SIMONA MARTINO_LEARNING SPACE E SPAZIO EDUCATIVO
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SIMONA MARTINO_LEARNING SPACE E SPAZIO EDUCATIVO
LA SCUOLA MONTESSORI NEI PRIMI PROGETTI DI HERMANN HERTZBERGER: I TEMI CHIAVE DELLO SPAZIO PER L’APPRENDIMENTO Arch. Simona Martino Urbino, 13 marzo 2014 1 Hermann Hertzberger, architetto, vive in Olanda e da decenni si occupa perlopiù della progettazione di edifici pubblici, con una sensibilità particolare verso l’architettura scolastica. Ha frequentato durante l’infanzia scuole Montessori. Ha dato e continua a dare all’architettura contributi fondamentali, sia attraverso i suoi progetti e realizzazioni, sia attraverso i suoi scritti, dove con grandissima verve critica affronta quei temi fondamentali che dovrebbero costituire il bagaglio comune degli architetti, in quanto portatori di un ruolo sociale. 01 Le scuole che ha progettato, perlopiù destinate ad istituzioni montessoriane, rivelano una profondità di pensiero che riesce ad andare oltre i temi legati all’educazione, per definire quelli che risultano essere i temi chiave, universali, che deve affrontare ogni progetto di architettura; che è il progetto dello spazio per la vita dell’uomo, nella società democratica. 02 Scuola Montessori, Delft, 1960-1966 All’inizio degli anni ‘60 l’amministrazione della Scuola Montessori di Delft conferì a Hermann Hertzberger l’incarico per progettare una nuova sede in aggiunta a quella esistente. Questa fu l’opportunità che gli permise di cominciare a ripensare l’idea di aula: un’aula che, finalmente, rispondesse alle esigenze del Metodo Montessori meglio di quanto fosse stato fatto sino ad allora. 03 04 05 Secondo il Metodo Montessori, i bambini lavorano in genere individualmente su attività che possono scegliere liberamente. La necessità di concentrazione differisce in base al tipo di lavoro scelto, e la capacità di concentrazione è diversa da bambino a bambino. Lo spazio della Scuola Montessori dovrebbe essere dunque organizzato in maniera tale da impedire che i bambini possano distrarsi indebitamente l’un l’altro. 06 • scelta per la classe di uno schema a spirale, o guscio di chiocciola, con un grado di protezione e intimità crescente dall’esterno verso l’interno; 07 • le zone di qualità differente (intimità, apertura) giacciono su livelli sfalsati, in modo da proteggere ancor di più chi sta svolgendo il lavoro in concentrazione: in basso e più vicino all’ingresso chi fa attività rumorosa, ad un livello soprelevato chi si trova nello spazio più isolato per lavorare in concentrazione. 08 I TEMI CHIAVE DELLO SPAZIO PER L’APPRENDIMENTO L’aula come “Home Base” (Casa Madre) In una scuola di tipo tradizionale, ad ogni gruppo è assegnata la sua aula, dove tuttavia è l’insegnante a fare da padrone di casa. L’insegnante alla lavagna “da il la”, è l’unico punto focale di attenzione, l’insegnante solo trasferisce la conoscenza. In una scuola Montessori, dove i bambini hanno più libertà di movimento e possono ad esempio scegliere di spostarsi a lavorare in corridoio, entra in gioco il tema del “mondo fuori”, anch’esso campo di esperienza e conoscenza. 09 I TEMI CHIAVE DELLO SPAZIO PER L’APPRENDIMENTO Per il bambino ancora piccolo, e via via sino alla prima fascia di età della scuola primaria, si presenta allora, da subito, l’esigenza di garantirgli uno spazio di riferimento, un nido sicuro: • uno spazio domestico accogliente, che senta suo; • un luogo dove possa lasciare le proprie cose al sicuro; • un rifugio su cui ripiegare in caso di necessità; • che sia facilmente riconoscibile e immediatamente identificabile dall’esterno. 10 I TEMI CHIAVE DELLO SPAZIO PER L’APPRENDIMENTO L’antico concetto di classe monocentrica è stato dunque sostituito nella Scuola Montessori olandese (e, come vedremo nei prossimi laboratori, nell’idea contemporanea di learning landscape) dalla classe come Casa Madre. Questa evoluzione è una conseguenza diretta di un aumento sempre crescente nel numero delle attività individuali che si svolgono simultaneamente, e che interessano un numero sempre crescente di individui. Ciò implica infine la necessità di moltiplicare il numero e il tipo di spazi a disposizione in una scuola, che siano comunque accessibili, invitanti, aperti ma allo stesso tempo garantiscano la possibilità di concentrarsi e di sentirsi a casa. 11 I TEMI CHIAVE DELLO SPAZIO PER L’APPRENDIMENTO La classe articolata Ecco che allora appare necessario offrire ai bambini, all’interno della stessa classe, il maggior numero possibile di situazioni spaziali adeguate alle esigenze diversissime che ogni tipo di lavoro porta con sé. Lavoro di gruppo, lavoro individuale; lavoro rumoroso, silenzioso; tutto in simultaneità. Si riesce a raggiungere tale obiettivo modellando il più possibile lo spazio, creando luoghi diversi per: • dimensione; • qualità dell’illuminazione; • materiali di finitura e rivestimento; • ecc. 12 I TEMI CHIAVE DELLO SPAZIO PER L’APPRENDIMENTO 13 I TEMI CHIAVE DELLO SPAZIO PER L’APPRENDIMENTO Da corridoio a “via dell’apprendimento” Poiché nell’educazione moderna l’importanza dei metodi centrati sulla classe ha visto una diminuzione costante, soppiantata dal lavoro basato sui gruppi, la classe tradizionale ha finito per essere considerata “troppo piccola”. Questo processo, che era cominciato nelle scuole con pedagogia alternativa, aveva sempre implicato l’aumento delle superfici utili. Alla fine però, ad aumentare non era tanto il bisogno di un maggior numero di metri quadri, quanto soprattutto la quantità di luoghi, in modo da garantire al maggior numero possibile di bambini la possibilità di concentrarsi senza disturbarsi a vicenda. 14 I TEMI CHIAVE DELLO SPAZIO PER L’APPRENDIMENTO Nelle scuole che portiamo e esempio, due condizioni sono state rilevanti ai fini del coinvolgimento dei corridoi nello spazio effettivo di lavoro: • il passaggio da classi di età a classi di standard (a causa della forte immigrazione, con sempre più bambini non madrelingua, e della chiusura delle scuole riservate ai bambini svantaggiati, che venivano assorbiti nelle scuole statali); • la carenza di fondi dovuta alle politiche di tagli alle spese indusse a cercare, come logico passo successivo, modi per raddoppiare la superficie del corridoio e utilizzarla come spazio di lavoro. 15 I TEMI CHIAVE DELLO SPAZIO PER L’APPRENDIMENTO 16 I TEMI CHIAVE DELLO SPAZIO PER L’APPRENDIMENTO Se i corridoi devono essere resi “abitabili” come effettive estensioni della classe, dovranno subire un cambiamento radicale, nell’aspetto e nel modo in cui vengono illuminati. La cosa più importante è costruire il maggior numero possibile di spazi di lavoro, e differenziarli il più possibile. Si può cominciare con l’allestimento di spazi di lavoro fuori dalla classe. 17 I TEMI CHIAVE DELLO SPAZIO PER L’APPRENDIMENTO Lo spazio di soglia fra classe e corridoio Coi corridoi che si trasformano da area di circolazione in area di lavoro, si presenta un sempre maggior bisogno di apertura; serve contatto visivo dalla classe con chi sta lavorando fuori, che rimane così sotto l’occhio attento dell’insegnante e mantiene il suo senso di appartenenza nonostante il distacco fisico. Questo lavoro al di fuori della classe, sebbene in prossimità, porta con sé la necessità di un’area di transizione che appartenga sia alla classe, sia al corridoio, e che possa essere interpretata in termini di contesto. 18 I TEMI CHIAVE DELLO SPAZIO PER L’APPRENDIMENTO Come principio, si tratta di un’area di soglia: essa “offre la chiave di transizione e connessione fra aree con diritti territoriali divergenti e, nel suo proprio diritto di luogo, costituisce essenzialmente la condizione spaziale per l’incontro e il dialogo fra aree di ordine diverso.” 19 I TEMI CHIAVE DELLO SPAZIO PER L’APPRENDIMENTO Scuole Apollo, Amsterdam, 1980-1983 20 I TEMI CHIAVE DELLO SPAZIO PER L’APPRENDIMENTO Scuola primaria De Eilanden, Amsterdam, 1996-2002 21 I TEMI CHIAVE DELLO SPAZIO PER L’APPRENDIMENTO Se continuiamo a considerare i corridoi che corrono intorno esclusivamente come spazio di circolazione, con dimensioni mantenute quindi al minimo, appare chiaro che non vi è posto per una zona fra classe e spazio di corridoio, quantomeno in termini di contabilità; per contro, in una scuola con una educazione innovativa si tratta di un tema progettuale da tenere nella massima considerazione. Quando alla zona di soglia è data la forma corretta, con gli adeguati strumenti spaziali, essa può rappresentare una transizione dolce fra la classe e il corridoio, un’articolazione piuttosto che una chiusura. Questo darà luogo ad un insieme globale più ampio che ridotto 22 I TEMI CHIAVE DELLO SPAZIO PER L’APPRENDIMENTO Il processo di “demolizione” dell’aula, in senso architettonico, avviene dunque secondo fasi successive: • articolazione dell’aula rettangolare attraverso l’inserimento di nicchie, spazi ausiliari, recessi, sporgenze; • l’aggiunta di una zona di soglia fra aula e corridoio, che all’occorrenza può costituire un ampliamento dello spazio di lavoro in classe; • la trasformazione dell’aula da luogo di trasferimento della conoscenza (lezione frontale) a Casa Madre (con la concentrazione dei bambini in classe che diminuisce sempre più man mano che escono per svolgere attività al di fuori); • la nascita del paesaggio dell’apprendimento (learning landscape), in cui le aule si riducono sino a scomparire completamente. 23 I TEMI CHIAVE DELLO SPAZIO PER L’APPRENDIMENTO Risultato: • partizioni più aperte fra classi e corridoi; • ogni classe comincia a reclamare il proprio diritto sulla rispettiva porzione di corridoio, che viene vista sempre più come parte del proprio dominio. Nel tempo, il centro dell’attività di insegnamento e apprendimento della classe si trasferisce pian piano alla globalità dell’edificio. 24