Chiesa del Carmine

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Chiesa del Carmine
Par rocchia Santa Maria Assunta - Associazione Culturale Naf tolia
Deputazione del S S. Crocifisso - Deputazione di Santa Lucia
LE VIE DELL'ARTE
Polizzi Generosa
Chiesa
del Car mine
I carmelitani, giunti a Polizzi verosimilmente nella prima
Secondo il Mistretta, qui si dovevano pure trovare gli
metà del Cinquecento, si stabilirono in un primo momento
affreschi raffiguranti santi tra cui San Giuliano, già titolare
in alcuni locali siti accanto alla chiesetta di San Nicolella
della chiesa.
nel quartiere di san Pancrazio e, nel 1549, nel convento
Nella Cappella del Crocifisso è posto invece l’interessante
di San Giuliano che per l’occasione assunse il titolo di
Crocifisso ligneo del XVII secolo, recentemente
Santa Maria del Carmelo. Questo, con l’annessa chiesa,
restaurato, attribuito al palermitano Francesco Gallusca
apparteneva infatti ai Padri Domenicani. Il convento in
(allievo laico di Frate Umile da Petralia).
esame fu chiuso nel 1653 per la riforma voluta da
Il Cristo, secondo il Lunetta, sarebbe
Innocenzo X e nel 1665 fu riaperto e affidato ai
stato commissionato da una nobile
Carmelitani di Monte Santo che lo tennero fino al 1866,
dama della famiglia Gagliardo. La
anno della soppressione delle corporazioni religiose, allorquando rimase in uso
chiesa del Carmine è sede della
soltanto la chiesa.
Deputazione del Crocifisso che, dall’ultimo ventennio del XVII
Dell’antica struttura non esiste più nulla, il convento, totalmente modificato, è stato
secolo, cura la festa in suo onore.
infatti sede dell’Istituto Tecnico per Geometri. La chiesa in compenso conserva
Proseguendo si ammira l’Ecce Homo attribuito sempre al
interessanti opere d’arte tra cui, a destra,
Gallusca e la tela
la tela della Madonna del Carmine del
raffigurante
la
1541 dipinta dal pittore spagnolo
Madonna con il
Johannes Matta, particolarmente attivo
Bambino tra le
a Polizzi. Si tratta dell’unica opera firmata
sante Lucia e Agata
e datata dall’artista insieme al Sant’Eligio
di anonimo autore del XVIII secolo. Parimenti
della chiesa eponima di Nicosia. La tela
interessante è il coro ligneo dei primi decenni
raffigura la Vergine con il Bambino,
del Settecento, recentemente restaurato, che
all’interno di una mandorla raggiata, retta
presenta stalli, in legno di noce, decorati con
dalla mezza luna con cartiglio, in alto i
motivi fitomorfici e pannelli con intarsi nelle
profeti Elia ed Eliseo, in basso a destra
spalliere raffiguranti simboli cristologici, della
San Gandolfo e a sinistra San Nicolò, nella
mistica cristiana e dell’ordine Carmelitano.
parte inferiore santi e frati carmelitani e
Molto probabilmente il manufatto ligneo venne realizzato su committenza dell’antica
ai lati le storie del Carmelo. Nel suo più
e nobile famiglia Rampolla, come si evince dallo stemma gentilizio. Si dovrebbe
ampio imposto
verosimilmente trattare di Antonino Rampolla (1662-1742) di cui si conserva la lapide
trae spunto da
presso la medesima chiesa.
un’incisione di Dürer, pur nel ricordo costante dell’omonima
Questi, figlio di Vincenzo e di
tela del De Vigilia, di sicuro meditata a lungo nelle sue assidue
Angela Vastalacqua, fu il primo
frequentazioni al Carmine di Palermo.
ad avere il titolo di conte del
Proseguendo possiamo ammirare la statua raffigurante Santa
Tindaro nel 1729.
Lucia realizzata da un ignoto scultore siciliano del XVII
Interessanti risultano pure le
secolo e recentemente restaurata. All’interno della chiesa
formelle
ha, infatti, sede l’omonima
maiolicate,
probabilmente parte dell’intero
Deputazione.
pavimento, realizzate a Collesano
Sullo splendido
agli inizi del XVIII secolo che si conservano purtroppo solo nel coro e dietro l’altare
altare maggiore
maggiore. Si tratta di mattoni bipartiti in triangoli in verde e bianco che, accostati
si trova la
secondo schemi diversi,
Madonna del
realizzano disegni a
Carmelo attribuita
scacchiera, a rombi, a fasce;
dubitativamente allo scultore gangitano Filippo Quattrocchi
sulla par te smaltata in
malgrado possa pure accostarsi ad alcune opere del
bianco sono dipinti motivi
palermitano Girolamo Bagnasco. La Vergine, avvolta dal
decorativi vegetali e a
mantello azzurro, è raffigurata nell’atto di consegnare lo
campanula e sono inoltre
scapolare a San Simone de Stock. Infatti, secondo la
rifiniti con la bordura a treccia, un motivo presente nell’area madonita che richiama
tradizione, la Madonna, il primo sabato dopo la morte,
la tipologia dei pavimenti a tappetto nasitani. Anche la sagrestia è ricca di opere
libererà dal Purgatorio coloro che in vita avranno indossato
d’arte tra cui tele realizzate da autori minori e l’interessante cassone ligneo
il suo scapolare.
del 1732.
n
Realizzazione: Edizioni Artimmagine
Testo: Salvatore Anselmo - Progetto grafico e foto: Vincenzo Anselmo