S`Arveschita - Sardegna Turismo

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S`Arveschita - Sardegna Turismo
S'Arveschita
Sogno di una notte di mezza estate
regia Bruno Venturi
L’Associazione Culturale e Teatrale S’Arveschida nasce a Irgoli nel 2006, per opera di un gruppo di
ragazzi che hanno trovato nell’attività teatrale un luogo e un tempo ideali. ll gruppo composto da 16
ragazzi si è cimentato con un classico shakespeariano. L’adattamento, partendo dall’originale in
inglese, ha voluto inserire momenti in lingua sarda, di bella comicità locale, laddove entrano in
scena i comici popolari. La traduzione, nella sua parte sarda, è stata svolta dagli stessi ragazzi.
In questo lavoro si è voluto tener conto delle opere musicali - da Britten a Mendellsohn - che via via
hanno elaborato l’importante e divertente commedia shakespeariana.
riverrini
Shakespearata
regia Monica Zuncheddu
Che c'entrano Il mercante di Venezia, La tempesta e il Macbeth di William Shakespeare con il
debito dei paesi poveri, lo spreco di risorse vitali come l'acqua e gli strani voltagabbana dei potenti
del mondo? Nulla, se non fosse per il lavoro dei piccoli attori della compagnia i riverrini, tutti tra i 7
e i 12 anni, si sono fatti aiutare nel difficile compito di sensibilizzare i grandi dal grande William
Shakespeare, utilizzando metaforicamente le tre famose opere del drammaturgo inglese, in
cartellone per la vera compagnia: fra una scena e l'altra, i bambini trovano i collegamenti tra i testi
teatrali e la realtà di oggi, e li fanno notare agli adulti.
Compagnia dei ragazzi di Rosà
Apriti sesamo!
di Giuseppe Stragliotto, regia Giovanna Pegoraro Ruth
"La compagnia dei ragazzi" è una givane compagnia nata daun'idea di alcuni insegnanti della scuola
elemntare di Rosà "G. Pascoli", che dopo lo spettacolo "Chi ha paura delle streghe" vinctore del
premio nazionale "Castelfiaba 2006" di Crotone hanno voluto proseguire con l'attività teatrale in
orario extrascolastico. In questo caso mettono in scena il racconto di Alì Babaà, uno dei più belli
della raccolta "Le mille e una notte".
Baby Tragodia
Shoah
di Giuseppe Nonnis
I quindici, tra ragazze e ragazzi, che formano la compagnia hanno voluto uno spettacolo importante
che parlasse della storia dell'uomo: si è scelto di parlare dell'olocausto.
Tutto il percorso lavorativo è stato fondato sull'apprendimento delle basi della preparazione
dell'attore.
La struggente melodia di una fisarmonica ha permesso di dare un sostegno drammatico a tutta la
piece.
Compagnia dei ragazzi di Villanova Strisaili
La scuola di Villanova
regia Stefano Ledda
Lo spettacolo “La scuola di Villanova” è l'esito scenico del laboratorio “Dalle radici la crescita di
Villanova”, condotto da Stefano Ledda per Il crogiuolo con studenti e genitori della scuola media di
Villanova.
Villanova 1921, una giovane maestrina di Seui, Assuntina Cannas, arriva in un paesino di poche
case e altrettanti abitanti. Porta con sé l’entusiasmo, la passione, ma soprattutto porta con sé la
scuola. Nel laboratorio, partendo dai frammenti delle vicende di una comunità, si è percorso il
sentiero che conduce alla drammatizzazione delle immagini, delle tradizioni e degli eventi del 1921,
raccontando la reazione della comunità di Villanova alla determinata passione di Assuntina Cannas,
attraverso squarci di vita, momenti della quotidianità rivoluzionata dei bambini, preoccupata degli
adulti, e sorpresa degli anziani.
Cuori di panna smontata
Attaccati alla coda dell'asino – secondo studio
regia Mauro Mou
Siamo partiti per questo progetto da una riflessione sui concetti di tolleranza e intolleranza per
arrivare a quello di “capro espiatorio”.
In senso figurato, un "capro espiatorio" è qualcuno che viene selezionato arbitrariamente per portare
la colpa di una calamità. La ricerca del capro espiatorio è l'atto irrazionale di ritenere una persona,
un gruppo di persone, o una cosa, responsabile di una moltitudine di problemi. E senza farlo
apposta ci siamo ritrovati a parlare di chi vive ai margini, apparentemente integrati nella società ma
di fatto estranei ai più, infine ci siamo resi conto che stavamo parlando di noi e della nostre vite.
Premio Irgoli per il teatro
Spazi Vuoti (Monza)
Sirenetta. Una storia sopra e sotto il mare
di Lorenzo Piccolo, regia Marta Arosio
con: Sara Corso, Lorenzo Piccolo, Laura Pozone, Silvia Zerbeloni
scene e costumi Elena Sala fonica Mario Redemagni
Il testo è una riscrittura della famosa fiaba di Andersen, fonte principale di ispirazione. Ha pure
suggerito spunti importanti un’operina di Marguerite Yourcenar, ‘La Sirenetta, divertissement
drammatico’, testo breve, incisivo, molto lirico e molto cupo. Il punto chiave di entrambi è
l’elemento della trasformazione, del superamento di un limite: in una parola, della crescita. Quattro
persone in scena, lo spazio che volta volta cambia sostanza intorno a loro, delle parole che hanno un
peso, dei corpi che hanno leggerezza. E una storia. Siamo alla ricerca di uno spettacolo intenso e
molto fisico, concreto, che porti sempre sostanza al racconto, pur con la morbidezza richiesta da un
pubblico di ragazzi.
Adarte e Teatro del Montevaso (Siena)
Semi-nate
di e con Chiara Pistoia e Francesca Pompeo, voce recitante Stefano Filippi
aiuto regia Sandro Sandri, scene Luigi Di Giorno, costumi Vanda Turini
disegno luci Davide Baldi
con la collaborazione di Oreste Braghieri, Maurizio Coroni, Paola Fulceri, Tapa Sudana
Buio. Ancora per poco. Una musica dalla terra ci annuncia che sta per accadere qualcosa di molto
importante: è luce e due insolite figure, un po' magiche, venute dal non si sa dove, nel non si sa
quando iniziano a danzare l'atemporale epifania del ciclo naturale di semina e raccolto. In seminate
si indagano i grandi temi dell'abbondanza e della mancanza. Tutto si muove a partire dall'idea che
non vi possa essere arricchimento senza perdita, né crescita senza mutamento. Un'idea semplice, ma
spesso tradita, quando si tratta di applicarla anche alle cose della vita umana
Teatro Pantegano (Roma)
Betulla la strega ecologista
di Stefano Romani e Andrea Venuto, regia Erika Manni
con: Francesca Baragli, Valentina Baragli, Daniele Di Pierro, Alessandro Epifani, Gabriella
Graziani, Gianluigi Savini, musiche Luca Ricatti, costumi Rosanna Aureli, scene Rachele Tombini
La terra sta gridando aiuto! E’ inquinata (ma sarebbe più corretto dire rovinata) a tal punto che la
salute dei suoi abitanti è sempre più labile: la salute fisica e psichica.
Lo spettacolo cerca di comunicare questo concetto. Ma parla anche di altro. Vi si intrecciano,
infatti, un certo numero di questioni, che sono quelle classiche della fiaba e del racconto di
formazione: identità, immaginazione, emarginazione, bene, male, ricchezza, povertà, buio, luce.
Teatro Scientifico (Verona)
L'incredibile viaggio della principessa Rolanda
testo e regia di Luca Caserta, con Isabella Caserta e con Elisa Bertato, Michela Zanetti
La salvaguardia della natura e dell’ambiente in un’avventura magica tra sogno, fiaba e leggenda. Il
regno di Argot è sull’orlo del disastro ecologico. La principessa Rolanda deve compiere un viaggio
pieno di insidie alla ricerca dell’anziano saggio Zulov, unico detentore del segreto dell’Acqua
Eterna, mitica sorgente capace di ridare la vita con una sola goccia. Attraverso il racconto
favolistico vengono affrontate le seguenti tematiche: il viaggio come scoperta di nuovi mondi e
realtà, il rapporto con gli altri e con le differenze, il rispetto dell’ambiente, il problema ecologico.
BlucinQue (Torino)
Sfido io!
Storia di una bambina maleducata
che sfida i grandi per trovare il suo posto nel mondo…
di Marta Pastorino, liberamente ispirato a "Viperetta" di Antonio Rubino
regia Marta Pastorino e Caterina Mochi Sismondi
con: Caterina Mochi Sismondi, Cristina Conti, Fabiana Ricca, Carlotta Pedrazzoli
La storia è questa: Viperetta strilla e dice sempre di NO. I coniugi Rino e Rina Rini - i suoi genitori
- non si trovano mai d’accordo sull’educazione della piccola.
Ma una notte Viperetta viene portata via dai capricci, animaletti che abitano i suoi capelli. Dov’è
sparita? ... L’idea è quella di una messainscena divisa tra ombra, corpo, musica e gioco, con un
pizzico d’ispirazione liberty. A metà tra i cantastorie e la prosa, a metà tra l’universo infantile e il
resto del mondo.
Compagnia Le Nuvole (Napoli)
Mondo rotondo
Fiaba in musica di una regina quadrata ed un viaggiatore
testo di Rosario Sparno liberamente ispirato a " Il racconto dell’isola sconosciuta" di J. Saramago,
regia Rosario Sparno
con: Loredana Piedimonte e Rosario Sparno musiche (e canzoni originali) Massimo Cordovani
costumi Pasquale Mellone scenografie Roberto Crea movimenti scenici Alessandra Petitti disegno
luci Riccardo Cominotto collaborazione artistica Paola Zecca
E’ la camera da letto di un castello. La regina dorme. Ma dorme male. Come si potrebbe del resto
dormire comodi in un mondo quadrato? Alla porta dei desideri bussa un viaggiatore e aspetta che la
regina, molto indaffarata, abbia il tempo di ascoltarlo. Nell’attesa la regina ci descrive il suo regno
meravigliosamente quadrato e spigoloso. Gastone, un viaggiatore buffo e di forma bombata, non la
pensa allo stesso modo… e se il mondo fosse tondo come un’arancia? Un viaggio - metafora - verso
la conoscenza dell’altro nella speranza di approdare su quella isola sconosciuta e sempre avvincente
dell’amicizia.
Rossolevante Teatro (Tortolì)
Colui che sapeva contare
Un’avventura entusiasmante nei misteri della matematica
Liberamente riadattato da l “Mago dei numeri” di Hans M. Enzensberger e da “L’uomo che sapeva
contare” di Malba Tahan di e con Silvia Cattoi e Juri Piroddi
Colui che sapeva contare è uno spettacolo che si rivolge ai tanti per i quali la matematica è un
incubo incomprensibile. una narrazione che si struttura attorno ad una serie di straordinari
giochi di prestigio fatti non con le carte ma con i numeri. Lo spettacolo – concepito per ragazzi
dagli 7/8 anni in su – coinvolge attivamente gli spettatori in una serie di divertenti giochi, problemi
ed enigmi matematici che nutrono l’ambizioso desiderio di avvicinare i giovani alla logica esatta
attraverso sorprendenti dimostrazioni che meravigliano per immediatezza e semplicità.
Teatro Rebis (Macerata)
Microcosmi
di Lorenzo Pennacchietti, regia Andrea Fazzini con: Lorenzo Pennacchietti e Silvia Sassetti
Micrcosmi è uno spettacolo comico che affronta - tra cadute, gags, canzoni e travestimenti - una
delle più tragiche problematiche della contemporaneità: la distruzione della natura da parte
dell’uomo.
Al centro della scena un’attrice dà vita ad un albero che reagisce alle offese di vari personaggi
grotteschi, interpretati da un unico attore, tutti accomunati dalla distrazione con cui inquinano
l’ambiente.
Botti du Schoggiu (Carloforte)
Ivan lo scemo
da un racconto di Lev Nikolaevic Tolstoj, regia Susanna Mannelli
con: Angela Plaisant, Felipe Moretti, Matteo Culurgioni
Ivan lo scemo è un personaggio, noto anche nella cultura contadina italiana, uno sfortunato, un
diseredato che occupa il gradino più basso della scala sociale. Tutti ridono di lui, ma si ammira la
sua semplicità e ingenuità al punto che anche la sorte lo prende in simpatia, facendolo diventare
vincitore proprio grazie alle sue fesserie. Lo scemo è una sorta di contrappunto che mette in
evidenza le disfunzioni di una società votata al consumismo.
Spettacoli fuori concorso
Teatro della Gran Guardia (Padova)
La fiaba del mago magro magro e della fata grassa grassa
di Luciano Castellani e Renata Rebeschini, regia di Renata Rebeschini
con: Walter Mazzocchi e Renata Rebeschini scene e costumi Laboratorio Skené
musiche Vilfredo Cervelli antiquariato Laura Lamberti
La storia, ambientata nella piazza di un villaggio di “400 anni fa”, ci fa incontrare due cantastorie
che, per guadagnarsi il pane quotidiano, vanno di villaggio in villaggio raccontando storie.
Riprendono, arricchendola a modo loro, una vecchia fiaba della tradizione veneta e raccontano di
come un Mago magro magro ed una Fata grassa grassa, nel corso delle loro peregrinazioni,
mettano in subbuglio, facendo “regali lunghi un giorno”, un intero villaggio.
Eidos (Napoli)
Quando nonna Faustina se ne andò in America
scritto e diretto da Virginio De Matteo con: Mimmo Soricelli, Virginio De Matteo,
Raffaella Mirra, Martina Iorio scenografia Claudio Mirra costumi Nico Celli
direttore di scena Maurizio Iannino luci e fonica Claudio Mirra
Siamo nei primi anni del 1900, a New York. Una nave piena di immigrati è appena sbarcata.
Tra loro anche Faustina, una ragazzina che arriva dall’Italia. Non ha il permesso di soggiorno e
non c’è nessuno che possa garantire per lei.
Nell’ufficio immigrati, alla presenza di una terribile ispettrice, di un improbabile poliziotto e di un
vecchio italiano cieco si svolgono scene divertenti, birichine, commoventi.
Eidos (Napoli)
Filiberto… il fantasma inesperto
liberamente tratto dal “Fantasma di Canterville” di Oscar Wilde scritto e diretto da Virginio De
Matteo con: Virginio De Matteo, Raffaella Mirra, Mimmo Soricelli, Martina Iorio
scenografia Claudio Mirra costumi Nico Celli direttore di scena Maurizio Iannino
luci e fonica Claudio Mirra
E' una favola in cui scherzo e ironia la fanno da padroni.
A Canterville c’è un vecchio castello dove vive un fantasma un po’ inesperto. Poverino! Non riesce
ad attraversare i muri, è costretto a vagare per le stanze e le soffitte senza poter fare il grande
definitivo salto nell’aldilà. Lo spettacolo, per la tenerezza delle immagini, il lieto fine e la bonaria
ironia di cui è pervaso, è un racconto delicato che, oltre a divertire il giovane pubblico, trasmette
un messaggio di speranza e di fiducia.
FAMIGLIE D'ARTE
Mostra fotografica a cura di Gianluca Medas
Mentre oggi è quasi un vanto l'appartenenza ad una "Famiglia d'Arte", in passato questa condizione,
nata da una vera e propria "economia" di sopravvivenza, andava nascosta, addirittura cancellata con
la modifica dei cognomi sulle locandine.
Si parla però di un passato ormai lontanissimo, in cui certo non esistevano contributi ministeriali e
Teatri Stabili, e spesso nel girovagare lo spettacolo veniva pagato in "natura", come nelle "Serate
d'Onore" dedicate ad uno o ad un altro attore, in cui all'entrata del teatro il "festeggiato" riceveva gli
spettatori davanti ad un cesto, che si riempiva di doni di vario genere, dalla poesia scritta
dall'anonimo poeta di paese, al cotechino, alla mezza dozzina di uova e tutto quanto altro possiamo
immaginare.
E' ovvia conseguenza che in base al contenuto del cesto variasse la qualità e la durata della "Serata"
in cui l'attore presentava il "Fior da Fiore" del suo repertorio.
Alla base però di tutto questo stava una grande coscienza del proprio lavoro e della responsabilità
dell'attore, verso il pubblico e verso gli altri della compagnia.
Era l'"Arte", intesa nel suo significato più proprio come "Mestiere", artigianato, con le sue regole
non scritte, con la sua etica ferrea che distingueva dal minimo particolare il "guitto", l'attore
trascurato, dall'attore serio ed onorato.
E non si trattava di maggiore o minore povertà un attore poteva essere guitto anche in una
compagnia primaria, presentandosi ubriaco, trascurando il proprio abbigliamento di scena, portando
ad esempio l'orologio nel taschino del giustacuore dell'Amleto e guardando ogni tanto l'ora, mentre
poteva trovare una grande dignità coprendo il rammendo di una calzamaglia con un fiore, un
ricamo, un ornamento qualsiasi.
In mostra i rappresentanti di alcune tra le più significative famiglie d'arte italiane: Beppe Barra,
Titino Carrara, i Colombaioni, Del Lelio, Manuel De Sica, Paola Gasman, Nando Gazzolo, Matteo
Gazzolo, Giovanni Maurello, i fratelli Mancuso, Lucia Poli, Otello S'Arzi, i Sartori.