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IDENTITA’ DEL GRUPPO IN FORMAZIONE La gestione dei conflitti Cosa è un Conflitto? Il conflitto è una situazione in cui una persona percepisce una incompatibilità con uno o più persone o fattori che ostacola od ostacolano la propria realizzazione in termini di pensieri, emozioni e comportamenti. Vivere dei conflitti è normale Il conflitto è una qualità umana come il mangiare, il bere, il camminare, solo che non si riferisce ad una qualità individuale, ma una qualità relazionale il conflitto non è una patologia relazionale ma è la relazione in sé stessa. Il conflitto si svolge nell’ambito di una dimensione relazionale in cui ogni contendente vuole mantenere la propria posizione. Il conflitto è una situazione che presenta divergenza tra due o più persone, relativamente a posizioni e interessi apparentemente inconciliabili. Quindi il conflitto è costituito da soggetti, da un contesto e da un significato emotivo. La maggior parte dei conflitti deriva dalla competizione: • per risorse materiali • per ricompense sociali come rispetto e stima Conflitto per risorse materiali: Il conflitto tra gruppi nasce dalla competizione per risorse scarse e ambite Non c’è un criterio obiettivo in grado di determinare quali risorse possano essere adeguate ai propri bisogni, di conseguenza la misura viene ricercata nel confronto con gli altri Questo tipo di competizione realistica è una delle maggiori cause riconosciute dei tanti conflitti fra nazioni e gruppi etnici. Sherif (1966) è il più illustre fautore della teoria del conflitto realistico, secondo cui l’ostilità tra i gruppi nasce dalla competizione per risorse materiali ambite ma scarse. Secondo Sherif i fenomeni intergruppi non possono essere spiegati invocando esclusivamente problemi di personalità o frustrazioni individuali E’ necessario considerare le proprietà dei gruppi e le conseguenze dell’appartenenza di gruppo sugli individui Esperimento di Robbers Cave Nel 1954 Sherif e collab. organizzarono un campo estivo nel parco di Robbers Cave (Oklahoma) per 22 ragazzini di 11 anni, della durata di 3 settimane. Partecipanti: adolescenti americani, non consapevoli di partecipare ad una ricerca, che trascorrevano due settimane in un campo estivo diretto da Sherif e collaboratori Procedura: introduzione di diverse fasi, nel corso delle quali i ricercatori concentravano l’attenzione su aspetti diversi del gruppo e del comportamento intergruppi Fase I : attività svolte in comune i ragazzini svolgevano ogni attività insieme; si creavano i primi rapporti privilegiati. Fase II : la formazione dei gruppi. Dopo una settimana, divisione in due gruppi distinti, apparentemente per motivi organizzativi del campo. Separazione degli amici più stretti. Fine delle attività comuni. I gruppi si danno dei soprannomi, “le Aquile” e “i Serpenti a sonagli”, e dei simboli di riconoscimento. Evoluzione delle abitudini e delle norme di gruppo. I ragazzini iniziano a prediligere la compagnia dei componenti l’ ingroup. Fase III: la competizione tra gruppi, introduzione di competizione fra i due gruppi mediante gare sportive o tiro alla fune. Rapido deterioramento delle relazioni intergruppi, caratterizzate da ostilità e formazione di stereotipi negativi dell’altro gruppo. Forte coesione all’interno di ciascun gruppo. Forte presenza di favoritismo ingroup, considerato migliore dell’outgroup Le tensioni intergruppi non cessavano nemmeno al termine delle situazioni competitive. Fase IV: la riduzione del conflitto introduzione di uno scopo sovraordinato per i due gruppi (furgone in panne, partita di softball campo/squadra del paese, condivisione risorse economiche per vedere uno spettacolo) Ne deriva una diminuzione dell’ostilità e della tensione fra i gruppi. Conclusioni di Sherif • il conflitto di interessi, anche rappresentato da giochi competitivi, è all’origine del conflitto intergruppi. • scopi competitivi conducono dunque a conflitto intergruppi • scopi sovraordinati conducono a cooperazione fra gruppi Ma è davvero necessario, come indicato da Sherif, che sia presente un interesse materiale concreto per originare una tensione intergruppi? Nella Teoria del conflitto realistico si parla di risorse materiali scarse , in questo caso il conflitto può essere comprensibile, ma perché gli individui continuano a competere anche quando le risorse sono adeguate ai propri bisogni e basterebbero per tutti? Conflitto per ricompense sociali: Il conflitto può essere innescato anche dai beni sociali come rispetto e stima. L’identificarsi con un gruppo, anche con un gruppo formato casualmente come con il lancio di una moneta, porta a provare avversione verso i gruppi esterni anche senza conoscerli, tutto nasce dal conquistare un’identità sociale positiva, il desiderio di considerare il proprio gruppo migliore può portare al pregiudizio tra gruppi e far agire i membri del gruppo come se fossero in competizione con altri gruppi Teoria della deprivazione relativa: Non è la realtà oggettiva ma il confronto sociale a determinare la soddisfazione o l’insoddisfazione degli individui rispetto a ciò che hanno In molte circostanze, il confronto principale non è tra se stessi e altri individui, ma tra il gruppo di appartenenza e gli altri gruppi Teoria della deprivazione relativa: Si parla di deprivazione relativa fraterna: quando altri gruppi si trovano in condizioni migliori rispetto a quelle del proprio gruppo. Mentre prende il nome di deprivazione relativa egoistica: quando un individuo sente che stà facendo meno bene di altri. SOLUZIONE DEL CONFLITTO Tipi di soluzioni: • Soluzione imposta: Si basa sul presupposto che il reciproco accordo sia impossibile. Quello che guadagna uno va a scapito dell’altro, gli sconfitti saranno scontenti del risultato, l’insoddisfazione per l’esito può essere causa di un successivo conflitto. • Soluzione distributiva: Questa comporta compromessi reciproci es. trattati internazionali di suddivisione territori disputati. Tutte le parti devono rinunciare a qualcosa ma la perdita è tollerabile se paragonata al costo che il conflitto porterebbe. • Soluzione integrativa: E’ la migliore perché il guadagno di una parte non comporta la perdita per l’altra parte. E’ denominata soluzione a vittoria doppia perché entrambe le parti si avvantaggiano simultaneamente. Per giungere ad una soluzione (di tipo integrativo): NEGOZIAZIONE: comunicazione reciproca tesa a raggiungere un accordo in situazioni in cui alcuni interessi sono comuni mentre altri contrastanti. Lo scopo fondamentale della negoziazione è aiutare ciascuna delle due parti a comprendere come l’altra interpreti e valuti le questioni. COINVOLGIMENTO DI TERZI: Alcune negoziazioni utilizzano dei mediatori, i quali aiutano gli antagonisti a focalizzare la discussione sulle questioni controverse e a raggiungere un accordo volontario. Negli arbitrati, il terzo ha il potere di giungere a una decisione dopo aver ascoltato le parti in causa presentare le proprie argomentazioni. Cooperazione Un altro modo per facilitare la soluzione del conflitto consiste nel fare in modo che i gruppi cooperino attorno ad obiettivi conseguibili solo grazie a un lavoro comune. In presenza delle giuste condizioni, l’interazione cooperativa riduce il conflitto fra i gruppi Obiettivi superordinati: obiettivi conseguibili solo a patto che i gruppi lavorino cooperando come un’unica squadra. Gli obiettivi superordinati, fanno diminuire la competizione e aumentare i sentimenti positivi così che: • I gruppi diventano fonti di ricompense l’uno per l’altro. • I gruppi condividono la stima e una identità sociale positiva. Quali sono le condizioni per far funzionare la cooperazione? 1. La cooperazione dovrebbe mirare a un obiettivo comune e ambito, che elimini la competizione per le risorse materiali. Anziché lottare per i coltellini, i campeggiatori di Robbers Cave unirono le forze per raggiungere degli obiettivi che tutti trovavano desiderabili. 2. La cooperazione dovrebbe fornire ripetute opportunità di smentire gli stereotipi concernenti il gruppo esterno. Un unico episodio di cooperazione produce effetti limitati, nell’esperimento di Robbers Cave occorsero diversi incontri di cooperazione per unire i due gruppi. 3. La cooperazione dovrebbe dare buoni risultati. Se i gruppi falliscono mentre lavorano per un obiettivo comune, è probabile che ciascuno incolpi l’altro e l’ostilità potrebbe perfino aumentare. Il successo, al contrario, contribuisce a creare un clima migliore fra i gruppi. 4. La cooperazione dovrebbe avere luogo tra eguali, almeno per quanto riguarda il compito da svolgere. Le Aquile e i Serpenti a sonagli erano tutti ugualmente capaci di tirare la fune per far muovere il camion e di contribuire con la somma di denaro al noleggio di un film. 5. La cooperazione dovrebbe essere sostenuta e promossa dalle norme sociali. L’obiettivo di una convivenza pacifica e rispettosa ha bisogno di essere sostenuta dalle istituzioni ufficiali. Alcuni episodi di cooperazione non possono avere la meglio su una ostilità tra i gruppi radicata nella cultura e sostenuta dalle organizzazioni. Il gruppo di lavoro: “ Una compagnia di porcospini, in una fredda giornata d’inverno, si strinsero vicini vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi l’uno dall’altro. Quando poi il bisogno di riscaldarsi li portò di nuovo a stare insieme, si ripetè quell altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro fra due mali, finchè non trovarono una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione” Il gruppo di lavoro: Il piccolo gruppo nella dimensione lavorativa può essere considerato come una sorta di cinghia di trasmissione che agisce in due direzioni: - dall’organizzazione all’individuo: adempie a una funzione adattiva divenendo il primo e più forte trasmettitore delle regole (esplicite e implicite), delle norme e dei valori del sistema di cui esso fa parte - dall’individuo all’organizzazione: svolge una funzione innovativa, facilitando il processo di modifica delle regole (soprattutto implicite) e dei valori del collettivo, in particolare nei momenti di cambiamento operativo e organizzativo