei sistemi planetari. Non si pensava infatti che potessero esistere le cosiddette superterre, cioè pianeti con massa e dimensioni intermedie fra quelli rocciosi, come la Terra, e quelli gassosi, come Giove. Così come sembrava impossibile che vi fossero pianeti con orbite così ravvicinate verso il proprio sole (cinque di loro hanno una distanza dalla stella inferiore a quella di Mercurio). dalle dimensioni almeno pari a quelle della Luna (se i Sumeri hanno individuato il lontano e piccolo Plutone, risulta inspiegabile che non abbiano osservato, ad esempio, i satelliti di Giove o Titano, una delle lune di Saturno). "macchie" gigantesce ed impossibili da non vedere. Ad esempio, dal 2000 abbiamo la cosiddetta "Ovale BA", una enorme tempesta di colore rosso posizionata nell'emisfero meridionale del pianeta. Kepler 11 http://miaplacidusedaltriracconti.blogspot.com/2011/02 /un-sistema-solare-con-sei-pianeti-si.html Mi sembra, in altre parole, che, a cercare, si troverà riscontro a qualunque teoria si voglia proporre (ne riparleremo più avanti, sempre con Van Flanders). Ma torniamo al nostro sigillo. Sitchin, inoltre, parte dal presupposto che Mercurio sia l’oggetto posto sulla destra, rispetto a Venere. Tale logica, però, è del tutto arbitraria, anzi, volendo sceglierne una (quella della distanza dal Sole), le parti andrebbero invertite perché è Mercurio il corpo più vicino al Sole (ma questo fa “sballare” i conti di Sitchin). Proseguiamo. Giove e Saturno, che sono di gran lunga i corpi più massicci del sistema solare (tanto è vero che si dice che Giove sia una stella mancata), non sono raffigurati in proporzioni agli altri pianeti. Basti confrontare Giove e la nostra Terra, per rendersene conto, oppure Giove con il Sole. Rimanendo nell’ambito “dimensioni”, non si riesce neppure a comprendere come mai non siano raffigurati quei satelliti Satelliti del sistema solare http://it.wikipedia.org/wiki/File:Lune_del_SistemaSolare.jpg Come mai, poi, si sono “dimenticati” la "Grande Macchia Rossa" di Giove (che, per dimensioni, contiene tre della nostra Terra)? "Ovale Ba" a sinistra della "Macchia Rossa" nel 2006 http://it.wikipedia.org/wiki/Ovale_BA Saturno, inoltre, è privo dei suoi classici anelli (se i Sumeri hanno identificato tutti i corpi del sistema planetario non potevano non conoscere questo importante particolare). Esiste, in realtà, una Confronto fra la "Macchia Rossa" e la Terra misconosciuta tavoletta che riporta http://www.pd.astro.it/MOSTRA/G2160JPT.HTM una raffigurazione tale da richiamare Saturno, i suoi anelli e, più in È vero che essa potrebbe non essere generale, il sistema solare. Sembra, esistita migliaia di anni fa, ma, il fatto effettivamente, di osservare il Sole, la che su Giove si scatenino in Terra, la Luna, Marte, la Cintura degli continuazione fenomeni atmosferici Asteroidi, Giove e Saturno (Sitchin, in straordinari, fa pensare che la sua realtà, toglie la Terra ed inserisce superficie presenti costantemente Venere). 71 Sitchin stesso, in un altri contesti (ma a volte sembra dimenticarsene), parla del dio Ea come “Signore dell’acqua corrente”, circondato da vasi dai quali fuoriescono delle cannucce (esistono numerose raffigurazioni). Saturno con anelli e Cintura Asteroidi http://www.biosferanoosfera.it/scritti/ANTI CHE%20CONOSCENZE.pdf Mi chiedo, però, visto che sarebbero stati gli Anunnaki a raccontare la disposizione dei Ma anche in questo caso le cose pianeti, avendola osservata nella sono diverse da come appaiono. lunga fase di avvicinamento, perché Come può essere considerata una ne avrebbero fornito una falsa rappresentazione del sistema solare rappresentazione? E la Cintura degli quando non si vedono né Venere e Asteroidi? Si tratta, in realtà e molto né Mercurio, la Terra e la Luna non semplicemente, della cannuccia da sono proporzionate, così come né cui si abbevera Ninkasi, la dea della Marte, né Giove e né Saturno (che si birra (da notare il contenitore nella tolga Venere o la Terra, il discorso quale si immerge). non cambia perché di incompletezza sempre si tratta)? E gli anelli? Perché il “pianeta” non è al loro centro e, soprattutto, perché da essi non è “tagliato”? Certamente quest’ultimo punto può richiamare Ninkasi certe fotografie astronomiche. www.birranova.it/storia.php Saturno http://unduezero.wordpress.com/2010/01/31/unasettimana-in-compagnia-di-saturno/ 72 Ea Tratto da “Quando i Giganti abitavano la Terra” di Zecharia Sitchin Ora, bisognerebbe chiedere a Sitchin come mai la “cannuccia” serve a volte per bere a volte per simboleggiare la Cintura degli Asteroidi? E come giustifica la mancanza dei soliti cerchietti nelle raffigurazioni “acquatiche” del dio Ea? E Nibiru? Strano che non sia rappresentato … Ma continuiamo. Urano è raffigurato, poi, più piccolo di Nettuno, quando in realtà è il contrario. Ed, infine, Plutone. Anche in questo caso le dimensioni non sono rapportate a quelli dei “compagni” celesti. Si legge che l’orbita di Plutone è così “pazza” da portarlo, in determinate occasioni, più all’interno del sistema solare, togliendolo dalla posizione di ultimo pianeta. Ciò corrisponde al vero ma, nella sua rivoluzione attorno al Sole, può diventare, al massimo, il penultimo corpo del sistema planetario (inteso nella sua struttura classica) ma mai il terzultimo. Quindi, le sue dimensioni, rapportate agli altri pianeti, risultano, comunque, errate. Sitchin ha cercato di rimediare successivamente a quest’ultima incongruenza ipotizzando, dalla lettura dei testi sumerici, che Plutone, nell’antichità, fosse un satellite di Saturno (nel suo “Il dodicesimo pianeta”, infatti, la sequenza dei pianeti poneva Plutone all’ultimo posto). Con questa logica Plutone viene “retrocesso” nel sigillo fra Saturno e Urano (cioè terzultimo), con Nettuno ultimo pianeta rappresentato. In questo caso la triade Saturno – Urano – Nettuno verrebbe rapportata nel sigillo nelle giuste dimensioni. Ma le cose, dal punto di vista scientifico, stanno in modo alquanto diverso. Secondo la scienza, infatti, Plutone potrebbe essere stato si, un satellite, ma di Nettuno, non di Saturno, questo in considerazione del fatto che il suo moto è in risonanza 3:2 con quello di Nettuno. Ciò significa che, mentre Plutone compie due orbite attorno al Sole, Nettuno ne compie esattamente tre. Secondo teorie più recenti, invece, quest’ultimo potrebbe essersi staccato dalla fascia di Edgeworth-Kuiper, unitamente a Caronte e Tritone. Questo perché hanno caratteristiche molto diverse dai pianeti giganti ai quali sono vicini: hanno una maggiore densità e hanno parametri orbitali molti diversi. Il sistema solare esterno http://blog.libero.it/Astronomy/ Insomma, comunque la si veda, Plutone non sembra aver nulla a che fare con Saturno. Qui si sta parlando, naturalmente, di teorie che abbiano avuto un minimo di riconoscimento scientifico. Perché “a scuoter la siepe” di idee bislacche se ne trovano fin che si vuole. Fascia di Kuiper e corpi transnettuniani Quest’ultima è situata oltre l’orbita di Nettuno, il cui primo componente è stato individuato solo agli inizi degli anni Novanta. Questi corpi transnettuniani sono divisi in varie famiglie a seconda del tipo di orbita, eccentricità etc. Qualcuno potrebbe obiettare che Plutone, Caronte e le due lune conosciute questi corpi non siano stati visti http://www.uate.it/node/21 dagli Anunnaki in avvicinamento verso la Terra. Ma, soprattutto, vi è un particolare Effettivamente, se proviamo a che Sitchin sembra aver confrontare i dati di Eris, “pianeta dimenticato. Plutone, al pari di nano” e grande quanto Plutone, con Quaoar (grande la metà di Plutone), quelli di quest’ultimo, ci rendiamo Sedna (due terzi di Plutone) ed altri, conto di come abbiano poco in è uno delle migliaia di oggetti comune, salvo le dimensioni. celesti di modeste dimensioni (tanto che ora non è più considerato un pianeta) che circolano attorno al nostro Sole (e facenti parte della cosiddetta Fascia di Kuiper). Fascia di Kuiper http://planetfacts.org/kuiper-belt/ 73 poco credibile ipotizzare che non abbiano avuto un quadro d’insieme del nostro sistema solare. E qui stiamo ragionando considerando il caso più difficile. Perché, ad esempio, Quaoar ha un periodo di rivoluzione di 285 anni, molto simile a Plutone, e un’inclinazione sull’eclittica di soli 7° (quella della Terra è di 24°) . Tornando al discorso precedentemente interrotto, va detto che lo scopritore di Plutone, l’astronomo Clyde Tombaugh, avrebbe potuto benissimo, negli anni Trenta, individuare, piuttosto che Plutone, un altro o più corpi celesti della Fascia. Eris ed il suo satellite Dysnomia http://www.notiziedalcosmo.storiepoesie.it/articoli/er is-e-plutone-gli-anelli-di-saturno-lassoluzione-dinettuno-e-urano-toccata-e-fuga Clyde Tombaugh http://pdxretro.com/tag/clydew-tombaugh/ Questo non avvenne perché il solo Plutone, in quel periodo, transitava sufficientemente vicino alla Terra. Se fosse stato all’altro capo della sua orbita non sarebbe mai stato scoperto. Verrebbe osservato oggi unitamente a tanti altri corpi celesti più o meno delle sue dimensioni e mai considerati pianeti. Confonti fra le dimensioni di Eris e Plutone http://link2universe.wordpress.com/2010/10/08/erise-plutone-piu-simili-di-quanto-si-pensava/ La rivoluzione del primo attorno al Sole dura all’incirca 500 anni, il perielio (il punto dell’orbita più vicino al sole) dista poco più di 37 unità astronomiche (una unità astronomica è pari alla distanza Terra – Sole) e l’inclinazione sull’eclittica è di poco superiore ai 44°. Plutone, invece, ha una rivoluzione di 248 anni, un perielio di 29 unità astronomiche ed un’inclinazione sull’eclittica di 17 gradi. Però, considerando che gli Anunnaki non sono stati sulla Terra i classici “due giorni”, ma si è trattato di un continuo andirivieni con il proprio pianeta, credo sia Orbita di Quaoar e altri corpi transnettuniani Appare, dunque, strano che i Sumeri abbiano raffigurato uno solo http://www.lunarplanner.com/asteroidsdwarfplanets/Quaoar.html di questi corpi celesti e proprio Plutone. Rimarrebbe, in ogni caso, Sarebbe, in altre parole, davvero totalmente ingiustificata la una coincidenza singolare che i mancanza di segnalazione di classici Sumeri/Anunnaki abbiano oggetti del sistema solare, come la considerato il sistema solare Grande Macchia Rossa di Giove, i esattamente come, e solo per una Pianeti Medicei etc. 74 settantina d’anni, gli uomini del XX° secolo (nel 1800 venivano definiti “pianeti” anche gli asteroidi). Insomma, il discorso “dimensioni” appare una vera spina nel fianco per la teoria di Sitchin. E sarebbe sbagliato non considerarlo perché se l’autore del sigillo sumero si è premurato di creare un contesto così eterogeneo (cioè composto da sfere di diametro diverso), un motivo ci deve pur essere (in caso contrario mi sembrerebbe di offendere la sua intelligenza artistica). Ma anche se accettassimo l’ipotesi che si tratti di una semplice rappresentazione di fantasia, e che quindi non abbia senso parlare di “dimensioni” e “distanze”, non è che la teoria di Sitchin ne esca rafforzata. Anzi, considerando che è priva di appigli sia dal punto di vista archeologico (non esistono raffigurazioni del sole in quel tal modo) che filologico (il testo presente nel sigillo parla di tutt’altro), non rimane nulla che la possa difendere. E se ne deve essere accorto anche Sitchin perché una qualche giustificazione ha cercato di abbozzarla (ad esempio per la posizione di Plutone). Però ritengo che non sia corretto tirar fuori la “interpretazione artistica” quando i conti non tornano e lasciarla, invece, nel cassetto se comincia a diventar scomoda. Altro problema. Non esiste un solo testo sumero inequivocabilmente di astronomia, astrologia e matematica, che citi pianeti al di fuori dei cinque tradizionali (Marte, Venere, Giove, Saturno e Mercurio). E neanche fra quelli babilonesi, che li seguirono. Si potrebbe citare i Testi di GoalYear, dove si parla di grandi cicli planetari, dove per ogni pianeta sono elencate le effemeridi secolo dopo secolo, o del MUL.APIN, una sorta di compendio di astronomia. Sette stelle rappresentate, sette stelle visibili ad occhio nudo (sono anche chiamate le Sette Sorelle), sei delle quali che hanno sostanzialmente la stessa luminosità apparente (per questo, probabilmente, i cerchi che le rappresentano, sono molto simili). In cieli con eccezionali condizioni di visibilità se ne possono vedere fino a dodici. Però la regola del sette sembra la più accreditata, non unica, cioè, ma la più frequente. Tanto da far affermare al poeta Ovidio "Quae septem dici, sex tamen esse solent" e cioè “le quali si dice siano sette, ma tuttavia sono solite essere sei”. Testi di Goal-Year Questa associazione è, comunque, http://www.thelivingmoon.com/42stargate/03files/S molto comune nel mondo antico. umerian_Astronomy_02.html Sitchin, al contrario, immagina che sette sia il numero di pianeti che gli E questo deve far pensare. Se, dunque, il “Sole” non è il Sole ed Anunnki abbiano incontrato entrando nel sistema solare per i “pianeti” non sono i pianeti, arrivare alla Terra. Al di la diventa, allora, inutile porsi la domanda su che cosa sia il piccolo dell’obiezione che i cerchi rappresentano stelle e non pianeti, cerchio considerato da Sitchin il rimane sempre valida la Dodicesimo Pianeta. Teniamo, però a sottolineare che la considerazione che il numero dei pianeti che compongono il sistema sua presunta esistenza non è oggetto della presente trattazione; solare è una convenzione e, come ciò che si vuole solo sottolineare è tale, mutata e mutabile nel tempo. Le stelle, però, possono essere che, in ogni caso, non ha nulla a rappresentate anche nella forma che fare con il sigillo VA/243. classica e a noi famigliare (e così simile al cosiddetto “Sole” del Me se gli undici cerchi non sigillo); entrambe le rappresentano i pianeti cosa rappresentazioni possono possono essere? coesistere nella medesima opera Stelle. Io credo che rappresentano artistica. delle comunissime stelle. Basti vedere la rappresentazione sumera del gruppo stellare delle Pleiadi. Sigilli con Pleiadi http://www.sitchiniswrong.com/VA243seal.pdf 75 apparsa bassa sull’orizzonte della Mesopotamia 5.000 anni dopo, non potrebbe mai aver destato alcun tipo di interesse (neppure artistico). Simboli di stelle l’ipotesi che il “Sole”, in realtà, http://complottiamo.blogspot.com/2008/12/sit Esiste anche un’altra teoria, poco rappresenti una supernova. chin-e-la-cospirazione-dei-malefici.html Ricordiamo che, con tale termine, si conosciuta, proposta dalla rivista di intende quella immane esplosione astronomia “Sky & Telescope” nel Viene, allora, da chiedersi come mai stellare che porta l’astro medesimo suo numero di aprile 2000. In pratica, unendo con una linea siano state rappresentate delle a risultare brillantissimo in cielo. immaginaria i cerchi attorno alla stelle. Ufficialmente la prima sicura stella centrale (vista come Giove) si Qui cominciano i veri misteri. registrazione storica di un tale Potrebbero, simbolicamente, evento risale al 185 d.C. ad opera di otterrebbe una figura molto simile alla cosiddetta Teiera del Sagittario. significare il Concilio delle Divinità astronomi cinesi. mesopotamiche che era composto, Secondo l’assirologo ed astronomo appunto, da dodici membri (lo George Michanowsky, invece, gli stesso Sitchin, pur in un contesto antichi Sumeri potrebbero aver diverso, cita il pantheon delle dodici osservato e raffigurato una ben più divinità). antica supernova apparsa nella Se l’interpretazione è corretta, costellazione della Vela (la allora, la grande stella centrale cosiddetta Vela X). rappresenta la divinità più importante che, però, non è il dio– sole Shamash ma Anu (più tardi chiamato Marduk). E la diversità di dimensione dei cerchi potrebbe riferirsi ad una scala di valori all’interno del pantheon stesso. Ciò, non contrasterebbe, in ogni caso, con la rappresentazione con il presunto gesto di offerta (sono, Articolo Sky & telescope infatti, raffigurate delle divinità). http://www.sitchin.com/teapot.htm Oppure, secondo alcuni, potrebbe raffigurare la “dodecapoli”, cioè la Quest’ultima è un asterismo di lega delle dodici città più stelle, contenuto, appunto, nella importanti. costellazione del Sagittario, che richiama la forma di una teiera George Michanowsky (contenitore utilizzato per servire il http://www.surfingtheapocalypse.net/forum/in te). dex.php?id=205305 E se così fosse stato, nulla può escludere che proprio questa sia quanto di visibile nel sigillo Va/243. Esistono, però, due considerazioni che fanno escludere tale ipotesi. La prima è il momento in cui questa Dodecapoli sumera http://www.biosferanoosfera.it/scritti/ANTICHE sarebbe stata visibile dalla Terra: %20CONOSCENZE.pdf 9.500 a.C. (troppo in anticipo rispetto alla civiltà sumera). Questa teoria, però, non giustifica la La secondo è che la debole e disposizione ad anello attorno ad un confusa nebulosa, residuo nucleo centrale. dell’immane deflagrazione e Da alcune parti si è avanzata 76 Teiera http://forzaelettromotrice.wordpress.com/2009/02/ A questa interpretazione si possono contrapporre facilmente diverse obiezioni. La prima è che, unendo i cerchi presenti nel sigillo e solo con un grande sforzo di immaginazione, si può ricavare la forma della Teiera. La seconda è che non esiste nessun indizio che, per i Sumeri, questa parte della costellazione avesse un interesse particolare. La terza è che Giove, nella sua orbita, non scende mai fra le stelle della Teiera; basta, infatti, consultare una qualunque tavola di Effemeridi per notare che la declinazione di Giove non va oltre i 20° (il Sagittario è – 25°). E’ pur vero che il pianeta Giove è astrologicamente assoggettato a questa costellazione ma, onestamente, l’ipotesi appare azzardata e assolutamente non comprovata (tanto è vero che presto è finita nel dimenticatoio). Sitchin, dal canto suo, non si è lasciato sfuggire l’occasione per dimostrare l’inconsistenza di questa teoria. Ci sarebbe, piuttosto, da chiedersi come mai non replichi a obiezioni ben più consistenti e avanzate da più parti. A questo proposito ricordo che alcuni anni or sono venne pubblicata una lettera aperta da parte del Dr Michael S. Heiser sul sito http://www.sitchiniswrong.com/. Costui ha un dottorato in ebraico biblico e antiche lingue semitiche, un master of arts ed alle spalle quindici anni di insegnamento universitario. In pratica è un esperto, oltre che del già citato ebraico biblico, anche di greco biblico, aramaico, siriaco, egiziano, fenicio, moabita, ugaritico, accadico e sumero. Nella citata lettera sono elencate dieci brevi domande, attraverso le quali il mittente chiede a Sitchin di chiarire alcuni aspetti delle sue teorie. Una di queste, la numero 7, recita: "Can you explain why the alleged sun symbol on cylinder seal VA 243 is not the normal sun symbol or the symbol for the sun god Shamash?" che tradotto significa: "Può spiegare perchè il presunto simbolo del sole nel sigillo VA 243 non è il normale simbolo del sole o il simbolo usato per il dio sole Shamash?" dubbio, cosa non sia (e cioè il nostro sistema solare). Conclusioni Prima di passare alle conclusioni, credo sia utile sgombrare il campo da un equivoco. Ho letto da più parti che lo stesso Carl Sagan, noto astronomo e divulgatore scientifico, scrisse a proposito del sigillo VA/243. Sitchin non rispose mai. Lettera aperta a Sitchin http://www.sitchiniswrong.com/open_letter.htm Ora, se è legittimo scegliere di non rispondere alle critiche (anche se poco comprensibile), mi sembra mero opportunismo far fronte solo a quelle che si smontano da sole. Mi ricorda un po’ quella nota pubblicità che chiedeva allo spettatore se gli fosse piaciuto “vincere facile”. Ha sbagliato, in ogni caso, a considerare il caso della Teiera come una prova della veridicità del proprio punto di vista. Se, infatti, può non essere ben chiaro cosa il sigillo rappresenti, lo è invece, al di la di ogni ragionevole 77 Carl Sagan http://notiziarioufologico.blogspot.com/2011/07 /carl-sagan-e-la-questione-ufo-non-fu.html E’ vero, lo fece nel suo “Intelligent life in the Universe”, pubblicato nel lontano 1966 negli Stati Uniti. E ne parlò in termini molto possibilisti, citando chiaramente le parole “pianeti” e “Sole” (e questo ben prima di Sitchin nel suo libro “The 12th Planet” del 1976). E questi fatti, spesso, vengono considerati come una dimostrazione che la teoria di Sitchin non sia “campata per aria”. Ma pochi sanno (o non dicono) che nel corso degli anni cambiò completamente idea, tanto che nel suo “testamento spirituale”, quale rappresenta il libro “Il mondo infestato dai demoni” (opera ormai introvabile) uscito nel 1997, si dimostrò alquanto scettico verso tutto quello che comunemente si può definire “pseudoscienza”. Libro: "Intelligent life in the Universe" Addirittura nella famosa targhetta da lui ideata e posta sulla sonda Pioneer 10, destinata a “dare il benvenuto” a ipotetici alieni incontrabili nel suo cammino nello spazio esterno, mise il sumero come prima fra le 55 lingue codificate. Inoltre, fra le immagini presenti, pose fotografie dell’Egitto e del monte Sinai (luoghi, spesso, teatro delle vicende sitchiniane). Targa del Pioneer 10 http://www.astronomia.com/?p=2797&cp=all Non si tratta infatti di un omaggio ai nostri presunti “padri fondatori” (gli Anunnaki) ma il semplice riconoscimento ad un popolo (quello Sumero) che rappresenta la nostra prima civiltà e la cui lingua è la prima ad avere un cosiddetto metodo di scrittura (si definisce tale quando quest’ultima è rappresentata graficamente con lettere e segni). Il fatto, poi, che esistono numerose incertezze su come vadano pronunciati i fonemi, toglie qualunque significato comunicativo al messaggio. Riguardo alle fotografie dell’Egitto e del Monte Sinai non credo che ci sia necessità di scomodare chissà quale razza extraterrestre per giustificarne la presenza. L’Egitto è stata la sede di un’altra grandissima civiltà antica, il Monte Sinai è il luogo dove Dio, secondo la tradizione, si sarebbe manifestato a Mosè. Libro: "Il mondo infestato dai demoni" La storia del sigillo sarebbe, dunque, finita completamente nell’oblio se non fosse stato per Sitchin. Qualcuno ipotizza che Sagan abbia voluto attuare una sorta di vaccinazione delle masse (“dico una verità e poi la nego, ma intanto te l’ho detta”). Mi sembra che la cosa non abbia molto senso perché l’episodio è isolato e troppo lontano nel tempo. Ma anche il fatto che la lingua sumera faccia da “apripista” ha un significato molto meno misterioso di quanto possa sembrare. 78 Monte Sinai http://viverelagheula.net/arc.asp?aid=25691&cid=24602 Ma al di là di queste considerazioni ne sorgono spontanee delle altre. Sagan non era un archeologo ma un astronomo. Non poteva, cioè, conoscere quelle sfumature simboliche ed artistiche che fanno parte del bagaglio di conoscenze di un professionista del settore, cioè di un archeologo. Ha esternato quello che appare evidente a molti, senza nessun filtro ne approfondimento. Seppur incredibilmente, per un personaggio di tale calibro, si potrebbe parlare di un eccesso di superficialità. Come potrebbe, infatti, uno scienziato fare affermazioni così esplosive e non cercare, in un qualche modo, di dimostrarne la consistenza? Nessun analisi dell’immagine e nessuna contestualizzazione, infatti. Si è limitato ad ipotizzare “esperimenti dell’inconscio degli uomini dell’antichità per comprendere e raffigurare un ambiente talvolta incomprensibile”. Una sorta di precognizione collettiva. Affermazioni molto forti che, francamente, non possono essere “date in pasto” ai lettori senza un adeguato e serio approfondimento. E deve essersene accorto pure lui perché successivamente non parlò più di questa storia. In ogni caso, credo che indagare seriamente i “misteri” voglia dire, innanzi tutto, metter da parte il cosiddetto “ipse dixit” di pitagorica memoria. Non perché lo ha “detto lui” (che sia Sagan o Sitchin il discorso è il medesimo) bisogna accettare senza un adeguato filtro critico quanto viene detto. E visto che parliamo di scienziati riprendiamo il discorso lasciato in sospeso a proposito di Thomas Van Flanders (quello della teoria che prevedeva Mercurio come satellite di Venere). Un tipo sicuramente contro corrente, se ipotizzò anche la presenza di strutture artificiali su Marte. Essendo, poi, molto interessato allo studio di un possibile Pianeta X, si occupò anche del nostro sigillo. Criticò l’interpretazione di Sitchin, facendo, però, secondo me, ancora peggio. Rendendosi conto dell’inconsistenza delle affermazioni di quest’ultimo, ma al contempo affascinato da quello che poteva significare il sigillo, decise di salvare “capra e cavoli”. Questo non avrebbe riportato, cioè, una raffigurazione del nostro sistema solare, ma di quello di un’altra stella … Esopianeta http://it.wikipedia.org/wiki/Pianeta_extrasolare Vediamo, per finire, di sintetizzare i ragionamenti esplicitati nel corso del nostro articolo. L’immagine composta da una stella centrale e da undici cerchi difficilmente può rappresentare il nostro sistema solare. Primo, perché il Sole non è mai stato figurato in quel modo (se è successo perchè Sitchin o i suoi seguaci non lo mostrano?). Secondo, per l’incertezza sulla raffigurazione dei pianeti, in quanto possono essere rappresentati anche da immagini stellate (vedi Ishtar, cioè Venere). Quindi la correlazione assoluta di Sitchin “cerchio = pianeta” non sta in piedi (vedi le Pleiadi in forma circolare). Terzo, perché le stelle potevano essere rappresentate anche nella classica forma stellata (oltre che la già citata circolare), come il 79 cosiddetto “Sole”. Quarto, perché esistono troppe incongruenze fra la struttura reale del nostro sistema planetario e quanto rappresentato. Quinto, perché nè l'archeologia (in nessun documento si parla di pianeti, al di là di quelli noti nell'antichità), nè la filologia (nel sigillo si scrive di tutt'altro) e neppure la scienza astronomica, argomento, comunque, non trattato nel presente articolo, offrono supporto alla teoria in questione. Sesto, perchè Sitchin non è mai stato in grado di rispondere alle obiezioni sollevate. Quindi, al di là dell’apparenza visiva, credo che non vi sia nulla che porti concretamente in quella direzione, perché i dati a disposizione o sono contrari o di dubbia interpretazione. Ritengo, realisticamente, si tratti di stelle. Stelle, forse dal significato allegorico. La figura del sigillo potrebbe rappresentare, per numero componenti e valore simbolico, il pantheon sumero o le città più importanti della nazione, o tutte due. Ma si tratta di ipotesi tutte da comprovare. E ancor di più la teoria della “teiera” e della supernova. Così come rimane incerto, a mio avviso, il significato delle tre figure umane presenti sul sigillo (anche se, nel nostro contesto, la cosa può apparire irrilevante). Divinità? Uomini e dei? Potremmo riassumere il tutto con questa frase: nel sigillo non è rappresentato il nostro sistema solare, vi sono probabilmente delle stelle ma non sappiamo bene che cosa ciò significhi. Un’ultima cosa, se si osserva attentamente il sigillo in questione si può notare, fra il cosiddetto “offerente” e l’ ”uomo seduto”, un piccolo ed isolato cerchio. corpi del sistema solare di cui solo ora l’astronomia è venuta a conoscenza? Ma a guardar bene è presente un altro oggetto … ed è campanulato! Altro strano oggetto nel sigillo VA/2432 Strano oggetto nel sigillo VA/2432 Non ricorda il classico disco volante? Di cosa si tratta? Mistero … Che si tratti, allora, di un’astronave Però, a pensarci bene, potrebbe far nibiriana in fase di avvicinamento sballare, qualora ce ne fosse ancora alla Terra? bisogno, l’assioma “sigillo = sistema A sedersi attorno ad un tavolo, di solare”. misteri, se ne tirano fuori fin che si Perché il “tondino” è per tutto vuole… uguale ai suoi simili disposti attorno all’immagine stellata. Un altro pianeta, dunque? Bibliografia Ma non dovevano essere dodici? Il dodicesimo pianeta – Zecharia Sitchin – Che i Sumeri, in barba a Sitchin e Edizioni Mediterranee agli Anunnaki, avessero scoperto Il pianeta degli dei – Zecharia Sitchin - Piemme 80 La genesi – Zecheria Sitchin – Piemme Le astronavi del Sinai – Zecharia Sitchin – Piemme Guerre atomiche al tempo degli dei – Zecharia Sitchin – Piemme Gli dei dalle lacrime d’oro – Zecharia Sitchin – Piemme Gli architetti del tempo – Zecharia Sitchin – Piemme Il codice del cosmo – Zecharia Sitchin – Piemme Il libro perduto del dio Enki –Zecharia Sitchin – Piemme La Bibbia degli dei – Zecharia Sitchin - Piemme Il giorno degli dei – Zecharia Sitchin – Piemme L’altra Genesi – Zecharia Sitchin – Piemme Quando i Giganti abitavano la Terra – Zecharia Sitchin - Piemme L’ultima profezia – Zecharia Sitchin - Piemme Il mondo infestato dai demoni la scienza e il nuovo oscurantismo – Carl Sagan – Baldini & Castaldi Schiavi degli dei – Biagio Russo – Drakon edizioni All’alba della civiltà – Gorge Michanowsky – Siad Apocalisse dallo spazio – Luca Scantamburlo – Lulu.com http://it.wikipedia.org/wiki/Zecharia_Sitchin http://www.angelismarriti.it/images/akkad3.jpg http://www.cifas.net/ricerche/QUESTIONI_CELE STI.pdf http://www.altrogiornale.org/news.php?extend .120 http://it.wikipedia.org/wiki/Fascia_di_Kuiper http://it.wikipedia.org/wiki/Pleiadi_(astronomia ) http://www.forteantimes.com http://wapedia.mobi/it/Lingua_sumera?t=3.#3. http://www.sitchin.com http://www.edicolaweb.net/arca009g.htm http://digilander.libero.it/diogenes99/Babilones i/Babilonesi.htm http://miaplacidusedaltriracconti.blogspot.com /2011/02/un-sistema-solare-con-sei-pianetisi.html http://www.sitchiniswrong.com/ CONFESSO, HO VIAGGIATO di Noemi Stefani ROMEO, GIULIETTA E... È ancora marzo. Viaggio sulla statale che mi riporta a casa dopo un week end di quasi primavera che è già finito, giusto il tempo di arrivare e poi si riparte. Acqua e neve picchiettano sul vetro del lunotto anteriore e con gli occhi seguo distrattamente il va e vieni del tergicristallo mentre spazza di lato piccoli grumi di ghiaccio. Qualche giorno lontano dalla normalità per cambiare aria, per respirare quella frizzante di un vento sottile che arriva improvviso e ti sorprende sibilando profumo di montagna. Le cime sono ancora tutte sbiancate dalla neve che si ritirerà soltanto verso la fine di maggio finché il sole la scioglierà del tutto. Pian piano cambieranno i marroni e i grigi e risplenderà il verde tenero dei prati costellati di primule. Poi verrà il giallo solare dei denti di leone e sul prato spunteranno i crocus, bianchi e azzurri con le campanule color pervinca. Il ronzio delle api farà da accompagnamento al verso dell’aquila che, volando 81 altissima, attraverserà la vallata. Con le ali spalancate sfrutterà le correnti d'aria ruotando intorno alle cime dei pini, pronta a fiondarsi improvvisamente a terra a caccia di prede. Come dicevo, stavo tornando a Milano e con la mente ripercorrevo un altro viaggio di parecchi anni fa. Succede spesso. Il viaggio è lungo, noioso, e così, tanto per ingannare il tempo, uno pensa. Ricordavo un viaggio con i figli, diversi anni fa. La piccola voleva andare a Verona perché si era innamorata della storia di Giulietta e Romeo. Aveva letto il libro, visto il film, e desiderava conoscere i luoghi della storia. Forse incominciava a scoprire dentro di se l’indizio che preannunciava la sua crescita imminente. Forse l’amore per un compagno di scuola, un sentimento fatto di sguardi e timidi sorrisi, un bene della stessa sostanza dei sogni. Le mamme lo sanno, non c’è bisogno di parole. Sanno che è il ciclo della vita che si ripete e sorridono, anche se è un sorriso triste, che sa di perdita e di nido vuoto. Eravamo partiti in treno, e poi con calma siamo andati verso Piazza delle Erbe, che forse è ancora oggi il punto di ritrovo più famoso di Verona. Una bella giornata di sole in pieno inverno. Ricordo che ci siamo fermati vicino all’Arena a mangiare un boccone per prepararci a quello che sarebbe stato il nostro vero obiettivo. Visitare la casa di Giulietta. Prima un salto alla chiesa, dove dicono che andasse a pregare accompagnata dalla sua nutrice. Mi incuriosisce una strana acquasantiera, come vedrete dalla foto. Un uomo è chinato, curvo a portare il peso dell'acqua santa (o forse, è il peso della chiesa cattolica, così gerarchica e piena di orpelli). Entriamo in un portone scuro e si intravede la casa di Giulietta. Ecco, secondo la storia, il famoso balcone da cui si affacciava per chiamare il suo Romeo. Se non ricordo male, l’interno non aveva nulla di particolare, a parte le finestre a bifora e gli interni totalmente ristrutturati. Ma in fondo alla scala ci accoglie e non poteva mancare il vero protagonista, colui che rese immortale questa storia. Il grande Shakespeare. Visitata la casa, andiamo dove pare sia stata sepolta Giulietta. Era la tomba di famiglia, e il suo sepolcro di marmo rosa si distingue subito perché la gente sosta in silenzio. Si sente quasi solo il respiro delle persone che sussurrano e parlano a bassa voce. Vengono da tutto il mondo. Arrivano qui e lasciano un fiore, una lettera, un biglietto con una promessa d’amore, oppure una richiesta perché l'amore arrivi presto. Chissà se è una storia vera. D’istinto faccio una cosa che non si dovrebbe fare. Mi siedo con la schiena appoggiata alla tomba e chiedo a Serafino se ha qualcosa per me. 82 Non è solo curiosità la mia. È ricerca del vero. Quello che arriva, arriva (se arriva). Recupero carta e penna e aspetto. Libero la mente e la mia mano inizia lentamente a tracciare segni e parole. <Abbiamo sentito con quanta tristezza avete ascoltato quelle esperienze. Sappi che si sono amati davvero. Adesso sono ancora separati. Non si può spezzare una vita! Nemmeno per amore. E neanche per disprezzo.> Poi improvvisamente la calligrafia cambia, sento un’energia diversa. Diventa più sottile, svolazzante, agile e veloce e capisco. Non è più l’Angelo che parla. <... Giulia… no… Ero troppo infelice. Noi ci amavamo. Solo quel poco tempo varrebbe una vita.> So che si rivolge a mia figlia che ha più o meno l’età che lei aveva quando è morta. <… Sappi aspettare. L’amore sarà come salire su, io non saprei dove. Sappi che forse verrà anche per te e sarà bellissimo. Taci con le tue amiche. Loro sono solo gelose se tu sei felice. Non vedo Romeo. Qui sento solo salmi e sermoni. Adesso posso salutarti, sono contenta di saperti amica. Addio, noi ci risentiremo se vorrai, addio. Vi sarò vicina con amore.> Non avrei mai sperato tanto... Se era lei, e sento che era lei... ci aveva parlato con la freschezza dei suoi pochi anni. Erano così giovani e innamorati. Un destino crudele li ha travolti e portati a sbagliare, scegliendo la morte. Chi si toglie la vita oppure la toglie agli altri, poi ne paga le tragiche conseguenze. Tutto secondo il Creatore deve avere un ordine preciso nell'Universo, e tutto viene regolato dalla legge del KARMA. Ma quello che è più terribile, il loro sacrificio non è servito a nulla. Sono destinati a restare separati anche nell’Aldilà, e forse per sempre. La vita è sacra. Ogni istante è parte che deve restare percorso esatto e seguire una esatta esperienza. Anche un viaggio, noioso se è pieno di ricordi, lascia un sorriso sulle labbra. Il mio viaggio dentro al viaggio svanisce mentre passo il casello d’uscita dell’autostrada. Manca poco, un paio di rotonde e di curve. Quasi a casa. Mi sfugge un altro sorriso. Sono nel qui e ora, ma la mia mente può andare dove vuole e quando vuole... Finché il Signore lo vorrà. 83 ALTRE VERITA’ di Alateus Dimenticare Dio L'ateismo non è una "fede" e non si propone di fare opera di deconversione, di de-cristianizzazione, di de-islamizzazione o di altro. Semplicemente l'ateismo ignora il concetto di dio e rifiuta tutte le falsità che sul suo conto, nel corso di millenni, sono state astutamente ed ingannevolmente diffuse da gruppi di astuti parassiti che, in suo nome, si sono attribuiti titoli quali: padre, iman, rabbi, guru ed altre vuote qualificazioni del genere. L'ateismo è una forma di ragionamento razionale che si oppone, da millenni, alla truffa perpetrata dai "furbi" ai danni di chi non è in grado, o non vuole, ragionare. L'unico dio, se così si può chiamare, è la vostra innata coscienza; è la vostra capacità di vivere in seno alla società alla quale appartenete, rispettando ed evitando di danneggiare il vostro prossimo. Tutto qui. L'incontrastabile ed assoluto potere della morte e la conseguente paura che essa genera in tutti gli esseri animati (istinto di conservazione) è stato la fonte di tutte le religioni. L'idea insidiosamente indotta dai preti sulla esistenza e sull'immortalità dell'anima ha resistito e si è diffusa solo perchè sopiva, in parte, il timore (istintivo) della morte e soddisfaceva, artatamente, ad una illusione molto potente coltivata dalla presunzione stessa degli uomini: un desiderio assurdo di immortalità: il desiderio di essere "ricordati". Ricordati da chi e perchè? Mettiamocelo bene in testa: solo pochi uomini che hanno lottato per il trionfo della scienza, del razionalismo e l'affermazione delle arti (Newton, Copernico, 84 Galileo, Shakespeare, Lavoisier, Einstein, Mozart, eccetera) hanno conquistato il meritato diritto di essere ricordati. Solo loro e… alcuni altri brutti ceffi che si sono distinti negativamente per le loro opere devastanti e per i loro comportamenti che hanno oscurato le pagine della storia: da Attila a Gengis Khan, a Carlo Magno, a Hitler, Stalin, Costantino I… e altri gentiluomini di questa risma. Dobbiamo abituarci a pensare che la morte non è niente per noi, perchè il bene e il male risiedono nel senso e la morte è la privazione del senso. Perciò la giusta consapevolezza che la morte non è niente per noi ci rende apprezzabile la caducità della vita, non prolungandone il tempo all'infinito ma togliendoci il desiderio dell'immortalità (Epicuro). Come si può credere seriamente, tranquillamente a un "aldilà" di cui non si conosce nulla? I riti funerari, secondo Voltaire, sono solo dei gesti consolatori. Un modo di onorare il defunto e, nel contempo, di sbarazzarsi del suo ingombrante cadavere, secondo modalità, rituali e costose abitudini che i vostri vicini di casa e una "interessata, ricca industria funeraria" si aspettano da voi. Domandatevi: perchè gli uomini dovrebbero avere un'anima e il vostro cane, o il vostro gatto, no? Chi sono i furbi che l'hanno deciso per voi? Si è persino cercato astutamente di "dimostrare" l'esistenza dell'anima, basandosi sul fatto che, qualche volta, una persona defunta possa apparire in sogno. Esiste una ben orchestrata confusione tra il concetto di anima e quello di una "pesante digestione notturna". Diciamolo ancora e più chiaramente: dio non esiste, non è mai esistito e non esisterà mai; non è luce, non è ispirazione, non è regola sacra; non esistono regole dettate e allineate a una sua presunta e imposta condotta di vita e di comportamenti. "La natura basta a sè stessa" e quindi non ha bisogno di queste regole assurde. Dio è solo una favola; è il mostruoso caos intellettuale che i preti vi hanno scaricato addosso insidiando il vostro pensiero con capziose, quanto inutili domande: chi siamo, perchè siamo, da dove veniamo, perchè esiste il mondo, ben sapendo che nessun intelletto umano (proprio perchè di questo mondo è parte) può dare loro risposta e quindi facilmente riducibile in fertile terreno per il loro parassitismo. Nella storia dell'umanità dio è solo un grande imbroglio, uno strumento di comodo, una nozione affiorata e maturata dagli imbroglioni in tempi relativamente recenti, all'inizio del III millenio prima dell'era volgare. In fondo dio è un grande ritardatario se vogliamo dare un peso all'incerto e ingannevole concetto di tempo, legato al breve scorrere della vita umana, ma privo di significato se rivolto alla realtà dell'universo. L'idea del dio unico (grammaticalmente forma singolare di "dei") è nata da un naturale, quasi impercettibile, passaggio da primitive forme di magia spicciola, esorcizzante (coltivata da sciamanistregoni) a forme più evolute, ma non meno bugiarde di pensiero, indotte dai furbi e poi riprese da "astuti ebrei" che sono disinvoltamente passati dagli Elohim (spiriti), ad El (demiurgo?), ad Eloi, ad Adonai per poi accomodarsi definitivamente e altrettanto disinvoltamente su Yhwh. Provate dunque a chiedervi dov'era dio, prima del III millennio a.e.v. (ante era volgare, ndr); prima che fosse inventato cinquemila anni or sono. Durante la sua esistenza l'uomo segue determinate regole che nascono dal fatto stesso di dover convivere con i proprii simili, di collaborare con loro facendo attenzione a non crearsi troppi problemi di convivenza. In fin dei conti l'uomo è un animale sociale che deve confrontarsi con il suo prossimo evitando particolari motivi di attrito; gli eventuali attriti vengono risolti mediante le leggi e le norme di comportamento che l'uomo stesso si è date, senza scomodare nessun dio. Già intorno al 1770 a.C., ci aveva pensato Hammurabi che, tenuto conto delle esigenze sociali dei suoi tempi, formulò il primo codice della storia dell'umanità. Quando il fantomatico Mosè (o chi per lui) disse, nel primo comandamento "Non avrai altro dio al di fuori di me", era perfettamente cosciente di gettare le basi per la più grandiosa truffa mai operata ai danni del genere umano del mondo occidentale. Affermare "non avrai altro dio al di fuori di me" è una regola che affonda le sue radici nella paura dei sempliciotti e, quindi, una legge fatta da scaltri individui, che sfruttano questa paura, e perciò non è attribuibile a nessuna particolare divinità. Thomas Jefferson, a suo tempo, 85 affermava che parlare di esistenze immateriali significa parlare di nulla. Dire che l'anima umana, gli angeli, dio sono immateriali significa dire che non sono nulla e che non ci sono nè dio, nè gli angeli nè l'anima. Constatazione che dovrebbe essere abbastanza ovvia, ma che non ha impedito, nel corso dei millenni, a capziosi parassiti, ammantati di falsa saggezza e di prosopopea, di elaborare quella enorme sciocchezza nota come teologia, non scienza, non disciplina e non filosofia che è servita a dare una base falsa ed inconsistente sulla quale perpetrare l'inganno a danno di poveretti succubi di ancestrali paure e della loro ignoranza. Alcuni chierici, o pseudo filosofi, si sono affannati anche a dimostrare, con tortuosi giri di parole, l'esistenza dell'inesistente. Dopo essersi inutilmente affaticati su argomentazioni speciose quali quella cosmologica, quella ontologica, quella teleologica o quella di natura morale e sulla nozione assai relativa e inconsistente di bene e di male, alla fine si sono resi conto della loro impotenza e hanno cercato di ribaltare il problema: se è vero che l'esistenza di dio non è dimostrabile, allora è anche vero che non è dimostrabile la sua inesistenza. Argomentazione di comodo; una trappola nella quale sono caduti parecchi studiosi scettici i quali non hanno tenuto conto che, razionalmente parlando, la dimostrazione compete a chi afferma qualcosa e non a chi la nega. Già ai suoi tempi Euclide aveva messo in chiaro che "Ciò che è affermato senza prova, può essere negato senza prova". La premessa, falsa, che dio esiste è la base fondamentale per l'esistenza di diverse forme di religione. Ma se questa premessa viene a mancare, che altro resta? Per fortuna, già dal XVIII secolo, il Barone d'Holbach, con la sua opera "Il Buon Senso", ha posto fine a queste assurde affermazioni. Bisogna purtroppo constatare che il buon senso è di pochi. Ricordatevi sempre di Seneca: la religione è vera per la plebe, falsa per il saggio e redditizia per quelli che ne fanno un mestiere. Perciò mangiate, bevete, fumate, fate all'amore nei limiti di un responsabile comportamento ma, soprattutto, non versate soldi alle chiese ingorde e parassite che chiedono continuamente il vostro supporto. A tutte le vostre azioni c'è un limite ragionevole che dovete razionalmente percepire, al di fuori della insidiosa morale. Godetevi al meglio questa vita che la natura vi ha casualmente assegnato. Non dovete aspettarvi nulla dopo la morte; il vostro spirito vitale non andrà da nessuna parte esattamente come quello di un topo, di un cane, di un bue o di qualsiasi altro essere animato. Dopo il movimento illuminista del Settecento, dopo il comunismo, il liberalismo e il positivismo scientifico dell'Ottocento, s'è affermato, dall'inizio degli anni Sessanta del secolo scorso, il grandioso, anche se ancor confuso, movimento della "New Age", dando vita ad una estesa forma di controcultura che si è (finalmente) opposta allo stagnante e melmoso immobilismo culturale imposto, da sempre, da una fradicia casta sacerdotale che ha preteso, per millenni, di porsi come unico tramite tra l'uomo e il "divino". Soprattutto è stata ampiamente rigettata l'dea balzana del dio creatore dal nulla. Oggi l'uomo tende finalmente ad accorgersi che è stato lui a creare dio e non dio l'uomo (Feuerbach) ed a considerare se stesso e il suo intelletto come il solo e vero aspetto "divino" e "sacralizzare" la propria unica, inimitabile e insostituibile personalità. E dobbiamo anche dire che Internet, pur con tutti i suoi difetti e le sue inevitabili storture, ha dato un significativo contributo nel far colloquiare gli uomini tra loro senza l'ingannevole e occhiuta interpretazione del prete. La corrosione delle cariatidi religiose del passato, operata da Internet, è imponente. A ogni modo non è questa la sede per rinfocolare un dibattito di questa natura. Lo scritto “Il breviario degli atei” (http://www.alateus.it/ breviario.htm) si propone solo di analizzare e criticare, nei limiti del possibile, uno dei prodotti più nefasti derivato da questi concetti: la religione cristiana e tutte le sue infinite storture. Questo non significa che le altre credenze (islam, ebraismo, eccetera) siano meno corrotte, perverse o criticabili del cristianesimo; indagare sulla loro natura è solo una questione di tempo, di studio e di disponibilità. Ogni religione porta in sé i germi della propria dissoluzione; quante religioni del passato si sono dissolte nel nulla per questo salutare effetto di autodistruzione? E anche qui è solo questione di tempo. In questi ultimi anni abiamo assistito alla nascita di nuove strane credenze come quella del dio "Cargo" (il dio Aeroplano) accaduto nell'isola di Tana (Oceano Pacifico), ma quello che oggi appare ancora più divertente e sintomatico è la nascita (almeno in Europa) di un nuovo culto, quello del Dio Pallone. Non è uno scherzo. La chiesa ha già manifestato segni di insofferenza, (con Giovanni Paolo II) verso i (tiepidi) fedeli che disertano il Tempio a favore dello Stadio (sottraendo indirettamente quattrini alla chiesa). D'altro canto abbiamo chiare manifestazioni che questi nuovi adepti (i tifosi) si comportano con la stessa furia devastatrice, la stessa insofferenza che ha caratterizzato i primi giudeo-cristiani e poi la chiesa stessa nel corso dei secoli. L'intrallazzo finanziario è comunque sempre lo stesso e imponente; pare che l'iniqua ripartizionesi della rapina dell'otto per mille non basti ancora per spennare i polli. Occorre però tenere nel debito conto che le attuali religioni, in generale, e il cristianesimo in particolare, sono istituzioni ancora troppo radicate e ricche per poter pensare di eliminarle in un tempo relativamente breve. Resta il fatto che l'ebraismo, il cristianesimo e l'islam saranno nel tempo destinati a dissolversi quasi contemporaneamente essendo, tutti e tre, basati sulle stesse assurde menzogne del "Libro". Fino a quando esisterà gente, incapace di ragionare, che crederà in un qualche comodo Dio, anche Dio continuerà ad esistere. Il bisogno di credere nel fantastico (qualsiasi cosa di tipo consolatorio, proposta con una certa enfasi) è una delle peggiori tare del genere umano che preclude, nella mente di molti, la capacità elementare di formulare un qualsiasi pensiero razionale. Le religioni, come il comune raffreddore, sono ormai diffuse in tutto il mondo (D.Dennet). Questo però non impedisce di curarci, di prendere l'aspirina, in attesa che qualche potente vaccino riesca a debellare definitivamente il vibrione della stupidità umana. Dio è un prodotto dell'ignoranza che la scienza va lentamente e inesorabilmente sgretolando; è un concetto molto redditizio per pochi ma che perpetua la servitù di molti. Viviamo perciò serenamente dimenticandoci di dio. UNA NUOVA RIVISTA DIGITALE IN DOWNLOAD GRATUITO DAL PORTALE CHIMERAMAGAZINE.ORG 86 IL TERRORE PER LA MUTILAZIONE DI ANIMALI È DIFFUSO E GLOBALE di Naomi Semeniuk Traduzione a cura di Carla Masolo Avremmo voluto corredare questo articoli dell’amica Naomi, con molte più immagini e rendere così più vivido il lato violento di questo fenomeno, qualsiasi opinione se ne possa avere. Ma si sarebbe incorsi in una piccola galleria degli orrori che qualcuno avrebbe potuto mal sopportare. E’ strano infatti, o forse non lo è, che impressioni quasi più immagini di animali mutilati che altre magari riguardanti esseri umani. Qualche numero fa pubblicammo un articolo su alcuni supposti casi di mutilazioni umane e devo ammettere ebbi meno problemi a pubblicarle. In ogni casi a chiunque interessi la questione trovare decine di immagini è cosa più che facile tramite a l’onnipotente Google. Buona lettura. Gianluca Rampini Ricerca sulle mutilazioni Nel mondo in cui viviamo, la parola terrore assume i contorni di molteplici forme e si trasforma in svariate figure, nessuna delle quali certamente interessa il pubblico medio, quel tipo di persona che conduce uno stile di vita necessariamente preordinata il cui scopo,nella maggior parte dei casi, è quello di far quadrare il bilancio familiare. La questione della mutilazione di animali è stata un argomento tenuto segreto, o per meglio dire segregato, vietato nei mezzi di comunicazione pubblica. Fanno eccezione il canale “History Channel” e naturalmente la rete. Linda Moulton Howe, giornalista premiate per il suo documentario “An alien harvest” gestisce un sito, www.earthfiles.com che segue molto da vicino questo argomento. Ultimamente si è aggiunto anche il 87 sito di Phil Hoyle, www.apfu.org, dedicato esclusivamente a questo “problema”, sito ricco di documentazione. Grazie a questi “speciali” investigatori e ricercatori del paranormale come Linda Moulton Howe e Phil Hoyle, con i rispettivi siti web e le preziose ricerche in continua espansione, l' intero fenomeno della mutilazione di animali viene sondato ed esplorato con una solida microscopica lente d' ingrandimento , in cui nessun fatto è lasciato inosservato né alcun dato è rimandato a qualche errata, convenzionale o prosaica spiegazione. La straordinaria ricerca sugli UFO svolta da George Filer e le newsletters dell'intera gamma del soggetto UFO sono importanti perchè fanno riferimento all'instancabile incessante ricerca di Phil Hoyle sulle mutilazioni di animali in ogni parte del mondo. Ecco la Howe in una delle sue investigazioni risposte insindacabili e definitive per queste mutilazioni. Anche la legge, o per meglio dire i suoi rappresentanti, dovrebbe assumersi delle responsabilità e concorrere alla fine di tali fenomeni. È necessaria una Commissione di indagine Ampio riconoscimento e coraggio nell'esplorare le mutilazioni di animali assieme a Linda Moulton Howe spetta al sito www.unknowncountry.com di Whitley Streiber. Valide sorgenti di dati Tali siti dovrebbero essere presenti nell' archivio di ogni team di ricercatori, perché in mancanza di essi, l'argomento delle mutilazioni animali sarebbe una lavagna vuota e ciò significherebbe vivere nella totale ignoranza sul tema delle mutilazioni di animali che non sono assolutamente da considerarsi morti normali e nemmeno possono essere attribuite all' opera di animali, in cerca di carcasse, o a chissà quali culti satanici; questa è una questione prioritaria, persino nel mondo dei cosiddetti fenomeni ad elevata stranezza. Hoyle, lo Sherlock Holmes di questo campo, è sempre stato un investigatore tenace e professionale che da sempre cerca di smuovere l’opinione pubblica su questo argomento. Il lavoro di Linda Moulton Howe e le immagini di lei seduta accanto a molte mucche mutilate, mentre prende appunti facendo osservazioni empiriche, sono la perfetta rappresentazione di un ricercatore che non abbandona mai le indagini ed insiste fino in fondo, fino alla giustizia per le terribili morti di questi animali orribilmente assassinati. Molti dei testimoni che Linda Moulton Howe ha intervistato, hanno potuto assistere alla presenza di velivoli di colore argenteo, apparsi appena prima delle mutilazioni animali, il che aggiunge l’ipotesi extraterrestre a questo pantano, ormai di proporzioni globali. Sono emerse testimonianze di mucche che vengono attirate ancora vive tramite un raggio di luce da un' astronave UFO, e molti della comunità UFO ipotizzano che i responsabili possano essere gli Zeta, una specie di esseri extraterrestri, piccoli e grigi. Secondo il Dr. Steven Greer, fautore del Disclosure Project, le mutilazioni di animali sarebbero una possibile tattica di terrore dai connotati totalmente umani. Su questo le opinioni dei ricercatori differiscono, ma la verità dei fatti non può essere cambiata e si devono individuare Nessuno di questi professionisti propone teorie; essi promulgano sostanzialmente la circolazione delle informazione, su fatti che sono ormai noti ma ignorati. Si sarebbe forse già dovuta attuare da tempo una commissione indipendente, non governativa, per il monitoraggio e la prevenzione delle mutilazioni. Il Colorado dovrebbe diventare il quartier generale leader a livello nazionale di una tale commissione negli Stati Uniti. Gli allevatori NON dovrebbero avere paura di parlare e raccontare quello che hanno provato. Non sorprende come siano stati in qualche modo messi a tacere, visto che a Washington DC non c'è mai stata neanche una protesta sulle mutilazioni di animali. Linda Moulton Howe sarebbe la leader perfetta dell' organizzazione e la rete televisiva Open Minds presterebbe la propria credibilità a questo argomento estremamente scioccante, argomento che è stato deliberatamente eliminato dai media, allertati di non trattarlo e di lasciarlo morire. In Inghilterra, nel 2001, è stata fondata la Animal Pathology Field Unit da Phil Hoyle che si occupa di investigare tempestivamente questi genere di casi, che si presentino nel loro raggio d’azione. assomigliano ad un furioso tornado, anarchico e senza pietà. Purtroppo non s' intravede alcuna giustizia per questi animali mutilati, assassinati in modo così orrendo nelle più insolite ed inusuali circostanze. Circostanze che sfuggono ogni spiegazione convenzionale. Se non riusciremo a catturare i carnefici, a dare loro un volto e ad individuare il loro “modus operandi” non sarà possibile porre un termine a questi eventi. Se le Nazioni Unite possono annunciare al mondo di avere un “OOSA-UN”, un dipartimento d' affari dello spazio esterno, dedicato alla questione extraterrestre ed altri eventuali problemi dello spazio a capo del quale c'è l'astrofisica malese Maztlan Othman, non sarebbe illogico pensare alla creazione di una commissione non governativa delle Nazioni Unite sull' intera questione delle mutilazioni animali. Il Remote Viewing per catturare i carnefici Per provare a risolvere un problema decisamente “non convenzionale” si potrebbe utilizzare un metodo altrettanto non convenzionale: il Remote Viewing. ( ndr: La visione a distanza è una tecnica di spionaggio psichico il cui studio ed impiego da parte della CIA è stata confermata da diversi documenti ufficiali ottenuti con il Foia). Un’ unità di remote viewing addestrata a dovere, ad esempio dal colonnello Morehouse, potrebbe presto portare alla cattura di uno dei mutilatori di animali, per lo meno potrebbe dare alcune indicazioni sulla loro identità e sui luoghi di questi delitti. Si potrebbe venire a Non si può sempre attribuire la causa conoscenza in breve tempo delle coordinate di una mutilazione animale delle mutilazioni agli animali programmata e forse anche la necrofagi destinazione delle parti mutilate, estratte dagli animali. Il remote Le spiegazioni convenzionali non viewing è l' arte marziale della mente bastano più e molte notizie di con la quale si possono trovare mutilazioni di animali sono state persone scomparse, identificare nascoste da innumerevoli rapporti luoghi ed eventi senza muoversi dalla falsificati nei quali la colpa è stata artificialmente attribuita agli animali propria poltrona. I remote viewers sono riusciti a visualizzare in modalità che si nutrono di carogne ma non si remota perfino il pianeta Marte, ma direbbe che sia questo il caso. anche altri mondi, altri luoghi al di Nessuna specie di animali ne è fuori del nostro pianeta. Ne consegue immune e gli stati del Colorado, Montana, Nuovo Messico, Wyoming, che sarebbe anche possibile determinare se la matrice dietro il Utah, Arizona ed altri ancora , sono fenomeno delle MAM ( ndr: acronimo tutti stati aree, nelle quali si sono ripetute con molta frequenza. L’aspetto globale della questione è allarmante perché tende ad escludere l’episodicità di questo fenomeno, dando adito al sospetto che dietro vi sia una qualche forma di organizzazione. Queste stranissime morti , veramente anomale, unite all' invincibilità assoluta di questi così anomali carnefici, che riescono sempre ad assaltare i ranch di tutta l' America e del mondo intero, Presunta immagine di una mucca prelevata verso il cielo 88 Gruppi di animalisti inglese per Mysterious Animal Mutilations ) sia terrestre oppure no. Purtroppo per quanto ne sappiamo non esiste alcun programma di Remote Viewing sulle mutilazioni di animali ma varrebbe assolutamente la pena che vi fosse. Se i reparti militari si occupano di questo, allora ci dovrebbero essere anche altre agenzie a svolgere indagini, con un pettine a denti fini , a controllare tutto con il microscopio, mettendo responsabilità e motivi, in cima a una lista di priorità nell' agenda della giustizia in corso. Il ruolo degli elicotteri neri Una squadra di remote viewers, come quella di cui faceva parte il colonnello Morehouse e remote viewers alla stregua di Joe McMoneagle, potrebbero riuscire perfino ad individuare il luogo in cui siano diretti e da dove provengano i silenziosi ed enigmatici elicotteri neri collegati alle mutilazioni di animali. Oppure persino dove vadano a finire tutte quelle rimozioni chirurgiche che avvengono senza nessuno spargimento di sangue ,tipo lingue, genitali, mammelle, altri organi, orecchie, ecc., asportate con uno schema classico, caratteristico di questo fenomeno, dato che si verificano immancabilmente senza una minima impronta, nessuna traccia di veicoli e nessuna impronta di zoccoli; in tutte queste anomale mutilazioni di animali non viene mai vista o ritrovata alcun tipo di traccia. Forse gli elicotteri neri possiedono delle apparecchiature che consentono di manovrare un laser chirurgico ad alta tecnologia, ed è ipotizzabile che le mutilazioni in realtà avvengano all’interno di qualche velivolo dal quale l’animale verrebbe poi gettato altrove. Nel libro di Richard Sauder "Tunnel e basi sotterranee", viene menzionato un dispositivo laser chirurgico, in relazione alle mutilazioni di animali. Gli organi e le parti mancanti appaiono sempre recise di netto con la straordinaria minuzia di un chirurgo veterinario. Sauder sposa l'ipotesi che ci possa essere un volto umano dietro a queste sinistre mutilazioni, ma una tecnologia di origine aliena ed altamente sofisticata, utilizzata a fini loschi e criminali. Apatia, passività, e mancanza di professionalità possono soltanto Anche associazioni animaliste, come distruggere ogni progresso, qualsiasi la Humane Society degli Stati Uniti, si speranza di avere risposte definitive e sono schierate per cercare di di arrivare alla cattura dei mutilatori identificare i colpevoli di tali di animali. Gli straordinari ricercatori efferatezze. Ad esempio è stata molto che ho nominato , Linda Moulton impegnata a risolvere casi di terribili Howe e Phil Hoyle, insieme ai remote mutilazioni su alcune mucche viewers di comprovate capacità e alle verificatisi fuori Trinidad, in Colorado, organizzazioni dei diritti degli animali nel 2009, che sono un classico legate ad altre agenzie e, magari, ad esempio di casi di mutilazioni una commissione delle Nazioni Unite anomale. creata appositamente potrebbero E' anche importante notare che la costituire un' arma sufficiente a dare Humane Society è disposta a un colpo a questa guerra che miete concedere una taglia di 2500 dollari di vittime animali ed umane e che viene ricompensa a chiunque fornisca un completamente oscurata dai media. testimone oculare o informazioni utili a portare all' arresto dei mutilatori o Contea di Fulton “Slaughter” informazioni relative alle mutilazioni del 2009 in Colorado. E' la prima volta Come è potuto accadere che circa un nella storia che un'organizzazione per migliaio di maiali siano stati i diritti degli animali si impegna in massacrati e i loro cuori rimossi a questo strano macabro mondo Fulton County, in Pennsylvania, e non anomalo delle mutilazioni di animali , ci sia stato il minimo indizio? I maiali e lo si attendeva da tempo. Anche la si sono spaventati ed hanno cercato di Peta ed altre associazioni dovrebbero scappare, ma qualche cosa, una muoversi in questo senso. La Humane qualche entità li ha ammazzati ed ha Society sta si sta muovendo nella rimosso i loro cuori. Come è possibile giusta direzione. Dovrebbero unirsi che ciò sia avvenuto senza che in anche altre organizzazioni di diritti per quella stalla sia rimasto qualche prova gli animali ed affrontare la sfida, ma che qualcosa stava succedendo? senza una squadra esperta di Come è stato possibile senza che sia professionisti provenienti da tutte sentito il pianto e lo stridore delle queste diverse zone le mutilazioni di grida di morte di un migliaio di animali verrebbero lasciate maiali? comunque in mano alle autorità, che (Ndr: data la portata di questa purtroppo sono rimaste affermazione mi sono premurato, irrevocabilmente passive per decenni. come in altri casi, di verificarla. La notizia risulta vera perciò che riguarda i mille maiali morti, esiste anche una causa penale tra due coniugi per questo episodio. Ciò che non è certa, almeno secondo quanto ho potuto trovare io e l’asportazione dei cuori). Come si può arrivare a fare qualcosa come rimuovere il cuore di un migliaio di maiali in modo assolutamente non cruento e silenzioso e senza lasciare 89 alcun tipo di impronta, di orma, e senza nessuna traccia di veicoli di qualche tipo sul terreno? Non viene mai ritrovata una minima traccia dei mutilatori di animali. Animali in cerca di carogne, predatori, e culti satanici sono stati esclusi da questi generi di mutilazioni di animali per l'elevata stranezza dei casi e l'alta tecnologia che viene utilizzata. Nel caso classico delle mutilazioni di animali non viene mai scoperta, ad esempio, una scia di sangue. L’unico elemento ricorrente sono gli elicotteri. Globi e sfere di colore rosso Il ricercatore Phil Hoyle, ha scoperto che vi sono stati casi mutilazioni di pecore in Inghilterra in cui sono stati avvistati globi luminosi rossi. Il tema degli avvistamenti di globi collegati alle mutilazioni di animali rientra in un settore del tutto nuovo che Phil Hoyle sta esplorando con competenza perseveranza. Dei globi sono stati collegati perfino alle formazioni di cerchi nel grano, avvistamenti di UFO, ed in altre zone di anomali avvistamenti di oggetti paranormali, nei quali non si erano verificate mutilazioni di animali. Nell'estate del 2010, un contadino polacco ha rilevato che ottanta dei suoi maiali erano stati massacrati in modo molto simile al modo avvenuto a Fulton County ed ancora una volta con i classici caratteri di assoluta assenza di sangue, mancanza di impronte, nessuna orma di zoccoli. Nessuna traccia di veicoli di alcun tipo. Non c'è stato alcun rumore e non è stato lasciato nessun indizio. Vi era invece la costante della precisa rimozione chirurgica degli organi. Tale assenza di prove potrebbe far pensare a qualche sistema di occultamento o di alterazione dello spazio-tempo. Ma siamo nel campo delle ipotesi. Un ulteriore anomalia Il caso di Mike Duran, Colorado, marzo 2009. Sulla carcassa della mucca non sono stati trovati né vermi nè tracce di uccelli necrofagi, il che è un'ulteriore anomalia rispetto al solite set di incongruenze. La mucca è stata trovata, con le orecchie, le mammelle e gli organi genitali rimossi, in fondo ad un dirupo nei pressi di un ripido costone vicino a un ruscello, in cui la mucca non sarebbe mai potuta cadere. Non c’erano segni o tracce di attacchi di predatori o coyotes che avrebbero potuto indurre la mucca a cadere nelle fuga. L'intera regione era tranquilla , indisturbata, e nulla sembrava far pensare a qualcosa di simile. Inoltre non sono stati trovati segni di lotta. Nessun escremento bianco di gazze, che si trovano in genere sulle carcasse di bestie che muoiono per attacchi di predatori. Duran, l’allevatore proprietario dell’animale, è stato orribilmente sconvolto da questa esperienza. Fra le altre cose ha dichiarato di aver visto delle strane luci nel cielo poco prima del presunto momento della mutilazione. Non accade spesso di vedere delle strane luci nel cielo e non sempre questo fenomeno è precursore di mutilazioni animali, ma in alcuni casi gli allevatori hanno realmente segnalato la comparsa di strane luci in cielo. Altre persone che si trovavano assieme al Sig. Duran hanno segnalato la presenza di oggetti volanti non identificati, prima della terribili mutilazioni. In alcune recenti mutilazioni, tramite il team BLT di Nancy Talbot ed il dottor Levengood, si è identifica una sostanza di colore marrone scuro, trovata nascosta nel corpo della mucca mutilata, classificata come emoglobina. Questa è un’ulteriore caratteristica anomala, dal momento che l'emoglobina è una sostanza che non può venire separata se non in laboratorio. Ecco Snippy, triste testimonial di questo orrendo fenomeno Migliaia di casi E' un vero scandalo che nessuno abbia mai trovato un responsabile o arrestato nessuno da quando si è verificata la prima mutilazione di animali nel 1967, che riguardò un cavallo di razza Appaloosa, bello e sano, di nome Snippy. Ebbe luogo in un ranch di cavalli King nella San Luis Valley, anche in quel caso, in Colorado. L’animale venne stato scarnificato nella zona del collo e della testa con le consuete caratteristiche di assenza di spargimento di sangue e 90 rimozione chirurgica degli organi. Questo fatto sconvolse la comunità di allora, visto che nessuno, nel 1967, aveva mai sentito parlare di un simile orrore. Snippy il cavallo mutilato, da allora, è diventato simbolo di tutte le mutilazioni animali. Da allora sono accadute negli Stati Uniti ed in tutto il mondo decine di migliaia di mutilazioni di animali anomale. Gli Stati Uniti, il Colorado ed il New Mexico sono gli Stati con la più alta percentuale di casi di mutilazioni avvenute ed ancora ne vengono segnalate spesso. Un particolare degno di nota è il fatto che gli allevatori avevano sempre fatto dichiarazioni esplicite in merito alla salute e al benessere del proprio bestiame, prima di ogni mutilazione. Non si sono mai verificate mutilazioni su animali malati. Per quello che vale è un dato da tenere in considerazione. Il caso di Walsenburg, Colorado Appena dopo la notizia del caso di Mike Duran, l'investigatore paranormale Zubowski è stato avvisato di un altro caso di mutilazione di animali, avvenuto in una città chiamata Walsenburg, in Colorado, a 50 miglia a nord di Trinidad, Colorado. L'allevatore di Walsenburg era un certo Tom Miller, che aveva trovato un suo vitellino di appena una settimana mutilato. Tom Miller aveva dato da mangiare al gregge. Tutto era tranquillo e normale fino al mattino successivo quando ha ritrovato il suo vitellino totalmente smembrato, con il tronco mancante e le orecchie rimosse. Gli unici resti del corpo erano la testa, le gambe, e la colonna vertebrale. Ci sono state mutilazioni di cavalli a Rush, in Colorado, altre mutilazioni hanno avuto luogo in Wyoming, Arizona e nello Utah e ciò che accomuna tutti questi casi, oltre alle anomale peculiarità, è il fatto che nessuna amministrazione locale, tranne rare eccezioni, si è mai mossa per affrontare il problema ne tanto meno per riconoscerlo come reale. In Colorado, il Sig. Duran ha incontrato Dennis Williams, ispettore qualificato del dipartimento dell' Agricoltura del Colorado competente per i furti di bestiame, per i casi di macellazione clandestina di animali e per il randagismo degli animali. Questi ha affermato che le incisioni fatte al vitellino di Tom Miller sono state compiute con un laser. Ciò coincide anche con la conclusione a cui è giunta la maggior parte di esperti e ricercatori. La Humane Society, associazione animalista, offre 2500 dollari di ricompensa a chi fornisse informazioni rilevanti sul caso della mutilazione del vitello di Tom Miller . Il ritrovamento del vitello del sig. Sanchez nel 2009 Il caso della mutilazione di Meyers Poco tempo dopo la mutilazione del vitello di Miller, ne è avvenuta un'altra a danno di un allevatore di nome Tim Meyers nella vicina Trinidad, in Colorado. Il Sig. Williams è stato contattato dal signor Meyers dopo che lo stesso aveva scoperto la sua vitellina mutilata. La vitellina di Meyers aveva da poco partorito ed è stata ritrovata con le mammelle asportate, con le stesse modalità di rimozione chirurgica netta, in cui avvengono tutte le mutilazioni. C’è da dire che se fossero gli extraterrestri i responsabili, anche in parte di queste violenze, dovrebbero ormai avere una banca dati di tutti gli antiparassitari, della miriade di prodotti chimici, di ormoni, e di tossine che entrano nelle fattorie prima di arrivare nei piatti della gente. La gente ha il diritto di sapere Se si trattasse di esperimenti per armi biologiche o chimiche allora Plum Island ( Ndr: Una strutture di ricerca sulle malattie animali ) sarebbe il luogo a cui pensare, in cui non ci sarebbe da stupirsi se vi fossero in corso esperimenti biologici e chimici su animali innocenti. Potrebbe essere questo il centro di raccolta degli organi rimossi dagli animali mutilati? E dove si troverebbero le altre Plum Island? Dovremmo a questo punto già avere delle risposte, ma sembra che non sia nostro diritto venirne a conoscenza. In quest’ottica appare curioso che nessun veterinario sia mai giunto tempestivamente sulla scena della mutilazione per condurre una necroscopia che sarebbe utile alla soluzione di queste orribili mutilazioni. Un’ “autopsia” sulla scena potrebbe aiutare a dare indicazioni sulle direzioni in cui investigare e rispondere a molte domande. Certo questo genere di casi non convenzionali scoraggia molti veterinari dall’intervenire. Non sappiamo dire poi quanto questa latitanza investigativa sia dovuta solamente alla volontà dei singoli veterinari o quanto pressione possa esservi per tenerli lontano da questo argomento. Ci sono comunque delle eccezioni. L'Istituto Nazionale di Ricerche Scientifiche guidato dal fondatore Robert Bigelow, si occupa di ricerca in ambito di mutilazioni di animali, ed è degno di nota sottolineare che tale INRS (o NIDS ) esclude le spiegazioni convenzionali che attribuiscono le mutilazioni a predatori e malattie infettive. Anche la dottoressa Colleen Duncan, anatomo-patologa, cui è stato sottoposto un campione di tessuto proveniente da una mucca mutilata ha concordato che si tratti di incisioni chirurgiche effettuate dopo la morte dell'animale. Il NIDS potrebbe essere un catalizzatore importante se potesse operare in combinazione con altre istituzioni, nel tentativo di catturare coloro che sono coinvolti nelle mutilazioni di animali in America e nel mondo. A riprova del fatto che tale organizzazione sia da prendere sul serio basti dire che uno degli amministratori delegati è Colin Kelleher, microbiologo “tradizionale” dotato di Ph.D e che tra i membri vi siano ex membri della Nasa e scienziati di varia provenienza,un membro del Progetto Manhattan e persino l’ex astronauta Dr. Edgar Mitchell. Il NIDS ha anche concluso che nei casi di mutilazioni animali vengono usati strumenti molto taglienti o persino un dispositivo laser. Il governatore del Colorado, Richard D.Lamm, in una occasione si è riferito alle mutilazioni di animali come ad una delle più grandi atrocità della storia nell' industria occidentale del bestiame. Quest’affermazione ha sicuramente dato credito al fenomeno, a prescindere dall’opinione che se ne possa avere. Spesso chi si occupa di questo argomento si scorda del fatto che l’obbiettivo principale sarebbe scoprire i colpevoli, non dimostrare l’esistenza degli extraterrestri, per far terminare queste atrocità. Nonostante questo rimane il problema è che non si riesce a smuovere l’opinione pubblica. 91 Il caso Sanchez A questi innumerevoli casi si aggiunge la notizia di un' ennesima mutilazione segnalata nel mese di ottobre del 2009 da un altro allevatore del Colorado, il Sig. Sanchez. Si tratta del caso di una mutilazione di due vitelli che sono stati trovati con gli organi completamente rimossi e, naturalmente, senza spargimento di sangue, senza impronte o tracce di alcun tipo. A voler esser precisi la lista di mutilazioni subite da questi due giovani animali riempirebbe una pagina intera, di cui alcune sicuramente attribuibili ad uccelli o animali necrofagi, altre certamente no. La lingua è stata tagliata molto in profondità, troppo in profondità per ipotizzare il morso di un animale. E’ anche interessante notare come attorno alle ferite che si considerano anomale, non vi sia stato versamento di sangue o di fluidi in genere, mentre dove le ferite sono di natura convenzionale i fluidi siano stati riscontrati. Il secondo dei due vitelli è stato trovato sulla neve il che ha reso possibile assicurarsi che non ci fossero tracce nelle vicinanze. Sanchez era già stato testimone di un caso di mutilazione nel 2006. L’allevatore, che ha perso in tutto 4 animali in 3 giorni è rimasto così colpito da questi eventi da aver deciso di mettere all’asta l’intero allevamento. Di certo avrà contribuito anche l’atteggiamento inconcludente dello Sceriffo a cui era stata sporta la denuncia contro ignoti, che come sempre fino ad ora, tali sono rimasti. LIFE AFTER LIFE di Noemi Stefani SERAFINO INSEGNA <Voi umani quando parlate di soldi spesso dite che dovete "far quadrare i conti">. Di questi tempi non serve nemmeno spiegare come sia difficile per tanti fare in modo che ‘quadrino’ per arrivare alla fine del mese. Anche gli Angeli usano la parola ‘quadrare’. Questo è il punto di vista degli Angeli. Ecco come la pensa Serafino <Gli individui non devono comportarsi in modo da alzare aspettative e sogni negli altri sapendo che stanno creando illusioni. È sbagliato. Forma dolore. Quando fate degli errori, sappiamo che non vorreste. Pensa alla tua persona. Non lasciare che la tua parte fisica sia tanto serva della terra. Tutto passa ma sentire il tuo corpo invecchiare è solo il peso che avevi che se ne andrà. Tutto quello che accade è per farvi crescere spiritualmente. Accetta i cambiamenti, non temere il futuro. Fai del bene a tutti e non dovrai mai vergognartene. Segui i principi che ti detta il cuore e separa le passioni che ti deprimono. Sappiate sempre essere più saldi nelle vostre azioni. Pregare e parlare senza fare nulla non serve a cambiare la vita. Anche le azioni più insignificanti a volte decidono ciò che verrà. Dolore o gioia dipendono da questo. Come vorrei che parlare di questi 92 argomenti potesse bastare a farvi cambiare certi valori... A me, a Noi, farebbe piacere aspirare a servizi molto più ‘QUADRATI’. Adesso ti spiego. Per noi Angeli sapere come potreste ‘quadrare’, cioè raddrizzare la sequenza delle vostre azioni, apporta grande ENERGIA. Perché serve tanto peso? Perché tenete tanto veleno dentro alla vostra anima? Levate insensate parti (negative) che vi tengono in croce e lasciate posto al bene. Terrete fuori la parte peggiore (dannato). Queste sono le cose che vi raccomando, e tu lo sai che vi abbiamo nel cuore... Amen.> Quindi se siamo fatti di energia e tutto intorno a noi l’universo vibra della stessa sostanza, sia positiva che negativa, adesso si svela un grande mistero. Seguendo la fede dei padri (e non parlo soltanto di noi cristiani cattolici, perché vale per molte religioni), sentivamo spesso nominare gli Angeli, ma molti di noi li hanno sempre considerati a livello di favola educativa. Ci hanno insegnato a pregare prima di dormire, e da piccoli ci impegnavamo ogni sera a rivolgere una preghiera all’Angelo custode. Affidarci a Lui ci faceva dormire più sereni. Crescendo si dimenticano le favole, e così anche l’Angelo viene messo da parte come fosse una piccola bugia per tener buoni i bambini. Perché si ha fede in tutti i santi, c’è il culto Mariano con un’infinità di chiese e santuari, e di Gesù non si parla allo stesso modo? E gli Angeli che ruolo hanno? Gli Angeli nella Bibbia, e in tutte le varie religioni in cui vengono nominati, hanno principalmente la funzione di ‘messaggeri’, ovvero sono incaricati di portare la Parola del Creatore alle Sue Creature. Ma questo è soltanto uno dei loro ruoli. Ci sono vicini e ci influenzano bene. Salvano le nostre anime. Ho capito perché tra noi e Loro si crea questa simbiosi già prima della nascita. Prima. Quando ancora tutto è pianificato a livello di Progetto di Vita. Siccome nulla accade per caso, il Creatore ha predisposto che viaggiamo insieme, legati allo stesso destino. La nostra parte terrena fatta di carne e sangue (sale, dolore) deve affrontare tutte le prove della vita, e spesso sono troppo pesanti. Già, Loro dicono che vivere sulla terra è 93 un'esperienza solo per anime forti. Allora il Padre ci unisce a questa energia purissima che quando tutto il vissuto sarà esaurito ci riporterà a Casa. Ecco spiegato cosa significa collaborare insieme. Gli umani e gli Angeli hanno bisogno gli uni degli altri per poter progredire ed evolvere. Ogni umano e il suo Angelo. Ignoralo e resterà da parte a guardarti sbagliare. Non può fare nulla se non Lo cerchi. Se non Lo riconosci come Se Superiore. A causa del libero arbitrio non potrà interferire positivamente in alcun modo con il tuo destino. Ma se ti comporti ‘esattamente’ e chiedi il Suo aiuto, darai molto potere al tuo Angelo custode. Non provvederà a risolvere i nostri nodi esistenziali. Non è quello il suo compito. Non potrà cambiare gli eventi tristi che sono già scritti ( come la nostra morte o quella dei nostri cari, ad esempio), ma ci darà tutti gli strumenti perché possiamo fare un ottimo lavoro con le nostre potenzialità. PETER KOLOSIMO UN’INTERVISTA FUORI DAL TEMPO E DALLO SPAZIO Simone Barcelli (con note esplicative di Fabio Marino) Premessa Un sogno che si avvera, almeno per me, da sempre estimatore di Peter Kolosimo, compianto divulgatore di quelle tematiche misteriose che ancor oggi affrontiamo su Tracce d’eternità. Realizzare un’intervista, fuori dal tempo e dallo spazio, cercando le risposte tra le pagine di Pi Kappa, la rivista mensile che Kolosimo portò in edicola all’inizio degli anni Settanta del secolo scorso. Parole tratte direttamente dallo spazio che Peter riservava, in apertura, al colloquio con i lettori. Per immaginarci a tu per tu e farci una bella chiacchierata con l’autore di tanti libri di successo, i cui scritti hanno così influenzato quest’insana passione che nutriamo verso il mistero. Frasi aggiustate minimamente, quel tanto che basta per poter rendere scorrevole il pensiero di Kolosimo, incalzato dalle nostre domande. Tanti gli argomenti: Atlantide, i Centauri, le antiche conoscenze, la conquista dello spazio, la diatriba con Von Dakinen, il rapporto tra scienza e fantascienza. Per finire con i consigli che Kolosimo darebbe agli investigatori di oggi. Nella speranza che questa mia fatica “taglia e cuci” possa trasmettere, almeno a qualcuno di voi, un brivido, un’emozione, quel qualcosa di indefinibile che dovrebbe stare sempre a monte della ricerca; come fosse uno stato di torpore capace di accendere la 94 scintilla della fantasia e veicolare i nostri sogni nella realtà. In fondo, quel che avrebbe voluto quel gran sognatore di Kolosimo. Peter, all’inizio degli anni Settanta del secolo scorso compariva in edicola la tua rivista Pi Kappa, cronache del tempo e dello spazio. Conservo gelosamente ogni numero. Vuoi spiegare ai lettori di Tracce il senso di questa tua iniziativa editoriale? Il mondo pullulava di dilettanti, pazzoidi e cialtroni che pretendevano di dichiarare guerra ad oltranza alla scienza “ufficiale”. Con PK non avevamo la minima intenzione di farlo. Uscivamo perché eravamo convinti che la scienza non è tale se non è progresso. In tutti i campi. Nella corsa allo spazio il tempo non si ferma. E non si è fermato neppure sui reperti da museo etichettati più di un secolo fa, anche se qualcuno non se ne è accorto. Uscivamo per dire basta da un lato ai maghi, dall’altro ai pontefici e ai loro dogmi. Uscivamo non per prospettare assurde teorie, ma per tratteggiare nuove ipotesi di lavoro, per aprire qualche spiraglio su mondi affascinanti e troppo poco esplorati. Qualche spiraglio, non qualche fetta d’assurdità. Con PK abbiamo cercato di far pensare, non d’imporre. E se per far pensare c’è bisogno di un sogno, ben venga il sogno. Un pizzico di fantascienza invita a riflettere, però non si deve spacciare per scienza. L’Associazione Studi Preistorici che dirigevi aveva per simbolo il serpente galattico. Fra l’altro la sigla ASP, in inglese, significa proprio “aspide”. Una scelta voluta? C’era una volta un pianeta detto Hub, posto al centro dell’universo, retto da un consiglio di cui faceva parte un illustre biologo, Lucifero. Quest’insigne scienziato volle dar vita ad una razza di superuomini, ma i suoi avversari politici lo combatterono e lo vinsero, esiliandolo sul nostro globo. “Vi fu guerra in cielo. Michele e i suoi angeli combatterono contro il dragone (…) e il dragone, il serpente antico che è chiamato Diavolo o Satana (…) venne gettato giù sulla Terra e i suoi angeli vennero gettati 95 giù con lui”. Questo afferma, fra l’altro, la Bibbia (Apocalisse, 12,7). Le creature di Lucifero, i “Veglianti”, avrebbero insegnato all’uomo l’astronomia, l’astrologia, la lavorazione dei metalli e delle fibre tessili, l’agricoltura e parecchie altre cose. Ammettiamo, per assurdo, che la faccenda abbia una base di verità. Pensiamo ad un naufrago che, proveniente da un paese civile, approdi in un’isola popolata da primitivi. Cercherà di rendersi la vita più facile e tenderà a tornare da dove è venuto: in entrambi i casi, avrà tutto l’interesse ad insegnare agli indigeni quanto conosce. E sarà per loro il “dragone gettato sulla Terra”. Prima del racconto biblico il serpente non è mai stato in alcun luogo ed in alcun tempo segno d’insidia e di perfidia. È stato, anzi, simbolo della creazione, dell’infinito, forse del volo. Già negli anni Settanta del secolo scorso sapevamo che la maggior parte delle galassie aveva la forma del serpente avvolto a spirale. Ma troviamo la stessa figura presso tutti i popoli di un remoto passato, incisa sulla roccia, disegnata, fatta statua. Esistono indubbiamente legami tra figli di tempi immemorabili e l’universo. Con Pi Kappa cercavamo effettivamente di scoprire le gesta di questi naufraghi nostalgici o avventurieri dell’oceano spaziale. Puoi spiegarci come ti poni di fronte alla scienza e come questa può “convivere” con la fantascienza? La scienza può e deve attendersi moltissimo dalla fantascienza. Tesori di fantasia da cui non è raro veder scaturire lo stimolo a nuove conquiste, geniali intuizioni che possono fornire la chiave – cercata a lungo, invano, in altre direzioni – alla soluzione d’un difficile problema tecnico, elaborazioni in chiave letteraria di temi scientifici, tali da indurre menti necessariamente concentrate in campi piuttosto aridi a non 96 trascurare l’elemento più importante, quello umano, con il suo bagaglio di speranze e di timori, d’audacia e di riflessione, di reazioni imprevedibili. Ma la fantascienza non deve pretendere di diventare cronaca, e tanto meno scienza. È noto che a porre in una luce assurda ed assai poco lusinghiera gli studiosi di alcuni appassionanti problemi apparentemente confinanti con l’incredibile, sono stati proprio scrittori di science fiction, usi a prendere un po’ troppo sul serio i loro parti letterari. Il compito più nobile e più bello della fantascienza è di preparare l’umanità ai nuovi orizzonti schiusi dalla scienza. L’esplorazione cosmica, ad esempio, va considerata come una nuova, inevitabile fase dell’evoluzione scientifica e tecnica, alla quale non potremmo rinunciare senza compromettere per sempre le sorti del nostro genere. La fantascienza straordinarie conoscenze le briciole del retaggio lasciato da favolose, antichissime civiltà, chi pensa ad “influssi esterni”, chi collega le due Su Pi Kappa c’era una bella rubrica ipotesi. In verità non ne sappiamo nulla. Un moderato scetticismo è intitolata “Così inventammo il futuro”, in cui si cercava di far luce quindi comprensibile. Proprio com’è su scoperte ritenute fino ad allora inaccettabile, dal canto opposto, una negazione aprioristica. inspiegabili. Rimane comunque oscura l’origine di altre stupefacenti nozioni possedute dai Stiamo ancora cercando l’esatta collocazione della mitica Atlantide. nostri antenati, riguardanti soprattutto il cosmo. Che ne pensi? Te la senti di darci dei suggerimenti? Per quanto si cerchi d’indagare a Gli errori di Platone sono certo fondo nella storia della scienza, le molti, alcuni suoi concetti espressi in conoscenze astronomiche di molti maniera per noi discutibile, ma la “avventurieri del progresso” (il sua descrizione della terra filosofo Anassimene, Pitagora, Democrito di Abdera, Archimede e scomparsa è inequivocabile: “Oltre quelle che ancor oggi si chiamano Talete di Mileto, questo per fare Colonne d’ercole si trovava un degli esempi), restano avvolte nel grande continente, detto Poseidonis mistero. C’è chi vede in queste può e deve costituire il grande punto d’incontro fra scienza e umanità, nella poesia. 97 o Atlantis”. Platone aggiunge che era “più grande dell’Asia e della Libia prese assieme”. È chiaro che le definizioni geografiche del 400 a.C. non corrispondevano a quelle odierne, ma è altrettanto evidente che l’Asia e la Libia “di allora”, messe insieme, dovevano coprire una superficie ben maggiore, ad esempio, dell’isola di Creta. Ogni tanto viene rispolverata la teoria di un archeologo greco secondo il quale Atlantide dovrebbe essere identificata in Santorini e le famose “colonne” in non sappiamo bene quale passaggio tra isola ed isola. In realtà, circa la posizione di Atlantide, Teopompo di Chio, vissuto nel IV secolo prima della nostra era, concorda appieno con Platone, ponendola “molto al di là delle Colonne d’Ercole, ai margini dell’Oceano”. Le “Purana” indiane parlano di una “grande terra, molto potente” estesa su quello che è ora l’Atlantico; il “Mahabharata” fa la storia di “sette grandi isole del Mare d’Occidente” e non dobbiamo dimenticare le tradizioni americane: riferendosi alla “patria degli antenati”, narrano di Aztland, Atlan o Nahoatlan (che significa “terra fra le acque”), descrivendole sempre come un’estesa zona “posta un tempo là dove sorge il Sole e dove ora non c’è che acqua”. Seguendo le indicazioni fornite da Platone, il geologo russo D.Zirov descrive Atlantide come un paese montagnoso ed effettivamente c’è un gigantesco sistema montagnoso che si stende da un circolo polare all’altro, passando quasi al centro dell’Atlantico. Tale sistema ha una soluzione di continuità nelle vicinanze dell’Equatore. Secondo Zirov si può parlare di due catene, quella Nordatlantica nell’emisfero settentrionale e la Sudatlantica in quello meridionale: secondo lui l’Atlantide di Platone ha a che fare con la prima catena. Potrei aggiungere numerosi altri elementi attendibili che depongono a favore dell’esistenza di un vasto arcipelago nell’Atlantico, ma non voglio ripetere quanto ho già riferito nei miei libri. Hai conosciuto personalmente Kurt Marek, meglio conosciuto con lo affermazioni. pseudonimo C.W. Ceram, scomparso nel 1972. Parlaci di lui. Veniamo a un argomento che ti ha sempre infastidito, anche se non Ceram aveva capito che non era ne hai parlato molto. Alcuni allineando un reperto accanto sostengono tuttora che il tuo all’altro, etichettandoli, omologo Erik Von Daniken abbia disponendoli in bella vista nelle iniziato ad occuparsi delle vetrine dei musei o nelle pagine di tematiche misteriose prima di te, e pretenziosi volumi che si poteva ricostruire, sia pure a grandi tratti, comunque attingendo dagli stessi autori (Horbiger, Bergier, Charroux la storia dell’umanità. Ceram è e Homet). stato il padre della storia dell’archeologia, ha aperto ai suoi lettori le porte dei musei, gli ingressi Non mi piace impegnarmi in polemiche personali ma, visto che alle zone di scavo, di ricerca, ha alcune volte sono stato chiamato spronato gli studiosi ad abbandonare sistemi d’esposizione direttamente in causa, credo di sterili, se non controproducenti, ne dover rispondere una volta per tutte. Il primo libro del Dakinen è ha indotto molti a trasformarsi, uscito in edizione tedesca nel 1968 come lui, in “cronisti del passato”. ed il secondo l’anno dopo. Per quel Prima di Ceram, non sapevamo niente della civiltà cretese, di quella che mi riguarda, “Il pianeta sconosciuto” è uscito nel 1959, troiana, di quella egizia, tanto per ricorrere a qualche esempio tra i più “Terra senza tempo” nel 1964, “Ombre sulle stelle” nel 1966 e noti. Sui testi scolastici, fino ad “Non è terrestre” nel 1968. Il fatto allora, avevamo appreso elementi fiabeschi. È stato Ceram a spingerci che io abbia attinto a numerosi a guardare oltre il mito, a ricordarci autori per esporne, commentarne e come ogni leggenda sia nata e si sia discuterne le idee, è verissimo e mi sembra del tutto ovvio: non posso sviluppata da un nucleo reale. Lo scrittore tedesco ci ha insegnato a certo dialogare con me stesso. Ma un conto è richiamarsi ad altri “sognare la scienza” e l’unico studiosi, citandoli scrupolosamente, appunto che gli si potrebbe ed un conto pescare a piene mani muovere è quello di essere stato da volumi editi in precedenza, forse troppo prudente nelle sue 98 Omero non parla dei centauri come dei mostri per metà equini, ma semplicemente di uomini “pelosi e violenti”. La mitologia ci prospetta l’origine di tali esseri con curiose leggende: in una di queste, un certo Issone cercò di sedurre Era, sorella e sposa di Zeus, e quest’ultimo, deciso a condannare l’impudenza dell’intraprendente individuo, gli I tuoi lavori sono fortemente giocò un tiro ben poco simpatico: impregnati di racconti mitologici. Cosa pensi fossero quelle creature foggiò una nuvola a somiglianza passate alla storia come centauri? della moglie e lasciò che Issone la possedesse. L’aspirante conquistatore si vide anche regalare Gli antichi Greci consideravano i centauri a volte bellicosi e feroci, a un rampollo orribile, dagli istinti bestiali: appunto Centauro, il quale volte saggi e virtuosi, sostenendo unitosi con le cavalle del monte che i loro antenati furono alternativamente alleati e nemici di Pelio, diede il via alla bella razza che porta il suo nome. Desta stupore, questi strani esseri. Nei centauri semmai, che anche per i Maya i potrebbero essere identificati i divini figli delle nuvole erano guerrieri sciti, causasici ed iranici che, addomesticati a cavalli prima tutt’altro che rari e per gli antichi abitanti di San Agustin, in Colombia, degli Ellenici, penetrarono nel scese dal cielo una mostruosa Mediterraneo nel III millennio a.C. appropriandosi delle scoperte e delle teorie altrui. A titolo di esempio, se si desidera maggiori testimonianze sulle “ricerche” equadoriane dello svizzero, è sufficiente leggere il settimanale “Stern” che all’epoca, per primo, fece luce su certi penosi retroscena. 99 creatura che aveva la testa umanizzata di un’aquila a quattro zampe. Si continua, ancor oggi, a parlare di un ipotetico decimo pianeta del nostro sistema solare. Che ne pensi? Di questo “ospite invisibile” ne parlava già Urbain Leverrier, scopritore di Nettuno, nel 1860 (in realtà Leverrier scoprì Nettuno, precedendo d'un soffio Adams, nel 1846, non nel 1860 NDR). Il direttore dell’osservatorio di Parigi, discutendo di Mercurio, si disse convinto che questo pianeta non obbediva alle leggi cosmiche, attribuendone l’irregolarità alla presenza di “uno o più piccoli corpi celesti” con un’orbita interna a quella di Mercurio stesso. Il decimo pianeta, battezzato Vulcano, secondo Leverrier sarebbe distante tredici milioni di miglia da Mercurio ed avrebbe un periodo di rivoluzione di diciannove giorni e diciassette ore. L’astronomo brasiliano Liais asserì che Vulcano sarebbe transitato sulla faccia visibile del Sole il 3 aprile e il 6 ottobre di ogni anno, mentre altri astronomi (Wolfe, Weber, Watson e Smith) fecero osservazioni analoghe nella seconda metà del XIX secolo, durante l’eclissi solare del 29 luglio 1878. I detrattori di Vulcano sostengono che si tratta solamente di macchie solari o di comete ma ad analoghe conclusioni è giunto, ai miei tempi, Henry Courten, il quale sostenne nel 1971 che ad appena quattordici milioni di chilometri dal Sole dovrebbe orbitare un corpo dal diametro di circa ottocento chilometri (Tuttavia, Vulcano non fu mai osservato effettivamente ed è considerato una leggenda metropolitana, perché nacque teoricamente per spiegare il cosiddetto avanzamento del perielio di Mercurio; un avanzamento che, dal 1919 in poi, è stato sperimentalmente attribuito alla gravità solare NDR). Secondo Joseph Brady dell’Università della California, i pianeti del nostro sistema solare sarebbero addirittura undici: nel 1972 ne ha, infatti, ipotizzato l’esistenza con calcoli matematici effettuati al computer e basati sulla deviazione della famosa cometa di Halley. Il “Pianeta X” dovrebbe essere trenta volte più grande della Terra, distante cinque miliardi di chilometri da Nettuno, con un’orbita completata di cinquecento dodici anni (Il "Pianeta X", tanto caro a Lowell, potrebbe esistere ma oggi persistono molti dubbi. Si può approfondire ai seguenti link: http://fuffologia.blogspot.it/2011/09/adee-i-pianeti-perduti.html e http:// www.astronomia.com/2011/02/21/tycheha-le-ore-contate/ NDR). Per finire, anche il sovietico Savelij Hamburg, nel 1971, sosteneva che oltre a Vulcano e al “Pianeta X”, potrebbero forse trovarsi all’estrema, sconosciuta periferia del sistema, altri due corpi celesti. Gli studi di Hamburg sulle leggi di strutturazione cosmica, proverebbero la presenza di altri tre 100 satelliti attorno a Giove e altri cinque attorno a Saturno. Sempre ai miei tempi, qualcuno parlava di un minuscolo inquilino del Sole, situato tra la Terra e Venere, forse con un’orbita regolare o forse senza fissa dimora: un asteroide vagabondo, insomma. “Il safari spaziale” continua. Chiudiamo questa chiacchierata, fuori dal tempo e dallo spazio, con qualche consiglio che daresti ai ricercatori di oggi. La scienza è progresso. Ricordiamo che senza verifica, senza rettifiche, senza il coraggio di rinnegare quanto ieri ci sembrava inconfutabile, senza la caparbietà ragionata d’insistere su nuove ipotesi di lavoro, non vi può essere progresso.