ROTARY CLUB PADOVA - Villa e Parco Trieste a Vaccarino di

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IL GIARDINO E LA VILLA "TRIESTE"
A VACCARINO DI PIAZZOLA SUL BRENTA.
villa Trieste dalla cancellata settecentesca verso la Brenta
Brevi premesse storiche socio-politiche
Il giardino e la villa Trieste a Vaccarino di Piazzola sul Brenta, a pochi chilometri dalle
porte settentrionali di Padova, racchiusi tra la riva destra della Brenta e la strada
provinciale 47 "Valsugana" per Cittadella, costituiscono tuttora un eccezionale "unicum" di
architettura e paesaggio, prezioso ed emblematico testimone, pregevolmente conservato,
delle particolari vicende politiche economiche e socio culturali di una fase cruciale della
storia della nostra terra corrispondente alla prima metà dell'ottocento.
Con la caduta di Venezia, prima sotto il dominio austriaco, col trattato di Campoformido
del 17 ottobre 1797, e poi, nel 1805, dopo la pace di Presburgo del 25 dicembre, in mani
francesi, i più bei nomi di quella che era stata l'oligarchia senatoria della Serenissima che
per secoli ne aveva gestito le sorti, cadevano in rovina sotto una mole impressionante di
debiti.
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I Pesaro, i Sagredo, i Contarini, i Tiepolo, i Foscarini, i Pisani, solo per citare le famiglie
più celebri, sono costretti e decidono di vendere una quantità imponente di beni di
terraferma.
Tra gli acquirenti di quei beni, (soprattutto delle grandi tenute agricole), ora sul mercato
dopo l'avvento di Napoleone che sopprime l'istituto del fedecommesso (1), figurano patrizi
veneziani dell'entroterra, ma anche nomi mai visti di borghesi (i Revedin, i Camerini, etc.)
e di famiglie di ebrei che, (grazie anche a Napoleone), possono partecipare all'acquisto di
queste proprietà ed entrare quindi a buon diritto nella società civile, come per esempio i
Trieste di Vaccarino.
Vecchia e nuova (creata da Napoleone dopo il 1805) nobiltà e ceti borghesi in ascesa si
fondono in un nuovo ceto di notabili possidenti, ovvero cittadini attivi, ai quali è assegnato
il controllo totale della vita amministrativa e civile, subordinata rigidamente alle autorità
politiche centrali.
È la fine del patriziato lagunare di una classe dirigente arroccata nei suoi privilegi e chiusa
ad ogni rinnovamento, sostituita da una nuova classe sociale borghese, israelita o anche
di più modesta ed attiva nobiltà, che si apre con entusiasmo alla massoneria ed alle nuove
idee che Napoleone porta d'Oltralpe non solo sul piano strettamente politico .
Sia per le sue iniziative imprenditoriali (sistemazioni rurali ed idrauliche, ma anche
fabbricati produttivi) che per una nuova espressione dell'architettura del giardino che va ad
arricchire le sue preziose dimore questa nuova classe sociale trova in Giuseppe Jappelli,
architetto - ingegnere - paesaggista, di natali veneziani ma trapiantato a Padova fin dai
primi del'800, (e poi nei suoi epigoni e successori come Francesco Bagnara, Antonio
Caregaro Negrin, etc.), un geniale e fedele ispiratore ed interprete .
Figura sicuramente rilevante per il movimento culturale vivo in Padova nella prima metà
dell'800 Giuseppe Jappelli, convinto portavoce e sostenitore delle idee massoniche, che
per dieci anni, dal 1803 al 1813, abbraccia convintamente, e degli ideali libertari ispirati
alla Rivoluzione Francese, è autore dei progetti di numerosi edifici e giardini di pregio, che
ancora sopravvivono in città e dintorni, alcuni giunti fino a noi ancora ricchi della loro
profonda ed affascinante originale carica simbolica.
Il "giardino Jappelliano" - si può definire romantico, pittorico, paesaggistico, all'inglese diventa a Padova e in alta Italia per merito e scelta di alcuni committenti ed opera del
genio del suo ideatore e progettista un formidabile strumento di espressione ed immagine
artistica di quella fede romantico libertaria di origine francese che la Restaurazione
imperante tentava di soffocare.
Così come la nuova classe socio economica si sostituisce alla vecchia aristocrazia con
voglia ed ambizione di superamento e rinnovamento di schemi e "disegni" culturali logori, il
giardino romantico-ottocentesco a Padova diventa manifesto politico culturale di questa
nuova società : soppianta la elegante rigidità geometrica dei tipi stilistici del giardino
settecentesco,(ereditato dall'aristocrazia veneziana), aprendosi ai nuovi ideali libertari
politico sociali che intende esprimere e che in esso trovano loro alta espressione artistica .
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Sintesi dei principali fatti storici.
1454 : 1759 : -
1808 : 1839 :
1835 -1842 :
la proprietà risulta appartenere alla nobile famiglia padovana dei Savonarola:
anno di ultimazione dei lavori di ristrutturazione della villa diretti da Gaetano
Savonarola con sculture di Antonio e Giovanni Bonazza ed affreschi di
Giuseppe Graziani.
la famiglia Trieste, ricca famiglia padovana di origine ebraica rileva la proprietà ;
mappa planimetrica per la ricostruzione del III Tronco della "regia strada commerciale
di Cittadella"
Giuseppe Jappelli progetta :
- opere di carattere rurale ed interventi idraulici come l'arginatura della Brenta
- la modifica della facciata Ovest della villa verso la strada per Cittadella e le
due ali laterali;
- le barchesse con colonnato dorico;
- il giardino romantico
1. La Villa ed il Giardino
Diverse sono le fonti documentaristiche e di studio pubblicate su questo complesso storico
architettonico - tutelato ai sensi della legge 1089 del 1939 - cui si rimanda per una
conoscenza più dettagliata (vedi fonti bibliografiche).
Alcune note si possono aggiungere per sottolineare alcuni aspetti magari meno
approfonditi.
1.1 Il sito
Scelto originariamente, nel rinascimento, per la sua ideale collocazione e vicinanza al
corso della Brenta navigabile, è prospetticamente inquadrato dagli assi ortogonali della
Villa che alla maniera Palladiana proietta le sue geometrie ortogonali sulla campagna
circostante.
Quando ai primi dell'ottocento la Famiglia Trieste rileva il podere dai Savonarola si affida a
Giuseppe Jappelli per la realizzazione di opere di carattere rurale nonché per importanti
interventi idraulici come l'arginatura della Brenta che scorre lì presso.
È in quell'occasione che gli conferisce anche l'incarico di ristrutturare/adeguare la Villa al
nuovo tracciato della "regia strada commerciale di Cittadella" (che abbandona l'argine e si
porta ad Ovest della Villa) e di costruire il giardino alla maniera romantica allora in voga.
1.2 Il Giardino
Oltre alle interessanti e puntuali annotazioni riportate nella scheda descrittiva del Giardino
che fa parte dell'elenco di quelli descritti nel Censimento delle Architetture Vegetali di pregio
del territorio della provincia di Padova edito dalla Provincia di Padova nel 2002 possono valere
alcune considerazioni integrative.
1.2.1 Il disegno
Il sistema giardino che circonda per circa quattro ettari la villa da Est a Sud - Sud Ovest
propone emblematicamente un interessante e curioso esempio di sintesi del processo di
evoluzione stilistica, per sovrapposizione accostamento, del giardino romantico su quello
settecentesco.
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Dalla lettura del disegno dei luoghi riportato nella mappa quale appare nella Planimetria
del 1839 (2), sostanzialmente conservato nello stato attuale, emerge evidente la
sostanziale differenza dei caratteri compositivi che distinguono le due porzioni in cui il
giardino è bipartito.
La porzione orientale, compresa tra la villa e l'argine della Brenta, oltre alla cancellata
verso il fiume, impreziosita dalle statue dei Bonazza, conserva tracce significative di un
precedente giardino di stile settecentesco incardinato sull'asse costituito dal viale rettilineo
che dalla Villa porta al cancello e ordina planimetricamente, ad emiciclo, la antica
"carpinata" tuttora conservata per l'arco Sud.
la carpinata di stile settecentesco - scorcio verso Est
Il suo disegno si perde e sfuma senza una soluzione di raccordo chiara e stilisticamente
leggibile nel disegno fantasioso del giardino romantico dello Jappelli che inizia appena a
Sud e si spande ad occupare gran parte della rimanente area con le sue accattivanti
atmosfere fantastiche .
Si snoda come i percorsi sinuosi che lo attraversano a serpentina tra collinette, terrapieni e
specchi d'acqua, masse di arbusti e sistemi boscati di antica origine culminando con la
torre osservatorio eretta sulla collina, ricorrente simbolo massonico dei giardini jappelliani,
metafora tipica della elevazione spirituale cui conduce conoscenza : ci eleviamo grazie a
luoghi che si prestano a permetterci di guadagnare una "quota" da cui lo sguardo interiore
ci aiuta a dominare una vasta realtà naturale ed umana .
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il giardino romantico
i due gingko biloba centenari
1.2.2 Elementi del Giardino
Elemento centrale di ogni giardino (potremmo dire Jappelliano) è l'acqua.
È "attorno" ad essa, sia per esigenze di tipo tecnico (irrigazione) che decorativo
paesaggistico che si sviluppa il giardino : ne è il fulcro, l'elemento vitale quasi il suo spirito
vivificatore e mediatore.
In quello Trieste a Vaccarino l'acqua occupa un posto apparentemente sovrabbondante
permeando in ogni dove gli spiazzi e i terrapieni, confluendo in un ampio lago fonte di
suggestioni e fantasie oniriche.
La rete di bacini e corsi d'acqua che si rincorrono e si snodano su vari livelli tra la
vegetazione ed i terrapieni è talmente ricca e diffusa da far intuire una precisa rilevante
originaria opera idraulica preordinata piuttosto a preminente funzione di tutela
idrogeologica del sito, opera idraulica sulla quale quindi si sarebbe successivamente
innestato e sviluppato il disegno del giardino romantico.
Una volta di più ancora, quindi, come in altri esempi anche più noti, Jappelli, sensibile ed
intelligente lettore del paesaggio (circostante), sia esso urbano, di aperta campagna o in
prossimità di un fiume, caratterizza fisicamente e scenograficamente le sue opere
interpretando e valorizzandone il rapporto visivo spaziale con le emergenze del luogo"genius loci" - che ne diventano simbolico elemento peculiare ed inconfondibile.
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il giardino romantico - scorcio del lago con imbarcadero
il giardino romantico - scorcio del ponte "bianco"
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1. fedecommesso : Il fedecommesso (dal latino "fideicommissum", derivato a sua volta da fides, 'fiducia', e
committere, 'affidare') o sostituzione fedecommissaria è una disposizione testamentaria attraverso la quale il
testatore istituisce erede o legatario un soggetto determinato con l'obbligo di conservare i beni ricevuti, che
alla sua morte andranno automaticamente ad un soggetto diverso indicato dal testatore stesso. .
2. planimetria che corredava il progetto del 22 febbraio 1939 per la ricostruzione del III Tronco della "Regia
Strada Commerciale di Cittadella".
APPROFONDIMENTI
Giardino Romantico - brevi cenni storici-stilistici
Il giardino come recinto (dal tedesco garten) nasce dall'esigenza materiale (orto) ma anche
culturale e spirituale di conservare e proteggere quello che ci sembra e continuerà a sembrarci
"il meglio".
Lo stile del giardino che varia secondo i periodi, le civiltà, le epoche esprimerà "il meglio" per
quel momento storico.
Lo stile della composizione scenografica del giardino cambia quindi al mutare dei fondamenti
socio politico culturali del periodo storico, ma il principio, il fine ultimo non cambia : cercare di
ricostruire, interpretare la nostra idea di "paradiso".
Se il giardino settecentesco, quello dell'aristocrazia, conservato fino al limitare dell'800 dalle
nobili famiglie veneziane, per esempio, si articola così secondo linee prospettiche di fuga ed
assi di visione, costringendo la "natura", le piante, gli alberi secondo assetti e disposizioni
geometriche regolari, ed è concepito per essere ammirato da lontano, nel giardino romantico il
punto panoramico e l'inquadratura si scoprono via via nel corso della passeggiata (della
conoscenza). Non cercano l'orizzonte lontano, frugano penetrano nel paesaggio, nel giardino,
con percorsi tortuosi che alle volte tornano su se stessi, ripiegandosi fisicamente e
metaforicamente come suole il processo conoscitivo svilupparsi.
Secondo Gilles Clément, noto paesaggista francese, autore fra l'altro della teoria del "giardino
planetario" con il giardino romantico
"dalle mani dell'architetto giardiniere l'arte del giardino passa a quelle del
giardiniere artista".
Il giardino romantico si ispira a canoni e tipi presi e riproposti dal paesaggio esaltandone e
drammatizzandone esteticamente gli elementi naturali senza ancora cogliere tutta la
complessità (della conoscenza) e la varietà della natura.
È più spesso un mondo chiuso, idealizzato, ancora artificiale - romantico; una radura offerta al
sogno, spesso completamente scollegata, segregata e riparata con muri e difese dall'intorno,
meno suggestivo e coerente con la finalità compositiva espressiva prefissa.
La dimensione onirica della scenografia naturale ed architettonica del giardino romantico si
rivolge allo spirito e si offre come strumento mediatico di indagine e svelamento dell'invisibile.
Come per esempio ai giardini Treves nel giardino romantico l'evocazione fantastica si esplica e
si allarga suggestionata anche da piante esotiche e la fantasia spazia liberamente nel dialogo
tra edifici di antica memoria e di mondi esotici lontani.
E' a partire dal giardino romantico che Jean Jacques Rousseau con le sue idee libertarie
autonomistiche contribuisce all'affermarsi del cambiamento di uno sguardo diverso, meno
estetizzante, dell'uomo verso l'universo sensibile ed il paesaggio, disponibile ad accettarne la
varietà e diversità biologica di forme e ambienti : è la rivoluzione culturale che porterà alla
nascita, nel 1866, dell'ecologia quale scienza dello studio della natura e del suo rapporto con7/8
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l'uomo .
Fonti bibliografiche principali :
GILLES CLEMENT , Breve storia del giardino, Macerata, Quodlibet srl 2012
ANNAMARIA CONFORTI CALCAGNI, Bei sentieri, lente acque - I giardini del Lombardo Veneto . Il
Saggiatore
CARLO FUMIAN ANGELO VENTURA , Storia del Veneto dal 1650 al 1900, Editori Laterza 2000
BARBARA GIACCAGLIA, La Villa Trieste a Vaccarino, Padova ed il suo Territorio 1993
PAOLA BUSSADORI MARIAPIA CUNICO, Censimento delle Architetture Vegetali di pregio del territorio
della provincia di Padova Provincia di Padova 2002
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