sistemapiemonte.it - Osservatorio ICT Piemonte
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sistemapiemonte Progetto VICSUM Vehicle to Vehicle to Infrastructure Communication for Sustainable Urban Mobility sistemapiemonte.it BACKGROUND La definizione di una metodologia di studio e l’analisi di buone pratiche sull’utilizzo delle ICT in ambito regionale fanno parte di uno dei filoni d’indagine attraverso il quale l’Osservatorio ICT del Piemonte si propone di documentare la nascita ed il consolidamento di modelli che utilizzano le ICT in modo vincente al fine di produrre dei benefici sul territorio, sull’economia e sulla popolazione. La metodologia di studio, disponibile alla pagina web dell’OSSICT (http://www.sistemapiemonte.it/osservatorioICT/), è stata messa a punto da CSP (http://www.csp.it) attraverso la ricognizione di diversi modelli, nazionali ed internazionali, di analisi e di classificazione di buone pratiche. A seguito di questa ricognizione è stata predisposta una procedura di analisi delle buone pratiche piemontesi in ambito ICT, di cui la presente scheda costituisce un’applicazione. ABSTRACT IL PROGETTO VICSUM (Vehicle to Vehicle to Infrastructure Communication for Sustainable Urban Mobility) Nato come proposta all’interno del Bando “Ricerca industriale e sviluppo precompetitivo 2006”, il Progetto VICSUM (Vehicle to Vehicle to Infrastructure Communication for Sustainable Urban Mobility), guidato da Politecnico di Torino – Dipartimenti di Elettronica e Automatica e di Informatica, in partnership con il Centro Ricerche FIAT (CRF) e il CSP-Innovazione nelle ICT, segue l’orientamento alla mobilità sostenibile proponendo applicazioni per trasmettere contenuti multimediali tra autoveicoli e utenti in mobilità, ricevere e inviare informazioni di pubblica utilità, regolare i semafori per favorire il passaggio dei mezzi di emergenza. I veicoli e le persone, dotati di apparati e tecnologia di uso quotidiano come smartphone e portatili con bluetooth e Wi-Fi, diventano canali di ricezione e ri-trasmissione di informazioni utili a gestire il traffico in modo razionale, portando a una mobilità informata ed eco-compatibile. Le informazioni su un incidente stradale, raccolte da un mezzo pubblico, possono essere propagate ai veicoli in circolazione nella zona interessata, deviandone il tragitto e scongiurando il rischio di ingorghi. Contenuti multimediali, di intrattenimento o informativi, possono essere trasferiti tra veicoli e dispositivi in transito in una zona turistica, ma anche diffusi per dare informazioni di pubblica utilità come la presenza di ospedali nell'area o più semplicemente il prezzo della benzina nella zona di transito, mentre la regolazione semaforica può essere modificata in base al passaggio di mezzi di soccorso in emergenza. INDICE INDICE ____________________________________________________________________________ 2 1. ANAGRAFICA DEL PROGETTO _____________________________________________________ 3 2. SPECIFICHE DEL PROGETTO _______________________________________________________ 5 3. PUNTI DI FORZA DEL PROGETTO ____________________________________________________ 13 4. CRITICITÀ DEL PROGETTO __________________________________________________________ 14 4. RISULTATI ______________________________________________________________________ 16 5. TRASFERIBILITÀ E RIUSO ________________________________________________________ 19 1. ANAGRAFICA DEL PROGETTO Titolo Vehicle-to-Vehicle-to-Infrastructure Communication for Sustainable Urban Mobility Acronimo VICSUM Sito web http://www.vicsum.org/ Stato del progetto In corso Completato 7 24 mesi (Progetto approvato dalla Regione Piemonte con DD 773 del 11/07/2007 - workshop Durata conclusivo del progetto il giorno 11/11/2009) Contesto programmatico Regione Piemonte - bando “Ricerca industriale e sviluppo precompetitivo 2006” Settore e-gov e-business Monitoraggio e valutazione; indicatori & benchmarking e-health e-infrastructure 7 e-learning ALTRO: 7 infomobilità, mobilità sostenibile, logistica avanzata Logo COORDINATORE DEL PROGETTO Nome CLAUDIO ETTORE CASETTI Carica Ricercatore Ente Politecnico di Torino – Dipartimento di Elettronica Telefono +39 0115644126 / 4126 E-mail [email protected] BUDGET, PARTENARIATO E BENEFICIARI Budget Costo del progetto (in €) Circa 850.000 € (Regione Piemonte) + 850.000 € (partner) Cofinanziamento UE (in €) // Partner Nome pubblico privato no-profit Ruolo Politecnico di Torino 7 7 Coordinamento e monitoraggio – ricerca scientifica Centro Ricerche FIAT 7 Progettazione, sviluppo, test delle applicazioni CSP 7 Implementazione componenti di rete Regione Piemonte – 7 Co-finanziamento Supporto logistico Assessorato Innovazione GTT – Gruppo Torinese Trasporti Beneficiari 7 (S.p.A di proprietà del Comune di Torino) adulti cittadini 7 studenti 1° e 2° ciclo pazienti studenti universitari personale medico ricercatori enti locali/regionali 7 disoccupati altri enti pubblici donne PMI minoranze etniche industria/commercio anziani impiegati disabili altro (specificare sotto) 2. SPECIFICHE DEL PROGETTO Obiettivi / scopi del progetto MACRO OBIETTIVO Definizione, progettazione e realizzazione di scenari di intervento sul tema “ICT per la mobilità sostenibile”. Per mobilità sostenibile si intende una mobilità urbana che, pur consentendo per ciascuno l'esercizio del proprio diritto alla mobilità, sia tale da non gravare eccessivamente sul sistema sociale in termini di inquinamento atmosferico ed emissioni di gas serra, inquinamento acustico, congestione dovuta al traffico veicolare e incidentalità. OBIETTIVI □ Definire una rete di comunicazione mobile “ad hoc” (Mobile Ad hoc NETwork, o MANET) unitamente ad architetture e protocolli in grado di permettere la realizzazione di una comunicazione Vehicle-to-Vehicle (V2V) e Vehicle-to-Infrastructure (V2I) □ Sviluppare una piattaforma abilitante ai servizi ed alla sua integrazione con ambienti e tool commerciali □ Definire scenari applicativi in questo contesto che sfruttino tale piattaforma Descrizione del progetto Il progetto nasce con una forte vocazione sperimentale volta alla costruzione di un dimostratore adatto a evidenziare le potenzialità del modello v2v e v2i e della sinergia tra comunicazioni a banda larga, veicoli e infrastrutture a bordo strada. Il principale obiettivo del progetto è la creazione di un prototipo completo, realizzato in hardware, software e servizio dimostratore che, facendo seguito a una prima fase di studio, predispone alcuni veicoli all’accesso al servizio realizzato, in un percorso ben definito. È parte integrante del progetto l’allestimento delle aree di infrastruttura fissa per permettere sia la connessione verso il centro servizi sia verso i nodi mobili. Si descrivono di seguito gli elementi principali in cui si sviluppa il progetto. Protocolli e infrastrutture di rete: comunicazione tra veicolo e apparati di bordo strada La comunicazione tra l’infrastruttura di rete a bordo strada ed i nodi mobili a bordo dei veicoli ha richiesto un sistema in grado di adattarsi rapidamente ai cambiamenti della topologia di rete, legati ai movimenti dei veicoli. La prima parte dell’attività, condotta in collaborazione tra Politecnico di Torino – Gruppo Reti e CSP, è stata finalizzata all’analisi dei protocolli di instradamento per le reti mesh e per le reti veicolari con l’obiettivo di scegliere quello più idoneo da utilizzare, in base ai requisiti ed alle specifiche definite in collaborazione con gli altri partner. Dopo un’analisi della letteratura esistente sono stati individuati un certo numero di potenziali candidati, rappresentati da protocolli di instradamento ben consolidati (AODV, OLSR, GPSR) e altri più innovativi e sperimentali. La selezione del protocollo adatto è stata quindi affrontata simulando al calcolatore il comportamento dei vari candidati in scenari vicini alle implementazioni reali, e svolgendo test in laboratorio. In base alle risultanze delle simulazioni e dei test si è deciso di utilizzare B.A.T.M.A.N. (Better Approach To Mobile Ad-hoc Networking) ed in particolare la sua versione definita “advanced”, che opera direttamente a livello due della pila ISO/OSI. Questo approccio permette di gestire in modo trasparente la scelta del protocollo di routing (IPv4 o IPv6) ed il trasporto di traffico multicast e broadcast, come richiesto da alcune delle applicazioni sviluppate dai partner di progetto. La seconda parte dell’attività, in carico a CSP a cui il Politecnico di Torino – Gruppo Reti ha fornito supporto di progettazione, è stata finalizzata all’ottimizzazione di B.A.T.M.A.N. alla realizzazione di un modulo software denominato Vehicular Manager, il cui compito è quello di cooperare con B.A.T.M.A.N. stesso per gestire le connessioni tra veicoli e tra veicoli ed infrastruttura. L’approccio utilizzato permette di minimizzare i tempi del roaming tra due nodi fissi, riducendo in modo significativo il numero di pacchetti persi e garantendo quindi la continuità di tutte le sessioni dati attive, anche quelle di streaming video. Il Vehicular Manager offre al sistema a bordo del veicolo le funzioni di roaming tipicamente implementate in un client WiFi, utilizzando le due interfacce wireless in modo ottimale per gestire la connessione verso l’infrastruttura ed al tempo stesso per cercare i nuovi nodi a cui connettersi, senza dover attendere l’interruzione del collegamento verso l’infrastruttura fissa. E’ importante osservare che tale software si basa sul paradigma dei sistemi cognitivi in quanto opera in modo completamente autonomo, basandosi esclusivamente sui parametri locali di B.A.T.M.A.N. e sull’osservazione dell’ambiente in cui il veicolo si trova, attraverso le scansioni effettuate dalle sue interfacce radio. Parallelamente a questa attività di sviluppo software, è stata progettata e realizzata la piattaforma hardware utilizzata per i test bed, denominata Shelob: il sistema embedded sviluppato nel corso del progetto è caratterizzato dalla presenza di due interfacce radio indipendenti, che permettono quindi di gestire in modo ottimale le operazioni di inoltro dei flussi dati ricevuti, senza degradare le prestazioni anche in caso di un elevato utilizzo della rete. Dal punto di vista tecnico, tale soluzione si basa su prodotti commerciali selezionati in base alla loro flessibilità ed alle prestazioni; i nodi wireless realizzati utilizzano una mainboard Alix realizzata da PCEngines, mentre come interfacce wireless sono state installate due schede miniPCI in grado di operare o solo a 5GHz o in entrambe le bande di frequenze di interesse, a 2,4 e 5GHz. I modelli scelti sono rispettivamente le Ubiquiti Networks XR5 e le Compex Wireless-AG; in particolare, le schede Ubiquiti operano solo a 5GHz, ma sono caratterizzate da un’elevata sensibilità, ritenuta essenziale per operare in un ambiente particolarmente complesso dal punto di vista radioelettrico come quello stradale. Infine, è stato scelto un case metallico, conforme allo standard IP67 (e quindi in grado di resistere anche in condizioni climatiche avverse). Come sistema operativo è stato utilizzato OpenWRT, su cui sono state fatte alcune ottimizzazioni per adattare alcune sue componenti alle specifiche del progetto VICSUM. In linea con i principi della comunità opensource, sia le specifiche della piattaforma hardware sia la versione ottimizzata di OpenWRT utilizzata nel corso del progetto sono state rese disponibili. Architetture di bordo veicolo La ricerca per la realizzazione di sistemi ed applicazioni in grado di sfruttare la comunicazione V2V (vehicle to vehicle) e V2I (vehicle to infrastructure) coinvolge un ampio spettro di attori: produttori automobilistici, operatori stradali, municipalità e società del terziario. Sono innumerevoli e diversificate le possibilità che la comunicazione V2V e V2I apre a ciascuno di questi attori: tale assunto è evidente nelle diverse iniziative a livello europeo che vedono la comunicazione V2V e V2I protagonista e oggetto di ricerca 1 . In questa logica, parallelamente allo sviluppo dell’infrastruttura di rete, si è pertanto proceduto all’integrazione dell’architettura wireless sviluppata all’interno del progetto VICSUM con la piattaforma commerciale FIAT Blue&ME, attività per cui è stato coinvolto il CRF. Le operazioni di integrazione sono state portate a compimento su due veicoli Fiat Grande Punto acquistati all’interno del progetto, a cui si sono aggiunte due vetture analoghe messe disposizione da CRF. L’obiettivo è la realizzazione di scenari in cui componenti telematici interagiscano e si integrino nell’architettura automotive. La definizione dell’architettura è un processo che parte con la definizione dei contesti applicativi finali in cui è necessario operare. In questo senso la scelta degli scenari di interesse del progetto VICSUM sono stati i primi elementi ad essere valutati ed analizzati. L’analisi, in successione, ha definito: lo storyboard della applicazione; i requisiti utente; i requisiti funzionali; i requisiti hardware e software. Il risultato di tale processo ha permesso di individuare i componenti generali minimi necessari per la completa realizzazione dell’applicazione. È importante sottolineare l’integrazione/interazione tra tipici dispositivi della 1 SAFESPOT, CVIS, COOPER e SeVeCom rappresentano una selezione dei progetti finanziati dalla comunità europea, che testimonia lo sforzo affrontato a livello internazionale per supportare lo sviluppo della comunicazione V2V e V2I, sotto tutti i punti di vista: dalla definizione di standard di comunicazione, all’architettura di sistema, ai protocolli di comunicazione da adottare fino alla sicurezza (security). Tutti i principali OEMs (Original Equipment Manufacturers) a livello mondiale collaborano attivamente tra loro per lo sviluppo di sistemi cooperativi in grado di estendere i limiti fisici dei sistemi sensoriali di bordo veicolo. comunicazione per reti ad hoc, quali il router wireless, con componenti tipici del settore automotive, come il CAN e la centralina Blue&Me. Tale aspetto di integrazione, come già sottolineato in precedenza, rientra tra gli obiettivi del progetto VICSUM: lo sviluppo, cioè, di un prototipo dimostratore che includa una piattaforma abilitante ai servizi con sistemi veicolo standard. Testbed L’ultima parte dell’attività, sotto la guida di CSP, ha curato la progettazione e la realizzazione delle aree di test e dei dimostratori. Tra questi, i due siti ritenuti più importanti sono quello della linea a dentiera Sassi-Superga, realizzato in collaborazione con GTT, e quello all’interno del parco di Villa Gualino, che ha ospitato il workshop conclusivo del progetto. In particolare, nel caso della linea a dentiera, l’obiettivo è stato quello di creare una infrastruttura di rete Mesh in grado di coprire tutta l’estensione (poco più di 3 km) del tracciato della linea da Sassi a Superga. Le vetture che transitano sulla linea sono state equipaggiate con apparati radio simili a quelli installati nell’infrastruttura e sono quindi in grado di inviare al centro di controllo di Sassi informazioni in tempo reale (stream video da telecamere a bordo della vettura, comunicazioni vocali dal conduttore della vettura, dati raccolti da sensori di bordo). La stessa infrastruttura è stata quindi replicata nel parco di Villa Gualino per dimostrare come sia applicabile anche al traffico automobilistico. Nelle aree di test sono stati selezionati i punti ottimali di installazione dei nodi fissi, tramite misure in campo, con l’obiettivo di creare una copertura wireless continua su tutto il percorso. In seguito, CSP ha seguito i lavori di predisposizione dell’infrastruttura, di configurazione degli apparati e di validazione del loro funzionamento. Entrambi i test bed sono stati interconnessi con la sede centrale di CSP in modo da poter controllare il loro corretto funzionamento; a tale scopo è stata realizzata un’applicazione web che permette di visualizzare in tempo reale la posizione dei singoli mezzi e lo stato dei collegamenti wireless. Nel caso del test bed di Villa Gualino, inoltre, si è deciso di alimentare un nodo tramite pannello solare, al fine di dimostrare come la piattaforma hardware realizzata possa operare in completa autonomia, semplificando in modo significativo la scelta dei punti di installazione. Contestualizzazione del progetto Il problema della mobilità urbana è comunemente sentito come un’urgenza dai soggetti che si occupano di amministrare il territorio: si valuta che gli ingorghi cittadini in Europa producano costi esterni pari allo 0,5% del PIL 2 . Tale consapevolezza ha portato alla mobilitazione di Comuni e Regioni, che pongono sempre più attenzione alle tematiche ambientali, anche per adempiere ad obblighi di legge e direttive di livello superiore (a partire dalla normativa sulla qualità dell’aria, DM 60/2002). In ambito europeo, le principali direttive in tema di mobilità sostenibile sono 3 : • La Direttiva 2006/38/Ce, relativa trasporto di merci su strada, che impone di calibrare i pedaggi autostradali in base al carico inquinante dei mezzi ed all'ora di utilizzo delle infrastrutture; • La Direttiva 2008/68/Ce (che sostituisce le direttive 94/55/Ce, 96/49/Ce, 96/35/Ce, 2000/18/Ce, 2005/263/Ce), che punta ad aumentare la sicurezza nel trasporto di merci pericolose su strada, ferrovia e vie navigabili interne; • La Direttiva 2009/33/Ce, che impone di considerare l’impatto energetico ed ambientale dei veicoli nel corso dell’intero ciclo di vita; • Il Piano d'azione per la mobilità urbana, nel quale si propongono venti azioni per supportare gli Enti Pubblici nella realizzazione dei rispettivi obiettivi di mobilità sostenibile. In ambito nazionale, il principale testo di legge è il Decreto Interministeriale Mobilità Sostenibile nelle Aree Urbane del 27/03/1998. Inoltre, attraverso l’Accordo di collaborazione tecnico-scientifica CNIPA - Politecnico di Torino, la Divisione Tecnologie Innovative del CNIPA (Centro Nazionale per l’informatica della Pubblica Amministrazione) ed i Dipartimenti di Energetica, Automatica e Informatica , Elettronica ed Ingegneria Elettrica del Politecnico di Torino intendono sfruttare le rispettive competenze specifiche nei settori dell’efficienza energetica, della strumentazione di misura, del controllo e della trasmissione dati wireless per la realizzazione di soluzioni avanzate verso la logica delle “città digitali”: la città si dematerializza in interfacce ad hoc in grado di risolvere problemi e gestire servizi, come ad esempio videosorveglianza, infomobilità, controllo intelligente e re-instradamento dei flussi di traffico, rilevazione dei parametri ambientali, micro-pagamenti in mobilità. In ambito locale, la Regione Piemonte con l.r. 7 aprile 2000, n. 43 ha approvato il Piano regionale per il risanamento e la tutela della qualità dell’aria. Ai sensi dell’art. 6 della stessa legge, con deliberazione n. 66 - 3859 del 18 settembre 2006, successivamente modificata e integrata con deliberazioni n. 57-4131 del 23 ottobre 2006 e n. 64-6526 del 23 luglio 2007, la Giunta Regionale ha approvato lo “Stralcio di piano per la mobilità”, il quale si colloca nell’ambito dell’aggiornamento del succitato Piano regionale per il risanamento e la tutela della qualità dell’aria. Ma le principali iniziative regionali in tema di infomobilità sono del 2008: la Regione Piemonte (su proposta degli assessori ai Trasporti e alla Ricerca e Innovazione) ha approvato nel marzo 2008 il Piano Regionale del'Infomobilità 2 3 Fonte: wikipedia http://www.marcodemitri.it/mobilita-sostenibile-normativa-direttiva-legge-bando/ (PRIM) che costituisce lo strumento attraverso il quale la Regione intende mettere a sistema tutte le azioni, tra quelle possibili nel vasto campo delle tecnologie degli Intelligent Transport System (ITS), che vedono impegnati gli enti locali e tutti i soggetti, a vario titolo, operanti su questo tema. Il Piano intende imprimere, mediante l'uso di tecnologie intelligenti, un maggiore impulso alla politica di razionalizzazione e sostenibilità dei sistemi di mobilità, visto che l'importanza dei trasporti nella vita quotidiana rende indispensabile l'analisi delle necessità informative di tutti quei cittadini che ogni giorno si muovono, si spostano e viaggiano. Per ottenere questi risultati il Piano individua una serie di obiettivi per diversi ambiti di intervento. In primo luogo, favorire i servizi di informazione all'utenza sul trasporto pubblico e la rete stradale con aggiornamenti in tempo reale su traffico e cantieri, soprattutto in condizioni meteo avverse o in presenza di eventi calamitosi o incidenti. Parallelamente, diffondere una cultura della mobilità sia attraverso la semplificazione dell'accesso e dell'uso di modalità di trasporto alternative, la bigliettazione unica e automatica per i mezzi pubblici (Bip), sia promuovendo il tema dell'infomobilità all'interno dei bandi di ricerca regionali, finanziati con la LR $/2006 – Sistema Regionale della Ricerca. Altrettanto rilevante è la Piattaforma per l'infomobilità, iniziativa regionale che intende riunire e mettere a sistema tutti i diversi attori che siano, o possano risultare in futuro, specificatamente interessati alla diffusione di tecnologie e sistemi di mobilità intelligente, nell'ottica di promuovere e sviluppare il valore del territorio. Tra gli attori coinvolti: • Il Comitato Promotore Infomobilità, Logistica e Mobilità sostenibili: Nel marzo 2008 Regione Piemonte, Provincia di Torino, Città di Torino e Finpiemonte SpA hanno costituito il Comitato Promotore Infomobilità, Logistica e Mobilità sostenibili, per promuovere attraverso azioni strutturali un approccio sistemico a tali settori, valorizzando le capacità scientifiche e imprenditoriali presenti sul territorio e promuovendo la nascita e lo sviluppo di PMI nella filiera. Il Comitato ha avviato una ricognizione ragionata delle iniziative presenti o in fase di definizione nel settore, al fine di individuarne potenzialità e sinergie. Il Comitato è stato indicato all'interno del Memorandum of Understanding sancito con il Free State of Bavaria (e prossimamente allargato all'Austria ed alla Repubblica Ceca) come soggetto attuatore per la realizzazione di un Centro di Standardizzazione e Certificazione di soluzioni per l'Infomobilità Stradale; l'iniziativa è arrivata oggi ad una prima fase attuativa, che prevede di proporre due progetti pilota (DAMASC e CERTTDOG) per la realizzazione di standard e certificazioni nell'ambito del trasporto merci pericolose, all'interno dei programmi europei Interreg e del Settimo Programma Quadro. La seconda attività prioritaria del Comitato è rappresentata dal progetto Piemonte digitale, finalizzato ad esplorare la possibilità di rendere il Piemonte il primo sistema regionale al mondo di gestione integrata e convergente dei flussi di mobilità e delle relative transazioni finanziarie. Ad un primo studio di fattibilità elaborato dal Politecnico di Torino e dal Massachusetts Institute of Technology sono seguiti due approfondimenti, relativi all'individuazione dei contenuti tecnico-progettuali legati al demand side ed alle forme di organizzazione e governance; si procederà quindi ad analizzare la sostenibilità socioeconomica e gli aspetti giuridici del progetto • Comitato Promotore Programma Galileo: Il Comitato Promotore Infomobilità lavora in sinergia con il Comitato Promotore Programma Galileo (costituito nel 2003 dagli enti locali, dalla Camera di Commercio e da Finpiemonte nell'ambito dell'omonimo Programma Europeo per i servizi di navigazione satellitare globale), che ha lo scopo di coadiuvare gli enti pubblici competenti per la candidatura del Piemonte e della Città di Torino a sedi di attività connesse con il programma europeo, in relazione alle specifiche competenze e potenzialità del tessuto produttivo, scientifico e tecnologico dell'area. In particolare, il Comitato ha individuato nell'infomobilità il segmento delle applicazioni del sistema di navigazione satellitare che può avere le maggiori ricadute positive sulle PMI locali. Il Comitato ha promosso il Consorzio Torino Time, che è stato selezionato nel 2005 da parte dell'Agenzia Spaziale Europea quale fornitore per la realizzazione della Precise Timing Facility, il laboratorio per la misurazione e certificazione del tempo di Galileo. Nel 2007 Torino Wireless ha promosso il Consorzio GAL-PMI (Anticipando GALileo: Prodotti e servizi a supporto della Mobilità e della sIcurezza), coinvolgendo soci pubblici e privati nello sviluppo di soluzioni prototipali per l'applicazione del segnale Galileo alla mobilità sostenibile. Il Piemonte si è inoltre candidato a sede del "Galileo Infomobility Center", un centro di eccellenza per la certificazione del segnale di Galileo, per lo sviluppo di applicazioni e per la ricerca nel settore infomobilità. Il tema dell’infomobilità è inoltre tra le priorità dei principali documenti di programmazione regionale (dal Documento Unico di Programmazione DUP 2007 – 2013 al Programma Attuativo Regionale del Fondo Aree Sottoutilizzate PAR FAS 2007-2013, al Nuovo PTR - Piano Territoriale Regionale) e della Convenzione Nord-Ovest tra Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, che cita tra gli argomenti prioritari il trasporto pubblico locale e la mobilità pubblica (Orario Integrato Interregionale dei trasporti, Sistema Integrato Interregionale di bigliettazione elettronica) e la viabilità e sicurezza (Catasto Interregionale delle Strade, Osservatorio per la Sicurezza Stradale del nord-ovest). Contemporaneamente si sta lavorando per sfruttare eventuali sinergie tra le Regioni della Convenzione e le Regioni francesi del PACA (ProvenceAlpes-Côte d’Azur) e del Rhône-Alpes, con le quali si sta attualmente lavorando a proposte progettuali sul tema dei trasporti in ambito transfrontaliero. Aspetti innovativi del progetto Nella visione VICSUM, la mobilità sostenibile è, in primo luogo, mobilità informata. VICSUM ha definito un’architettura di rete di comunicazione mobile dove i veicoli stessi giocano un ruolo fondamentale nella raccolta di informazioni (sulla viabilità, sui servizi locali, sulle attrattive turistiche, e sull’offerta commerciale) così come nella loro distribuzione e condivisione. I veicoli, tuttavia, non sono gli unici attori di questo scenario: qualunque terminale informatico dotato di interfaccia radio e trasportato da un utente in mobilità (pedonale, così come su veicoli a due o quattro ruote) può agire da generatore, collettore o intermediario nella distribuzione delle informazioni. E lo scenario è completato da apparati di ricetrasmissione posti a bordo strada che raccolgono e convogliano i dati da e verso le reti cablate (garantendo, ad esempio, accesso ad Internet). Inoltre, VICSUM ha definito la mobilità sostenibile in termini di facile accesso alle tecnologie in uso sui veicoli. Rinunciando dall’inizio del progetto a fare ricorso a tecnologie sì specialistiche per la trasmissione da autoveicoli, ma in fase di prototipazione, VICSUM ha realizzato le proprie architetture di rete usando apparati WiFi e Bluetooth, dispositivi utente di fascia consumer (laptop, netbook, smart phone) e applicazioni software basate su Java ed operanti su sistemi Linux. In particolare. In linea con i principi della comunità opensource, sia le specifiche della piattaforma hardware sia la versione ottimizzata del software utilizzata nel corso del progetto sono state rese disponibili. In questo contesto gli scenari applicativi sono molteplici e il progetto VICSUM ne ha studiati alcuni, proponendo ed implementando alcune delle possibili soluzioni (per dettagli si veda il riquadro sui risultati). 3. PUNTI DI FORZA DEL PROGETTO STRATEGICITA’ DEL TEMA e PARTNERSHIP Le iniziative sull'infomobilità possono risultare di estrema rilevanza per le potenzialità di sviluppo del Descrizione territorio piemontese, in quanto valorizzano le specifiche competenze del tessuto produttivo, scientifico e tecnologico già presenti e pongono le basi per la crescita complessiva di un settore nuovo che rappresenta uno degli ambiti qualificanti del futuro. I partner di VICSUM ben rappresentano la varietà dei soggetti operanti sul territorio in ambito di mobilità ed ICT: la collaborazione tra ricerca, PA e impresa permette di mettere a fattor comune le rispettive competenze per studiare in maniera congiunta le possibili applicazioni nel campo della mobilità intelligente. UTILIZZO DI TECNOLOGIA “OFF THE SHELF” Descrizione VICSUM dimostra come sistemi di infomobilità efficaci siano realizzabili già con apparati disponibili in commercio, senza richiedere l’impiego o lo sviluppo di costosi prototipi ad hoc. Tale approccio permette già da ora di estendere i dimostratori realizzati nel corso del progetto e di diffondere le tecnologie utilizzate anche ad ampi gruppi di utenti. Le piattaforme HW utilizzate sono state progettate assemblando componenti comunemente disponibili con particolare attenzione al rapporto costo e funzionalità offerte. In particolare, solo per gli elementi chiave sono stati scelti dei prodotti allo stato dell’arte; questo approccio ha permesso di contenere i costi dell’intera soluzione ma al tempo stesso di garantire elevate prestazioni. INTEGRAZIONE CON PIATTAFORME STANDARD Descrizione I sistemi a bordo veicolo sono stati progettati per comunicare con la centralina di controllo del veicolo mediante la piattaforma standard Blue&ME di FIAT, quindi senza richiedere costosi interventi di modifica dei componenti dell’autovettura. Per quanto riguarda le tecnologie di rete adottate, la soluzione scelta di basa sugli standard della famiglia IEEE 802.11 ed utilizza solo le funzioni presenti nella maggior parte dei prodotti disponibili sul mercato, inclusi laptop e smart phone. Nuove funzionalità e nuovi standard di comunicazione possono comunque essere integrati in modo semplice, a seconda delle esigenze future. 4. CRITICITÀ DEL PROGETTO MOBILITA’ NODI DI RETE Descrizione L’infomobilità è un campo relativamente nuovo e decisamente interessante, sia per quanto riguarda la ricerca scientifica che quella industriale. Molti dei numerosi progetti di ricerca attivi in questo campo, e VICSUM non fa eccezione, partono dalla definizione e dalla caratterizzazione delle reti di infomobilità, dal punto di vista della rete (topologia, tipo e natura del mezzo fisico) e dei nodi (mobilità, funzionalità). Ciò che maggiormente caratterizza le reti di infomobilità è il loro essere soggette a rapidi e imprevisti cambiamenti. Questo è dovuto al fatto che i nodi che le compongono sono in massima parte mobili (cioè cambiano la loro posizione nel tempo) e dinamici, ossia che possono entrare nella rete o abbandonarla rapidamente e senza preavviso. L’evoluzione della tecnologia degli apparati di comunicazione portatili ha determinato il proliferare del numero di interfacce radio presenti sui dispositivi che gli utenti portano con sé o installano a bordo dei propri veicoli. Oltre alle tecnologie cellulari (da GSM a HSPA), buona parte degli “smart phone” in commercio vanta anche interfacce Wi-Fi e Bluetooth. Nell’ottica di proporre agli utenti alternative all’uso della rete cellulare (con vantaggi di calo della congestione per quest’ultima e di risparmio per gli utenti), VICSUM ha inteso studiare soluzioni che promuovano l’accesso ai servizi di infomobilità attraverso apparati di comunicazione radio a corto raggio che possano essere disseminati in aree urbane e in luoghi di transito extraurbani. Ove l’assenza di infrastruttura non permettesse l’accesso diretto ai servizi, VICSUM ha studiato lo sviluppo di meccanismi di comunicazione “device-to-device” che siano in grado di convogliare le richieste degli utenti in mobilità (ad esempio, la richiesta di percorso multimodale) dall’utente stesso fino al più vicino apparato di infrastruttura, usando terminali di altri utenti come relay. Il protocolli di rete coinvolti sono quelli definiti dai vari standard della famiglia IEEE 802.11, in particolare quelli che consentono la comunicazione in modalità “ad hoc”, da terminale a terminale senza infrastruttura. Tale scenario ben si adatta alle scambio di messaggi non in real-time o che comunque possono iniziare e concludersi in un intervallo di tempo particolarmente contenuto (ad esempio la ricezione del numero di posti disponibili in un parcheggio). Nel caso di applicazione che richiedono un continuo scambio tra veicoli e nodi fissi (ad esempio uno streaming video), invece, è stato necessario introdurre dei meccanismi per garantire la stabilità della connessione, oltre che progettare in modo opportuno la distribuzione dei nodi fissi. MASSA CRITICA Descrizione L’approccio adottato nel corso di VICSUM non richiede in linea di massima un elevato numero di nodi sia fissi sia a bordo veicolo per operare in modo corretto. Ovviamente, maggiore è la diffusione dei sistemi installati, migliore sarà la copertura complessiva offerta agli utenti e le informazioni saranno più dettagliate e complete, oltre che consegnate e ricevute in un tempo più ridotto. In ogni caso, è possibile attivare i servizi di VICSUM in un’area di interesse tramite l’installazione di un numero limitato di nodi fissi; inoltre, a meno di voler garantire lo streaming video in mobilità, la copertura risultante può non essere continua. Saranno le componenti installate a bordo veicolo ad identificare la presenza dei nodi fissi ed a curare l’interazione con questi quando è possibile. 4. RISULTATI APPLICAZIONI In un campo di ricerca stimolante come quello dell'infomobilità, gli scenari applicativi sono molteplici e il progetto VICSUM ne ha studiati alcuni, proponendo ed implementando le soluzioni di seguito sintetizzate. 1. CIRCOLAZIONE DELLE INFORMAZIONI Il Politecnico di Torino – Gruppo Reti si è dedicato allo sviluppo di applicazioni che indirizzino in maniera intelligente la consegna delle informazioni verso la (o dalla) infrastruttura di accesso. La scelta dei terminali da coinvolgere nel transito di informazioni è stata fatta attraverso algoritmi posizionali e algoritmi che privilegiano la stima delle aree in cui la densità di terminali (e quindi la probabilità di trovare molti terminali che collaborano) è maggiore. E’ richiesta la collaborazione degli apparati utente coinvolti che devono avere installato il software opportuno sui propri terminali (nonché la preventiva autorizzazione a fungere da “tramite”, che può essere anche concessa contestualmente all’installazione del software). Le tipologie di applicazioni sviluppate sono due: la dislocazione guidata delle informazioni e l’abbonamento alla ricezione di informazioni di pubblica utilità. Il primo scenario, attraverso un’applicazione denominata “LINGER” prevede di sfruttare la rete interveicolare per trasmettere informazioni puntuali verso un’area target, di raggio ampio a piacere, il cui centro è individuato dalle coordinate GPS: sfruttando la comunicazione collaborativa tra veicoli e terminali mobili (anche trasportati da pedoni), le informazioni possono essere trasmesse da punti diversi della città verso l’area target e ivi lasciate circolare per essere raccolte da utenti interessati. Ad esempio, in seguito alla segnalazione raccolta da un veicolo che ha assistito ad un incidente, la centrale operativa del trasporto pubblico può comunicare in tempo reale ai veicoli che si trovano a transitare nelle vicinanze dell’incidente di scegliere percorsi alternativi. La segnalazione è affidata a veicoli in transito vicino alla centrale operativa e da questi trasmessa di veicolo in veicolo, selezionando tramite GPS solo i veicoli che consentono all’informazione di avvicinarsi all’area target e di essere poi lì confinata. L’applicazione per l’abbonamento a informazioni di pubblica utilità, denominata FIGARO, fa ricorso a modelli di interazione molto usati nelle reti sociali (modelli Pub/sub): un terminale mobile, detto agent, può dichiarare il suo interesse per un tipo di informazione (ad esempio, distributori di benzina nei dintorni, con relativi prezzi). Tale dichiarazione è ceduta alla rete interveicolare, e quindi raccolta e registrata da un’entità centrale, detta broker. Quest’ultima istruisce i possessori dell’informazione (altri veicoli agent nelle vicinanze) a fornirla al terminale che ne ha fatto richiesta (il quale potrà a sua volta diventare poi fornitore di quella informazione per altri terminali). Le problematiche che sono state studiate in questo contesto, oltre ai meccanismi di registrazione e di migrazione degli agent attraverso diversi broker, hanno riguardato la stima della reputazione degli agent e l’introduzione di incentivi, per evitare fenomeni di utilizzo poco collaborativo delle risorse di rete. Il CRF ha studiato inoltre casistiche riguardanti le comunicazioni da veicoli di emergenza. In un primo caso, ha preso in esame e dimostrato come, mediante la comunicazione da veicolo ad infrastruttura, sia possibile adattare e modificare, in situazioni di effettiva emergenza, la viabilità semaforica di uno o più incroci con l’obiettivo di favorire il transito di mezzi di soccorso o della pubblica autorità. Inoltre, mediante la comunicazione da veicolo a veicolo, ha evidenziato come sia possibile utilizzare un qualsiasi veicolo per generare o trasportare informazioni di servizio utili per il guidatore in transito su determinate strade. Tale applicazione permette quindi di fornire informazioni sulla presenza di lavori in corso o incidenti, anche in tratti o punti della rete viaria non dotati di infrastrutture dedicate o per effettuare interventi tempestivi. 2. MULTIMEDIALITA’ Il contributo principale dell’Internet Media Group del Politecnico di Torino al progetto VICSUM ha riguardato lo studio e l'implementazione di una architettura software per lo streaming di informazioni multimediali su reti wireless interveicolari. In un contesto di trasmissione di contenuti multimediali su una rete dati a commutazione di pacchetto, la consegna dello stream multimediale si basa su protolli di rete (RTP/UDP/IP) che non garantiscono una consegna affidabile delle informazioni, ammettendo pertanto una perdita della qualità del media durante la sua fruizione. In uno scenario con reti cablate, grazie all’elevata affidabilità del mezzo di trasmissione, questo fenomeno è poco visibile. Al contrario, in uno scenario wireless le variazioni di affidabilità del canale di trasmissione possono causare perdite significative di informazioni e la fruizione di contenuti audio e video rischia di risultare completamente insoddisfacente per l’utente finale. L’obiettivo alla base della definizione dell’architettura di streaming è stato quindi quello di realizzare un sistema in grado di proteggere le informazioni multimediali dalle perdite nella rete, mantenendo al tempo stesso la piena compatibilità con gli standard definiti dall’Internet Engineering Task Force (IETF) per il trasporto delle informazioni multimediali su reti a pacchetto. Un ulteriore obiettivo è stato quello di realizzare una suite di streaming open source da rilasciare con licenza GPL, in modo da garantire la libera fruizione delle tecnologie sviluppate. In base a questo secondo, ma non meno basilare principio, la suite di streaming che ha costituito l'ambiente di base per lo sviluppo del progetto è stata, per la parte server, il progetto LSCube già dell'Internet Media Group, afferente al Dipartimento di Automatica e Informatica del Politecnico di Torino, e per la parte client, il progetto Mplayer. La definizione dell’architettura di streaming per il progetto è partita da una analisi sul campo di pregi e difetti delle soluzioni di protezione delle informazioni disponibili nella letteratura scientifica, che ha evidenziato come l’efficacia di queste tecniche in uno scenario wireless di tipo interveicolare sia maggiore adoperando più tecniche congiuntamente. L’analisi realizzata ha inoltre permesso di individuare le tecniche di protezione delle informazioni migliori da adottare in funzione dello scenario di riferimento, trasmissione live o on demand. Valutando le criticità dello streaming multimediale live su reti wireless ad alta mobilità (vincoli su massimo ritardo consentito e percentuale di pacchetti persi) si è individuato come in tali scenari le tecniche migliori di protezione delle informazioni da adottare siano quelle denominate Forward Error Correction (FEC), con codici di protezione degli errori a bassa complessità e latenza. Inoltre la trasmissione di pacchetti multimediali in ordine diverso da quello di produzione (uso di tecniche di interleaving) permette di ridurre la dimensione dei burst di perdite, incrementando le performance delle tecniche FEC e di riflesso la qualità percepita della risorsa multimediale proposta all’utente. In uno scenario di tipo on-demand le criticità della trasmissione della risorsa multimediale sono leggermente differenti: parte dello stream può infatti essere memorizzato in un buffer di ricezione, ammettendo quindi requisiti meno stringenti sul ritardo di consegna delle informazioni trasmesse. I maggiori ritardi di trasmissione consentiti in questo secondo scenario fanno sì che le tecniche migliori di protezione delle informazioni siano quelle basate su ri-trasmissioni dei pacchetti persi, che il client può nuovamente richiedere al server di streaming in caso di necessità, implementando di fatto un meccanismo di feedback nella rete. Le tecniche di robustezza delle informazioni proposte per i due scenari di riferimento permettono un ottimo recupero delle perdite dei pacchetti multimediali, senza però voler garantire la completa ricezione di tutti i dati (concetto di semi-reliability) in quanto in caso di canale wireless altamente inaffidabile è preferibile riprodurre i flussi video tollerando alcune perdite, ma garantendo bassi ritardi. Le quattro soluzioni proposte per la protezione delle informazioni multimediali (FEC, codici a correzione di errore a complessità lineare, interleaving e ritrasmissioni) sono state implementate, secondo gli standard dell’IETF, nella suite di streaming nell’arco temporale dell’intero progetto, e le performance ottenute valutate sia in modo simulativo sia tramite trasmissioni reali in scenari interveicolari. Il risultato fondamentale del contributo dell’Internet Media Group al progetto VICSUM è quindi una suite di streaming con caratteristiche avanzate di protezione delle informazioni trasmesse, libera da brevetti e con soluzioni innovative per la robustezza della trasmissione multimediale su reti wireless ad alta mobilità basate su messaggi di feedback tra trasmettitore e ricevitore. Parte dell'attività di studio svolta all'interno del progetto ha riguardato poi la caratterizzazione e analisi di algoritmi di protezione adattativa dello streaming multimediale per il particolare scenario di trasmissioni wireless interveicolari. I risultati sono stati oggetto di pubblicazione su atti di conferenze internazionali. 5. TRASFERIBILITÀ E RIUSO Elencare quali sono gli aspetti che meglio si prestano ad essere trasferiti ad altri contesti 1. Relativamente alla multimedialità, la suite sviluppata può essere utilizzata con successo da aziende operanti nel settore della diffusione dei contenuti multimediali, intrattenimento a bordo veicolo, automotive e/o della videosorveglienza per la creazione di servizi di streaming multimediale da bordo veicolo volti, ad esempio, ad interpretare il comportamento del guidatore. Per testare in uno scenario mobile la validità delle tecniche implementate si è provveduto a realizzare con successo il porting del server di streaming su piattaforme wireless embedded basate su sistema operativo OpenWRT, rilasciato anch’esso con licenza open source, mantenendo pertanto l’impronta di soluzione libera da brevetti data originariamente alla suite di streaming. Da sottolineare anche l’impulso alla ricerca e innovazione che il software prodotto può generare, come piattaforma di test per nuovi protocolli di trasmissione, per nuove tecniche di protezione delle informazioni e per la creazione di nuovi servizi basati sulla multimedialità. A tal proposito si è sviluppata una libreria per la ricezione dei flussi di streaming, Libnemesi, già inserita nel progetto Mplayer client di streaming basati sulla libreria sviluppata, Libnemesi, e che verrà presto integrata nel player multimediale conosciuto come VLC. Inoltre l’utilizzo di protocolli standard fa sì che la suite di streaming prodotta possa essere utilizzata anche come importante strumento didattico all’interno dei corsi universitari di multimedia e networking. 2. Per quanto riguarda l’infrastruttura di rete, le attività sono state focalizzate principalmente sui seguenti aspetti: la progettazione HW dei nodi installati, l’ottimizzazione del sistema operativo utilizzato e la progettazione ed implementazione dei protocolli alla base del sistema di comunicazione. Se si escludono le estensioni specifiche introdotte per gestire la mobilità ed il mantenimento delle sessioni tra veicoli e nodi fissi, le componenti di base sviluppate nel corso del progetto permettono di realizzare un rete mesh basata su nodi con più interfacce radio e di garantire una copertura a vaste arie di territorio, anche in presenza di un numero limitato di punti di interconnessione con l’esterno, come avvenuto nel caso dei test bed della Sassi-Superga e di Villa Gualino. Inoltre, i bassi consumi della piattaforma HW realizzata permettono di renderla completamente autonoma anche dal punto di vista energetico utilizzando un pannello solare, come dimostrato nel corso del workshop finale del progetto. 6. ESPERIENZE INTERNAZIONALI A CONFRONTO: Tra le iniziative più conosciute, spicca Google Transit (http://www.google.com/transit), che offre supporto alla mobilità attraverso i mezzi pubblici ma trascura la personalizzazione sulle esigenze dell’utente e l’informazione in tempo reale. Manca inoltre l’ottica open source e l’approccio alla standardizzazione degli strumenti. Caratteristiche comuni si riscontrano con il progetto i-Tour "intelligent Transport system for Optimized URban trips" (http://www.itourproject.com/), finanziato sul VII Programma Quadro e realizzato da un partenariato composto da FORMIT Servizi S.p.A. (FOR) IT, GraphiTech Foundation (GT) IT. University College of London (UCL) UK, Technische Universiteit Eindhoven (TUE) DE, MAGMA S.r.l. (MAG) IT, FORMIT Foundation (FFO) IT, ELASIS S.C.p.A. (ELA) IT, PTV Planung Transport Verkehr AG (PTV) DE e Cadzow Communications Consulting Ltd. (C3L) UK. Il progetto si avvale della collaborazione dei partecipanti come utilizzatori finali, tra i quali la Provincia autonoma di Trento, che forniranno dati sui flussi di traffico che saranno elaborati nel corso del lavoro come scenario reale. Ha l’obiettivo di sviluppare un software che possa essere utilizzato direttamente da providers, autorità e cittadini per ottenere servizi intelligenti di mobilità multimodale. I clienti i-Tour riceveranno infatti supporto e suggerimenti, in maniera semplice, sia su computer che su altri terminali, per l’utilizzo di diversi mezzi di trasporto, come autobus, macchina, ferrovia e tram. I suggerimenti tengono in considerazione sia le preferenze del cliente che le informazioni in tempo reale sulle condizioni della strada, sul tempo e sulla rete pubblica di trasporto. Le applicazioni i-Tours sono predisposte per promuovere l’utilizzo di mezzi di trasporto pubblici, promuovendo e incoraggiando la scelta di comportamenti di viaggio rispettosi della natura. Febbraio 2010 Informazioni www.sistemapiemonte.it/osservatorioICT E-mail: [email protected] sistemapiemonte.it