Brevi da... - ilio masprone
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Copertina 124 DEF.fh11 11-11-2009 1:49 Pagina 1 C Colori compositi M Y CM MY CY CMY K Copertina 124 DEF.fh11 11-11-2009 1:49 Pagina 2 C Colori compositi M Y CM MY CY CMY K 1 FoglioEuropeo 124 DEF.indd 1 10-11-2009 23:37:41 4 8 12 16 20 24 Verso un 2010 più propositivo? 2010, matrimonio in vista? S.A.S Il Principe Alberto II e Charlene Wittstock novelli promessi sposi? Joe Leone un italiano di terza generazione In compagnia di un libro a... Miami! Molti autori italiani al “Book Fair International” Speciale hotellerie UNA HOTELS Regina, eccellente esordio pugliese Correva l’anno 2000... Domenica 6 dicembre la X edizione del Premio Foglio d’Oro sommario 2 28 32 42 54 58 62 FoglioEuropeo 124 DEF.indd 2 Editoriale Barisciano, Monte-Carlo il risultato finale con l’inaugurzione di “Casa Monaco” Brevi da... Monte-Carlo e Costa Azzurra La Parigi dei bambini istruzioni per l’uso Parigi Premio Foglio Italiano la scorsa estare anche a Ginevra Un diplomatico al servizio dell’Umanità Ginevra Incontro con Cornelio Sommaruga Brevi da... Ginevra 10-11-2009 23:37:51 70 76 86 90 96 Berlino Londra Milano L’Arte contemporanea gestita dall’italiano Mario Mazzoli English italian style Breve storia dell’arredamento inglese Enrico De Wan, l’Arte di interpretare i sogni della gente è anche questo... Lo Stile Italiano in bella mostra a SHANGHAI Guido Daniele, quando la tecnica supera la fantasia 3 100 104 106 FoglioEuropeo 124 DEF.indd 3 Italiani nel Mondo Informazioni utili per gli Italiani all’estero Le rubriche Cinque stelle & tre forchette Una boccata d’ossigeno per la tua bellezza! Letture & poesie “Il grande albero”, “L’ecobusiness ci salverà?”, “Il giorno prima della felicità” 10-11-2009 23:37:59 Verso un 2010 più propositivo? 4 Q uante saranno le novità che ci dobbiamo aspettare per l’anno che sta per nascere? E poi, come saranno, più positive rispetto a questo drammatico 2009 che non vediamo l’ora che se ne vada? Finirà questa crisi economica che attanaglia il mondo, compreso il nostro bel Paese, e che lascia a casa migliaia di lavoratori che stentano ad arrivare alla fine del mese con il proprio stipendio? Gli “Italiani nel Mondo” (tema a noi molto caro) avranno più considerazione da parte del Governo attuale che li ha un po’ dimenticati, al punto che vuole smantellare i Com.it.es., spina dorsale dell’italianità all’estero? Smetteranno maggioranza ed opposizione, di casa nostra, di litigare su argomenti che - francamente - lasciano il tempo che trovano e interessano molto poco ognuno di noi? Quante domande che non hanno ancora risposta, quante incertezze per chi invece ha la necessità di capire come si prospetta l’imminente futuro. Se avrà o no la possibilità di fare un proprio programma, capire se nel 2010 si ricomincerà a vedere e portare nelle case qualche soldino in più da spendere o da risparmiare per altri momenti bui sempre in agguato. Capire se la piccola e media industria potrà riprendere il suo percorso naturale, in attesa che le banche “spalanchino” (sarà dura...) il credito verso chi ne ha bisogno. Perché non è detto che l’Italia, ma vale anche per il resto del mondo, saprà superare questo particolare, quanto lunghissimo, momento in quattro e quattr’otto e senza altri traumi. Sembra che il nostro Ministro al Tesoro Giulio Tremonti sia sulla buona strada, tuttavia il suo essere più positivo non ci consola affatto. Al momento sappiamo che l’anno si chiuderà ancora con un forte passivo per molte industrie, per tantissimi piccoli imprenditori e commercianti costretti alla chiusura e ai licenziamenti. A sentire anche il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e lo stesso Ministro per lo Sviluppo Economico Claudio Scajola (che recentemente è stato nel Principato di Monaco), sembra che il peggio sia passato, ma è presto per vedere gli eventuali primi risultati perché, sempre detto da Berlusconi, “nessuno sa quanto possa, comunque, durare ancora questa crisi”. E intanto l’inverno è arrivato e molte famiglie preferiscono stare al freddo piuttosto che accendere i termosifoni e consumare energia: i soldi sono sempre meno e risparmiare è il verbo ormai ricorrente di ogni famiglia. Perché sappiamo quanto costa riscaldare casa, quanto costa fare la spesa, quanto costa vestirsi, e meno male che la moda del riciclaggio è di grande attualità. Mettiamola così: sdrammatizziamo, ma non nascondiamo la verità e non puntiamo troppo sugli aiuti delle istituzioni perché i problemi dobbiamo imparare a risolverceli da soli. Loro hanno da provvedere anche alle calamità naturali o quelle provocate da fattori esterni: la regione Abruzzo, Messina, Viareggio, sono esempi di qualche mese fa, e sono ancora troppo vivi in noi perché si possano dimenticare. Tanta di quella povera gente vive ancora nelle tendopoli, non potendo entrare nelle proprie case. Molti di loro, probabilmente, l’imminente Natale lo passeranno ancora al freddo e riscaldare le tende è un dramma nel dramma. E con queste prospettive è difficile fare previsioni, pensare al domani, pensare che si possa trovare delle alternative ai mille problemi che abbiamo, chi più chi meno. Non dimenticando tutti questi drammi collettivi, vogliamo concludere con una piccola nota positiva che ci riguarda. Eravamo partiti, all’inizio dell’anno, quindi in piena crisi (per noi pubblicitaria) con la pubblicazione di soli sei numeri de Il Foglio Italiano, rispetto ai consueti undici all’anno che stampiamo da dodici anni. Ebbene, per il 2010 pensiamo di programmarne almeno otto di numeri di cui sei per il Principato di Monaco e Costa Azzurra e almeno due (Giugno e Dicembre) per il resto d’Europa e del mondo. Anche perché stiamo dando il via ad un’altra iniziativa legata al nostro sito con l’avvio di una WebTv, questo per dar modo di raggiungere più agevolmente i nostri cari “Italiani nel Mondo”. Tutto ciò in attesa di riprendere poi quel normale andamento e ricuperare il tempo perduto dovuto, appunto, alla www.foglioitaliano.com editoriale FoglioEuropeo 124 DEF.indd 4 10-11-2009 23:38:14 Di Ilio Masprone [email protected] crisi economica ancora in atto. Sempre stando agli esperti dell’economia mondiale sarà il 2011 l’anno della vera ripresa. Almeno questo è quanto si va dicendo da qualche mese e a noi non resta che sperare: altro non possiamo fare se non augurare ai nostri lettori di rimboccarsi sempre le maniche perché il destino per tutti è solo nelle nostre mani. L’avvicinarsi del Natale è comunque un periodo di grande interesse popolare (ma anche di altre previsioni di spesa familiare, sempre che arrivi la “tredicesima”) che deve ricordare a tutti i cristiani, credenti, praticanti e non, che “lassù” qualcuno continua ad osservarci e perdonare tante debolezze, a noi “quaggiù”, per questa vita infuocata dagli affari terreni legati al “business”, una parola che può anche stonare, ma della quale sembra che il mondo non possa più farne a meno. Ed è attorno a questo termine globale ci arrovelliamo ogni giorno il cervello, dimenticando troppo spesso che la qualità della vita è tutt’altra cosa. Quando lo capiremo forse tanti problemi potranno essere risolti in maniera davvero più serena. Buon Natale a tutti e Buon Anno. FoglioEuropeo 124 DEF.indd 5 10-11-2009 23:38:17 FoglioEuropeo 124 DEF.indd 6 10-11-2009 23:38:21 FoglioEuropeo 124 DEF.indd 7 10-11-2009 23:38:26 8 2010, matrimonio in vista? S.A.S Il Principe Alberto II e Charlene Wittstock novelli promessi sposi? FoglioEuropeo 124 DEF.indd 8 10-11-2009 23:38:30 Nella pagina a lato, Charlene Wittstock. Sotto, Charlene con il Principe Alberto II. MONTE-CARLO Di Tiziana Danzo [email protected] 9 S i sposeranno o non si sposeranno? Il leit motiv del gossip monegasco è ultimamente incentrato su questa domanda e i novelli promessi sposi in questione sono, naturalmente, S.A.S il Principe Alberto II e la fidanzata australiana, la bellissima e sportivissima Charlene Wittstock. Già l’anno scorso la coppia aveva fatto sognare gli inguaribili romantici del principato: Charlene aveva misteriosamente rinunciato a partecipare ai giochi olimpici, si era, dunque, pensato che finalmente il momento fosse arrivato, che il Principe avrebbe impalmato FoglioEuropeo 124 DEF.indd 9 la giovane fidanzata, forse anche per tener fede alla vecchia promessa che arrivato a cinquant’anni il Principe Alberto avrebbe “messo la testa a posto”. Invece non accadde nulla, nessun comunicato, nessun anello, nessun festeggiamento. Non che la vita nel Principato si svolga in funzione degli amori di Sua Altezza Serenessima, ma bisogna anche dire che proprio in periodi difficili come questo, una bella notizia che faccia pensare a confetti, bei vestiti e ospiti celebri, sarebbe un balsamo, una piacevolissima distrazione dai problemi quotidiani e darebbe una ventata di freschezza che in fondo ne avremmo tutti bisogno. Senza contare poi la speranza di vedere nascere e crescere un principino… Alberto II in realtà ha già due figli, Jazmin Grace nata nel 1992 dall’unione con la californiana Tamara Rotolo e Alexandre, avuto nel 2005 da Nicole Coste, ma i due non avranno diritto al trono salvo che il Principe decida di sposarne la madre. Quando si pensa alla coppia in questione, è inevitabile fare un rimando ai genitori di lui, una coppia che è 10-11-2009 23:38:34 Sopra, ancora Charlene ospite al Festival del Circo. Sotto, la splendida immagine del matrimonio di Grace Kelly con il Principe Ranieri III. entrata nel cuore di tutti per la bellezza di lei e per la dolcezza dell’unione. Ovviamente stiamo parlando del Principe Ranieri III e della straordinaria Principessa americana Grace Kelly, che in questo periodo a Roma una sua mostra è visitatissima. Qualsiasi donna che vorrà stare al fianco di Alberto II sarà sottoposta, senza scampo e senza possibilità di trionfo, al paragone con l’inarrivabile Grace. Questa situazione non facile potrebbe mettere in imbarazzo, o addirittura spaventare qualsiasi aspirante al trono, ma Charlene non sembra affatto intimorita: il suo portamento è dritto e sicuro, lo sguardo fermo, il fisico sottile per niente fragile, l’idea che dà di sé è quella di una donna determinata. Charlene inoltre è bella e la sua compostezza e la serietà rendono il divario con la mitica Grace sempre più sottile. Il carattere concreto della Wittstock è decisamente legato al suo passato. Charlene nasce, infatti, in Sudafrica e consacra presto la sua vita al nuoto, entrando in seguito a far parte della squadra sudafricana di 4x100 che si conferma quinta alle Olimpiadi del 2000. Si tratta quindi di una donna che conosce bene il significato di parole come: fatica, dedizione e sacrificio, parole che molto raramente vengono associate all’immagine del piccolo Principato di Monaco e che, proprio grazie a questa figura femminile, potrebbero arricchire l’aspetto di Monaco. E’ interessante anche il modo in cui i due innamorati si sono incontrati: in occasione del meeting internazionale di nuoto a Monaco, nel 2000, quando Charlene ha ottenuto la medaglia d’oro nel 200 m dorso. Lei non si è fatta quindi notare (solo) per la sua bellezza, ma per i suoi meritati successi sportivi, dopo un percorso di allenamento e preparazione, un bell’insegnamento che sarà d’esempio per tutti i giovani che pensano sia sufficiente un bell’aspetto per avere successo nella vita. La figura positiva di questa grande sportiva, si inserisce alla perfezione nel quadro di rinnovamento dell’immagine del Principato, che Alberto II si è impegnato ad operare da quan- 10 FoglioEuropeo 124 DEF.indd 10 10-11-2009 23:38:37 do è salito al trono. Un Principato che vuole svecchiarsi e liberarsi da quell’immagine di gabbia dorata dei capitali da paradiso fiscale solo tutto lustrini e champagne, per diventare un centro benefico di studio, ricerca, difesa dell’ambiente, un luogo dove si possa fare cultura e la si possa diffondere, in assoluta sicurezza e con intorno lo speciale scenario della Costa Azzurra. Ma senza la bella Charlene questo progetto non può realizzarsi, serve un simbolo che segni l’allontanamento del passato, e cosa c’è di meglio di un bel matrimonio principesco per ripartire con un nuovo inizio? Speriamo quindi che la coppia ci faccia un bel regalo di buon auspicio per il 2010 che sta arrivando e che ci offra un lieto fine per questa favola che come tradizione parla di un principe e di una principessa. Se andiamo a vedere la situazione degli astri, a questo proposito, il 2010 pare che sia davvero interessante. Se lo augurano gli italiani che vivono a Monte Carlo, ma anche i monegaschi e soprattutto ce lo auguriamo anche noi e lo auguriamo di cuore a chi abita lassù, sulla Rocca. Con un po’ di anticipo, Buon Natale. 11 Sopra, un atteggiamento affettuoso di Charlene e Alberto II. Sopra, Charlene Wittstock.. A sinistra, Charlene con il suo amico Giorgio Armani. Tiziana Danzo FoglioEuropeo 124 DEF.indd 11 10-11-2009 23:38:40 Joe Leone un italiano di terza generazione In tenda nelle Little Italy per aiutare i terremotati d’Abruzzo 12 A destra, Joe Leone con tutta la sua famiglia. FoglioEuropeo 124 DEF.indd 12 10-11-2009 23:38:44 Sotto, Joe Leone all’interno di uno dei suoi negozi. NEW YORK Di Mario Mesiano [email protected] S ono passati ormai tantissimi anni da quando i nonni di “Joe Leone”, all’anagrafe Joseph Leone Introna, nato a Weehawken, New Jersey il 27 Settembre 1975, partivano dall’allora piccolo paesino di Molfetta della Puglia per inseguire il sogno americano di cercare fortuna. Fin da bambino Joe cerca di seguire l’esempio dato dai genitori, mamma cameriera e papà manovale edile, nati entrambi ad Hoboken NJ (città natale di Frank Sinatra) di fronte a Manhattan lungo il fiume Hudson, e cioè di seguire gli insegnamenti e i valori della famiglia unitamente al rispetto verso gli altri. Fin da giovane Joe si dimostra appassionato alla cucina italiana ed in particolare a quella della sua regione d’origine. Ma i veri segreti della sua terra che produce Joe, li impara dalla nonna paterna Vincenza, che è stata la fonte di tutto nella sua vita e gli insegnava parlandogli unicamente l’antico dialetto pugliese, assieme a tutti i sani principi di vita, le tradizioni ed i valori della famiglia stessa che sono da conservare e tramandare ai figli. A vent’anni Joe si diploma presso il famoso Culinary Institute of America in Hyde Park NY, nel 1994 è Medaglia d’argento alle Olimpiadi del pane a New York City, nel 1995 è Medaglia di Bronzo nelle Olimpiadi nazionali culinarie a Salt Lake City, e sempre nel 1995 è stato membro della Squadra olimpionica culinaria degli Stati Uniti a Parigi. Finché, nel 1997, insieme a suo fratello, decide di aprire il primo negozio di generi alimentari italiano di alta qualità seguito da una panetteria, una cucina per banchetti e feste a domicilio, ma anche un’altro negozio nella vicina cittadina di Sea Girt. I due punti vendita diventano in breve tempo vere e proprie ambasciate della gastronomia italiana con qualche accento americano innovativo, utilizzando sempre tutti gli ottimi prodotti freschi che la campagna americana offre ad ogni stagione. Ad oggi l’azienda degli Introna ha 165 impiegati a tempo pieno, tutti felici di FoglioEuropeo 124 DEF.indd 13 13 far parte della loro grande famiglia. La mattina del 6 aprile 2009, Joe è in panetteria intento a preparare le specialità per le imminenti feste pasquali quando dalla radio sente parlare del terremoto in Abruzzo, scosso enormemente dalla notizia, decide che doveva e poteva far qualcosa per aiutare le vittime sopravvissute al sisma. “Non volevo solo inviare denaro e lavarmene le mani, volevo fare qualcosa di più - spiega Joe - ed è per questo che ho iniziato a viaggiare recandomi nelle zone terremotate consegnando personalmente, con l’aiuto di persone meravigliose come la signora Doriana che mi aiuta molto e che vive il dramma perché toccata in prima persona”. Come ha raccolto tutti questi aiuti che poi ha portato in Abruzzo? “Mi sposto ogni fine settimana in tutte le varie ‘Little Italy’, le ‘Piccole Italie’ delle varie città d’America e dormo in una tenda allestita per strada per far capire alla gente la difficile condizione ed il disagio di chi sta vivendo in Abruzzo dopo il terremoto”. Joe è alto quasi 2 metri e pesa 140 kg, dormire in una tenda per lui è sicuramente un sacrificio. “Ma lo faccio volentieri, siamo 10-11-2009 23:38:48 Sotto, le suore Zelatrici di San Gregorio con Giorgio Cucca e Rocco Bozzo. In basso, Joe Leone con la moglie Jennifer e i filgi Joseph Jr. e Bella. 14 na - prosegue Joe - siamo venuti qui per riuscire a fare meglio nella vita, e Dio ci ha benedetto, dobbiamo quindi condividere il nostro benessere con i nostri fratelli che sono in stato bisognoso in Italia. Tutto questo però non deve generare nessuna pubblicità personale per nessuno, in questa impresa siamo tutti allo stesso livello sia chi offre un dollaro sia chi ne offre 10.000”. Il 9 ottobre scorso in occasione della festa di Cristoforo Colombo, Joe ha ricevuto un’ambita onoreficenza nell’ambito della Comunità Italiana/ Americana: “L’Italian Tribune Humanitarian Award”. Che sentimento ha provato nel ricevere questa onorificenza? “Innanzi tutto una grandissima emozione, ricevere questo riconoscimento da parte dei miei concittadini americani, ma miei conterranei italiani, mi ha fatto sentire veramente fiero delle mie origini, ma a parte l’emotività personale penso che per me sia importante il sapere che il mio piccolo gesto possa esser stato d’aiuto a chi soffre ed ha bisogno nella mia terra d’origine” A chi dedica questo riconoscimento? “Innanzi tutto a tutte quelle persone bisognose che soffrono e che spero di poter continua- re ad aiutare, anche gli ultimi avvenimenti di Messina mi hanno coinvolto emotivamente, e poi alla mia famiglia che mi è stata vicino e mi ha molto aiutato nel realizzare i miei progetti” A fine Novembre Joè tornerà in Abruzzo per distribuire quello che ha raccolto nel suo tour nelle “Little Italy” americane, dove si incontrerà anche con il maresciallo Giorgio Cucca e il brigadiere Rocco Bozzo dell’associazione nazionale Carabinieri, reduci da Nassirja, ed insieme a loro porterà aiuto anche alla Casa Famiglia Immacolata Concezione delle Suore Zelatrici di San Gregorio in provincia dell’Aquila che ospita 34 bambini con seri problemi sociali i quali, dopo il terremoto del 6 aprile, sono stati obbligati ad abbandonare l’immobile in cui vivevano. “La storia di questi bambini mi ha colpito molto” dice Joe “sono bambini con gravi problemi sociali familiari che sono rimasti senza una casa in cui vivere, spero, con il mio piccolo contributo di alleviare un po’ il loro disagio”. Joe dal 1999 è felicemente sposato con Jennifer, ed è padre di due splendidi bambini, Joseph Jr. e Bella Rosa. Joseph Leone Introna, un italiano, un esempio da seguire. Mario Mesiano in due paesi distanti migliaia di kilometri - continua - ma non siamo per nulla lontani da coloro che soffrono, soprattutto quando nelle vene scorre lo stesso sangue d’origine Italiana”. Da cosa nasce questo impegno così forte e questa voglia di aiutare l’Abruzzo? “Tantissimi americani di origine italiana come me, hanno avuto molto successo negli Stati Uniti e mi sono reso conto che fra tutti si poteva fare davvero qualcosa per quella gente che fa parte della nostra cultura, senza preoccuparsi di quale delle venti regioni italiane si trattasse.” Joe ha esposto fuori dai suoi negozi grandissime bandiere americane e italiane sulle quali ogni persona, dopo aver donato una piccola o grande somma, può scrivere il proprio nome e la zona di origine in Italia. “Noi americani di origine italia- FoglioEuropeo 124 DEF.indd 14 10-11-2009 23:38:52 FoglioEuropeo 124 DEF.indd 15 10-11-2009 23:39:02 16 In compagnia di un libro a... Miami! Molti autori italiani al “Book Fair International” “Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L’opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che è offerto al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso” ( Marcel Proust). C ome non cavalcare questo messaggio intriso di profonda introspezione ed emotività, un messaggio invitante ed accattivante, che ci guida verso attimi di assoluta alienazione da tutto quello che ci circonda, per immergerci definitivamente nella lettura di un libro. Forse i nostri lettori erano in attesa della presentazione di un evento mondano, ludico o semplicemente FoglioEuropeo 124 DEF.indd 16 che ricordasse un giorno estivo di quelli che ormai la stagione autunnale ha riposto tra i ricordi ed invece, un avvenimento a forte tinte culturali ed espressive colora la Magic City ed è proprio di libri che vi parliamo questa volta da Miami, qui dove la tenera brezza marina del mese di novembre, riscaldata da un sole ancora perseverantemente rovente sui nostri corpi, asseconda la realizzazione del Miami Book Fair International che ha luogo tra l’ 8 e il 15 di questo mese. Ed ecco pronto un esercito di libri in arrivo per quello che è un evento nato nel 1984 con il nome di Books by the Bay e che dal 1990 è conosciuto con il nome attuale, diventando il Festival letterario più esteso degli Stati Uniti d’America per numero di libri e autori che vi prendono parte; infatti per tutta la durata degli otto giorni la downtown di Miami è solcata da appassionati e amanti della lettura che affluiscono per il momento clou del l’evento che è il Festival of Authors, un forum di brillante scambio di opinioni tra più di 350 autori che presentano i loro lavori e i rispettivi lettori. Tra i diversi ospiti, il Festival ha annoverato anche la partecipazione del precedente vicepresidente degli Stati Uniti d’America Al Gore e del non ancora presidente Barak Obama. Inoltre dal 2001, il Florida Center for the Literary Arts, che fu fondato in qualità di evento culturale ed accademia dal Miami Dade College, ha supervisionato sin d’allora l’evento, organizzando un susseguirsi di attività che hanno reso il Sud dello Stato della Florida un luogo dove il fenomeno 10-11-2009 23:39:06 Sotto, la copertina di Umberto Eco, libro presente al “Book Fair”. letterario è in continuo e crescente fermento. La partecipazione della lingua italiana attraverso i nostri autori ed i loro libri si è in verità affievolita nonostante la richiesta di apprendimento della lingua italiana sia un fenomeno sempre più crescente e palpabile nella comunità di Miami ed anche se diversi autori stranieri trovano ancora oggi, nella nostra cultura e nelle nostre tradizioni, motivi di ispirazione per i temi dei loro libri. L’evento ha visto nelle passate edizioni la presenza di diversi esponenti della nostra cultura, ultimo dei quali Umberto Eco nel 2005 con il libro “La Misteriosa Fiamma della Regina Loana”, un successo annunciato e confermato dalla straordinaria partecipazione ed interazione dello scrittore italiano all’evento, agli incontri con i lettori ed ai seminari universitari. Questo positivo influsso letterario di italianità non è stato però coltivato negli anni successivi come anche ha fatto notare Anna Piva che abbiamo incontrato per ascoltare le sue impressioni a riguardo. Vivace intelligenza, laureata in filosofia con una tesi in Estetica, la Dottoressa Piva ha un lungo passato nella organizzazione di eventi culturali che mirano a diffondere la cultura italiana, nell’ambito del design e dell’arte (partecipando alla Biennale di Venezia), collaborando con i musei e partecipando alla scrittura di programmi televisivi. Le sue riflessioni hanno sottolineato la necessità di una più viva e determinante partecipazione degli autori italiani al Miami Book Fair International evidentemente attraverso un progetto che promuova la lingua italiana nella società di Miami a cominciare dalla sua introduzione negli asili fino alle scuole superiori, ma non solo, invitando anche la gente alla lettura dei numerosi testi dei nostri autori connazionali consigliando pertanto, cosa leggere e dove comprare. L’influenza della cultura italiana a Miami e in tutti gli Stati Uniti FoglioEuropeo 124 DEF.indd 17 d’America ha radici molto profonde sin dai nostri primi lontani emigranti; successivamente, con il trascorrere degli anni anche le istituzioni italiane cominciarono a gestire direttamente la complessità del fenomeno partecipando più attivamente all’evoluzione dello stesso infatti, nel 1970 il Ministero della Pubblica Istruzione iniziò a sovvenzionare dei progetti di insegnamento della lingua italiana in quelle aree degli Usa dove l’apertura di filiali delle aziende italiane era più massiccia, affinché le famiglie avessero mantenuto viva l’identità culturale con la madrepatria per poter poi essere linguisticamente e culturalmente pronte per rientrare a vivere nei confini nazionali. Durante un illuminante incontro avuto con il funzionario del Consolato di Miami Education Office, Pietro Floris ci ha fatto notare come il limite della diffusione della nostra lingua nazionale risiede nella nostra stoia coloniale, limitata, rispetto a quella di altre lingue più “illustri come l’inglese, francese e tedesco che hanno avuto il supporto di una espansione coloniale dunque, di una necessaria istituzionalizzazione e certificazione della lingua stessa nei territori colonizzati (di qui la necessità dei governi nazionali di FLORIDA Di Luciana Saliani [email protected] implementare infrastrutture scolastiche). Inoltre, la nostra lingua ha seguito un flusso di assimilazione e assorbimento della cultura italiana piuttosto che di integrazione pur mantenendo le proprie peculiarità distintive, fatto dovuto anche all’ arrivo negli Usa, di frotte di migratori per la gran parte analfabetizzati. La Piva e Floris sono entrambi d’accordo nell’affermare che la lingua italiana è in rapida e significativa evoluzione passando da lingua etnica a lingua “interessante”, ovvero di cultura tanto da prendere il posto del tedesco come quarta lingua internazionale più parlata al di fuori dei confini nazionali: questo fenomeno è dovuto alla diffusione del made in italy, del italian design e della tecnologia italiana che ha visto crescere la propria competenza negli ultimi anni in maniera considerevole. Inoltre, entrambi hanno comunemente sottolineato che il governo italiano dovrà sostenere degli investimenti di natura economica più massicci che possano dunque finanziare non solo gli interventi di assistenzialismo ma anche di tipo promozionale per la diffusione della cultura italiana all’estero, come appunto la presenza dei nostri autori e dei loro libri al Miami Book Fair International. Intanto c’ è chi ancora, affascinato dalla nostra cultura, ma anche dai misteri che essa cela ancora oggi, presenterà al Festival un libro interamente dedicato ad una storia italiana... David Farley infatti, autore del suo primo libro “An irriverent curiosity”, ha viaggiato in Italia per raccontare un intrigante mistero italiano che affonda le sue radici nella nostra tradizione religiosa in un misto tra sacralità ed irriverenti congetture... il contenuto? Vi invitiamo ancora una volta a sorvolare l’Oceano, trovare sistemazione in uno dei tanti confortevoli Resorts e soggiornare nella Magic City dove cultura, sogni e natura continuano a convivere in un intreccio cangiante. 17 10-11-2009 23:39:29 FoglioEuropeo 124 DEF.indd 18 10-11-2009 23:39:42 FoglioEuropeo 124 DEF.indd 19 10-11-2009 23:39:59 SPECIALE HOTELLERIE UNA Hotel Regina: eccellente esordio pugliese razzo affacciato sul lussureggiante giardino, hanno a disposizione ampi spazi, all’interno e all’esterno della strutura, dedicati al wellness e alle attività sportive: 3 piscine semi-olimpioniche, tra cui due con acqua riscaldata, palestra di 400 mq, e centro benessere. La Spa del resort, in particolare, si estende su una superficie di oltre 1000 mq e ospita sauna, bagno turco, piscina termale, idromassaggi, percorso flebologico, talassoterapia, parrucchiere, cabine per massaggi orientali, estetica e medicina estetica. Per soddisfare anche le esigenze di una clientela business, l’UNA Hotel Regina mette a disposizione dei propri ospiti un attrezzatissimo centro congressi, in grado di accogliere fino a 700 persone, dotato di copertura internet wireless, adatto per qualsiasi tipo di evento, congressi, meeting e riunioni di lavoro. Dal punto divista architettonico, il resort è caratterizzato dall’utilizzo dei materiali tradizionali locali, come la pietra chianca, il tufo e il legno, in uno stile che riprende gli elementi caratteristici degli antichi borghi pugliesi. L’hotel ha ottenuto l’importante marchio europeo Ecolabel, che certifica le strutture che si distinguono per l’impegno al miglioramento della qualità ambientale. L’Ecolabel fornisce al turista garanzie sull’adozione di misure per il contenimento dell’inquinamento atmosferico, idrico e del suolo, sulla corretta gestione e pubbliche relazioni 20 Maggio 2009: apre, alle porte di Bari, il nuovo UNA Hotel Regina, che aricchisce la linea di resorts di alto livello di UNA Hotels & Resorts, la catena alberghiera italiana presente in tutto il territorio nazionale. L’UNA Hotel Regina si trova a soli 10 km dal centro di Bari, a 1 km da Torre a Mare, carateristica località raccolta intorno alla torre cinquecentesca e affacciata sul piccolo porto. Il complesso alberghiero, costruito in armonia con il patrimonio architettonico locale, è immerso in oltre due ettari di natura e gode di una splendida vista sul limpido mare pugliese. Ben tre ristoranti all’interno del resort offrono la possibilità di degustare i principali piatti della tradizione locale accompagnati da i profumati vini pugliesi. Grazie alle ampie sale i ristoranti possono accogliere fino a 800 persone, ideali per feste e ricevimenti di nozze. “Le 100 camere dell’albergo - afferma Camillo Lanzone, direttore della struttura - sono dotate di ter- FoglioEuropeo 124 DEF.indd 20 10-11-2009 23:40:35 PUGLIA A cura di Alessandra Luti [email protected] attività di marketing e comunicazione, dalla formazione al controllo qualità fino ai vantaggi offerti dalla possibilità di beneficiare degli accordi quadro firmati dalla centrale acquisti della direzione UNA, così come dei servizi offerti dall’ufficio tecnico e dai sistemi informativi. UNA Hotels & Resorts è la catena alberghiera italiana che, con una copertura capillare di tutto il territorio nazionale, offre ai propri ospiti la possibilità di vivere atmosfere speciali nelle principali città d’Italia. Nelle sue 30 strutture, UNA propone un’esperienza di soggiorno esclusiva, sia che si tratti di un viaggio di lavoro che di un momento di relax. Una filosofia originale e un’offerta estremamente differenziata che oggi FoglioEuropeo 124 DEF.indd 21 21 si declina in tre differenti linee di strutture ricettive: UNA Hotels, eleganti alberghi metropolitani rivolti in particolare a chi viaggia per affari ma adatti anche per coloro che vogliono scoprire alcune delle più belle città italiane; UNA Resorts, raffinate dimore immerse nel verde, lontano dai centri urbani e al mare, ideali per soggiorni dedicati al benessere, al relax e allo sport; UNA WAY Hotels, soluzioni ideali per una sosta lungo le principali arterie stradali, pensati per rispondere alla domanda multitarget dei viaggiatori. UNA Hotel Regina Via Poggiallegro Contrada Scizzo 70016 Noicattaro Bari Numero Verde 800.606162 tel. (+39) 080.5430907 fax (+39) 080.5431662 www.unahotels.it pubbliche relazioni differenziazione dei rifiuti, sulla riduzione degli sprechi energetici, la salvaguardia della biodiversità nelle aree della struttura ricettiva, nonché l’utilizzo di prodotti alimentari sani. Per permettere ai propri ospiti di scoprire l’ospitalità e le bellezze della costa pugliese, UNA Hotel Regina propone l’imperdibile tariffa “Il Sole della Puglia”. La tariffa estiva, ad esempio, valida dall’1 al 31 agosto, è di 90 euro a persona, a notte, in camera doppia superior (per un soggiorno minimo di 7 notti) e include il trattamento in mezza pensione, un massaggio rilassante corpo di 20 minuti presso la Spa del resort, oltre all’accesso libero al percorso termale, le piscine e il fitness center. “Siamo molto soddisfatti dell’affiliazione di questo nuovo Resort - dichiara Daniele Giovenali, Direttore Sviluppo di UNA Hotels & Resorts - A fronte dell’importante supporto che come UNA possiamo offrire a strutture nuove come l’Hotel Regina per l’avviamento e mantenimento dell’attività, riteniamo per noi strategico consolidare e potenziare la collaborazione con alberghi che condividono la nostra visione e missione, rappresentando e valorizzando la grande ospitalità italiana”. UNA e il franchising: L’affiliazione in franchising al Gruppo UNA rappresenta per le imprese alberghiere l’opportunità di entrare a far parte di un importante progetto imprenditoriale mantenendo la propria autonomia. Oltre a condividere il valore del brand del franchisor, infatti, gli hotels affiliati possono contare sul supporto pratico di uno dei primari gruppi alberghieri italiani: dalla forza e distribuzione commerciale alle 10-11-2009 23:40:44 MONTE-CARLO e COSTA AZZURRA Correva l’anno 2000... X edizione Foglio d’Oro Barisciano, inaugurzione di “Casa Monaco” 22 Una sfilata sobria, con Sabrina Brazzo Campagna Abbonamenti 2010 al magazine “Il Foglio Italiano” sul sito web: www.foglioitaliano.com FoglioEuropeo 124 DEF.indd 22 10-11-2009 23:40:46 RISTORANTE Vecchia Firenze di Jacopo La Guardia Monte-Carlo - Av. Prince Pierre, 4 Tel. +377 93302770-93255364 23 Segue FoglioEuropeo 124 DEF.indd 23 í Ristorante Amici Miei di Michele Florentino Monaco - Port de Fontvieille - Quai Jean Charles Rey, 16 Tel. +377 92059214 10-11-2009 23:40:47 Franco Zeffirelli Valentina Vezzali Bruno Vespa MONACO Correva l’anno 24 Di Simona Tagli [email protected] 2000... Domenica 6 dicembre la X edizione del Premio Foglio d’Oro all’Hotel de Paris Sabrina Brazzo FoglioEuropeo 124 DEF.indd 24 Mario Moretti-Polegato Melissa e John Martinotti 10-11-2009 23:40:49 Peppino Di Capri Lea Pericoli Nicola Pietrangeli Guido Bertolaso Emanuele Filiberto di Savoia L a comunità Italiana di Monte Carlo, retta dall’attuale Presidente del Com.It.Es, Conte Niccolò Caissotti di Chiusano, negli anni 2000, decideva che gli italiani del Principato e della Costa Azzurra dovessero avere una propria manifestazione che li rappresentasse in maniera adeguata, proprio come fanno altre Comunità presenti nel Principato. L’Italia a Monaco è tra le comunità più importanti e presenti assieme a Francia, Inghilterra e Germania e resta tra le primissime nella classifica economica se si pensa che almeno un 40% dell’economia locale è tutta italiana. Intanto nel 2000 nasceva il magazine, allora mensile, Il Foglio Italiano, diretto tutt’ora dal giornalista torinese Ilio Masprone, nominato dal Mauro Cutufro Enrico De Wan 25 Principe Alberto II, nel novembre del 2007, Cavaliere per Meriti Culturali e amico di Chiusano. A Masprone e a Chiusano venne l’idea di indire un premio per quegli italiani che dimostrassero di portare alto il nome del nostro Paese all’estero. Subito, ovviamente, si pensò ai connazionali di Monte Carlo e della Costa Azzurra, ma poi furono aggiunti altri italiani residenti in Italia o all’estero. In quel tempo non si parlava ancora di “Italiani nel Mondo” e nessuno pensava che da lì a qualche anno il Governo decidesse di concedere il voto agli oltre 60 milioni di connazionali che vivono fuori dall’Italia. Questo cambiò molte cose, soprattutto aumentò l’attenzione verso gli italiani all’estero Monte-Carlo & Costa Azzurra FoglioEuropeo 124 DEF.indd 25 10-11-2009 23:40:51 26 Rolfo-Fontana se ne andò in pensione lasciando un vuoto incolmabile nell’SBM che pesa tutt’ora. Da allora molti altri illustri personaggi furono candidati al Premio che, anno dopo anno, si confermò sempre più come l’appuntamento più importante per l’intera comunità Italiana residente in Costa Azzurra e Monaco. La manifestazione si svolse per altri due anni sempre allo Sporting Club fino a che, ahimè, quella stessa SBM “convinse” i responsabili della “Serata Italiana” e premio “Foglio d’Oro” a spostarsi alla “Salle Empire” dell’Hotel de Paris. Tralasciando le ingiustificate motivazioni di questo passaggio la manifestazione proseguì con successo e la nuova location era, ed è tuttora, quasi una seconda casa per molti italiani che hanno poi preso a frequentarla anche per altre occasioni. Nomi eccellenti sono passati in questi nove anni: fra tanti, il memorabile e rimpianto presentatore e amico di Masprone, Mike Bongiorno che arrivò con i suoi due figli, il comico Ezio Greggio patron, tra l’altro, del Festival della Commedia Cinematografica che si svolge ogni anno al Forum Grimaldi, all’attrice Ornella Muti, all’inizio reticente, ma poi felicissima per avervi partecipato. E negli anni anche l’industriale Sergio Pininfarina, l’Onorevole Giulio Andreotti (unico politico invitato, fino ad ora), il CT della Nazionale Marcello Lippi subito dopo aver vinto i mondiali, il corridore Max Biaggi, l’ex juventino Roberto Bettega, ma anche la Signora Maria Franca Ferrero eccellentissima Presidente dell’omonima Fondazione, la Principessa Camilla di Borbone, l’Etòile della Scala Roberto Bolle, il grande Chef Gualtiero Marchesi, il ricercatore Umberto Veronesi; le gloriose e svettanti Frecce Tricolore, Caterina Murino, interprete dell’ultimo 007; il cantautore romano Amedeo Minghi, e poi alcuni premiati di Monaco, tra cui il costruttore Claudio Marzocco, Alberto Hazan (di RMC), gli imprenditori Francesco Zerbi ed Enzo Zanotti, ma anche Patrizia Mirigliani, organizzatrice di Miss Italia, il brianzolo e giovane impreditore Morgan Fumagalli, il cantante degli anni ’60 Salvatore Adamò, Fiorucci, il direttore del TG4 Emilio Fede, la soprano Katia Ricciarelli, Paolo Limiti, Evelina Christillin, Lorena Bianchetti di Rai Uno, l’amministratore della SMC Pier Francesco Vago. Un “cast” di assoluto rispetto che negli anni ha dato lustro al Premio, al punto che è poi è stata organizzata un’edizione speciale per gli italiani di Ginevra lo scorso 12 giugno all’Hotel Le Richemond, magistralmente organizzata dalla nostra collega Susanna Gorga che ripeterà il prossimo anno. Le nomination di questo anniversario che si svolgerà domenica sei dicembre, sempre all’Hotel de Paris di fronte alle consuete 250 persone ormai considerate amiche del Foglio Italiano. Si comincia da Guido Bertolaso, responsabile della protezione Civile categoria “Sociale” che si è adoperato oltre modo per il terremoto dell’Abruzzo dello scorso aprile e della Sicilia ultimamente, per poi passare alla categoria “Artisti Internazionali”, il partenopeo Peppino Di Capri che festeggerà i suoi 70 anni e 50 di splendida carriera artistica. Per la “Cultura”, Franco Zeffirelli; nella categoria “Imprenditori”, l’industriale Mario Moretti-Polegato (Geox), Bruno Vespa e Mauro Cutrufo (Vicesindaco di Roma) per la categoria “Comunicazione”; per la categoria “Personaggio dell’Anno”, il Principe Emanuele Filiberto di Savoia; la coppia del tennis italiano Nicola Pietrangeli/Lea Pericoli per la categoria “Carriera”. Seguono per la categoria “Imprenditori di Monaco”, il Commendator Enrico De Wan di Torino e Melissa e John Martinotti, organizzatori dell’importante manifestazione musicale mondiale Wordl Music Award che si svolgerà il prossimo gennaio ed infine “Premio Fedeltà” alla Bank Edmond De Rothschild di Monaco. Anche quest’anno dunque l’evento mostrerà il meglio di sé contornato da un gustoso menù tutto all’insegna dei prodotti provenienti dalla Regione Veneto. Simona Tagli Monte-Carlo & Costa Azzurra FoglioEuropeo 124 DEF.indd 26 10-11-2009 23:40:56 © YVAN ZEDDA | GITANA S.A. che così assunsero un’importanza rilevante: si pensi che alle prime consultazioni di cinque anni fa gli oltre quattro milioni di votanti all’estero fecero perdere il Governo di Berlusconi. Il nuovo assetto politico non cambiò di molto le cose e gli italiani del Principato continuarono tranquillamente le loro attività e professioni molto attenti a quanto stava succedendo in Italia e al “pericolo rosso”, poi scongiurato. Per tornare all’evento, in quel periodo, alla Societè Des Bain De Mer le Pubbliche Relazioni erano dirette dal monegasco di origine italiana Andrè Rolfo-Fontana. Un distinto Signore di mezza età al quale la coppia Chiusano-Masprone si rivolse per proporgli la realizzazione di quello che nel tempo diventerà il noto “Foglio d’Oro”: Premio alla Professionalità degli Italiani nel Mondo, allo Sporting Club, prestigioso ritrovo la cui capienza arriva ai mille posti. La risposta positiva arrivò in breve tempo e, detto fatto, l’evento fu tenuto a battesimo niente meno che dalla bellissima attrice italiana che vive a Parigi: Monica Bellucci (nella foto al centro), straordinaria Signora del cinema internazionale la cui presenza fu in gran parte dovuta all’allora suo commercialista Francesco Jagher che la convinse della bontà della manifestazione dedicata all’Italia. L’incontro con l’attrice avvenne il giorno prima della manifestazione all’Hotel de Paris per la Conferenza Stampa che annunciava sia il decollo del Premio sia l’uscita di un film del momento della popolare attrice. Un successo che si consolidò la sera dopo allo Sporting Club, appunto, quando il presentatore storico della manifestazione, il gentleman Daniele Piombi la presentò agli ospiti: altro successo personale della Bellucci, ma anche dell’organizzazione soddisfatta di aver impressionato favorevolmente tutti i presenti, compresa la riluttante SBM che, inizialmente, non dimostrò grande entusiasmo verso la nostra Serata Italiana. Allo Sporting Club, in quella prima stagione, vennero anche premiati altri due illustri connazionali: Donna Fernanda Casiraghi (Presidente dell’Engeco Sam) nonna dei figli di Carolina di Hannover e, naturalmente, quello che ormai era nel frattempo diventato “l’idolo” degli italiani, Andrè Rolfo Fontana al quale andranno sempre i ringraziamenti della fedele coppia Chiusano-Masprone per aver dato loro questa grande opportunità. Dopo pochissimi anni © YVAN ZEDDA | GITANA S.A. Condividiamo il piacere dell’eccellenza [email protected] Gitana Team : Gitana 11, Gitana 13 e Gitana Eighty portano i colori del nostro Gruppo e sono testimoni di una passione familiare risalente a più generazioni. www.gitana-team.com 2, AV. DE MONTE-CARLO 98000 MONACO T. (+377) 93 10 47 47 FoglioEuropeo 124 DEF.indd 27 10-11-2009 23:41:00 28 Barisciano, il risultato finale con l’inaugurzione di “Casa Monaco” FoglioEuropeo 124 DEF.indd 28 10-11-2009 23:41:02 A sinistra, un’immagine di Barisciano semidistrutto dal terremoto. Nella foto si riconosce Giuseppe Spinetta. U Sotto e a lato, la presidente della Provincia de L’Aquila Stefania Pezzopane con il sindaco Domenico Panone, n caldo sole ha accolto le autorità e i cittadini del comune di Barisciano (AQ) riuniti per l’attesa inaugurazione del centro polifunzionale Casa Monaco, struttura costruita grazie ai generosi contributi donati prevalentemente dalla comunità italiana residente nel Principato di Monaco. L’iniziativa, promossa dal Com. It.Es. (Comunità Italiana all’Estero) di Monaco, presieduta dal Conte Niccolo’ Caissotti di Chiusano e organizzata dal tesoriere Giuseppe Spinetta, è stata accolta con entusiasmo dal Sindaco di Barisciano, Domenico Panone che Niccolò Caissotti di Chiusano, Giuseppe Spinetta e l’Ambasciatore di Monaco Philippe Bianchi. BARISCIANO ha dichiarato: “Siamo commossi e felici per aver ricevuto quello che abbiamo perduto con il sisma che ha colpito gravemente, lo scorso 6 aprile, la provincia de l’Aquila. La comunità di Barisciano, infatti, non ha avuto, per fortuna, vittime, ma è stata gravemente danneggiata nelle strutture, le case e le chiese le quali, per la maggior parte, sono ancora inagibili. ‘Casa Monaco’ è quanto di meglio potevamo aspettarci: troveranno finalmente sede ap- Di Maria Bologna [email protected] 29 In basso a sinistra, una prospettiva di nuova Casa Monaco. Sotto, il sindaco e la presidente della Provincia de L’Aquila. Monte-Carlo & Costa Azzurra FoglioEuropeo 124 DEF.indd 29 10-11-2009 23:41:06 Sopra, la targa dedicata alla ricostruzione. 30 propriata i più di 2000 classificati volumi e le varie testimonianze che, da 15 anni, facevano parte del Centro Documentazione della Transumanza, oltre a diventare un luogo destinato ad accogliere eventi di natura religiosa e civile. In particolare,sono fiero che la struttura sarà di grande utilità per le 8 associazioni che animano la vita sociale del Paese, e della Proloco, formata per lo più da giovani. Un momento di aggregazione sociale indispensabile anche in vista del nuovo centro abitato che, con i suoi 106 moduli abitativi, accoglierà più di 250 persone”. Alla manifestazione assenti, per imprevisti impegni sopraggiunti, l’Arcivescovo dell’Aquila, Mons. Molinari e l’Ambasciatore d’Italia a Monaco, Franco Mistretta il quale ha inviato una sincera e toccante lettera indirizzata al sindaco, letta durante i discorsi d’apertura. Con la presenza dell’ambasciatore di Monaco a Roma SEM Philippe Blanchi, insieme al sindaco di Barisciano Domenico Panone ed il presidente Caissotti di Chiusano, la cerimonia è riuscita a trasmettere calore, affetto e commozione sincera. Dopo il taglio del nastro e la consegna delle chiavi direttamente nelle mani del Sindaco, il discorso di Chiusano oltre all’avvincente intervento della presidente della Provincia Stefania Pezzopane la quale, oltre a ringraziare i presenti, ha ricordato che l’emergenza sisma non ha cessato di esistere, soprattutto con l’imminente arrivo dell’inverno, per quelle famiglie che ad oggi vivono ancora accampate nel- le tendopoli allestite dalla Protezione Civile. Un grande ringraziamento è stato rivolto, a più riprese, a Giuseppe Spinetta, presente con la moglie Ritalba. Sin dall’inizio presente e disponibile a fianco dell’Amministrazione, Spinetta aveva garantito personalmente il suo impegno per la riuscita del progetto. Un impegno esemplare, il suo, assunto con serietà fin dall’ apertura della sottoscrizione dedicata all’Abruzzo che a Monaco dallo scorso aprile, è riuscita a raccogliere quasi 130.000 euro, cioè quasi la totalità del finanziamento della Casa Monaco (prevista intorno ai 180.000 Euro ndr). La cerimonia civile è terminata con un inaspettato e numeroso scambio di doni: dopo una targa consegnata dal sindaco Panone al Comites, la provincia dell’Aquila ha omaggiato il Principato di Monaco e la Comunità italiana con un paio di copie di mappe antiche dell’Abruzzo, salvate tra altri documenti recuperati tra le macerie dei locali distrutti della biblioteca provinciale Tommasi. A seguire poi, la funzione religiosa, decorata sobriamente da una statua lignea del 17° Secolo donata da Mme Francine Pierre, e celebrata con la presenza del diacono Robert Ferrua, in rappresentanza dell’Arcivescovo Barsi di Monaco. A conclusione un abbondante buffet di prodotti tipici locali, come pasta allo zafferano, prelibatezza della tradizione bariscianese, lenticchie, gnocchi di patate, formaggi varie. Il tutto innaffiato da vini doc e diversi scrosci di pioggia che non sono riusciti a rovinare l’allegra e festosa atmosfera. Maria Bologna Sopra, il sindaco Domenico Panone con Niccolò Caissotti di Chiusano. Monte-Carlo & Costa Azzurra FoglioEuropeo 124 DEF.indd 30 10-11-2009 23:41:10 Photo: OPMC / J. Ch. Vinaj - Palais Princier Monaco Fiers d’être le Partenaire Officiel de l’Orchestre Philharmonique de Monte-Carlo Une banque privée à nulle autre pareille. Une croissance dynamique. Fondée sur le service que les clients attendent et auquel ils ont droit. Les praticiens de l’art du private banking EFG Bank (Monaco) fait partie du Groupe EFG International, qui opère à partir de 55 sites dans plus de 30 pays. Ces sites comprennent Zurich, Genève, Londres, Monaco, Luxembourg, Stockholm, New York, Miami, Toronto, les Bahamas, Mexico, Buenos Aires, Dubaï, Hongkong et Singapour. www.efginternational.com FoglioEuropeo 124 DEF.indd 31 10-11-2009 23:41:16 Brevi da... A cura di Maria Bologna [email protected] I Com.It.Es. di Fiume, Monaco e San Marino si incontrano sulla riforma della legge che ne prevede l’annullamento Da sinistra i tre presidenti Furio Radin, Massimo Scandroglio e il conte Niccolò Caissotti di Chiusano. 32 Tre Presidenti di Comites Furio Radin, Niccolò Caissotti di Chiusano e Massimo Scandroglio si sono incontrati presso lo storico Clubino di Milano, nel settembre scorso, per discutere sul da farsi per non perdere i rispettivi Comites di Fiume, Principato di Monaco e San Marino che sono, infatti, nella lista di coloro i quali dovranno rinunciare ai propri comitati perché i Paesi che rappresentano sono molto al di sotto del numero indicato dal Ministero degli Esteri. Di fatto avranno diritto di continuità solo quei Paesi che superano i 20.000 italiani residenti. Nessuno dei tre Paesi citati supera quel limite quindi a loro non rimarrebbe che unirsi per poter raggiungere il numero “legale”. Al termine dell’incontro è stata inviata al Sen. Oreste Tofani, relatore della Commis- sione per la riforma del Comites e del CGIE, una comunicazione a conferma della disponibilità dei tre Comites ad un incontro con la Commissione per individuare soluzioni alternative alla scomparsa dei tre organi di rappresentanza delle comunità italiana. “Senatore - si legge nella lettera inviata - da tempo stiamo seguendo le vicende legate alla riforma della Legge 286 del 23 ottobre 2003 istitutiva i Comites. Dall’analisi dei disegni di Legge che abbiamo esaminato emerge una forte preoccupazione che i ‘nostri’ tre Comites - rappresentanti poche migliaia di italiani residenti nei tre rispettivi Paesi - possano scomparire nella loro forma attuale, limitandosi a divenire non più espressione reale dei cittadini italiani qui residenti ma, nella migliore delle ipotesi, un ente designato dalle rappresentanze diplomatico-consolari. Si perderebbe in questo caso quell’alto valore di rappresentanza che in un paese democratico può prioritariamente dare un elezione a suffragio universale. Ci rendiamo conto che l’attuale situazione economico-finanziaria porti a vedere ogni cambiamento in un’ottica di riduzione di costi e di strutture, tuttavia riteniamo che la situazione dei cittadini italiani che oggi rappresentiamo nei tre Paesi sia talmente singolare che difficilmente possa essere considerata allo stesso modo di tutti gli altri paesi del mondo. In tutte le tre singolari realtà che ci ospitano la tradizione e la cultura italiana è talmente presente, la nostra lingua quotidianamente utilizzata e la percentuale di italiani così elevata, che non abbiamo potuto non trovarci allineati tra di noi. Così pure unitamente temiamo che la scomparsa dei tre Comites finirebbe per privare i ‘nostri’ residenti di un organo di coordinamento delle varie associazioni italiane operanti sul territorio. Infine, con la scomparsa del Comites nella sua forma attuale, si perderebbe uno strumento che può fornire alle nostre rappresentanze diplomatico-consolari quella continuità nel rapporto con la comunità italiana che difficilmente per l’ormai consueta brevità dei mandati dei titolari delle rappresentanze diplomatiche, si potrebbe ottenere in altro modo. Non riteniamo sia questo il momento di azzardare ipotesi di soluzione ai problemi sopra enunciati, così come sappiamo non sia il nostro ruolo istituzionale dare pareri su un tema tanto complesso causa la sua universalità, riteniamo tuttavia che un incontro congiunto con la Commissione che sta valutando le modifiche da apportare alla Legge 286/2003 sarebbe estremamente utile affinché gli italiani che risiedono nei paesi dove viviamo si sentano sempre vicini e seguiti dal proprio Paese”. Copia della comunicazione è stata inviata al Sen. Alfredo Mantica, Sottosegretario agli Affari Esteri con delega per gli Italiani nel Mondo. Myrjam Cantù-Rusconi In mostra anche Fiorella Pierobon All’Auditorium Rainier III di Monte Carlo, si è aperta la prima grande esposizione di GEMLUCART. Si tratta del I° Concorso internazionale d’Arte Contemporanea che ha per tema “La Speranza”, con l’obiettivo di sensibilizzare sia il mondo artistico che il grande pubblico alla lotta contro i tumori, che stanno distruggendo tante, troppe vite umane. La particolare mostra riunisce opere di pittori e scultori provenienti da diversi Paesi internazionali che hanno trattato nelle loro opere il tema, appunto, della “speranza” i una vita più serena. Tra gli artisti presenti anche l’ex presentatrice di Canale 5, Fiorella Pierobon che da alcuni anni vive qui in Costa Azzurra. L’ex prima donna della Tv privata, ha dato sfogo alla sua vena artistica dimostrando di essere davvero una pittrice di grande talento artistico. L’esposizione resterà aperta fino al sei novembre; l’opera vincitrice di questa mostra sarà poi esposta nella Galleria Ribolzi di Monaco. Monte-Carlo & Costa Azzurra FoglioEuropeo 124 DEF.indd 32 10-11-2009 23:41:19 33 FoglioEuropeo 124 DEF.indd 33 10-11-2009 23:41:22 Brevi da... 34 Una sfilata sobria, diversa ed elegante Perfetta performance della prima ballerina de La Scala Sabrina Brazzo Numerosi ospiti si sono dati appuntamento il 30 settembre scorso all’ultima sfilata di JAP Montecarlo. Un defilé degno dei grandi eventi mondani, delle grandi capitali del mondo, 70 passaggi, 70 pezzi unici, applauditi con entusiasmo da un parterre attento ed esperto. Una scenografia originale che ha fatto viaggiare il pubblico da New York a Londra, a Milano, per arrivare infine a Parigi. Grazie a pellicce trasformabili, reversibili, colorate, che leggere si adattano a tutte le situazioni, è l’eleganza... che sia per la donna, la madre, la figlia o il cagnolino... Pellicce in visone, cincillà, zibellino, astrakan, volpe e pecan si declinano in cappotti, in FoglioEuropeo 124 DEF.indd 34 giacche corte o lunghe, stile mantella o soprabito, in giubbotti, in gilet senza maniche o copri spalle. Molte sono reversibili in pelle, in daino o ancora arricchiti di seta e pizzi. Una varietà stupefacente che sorprende, che si reinventa ogni volta. Il segreto è nell’immaginazione senza limiti interpretata con grande arte dalla stilista Marina Gisonda, creatrice della maison di Carlo Ramello. Questa sfilata/spettacolo è, ancora una volta, riuscita a sorprendere il pubblico, ogni creazione ha una personalità unica e la sua eleganza ne fa un vero pezzo da collezione. L’innovazione A sinistra Sabrina Brazzo. 10-11-2009 23:41:23 A cura di Maria Bologna [email protected] Sopra, un’immagine della serata con una mini indossatrice. A sinistra, l’elegante saluto della prima ballerina de La Scala Sabrina Brazzo con, a sinistra, il presentatore Maurizio Di Maggio e il regista della serata Ilio Masprone. di quest’anno permette, in funzione dell’umore e delle circostanze, di trasformare una giacca da 4 fino a 12 modelli diversi. Le maniche e la parte bassa della giacca sono separabili trasformandola in un altro capo, proprio grazie alla sua reversibilità. La trasformazione non ha mai avuto una tale espressione artistica. Le creazioni di Ramello, con il suo stile unico ed esclusivo, si sono bene accordate all’Etoile de La Scala di Milano, la ballerina Sabrina Brazzo, che ha presenziato alla sfilata e che ha voluto aprire e chiudere lo spettacolo sfilando un capo unico e bellissimo. È apparsa con grazia ed eleganza, avvolta in due creazioni Jap Montecarlo. Ancora una scommessa vinta per Jap fur Couture di Carlo Ramello che è riuscito a dare un’ondata di freschezza alla pelliccia dandole quel tocco di fashion che non può mancare nel guardaroba di una donna straordinaria ed unica, quella che afferma il suo stile e le sue scelte. Il vantaggio di Carlo Ramello è anche la sua capacità di trasformare e rimodernare una pelliccia demodé con le abili mani degli artigiani del suo atelier: un atteggiamento eco-responsabile. E’così che, rinnovando una pelliccia di grande valore in visone, cincillà o zibellino, la si fa rinascere. Scopriamo anche che una pelliccia naturale può diventare un oggetto dalle mille vite, perché riciclabile. Tutto questo fa venir voglia di indossare con orgoglio la griffe della Maison Carlo Ramello. Natalia Cazzola Dolce Sotto, gran finale del defilé con lo stilista Carlo Ramello. 35 Monte-Carlo & Costa Azzurra FoglioEuropeo 124 DEF.indd 35 10-11-2009 23:41:26 Brevi da... L’apertura della stagione culturale della Dante Alighieri Al centro la professoressa Maria Teresa Verda, alla sua destra il marito Ministro Claudio Scajola. 36 Come al solito l’associazione Dante Alighieri non perde un colpo: la stagione culturale 2009-2010 si è aperta lunedì 19 ottobre scorso al Teatro des Variétés Princesse Grace con una conferenza tenuta dalla professoressa Maria Teresa Verda Scajola che è stata un vero successo. L’incontro è stato presentato con classe dal presidente dell’associazione, il marchese Fabrizio di Giura, la sala era piacevolmente gremita e, tra gli invitati, erano presenti: il presidente del Comites, il conte Niccolò Caissotti di Chiusano, il sindaco di Ventimiglia Gaetano Scullino, il sindaco di Sanremo Maurizio Zoccarato, l’ambasciatore monegasco Henri Fissore e il marito della relatrice, il Ministro allo Sviluppo Economi- co Claudio Scajola. Maria Teresa Verda Scajola è, oltre che docente all’università di Genova, un’elegante e briosa signora che si dedica con grande passione alla diffusione della cultura, in particolare alla tutela e alla valorizzazione del nostro patrimonio più prezioso: i beni culturali. Il tema dell’interessante serata era “Il turismo alla scoperta del Mediterraneo tra Costa Azzurra e Riviera Italiana”, un territorio molto caro alla famiglia Scajola, che ha origine nell’imperiese, ma anche un territorio, e ci riferiamo in particolare alla parte italiana, che ultimamente sembra dimenticato o peggio snobbato, in favore di un turismo più “commerciale”che ha come meta la costa adriatica. Ma la regione in questione, che si estende per circa 90 Km, dalla zona di Alassio a quella di Nizza-Antibes, cioè la vera Riviera, era conosciuta in tutta l’Europa centrale e settentrionale per la sua bellezza e per il suo clima eccezionalmente mite ed era una meta obbligata per il completamento della formazione culturale di tutti i giovani benestanti. Alla fine del XIX secolo oltre ad essere tappa del grand Tour, questo territorio fu frequentato per un’altra ragione, quella legata alla salute. Iniziava che si diffonde tra le famiglie agiate, alla “moda” dei bagni di mare, una vera e propria cura contro le malattie, sovente legate all’apparato respiratorio o nervoso, di una ricca borghesia fiaccata dal rigido inverno del nord. La zona presa in esame era talmente conosciuta da spingere il pittore francese Monet a passare un lungo periodo, negli anni ’80 dell’ottocento, in Riviera, in particolare a Bordighera, al fine trovare stimoli ed elementi nuovi per il suo lavoro. L’architetto Garnier compì lo stesso cammino, così come la famiglia Hambury (la vedova abita ancora in villa), che scelse di insediarsi alla Mortola, rilevando la Torre Orengo e trasformandone la tenuta in quel meraviglioso giardino ancora oggi meta di tanti turisti che arrivano da tutto il mondo. Insomma, una bella chiacchierata, accompagnata da immagini e musiche evocative, che ci ha fatto sognare la “belle époque” del turismo rivierasco, ma anche che ci fa prendere coscienza del valore di questo territorio che alle volte non è generoso col visitatore, ma che quando decide di manifestarsi affascina irrimediabilmente con la sua unicità. Tiziana Danzo Udienza privata di S.A.S. il Principe Alberto II dal Papa Nel recentissimo viaggio a Roma del mese scorso, il Principe Alberto in occasione dell’inaugurazione della mostra romana “Les Années Grace Kelly, Princesse de Monaco” S.A.S., è stato ricevuto in Vaticano in udienza privata da Papa Benedetto XVI. Il Pontefice ed il sovrano hanno parlato della recente approvazione della legge sull’interruzione di gravidanza da parte del parlamento monegasco, del concetto di religione di Stato, ma anche del prossimo congresso che si svolgerà nel Principato di Monaco, sul tema importante come quello sulla ricerca delle cellule staminali, ed infine anche dell’ultima enciclica pontificia appena varata. Sua Altezza Serenissima il Principe Alberto II ed il Papa hanno poi parlato dello sviluppo e della solidità delle relazioni tra il piccolo Principato e lo Stato Pontificio. FoglioEuropeo 124 DEF.indd 36 10-11-2009 23:41:29 A cura di Maria Bologna [email protected] Veronica Maya: da Monte Carlo a Rai Uno Ha gli occhi verdi color del mare, di quel mare che l’ha vista crescere nella città dei suoi genitori: Sorrento, anche se ama sottolineare i suoi natali parigini. Fin da piccola Veronica Maya (foto a destra) ha molto viaggiato e questo suo continuo girovagare ha senza dubbio formato la sua affabile personalità e dato il la al successo che oggi la gratifica. Vissuta in una famiglia di artisti, Veronica Maya (il suo vero nome è Veronica Maya Russo) ha cominciato prestissimo a calcare le tavole del palcoscenico grazie alla sua grande passione: la danza. Il portamento, la gentilezza e la bravura le hanno valso fin dalle prime apparizioni, l’appellativo di “fatina” che, diciamolo pure, ancora oggi le calza a pennello. Sposata da oltre cinque anni con l’attore e cantante Aldo Bergama- schi - con il quale gestisce insieme al padre Raffaele Russo il ristorante Il Terrazzino (foto sopra) e una pizzeria a Monte - Carlo - Maya in pochi anni è approdata su Rai Uno, dove è conduttrice unica di Verdetto Finale, in onda la mattina dalle 10 alle 11 dal lunedì al venerdì. Il Foglio Italiano l’ha incontrata nel camerino della Rai, durante la pausa trucco, prima di entrare in studio. Quasi due anni di conduzione a Verdetto Finale su RaiUno, ogni mattina entra nelle case degli italiani. Quali soddisfazioni in questi anni? “Soddisfazioni tante, soprattutto in termini di share. Ogni mattina ci confrontiamo con questi numeri che poi decretano il successo e la continuazione di un programma. Verdetto Finale ha sorpreso tutti, il pubblico si è affascinato fin da subito. Quest’anno ci siamo già assestati al 30% di share, un numero che raggiungemmo in corso d’opera e che invece abbiamo ripreso già dalla partenza”. Qual è il segreto di questo successo? “La formula magica a Verdetto esiste, è una buona riuscita alchimia tra il cast composto da me, il giudice De Bonis con cui c’è questo rapporto di complicità, visto un po’ come il nonno d’Italia. Inoltre quello che avviene non è a copione, ma è il frutto della battuta del momento. La grande professionalità e chiarezza dei due avvocati Castaldi e Cudillo, accanto ai nuovi elementi che caratterizzano questo processo all’americana e lo spirito serio, pulito, fresco con cui affrontiamo i casi. Poi abbiamo una giuria popolare composta da dodici cittadini capitanati dal presidente. È un bel parterre quello del presidente di giuria; si avvicenda- no personaggi di ogni categoria, dai giornalisti del Tg1 a soubrette dello spettacolo oppure attori, scrittori, persone che hanno a che fare con una quotidianità. Ci piace che tutti accettino il nostro invito, ciò vuol dire che Verdetto viene riconosciuto come un programma serio e di qualità”. Da Verdetto Finale allo Zecchino d’Oro. “Questo è il mio quarto anno di conduzione, dalla 49° alla 52°edizione, una crescita continua, un affetto smisurato. Ci tengo a dire che per me non è solo lavoro, anche se si tratta di un programma storico di RaiUno, seguito in eurovisione ma è proprio la parte emozionale che mi lega a questa esperienza. Seguo l’Antoniano anche durante le selezioni per lo Zecchino d’Oro, per cui i bambini li ho conosciuti e intervistati tutti”. Con tutti questi impegni in Italia, come riesce a seguire anche i ristoranti di Monte-Carlo? “Diciamo che papà è un ottimo ristoratore e riesce a gestire al meglio il suo ristorante Il Terrazzino, che rimane tra i preferiti nel Principato, sicuramente per la buona e genuina cucina del sud Italia che lo caratterizza. Con mio marito abbiamo aperto una pizzeria, che sta avendo successo, dato che a Monte-Carlo mancava un locale dove mangiare una buona pizza. Purtroppo non riusciamo più a lavorarci, ma ospitiamo ogni tanto i nostri amici”. La sua carriera è cominciata come ballerina classica, poi ha recitato in teatro. Con quale programma ha debuttato in tv? “Il mio battesimo è avvenuto nel 2004 su RaiDue con Dribbling Europei, quindi con il calcio accanto a Carlo Paris e Bruno Pizzul. Seguì Sabato Sprint con Stefano Bizzotto. Poi mi ha chiamato RaiUno per Stella del Sud come prima esperienza da conduttrice unica di un programma. Così è cominciata la mia avventura su questa rete, oltre che la mia avventura nel mondo a confronto con le culture, le religioni, con la gente che mi ha insegnato molto, sia professionalmente che umanamente. In seguito è arrivata la conduzione di Italia che vai, due edizioni di Uno Mattina estate, Linea Verde accanto a Massimiliano Ossini, nel frattempo i quattro Zecchini d’Oro e due anni di Verdetto Finale”. 37 Myriam Dolce Monte-Carlo & Costa Azzurra FoglioEuropeo 124 DEF.indd 37 10-11-2009 23:41:31 Brevi da... A cura di Maria Bologna [email protected] Un nuovo Logo per la Direzione del Turismo Svolta d’immagine per il Logo dell’uffico del Turismo del Principato di Monaco. Martedì 3 novembre scorso infatti, la Direzione del Turismo e dei Congressi, ha inaugurato il suo nuovo Logotipo subito riprodotto sulla facciata degli uffici di Boulevard des Moulin, alla presenza di Madame Sophie Thévenoux, Consigliere del Governo per le Finanze e l’Economia e di Michel Bouquier, Delegato Generale al Turismo (nelle foto durante l’inaugurazione del nuovo Logo). La nuova identità della Direzione del Turismo e dei Congressi conferma quindi che Monaco si può considerail suo colore sobrio, le sue bellezze naturali e le sue sottili variazioni. La sua presenza è forte Monaco è una rocca. Infine, il quadrato di colore rosso evoca il simbolo monegasco delle losanghe rappresentato nello stemma ufficiale del Principato di Monaco. Lunga vita e prosperità al “nuovo” ufficio del Turismo. 38 Samantha De Reviziis Direzione del Tourismo e dei Congressi Responsabile della comunicazione Jean-François Gourdon E-mail: [email protected] Tel.: (+377) 92.16.60.47. re, di fatto, al primo posto quale meta internazionale del turismo di lusso. Il nuovo marchio di Monaco si riconferma quindi sinonimo di garanzia di lusso e qualità senza altro aggiungere al prestigio ormai riconosciuto di un brand che si posiziona ai primi posti nelle classifiche mondiali dei Paesi che fanno turismo. Il logotipo è realizzato con una grafica originale che fonde le linee moderne con quelle classiche avvicinandosi ad uno stile simile al corsivo, evocando l’incisione di una targa, dove ogni lettera è legata all’altra come gli anelli di una catena preziosa. Monaco è un gioiello, piccolo e prezioso, che offre contenuti di grande valore sociale e culturale. La sostanza pura, la pietra, gli dona Monte-Carlo & Costa Azzurra FoglioEuropeo 124 DEF.indd 38 10-11-2009 23:41:34 EXCEPTIONAL SERVICES FOR EXCEPTIONAL CLIENTS I M M O B I L I E R / R E A L E S T A T E 5 B I S , AV. P R I N C E S S E A L I C E - 9 8 0 0 0 M O N A C O - W W W. D O T TA . M C TÉL. : +377 97 98 20 00 - FAX : +377 97 98 20 01 - [email protected] FoglioEuropeo 124 DEF.indd 39 10-11-2009 23:41:40 PARIGI La Parigi dei bambini: istruzioni per l’uso 40 Campagna Abbonamenti 2010 al magazine “Il Foglio Italiano” sul sito web: www.foglioitaliano.com FoglioEuropeo 124 DEF.indd 40 10-11-2009 23:41:43 41 Segue FoglioEuropeo 124 DEF.indd 41 í 10-11-2009 23:41:44 42 La PARIGI dei bambini: istruzioni per l’uso FoglioEuropeo 124 DEF.indd 42 10-11-2009 23:41:46 Sotto, bambini interatti. PARIGI A cura di Silvana Rivella [email protected] Per pubblicità, grandi magazzini e media è una vera e propria parola d’ordine e durante tutto settembre c’è ovunque un’aria di festa, come quando si organizza un grande avvenimento famigliare. Poi, pian piano tutto si placa, le vacanze sono ormai un lontano ricordo e diventa indispensabile organizzarsi al fine di trascorrere del tempo con i propri bambini durante il week-end; ma non solo, bisogna pensare anche al mercoledì, quando il sistema scolastico francese prevede, per i bambini delle materne ed elementari, una giornata “break” di riposo dall’obbligo. (riposo per i bambini, non per le mamme!). A Parigi queste meravigliose persone “multitasking” si dividono perciò in diverse categorie: ci sono le mamme lavoratrici che stanno a casa a godersi i pargoli grazie ad una specie di part-time che si chiama 4/5, ovvero 4 giorni su 5; ci sono quelle che lavorano a pieno ritmo e che, potendoselo permettere, assumono una “nounou”, praticamente una vice-madre, e infine ci sono quelle poche che hanno nonni disponibili ad occuparsi dei nipotini. Bisogna dire che ormai tutte le mamme sono accomunate nella ricerca sui “websites” delle attività ideali da importare in famiglia per il mercoledì, il sabato e la domenica; così si selezionano i centri commerciali, i musei, i parchi e si fanno i relativi preventivi di spesa, perchè l’intrattenimento dei piccini ha un costo ben preciso e a volte molto elevato. “Storie & storia” Attraverso questa ricerca, ci si renderà conto di come il puro divertimento sia in assoluto il più costoso. Ma non sempre: infatti, e del tutto gratuitamente, il primo consiglio è di fare un salto in “Mediateca”. Le biblioteche di Parigi organizzano delle animazioni il mercoledì ed il week-end, divise per fasce d’età, e questo è davvero utilissimo per tutte le mamme italiane che, abitando a Parigi, sono alla ricerca di un’attività interessante, utile per apprendere o migliorare il francese e soprattutto gratis. Prima di tutto, nella biblioteca per bambini il silenzio non è d’obbligo; il personale, molto attento e sensibile, adocchia subito il pargolo sotto i tre anni, colui che di solito adora ridurre in coriandoli e stelle filanti tutte le riviste che tocca e, seguendolo a vista, lo invita ad aggirarsi allo stato brado, tra sedioline per nanerottoli, divani per puffi e libri di ogni dimensione e colore. A partire dai 5 anni, in una sala anfiteatro a gradini bassini, apposta per 43 F inite le grandi vacanze estive, da ottobre in poi i genitori devono pensare a come trascorrere con i propri bambini i giorni della settimana dedicati al riposo; ecco perciò alcuni indirizzi, al chiuso e all’aperto e per tutte le borse, con tutti i consigli per divertirli, interessarli, intrattenerli, senza perdere di vista la nozione di “relax” cui i genitori hanno diritto. La “rentrée”, ovvero l’inizio dell’anno scolastico, specialmente per i bambini delle materne ed elementari è un avvenimento molto sentito in tutta la Francia. Parigi FoglioEuropeo 124 DEF.indd 43 10-11-2009 23:41:49 Una volta entrati, il museo Carnavalet appare come un luogo fantastico per i bambini perchè, oltre ad essere la memoria storica della loro città con la grande scelta di quadri, stampe e oggetti interessanti e curiosi, li attira soprattutto con le bellissime e fedeli ricostruzioni d’interni, completi dei più amati personaggi storici le cui vite, a volte davvero fiabesche, sono loro raccontate da guide specializzate. Inoltre, per un compleanno davvero diverso, si può organizzare un pomeriggio interattivo in costume con racconti di fiabe a fondo storico già a partire dai tre anni di età. Il museo Carnavalet è il più parigino dei musei della capitale: questo impo- Sopra, coloratissimi libri per i più piccini. A destra, le storie sugli animali attirano sempre l’attenzione dei futuri lettori. 44 Sotto, visitatori al Museo Carnavalet, memoria storica di Parigi. piccoli nani e addobbata con megacuscini, i bambini ascoltano incantati le letture dei bibliotecari. Alla Mediateca tutto è progettato per loro, fino alle toilettes dove i vasini e i lavandini sono come alla materna, senza nessun scalino per salirci e tutto in formato mignon. Così che per le giovani mamme, anche le più apprensive, trascorrere una mattina in Mediateca può rappresentare un momento di inaspettato e magico relax. Se i bimbi sono di età differente, diciamo uno in carrozzina e l’altro già grandicello, la scelta di visitare un Museo non può che cadere sul “Musée Carnavalet”, che è gratuito il mercoledì ed ha il merito di trovarsi in una zona famosa per le decine di “boutiques” e negozietti con vetrine tutte da guardare, nel cuore del Marais, non lontano dall’incantevole place des Vosges. nente insieme architettonico che si articola attorno ai due celebri hôtels dei XVI e XVII secoli, rispettivamente l’hôtel Carnavalet e l’hôtel Le Peletier de Saint-Fargeau, offre un percorso di più di cento sale consacrate alla storia della città, dalle origini ai nostri giorni. Le collezioni sono molto interessanti per grandi e piccini perchè offrono di tutto e di più: resti archeologici, modellini di Parigi com’era, copie di monumenti antichi e decorazioni di edifici scomparsi, scene anedottiche, ricordi e ritratti di uomini e donne celebri. FoglioEuropeo 124 DEF.indd 44 10-11-2009 23:41:52 A sinistra, una deliziosa sala di musica. Sotto, fiabesca ricostruzione di un castello della Loira al Museo Carnavalet. “Arte e scienza per piccoli passi” Quando negli anni sessanta l’antico mercato parigino di “Les Halles” (dove alle quattro del mattino si andava a mangiare la miglior “soupe à l’oignon” di tutta Parigi, ossia la famosa zuppa di cipolle con crostini e una grattuggiata di gruyère) fu smantellato per far posto al “Centre Pompidou”, bisogno.Fin dalla sua fondazione, il pincipale criterio programmatico del Centre è stato la divulgazione dell’arte contemporanea a tutti i livelli, dallo studioso al grande pubblico, dall’appassionato esteta al ragazzino curioso; e grazie a questa grande flessibilità il Centre riesce a sensibilizzare e ad avvicinare sia i bambini che i genitori all’arte moderna proponendo diversi percorsi, laboratori, mostre ed 45 A sinistra, il modellino della Bastiglia com’era prima del 14 luglio 1789. Sotto, una vecchia insegna pubblicizza gli intramontabili e golosissimi Croissants. (di cui uno degli architetti, e vale sempre la pena di ricordarlo, fu un allora giovanissimo e quasi sconosciuto Renzo Piano), il dapprima contestato parallepipedo del Beaubourg, tutto in vetro, resine e plastiche colorate risultò in breve essere lo spazio adatto a grandi mostre di arte moderna e di avanguardia di cui Parigi aveva eventi specialmente concepiti per i più giovani; inoltre, una domenica al mese il Beaubourg offre ai bambini a partire dai 6 anni e accompagnati dai genitori un percorso-scoperta dell’arte moderna, con visite guidate dalle 11 del mattino alle 9 di sera, a soli 4 € testa; visto il successo, specialmente quando l’attrazione principale è un Parigi FoglioEuropeo 124 DEF.indd 45 10-11-2009 23:41:56 Sopra, il grande rinoceronte rosso. 46 rinoceronte rosso a grandezza naturale, è meglio iscriversi telefonando al (+33 0)1 44 78 49 13 o prenotare gli ingressi direttamente sul sito internet. Le iscrizioni sono comunque aperte al botteghino15 minuti prima dell’inizio del percorso; mentre si aspetta, sul “parterre” di fronte al Centre, tra le divertenti fontane, si esibiscono come sempre i funamboli, i mimi, i mangiatori di fuoco... e i bambini fanno OOOHH!!! Alla “Grande Galerie de l’Evolution”, e dinamica, formando un insieme spettacolare: non solo i bambini si sentiranno piccini in questo avveniristico spazio che misura 55 metri per 25 e la cui volta, al sommo, ne misura 30! I 6000 metri quadri della permanente sono ripartiti tra la navata centrale, la balconata superiore e quella intermedia. Altre esposizioni sono dedicate alle speci minacciate di estinzione, a quelle scomparse e alle scoperte. Emozioni e riflessioni sorgono sponta- che si trova nel “Jardin des Plantes”, oltre alle esposizioni monotematiche e temporanee c’è una mostra permanente che costituisce una straordinaria avventura attraverso la quale i bambini possono scoprire le origini dell’uomo e degli animali, dai più grandi e possenti come gli estinti e amatissimi dinosauri, fino all’osservazione della febbrile attività dei più minuscoli insetti. Le tavole didattiche sono esaurienti, ma la cosa migliore da fare è iscrivere con pochissima spesa i bambini a uno dei diversi laboratori proposti su temi specifici e che sono adattati ad ogni ordine di età. Come in una rappresentazione, la Grande Galleria dell’Evoluzione mette in scena migliaia di speci animali e ne racconta così la straordinaria storia in tre atti. Costruita ai tempi della Tour Eiffel alla fine dell’800, dal 1994 la Galleria e le collezioni zoologiche hanno acquistato un’impronta nuova nee negli adulti e nei piccini visitando la galleria delle speci marine, dolcemente illuminata in azzurro e dove spicca la ricostruzione di un calamaro gigante, proprio come quello immaginato da Jules Verne nel suo “20.000 leghe sotto i mari”! Ii passi dei bambini che qui hanno la possibilità di fare un fantastico viaggio nel tempo assistendo alle trasformazioni avvenute in 4 miliardi di anni sono piccoli, ma grandi passi vengono qui compiuti nell’educazione al rispetto della natura e del futuro del nostro pianeta. A destra, la straordinaria fontana con l’elefante tutto colorato. Sotto, un buffo cappellino. FoglioEuropeo 124 DEF.indd 46 “Giocando s’impara” Nel parco della Villette c’è uno spazio originale ed unico in Europa perchè ad uso esclusivo dei bambini. È la “Città della Scienza”, progettata al fine di iniziare i ragazzini ai fenomeni della fisica, i più piccoli 10-11-2009 23:41:59 attraverso il divertimento e i più grandicelli mediante laboratori ed esperimenti. “La Città dei bambini” si sviluppa su oltre quattro ettari pieni di attività e di scoperte, sia naturali che scientifiche. Accompagnati da almeno un genitore o da un insegnante, i bambini hanno modo di avvicinarsi al mondo della tecnica giocando, osservando, analizzando, o anche partecipando direttamente ad attività concrete, come ad esempio avviene per la realizzazione di un telegiornale in diretta. La Cité è divisa in due sezioni, dai 3 ai 5 anni e dai 5 ai 12; è chiaro che specialmente nei week-ends le sessioni dedicate agli esperimenti e ai laboratori più complessi sono frequentatissime ed il numero è per forza limitato: è perciò indispensabile prenotare un posto attraverso Internet. Di non secondaria importanza è il fatto che le diverse attività, molto stimolanti, sono adatte anche ai bambini autistici che ne traggono indubbiamente grandi vantaggi. Per quel che riguarda la spesa, è in vendita un pass annuale familiare il cui costo abbastanza considerevole è ammortizzato dalle tante possibilità di divertimento comunque sempre accessibili, come la Géode, il piccolo acquario e il cinema “Louis Lumière” tridimensionale. In un’uggiosa giornata di pioggia può essere una buona idea accompagnare i ragazzini al Playmobil Fun Park: una volta risaputo che il luogo è molto rumoroso perchè non molto ben insonorizzato e quindi piuttosto inadatto agli insonni pargoli in carrozzina, il Playmobil Park resta uno spazio fantastico di più di 2000 metri quadri, totalmente dedicato ai famosi personaggi di plastica e ai loro accessori, tutti messi gratuitamente a disposizione (ma attenzione perchè, a fine visita, c’è l’inevitabile passaggio alle casse dove è molto difficile resistere al richiamo e non lasciarsi tentare ad acquistare almeno una scatola di costruzioni). Comunque l’entrata non è molto cara, 1,50 euro a testa; se poi fuori c’è il sole, dentro c’è pochissima gente... e allora è davvero il massimo! Comunque, i bambini sono guardati a vista da un personale molto efficiente e, seduti al bar situato al piano supe- A sinistra, gli animali imbalsamati nela Galleria dell’Evoluzione. Sotto, il bufalo e il leone, due dei cinque grandi animali africani. A sinistra, i parterres del “Jardin des Plantes”. riore, i genitori socializzano, o leggono un buon libro; ma ci sono anche quelli che, con la scusa di aiutare i figlioletti, fanno a gara a chi costruirà la più bella fattoria, mentre su grandi schermi passano scene dimostrative di tutto ciò che è possibile creare con In basso a sinistra, la Géode è il simbolo del Parco. 47 Sotto, costruzione ellittica in Rosso Brillante. Parigi FoglioEuropeo 124 DEF.indd 47 10-11-2009 23:42:02 i Playmobil! Nello spazio organizzato a temi (saloon del West, giungla, castello delle meraviglie) per i bambini è un paradiso. Inoltre, ci sono spazi per i più piccoli dove, ad evitare soffocamenti imprevisti, i playmobil sono tutti di misura non ingeribile. Ultimamente la qualità del catering è migliorata ed è possibile organizzare feste di compleanno indubbiamente molto originali. Per finire davvero in bellezza, questo “ENFETANIME” è il simpatico nome dell’associazione di professionisti dello spettacolo che assicurano ai bambini una FESTA (fete) con la massima dose di ANFETAMINA, (o divertimento) grazie alla lunga esperienza in fatto di ANIMAZIONE. Sopra, evoluzioni in classe alla Villette. A destra, costruire insieme la fattoria di Nonna Papera. Ogni scenario è ben collaudato da anni, ma ogni animatore è sempre pronto all’improvvisazione, a richiesta dei piccoli. Enfete’anime sa preparare fantastici Halloween, feste di Natale, Pasqua e tutti i possibili avvenimenti festaioli. Un clown, un cow-boy, un pirata ou un super-eroe è pronto ad animare una merenda di compleanno, un successo scolastico o sportivo del vostro bambino, prendendo i fanciulli in carico al 100%. In programma ci sono racconti e canzoni, giochi e marionette, maquillage arabo e pesca miracolosa, gare di karaoke e al tesoro; quindi, se in menu, si procede anche alla distribuzione di piccoli premi o giocattoli. Il successo dell’investimento è garantito da una équipe seria e coscienziosa ed ai parenti, specialmente alle mamme, è garantito il diritto al relax! I prezzi sono concorrenziali e le performances possono avvenire tutti i giorni. Per informazioni sul sito Web officiale: http://www.enfetanime.com/animations.html 3, rue Roger Bissière Tel. (+33) 06.72.06.51.92. Silvana Rivella FoglioEuropeo 124 DEF.indd 48 un grande classico parigino e si trova nel cuore del vastissimo Bois de Boulogne: “Le Jardin d’acclimatisation des plantes” non solo e per lunga tradizione è uno dei Il trenino del Jardin in azione: un vero viaggio! 48 A destra, ricostruire un tendone da circo è lo spettacolo favorito dai bambini. È meglio frequentati e protetti giardini di Parigi, ma è anche un formidabile mini-parco dei divertimenti, percorso da un trenino quasi vero e completo di grandi spazi dove passeggiare, giocare, divertirsi. Subito si viene accolti dalle attrazioni a pagamento, è qui bisogna fare attenzione a non comprare troppi biglietti perchè 100 euro possono andarsene molto in fretta... Ci sono le giostre stile Belle Epoque con i famosi cavalli di legno dipinto e giostre moderne con aerei e autobus a due piani; ci sono diverse piste con gli autoscontri, molti tiri a segno e tre minigolf... qui i ragazzini non si annoieranno di certo! L’importante è non soffermarsi troppo a lungo nella zona a pagamento perchè moltissime sono le attività alternative completamente gratuite: ci sono i corsi di mini guida e quelli di educazione stradale e poi recinti con orsi, lama e caprioli, mini fattorie con caprette, galline e maialini, e orticelli dove si impara e trapiantare un alberello; naturalmente non mancano gli spazi pavimentati con materiale antiurto dove pattinare con i rollers e altri attrezzati per lo skateboard; ci sono piccoli scivoli e complessi toboggan, quadrati di sabbia pulitissima dove i più piccini possono giocare con paletta e secchiello e costruzioni di corde su cui i più ardimentosi e scatenati ragazzini possono arrampi- 10-11-2009 23:42:06 Gite fuori porta carsi fino allo sfinimento. Tutti potranno fare un giro sui poneys o assistere gratuitamente allo spettacolo di burattini che ha luogo in un teatrino; quest’ultimo è coperto come altri spazi molto frequentati tipo l’Exploradome e la Casa delle meraviglie. Inoltre il mercoledì, il sabato, la domenica e tutti i giorni durante tutta l’estate si possono iscrivere e lasciare i figlioletti in totale sicurezza presso i vari laboratori che sono attivi dal mattino fino a sera e che propongono corsi di cucina, giardinaggio, teatro, profumeria, calligrafia, dai 3 ai 12 anni di età. Fantastico! In quanto a ristorarsi, il Giardino di acclimatazione è il luogo ideale dove del Vexin, a soli 45 minuti da Parigi e offre un discreto percorso da guerra. È adatto anche ai genitori sportivi che vogliono accompagnare i loro figlioletti nelle diverse prove, ma non devono essere troppo esigenti, perchè il parco è a misura di ragazzino ed alcune attività, come ad esempio “la tyrolienne”, dura “solo” due ore che possono essere poche per un adulto ma risultare massacranti per un bambino. Quindi attenzione alle scelte e occhio ai prezzi. Il parco è comunque adatto a tutta la famiglia, perchè ci sono molti sentieri nel verde dove i genitori possono alternarsi a portare a passeggio i neonati in carrozzina; si possono anche bini a partire da un metro e dieci di altezza e gli adulti possono partecipare all’avventura. I percorsi del secondo livello sono concepiti sia per gli adulti che per Interessante laboratorio di giardino musicale. i ragazzini, alti almeno un metro e cinquanta. Interessantissime sono infine le visite guidate alle abitazioni troglodite dette “BOVES”e scavate nella roccia calcare, tra le meglio conservate al mondo grazie alla natura della regione: infatti l’umidità e la temperatura interne hanno un escursione molto lieve nell’arco dell’anno. Il nome di “BOVE” di questo tipo di abitazioni trogloditiche è tratto dal uso dei contadini (che ci alloggiavano), di portare all’interno di queste case i propri bovini e approfittare del calore dei loro corpi per riscaldarsi. Aventure Land rappresenta sicuramente un modo diverso e simpatico di trascorrere una bella e attiva giornata all’aria aperta; si può anche pranzare al sacco, portando tutto il necessario 49 Una giostra cinese al Jardin d’acclimatation. A destra, attività aperte anche ai più piccini in un freddo pomeriggio d’autunno. gustare un ricco pic-nic portato da casa, con uova sode, bibite e panini, ma anche patatine e biscotti: infatti è bene sapere che i bar e i chioschi sono molto attraenti con i loro “hot dogs”, le loro fette di pizza succulenta, i torroncini, lo zucchero filato e i “krapfens”, ma sono tutte ghiottonerie molto costose! Per chi ama le sensazioni forti, “Aventure Land” si trova a Saint Clair sur Epte, nel parco naturale affittare dei “quad”, che sono delle piccole moto a quattro ruote, pilotabili a partire dai 5 anni di età. Se pronti all’avventura, ci si avvia vestiti con le apposite tute e come tanti Indiana Jones e si traballa su ponti sospesi, ci si aggrappa alle reti fissate tra gli alberi, si scalano alberi e pareti ferrate. Aventure Land ha spazi diversi a seconda della taglia; i percorsi del primo livello sono studiati per bam- Parigi FoglioEuropeo 124 DEF.indd 49 10-11-2009 23:42:09 fettuosamente chiamati i bambini, il villaggio offre delle animazioni il mercoledì e il sabato; specialità e prezzi scontati sono proprosti nei ristoranti e nelle boutiques per un pomeriggio in famiglia. L’équipe di Bercy Village ha molto successo nell’organizzare i laboratori più disparati: disegno, lettura, bricolage, scoperte naturali, cacce al tesoro; ad esempio nella sezione Junior dedicata all’infanzia, o nella boutique “Animalis”, dove sono esposti molti pesci e famiglie di hamsters, come scoiattoli, cavie e criceti; ciclicamente, interessanti mostre monografiche vengono organizzate dal Ministero per la Cultura al fine di sensibilizzare i giovanissimi al rispetto della natura e al futuro del pianeta. In spazi appositi si possono affittare Nel parco non mancano le manifestazioni culturali legate al territorio. Con lo specchio deformante, il divertimento è assicurato. A destra, il Grand Guignol al coperto attira grandi e piccini tutto l’anno. 50 per un pic-nic e approfittando delle zone appositamente attrezzate, oppure frequentando una delle simpatiche “buvettes”. Nelle stagioni più fredde, la Maison du Parc, un’antica fattoria, offre ristoro in ambienti che ospitano anche interessanti mostre itineranti. Appena fuori città, ma facilmente raggiungibile con la linea 14 del metro, “Bercy Village” è una delle più straordinarie realizzazioni urbanistiche parigine. Il quartiere, che era molto dissestato, è stato completamente rinnovato ed ora è molto sicuro e ben frequentato. Alle piccole canaglie, come sono af- rollers e pattini a rotelle, e nella via principale gli stands d’informazione indirizzano alle dimostrazioni in atto, come le sculture fatte con frutta e legumi, alle varie degustazioni o alle visite guidate del famoso Giardino botanico. Per ristorarvi al meglio, grande successo è quello ottenuto dal Buffet d’Italie, un ristorante che si trova nella cour St-Emilion; qui la pasta fresca è stesa o riempita davanti ai vostri occhi e le specialità italiane sono davvero infinite; l’ambiente è elegante, angoli tranquilli sono disposti sui due piani o in terrazza; il Buffet d’Italie è anche negozio gastronomico, così potete portarvi a casa la cena bell’e pronta. I gelati artigianali vengono serviti all’interno e fino alla fine dell’estate in molti gusti; in inverno, la pasticceria propone dolci e budini fatti in casa come la famosa panna cotta, davvero fantastica. Chiara Trussoni A sinistra, l’abitazione troglodita, testimonianza affascinante per adulti e bambini. Parigi FoglioEuropeo 124 DEF.indd 50 10-11-2009 23:42:12 Il Savoy Beach Hotel è frontemare e direttamente collegato al Centro Termale Ter tramite rraneo, che ti permetterà di raggiungere le piscine o la beauty un comodo tunnel sotterraneo, farm già avvolto in un morbido accappatoio. The Savoy Beach Hotel is directly on the beach and connected to the Thermal Centre by an underground gallery heated, so you can reach the Pools or the Beauty Farm wrapped in your bathrobe. APERTO TUTTO L’ANNO - OPEN ALL YEAR AROUND SAVOY BEACH HOTEL Bibione - Corso Europa, 51 Tel. +39 0431 437317 • Fax +39 0431 437320 www.hotelsavoybeach.eu • [email protected] Tipografia Sagittario - Bibione FoglioEuropeo 124 DEF.indd 51 10-11-2009 23:42:20 GINEVRA Premio Foglio Italiano di Ginevra Un diplomatico al servizio dell’Umanità 52 Giulia Giori crea GGiullery Campagna Abbonamenti 2010 al magazine “Il Foglio Italiano” sul sito web: www.foglioitaliano.com FoglioEuropeo 124 DEF.indd 52 10-11-2009 23:42:23 53 Segue FoglioEuropeo 124 DEF.indd 53 í 10-11-2009 23:42:24 A sinistra, Ana & Carlo Lamprecht con Evelyn Perret. I 54 Ricordando il Premio Foglio Italiano di Ginevra FoglioEuropeo 124 DEF.indd 54 l Premio Foglio Italiano di Ginevra che si è tenuto all’Hôtel Richemond la scorsa estate è stato davvero un bel successo, e tutt’ora ne sentiamo parlare! Questo ci sprona ad immaginare già di organizzare la seconda edizione, all’esterno di Monte Carlo, dove quest’anno il sei dicembre si celebra il 10° anniversario de “Il Foglio d’Oro”. Ora resta da vedere, se il direttore, Ilio Masprone vorrà fare una seconda edizione ginevrina oppure vorrà renderlo itinerante per toccare altre città europee e degli Stati Uniti dove la rivista è distribuita con successo e dove vi sono tanti altri personaggi italiani, ma questo è troppo presto per dirlo. Rimaniamo in attesa di una decisione. Intanto però, volevamo raccontarvi il seguito di questa esperienza. Innanzitutto il fatto che molti lettori e partecipanti al Gala hanno apprezzato moltissimo che a Ginevra fosse stato organizzato un premio dedicato agli italiani e abbiamo voluto chiedere ad alcune personalità italiane e ginevrine di dividere con noi il proprio pensiero circa questa iniziativa. Ministro Pasquale Davino (Rappresentante Permanente Aggiunto presso le Nazioni Unite a Ginevra): “Gli Italiani all’estero rappresentano un patrimonio di straordinaria importanza per l’Italia e, come ho potuto verificare anche nelle mie esperienze professionali da Console Generale a Chicago a Capo del Cerimoniale del Presidente del Consiglio, costituiscono una preziosa “cinghia di trasmissione” tra ciò che avviene nel mondo e quanto può realizzarsi, attraverso contatti e stimoli nei vari campi nel nostro Paese. Dunque plaudo l’iniziativa di dare un riconoscimento agli Italiani che si distinguono in Svizzera e tengono alto il nome dell’Italia”. Marco Montini (Direttore Generale dell’ENIT) Europa e Svizzera: “L’iniziativa del Foglio Italiano ha rappresentato un’occasione 10-11-2009 23:42:26 In basso, Mario e Charlottte Buzzanca con due mannequin. Sotto, Lorenzo Testa, Manuel Tornare & Jean-Louis Fazio. GINEVRA Di Susanna Gorga [email protected] foto di Timothée Jeannotat piacevole di convivialità e di riflessione per celebrare i successi della comunità italiana in Svizzera che si è distinta per l’apporto dato in vari campi quali il settore economico, culturale e scientifico, senza dimenticare quello imprenditoriale e turistico in particolare, motivo del sostegno dell’ENIT a questo evento. Una testimonianza del talento che gli italiani residenti all’estero hanno saputo esportare”. Fabio Campitelli (Direttore Commerciale Alitalia, Ginevra): “Trovo l’idea della premiazione ottima, un modo diverso per sottolineare i successi degli italiani nel mondo e di propagare la nostra cultura ed esportare il made in Italy anche in campo intellettuale oltre che imprenditoriale”. Noëlle del Drago (Presidente Association genevoise d’Etudes italiennes): “Ho avuto il piacere di assistere alla premiazione e trovo l’iniziativa eccellente perchè bisogna mettere in evidenza tutte le attività degli italiani all’estero. L’informazione è sempre importante e dimostra le grandi qualità, sia delle attività pubbliche che private di questi eminenti cittadini d’origine italiana residenti all’estero”. Luciano Ferrini di Losanna (ex fun- 55 zionario del Consolato Generale della stessa città, attualmente in pensione): “Serata centrata e perfettamente riuscita nel suo scopo”. Carlo Lamprecht (ex Presidente del Consiglio della Città e Stato di Ginevra): “Penso sia importante ricompensare gli italiani che si distinguono all’estero. D’altronde la serata della premiazione è sempre una bellissima occasione d’incontro e di condivisione con la comunità italiana e le persona- Ginevra FoglioEuropeo 124 DEF.indd 55 10-11-2009 23:42:29 Sotto, David Arasa, Daniela Von Hammerstein e Claudio Morelli. A destra, la Principessa Maria Gabriella di Savoia con la Principessa Noëlle del Drago. 56 Sopra, Enzo di Palma con un’ospite. Sotto, Lando Buzzanca, Federica Barattolo e Pasquale Davino. lità del mondo economico, politico, accademico e sociale della loro città di adozione. Invece, mi sembrerebbe migliore l’idea di organizzare questo premio a Ginevra ogni due anni in modo da valorizzare al meglio i premiati”. Marzia Zacchia “Presidente del Gruppo Esponenti Italiani all’Estero”: “L’iniziativa del Foglio è estremamente interessante e dovrebbe essere ripetuta perche è importante dare riconoscimenti a chi si distingue e a chi si prodiga in paesi fuori dall’Italia”. Vi ricordiamo i nostri premiati ginevrini: SAR la Principessa Maria Gabriella di Savoia, per i suoi importanti lavori storici; l’attore Lando Buzzanca; il Professor Ugo Amaldi, scienziato di fama internazionale; Pierangelo Bottinelli per l’imprenditoria in diversi settori, ed in special modo nell’Alta orologeria “made in Switzerland” (Audemars Piguet); Massimo Lorenzi, specializzato in comunicazione e giornalista della Televisione Svizzero-Romanda. Questa è anche un occasione in più per ringraziare i nostri sponsor: l’ENIT (Agenzia Nazionale per il Turismo), l’Hôtel Richemond, l’Alitalia, gli stilisti Arasa Morelli ed il designer Mario Buzzanca che hanno organizzato ed orchestrato con splendida maestria una sfilata sfavillante di abiti da sera e stupendi gioielli trasportandoci nel modo magico del lusso made in Italy che ci ha fatto sognare. Oltre a tutti gli altri sponsor, tra cui, la Banca Privata Edmond De Rothschild, Elite Rent a Car, Villa a Sesta, Baboo, Hôtel Crowne Plaza e Pfister. E, come in tutte le precedenti edizioni monegasche, gli sponsor tecnici: Azienda Coalvi, Azienda Michelis, l’Azienda Carretta e la Ferrari Spumanti. Come vogliamo ricordare il successo della tombola organizzata in collaborazione con il Com.It.Es, a favore alle vittime del sisma dell’Abruzzo, dove numerosissimi sponsor hanno tenuto a partecipare per sostenere gli abruzzesi a cominciare dalla MSC - Mediterranean Shipping Company, che ha offerto una splendida crociera VIP “Yacht Club” per due persone, e gli artisti che hanno offerto le loro opere artistiche e musicali: il maestro Adalberto Maria Riva, il maestro Antonio Dominguez, il prof. Daniele Dondé, e Mario Buzzanca. Come anche a tutti gli altri di cui abbiamo tenuto a pubblicare ancora una volta i loro nomi qui di fianco scusandoci anche con tre partners i cui nomi per un disguido, non sono apparsi nel numero precedente. Un grazie sentito al Ristorante Le Grotto che offre una splendida cucina regionale italiana e al RistorantePizzeria La Bruschetta che delizia il cliente con la vera pizza con il forno a legna, ambedue dei fratelli Angelo e Mario Palasciano di Losanna e alla gioielleria Guillard et Metzger di Losanna che hanno tenuto a sostenere la causa anche con il cuore. Per tutti quelli che vorranno continuare a contribuire al fondo emergenza del Com.it.Es a favore alle vittime del terremoto possono farlo contattando direttamente Lorenzo Testa: E-mail: [email protected] Tel. 022.346.9913 oppure potranno visitare il sito: www.comites-ginevra.ch dove troveranno il numero del conto “Terremoto d’Abruzzo: CCP 17-311510-3). Susanna Gorga Ginevra FoglioEuropeo 124 DEF.indd 56 10-11-2009 23:42:32 FoglioEuropeo 124 DEF.indd 57 10-11-2009 23:46:51 L’intervista Un diplomatico al servizio dell’Umanità Incontro con Cornelio Sommaruga umanitario mondiale. Ora Sommaruga vi è rimasto come Presidente Onorario oltre a presenziare altre organizzazioni umanitarie con sede in Svizzera come la Business Humanitarian Forum, Initiatives for Change e Foundation for the Future. Una vita piena d’incontri e di successi al servizio dell’umanità. Sorridendo, dice, “mi sono intrattenuto con più di 100 uomini di Stato, mai nessun presidente svizzero ne ha visti così tanti!” Quindi, possiamo dire che la diplomazia umanitaria è per lei il richiamo del cuore ? “Ho avuto un’educazione classica italiana, cattolica, con molta apertura sulla Svizzera. Il padre 58 T ra i personaggi italiani intervistati da noi in Svizzera, Cornelio Sommaruga è senz’altro un personaggio atipico, oltre che affascinante, nato a Roma da genitori italo-svizzeri, che opterà per la nazionalità svizzera quando deciderà di abbracciare la carriera diplomatica elvetica. Sposato con l’italiana Ornella, felice padre di sei figli e nonno di 16 nipoti, è l’unico nella famiglia a non avere ancora il passaporto italiano anche se nel cuore lo è sempre rimasto. Incontrarlo ed intrattenersi con lui è stata un’esperienza interessantissima. Ci ha trasportati nella storia, nella diplomazia di un tempo, nell’economia, nell’umanitario, regalandoci racconti bellissimi conditi con episodi felici di vita familiare. Un uomo entusiasta che ha sempre voluto seguire il suo triplice moto di vita che lo guida dall’età di 17 anni: “servire, difendere la dignità umana e vivere in e per la famiglia”. Cornelio Sommaruga è conosciuto nel mondo intero per essere stato Presidente della Comitato internazionale della Croce Rossa - CICR FoglioEuropeo 124 DEF.indd 58 per tredici anni (e tre mandati), certamente il Presidente più amato di questa istituzione e che ancora oggi tutti riconoscono come tale. Con lui il CICR, con sede a Ginevra, ha avuto visibilità universale ed oggi è tra le organizzazioni internazionali umanitarie più attive e conosciute nel mondo intero. Per questa ragione Sommaruga è rinomato come “il diplomatico al servizio dell’umanità”. Infatti passa per tre fasi nella sua carriera: la diplomazia classica bilaterale espletata specialmente nell’area europea, la diplomazia economica - commerciale con ruoli direttivi in organizzazioni come l’EFTA, il GATT e l’UNECE e come Segretario di Stato agli Affari Economici, per concludere con la diplomazia umanitaria diventando Presidente del CICR. A questa esperienza ha seguito la Presidenza al GICHD-Geneva International Centre for Humanitarian Demining (ovvero il Centro di Ginevra per lo Sminamento Umanitario), dal 2000 al 2008. Era stato lui infatti nel 1994, durante la sua Presidenza al CICR a lanciare il progetto di sminamento 10-11-2009 23:46:55 Di Susanna Gorga [email protected] In basso, l’intera famiglia di Cornelio Sommaruga. di mia madre, era il pediatra dei figli di Vittorio Emanuele III e della Principessa Mafalda, le due famiglie si frequentavano e noi figli giocavamo insieme, andavo a scuola a Castel Porziano con Maria Pia e Vittorio Emanuele. Quindi dalla più tenera infanzia sono in contatto con i nobili romani. Mio nonno fu Senatore del Regno, la mia madrina e prozia Carolina Sommaruga sposa uno svizzero, Emilio Maraini, pioniere in Italia dell’estrazione di zucchero dalla barbabietola, e crea un impero. Diviene Deputato e nel 1905 inaugura la villa Maraini a Roma in zona Ludovisi-Boncompagni. Divenuta vedova, la zia Carolina rimane a Roma, si dedica alla beneficienza ed alla Croce Rossa e chiama mio padre Carlo per aiutarla ad amministrare le aziende del marito. La villa della zia Carolina, su consiglio di mio padre, sarà donata allo Stato italiano per creare l’Istituto svizzero di Roma, che accoglie artisti ed universitari svizzeri che abbiano un interesse speciale per Roma, come borsisti, oltre ad essere sede della biblioteca elvetica e di esposizioni e concerti. Durante la II Guerra Mondiale, mio padre Carlo rimane a Roma presso la Legazione Svizzera (paese neutrale) per occuparsi della difesa dei Paesi stranieri - USA, Regno Unito, Francia, ecc, quindi la diplomazia comincia a scorrermi nelle vene sin dall’infanzia. In quel periodo mia madre e noi 4 figli rientrammo in Svizzera al Monte Ceneri tra Lugano e Locarno, ma ricordo lo scambio di corrispondenza tra i miei genitori che passava per corriere diplomatico e che conteneva delle informazioni cifrate che mio padre trasmetteva a mia madre perchè lei potesse passarle durante gli incontri degli ebrei a Piazza della Riforma a Lugano 59 Ginevra FoglioEuropeo 124 DEF.indd 59 10-11-2009 23:46:57 L’intervista 60 (anche conosciuta come Piazza della ‘Gerusalemme liberata’, dopo le 12h30, quando gli internati dovevano rientrare per il pranzo), lettere che mia madre mi lasciò alla sua morte e che ora sono presenti nell’archivio storico svizzero. Questi momenti storici, l’umanitarismo insito nella nostra famiglia, la diplomazia, la guerra, hanno molto marcato la mia vita e la scelta professionale. Tornato a Roma dopo la guerra fondai con un gruppo di amici gli ‘scout nautici’, le nostre attività si svolgevano sul Tevere in mare, a Ponza, Zanone, il Giglio e l’Elba e negoziavamo con la marina militare! Poi, durante un esercizio spirituale con i frati benedettini a Subiaco, nacque il motto ‘servire, difendere la dignità umana e vivere in e per la famiglia’ che mi accompagna ancora oggi. Un racconto molto lungo per spiegare come sono arrivato alla “diplomazia umanitaria”. Quando mi chiamarono al CICR mi sono detto che finalmente avrei potuto seguire in pieno il mio motto di vita. Quando arrivai alla Croce Rossa mi resi conto che si trattava di un lavoro molto più politico di quanto imaginassi, mi sentì come un nuotatore in un oceano politico che avrebbe dovuto avere una grande forza per non bere e per non perdere quella neutralità che avrei dovuto salvaguardare sopra ogni cosa. D’altronde della Croce Rossa conoscevo molto poco all’epoca attraverso mia madre e mia zia Carolina. Sono stati mia moglie ed i miei figli che ne conoscevano le attività meglio di me che m’incoraggiarono ad accettarne la presidenza”. Quali sono le attività che l’hanno maggiormente segnata durante la sua presidenza al Comitato Internazionale della Croce Rossa? “Il mio primo compito come Presidente del Comitato della Croce Rossa fu di dare visibilità al CICR e ‘posizionarla nella mappa delle organizzazioni internazionali’, un obiettivo che sono riuscito ad espletare con successo. Durante la mia presidenza al CICR ho creato un dogma basato su tre principi che mi hanno guidato in questo ruolo: la neutralità e cioè di non schierarsi mai da FoglioEuropeo 124 DEF.indd 60 una parte o l’altra; l’imparzialità perchè non ci sono vittime buone o cattive, ma sono prima di tutto delle ‘vittime’, e sono tutti fratelli; l’indipendenza finanziaria. Uno dei grandi successi sotto la mia presidenza è stato di passare da un budget di CHF 350 milioni all’anno ad un budget di CHF 950 milioni l’anno grazie ai contributi volontari degli Stati del mondo. Tra i risultati che mi sono rimasti più a cuore è stato l’ottenimento all’accesso ai prigionieri di guerra, ai prigionieri politici ed ai detenuti civili per poter far si che i delegati della Comitato della Croce Rosa potessero far loro visita, costatare di persona la loro situazione e trasmettere messaggi alla famiglia per tranquillizarla. Inoltre, una grande soddisfazzione per me, è stato il fatto di essere riusciti a dare assistenza a queste persone in modo che anche in prigione avessero una vita degna ed ottenere che siano trattati secondo le convenzioni internazionali. Ho molte volte negoziato io stesso accordi di alto livello con Ministri e Presidenti di Paesi che tenevano detenuti nelle loro prigioni come ad esempio con Fidel Castro per la visita ai prigionieri politici di Cuba. Tra gli obiettivi raggiunti la possibilità di visitare i prigionieri a più riprese per assicurarci della loro situazione, la registrazione di queste persone in modo da sapere dove fossero, il colloquio con i delegati della Croce Rossa senza testimoni. In questo modo abbiamo ottenuto il miglioramento delle condizioni di vita e di soggiorno dei prigionieri: igiene, nutrizione, assistenza medica. Altre attività che mi hanno molto toccato sono state quelle di assistenza fisica alla popolazione civile, agli sfollati in situazioni di guerra come ad esempio in Somalia tra il 1992 e 1996 quando la Croce Rossa riuscì a salvare i milione di Somali assicurando l’assitenza alimentare alla popolazione. La mia priorità è sempre stata la salvaguardia della sicurezza dei miei delegati: si contano circa 2000 collaboratori espatriati nel mondo che offrono assistenza alle popolazioni in pericolo. Ho avuto purtroppo la perdita di numerosi delegati in missione e perdere questi amici e colleghi è stato il punto più doloroso e difficile del mio ruolo come Presidente del Comitato della Croce Rossa Internazionale. È stato un lavoro pieno di soddisfazioni, ma anche molto duro fisicamente e psicologicamente. Tutto ciò è sato ricompensato da un meraviglioso rapporto con i miei collaboratori. Alla fine del mio terzo mandato mi hanno regalato un libro d’oro con messaggi di 10.000 collaboratori. Messaggi toccanti, pieni d’affetto, che mi hanno e continuano a riempirmi d’emozione. Poi, un ricordo molto speciale va alle infermiere: ho sempre avuto un debole per il compito delle crocerossine confrontate con la malattia e la morte. Lo sforzo di essere vicino alla persona che soffre è incomiabile. Mi sono reso conto che la maggior parte dei colleghi deceduti sul lavoro erano proprio le infermiere: in Sierra Leone, nelle Filippine, in Cecenia, in Somalia… la lista è lunga. Quando ho lasciato il CICR ho voluto fare un regalo a questa istituzione. Un quadro dell’artista comasco Ugo Bernasconi, cugino di mia madre, intitolato ‘la crocerossina’ dipinto dopo la II Guerra mondiale. Questo quadro mi era stato regalato dalla figlia di mio cugino, alla sua morte ed o ho voluto fare questo gesto in omaggio all’infermiera ignota. Si parla sempre del milite ignoto mentre non si parla mai del duro e amorevole lavoro delle infermiere. Oggi questo quadro si trova nella Salle Appia del Comitato Internazionale della Croce Rossa”. Si conclude così il nostro incontro, diciamo, per “mancanza di tempo”, perchè ci vorrebbero ore ed ore per ascoltare quest’uomo, economista e diplomatico dal cuore umanitario, guidato dal bisogno di aiutare le popolazioni in pericolo: la gente che soffre nel mondo. Siamo tentati di dire che questa è la fine della prima puntata di una storia ricca di avvenimenti e successi personali. Siamo più che certi che la tentazione di passare un altro pomeriggio con Cornelio Sommaruga per poter conoscere tante altre sfaccettature delle sue numerosissime attività, ritornerà prestissimo dirrompente! Susanna Gorga 10-11-2009 23:46:58 FoglioEuropeo 124 DEF.indd 61 10-11-2009 23:47:01 Brevi da... A cura di Susanna Gorga [email protected] Giulia Giori crea GGiullery 62 Giovanissima, Giulia Giori Chatila (nella foto), segue la sua passione e decide di creare il proprio brand di gioelleria “GGiullery” dopo qualche anno di studi di marketing, management e coaching interattivo. D’altronde sembrerebbe quasi una scelta naturale già insita nel suo nome stesso, e che porta a pensare proprio ai gioelli. La vita ha la caparbia di tessere il suo percorso impercettibilmente ed un giorno accade proprio quello che era scritto da sempre. Sono dei modelli giovani, freschi, di tendenza, che rispecchiano innanzitutto l’italianità e l’allegria di Giulia, oltre la sua educazione, la cultura della sua famiglia ed il suo vissuto. Un riflesso di tutto ciò che rappresenta il bello, l’arte e l’affetto che l’hanno circondata da piccola, magicamente miscelato con tantissimi viaggi in posti lontani e vicini, e molto, moltissimo gusto. Gioielli pieni d’emozione che richiamano la parte d’infanzia che c’è in ogni uno di noi, ciondoli e lucky charms pieni di significato che ci “accompagnano” e ci “proteggono” come ad esempio la collezione creata intorno all’occhietto blu, simbolo contro il malocchio in medioriente, o i piccoli Budda indiani che ispirano alla tranquillità dell’anima e del pensiero. Sono gioielli tipicamente italiani nello stile che interpretano cultura e tradizioni di altri mondi. Gioielli che ci riportano indietro nel tempo, quando ogni bambina aveva il braccialetto con il suo nome. Giulia ha rivisitato questa idea mettendola al passo dei tempi e offrendo un prezioso oggetto dove scrivere il nome di un bimbo o di chi porti nel cuore per tenerlo sempre con te. Altro simbolo ricorrente è il teschio che per lei rappresenta l’anima e la vita, perchè non ha paura della morte e anzi, vede l’aldilà come il passaggio ad un’altra vita bellissima, i suoi teschi sono sorridenti e simpatici con cuori di rubini e diamanti al posto degli occhi. Il gioello e deve essere un oggetto bello e ludico da portare, dice Giulia, “m’ispiro molto alla simbologia e più di ogni altra cosa mi piace riuscire a rappresentare lo stile di una persona e personalizzare il mio gioiello al gusto della cliente”. Infatti oltre la sua collezione, che rinnova ogni sei mesi, crea anche gioelli su misura. “Creo gioielli che avrei voluto avere e che non riuscivo a trovare. Ho voluto una collezione con prezzi ragionevoli, perchè ogni donna possa comprarseli senza dover aspettare che un uomo glielo regali per un’occasione speciale”. Un accessorio che colpisca la donna emotivamente al quale sarà attratta per il suo significato, perchè gli ricorda qualcosa o qualcuno, perchè gli porterà fortuna e che deciderà di adottare ed indossare sempre. Dove trovarla: Eden Showroom - Hôtel Kempinski 19 Quai de Mont-Blanc - Ginevra Tel. (+41) 79.355.3950 Tel. (+41) 22.300.4440. www.ggiulery.com Ginevra FoglioEuropeo 124 DEF.indd 62 10-11-2009 23:47:04 FoglioEuropeo 124 DEF.indd 63 10-11-2009 23:47:08 Brevi da... Noi-2: i Barilla Questa coppia di fotografi per passione ha sviluppato tanti temi e soggetti tra cui uno specialmente ludico intorno al cioccolato, su richiesta di un Maître chocolatier di Ginevra, Christian Constant, nel cui negozio tea room si possono trovare le loro opere che adornano le mura, foto di testi e portraits disegnati come dei cartoons con lucido cioccolato fondente che sono riusciti ad immortalare con un procedimento inventato da loro e che rimane segretissimo. Ma la loro creatività non ha limiti, e quest’anno, a parte foto di composizioni e messe in scena, hanno anche realizzato mobili dal design ovviamente contemporaneo ed originale come ad esempio una serie di coffee table e tavoli da pranzo. Hanno creato ed esposto con successo in varie fiere, tra cui Art Paris, uno dei loro pezzi romantici intitolato “Boule d’Amour”. Per questo autunno stanno creando la continuazione Riccardo e Sandrine Barilla nel loro salotto con uno dei loro coffee table e una loro foto artistica “et l’homme crea la bulle”. 64 “Noi-22, è la firma di Riccardo e Sandrine Barilla. Il “2” è il loro numero portafortuna, perchè ricorda il giorno del loro incontro, ma anche perchè così hanno deciso di vivere e creare in due e insieme. Uniti nell’arte fotografica, come nella vita, vengono ambedue dal freddo mondo della finanza e hanno scoperto di avere una grande passione artistica in comune. Il desiderio di fare qualcosa insieme li ha spinti ad abbracciare la fotografia totalmente lasciando andare le redini e cambiando vita e professione. La voglia di liberarsi dagli schemi li spinge verso l’arte contemporanea e la loro vita ormai è guidata solo e soltanto dal piacere della creazione. Cifre e gestione patrimoniale vengono abbandonati per dare spazio alla loro anima artistica che pur spesso è ispirata proprio dalla finanza, com’è il caso della loro ultima serie di fotografie dal nome “Untitled” che riflette la loro percezione del mondo dell’arte e la relazione tra arte e investimento che hanno esposto a Ginevra e a Parigi durante il 2008. Le loro foto artistiche mettono in scena la realtà vista attraverso i loro occhi, con sguardo lucido, ironico e a volte perfino irriverente. La loro arte è ispirata al mondo d’oggi, la crisi FoglioEuropeo 124 DEF.indd 64 finanziaria, le mode, l’investimento nell’arte, i stereotipi che influenzano il mondo e che danno importanza a certe consuetudini e modi di fare perchè così detta il trend. Insieme hanno voluto mettere in scena le assurdità e realtà che viviamo faccendole diventare opere artistiche che sorprendono e denudando d’importanza gli schemi ancorati dell’arte contemporanea e del suo mercato, offrendo al pubblico la loro percezione irriverente di arte-investimento, e dell’art-brand. Tell me - della serie arte al cioccolato. Hortensia - Boule d’Amour. della serie “Untitled” di cui il nome della serie resta ancora da decidere. Questa volta si pongono in posizione di osservatori e metteranno in scena quello che la gente pensa degli artisti, focalizzando l’attenzione anche su loro stessi tra gli artisiti, naturalmente con la loro sottile ed ironica autocritica. L’ultima mostra è stata quella dal 22 al 26 ottobre scorso alla Fiera Art Elysée a Parigi dove hanno esposto con la Galleria Bel Air Fine Art, e in novembre alla manifestazione “Nuits des Bains” a Ginevra da Bafa Photo. Per scoprire Noi-2: www.barilla.com 10-11-2009 23:47:10 A cura di Susanna Gorga [email protected] CONCERTO PER IL CLIMA Un momento del concerto, il Maestro Tommaso Placidi, direttore d’orchestra, e i solisti Julian Rachlin (violino), Torlief Thédéen (violoncello) e Itamar Golan (pianoforte) con l’Orchestra Sinfonica di Vienna (photo credit: www. point-of-views.ch) 2009, è stato l’anno del cambiamento climatico l’opportunità unica per sensibilizzare l’opinione pubblica alla crisi climatica con l’obiettivo di stimolare globalmente una “crescita verde” ad inferiore consumazione di carbonio, unica condizione di una prosperità economica duratura. In dicembre, a conclusione di questo anno i governi del mondo intero si riuniranno a Copenaghen per sigillare un nuovo accordo sul clima che dovrà essere ambizioso, equo, ed efficace in materia di riduzione delle emissioni senza dimenticare di propagare le direttive necessarie per aiutare i paesi ad adattarsi alle conseguenze inevitabili del cambiamento climatico. Si è tenuto a quest’autunno a Ginevra, organizzata dall’OMM, Organizzazione Meteorologica Mondiale, la terza Conferenza mondiale sul clima, tappa cruciale sulla strada che conduce a Copenaghen. Una conferenza organizzata per favorire il lancio a scala mondiale di iniziative che mirano a ridurre le emissioni di gas ad effetto serra ed a rallentare il riscaldamento del clima. Iniziative a carattere pluridisciplinare che concernono un ventaglio di settori socioeconomici, con lo scopo di fornire ai decisioniari soluzioni ed informazioni scientifiche di alta qualità. La conferenza, organizzata in partenariato con le Nazioni Unite e numerose organizzazioni internazionali, partner regionali e nazionali ha riunito capi di stato, scienziati e dirigenti del mondo intero per rispondere all’urgente bisogno della società di disporre di previsioni e di notizie climatiche che permettano di anticipare e di gestire meglio i rischi legati al clima. La Confederazione elvetica, paese ospite della Conferenza, ha voluto rendere omaggio all’organizzazione Meteorologica Mondiale, assieme alla Repubblica e Cantone e la Città di Ginevra partecipando alla realizzazione di un magnifico concerto al Victoria Hall con l’orchestra Sinfonica di Vienna, diretto dal Maestro Tommaso Placidi e con la partecipazione di tre solisti di fama internazionale, come Julian Rachlin al violino, Torlief Thedéen al violoncello, ed Itmar Golan al piano. Un magnifico momento di comunione, realizzato dall’organizzatrice Suzanne Hurter per offrire ai conferenzieri, capi di stato al corpo diplomatico di Ginevra e ginevrini, un sontuoso concerto con un programma musicale, magistralmente scelto da Placidi che ha visto susseguirsi le opere di Ludwig Van Beethoven interpretate da una delle orchestre più rinomate al mondo e che si è concluso coronato da ben tre standing ovations in omaggio all’Orchestra e al Direttore. Numerosi altri sostenitori hanno voluto partecipare alla realizzazione di questo speciale evento musicale in onore ad un tema essenziale per noi tutti come il Crédit Agricole, i Services Industriels de Genève, l’Emiro del Kuwait ed il Governo del Kuwait e tante personalità del mondo internazionale che hanno concorso con il loro contributo al successo della manifestazione. Il romano Placidi ha dato una “nota” italiana a questa importante manifestazione internazionale dedicata ad uno dei temi di maggior interesse per il nostro pianeta. Abbiamo voluto incontrarlo per chiedergli il suo punto di vista. Come, secondo lui, la musica possa essere propagatrice di sensibilizzazione e di informazione per temi di interesse sociale come il clima? La Musica, la cui vera essenza è l’armonia, sviluppa l’ascolto, facoltà essenziale per l’intesa con gli altri. Colui che assiste ad un concerto può essere toccato dalla genialità del compositore, dal talento degli esecutori, ma non bisogna dimenticare il duro lavoro di armonizzazione che li sostiene e che l’auditorio percepisce fino a sentirsi parte attiva in questo momento di vera socialità. La musica può diventare dunque un vero impulso a realizzare quell’atteggiamento sociale che dovrebbe essere coltivato nelle varie riunioni internazionali, quando si decidono gli accordi e le strategie per il bene dell’umanità. 65 Ginevra FoglioEuropeo 124 DEF.indd 65 10-11-2009 23:47:14 Brevi da... Ginevra in vendemmia 66 L’assenza di vigne al centro di Ginevra non ha impedito di organizzare la manifestazione “Les Vendanges de la Rue du Rhône” nel cuore pulsante del centro commerciale ginevrino per eccellenza. Così il mese di settembre, è stato protagonista di una spettacolare manifestazione innovativa: Les vendanges de la rue du Rhône. Un eccellente “millésime” per la strada che raccoglie le più belle boutiques della città; in tutto hanno partecipato all’evento una cinquantina, assieme a 50 vignaioli che hanno aderito all’idea. Si è trattato di una festa certo inusuale ma molto ben organizzata oltre che innaffiata da ottimi vini e non dalla pioggia! Forse alcuni potrebbero pensare, strano il connubbio tra produttori di vino e la vendita di oggetti di lusso. Ma a volte le alleanze più improbabili possono essere anche le più felici. Questa vendemmia urbana ne è stata certamente un ottimo esempio. Il concetto che aveva come obiettivo di far conoscere i vignaioli svizzeri in un’atmosfera accogliente e di attirare un pubblico più vasto a visitare le boutiques di lusso ha funzionato perfettamente. Ginevra è rimasta meravigliata e sorpresa dall’atmosfera che si è creata in strada così come nei negozi stessi. Le entrate dei negozi erano adobbate da piante verdi e tappeti rossi, le piazze adiacenti servivano come scene per concerti di svariati ed eccellenti gruppi musicali, il tempo era superbo: ogni elemento ha contribuito al successo di questo evento senza precedenti. L’organizzazione della manifestazione ha voluto abbinare ad ogni negozio un unico produttore di vino il quale offriva vini rossi e bianchi di sua produzione. Il risultato è stato molto interessante ed il pubblico ha potuto godere dei migliori risultati dei vigneti svizzeri. Così Max Mara ci ha rivelato Luc Massy e il suo eccellente “Chemin de Fer”. I suoi vigneti si trovano a Clos du Boux, nella città di Epesses nel cuore della zona del Lavaux decretato patrimonio mondiale dell’umanità dall’UNESCO. Luc Massy è stata lieto di condividere i suoi vini tanto quanto la sua filosofia di vita e soprattutto il suo orgoglio per la stupenda zona del Lavaux ricoperta di vigneti che si trova sulla costa, nel Canton Vaud, subito dopo Losanna. L’elegante boutique Tod’s ha presentato Alain Rolaz del Domaine de Chantegrive a Gilly che ha stupito gli ospiti con i suoi vini profumati, dal nome rivelatore “Crescendo”, “Soprano” e “Cantabile”. Una vera gioia per il palato! Una bella sorpresa ci aspettava da Celine dove abbiamo trovato “Le Lézard Rouge” dell’antico casato di Badoux a Aigle. A parte l’eccellente qualità del vino, risultato di un assemblaggio di vitigni a bacca rossa vinificati in modo particolare, attira l’attenzione la sua etichetta, disegnata da Hans Erni, creata appositamente per celebrare il centenario della casa Badoux, che ha la stessa età del più famoso artista svizzero. Questi pochi esempi descrivono in modo molto incompleto questa riuscitissima serata insolita dove i sapori ed il nettare dei migliori vini proposti dai numerosi vignaioli si confondevano deliziando gli ospiti in anteprima e ci auguriamo che sarà una prima edizione, seguita da molte altre. Margareta Stroot I primi vent’anni della Nova fin Per celebrare il ventesimo anno di vita della Novafin SA, Francesco Valerio, proprietario e Presidente ha voluto aggiungere un’ennesima opera d’arte alla sua già ricca collezione. Nel verde parco che circonda la stupenda sede della società, immobile di gusto mediterraneo nel cuore di Ginevra, oramai “sfrecciano” tre giganteschi cavalli in marmo di carrara di colore grigio, rosso e bianco. Criniere al vento, queste opere d’arte, ricavate da rigido marmo, danno l’impressione di essere vive e piene d’energia e guardandole sembra che galoppino briosamente alla scoperta di questo luogo diventato la loro nuova dimora. L’autore è l’artista Mario Ceroli di cui molti conosscono la predilezione per i cavalli e di cui senz’altro conosciamo l’opera che troneggia all’entrata della RAI a Roma - un magnifico cavallo di bronzo. Dopo varie esperienze nel settore bancario in Italia ed all’estero, Francesco Valerio arriva a Ginevra nel 1985 come Amministratore Delegato della Intrafin, la società finanziaria della FIAT che si occupa di export financing. Nel 1989 crea FoglioEuropeo 124 DEF.indd 66 Francesco Valeri con sua moglie Carla. (Photo: Fabrizio Singarella). la sua propria società, che chiama Novafin e che si occupa di ingegneria finanziaria e di finanziare esportazioni di merci e progetti verso ed in Paesi in via di sviluppo come Cuba, Algeria, ex URSS. Valerio vive tra Ginevra, la sua città di residenza, Napoli, sua città di origine, e l’Havana, la sua città di adozione. Conosce personalmente Ceroli all’ini- 10-11-2009 23:47:16 A cura di Susanna Gorga [email protected] zio di quest’anno e per coronare il successo di vent’anni di attività, gli chiede di creare un’opera d’arte dandogli come unico spunto un tema: i cavalli. Decisione del tutto naturale per Valerio che, oltre a dedicarsi con passione al suo lavoro, ha la passione per il bello, per l’arte, la cultura e la letteratura. Questo personaggio eclettico è tra i più grandi collezionisti di arte antica napoletana e predilige artisti contemporanei come Ceroli, e gli artisti cubani come Wilfredo Lam ai quail si è avvicinato grazie al suo amore per Cuba. Di famiglia napoletana, da cui ha ereditato la passione per la cultura e l’arte, nel 1990 inizia con la moglie Carla a dedicarsi in maniera seria al collezionismo d’arte napoletana del ‘600, ‘700 ed ‘800. “Dopo anni di lavoro, era arrivato il momento di dedicarsi all’arte ed alla cultura” dice. E siccome, Valerio non fa niente a metà la sua è la collezione d’arte antica napoletana più importante di un collezionista privato. Ma come scelgono i quadri i Valerio? “Carla ed io compriamo quadri che ci piacciono ai quali siamo attirati e che diventano parte di noi. Ogni quadro che abbiamo nella collezione si manifesta in maniera diversa e lo scopriamo ogni giorno da un nuovo angolo, ed ogni volta ci sorprendiamo ad amarlo di più. Comunque, a parte il primo impatto visivo di attrazione, abbiamo la fortuna di essere consigliati dal Soprintendente Nicola Spinosa che ha guidato per venticinque anni la Soprintendenza speciale per il Patrimonio storico artistico ed etnoantropologico di Napoli. Tutti i nostri quadri hanno l’autentica del Museo di Capodimonte, uno dei più importanti musei del mondo. Abbiamo anche organizzato molte mostre con i nostri quadri all’estero che sono stati esposti in 16 musei, sia in Italia, che in Spagna, Austria, Cuba, Messico, Germania, Stati Uniti, Francia, perchè per Carla ed io, l’arte è cultura e bisogna mostrarla!” In seguito inizia ad interessarsi ad autori contemporanei, prima per amore di Cuba e poi con Ceroli, la cui arte lo attira perchè è allo stesso tempo, contemporaneo e classico. “È stato un avvicinarsi facile perchè lui si rifà al mio modo di vedere, di sentire, al classico, che interpreta in modo moderno, ci racconta”. Alla Novafin, a parte il grande spazio riservato ad una parte della collezione di arte antica napoletana, vi è ormai, la sala Ceroli, dove sono esposti dei quadri magnifici e naturalmente la sala dedicata agli artisti cubani. Di Ceroli, possiede anche altre due bellissime sculture di bronzo: Zeus ed Il Tuffatore e adesso sono arrivati I cavalli che nitriscono, galoppando felicemente nel verde parco. Bsi, una finestra italiana sul mondo A sinistra Marco Betocchi e a destra Stefano Catelani. Operare in un mercato maturo e complesso quale quello svizzero rappresenta una delle maggiori sfide in termini strategici in considerazione dell’incisiva presenza internazionale in Svizzera e della possibilita di fare business anche con rappresentanti di altri Paesi, per la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera (CCIS), un obiettivo certo non sempre facile da raggiungere. Fondato nel 1909 a Zurigo, il CCIS ha indubbiamente contribuito enormemente allo sviluppo delle relazioni commerciali tra Italia e Svizzera. Tra i suoi 800 membri attuali molti sono imprenditori, dirigenti di grandi multinazionali, banchieri, avvocati. Da un anno l’Ufficio di Ginevra del CCIS, in collaborazione con l’Associa- zione Calimala, presieduta dall’avvocato Stefano Catelani ha proposto una serie di pranzi-conferenza dal titolo: “gli italiani e la finanza in Svizzera ed in Europa: dalla storia all’attualità”. All’interessantissima presentazione di Emanuele Zanon di Valguirata sul tema: Banca Vonwiller, Banca Morval: una storia di banchieri tra l’Italia e la Svizzera, allo scorso giugno ha seguito, quest’autunno, la conferenza di Marco Betocchi, direttore Private Banking della Banca della Svizzera Italiana di Ginevra. Nella splendida cornice di uno dei più bei 5 stelle di Ginevra, l’Hôtel Le Richemond, appartenente al gruppo alberghiero The Rocco Forte Collection, il direttore del catering, Leonardo Temperini ha accolto gli ospiti deliziandoli con un ottimo pranzo di specialità italiane miscelando il gusto e l’art de vivre made in Italy. Raccontare il percorso storico di oltre 130 anni di attività della più grande banca ticinese, il Gruppo BSI, con particolare attenzione alla sua entrata nel 1998 nel Gruppo Generali e l’acquisizione della Banca del Gottardo nel 2008 non è stato un esercizio difficile per uno specialista di fama, come Marco Betocchi. I suoi colleghi del settore finanziario presenti al pranzo-conferenza non hanno mancato di sollevare questioni pertinenti circa gli alti e bassi della crisi finanziaria. Come resiste alla Banca BSI in questi tempi difficili? “Cerca di fare del suo meglio lavorando come sua consuetudine con la massima professionalità ed il rispetto per il cliente” - ci assicura Betocchi. Uno dei punti più interessati della presentazione di Marco Betocchi è stato la descrizione della creazione nel 1973 della Fondazione del Centenario della Banca della Svizzera Italiana. Tra le numerose attività culturali dell’istituto finanziario, la Fondazione svolge un ruolo fondamentale assegnando dei premi a coloro che abbiano operato a favore dello sviluppo dei rapporti italo-svizzeri, contribuendo a migliorare l’intesa e la comprensione tra il popolo svizzero ed italiano o all’accrescimento del loro comune patrimonio culturale. Da oltre 30 anni ormai questo premio mette in evidenza dei grandi personaggi di nazionalità italiana, come ad esempio Giorgio Orelli premiato nel 2008, e così facendo attraverso la presenza internazionale della BSI, si apre una finestra che guarda ad una cultura ricca, ma non sempre ben conosciuta. 67 Nelly Popova Ginevra FoglioEuropeo 124 DEF.indd 67 10-11-2009 23:47:19 BERLINO L’Arte contemporanea di Mario Mazzoli 68 Campagna Abbonamenti 2010 al magazine “Il Foglio Italiano” sul sito web: www.foglioitaliano.com FoglioEuropeo 124 DEF.indd 68 10-11-2009 23:47:21 69 Segue FoglioEuropeo 124 DEF.indd 69 í 10-11-2009 23:47:21 70 L’Arte contemporanea gestita dall’italiano Mario Mazzoli FoglioEuropeo 124 DEF.indd 70 10-11-2009 23:47:24 Nella pagina a lato, Shingo Inao, Foreground, 2009 e Douglas Henderson, Fadensonnen, 2009. Sotto, Mario Mazzoli, artista e gallerista. L à dove la pratica artistica incontra la sperimentazione musicale nasce la sound art, un genere poco noto in Italia, ma già ampliamente sviluppato qui a Berlino grazie al In basso, Martin Daske, Mémoiren eines Echonebels, 2009. rivata anche dalla storia familiare (il padre Emilio Mazzoli gestisce da anni una galleria d’arte contemporanea a Modena) alla quale Mario desiderava contribuire apportando la sua specializzazione così innovativa. Dopo dieci anni trascorsi tra New York e Boston, a studiare composizione e musicologia, Mario Mazzoli ha scelto Berlino per vari motivi. Innanzitutto perché è una capitale internazionale che fornisce visibilità, soprattutto nel campo dell’arte contemporanea. Poi per la ricca tradizione nell’ambito musicale: Berlino ha una grande storia di orchestre, performer, istituzioni e tanti sono gli artisti che vivono qui che sperimentano con la musica. Oltre a ciò si aggiunge l’alta qualità della vita a prezzi onesti. A Berlino si ha la possibilità di realizzare molto con pochi soldi, di affittare grandi spazi a costi limitati. Pur essendo una grande città, l’atmosfera è pacata, il traffico è contenuto e i ritmi sono meno accelerati di città quali Londra o New York. Infine c’era la voglia di avvicinarsi all’Italia, ma senza trasferirsi in Italia, dove c’è più tradizionalismo e un maggior scetticismo rispetto a una forma d’arte di questo genere. La galleria Mario Mazzoli si BERLINO Di Silvia Anna Barillà [email protected] trova in Zimmerstraße, di fronte a un complesso di gallerie che ospita alcuni dei nomi più noti del panorama locale. Attraversando i quattro ambienti di cui si compone la galleria, separati da porte che isolano i suoni delle opere, ci s’imbatte in opere che non hanno solamente un impatto sonoro ma anche visivo. E ci si chiede, che cos’è di preciso la sound art? Mazzoli evita di dare una definizione per abbattere le etichette, ma distingue due grandi ambiti: da un lato le opere interdisciplinari, che accostano allo studio sul suono un aspetto visivo che si esprime attraverso la scultura, la fotografia o il disegno, e mirano a provocare un effetto più evocativo nell’osservatore. Tale compenetrazione deriva in parte anche da un’esigenza pratica di vendita dell’opera, per cui talvolta vengono accostate all’opera fotografie dell’installazione. Un lavoro di questo genere, altamente evocativo, è l’installazione “Foreground” dell’artista giapponese Shingo Inao (in mostra alla Galleria Mario Mazzoli dal 7 novembre al 19 dicembre 2009 insieme alle opere del duo tedesco Serge Baghdassarians e Boris Baltschun), composta da sette pannelli di legno che, sospesi 71 lavoro di istituzioni quali la SinguhrHoergalerie, che da dieci anni a questa parte ha organizzato circa 50 mostre di artisti tedeschi e internazionali, inizialmente all’interno di una chiesa, oggi nei grandiosi ambienti di una ex-riserva d’acqua. Adesso, per iniziativa di un giovane italiano Mario Mazzoli, è nata a Berlino anche una galleria commerciale che si rivolge a questo ambito. L’idea di Mazzoli, nato nel 1976 a Modena, è scaturita dalla necessità di colmare una lacuna nel panorama galleristico locale e non, e di educare il pubblico a una forma d’arte di nicchia sconosciuta ai più. La decisione è de- Berlino FoglioEuropeo 124 DEF.indd 71 10-11-2009 23:47:26 A sinistra, Douglas Henderson, Dukatenscheißer, 2009. A destra, Panayiotis Kokoras, Delirium, 2008. ferma la conoscenza del genere in un pubblico più ampio. Tra gli artisti che lavorano nella direzione strettamente sonora ricordiamo Agostino di Scipio, Panayiotis Kokoras e Martin Daske. L’opera di quest’ultimo in particolare dimostra come sia anche possibile la completa compenetrazione dell’aspetto visivo e sonoro senza che uno sia funzionale all’altro. Egli ha creato infatti una serie di disegni in cui rappresenta suoni, che poi codifica attraverso il computer secondo parametri che tengono conto di forma e colore, per trasformarli così in composizioni per l’ascolto. L’iniziativa dell’artista italiano ha già riscosso un acceso interesse e numerosi riconoscimenti, sia da parte del mondo dell’arte, con l’ammissione 72 verticalmente, suggeriscono un’immagine architettonica, mentre i suoni che provengono dai pannelli evocano i rumori della metropoli. Anche l’artista statunitense Douglas Henderson è legato all’aspetto costruttivo ed estetico delle opere. Si veda a questo proposito l’opera “Fadensonnen”, formata da una serie di altoparlanti legati a una corda tesa, che esplora il campo sonoro verticale rifacendosi all’opera poetica di Paul Celan. Esistono poi veri e propri compositori che incentrano la loro opera esclusivamente sul suono e sull’organizzazione del fatto sonoro. Questo è l’altro aspetto della sound art, o in questo caso meglio detta musica elettroacustica, che è poi quello che interessa maggiormente a Mario Mazzoli. E per rinnovare questo genere nel campo dell’arte, considerato che esso non è pensato per la diffusione di massa, Mazzoli ha puntato sull’aspetto del collezionismo, mettendo in vendita gli spartiti originali. Questo concetto può svilupparsi in un vivace mercato, nel momento in cui si diffonde l’interesse e si af- a fiere importanti quali Art Forum a Berlino e Arco a Madrid, che da parte della stampa, che ha dedicato molti articoli alla galleria. L’idea è stata poi particolarmente ben accolta da molti altri artisti che lavorano in questo campo e che sentivano la mancanza di una galleria che li rappresentasse. La maggior parte sono emergenti, pochi sono i nomi noti a livello internazionale, tra questi Rolf Julius, Christina Kubisch e Robin Minard. In futuro saranno possibili anche collaborazioni con questi artisti affermati, ma adesso la precedenza va ai nomi nuovi, con cui Mario Mazzoli vuole portare avanti un discorso di crescita attuando una piccola rivoluzione culturale che non tralascia l’aspetto di mercato. Silvia Anna Barrilà Sopra, Serge Baghdassarians / Boris Baltschun, Zweite. Berlino FoglioEuropeo 124 DEF.indd 72 10-11-2009 23:47:28 FoglioEuropeo 124 DEF.indd 73 10-11-2009 23:47:32 LONDRA English italian style: breve storia dell’arredamento inglese 74 Campagna Abbonamenti 2010 al magazine “Il Foglio Italiano” sul sito web: www.foglioitaliano.com FoglioEuropeo 124 DEF.indd 74 10-11-2009 23:47:37 75 Segue FoglioEuropeo 124 DEF.indd 75 í 10-11-2009 23:47:38 76 English italian style Breve storia dell’arredamento inglese influenze e rapporti con l’italia dal primo rinascimento ad oggi FoglioEuropeo 124 DEF.indd 76 10-11-2009 23:47:41 In basso e a lato a destra, due antiche sedie italiane. D opo la scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo alla fine del XV secolo, una forte espansione inizia tra la metà del XVI e l’inizio del XVII secolo; grandi navi mercantili percorrono gli oceani in cerca di nuove terre e di nuovi tesori e, così facendo, contribuiscono a mutare sottilmente la forma del futuro visibile, importando nuove idee e nuovi materiali. Statue, mobili e altri eccitanti oggetti che la gente comune in Inghilterra non aveva mai visto prima, o di cui non aveva mai sentito parlare, divenne- ro abbastanza comuni: madreperla, legni preziosi, sete e velluti... man mano che questi nuovi oggetti del desiderio filtravano nel grosso della popolazione, stili differenti nascevano assecondando uso ed immaginazione. Fino ad allora la Gran Bretagna non aveva prodotto nulla di originale ed importava quasi tutto l’alto artigianato specialmente dall’Italia che era a quel tempo la potenza mercantile e commerciale dominante in Europa e nel resto del mondo conosciuto. Èa partire dalla fine del 1600 che gli inglesi cominciano a fabbricare da sè tutti quei generi di mobili, abiti e oggetti che ora noi diamo per scontati. I nuovi materiali importati dalle esplorazioni divennero di uso comune: il legno di rosa o di ciliegio tra gli artigiani, la seta tra i sarti. Come abbiamo accennato, nella prima parte del 1600 il Rinascimento italiano dettava legge e l’eleganza dei pezzi prodotti in quel periodo dominò incontrastato anche l’immaginario degli artigiani inglesi, specialmente nei complementi d’arredo. Successivamente, la nascita del barocco in Italia influenzò profondamente tutta l’Europa; con i suoi ornati ricchi ed eleganti raggiunse la massima popolarità in Francia, durante il regno di Luigi XIV, la cui influenza sullo scacchiere politico e finanziario europeo la riespanse a sua volta fino all’Inghilterra. Il barocco italiano perdurò a lungo, prendendo nuove pieghe e aspetti diversi man mano che raggiungeva i diversi paesi, ma sempre restando fedele LONDRA A cura di Silvana Rivella [email protected] 77 al suo innato principio, quello della somma eleganza. Lo stile detto “barocco italiano”raggiunse il suo apice e iniziò a cambiare proprio in Inghilterra, quando la gente cominciò a richiedere qualcosa di più dall’arredamento: non volle più solo apparenza , ma che fosse adottato uno stile che è ben definito da una straordinaria parola molto britannica: il “comfort”. In Inghilterra gli stili dominanti furono, oltre al barocco italiano e francese di “corte”, lo stile Re Giacomo (Jacobean), lo stile William& Mary e quello detto “Early American”. Col tempo, tutti questi differenti “design” si intrecciarono tra loro e diedero luogo a un stile piuttosto ibrido in Inghilterra, perchè gli artigiani avevano a disposizione decine di modelli di importazione e tendevano a mescolarli con molta facilità, gareggiando uno con l’altro per dar prova di originalità. Solo nelle campagne prese piede uno stile più semplice, reimpor- Londra FoglioEuropeo 124 DEF.indd 77 10-11-2009 23:47:44 Sopra, i mobili country della campagna inglese hanno discrete quotazioni d’asta. 78 Sotto, Antiche navi inglesi da carico in una bella riproduzione. FoglioEuropeo 124 DEF.indd 78 tato in Inghilterra sia dagli ufficiali di marina e dai generali in pensione che dai possidenti che, rientrando nella madre patria per diverse ragioni dopo l’indipendenza americana, fondarono lo stile proprio detto “della campagna inglese”, quello che troviamo ad esempio descritto nei libri di Jane Austen, caratterisctici di quella socie- i segreti e i meccanismi inventati in Italia e le pesanti porte delle armadiature e dei bauli trovarono nel cardine (di invenzione addirittura romana...) il modo di non svirgolarsi o, aprendosi, crollare addosso al cliente. tà pre-industriale. Per tornare al 1600, lo scisma dalla chiesa cattolica diminuì drasticamente l’influenza italiana nelle sue forme più appariscenti, anche se il nostro “modello base”, ineguagliabile in praticità ed armonia di forme, continuò ad influenzare i mobilieri, ad esempio nella costruzione più funzionale delle tavole da pranzo dove la quercia sostituì marmi e madreperle. Ma le scrivanie continuarono ad adottare tutti abbia mai conosciuto, e specialmente questo vale per l’Inghilterra dove la trasformazione da paese agricolo ad industriale avvenne prima che in tutte le altre nazioni. Un nuovo livello di prosperità fu raggiunto, aprendo la strada non solo a maggiori consumi tra il popolo, ma diffondendo la moda di acquistare tutti quegli oggetti definiti non propriamente necessari, precursori delle attuali aziende di vendita diretta e a distanza di “idee utili e introvabili”, come ad esempio l’inglese Argos e l’italiana D-Mail (ne leggeremo più avanti), nonchè farne mostra al fine di affermare il proprio e nuovo raggiunto benessere. La gente ammirava e desiderava la “novità”: ora era il “gusto” dei compratori ad influenzare gli artigiani e questo non poteva dar luogo che a un fiorire di stile diversissimi tra loro. I mobilieri, che volevano continuare a disegnare gli arredi e ad essere loro ad influenzare le mode e non il contrario, cominciavano a spingersi lontano, si arrischiavano in viaggi esotici alla ricerca di nuovi legni, nuovi materiali e nuova ispirazione per creare pezzi “unici”, capaci di soddisfare la domanda. Il XVIII secolo è comunemente conosciuto come il più ricco che il mondo A destra, il cardine all’antica detto Meadow era usato ai tempi dei Tudors. 10-11-2009 23:47:46 Bisogna ora ricordare che, anche se l’Italia come paese non era più in grado di dominare il mercato, i suoi abilissimi artigiani continuavano ad essere molto richiesti; così, insieme ad altre arti, come l’opera buffa, il teatro, i pittori di corte, le scuole italiane emigrarono e fiorirono ovunque in Europa; e dall’Inghilterra, che stava diventanto incontrastata regina dei mari e degli Oceani, si diffusero xxx resto del mondo. Poi venne un nel tempo in cui i nobili inglesi decisero che l’Italia, più di ogni altro paese, racchiudeva in sè tutto “il bello” da ammirare (e da copiare); così Venezia, Firenze, Roma, Napoli e la Sicilia divennero mete imperdibili dall’aristocrazia britannica. Ma perchè “quasi solo” l’Italia? Molto pragmaticamente e ragionevolmente, a parte Lord Elgin che fu obbligato a starci come diplomatico, nessun inglese del 1700 si avventurava volentieri in Grecia, che allora faceva parte del non molto accogliente impero turco; le coste dalmate erano infestate da pirati, la Russia o troppo calda o troppo fredda, le terre austro-ungariche buone per la Italia; come tutti sanno, la scoperta ad esempio di Pompei ed Ercolano e di migliaia di altre città e monumenti, come pure il ritrovamento di arredi, oggetti e statuaria classica, diede un’impronta decisiva al gusto dominante. Nel 1771 Johsia Wedgwood fondò, nello Staffordshire, la manifattura Etruria, prevalentemente per la produzione di vasi ornamentali. Scelse come suo motto Artes Etruriae Renascantur, perché rinascano le arti dell’Etruria, e vi impostò una divisione moderna del lavoro: da un lato il designer, delegato alla progettazione delle forme e delle decorazioni dei manufatti, dall’altro gli artigiani, divisi in formatori, tornitori, plasmatori, decoratori e addetti alla rifinitura. Nel 1774 vide la luce un altro prodotto importante: il Diaspro. È una ceramica in vetro, opaca, che venne usata per intagli, cammei, medaglioni e tavolette adorni con copie di rilievi e statue antiche. Un esempio è la coppa realizzata nel 1775 e conservata al Victoria and Albert Museum di Londra, con decorazioni bianche su fondo nero. Un altro esempio è il co- A sinistra, molti marmi del Partenone, “bottino” di Lord Elgin, si trovano al British Museum. musica e per qualche solitaria scalata; in quanto alla Francia, un atavico dissidio tra le due potenti nazioni portava inevitabilmente a preferire la proverbiale ospitalità degli italiani al sussiego francese; e per quel che riguarda Spagna e Portogallo, queste nazioni erano decisamente “un altro mondo”. Perciò grande influenza ebbe sugli inglesi il dovuto “Grand Tour” in Sopra, influenze classiche in una splendida anfora della manifattura di Wedgwood. 79 siddetto Vaso Portland, una riproduzione del Vaso Barberini, ora alla Sir John Wedgwood Collection di Lerith Hill Place. Le ceramiche prodotte dalla fabbica si rifecero alle suppellettili provenienti dai più recenti scavi archeologici, riprendendone gli elementi decorativi, realizzando la decorazione con un delicato rilievo e modificando i rapporti di colore per renderli più freddi e aggraziati, in Londra FoglioEuropeo 124 DEF.indd 79 10-11-2009 23:47:49 Sopra, splendidamente ricco questo arredo in stile Re Giorgio. 80 linea con la moda del tempo. Riassumendo, dal massiccio e ingombrante barocco internazionale si passò al più raffinato stile Rococo a partire dalla metà del 1700; verso la fine di quel secolo il neo-classico prese piede e rimase popolare in tutta l’Europa continentale come in Inghilterra fino alla metà del 1800. Il periodo detto “Queen Ann” diede quindi inizio al periodo d’oro del “de- Murano e oreficeria da tavola. Naturalmente la copia di questi oggetti non veniva eseguita dagli artigiani inglesi con la stessa qualità che apparteneva agli inimitabili capolavori in questione, ma sicuramente li aiutava a soddisfare la crescente richiesta di novità che proveniva incessante dalla nuova prospera società britannica. Il periodo vittoriano fu quello più sign” più propriamente “inglese” e, in rapida successione, nacquero gli stili Chippendale, Hepplewhite e Sheraton, più avanti generalmente classificati e conosciuti come stile “Georgiano”, per il fatto che tre re Giorgio si succedettoro sul trono d’Inghilterra in quel periodo. Verso la fine del secolo cominciarono ad essere stampati libri con rappresentazioni dettagliate di mobili e oggetti di arredamento. In questi libri si potevano ammirare nei dettagli copie di veri capolavori, come ad esempio i già nominati e famosi tavoli intarsiati in pietre dure, le dorate poltrone in stile papale, le sculture di mori veneziani; e poi tutto il ricco bestiario romano, le colonne classiche che adornavano gli antichi templi siciliani di Agrigento e le colonne ioniche, corinzie o tortili delle innumerevoli chiese italiane; per quel che riguarda l’oggettistica, monete e vasi, pitre dure ed avori di finissima fattura e decorazione, lampadari in vetro di fortemente caratterizzato dalle contaminazioni culturali: putti rinascimentali fiorirono su trumeau barocchi, si fecero lampadari copiando il vetro colorato delle chiese, le savonarole si arricchirono di complicati intagli e insieme all’espansione dell’Impero, questo stile si diffuse nelle terre colonizzate, dall’Africa all’Asia, all’Oceania. Nelle colonie inglesi , questo desiderio si espanse ancora più velocemente e ricchissimi colonialisti cominciarono ad importare pezzi originali di arredamento dalla madre patria, cercando di rimanere costantemente aggiornati con le nuove mode del vecchio continente. Ovunque si videro notevoli contaminazioni del “classico stile inglese”, con le infiltrazioni dovute al momento in cui gli artigiani delle colonie cominciarono a riprodurre adattamenti degli originali. Anche e proprio perchè fortemente ibridi, questi stili sono comunque i testimoni di quel A destra, il cassettone con alzata è una tipica dimostrazione di arredo ibrido. Sotto, rara lampada a soffitto in vetro colorato fine 1800. FoglioEuropeo 124 DEF.indd 80 10-11-2009 23:47:52 60 e 70 tutto il mondo fu sconvolto da una vera e propria rivoluzione culturale e bisogna riconoscere che quella autonomamente inglese seppe nutrirsi di tutti i movimenti d’avanguardia. Per gli influssi italiani, tra i moltissimi altri, ricordiamo gli arredi di “Blow-up”, film culto di Antonioni, il minimalismo dell’ Arte Povera e dell’Arte concettuale rintracciabili nel capolavoro di Kubrick “Arancia meccanica”, il boom della “Vespa” e delle auto italiane il cui concetto essenziale influenzò il design di sedie e divani e molto altro. Attualmente, anche se lo stile del- A sinistra, rivisitazione della “savonarola”, capolavoro del primo rinascimento italiano. A sinistra, specchiera vittoriana ornata da un putto baroccheggiante. nuovo modo audace e un po’impudente di vivere, proprio dei colonialisti. La corrente artistica detta “prerareffaelita”, (in inglese Pre-Raphaelite Brotherhood), è una confraternita sorta in Inghilterra intorno alla metà del XIX secolo, che si proponeva, attraverso un sincero e quasi mistico recupero dei temi medievali e rinascimentali (sino all’opera di Raffaello), di contrastare l’accademismo neoclassico che dominava la cultura dell’epoca vittoriana. Accanto a questa corrente principalmente pittorica, si sviluppò il “floreale”che in inghilterra prese il nome di Liberty e che si ispirava principalmente , come i romanzi più popolari del tempo, al periodo gotico. Questi movimenti influenzarono tutto il novecento inglese fino alla soglia della seconda guerra mondiale. Dopo la guerra, nei ruggenti anni 81 l’arredamento inglese non ha smesso di evolversi in modi a volte alquanto originali o nostalgici, è innegabile che l’armonia insita nell’oggetto “Made in Italy” continua a infuenzare storicamente l’immaginario collettivo. Specialmente le nostre cucine, le nostre lampade, i nostri bagni, i nostri prodotti per il riscaldamento, sia nell’arredo che nei complementi, riportano in Inghilterra uno staordinario e continuo successo, perchè uniscono praticità e stile, perfezione tecnica e bellezza, rendendo ogni pezzo “unico”. Così piano piano, anche se con qualche sprazzo di nostalgia, dai lavandini spariscono i vecchi due A sinistra, pezzi vari in tipico stile colonialista all’asta a Londra. Sotto, grande scrivania Liberty arricchita da motivi traforati. Londra FoglioEuropeo 124 DEF.indd 81 10-11-2009 23:47:54 A destra, Cinetico interno anni 60. A destra, arredo moderno con vasca da bagno nostalgica. 82 Sotto, il logo di mydeco.com rubinetti separati con le scritte COLD e HOT su pastiglie di smalto bianco, le vasche di zinco smaltato, le stufette a gettone... Infine, attraverso questa breve carrellata nell’arredamento, si arriva ai siti Internet: andando a curiosare, cosa troviamo sul primo tra tutti, il visitatissimo e gratuito (per ogni oggetto venduto, è il produttore a pagare una commissione) MYDECO. COM? La lista dei “suppliers”, la lista dei rivenditori! E siccome si parte dalla A, ecco comparire tutto il catalogo, le offerte migliori e dove trovarle nel regno Unito; ecco le nostre grandi firme, da ALESSI fino a ZUCCHI, ci sono tutti: ARTEMIDE e CASTELLI, FORNASETTI e MISSONI, nonchè la concorrente diretta di Argos UK, la nostra inimitabile D-MAIL che ci “perseguita” da anni con i suoi cataloghini; anche se Argos offre dal collarino tempestato di diamantini per gatti fino alla “conservatory room” (di Miss Potter memoria) in laminato, mattoni e vetro temperato, come non potranno avere successo in Gran Bretagna i prodotti della nota casa italiana, a volte utilissimi come il rasa pelucchi per indumenti di lana e a volte così improbabili ma irresistibili, come l’orologio a cucù che registra i nostri appuntamenti e ce li segnala con il suo insistente e grazioso canto? Ma bando agli scherzi, da questa breve ricerca risulta che tutti gli intramontabili, classicissimi, armoniosi arredi e complementi della grande produzione italiana di qualità sono gli ultrapreferiti nell’“Editor’s Pick” britannico! Silvana Rivella Londra FoglioEuropeo 124 DEF.indd 82 10-11-2009 23:47:58 FoglioEuropeo 124 DEF.indd 83 10-11-2009 23:48:01 MILANO De Wan, l’Arte di interpretare i sogni Lo Stile Italiano in mostra a Shanghai 84 Guido Daniele, tecnica e fantasia Campagna Abbonamenti 2010 al magazine “Il Foglio Italiano” sul sito web: www.foglioitaliano.com FoglioEuropeo 124 DEF.indd 84 10-11-2009 23:48:06 85 Segue FoglioEuropeo 124 DEF.indd 85 í 10-11-2009 23:48:07 Enrico De Wan, l’Arte di interpretare i sogni della gente è anche questo... 86 FoglioEuropeo 124 DEF.indd 86 10-11-2009 23:48:09 Nella pagina a lato, il fondatore dell’azienda Enrico De Wan. Sotto, il primo negozio di De Wan fondato a Torino. MILANO Di Silvia Zanchi [email protected] È prerogativa della grandezza recare felicità con piccoli doni - Friedrich Wilhelm Nietzsche - La citazione filosofica sopraindicata calza a pennello per uno dei personaggi che quest’anno riceverà il prestigioso premio “Foglio d’Oro” il sei di dicembre all’Hotel de Paris di Monte Carlo, per essersi contraddistinto nel suo settore imprenditoriale a livello internazionale. Il nostro premiato è Enrico De Wan il quale si sente molto onorato per l’importanza di ciò che il premio significa, ma tiene a precisare che il successo è di tutta l’azienda, quindi scopriamo come è composta. Enrico, Rosalba, Roberto ed Elisabetta, sono i quattro designer della società: fanno tutti parte anche della famiglia De Wan. Enrico è il vero esperto, il creativo, l’uomo di marketing che in questi cinquant’anni ha saputo inventare sempre interessanti oggetti da regalo, migliorandone di volta in volta le tecniche di lavorazione e depositandone quindi i relativi ed esclusivi brevetti. Enrico De Wan, nato in piazza Carignano 2 nel pieno centro antico di Torino, ne ha fatta molta di strada, tenendo sempre in mente, ma anche nel cuore, una frase della madre che gli ricordava sempre: “cura moltissimo quegli oggetti che costano poco più di una rosa”. Saranno l’attenzione per i dettagli, la passione costante nel suo lavoro, il prodotto messo al centro dell’attenzione, il made in Italy reale, l’esclusività delle sue sei eleganti boutiques (la storica a Torino, poi a Milano a seguire Monaco, Verona ed ancora Milano), ad aver determinato il suo successo? Come tutti i veri “grandi” il Commendator De Wan si contraddistingue per educazione, convinzione, ma soprattutto per la grande passione. Valori trasmessi dalla famiglia d’origine, naturalmente. Infatti, nel 1955 la madre, Erika Pasero De Wan, aveva avuto l’intuito di anticipare ciò che avrebbe entusiasmato le signore dell’epoca: scoprire l’abbinamento di originali oggetti regalo ed eleganti 87 bijoux. Quindi aveva inaugurato le bellissime vetrine del primo negozio De Wan in piazza Castello 37, a Torino. Enrico, in allora, era dirigente di un’azienda farmaceutica della capitale piemontese. Perciò lascia una carriera sicura e si trasferisce nel negozio della madre, la quale, lungimirante, essendo Enrico il suo unico figlio, gli lascia nel 1965 la direzione dell’azienda. Ed è a quel punto che entra in scena Rosalba, moglie di Enrico, la bravissima assistente del direttore generale dell’azienda farmaceutica della quale Enrico era il direttore delle vendite. Anche Rosalba entra nell’azienda De Wan e così si forma l’eccezionale tris vincente: Erika, Enrico e Rosalba De Wan. Il successo fu immediato: il negozio De Wan aumenta la sua clientela in progressione geometrica, ed ha come clienti i nomi più prestigiosi della città. La Christofle di Parigi acquista da De Wan, per alcuni anni la sua elegante oggettistica, soprattutto per “les cadeaux de fin d’annee”. Villeroy & Boch vuole in esclusiva le creazioni di De Wan e gli fà firmare un contratto in cui la grande azienda tedesca diventa la rappresentante, per tutto il mondo della De Wan. Il proprietario dei grandi magazzini Harrod’s di Londra gli fa disegnare e produrre una collezione di orologi da polso, venduti con la garanzia “De Wan for Harrod’s”. Questo più che meritato successo internazionale era solo all’inizio, ma col tempo è stato completato con l’entrata in scena di Roberto ed Elisabetta, i figli di Enrico e Rosalba. Donna Rosalba è moglie, madre, manager e creatrice di tutte le collezioni dei bijoux-gioiello di maggior valore. Basti pensare, infatti, che ogni singola pietra viene montata singolarmente in castoni saldati a mano. Rosalba realizza poi: “i Gioielli della Regina” ripresi da quadri antichi raffiguranti i più preziosi Milano FoglioEuropeo 124 DEF.indd 87 10-11-2009 23:48:13 88 Sopra, i figli di De Wan, Erika, Enrico e la moglie la signora Rosalba. A destra, Erika De Wan in un ritratto del 1942. gioielli dei Casati Reali, in particolar modo di Casa Savoia. A questi seguono “i Bijoux della Primavera”, “l’Arte di Klimt”, “’l’Oriente Magico”, “i Bijoux delle Dive”, “le Perle Hiridee” “i Bijoux d’Alta Moda”, ed altre produzioni sempre di grane prestigio. Roberto, da pittore di talento, crescendo e laureandosi diviene designer di oggetti in vetro di Murano, ma anche di raffinate borse, assumendo al contempo la dirigenza della sede di Milano. Tutto ciò mentre si occupa anche delle Public Relations, senza perdere di vista però le sue passioni artistiche quali la poesia e l’arte surrealista. Elisabetta, laureata alla Bocconi, fotografa di successo internazionale, invece è la stilista dei foulards, degli orologi da polso e degli accessori più trendy della Maison De Wan. Richiamata dal padre, dopo i tre anni di esperienza alla parigina Piaget, torna in azienda e crea orologi talmente alla moda da far ottenere alla De Wan un notevole aumento di fatturato proprio dovuto al successo delle sue collezioni. Insomma un team davvero affiatato e soprattutto molto unito! Cosa hanno in comune Gianni e Umberto Agnelli, rispettivamente noti come “l’Avvocato” ed “il Dottore”? Ed ancora l’Imperatore Hiro Hito, la top model Eva Herzigowa, l’Emiro di Sharjah, l’attrice Sandra Mondaini, Fidel Castro, la regina della danza classica Carla Fracci, l’attrice Kim Novak, il decimo Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il presentatore Massimo Giletti, la signora Donatella Nini Veronesi, Lavinia Borromeo e John Elkann, Marina Doria e Vittorio Emanuele III...? Semplice, sono stati tutti uniti dalla stessa voglia di comunicare con gli altri, in maniera brillante e raffinata, attraverso un oggetto di Enrico De Wan. Ad ognuno dei personaggi sopraccitati corrisponde, infatti, un particolare episodio, che vede come protagonista una magica e preziosa creazione dello “Stile Italiano” di De Wan, come ci racconta la preziosa monografia edita dalla “Silvana Editoriale” avente come titolo “De Wan-Cinquant’anni di Bijoux”. Silvia Zanchi Milano FoglioEuropeo 124 DEF.indd 88 10-11-2009 23:48:16 FoglioEuropeo 124 DEF.indd 89 10-11-2009 23:48:21 90 Lo Stile Italiano in bella mostra a SHANGHAI FoglioEuropeo 124 DEF.indd 90 10-11-2009 23:48:25 Nella pagina a lato, una panoramica del porto di Shanghai. In basso a destra, una panoramica notturna del Fashion Village. MILANO di Natalia Cazzola Dolce [email protected] 91 S ta per decollare un evento straordinario volto a saldare i rapporti tra Cina ed Europa, in particolare l’Italia, che consentirà alle aziende del lusso Made in Italy di ampliare le proprie prospettive di business in una delle grandi potenze della nostra epoca. È Shanghai Collections il nome del progetto ideato dal promotore, nonché amministratore della società di riferimento, Rody Mirri in collaborazione con la municipalità di Shanghai e la società da essa controllata, la Shanghai East Asia Ltd. Una vetrina privilegiata per tutti gli attori della moda italiana, specie di piccole e medie dimensioni, che vogliono farsi conoscere ed espandersi in un Paese ad alti tassi di crescita quale è la Cina. Non una semplice “fashion week” in quella che si prospetta divenire la capitale orientale della moda, ma molto, molto di più. Shanghai Collections è infatti una piattaforma che avrà lo scopo di far convergere gli interessi delle case di moda e dei buyer internazionali, in particolare quelli orientali, portando a termine affari proficui. In occasione della prima edizione di Shanghai Collections, prevista per The italian fashion Milano FoglioEuropeo 124 DEF.indd 91 10-11-2009 23:48:29 I Sopra, una pianta del Fashion Village dove si terrà l’Expò 2010. 92 marzo 2010, verranno così organizzati incontri mirati con buyer di livello internazionale, licenziatari e possibili partner finanziari così da permettere alle maison partecipanti di sottoscrivere accordi commerciali e affermarsi in questi nuovi mercati. Il tutto in un nuovo e fresco baricentro, una città promettente, densa di tradizione e cultura, ma allo stesso tempo caotica e frenetica: Shanghai, come la nuova perla d’Oriente dunque, una città in costante evoluzione e crescita dove, secondo previsioni, nel 2015 si registrerà un aumento del consumo di beni di lusso che andrà dal 12% al 29%, con una capacità di spesa giornaliera pari a tremila euro per la nuova classe di giovani compratori. Una situazione ben lontana dalla crisi che affligge ancora oggi ,l’Occi- FoglioEuropeo 124 DEF.indd 92 dente in primis. Valore aggiunto della settimana della moda di Shanghai risiede nel centro polifunzionale che la ospiterà. Una vera e propria cittadella, il “Fashion Village” sarà proprio un villaggio all’interno della città che occupa una superficie di 380,000 metri quadri e che ospiterà strutture imponenti che saranno sede delle sfilate e delle presentazioni, quali l’Exhibition Hall, il Grand Stage e lo Stadium, insieme ad altre ricreative e alberghiere per permettere di accogliere tutti gli addetti al settore in una zona raccolta, accogliente e soprattutto all’avanguardia. Il Grand Stage sarà quindi la location principale per le sfilate: di forma sferica, predisposto con passerella, un imponente service audio, luci e ampio backstage che ospiterà fino a 18.000 persone, un numero veramente ingente di presenze se paragonato a quelle di una sfilata occidentale canonica. E, sempre stando ai grandi numeri, le case di moda italiane avranno la possibilità di esporre in appositi corner dislocati all’interno dei tre cubi dell’Exibition Hall, per una superficie di 4,515 metri quadri. Il tutto sarà condito dai grandi eventi collaterali ospitati nello Stadium e in oltre dieci piazze e aree esterne messe a disposizione per happening di ogni tipo. La città di Shanghai darà, in questo modo, vita con cadenza biennale: marzo e ottobre a un evento eccezionale dove la moda sia il pret-à-porter che l’haute couture si sposeranno con eventi di ogni tipo sparsi un pò ovunque: vernissage, spettacoli teatrali, mostre d’arte, e party sensazionali, tali da renderla una brillante protagonista a livello mondiale. Natalia Cazzola Dolce n occasione della presentazione del progetto Shanghai Collections nella sede della Borsa Valori di Milano, nell’ambito di Milano Fashion Week, Il Foglio Italiano ha incontrato le più alte cariche della delegazione cinese di Shanghai Collections allo Sheraton Milan Center, accompagnate da Filippo Colombo, AD Aspes e da Rody Mirri, ideatore dell’iniziativa che, con grande soddisfazione, dichiara: “È un progetto interessante che darà lavoro a molte realtà italiane che vogliono inserirsi nel business di una superpotenza, quale è oggi la Cina”. L’incontro si è svolto alla presenza di Wuang Wei Guo - Vice General Manager di Shanghai East Asia Sports & Recreation Center Co., Ltd , di Jiang Xue Gen - Vice Director di Shanghai Municipal Commission of Commerce, e di Ni Shu De – Deputy of Shanghai Fashion Week. Come nasce Shanghai Collections, polo asiatico polifunzionale del Fashion, Luxury e Design e in che modo aderite al progetto? “Ci sono vari aspetti. L’idea nasce da un’esigenza di gestione di spazi consoni per eventi, sport e concerti. Con la società Shanghai Stage gestiamo un’ampia area dove c’è uno stadio da 80.000 e un’arena da 18.000 posti, padiglioni fieristici, hotel a 4 e 5 stelle. La nostra esperienza è legata alla gestione di spazi per gli eventi, come quello dell’organizzazione dei Giochi Olimpici. Quindi seguiamo lo sport, la cultura, i concerti. Ciò che mancava erano gli eventi legati al fashion e così ci è sembrato fondamentale pensare all’universo moda e a una collaborazione con il “made in Italy”. Di fatto si tratta di una partnership tra Business Group , che si occupa dei contenuti e dell’elaborazione dell’evento, e Shanghai Stage che porta avanti la sua realizzazione con tutti i servizi e connessi”. Avete quindi aderito al progetto pensando all’importanza del “made in Italy” legato al Fashion? “Assolutamente sì”. In un momento di crisi globale, quali sono le aspettative da parte della Cina, in particolare di Shanghai, nei riguardi dell’Italia? “Per i cinesi i prodotti acquistati in Italia sono sinonimo di stile, eleganza, ma soprattutto qualità. Questa è la visione che abbiamo 10-11-2009 23:48:33 L’incontro con la municipalità di Shanghai MILANO di Myriam Dolce [email protected] 93 dell’Italia. Qualità intesa nei materiali e nel design, anche se il prezzo per noi è alto. Ciò che i cinesi spendono in abiti, accessori e scarpe corrisponde al livello della crescita economica che aumenta anno dopo anno. Anche una piccola percentuale di ricchi a Shanghai corrisponde in Italia a una grande fetta della popolazione; i numeri a confronto sono diversi proprio per la nostra densità demografica. In 14 anni, dal 1994 al 2008, c’è stata una crescita di venti volte, pari al 60% all’anno. Dal 2008 al 2009, nonostante la crisi economica, la crescita dei consumi legati al fashion è superiore al 60%. Quindi la crisi ci sta toccando in modo marginale”. Shanghai Collections, un centro polifunzionale che si concretizzerà con l’Expo cinese 2010. Quali le iniziative? “Shanghai Collections è innanzitutto un contenitore di eccellenza di case di moda. Ci sono le griffe più importanti che fanno le sfilate, quelle che presentano le loro collezioni negli showroom; c’è la parte di aziende del tessile, abbigliamento, artigianato che espongono i loro manufatti in varie aree dei padiglioni fieristici. Inoltre sarà possibile effettuare attività commerciali in un’area aperta al pubblico a pagamento. Altro elemento rilevante è l’idea che il nuovo polo asiatico del fashion sia una vetrina di promozione delle case di moda del “made in Italy” e internazionali, ma soprattutto sarà l’occasione per incontrare soggetti cinesi interessati a sviluppare commercialmente dei brand. La presenza del Dipartimento dello sviluppo economico della municipalità di Shanghai, significa avere dei soggetti qualificati, in un contesto controllato, che hanno manifestato l’interesse a un brand piuttosto che a un altro”. Come svilupperete questi rapporti commerciali? “Nell’area dell’evento ci saranno sempre delle zone di ospitalità per il “business contact”, con la possibilità di sviluppo delle aziende italiane. Abbiamo rapporti con le società proprietarie dei centri commerciali. A una media azienda, che da sola non avrebbe mai potuto affrontare un investimento in Cina, noi diamo tutto il supporto sia amministrativo che organizzativo e culturale”. Quali iniziative a favore dei giovani? “Durante la Shanghai Fashion Week ci sarà una sorta di young talent award”. Il nostro focus torna sull’organizzatore Rody Mirri, a cui rivolgiamo l’ultima domanda. Quali sono le aziende italiane che hanno già aderito al suo progetto? “Attualmente l’Alta Moda ha già aderito con l’iscrizione di una cinquantina di aziende. Il progetto, partito il mese scorso, debutterà a Shanghai nel marzo 2010, in linea con i tempi e le necessità dei nostri imprenditori”. Milano FoglioEuropeo 124 DEF.indd 93 10-11-2009 23:48:35 FoglioEuropeo 124 DEF.indd 94 10-11-2009 23:48:36 FoglioEuropeo 124 DEF.indd 95 10-11-2009 23:48:40 Guido Daniele, 96 quando la tecnica supera la fantasia Un Italiano che fa onore all’arte di casa nostra FoglioEuropeo 124 DEF.indd 96 10-11-2009 23:48:45 Sotto, Guido Daniele (photo Gian Rusconi). MILANO Di Arianna Caracciolo [email protected] U n artista, piuttosto eclettico, ma anche fotografo, scenografo e, da un po’ di anni, vagabondo nel mondo del body painting, in buona sostanza colui che riesce d dipingere su dolci corpi umani. Lui, questo artista del pennello ad olio, è Guido Daniele nato a Soverato nel 1950, ma che vive ormai da anni a Milano dove ha frequentato, giovanissimo, il liceo artistico a Brera e poi il corso di scultura sempre all’Accademia delle Belle Arti di Brera. E siamo nel 1972. Poi passa, nel ’74, a frequentare la scuola di Tankas in India: lì riesce a dipingere e partecipare a mostre personali e collettive fin dal 1968, ma intanto continua, ancora oggi, nei lunghi viaggi e nei ritagli di 97 tempo italiani collabora con riviste e come illustratore nella pubblicità dove le sue straordinarie “Mani” incantano i più critici creativi che gli affidano però intere campagne per i più disparati prodotti. Ma Daniele non si accontenta di tutto ciò e da quel 1968 comincia a realizzare scenografie per Nelle foto, i “Manimali” di Guido Daniele. Milano FoglioEuropeo 124 DEF.indd 97 10-11-2009 23:48:47 98 A destra, l’artista con una modella. FoglioEuropeo 124 DEF.indd 98 foto di varia natura, spot pubblicitari e programmi televisivi di ogni genere, dipingendo con l’areografo fondali che arrivano addirittura a 400mq. Dipinge inoltre trompe l’oeil per case e ville private, ma anche per strutture ad uso pubblico di grandi dimensioni, insomma Guido Daniele non si pone limiti tanto che nel 1990 aggiunge, al suo bagaglio di esperienze, la tecnica del body painting dipingendo, come abbiamo detto, sinuosi corpi di giovani modelle per fotografie considerate piccoli capolavori contemporanei, tutto ciò mentre realizza una marea di filmati pubblicitari per sfilate ed eventi che crea per mille occasioni diverse. La sua ricerca artistica degli ultimi anni lo ha portato ad unire quindi le due tecniche tradizionali del ritratto: la fotografia e la pittura ad olio stesa sul supporto fotografico alla maniera del più popolare Jan Saudek. Lui però afferma che il suo “maestro” di ripresa fotografica e stampa manuale in camera oscura è sempre stato il notissimo fotografo Francesco Radino. Ma è interessante sapere che la sua ricerca, iniziata nel 2000, lo porta a costruire anche sulle “Mani degli Animali” e questo lo fa con la tecnica del body painting, appunto, che sta riscuotendo un grande interesse a livello internazionale. Le sue mostre adesso sono ambite in molte parti del mondo e non gli basta più la sua Milano per dipingere e per saziare al sua incantevole smania di essere il protagonista di quelle tecniche che gli hanno dato fama ed anche un po’ ricchezza. “Spirituale”, dice lui. Adesso Guido Daniele si butta anche nella telefonia americana e guardando queste foto si può capire quanto sia eccellente, certo, ma quanto siano statiche e dinamiche al tempo stesso le sue di “Mani”. Arianna Caracciolo 10-11-2009 23:48:49 FoglioEuropeo 124 DEF.indd 99 10-11-2009 23:48:53 ITALIANI NEL MONDO ITALIANI NEL MONDO 100 Trionfante ritorno di Tremaglia a New York La folla entusiasta lo acclama a New York durante la parata del Columbus Day gridando “Mirko”, “Mirko”, “Tremaglia”, “Tremaglia sei grande”. Preceduto dal Ministro della Difesa, Ignazio La Russa, accompagnato dai dirigenti del Ctim e seguito dalla gloriosa banda dei Bersaglieri di Bergamo, Mirko Tremaglia sfila nella Quinta Strada di New York tra più di 35.000 spettatori. Con voce ancora infervorata e con grande emozione ricorda ripetutamente la presenza dei bersaglieri, suoi commilitoni di un tempo passato, che si sono esibiti sia nella cattedrale di San Patrick sia alle sue spalle durante la parata terminando una delle canzoni con “...Ministro Tremaglia bersagliere”. Ed è proprio al ritmo della loro musica che il Ministro La Russa s’incamminò, fermando la parata di fronte al palco delle autorità, verso l’onorevole Tremaglia per riconoscerlo e abbracciarlo. Un ritorno veramente trionfante per il primo e unico Ministro degli Italiani nel Mondo, che ha sfilato tra una folla esultante assieme ai sempre fedeli e cari dirigenti del Comitato Tricolore (Ctim) Antonio Cardillo, Luigi Soli- FoglioEuropeo 124 DEF.indd 100 meo, Nino Antonelli, Paolo Ribaudo e Benito Secchiano, accompagnati in spirito dal Coordinatore Ctim per il Nord America, Vincenzo Arcobelli occupato suo malgrado al comando dell’aereo di linea con rotta ben distante da New York. Ho intervistato telefonicamente l’On. Tremaglia al termine della parata, nel suo albergo, dove assieme alla moglie, la simpaticissima Signora Italia Tremaglia, cercava il meritato riposo e ristoro dal freddo (10 gradi Celsius) della grande mela. Riposo reso arduo dalle varie telefonate ma maggiormente per l’adrenalina in seguito al grande successo riscontrato. Veramente più che un’intervista è stato un colloquio aperto e amichevole; ecco alcune delle domande poste al nostro Segretario Generale: Onorevole Tremaglia, come ha trovato l’accoglienza dei newyorkesi in questa grande parata del Columbus Day? “È stata una sensazione straordinaria, non è la prima volta che io partecipo al Columbus Day. Devo dire che questa volta è stata straordinaria perché avevo la macchina preceduta da uno striscione con la scritta Comita- to Tricolore e Onorevole Mirko Tremaglia e per tutto il percorso ci sono state manifestazioni che erano veramente commoventi; tutta la gente che partecipava con il mio nome e poi cosa straordinaria, mai capitata, seguito da una rappresentanza ufficiale dei bersaglieri (trenta circa) che venivano da Bergamo e che hanno continuato a suonare: è stata una cosa veramente stupenda. Hanno cominciato in chiesa, in cattedrale e hanno finito con una canzone dei bersaglieri che è finita con un applauso particolare e una citazione: ‘...Ministro Tremaglia bersagliere’. Perfino il Cardinale Eagan è venuto a congratularsi con me”. È rimasto soddisfatto allora dell’organizzazione del suo Ctim? “Tutto è stato organizzato in modo superlativo, tenuto conto del brevissimo tempo a disposizione, devo dirlo, da Cardillo con i suoi collaboratori Solimeo, Antonelli, Ribaudo e tutti gli altri che ricevono le coordinate del com.te Arcobelli del Comitato Tricolore, comitato che ha 10-11-2009 23:48:54 ITALIANI NEL MONDO dimostrato di essere non soltanto ancora vivo, ma super vivo, in una giornata che io definisco trionfale, che ha dimostrato come nonostante i tentativi di dimenticarsi troppo in Italia degli italiani nel mondo, ecco, il Comitato Tricolore fa vedere ancora una volta la sua vitalità e la sua grande capacità, come le due precedenti manifestazioni, una quella di Marcinelle l’8 di agosto con la partecipazione del Presidente della Camera onorevole Fini, grande significato, e del Cgie con il suo presidente Carrozza, l’altra quella negli Stati Uniti a Hereford, Texas, con il Sottosegretario onorevole Roberto Menia, ideata e portata a termine da Vincenzo Arcobelli ed i suoi collaboratori. Sono state veramente manifestazioni bellissime e commoventi. Questa di oggi la devo, ripeto, a Cardillo ed i suoi collaboratori. Ciò serve a continuare la battaglia perché la battaglia cosi si riconosce che è stata una grande vittoria, che abbiamo mutato la Costituzione due volte per gli italiani nel mondo e abbiamo dato il voto a più di 4 milioni di italiani nel mondo, quindi il tentativo che oggi si fa di dimenticare è una dimostrazione che invece è vivo ed è un fatto trionfale ed è il riconoscimento della grande amicizia sul piano della storia e sul piano delle relazioni politiche tra gli Stati Uniti e l’Italia. Questo noi non possiamo dimenticarlo ed io sono profondamente felice e sono commosso. Ho ripreso la forza [email protected] Il comitato tricolore al completo sulla fifth avenue. per continuare, perché ci sono delle tappe che dobbiamo conquistare ancora come italiani nel mondo e non possiamo restare cosi come siamo e questa di oggi è un grande successo, a parte la mia persona, ma io lo sento come un grande successo d’italianità e di forza politica nazionale e di alleanza, questo è molto importante, con gli Stati Uniti d’America”. Quali altre tappe sono ancora da conquistare? “La forza degli italiani nel mondo non è riconosciuta; se noi invece alimentiamo questa grande alleanza con gli italiani nel mondo, politicamente, ne traiamo un vantaggio grandioso, pensa per esempio che domattina io ho un incontro con quelli della Ciim, un’organizzazione che io ho costituito quando ero ministro ed è la Confederazione degli Im- La fanfara dei Bersaglieri in onore dell’Onorevole Tremaglia. FoglioEuropeo 124 DEF.indd 101 A cura di Deborah Chiappini prenditori Italiani nel Mondo e se noi la alimentiamo e la riorganizziamo questo è un grande vantaggio. Io ho fatto convegni che voi sapete benissimo durante il mio periodo con delle situazioni che sono emerse eccezionali - noi abbiamo 395 parlamentari di origine italiana - se noi avessimo una politica di aggancio con questi parlamentari la politica estera, non solo, ma anche i rapporti di natura economica con il mondo e in particolare ovviamente con gli Stati Uniti d’America, sarebbe veramente eccezionale e noi dobbiamo considerare che abbiamo 60 milioni di cittadini di origine italiana e se facessimo un grande sforzo sul piano turistico ne faremmo delle cose eccezionali a favore dell’Italia. Io avevo proposto di fare degli sconti straordinari agli italiani nel mondo e noi avremmo avuto un successo anche sotto l’aspetto economico”. Grazie caro Ministro, è ovvio che la battaglia, come dice lei, deve continuare e deve essere vinta. Le facciamo tantissimi auguri di continuo successo a suo beneficio personale e a quello di tutti gli italiani nel mondo. “Son tante cose da fare mentre adesso si dorme. Questa iniziativa di oggi non dico che capovolge la situazione ma da un tocco prezioso a questa battaglia che noi dobbiamo continuare, anche nel quadro di intensificare i rapporti e l’amicizia con gli Stati Uniti d’America”. 101 Franco Giannotti 10-11-2009 23:48:56 ITALIANI NEL MONDO ITALIANI NEL MONDO XVIII Convention mondiale delle Camere di Commercio Italiane all’estero Raffaele Di Luca 102 La CCIE di Rio de Janeiro presenta il Progetto “Verace Pizza Napoletana” per far crescere l’export con la pizza. Sao Paulo, con circa 16 milioni di abitanti, vanta il primato di servire “in media 1.000 pizze al giorno”, con 8.000 pizzerie, seguita dalla città di Rio de Janeiro con circa 3.700 tra pizzerie e ristoranti italiani. La Camera Italo-Brasiliana di Commercio e Industria di Rio de Janeiro ha avuto l´approvazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico del progetto intitolato Verace Pizza Napoletana. “Questo progetto, data le sue caratteristiche innovative, è stato approvato in via prioritaria dal Ministero”, così esordisce il Presidente della Camera di Commercio Italiana di Rio, Raffaele Di Luca, che su questo progetto, in questi giorni di lavori della XVIII Convention delle Camere di Commercio Italiane all’Estero a Salerno, sta lavorando per il coinvolgimento fattivo della Regione Campania “sono un napoletano innamorato della mia terra, che malgrado i miei 58 anni continuo ad illudermi e sperare che le Istituzioni campane vogliano investire per il sostenere il patrimonio della Campania nel Mondo”. Sono tre gli obiettivi principali del progetto: preservare la tradizione della pizza napoletana; stimolare il turismo enogastronomico; promuovere prodotti italiani collegati all’elaborazione ed al consumo della pizza. Il Brasile è un Paese che ha una popolazione di 190 milioni di abitanti FoglioEuropeo 124 DEF.indd 102 di cui almeno 30 milioni di cittadini residenti che vantano una discendenza ed un cognome di chiare origini italiane, un milione di persone attualmente é in possesso di passaporto italiano o con pratica presso il Consolato italiano in fase di rilascio ed almeno un altro milione di persone ha inoltrato richiesta di concessione del passaporto in base alle vigenti leggi dello Stato italiano in materia di cittadinanza. La capitale dell´omonimo Stato, São Paulo, con circa 16 milioni di abitanti, vanta il primato di servire “in media un milione di pizze al giorno”, con 8.000 pizzerie seguita dalla città di Rio de Janeiro con circa 3.700 tra pizzerie e ristoranti italiani. In tutto il Brasile la stessa pizza è al primo posto per preferenza alimentare, considerando la fascia socioeconomica attiva tra un livello medio basso e quello alto, parliamo di almeno un pubblico attivo di 90 milioni di abitanti. “In Brasile la pizza ha sofferto degli addattamenti alla realtà locale. Oltre agli aspetti culturali, non sono da sottovalutare gli aspetti della disponibilità o meno degli ingredienti considerati ideali. Sappiamo che la pizza napoletana è simbolo di italianità nel mondo e quindi siamo convinti che far conoscere le differenze tra quello che in Italia è considerata come la vera pizza e quella che si consuma in Brasile nella stragrande maggioranza delle pizzerie locali, è una forma anche di divulgare i prodotti italiani come il pomodoro e l´olio di oliva insostituibili per la bontà e qualità del sapore nonché di divulgare i luoghi di produzione e di degustazione dove la cultura del mangiar bene e sano è ancora un valore importante” spiega Di Luca. Il programma delle attività del Progetto della CCIE prevede: il Corso Maestro Pizzaiolo; missioni di imprese campane del settore agroalimentare; pubblicazione dal titolo ‘Pizza Verace Napoletana’ Il Corso Maestro Pizzaiolo è destinato agli studenti di gastronomia di due prestigiose Università di Rio de Janeiro e São Paulo, rispettivamente Universidade Estácio de Sá e Universidade Anhembi-Morumbi in partnership con l´Associazione della Verace Pizza Napoletana. “L’idea è utilizzare la metodologia dei corsi dell´Associazione della Verace Pizza Napoletana, addattandole alla realtà del mercato brasiliano ed appoggiarci su due strutture accademiche rinomate e che hanno l´infrastruttura adatta e le migliori forme di divulgazione verso il pubblico; condizioni fondamentali per la realizzazione del corso”. Promuovere missioni istituzionali ed imprenditoriali in partnership con le Camere di Commercio, Industria, Agricoltura della Campania, e con ENCO Engineering & Consulting, azienda con sede a Napoli ed associata alla Camera di Rio, è l’altro punto programmatico. “Avvalendoci della sperienza della nostra Camera di Commercio nell´organizzazione di workshops tra imprese italiane e brasiliane e cogliendo l´occasione di un progetto dove il prodotto agroalimentare italiano DOC sarà messo in rilievo in diverse iniziative congiunte, realizzeremo una o più missioni di imprese del settore agroalimentare campano con lo scopo di aumentare l´export di prodotti alimentari campani verso il Brasile”. Infine, la Camera pubblicherà un libretto, dal titolo ‘Pizza Verace Napoletana’, con informazioni storiche, peculiarità, fotografie e notizie del circuito della Pizza Verace Napoletana. Il libretto sarà distribuito agli studenti dei Corsi Pizzaiolo, ai clienti delle pizzerie partecipanti del circuito, agli associati della Camera e durante gli altri eventi del progetto. “La pizza è un traino per l’export dei prodotti campani, molte aziende lo hanno capito non da oggi, mi auguro che le Istituzioni finalmente se ne rendano conto e si mettano al lavoro” conclude Raffaele Di Luca. 10-11-2009 23:48:59 FoglioEuropeo 124 DEF.indd 103 10-11-2009 23:49:05 A cura di Claudio Zeni [email protected] Una boccata d’ossigeno per la tua bellezza! La pelle del viso e del corpo sarà levigata e lucente come una gemma preziosa grazie all’“effetto diamante” dei nuovi elisir di giovinezza a base di ossigeno delle Terme della Salvarola (Mo). Il viso coi trattamenti plus con oxigenion, nella campana di ossigeno molecolare, riceve un effetto lifting e viene rivitalizzato dai principi attivi. L’ossigeno dona alla pelle stanca e pallida nuova brillantezza e fascino, restituendo elasticità ai lineamenti e un aspetto fresco e pieno di vitalità. Il corpo invece ritrova il benessere nell’abbraccio del vapore dell’acqua termale durante il bagno di ossigeno che lo rigenera, lo disintossica, lo purifica e lo rimodella. Proposte uniche che danno nuova linfa a viso, corpo e spirito! Esclusivi trattamenti che si possono provare nel centro estetico termale sensoriale Balnea. Una sorgente di benessere con cascate, giochi d’acqua e luci colorate nelle 5 tra vasche e piscine termali a diverse temperature, un paradiso del fitness con 4 palestre, un’oasi per la danza e le discipline orientali. L’emozione continua tra le coccole degli esclusivi trattamenti di bellezza come il benessere di bacco con la “vinoterapia”, i massaggi delle diverse discipline orientali e le dolci carezze della Suite Eden per la coppia tra suoni, profumi e cromoterapia anche nell’idromassaggio e nella doccia nuvola. www.termesalvarola.it Nasce ad Anacapri 104 il Mondo di Mariantonia Nasce ad Anacapri, sulla stradina che conduce alla Villa di Axel Munthe, Il Mondo di Mariantonia, boutique gourmet dedicata a chi cerca l’eccellenza dei sapori, la chicca golosa, il piacere del bello e del buono. Uno spazio dove la tradizione è di casa, dove la ricerca del prodotto di nicchia è una passione ed una filosofia, e la parola “qualità” è un valore vero e sentito. Il progetto nasce dall’incontro tra Oliver Glowig chef de L’Olivo, il ristorante due stelle Michelin del Capri Palace Hotel&Spa di Anacapri, e Salvatore De Gennaro de La Tradizione di Vico Equense, grande conoscitore ed autentico scout di sapori. Dalla loro condivisa passione per i prodotti d’eccellenza nasce questo raffinato “laboratorio del gusto” dove marmellate e conserve di frutta e di ortaggi trovano posto accanto a miele purissimo, olio extravergine d’oliva bio, vini di piccoli vignaioli, paste artigianali ed altri prodotti di nicchia. Il fiore all’occhiello de Il Mondo di Mariantonia è la selezione raffinatissima di formaggi e salumi italiani: caci e ricotte, provolone del Monaco, fior di latte, mozzarella di bufala campana ed altre specialità, ed ancora salami e prosciutti artigianali. Il nome è d’altronde un omaggio a donna Mariantonia che negli anni quaranta deliziava i primi turisti con i prodotti degli orti anacapresi. Il legno di cirmolo al Castello di Dolasilla del Belvita Excelsior di San Vigilio di Marebbe Un rifugio privato nascosto in un hotel da sogno: è la Cirmolo Spa del Belvita Excelsior di San Vigilio di Marebbe (BZ) Il nuovo trattamento da sogno per gli innamorati si chiama Amore e si svolge proprio in questa bomboniera. La spa suite è arredata con legno di cirmolo, salutare per il cuore e lo spirito. È ormai risaputo che questo particolare legname contribuisce a ridurre la frequenza dei battiti in seguito a sollecitazioni fisiche e mentali. Dopo tre ore di soggiorno in una stube rivestita di questo legno il cuore risparmia ben 3.500 battiti. In questo rifugio privato si trova una vasca idromassaggio panoramica per due, un esclusivo letto ad acqua, due lettini da massaggio nella lounge affacciata sulle montagne, un mastello per pediluvio di coppia e una grande doccia. Il sensuale trattamento, che ha il potere di rendere felici e innamorati si effettua con la linea di prodotti esclusiva “Romeo & Julia”: magia pura. www.myexcelsior.com Cinque ÍÍÍÍÍ & Tre FoglioEuropeo 124 DEF.indd 104 10-11-2009 23:49:13 Cinque ÍÍÍÍÍ & Tre Un percorso tra benessere e alta cucina Fonteverde Natural Spa Resort, il resort 5 stelle di San Casciano dei Bagni (Si) che fa parte di The Small Leading Hotels of the World, tempio del benessere termale e l’Hotel La Posta Vecchia, il lussuoso albergo di Palo Laziale (Rm), membro della Associazione Relais & Chateaux, vecchia residenza di Paul Getty, hanno creato un percorso d’eccellenza che dalle suggestive vallate della Val d’Orcia approda alle coste tirreniche laziali. Una vacanza tutta benessere e gourmet dove il wellbeing e la cucina d’autore si sposano con l’esclusività e il lusso discreto. Il pacchetto Spa&Gourmet propone, per la prima volta, un’esperienza sensoriale e unica nel suo genere. Due strutture complementari fino al 15 novembre, che normalmente fanno sognare i turisti gourmand e dai sensi raffinati, oggi offrono l’essenza di una vacanza indimenticabile a condizioni straordinarie. L’itinerario può prevedere il soggiorno in Toscana e poi nel Lazio o viceversa, proprio per andare incontro anche alle esigenze di quei clienti che arrivano o partono dall’aeroporto di Fiumicino o di quelli che tra una visita a Roma e una a Firenze desiderano rilassarsi e vivere un percorso esclusivo. Il pacchetto comprende due giorni sulle dolci colline della campagna toscana dove, immersi nelle acque termali che sgorgano dal Monte Amiata e coccolati dai trattamenti proposti nella spa di Fonteverde, si potrà rigenerare corpo e spirito. Basterà farsi massaggiare dai 22 idrogetti della piscina Bioaquam e disintossicare dai cristalli di sale del Thalaquam e del Salidarium per sentirsi rinascere. Sulle coste laziali, proprio a picco sul mare, regna sovrano l’Hotel La Posta Vecchia, villa del 1640 affacciata sul mare Tirreno, il cui Ristorante The Cesar, è insignito di una stella Michelin dal novembre 2007. Lo chef Michele Gioia delizierà gli ospiti con i piatti della tradizione, personalmente rivisitati dal suo estro creativo e cucinati con prodotti naturali coltivati nel territorio. Dopo un bagno nella piscina interna con le vetrate vista mare, una incredibile opportunità per gli ospiti è la visita alle rovine della villa romana situata esattamente nel basamento dell’albergo, un salto nella storia della Roma Imperiale, trasformata oggi in museo www.fonteverdespa.com 105 Il ristorante “Botton d’Oro” dell’albergo Villa Marta di Lucca Si chiama Botton d’Oro, come il grazioso ranuncolo giallo che illumina in primavera il verde dei prati e riporta alle fiabe: è il ristorante dell’Albergo Villa Marta, incantevole 4 stelle alle porte di Lucca ricavato da una dimora ottocentesca e circondato da un meraviglioso giardino all’italiana. Il “Botton d’oro”, guidato dalla giovane chef Chiara Dal Porto, apre adesso anche al pubblico. Non solo gli ospiti dell’albergo, quindi, potranno gustare le proposte del nuovo menu ispirato alla tradizionale cucina lucchese, rivisitata dalla fantasia dello chef FoglioEuropeo 124 DEF.indd 105 secondo i gusti attuali. Tra i punti di forza del ristorante, l’uso di carni nazionali, la pasta fresca, le torte e le marmellate fatte in casa, oltre ad un’offerta di piatti pensati ad hoc per clienti con esigenze dietetiche particolari. “In carta ci sono sempre almeno tre proposte per chi segue un regime vegetariano, ed abbiamo anche proposte per celiaci e per chi soffre di altre intolleranze, come quella per i latticini.” Chiara Dal Porto, 39 anni, lucchese, è infatti uno chef abilitato alla cucina celiaca per la preparazione di piatti garantiti gluten-free. Possono essere richiesti anche interi menù speciali ad hoc, prenotando con almeno 12-24 ore di anticipo. “I principi della mia cucina sono l’amore per la tradizione, la qualità delle materie prime e, soprattutto, l’attenzione a violare il meno possibile il loro gusto originario” - dichiara lo chef Chiara Dal Porto - “per questo prediligo l’olio Evo ai grassi animali e una cottura breve e saltata per mantenere al meglio sia le qualità organolettiche sia quelle nutrizionali del prodotto.” www.albergovillamarta.it 10-11-2009 23:49:14 A cura di Margherita Vallier [email protected] 106 Letture & poesie Susanna Tamaro Illustrazioni di Giulia Orecchia “Il grande albero” Casa Editrice Salani 160 pagine 12,00 Euro Argante e Roveda “L’ecobusiness ci salverà?” Casa Editrice Salerno 112 pagine 12,00 Euro Erri De Luca “Il giorno prima della felicità” Casa Editrice Feltrinelli 133 pagine 15,00 Euro Anche se non proprio paragonabile al bellissimo libro “Piccolo Principe”, questa è una favola che vi si avvicina molto. Come il capolavoro di Saint Exupéry, è soprattutto una storia di amore e di speranza e non mancherà di toccare il cuore dell’adulto più incallito che volesse leggerla ai suoi bambini, ai suoi nipotini, in occasione del Natale. Siamo in montagna ed è lì, nella radura, che scende a sfiorarci, risale e se ne va come è venuto, quel “rumore” speciale che fa il vento quando passa fra i rami alti degli abeti: per un momento, grazie alla lievità del racconto, abbiamo sentito su di noi l’alito della creazione. Così, siamo pronti a credere alla fiaba dell’abete centenario che da giovane ha conosciuto la Pricipessa Sissi e che da vecchio poteva essere abbattuto per farne preziosi violini come tonnellate di stuzzicadenti. Tra tutte, non sarebbe dunque la fine più brutta quella di fare da ornamento natalizio addobbato a festa in Piazza san Pietro se non fosse per Crik, lo scoiattolo in perenne letargo che si sveglia fuori tempo in mezzo al traffico romano e che fa del ritorno dell’abete alla radura in Trentino la sua missione in terra. Come in ogni favola che si rispetti, ci riuscirà in maniera miracolosa, grazie anche ai suggerimenti in romanesco del piccione Numa Pompilio per attirare su Crik l’attenzione e la tenerezza del grande Papa montanaro. “Dalle radici e tra i rami, la storia del grande albero è”, come ha affermato Susanna Tamaro, “qualcosa di luminoso in un tempo di crisi e di cose opache”. Il libro non è solo una biografia dell’imprenditore Marco Roveda; è un ritratto che svela anche qualche piccolo segreto. Cinque sono le parole d’ordine del creatore della magia multimediale di LifeGate: uno, innovazione; due, sostenibilità; tre, impatto sociale diretto, quantificabile e documentato; quattro, espansione; cinque, replicabilità internazionale. Dopo aver conseguito il premio “Social Entrepreneur of the Year”, altissimo riconoscimento dalla Schwab Foundation for Social Entrepreneurship, Marco ha risposto in modo ordinato ed avvincente alle domande di Enzo Argante. Dalla Fattoria Scaldasole a LifeGate, la filosofia della sostenibilità è innanzitutto un modo di sentire la vita. Il libro non è affatto uno dei tanti noiosi saggi sulle possibilità dell’ecobusiness. Ci sono i valori, c’è l’ispirazione e ci sono le linee strategiche. Attraverso il racconto delle esperienze di Marco Roveda e della sua famiglia ci rendiamo conto di come sia stato davvero possibile fondare un business sulla felicità e sulla dignità, sul rispetto dell’uomo e dell’ambiente. “Gli obiettivi non saranno unicamente gli attivi di bilancio ma anche il fare cose belle, buone e utili alla vita. Siamo tutti sulla stessa barca e contribuire a farla funzionare bene è una questione di realizzazione personale, di prestigio e di impegno nei confronti della vita”. Perchè, come sottolinea ancora Marco Roveda: “l’equivalenza tra etico e senza finalità di lucro non è più assoluta”. I vecchi palazzi di Napoli sono nidi per i fantasmi, con una affermazione semplice e un po’ curiosa inizia il racconto di un ragazzino smilzo, orfano, che ama recuperare la palla in qualunque posto e a qualunque costo. Impara ad arrampicarsi a scavalcare ringhiere, intrufolarsi in piccoli nascondigli come un abile contorsionista e ogni giorno intravvede dalle finestre di quel balcone, complice delle sue trepidazioni, il suo fantasma femminile, che tornerà più tardi a sfidare la memoria dei sensi, a postulare un amore impossibile idealizzato e arricchito dalla filigrana delle sue emozioni. Nello scenario di una Napoli forte e veritiera non poteva certo mancare il personaggio chiave del romanzo, Don Gaetano un vero fac totum elettricista, muratore, portiere dei quotidiani inferni del vivere, consolatore e maestro di vita di questo ragazzino, solo e assetato di sapere. Da lui impara a giocare a carte, a farsi scivolare la vita tra le mani impregnata di quel succo di un’esistenza stereotipata dove tutto immancabilmente può accadere il giorno prima della felicità. Un romanzo breve, dotato di intensità lessicale e forma dialogica piena di espressività simbolo di una città da sempre pura, ricca di folclore di storie di strada, di amori impossibili, di rapporti esclusivi, narrati da Erri De Luca napoletano d’eccellenza che riesce a trasportarci senza esitazioni nelle viscere del suo racconto, in un modo unico. Il libro scorre via in maniera fluida e vivace al tempo stesso. Silvia Berlinguer Letture & poesie FoglioEuropeo 124 DEF.indd 106 10-11-2009 23:49:16 FoglioEuropeo 124 DEF.indd 107 10-11-2009 23:49:18 AUSTRIA FINLANDIA HELSINKI - Ambasciata d’Italia, Itäinen Puistotie 4A • Consolato Italiano - Ambasciata d’Italia. Itanien Puistotie, 4 • Istituto Italiano di Cultura, Vuorimiehenkatu 11 B FRANCIA 108 VIENNA - Ambasciata d’Italia, Rennweg 27 • Istituto Italiano di Cultura, Ungargasse 43 • Cancelleria Consolato Italiano - Ambasciata d’Italia, Ungargrasse 43 INNSBRUCK - Consolato Generale Di Italia, Conradstrasse, 9 A • Istituto di Cultura Italiano, Palais Trapp Maria Theresien Strasse 38 KLAGENFURT - Consolato Onorario Italiano, St. Veiter Ring 43 GRAZ - Consolato Onorario Italiano, St. Peter Hauptstrasse 141 LINZ - Consolato Onorario Italiano, Hessenplatz 19 SALISBURGO - Consolato Onorario Italiano, Lederergasse 6 BELGIO PARIGI - Consolato Generale d’Italia, 5 Bd. Emile Augier • Ambasciata d’Italia, 51, Rue de Varenne • Centro Lingua e Cultura Italiana, 4, Rue des Prètes S. Sèverin • Istituto Italiano di Cultura, 50 rue de Varenne GRAN-BRETAGNA RISTORANTE Fratelli la Bufala Bruxelles 118, Rue Américaine Tel. +32 (0)25376700 www.fratellilabufala.com BRUXELLES - Ambasciata d’Italia, 28, Rue Emile Claus • Istituto Italiano di Cultura, Rue de Livourne, 38 • Consolato d’Italia a Bruxelles, rue de Livourne 35 • Camera di Commercio Italo-Belga, Avenue Henri Jaspar 113 • Piola.Libri, rue Franklin 66-68 • Fattoria del Chianti, rue Archimede 48 • Ristorante Il padrino, rue Archimede 50 • Physical Golden Club, Place du Châtelain, 33 • Ristorante la Piola, rue du Page 2 • Traiteur Don Gigi, rue Jacques Jansen 1 • Pasticceria da Giovanni, Ch. de Louvain 303 (Schaerbeek) • Hotel Jolly du Grand Sablon, Rue Bodenbroek, 2/4 • Hotel Amigo, rue de l’Amigo 1 EKEREN - Ass.ne Dante Alighieri, Pinksterbloemlaan 45 ESTONIA TALLIN - Ambasciata Italiana, Vene, 2 FoglioEuropeo 124 DEF.indd 108 LONDRA - Ambasciata Italiana, 114 Three King’s Yard - Davies Street - London W1Y 2EH • Consolato Generale d’Italia, 38 Eaton Place, SW 1X 8AN • Istituto Italiano di Cultura, 39 Belgrave Square, SW1X 8NX • ICE Istituto Nazionale per il Commercio Estero Italian Trade Commission, 14 waterloo place - London SW1Y 4AR • Camera di Commercio Italiana in G.B., 1 Princes Street, W1R 8AY • E.N.I.T. Italian Tourist Board, 1 Princes Street, W1R 8AY • The Rocco Forte Collection - Brown`s Hotel, Albermarle Sreet - Mayfair - London W1S 4BP • Jolly Hotel St. Ermin’s, 2 Caxton Street, SW1H 0QW • Baglioni Hotel, 60 Hyde Park gate - London SW7 5BB • Hotel Inter Continental, 1 Hamilton Place Hyde Park Corner, W1V 1QY • Mandarin Oriental Hyde Park, 66 Knightsbridge, SW1X • The Chesterfield Mayfair, 35 Charles Street Mayfair, W1X • Banca d’Italia, 39 Kings Street, EC2 • Alitalia Uk, 2nd Floor, Central House - 3 Lampton Road - Hounslow - Middx TW3 1HY • Meridiana, 15 Charles II Street, SW1Y 4QU • Accademia Club, 59 Knightsbridge, SW1X 7RA • Estorik Collection of Modern Italian Art, 39ª Canonbury Square, N1 2AN 10-11-2009 23:49:19 Lo trovate qui... GRECIA ATENE - Istituto Italiano di Cultura, 47, Patission str. • Ambasciata d’Italia, 2, Sekeri str. • Consolato Generale Italiano, 135-137, E. Venizelou Ave. • Cancelleria Consolare Italiana , Leoforos El. Venizèlou (Thiseos) 135-137 • Camera di Commercio Italiana Ice,14,Vas. Sofias ave. • Scuola statale italiana, Odos Mitsaki 18 • Scuola Archeologica italiana, Odos Parthenonos 14-16 • Istituto italiano di Cultura di Salonicco, Odos Fleming 1 - 54642 Thessaloniki • Istituto italiano per il Commercio Estero (ICE), Leoforos Vassilis Sofias, 14 • Comitato degli Italiani all’ Estero (Com.It.Es), Patission 153 • Associazione Dante Alighieri ad Atene , Via Antinoros, 34-36 SALONICCO - Istituto di Cultura Italiana, 1, Fleming Str. GERMANIA Associazione Emilia-Romagna in Berlin, Düsseldorfer Strasse 66 • Italiesiches Handelskammer Für Deutschland, Büro Berlin (Camera di Commercio per la Germania), Märkisches Ufer 28 • Istituto Italiano per il Commercio Estero, Schlüterstrasse 39 • ANSA, Pressehaus - Schiffbauerdamm 40 • RAI, Reinhardtstrasse 12 • Hotel Jolly Vivaldi, Friedrichstr. 96 • Hotel Park Inn Berlin - Alexanderplatz, Alexanderplatz 7 • Ristorante Bacco, Marburgerstrasse 5 • Ristorante Bocca di Bacco, Friedrichstrasse 167/168 • Ristorante Essenza, Potsdamer Platz 1 • Ristorante Vino e Libri, Torstr. 99 • Trattoria a Muntagnola, Fuggerstrasse 27 • Ristorante Sale e tabacchi, Kochstrasse 18 • Ristorante Francucci’s, Kurfürstendamm 90 • Ristorante Ciao Ciao, Kurfürstendamm 156 • Ristorante Ana e Bruno, Sophie-Charlotten-Strasse 101 • Café Aroma, Hochkirchstrasse 8 • Ristorante Opera Italiana, Spandauer Damm 5 • Ristorante Il Sorriso, Kurfürstenstrasse 76 • Ristorante Antica Roma, Wittenbergplatz 5/6 • Ristorante Piazza Italiana, Oranienburger Chaussee 2 • Ristorante Trattoria Toscana, Badensche Strasse 33 • Ristorante Villa Medici, Spanische Allee 1 AMBURGO - Consolato Generale d’ Italia, Feldbrunnenstrasse 54 - D FRANCOFORTE - Consolato Generale d’Italia, Francoforte sul Meno - Kettenhofweg, 1 - D COLONIA - Consolato Gen. D’Italia, Universitastrasse 81 D HANNOVER - Consolato Italiano Generale, Freundallee, 27 LIPSIA - Consolato Generale Italiano, Loehrstrasse, 17 109 IRLANDA DUBLINO - Ambasciata d’Italia, 63/65 Northumberland Road • Istituto Italiano di Cultura, 11, Fitzwilliam Square ITALIA RISTORANTE Ildi Paolo Ciak Celli Cucina toscana Specialità alla brace Cacciagione BERLINO - Ambasciata d’Italia, Hiroshimastrasse 1 • Palazzo Italia, Unter den Linden, 10 • Istituto italiano di Cultura, Hildebrandstr. 2 • Com.It.es. Berlino-Brandeburgo, Zillestraße 111 • Società Dante Alighieri, Bülowstr. 4 • ICE (Istituto per il Commercio Estero), Schlüterstr. 39 • ENIT (Ente Nazionale per il Turismo), Kontorhasìus Mitte - Friedrichstrasse 187 • Itkam (Camera di commercio italiana per la Germania), Märkisches Ufer 28 • Deutsch-Italienische - Gesellschaft E.V. (Berlin), Hohenzollernstrasse 4 • Deutsch-italienische - Freundschaftsgesellschaft, Nikischstrasse 5A • Centro Culturale Sardo, Husemannstrasse 28 • COM.IT.ES, Eylauerstrasse 24 • Missione Cattolica Italiana, St. Konrad von Parzham - Rubesstrasse 78 • Patronato ITAL-UIL, Keithstrasse 1-3 • Comitato Tricolore degli Italiani nel Mondo, Berlinerstrasse 124 - Berlin-Charlottenburg • FoglioEuropeo 124 DEF.indd 109 Roma Trastevere Vicolo del Cinque, 21 Tel. +39 06.58.94.774 MILANO - Ristorante Il Marchesino, Piazza della Scala • Terrazza Martini, Piazza Diaz 7 • Il Baretto ai Baglioni, Via Senato 7 • Bar Pasticceria Gattullo, Piazzale di Porta Lodovica 2 • Bar Ristorante Gin Rosa, Galleria s. Babila 4/B • Colonial Cafè, Corso Magenta 85 • Mondadori, Piazza Duomo • Carlton Hotel Baglioni, Via Senato 5 • UNA Hotel Scandinavia, Via Cusani, 15 • UNA Hotel Tocq, Via A. De Tocqueville, 7/D • Grand Hotel Verdi, Via Mechiorre Gioia 6 ROMA - Ministero degli Esteri e Italiani nel Mondo, Piazzale della Farnesina, 1 • Hotel De Russie, Via del Babbuino 9 • Hotel Excelsior, Via Vittorio Veneto 125 • UNA Hotel Roma, Via G. Amendola 61 • Hilton Rome Cavalieri, Via Cadlolo, 101 (Monte Mario) 10-11-2009 23:49:22 LETTONIA RISTORANTE Vecchia Firenze di Jacopo La Guardia Monte-Carlo Av. Prince Pierre, 4 Tel. +377 93302770-93255364 RIGA - Ambasciata d’Italia, Teatra iela, 9 - LV • Associazione Dante Alighieri, Dzirnavu,73 LITUANIA Scala) • North Atlantic s.a.m. Le Patio Palace 41, Av. Hector Otto • Ristorante Amici Miei 16, Quai Jean Charles Rey Fontvieille • La Casa del Gelato 42, Quai Jean Charles Rey Fontvieille • Zegg & Cerlati Av. des Spélugues • La Perla Monte Carlo Palace Bd. des Moulins • Hotel de Paris, Place du Casino • Fairmont Monte Carlo 12, Av. des Spélugues • Hotel Meridien Av Princesse Grace • Ristorante La Rosa dei Venti Plage du Larvotto • Stars & Bar 6, Quai Antoine I • Ristorante La VILNIUS - Ambasciata Italiana, Tauro Gatve, 12 • Istituto Italiano di Cultura - Alessandra Bertini Malgarini, Universiteto G. 4 • Camera di Commercio Italiana, Jogailos, gve 4 • Istituto Italiano Commercio Estero, Universitet,o 4 LT 110 Ristorante Amici Miei LUSSEMMBURGO di Michele Florentino Monaco - Port de Fontvieille Quai Jean Charles Rey, 16 Tel. +377 92059214 Vecchia Firenze 4, Av Prince Pierre • Casa del Caffé Av. de la Costa • Hair stylist Coppola 4, Av. de Grande Bretagne • Athos Palace (Fontvieille) • RM Autosport 5, Av. Prince Pierre • Montecarlo Royal Motors 14, Quai Jean Charles Rey LUSSEMMBURGO - Ambasciata d’Italia, 5-7, rue Marie-Adélaïde • Istituto Italiano di Cultura, 7 Rue Marie Adélaide • Asso,ne Dante Alighieri, 22, Rue Albert 1° MONTECARLO Ambasciata d’Italia e Com.It.Es 17, Av de l’Annonciade • Monte Carlo Country Club 155, Av Princesse Grace • Ufficio del Turismo 2ª, Bd des Moulins • Yacht Club Monaco 1, Quai Antoine • Banque: Edmond de Rothschild Les Terrasses 2, Av de Monte Carlo • Compagnie Monegasque de Banque 23, Av. de la Costa • HSBC Private Bank 15/17, Av. D’Ostende • BNP Paribas Private 15/17, Av. D’Ostende • Banque du Gothard 15/17, Av. D’Ostende • CFM 11, Bd albert Premier • Credit Lyonnais 1, Av. des Citroniers • SG Private Banking 11, Avenue de Grande Bretagne • Monte Paschi Banque 1, Av. des Citroniers • KBL Monaco Private Bankers 8, Av. de Grande Gretagne • UBS 10/12, Quai Antoine I • Immobiliare Dotta 5 bis, Av Princesse Alice • Montecarlo International Prestige 1, Av Henry Dunant (Palais de la FoglioEuropeo 124 DEF.indd 110 PAESI BASSI AMSTERDAM - Consolato Generale d’Italia, Vijzelstraat 79 • Istituto Italiano di Cultura, Keizersgracht 564 L’AIA - Ambasciata d’Italia, Alexanderstraat 12, 2514 JL Den Haag PORTOGALLO LISBONA - Ambasciata d’Italia, Largo Conde Pombeiro 6 • Consolato Italiano - Ambasciata d’Italia, Largo Conde de Pombeiro 6 • Istituto Italiano di Cultura, Rua do Salitre, 146 REPUBBLICA CECA PRAGA - Ambasciata d’Italia, Nerudova 20 • Istituto Italiano di Cultura, Šporkova 14 • Ambasciata d’Italia a Praga, Nerudova 20 • Istituto Italiano di Cultura, Šporkova 14 10-11-2009 23:49:24 Lo trovate qui... SLOVACCHIA BRATISLAVA - Ambasciata Italiana, Palisady, 49 • Consolato Italiano, Cervenova, Ul. 19 • Istituto Italiano di Cultura, Kapucínska 7 SVEZIA SPAGNA STOCCOLMA - Ambasciata d’Italia, Oakhill - Djurgården - Djurgårdsvagen 174 • Istituto di Cultura Italiana, Gardesgatan 14 • Cancelleria Consolare Italiana, Djurgårdsvägen 176 ANGELHOLM - Associazione Dante Alighieri, Krukmakareg, 3 MADRID - Ente Nazionale Italiano Turismo, Edificio Espana - Gran Via 84 1° of.1 • Consolato Generale Italiano, Calle Agustín de Betancourt, 3 • Ambasciata d’italia a Madrid, C/Lagasca, 98 • Consolato Generale a Madrid, C/Agustin de Bethancourt, 3 • Addetto navale in Madrid, C/Agustin de Bethancourt, 3 • Istituto Italiano di Cultura a Madrid, C/ Mayor, 86 BARCELLONA - Consolato Generale d’Italia, cI Mallorca 270 Pral. Pri SVIZZERA 111 STATI UNITI NEW YORK - Italian American Museum, 155 Mulberry Street • Italian Consulate General of Italy in New York, 690, Park Avenue • ICE (istituto nazionale per il commercio estero), 33 East 67th Street • Columbus Citizens Foundation, 8 East 69th Street • Com.Ii.Es, 66-33 Fresh Pond Road Ridgewood • Istituto Italiano di cultura, 686 Park Avenue MIAMI - Consolato Italiano, 4000 Ponce de Leon - Suite 590 - Coral Gables FL 33146 • COMITES Comitato Italiani Estero, 2575 Collins Avenue, suite C-10 • NIAF - Biscayne Tour 2 South, Biscayne BLV Suite 3400 • Ristorante Pelican, 826 Ocean Drive • Ristorante Sardinia, 1801 Purdy Avenue • Bar Segafredo, Lincoln Road • Ristorante Quattro, Lincoln Road • Centro Estetico Biguine, Lincoln Road FoglioEuropeo 124 DEF.indd 111 GINEVRA - Consolato Generale d’Italia, Rue Charles Galland, 14 • Com.It.Es., Rue de l’Athenée, 26 • Marina. B, 40 rue du Rhône • Les Ambassadeurs, 39 rue du Rhône • Cercle des Dirigeants d’Entreprises, Rue François Dussaud 12 • Elite Rent-a-Car, Rue des Pâquis, 51 • Boggi, 116 Rue du Rhône • Country Club Geneva, 47 Route de Collex - Bellevue • Ristorante Il Mirtillo, Route de Veyrier - Vessy, Genève • Ristorante Senso, Rue du Rhône, 56bis • Resto by Arthur’s - La Cité des Temps, 1 Pont de la Machine • Ristorante-Caffetteria L’Alcova, Rue du Rhône, 46 • Ristorante La Closerie, Place du Maunoir, 14 - Cologny • Arthur’s Rive Gauche, 7/9 rue du Rhône • Boutique Jadeis, 15 rue de la Mairie • Hôtel d’Angleterre, Quai du Mont-Blanc, 17 • Hôtel Métropôle, Quai Général Guisan, 34 • La Maison du Gâteau, Route de Flossirant • Restaurant Roberto, 10 rue Pierre-Fatio • Boutique Tod’s, 108/110 Rue du Rhône • Boutique Cori-Line, 19 Quai du Mont-Blanc • Gucci, 92 rue du Rhône • Boutique Vilbrequin, Rue du Rhône, 110 • Boutique Anita Smaga, Rue du Rhone, 51 • Bulgari, 30 rue du Rhône • Alitalia - WTC Aéroport • Avakian, 19 rue du Rhône • Auberge d’Onex by Valentino Rusconi • For Seasons Les Bergues, Quai des Bergues • Hairmania, 34 boulevard Hélvetique • La Bohème, 36 boulevard Hélvetique • Kenko Hoshi, 2 rue des Photographes • Illico Gianna Loredan, 3 route de St-Julien • Café Hôtel Métropole, 34 quai Général-Guisan • Hôtel Richemond, rue Adhémar-Fabri 8/10 • Modena Cars, 76 rue de Lausanne • Restaurant Hôtel du Parc des Eaux-Vives, 82 Quai Gustave-Ador • Restaurant Mon Idée, 24 route de Mon-Idée 10-11-2009 23:49:27 Colophon Direttore Responsabile: Ilio MASPRONE Tel. e Fax: (+39) 0184.266433 Cell. 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