Guardare oltre - Il Santo dei Miracoli
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Guardare oltre - Il Santo dei Miracoli
MONDO GIOVANE Il cambiamento che fa crescere Guardare oltre In fin dei conti è questo che si chiede a voi giovani: di essere creativi, di portarci a vedere le cose in modo diverso, a tagliare con ciò che è morto o incancrenito e a far scorrere ciò che è vivo. di Gabriele Pedrina « nno nuovo, scopa nuova”. C’era un fremito speciale nella voce di mio nonno quando, alla mattina di uno dei primi giorni dell’anno, dava il via al suo lavoro con queste parole. Sembrava dovesse cambiare il mondo; cambiava solo la scopa. Anzi: ne faceva una di nuova, tale e quale a quella dell’anno precedente. La saggina che usava la prendeva sempre vicino allo stesso fosso, il manico non era mai stato sostituito, la lunghezza del taglio era identico, identico il sistema di legatura. Praticamente la clonava. Eppure gli sembrava che con quel rito si potesse finalmente chiudere con le malinconie, le tristezze e i ragionamenti pas- A 26 sati e immaginare qualcosa che ancora non esisteva. Pensava cosí e aveva gli occhi lucidi perché quella scopa che teneva tra le mani assomigliava tantissimo, ancora una volta, a quella bellissima che aveva fatto 50 anni prima. A voi ragazzi un comportamento del genere vi sembrerà patetico: quella scopa nasce vecchia e se c’è qualcosa che vi deprime e vi annoia è ripetere cose vecchie, o forse piú semplicemente, è ripetere. Eccezioni a parte, ovviamente. I livelli di un video gioco li ripasserete fino alla morte per provare tutti i trucchi e diventare i migliori; ma se ne esce uno di nuovo state sicuri che quello vecchio lo mollate. Però – mi chiedo - ripetere quello che fanno gli altri, vestirsi, parlare, comportarsi secondo la moda, per quanto modernissima, non è forse altrettanto noioso? In fin dei conti è un modo come un altro per non cambiare le cose, per restare dentro uno schema senza saperci mettere dentro niente di nuovo, senza essere capaci di romperlo e di andare oltre. In fin dei conti è questo che si chiede a voi giovani, sopportando le conseguenze di quando vi muovete in modo maldestro: di essere creativi, di portarci a vedere le cose in modo diverso, a tagliare con ciò che è morto o incancrenito e a far scorrere ciò che è vivo. Per cui se fare vostro un pensiero o uno stile di altri nasce dalla paura di essere fuori dagli schemi degli amici, di essere diversi … bhè, allora rischiate di essere illusi e noiosi come mio nonno (senza però neanche saper fare una scopa di saggina), ma se è un modo per sostenere un cambiamento, allora ben venga. Vi racconto questo perché pochi giorni fa alcuni di voi mi hanno insegnato a vedere le cose in modo diverso e molto, molto piú interessante. Mi hanno mostrato come il divertimento non falsa e non offende le cose serie, non svilisce i discorsi piú impegnativi e profondi, ed ho visto come un cuore gioioso sappia aprirsi e sostenere i sentimenti e le responsabilità piú grandi. Superficialità o ipocrisia non si nascondono in una risata, bensí nella doppiezza. E ancora ho scoperto con loro che la scuola non è l’unico impegno che certifica la serietà di un ragazzo, anzi, che bisogna avere l’onestà di riconoscere i suoi limiti e tenere il coraggio di farle fare un passo indietro quando c’è altro che vale di piú. E infine, quando tutti parlano di maternità in termini di sgravi fiscali, di asili nido che non ci sono e di tutti i problemi che spiegano perché i trentenni non fanno figli, mi sono estasiato a sentir dire da una ragazza di 19 anni: «Sono fiera di essere la mamma di un bambino meraviglioso». Visti da qui, tutti i commenti ispirati dal buon senso... svaporano. E quindi, con tutta l’umiltà e la leggerezza che serve, continuate a rompere! Gesú lo faceva dalla mattina alla sera: rispondeva alle domande partendo da dove nessuno se lo aspettava, smontando certezze ammuffite e mostrando come l’amore ci chiede di saper andare avanti e di guardare oltre, di credere che la malinconia cederà il passo ad ● una vita nuova.