Articolo Iceland

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Articolo Iceland : Caratteristiche tecniche della corsa: 118 km.totali divisi in 2 tappe da 54 e 58 km. ~1500 mt. di dislivello+ Condizioni meteo estreme a causa di nevicate per l'80% del percorso e venti fortissimi Temperatura durante la gara : ‐1' ‐7' C Venti da 115‐120 km./h.a raffiche Tormente di neve accompagnate da venti costanti 70/80 km./h. Media temperatura percepita :‐15'C, con punte di ‐25'C ( effetto windchill ) 9 guadi di torrenti in acqua 70‐80 cm. Profondità 6 km.di orientamento gps tra la lava del vulcano Hekla Lava Materiale obbligatorio: Dispositivo gps con pile di ricambio Zaino con camelbag, e/o borraccia con riserva liquida 1 litro Viveri: ~4000 kcal. Specchio, coltello, accendino, fischietto Frontalini con lampade e pile di ricambio Collirio, cortisone, antibatterici intestinali , antinfiammatori , disinfettante Coperta di sopravvivenza Giacca gorotex, pile, pantaloni e maglia tecnica di ricambio Guanti, ghette, occhiali, copricapo termico Bendaggi elastici tipo tensoplast Lunedì 5 marzo 2012: h.03:00 a.m. , la sveglia suona, e ricomincia un'altra avventura. Già, ci risiamo, comincio a pensare che oltre al fumo , alle droghe, all'alcool , esistano altre forme di dipendenza: sono trascorsi non più di 3 mesi e mezzo dalla fortunata trasferta nel deserto Giordano, che mi ritrovo pronto con la famiglia a ripartire per una nuova "ultracorsa" , questa volta, ancora più lunga e impegnativa:118km.in un'unica tappa in autosufficienza , tra i ghiacci dell'Islanda. Dopo uno scalo a Parigi, nel pomeriggio arriviamo a Reykjavik , 1'C , pioggerellina. Abbiamo viaggiato un po' ovunque, siamo stati in molti paesi con clima piovoso e mutevole, ma , dopo poche ore nella terra dei ghiacci ,apprendiamo subito in maniera chiara il concetto di "VARIABILITÀ METEOROLOGICA" . Qui ci accorgeremo, dopo l'esperienza di una settimana di permanenza, che in pochi minuti neve, grandine , vento ,tormente ,sole si alternano con una regolarità sconcertante, con l' unica eccezione che , come vedremo, a volte le bufere di neve , durano anche ore. Un grosso bus porta l'intera truppa di intrepidi runners alla destinazione, circa 200 km a est di Reykjavik, in prossimità del ghiacciaio di Eyjafjalla‐jökull (più facile scalarlo , che pronunciarlo!) Le sistemazioni alberghiere e ,più in generale , la ricettività turistica , in Islanda , a parte la capitale , non offrono grandi scelte in termini di lusso , ma pulizia e cortesia sono sempre garantite. Così , ci ritroviamo in mezzo alla tundra in un agriturismo , che ci vede come unici ospiti: condizione ideale per trascorrere il martedì in relax , tra un breefing e l'altro , e abituarci a temperatura e umidità . Al contrario di cosa ci aspettavamo, tuttavia , la temperatura è sopra lo zero, piove, e nella zona in cui ci troviamo , di neve, neanche l'ombra. Il paesaggio è caratterizzato da colline , montagne, vulcani, distese di prati dove pascolano cavalli selvatici, di una bellezza incredibile, e quando le nuvole si alzano di poco , si può capire che in questi luoghi basta alzarsi di 50‐100 mt.di dislivello per trovare neve e ghiaccio a volontà . Vado a fare una passeggiata in natura con moglie e figlia, per famigliarizzare coi cavalli, che incuriositi e affamati si avvicinano facilmente, ma oggi ,sinceramente, la sensazione non è di essere in Islanda, ma tra le risaie di Vercelli ..... Buco nell'ozono?Riscaldamento globale? Presto il meteo ci regalerà le condizioni abituali della terra dei ghiacci. Le previsioni danno precipitazioni di neve abbondanti per 3‐4 giorni, accompagnate a raffiche di vento fino a 120 km/h...... : perfettamente rispettate dalla sera stessa! La possibilità che avete di leggere queste righe, infatti, è grazie alla decisione di Franck, l'organizzatore francese sempre efficiente e attento alle esigenze di tutti, che ha spezzato la nostra gara "lunga" in due tappe di due giorni consecutivi (rispettivamente di 54 e 58 km.) e ci ha cosi'regalato l'opportunità di poter raccontare agli amici la nostra avventura. Abbiamo evitato la temuta corsa notturna, che, date le condizioni proibitive, avrebbe messo a serio repentaglio l'incolumità di tutti noi. Le febbricitanti ore del pomeriggio, sono dedicate alla meticolosa preparazione dello zaino in cui è presente il materiale obbligatorio e alla verifica dello stesso da parte dell'organizzazione. Ci saranno quindi due gare di due tappe :la nostra , e una più breve di 25 km.circa al giorno. La gara: Mercoledì 7 marzo: h.6:30, sveglia , colazione , breve breefing pregara, adrenalina a mille e si parte per raggiungere la destinazione di partenza: cinque 4x4 ,7000 di cilindrata, da 12 posti l'uno, con gomme da neve alte come me e larghe come un canotto ,che non hanno nulla da invidiare a un trattore, ci trasportano per mezz'ora, accompagnati da una nevicata epocale, fin sotto una cascata da fiaba , completamente ghiacciata ai lati. Gli sguardi di tutti noi si incrociano, per cercare di capire la forza e la condizione reciproche, rivedo qualche runner conosciuto recentemente nell'esperienza vittoriosa in Giordania, tra cui Brunò , col quale ci siamo contesi la vittoria nel deserto di Wadi Rum; c' è anche Daniel, un simpaticissimo Argentino, accompagnato dalla moglie, con un esperienza davvero invidiabile di corse su lunghe distanze in molti deserti. Tuttavia, la condizione di piacevole convivenza di una settimana, la condivisione di esperienze come quelle che leggerete, le sofferenze , i pericoli, le soddisfazioni e le emozioni, che ci accompagnano per tutta la giornata, e di cui discutiamo la sera, lasceranno per buona parte a lato l'ardore agonistico, per far posto a sentimenti di cameratismo ,condivisione e amicizia. Partiamo: i primi chilometri sono così affascinanti da farmi scordare che sto facendo una gara, e il passaggio mozzafiato sui gradini ghiacciati che ci portano in prossimità della cascata, le stalattiti e le stalagmiti cristalline che ci circondano, la discesa su uno scivolo di ghiaccio dentro la grotta ,dietro la cascata, mi fanno perdere minuti preziosi, per fare il video e le foto ( vorrei fare anche questa volta un sevizio video per Sky Sport): così mi ritrovo subito tra gli ultimi, ma ancora con 52 km.da percorrere. Piano piano, infatti , recupero terreno, il gruppo si sgrana, e ci ritroviamo in 5 intorno al decimo chilometro , ma molto distanti l'uno dall'altro, così , quando l'intensa nevicata si trasforma in bufera, non riusciamo più a vederci. Ecco , questo è stato il primo dei due episodi che non dimenticherò mai: il percorso vira bruscamente a sx, quasi a invertire la direzione, e mi ritrovo con il vento contro, costante sui 100km./h circa, la neve ghiacciata negli occhi mal riparati dagli occhiali, peraltro ghiacciati , che non consentono di vedere nulla : procedere è possibile solo correndo all'indietro o lateralmente , ma è come se ci fosse un fantasma che , con tutta la sua forza ,ti spinge in direzione opposta ; inoltre la neve che insiste sui pantaloni aderenti, è come ghiaia lanciata veementemente. Il passamontagna si ghiaccia all'improvviso e impedisce la respirazione,decido quindi abbassarlo al mento e di mettere lo scaldacollo sul naso , lasciando libera la bocca: è durissima. Il tutto dura circa 3 km., che verranno da me percorsi in più di mezz'ora e che metteranno alla prova l'intero gruppo, in maniera significativa . Finalmente il tempo migliora, ma le condizioni di tutti noi non sono al meglio, così il primo sbaglia strada, e tutti noi , come pecoroni, ......dietro . Le "adventure races": tutti noi runners non amiamo la parola materiale "obbligatorio", tanto meno se il carico da portare è anche pesante, tutti noi tuttavia, pur storcendo un po' il naso, lo portiamo, ed è giusto così. Il fatto è che ci va quasi sempre bene....ma quando le cose non vanno ,il problema non è solo avere il necessario per sopravvivere, ma avere ancora qualche neurone intelligente da sfruttare per farci prendere delle decisioni razionali e decisive, e questo spesso rappresenta il vero pericolo nelle situazioni di emergenza, perchè è proprio la ragionevolezza che "ghiaccia", ancor prima del naso. Mi spiego meglio: nel mio caso, se non avessi avuto due semplici cose, come gli occhiali e il passamontagna, sarebbe stato un problema, ma molto più importante è stata la decisione di fermarmi (accorgendomi in tempo della situazione che si stava delineando), aprire lo zaino e prendere il necessario, prima che fosse troppo tardi. Tutto fa esperienza: la prossima volta: mascherina! Siamo in prossimità del ventesimo chilometro, in mezzo ai campi e, senza l'aiuto del balisaggio, si procede grazie al gps , ma questo ci porta ad attraversare distese di neve e ghiaccio, che spesso sotto il nostro peso , si rompe , creando situazioni fantozziane, con acqua fino alla caviglia . A questo si aggiunga il guado obbligatorio di due torrenti con acqua alla cintola, che bagna cellulare e telecamere, per fortuna senza danni. Meno male che al 26' km. c'è il CP, nonchè l' arrivo della gara corta; arrivo 5' prima degli altri, ma decido di non fermarmi : stanno ripartendo e non voglio perderli di vista. Si procede per qualche chilometro insieme, al 30' cede Serge, successivamente e inaspettatamente , anche Brunò, così mi ritrovo a giocarmi la prima tappa con Denis, francese mingherlino , baffuto , di poche parole, molto concentrato sulla gara e voglioso di primeggiare. Dietro: un buco di 40 minuti ci separa dai primi inseguitori. Sto molto bene, potrei forse allungare leggermente, ma la ragione e la seconda tappa di domani , mi consigliano di stare tranquillo, inoltre l'aspetto esteriore dell'amico a fianco , in realtà mi incute un certo timore. 33'km., secondo CP , a fianco a cascate di ghiaccio e neve, in un paesaggio lunare; arriviamo , ripartiamo insieme ,dopo aver bevuto e mangiato qualche porcatina dello zaino: dimenticavo .....vento e neve incessanti che ci ricordano che siamo venuti in Islanda non a scopi turistici , ma per soffrire..... pensare che abbiamo anche pagato un sacco di quattrini! Al 42'km.transitiamo in un posto da sogno , accompagnati per quasi 10 minuti da un timido sole, unica apparizione della giornata, e proprio qui, ci troviamo ad attraversare uno dopo l'altro 3 torrenti di una certa portata,tra gli occhi divertiti degli organizzatori ,che occasionalmente compaiono a bordo dei jeepponi per farsi quattro risate; al terzo fiume non sento più le gambe, per fortuna le condizioni fisiche mi permettono di continuare a correre , cosa che contribuisce sensibilmente a scaldare tutto il meccanismo! Il francese è sempre li . Penso: chi sarà ? Che distanze percorrerà abitualmente?Quanto può "averne" ancora negli ultimi chilometri?Starà gestendo le forze o no? Nell' incertezza , vista anche la sua competitività e la sua incommensurabile simpatia, su una salita a me congeniale, allungo: lui non regge il ritmo, riesco a staccarlo e arrivo al traguardo della prima tappa primo , con 3 minuti e 20 di vantaggio, con Gretel scatenata ultras all'arrivo, unica eroica spettatrice all'aperto, visto che gli altri accompagnatori presenti , sono rintanati nelle jeep. Serata e notte in nuova sistemazione alberghiera, quasi una baita del Tirolo, sempre trasportati dalle nostre Jeep. Doccia, Iacuzzi, cena tutti insieme con gli accompagnatori, aurora boreale (una delle ultime della stagione), due chiacchiere con moglie e figlia e nanna. Già , l'elemento figlia ,determinante a livello motivazionale per la vittoria nel deserto, qui viene un po' a mancare : i bambini si abituano facilmente alle situazioni, così la vittoria nella prima tappa tra ghiaccio, vento , neve e guadi, per Ariel è del tutto normale, e al mio arrivo mi dice: "tanto lo sapevo che saresti arrivato primo" ( come se il primato fosse una consuetudine consolidata). Giovedì 8 marzo: h.6:30 sveglia, nevica da far paura, alle 7:00, fuori dalla porta dell'albergo non si riescono a vedere i jeepponi parcheggiati a pochi metri....e noi dobbiamo partire per fare quasi 60 km.di corsa, per lo più su neve fresca, con le gambe dure e con muscoli da cui si potrebbero fare ottime spremute di acido lattico. Partiamo da un bosco innevato , e vista la situazione neve, l'organizzazione decide di precederci col trattore....ehm scusate, con la jeep, che schiacciando la neve fresca, ci rende la giornata un tantino meno masochista. Oggi ci aspettano più chilometraggio , più dislivello, più freddo, più neve , più vento, più stanchezza, ma meno guadi! Guardando l'incedere di qualcuno dei colleghi , mi domando come possa fare ancora 58 km. Presto ci troviamo così nuovamente Denis ed io a guidare il gruppo , tenendo un buon ritmo. Nella prima tappa il terzo e il quarto erano a più di mezz'ora, e non costituiscono un pericolo, ma io non so come gestire questa giornata, perché non mi conosco nelle gare a tappe ,visto che è la prima che disputo in vita mia. Allo stato attuale , però, mi sento bene , e in grado di controllare la gara. Nevica forte, il paesaggio , quando si vede , è stupendo , sembra di essere su Marte, ogni tanto compare Gretel e/o Ariel dietro un cumulo di neve: la jeep del medico della gara, o quella di Canal Plus Sport, o quella di Franck trasportano chi desidera seguire la gara , consentendo loro di fare dei tratti a piedi , o di corsa o delle piccole escursioni, cercando di accontentare i desideri di tutti. Dopo i primi 10 km. le gambe progressivamente girano sempre meglio, e mi accorgo di poter gestire la situazione in relativa tranquillità. Continuo a correre col transalpino, ogni tanto cerco un approccio verbale in uno stentatissimo francese, senza grande successo. Visto che non conosce l' inglese e non sembra essere un chiacchierone , mi dedico alle riprese del paesaggio e della sua corsa , a volte girandogli intorno per riprenderlo da tutti i lati: la cosa probabilmente gli toglie il buon umore che in realtà, non ha mai avuto, quell'orgoglio e quella sicurezza che sembrava trasparire nei suoi primi km.,sembra mostrare segnali di cedimento. Nevica , fa molto freddo, tira un vento micidiale e, inizia un tratto fuori pista di 4‐5 km.in pieno orientamento ; col gps in mano cerchiamo la rotta più diretta nella neve fresca, ma spesso si sprofonda fino all'inguine , rendendo il nostro incedere particolarmente faticoso: i muscoli urlano di smettere, poi, cercando le poche balise di questo tratto, ci perdiamo, e facciamo circa due km., descrivendo un cerchio perfetto, e ritornando nel punto di partenza. Il tratto è reso ancora più ostico dalla presenza di rocce laviche taglienti, nascoste dalla neve. Sopravviviamo anche a questo ,e arriviamo al CP del 25'km., che e' anche l' arrivo della seconda tappa della corsa "corta". Sotto di noi un lago ghiacciato , le immancabili splendide cascate, montagne cariche di neve e il famoso vulcano Hekla Lava, dalle cui ceneri laviche si ricava un noto prodotto per le calcificazioni articolari. Ripartiamo insieme ,dopo essere stati confortati da Maxilene, la simpatica brasiliana, compagna di Franck , immagine inconsueta e inattesa in Islanda, le cui saltuarie e apparizioni tra una nevicata e l'altra, col suo viso esotico e abbronzato , ci rallegravano cuore e muscoli, ricordandoci il carnevale di Rio! Percorriamo un lungo tratto in leggera salita a ridosso dei ghiacci del vulcano, superiamo un lago , ancora cascate , muri di ghiaccio e guadi ma ora le lastre di ghiaccio sopra i torrenti sono sufficientemente spesse per reggerci, (d'altra parte peseremo dieci chili in meno ,ormai!) e siamo in quota , a ben 350 mt. s.l.m. ! 43'km., quello decisivo: rompo gli indugi, mi sento bene , parto!...Il francese non mi segue, vento in poppa e in 2 km.gli prendo poco più di un minuto, ma in questo genere di corse nulla é scontato , il gps dice di svoltare a sx e poi ancora a sx : ora vento in piena fronte , raffiche degne di Trieste al massimo delle sue espressioni ,la nevicata aumenta di intensità , il vento si tramuta in una vera e propria bufera e inizia la seconda esperienza che non dimenticherò facilmente: il tratto di strada da percorrere é a fianco di un grosso fiume ghiacciato, la sensazione di freddo aumenta sempre più sulla riva, ancor peggio sul lungo ponte, la neve gelata che cade incessantemente mi ha reso uno spettro bianco irriconoscibile, non riesco a procedere mantenendo una linea retta. Il tutto condito dalla disidratazione, dall'ipoglicemia, dalla forte ipotermia, e dalla semplice, e credo, comprensibile stanchezza , che comincia a farsi sentire pesantemente . Franck si accorge che stiamo procedendo in una condizione al limite, e manda una jeep a precedermi sulla pista successiva. La strada da percorrere è in salita, il gps mi dice che dovrebbe essere l'ultima. Il fuoristrada mi precede di pochi minuti, tuttavia , quando percorro il tratto, i solchi delle ruote sono già irriconoscibili ed ho grosse difficoltà a capire se sono in strada o fuori, se sto salendo , o scendendo, se sto andando nella direzione giusta , o sto tornando indietro . Intorno a me non vedo nulla: è una sensazione strana , come avere la cataratta. Se tolgo gli occhiali migliaia di spilli mi si piantano nelle cornee, se li metto il vapore acqueo ghiacciato si gela immediatamente, formando uno strato unico fino agli zigomi. Denis non ho idea di dove sia, e non nascondo, con un po' di fortuna e non so come ,dopo mezzoretta avvisto a due metri, dandoci quasi una facciata dentro ,la jeep dell' organizzazione: dentro Gretel e Ariel. Esce il cameraman che cerca di farmi delle riprese, ancorandosi con un avambraccio al parafango del mezzo e tenendo un ombrello orizzontale per non farsi coprire dalla neve: cerco di accennare un sorriso, ma la paresi facciale sembra irreversibile, così proseguo , col tempo che sembra migliorare. In questo contesto si consuma il piccolo dramma personale di Bertrand: l’esperto runner francese, in quel momento in nona posizione, sbaglia strada, a causa dell'impossibilità di leggere la mappa gps dell'orologio,proseguendo per 8 km.su una traccia nella neve non raggiungibile dai mezzi dell’organizzazione. Stanco , infreddolito , non torna indietro, ma prosegue senza meta, tuttavia dopo qualche minuto, trova la forza di aprire lo zaino, dove ha riposto un dispositivo di localizzazione della sua posizione, che può essere inviata agli altri collegati, ed è quello che spera Franck, ma il device non funziona perché ghiacciato. Solo una finestra di tempo più clemente gli consentirà di ripristinare il prezioso oggetto tecnologico, consentendo agli organizzatori di andarlo a recuperare. Ritornando alla mia corsa: appena riesco a vedere qualcosa, mi giro e vedo Denis, ancora... ,con lo stesso distacco di un'ora prima. Me la gioco , spingo a tutta, non mi guardo più alle spalle e percorro gli ultimi 6 km.a 4:30 min./km. L'ubicazione dell'arrivo pensata da Franck è in un contesto naturale tra i più belli mai visti, con una discesa in neve fresca che mi conduce in una conca, dove è presente il consueto arco dell'arrivo, su una rupe , al di sotto della quale c'è un lago ghiacciato, che riceve le acque impetuose di due cascate convergenti , divise da speroni di roccia dai quali pendono stalattiti di ghiaccio altissime, il tutto condito da una fitta nevicata , questa volta senza vento. Arrivo entusiasta, tra gli applausi degli infreddoliti team degli organizzatori, accompagnatori e sparuti curiosi locali , precedendo il baffuto transalpino di 4 minuti circa. I miei complimenti vanno immediatamente a lui all'arrivo , per la bravura e la tenacia, che hanno reso interessante fino alla fine la gara. Ero partito timoroso, visto le aspettative di amici, colleghi e pazienti, maturate dopo il recente e inaspettato trionfo in Giordania, torno incredibilmente ancora vincitore di una gara molto dura, forse la più avventurosa mai disputata da me! La classifica: http://www.unionrunningworld.com/actualite‐iceland‐running‐adventure‐urw_500.html Le condizioni meteo dell'inizio della prima tappa e di metà della seconda erano così estreme da giustificare un annullamento della corsa, soprattutto se l'organizzazione fosse stata italiana. Personalmente, nonostante i normali timori iniziali , sono contento così! Sono state esperienze forti e ringrazio Franck di avercele regalate, e non dico questo perché sono arrivato primo e a tutti è andata bene, ma perché , come disse Daniel, se una persona adulta e vaccinata si iscrive per fare una roba del genere in Islanda, in inverno, tutto sommato più o meno consciamente, sta cercando una situazione estrema....altrimenti andrebbe a fare la maratona di N.Y.! Dott. Ciravegna Ernesto Tel. +393482539651 [email protected] Inviato da iPad