Stanza vuota, totalmente buia, pareti bianche. Al

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Stanza vuota, totalmente buia, pareti bianche. Al
Stanza vuota, totalmente buia, pareti bianche. Al centro, un trono di metallo sul quale è seduta una ragazza.
Sta “suonando” un’antenna, che diffonde note di arpa e violino. E’ seminuda, incatenata al trono, i suoi piedi
su un neon che funziona a intermittenza. Il trono di metallo, conduttore di onde sonore, è collegato tramite
cavi elettrici all’antenna. L’assolo suonato dalla ragazza è il preludio a una colonna sonora che da naturale
diventa elettronica, inglobando i suoni in un motivo piuttosto dub che progressivamente si fa sempre più
tecnologico, sino al climax costituito dal rumore di due cavi dell’alta tensione che si toccano. Riprende la
musica e su uno schermo vengono proiettate immagini tridimensionali in trasformazione disegnate al momento e che andranno a tempo con la musica elettronica composta dal vivo.
L’idea alla base della performance è il bilanciamento tra il suono originario e la musica elettronica, il passaggio dal mondo naturale, che è sempre esistito, a una contaminazione contemporanea sperimentale costituita
dalla musica elettronica. Il neon intermittente scandisce il tempo di una trasformazione che parte dal corpo
nudo e che, come la mente, è la natura e suona su una struttura fredda di ferro che, pur essendo metallo, è un
metallo naturale che funge da athanor alchemico. Trasmutazione che si avverte anche nel suono, che parte
dalla ragazza e diventa un suono campionato elettronico, dando vita a una trasposizione alchemica che guida
lo spirito, il quale, a sua volta, attraverso i piedi freddi e blu della che schiacciano l’elemento moderno, attinge l’energia per elevarsi a un livello quantico superiore. Nello schermo, intanto, i sogni, i desideri repressi
e le voglie della ragazza, si trasformano, si aprono e si chiudono, accedendo a questo livello più alto. La
donna e lo strumento come princìpi maschile e femminile, l’androgino come risultato finale di questa mistura alchemica, il panor che fuoriesce da entrambi e nasce dal miscuglio tra la musica elettronica e il suono naturale. Questa mistura dà luogo alla nascita, simboleggiata dalla posizione fetale che assume la ragazza alla
fine della performance, quando si addormenta coperta dall’antenna, sazia dell’energia che le ha trasmesso.
Massimo Maccari, nasce a Roma il 10 dicembre 1971. Si forma all’Accademia delle Belle Arti di Roma
con un diploma di laurea in scenografia. Le sue esperienze artistiche ricoprono tutti i campi dell’arte a 360°.
Come scenografo ha lavorato per la Cecchi Gori Group e per importanti registi emergenti come Fulvio
Ottaviano, Francesco Ranieri Martinotti e Pino Quartullo. Ha esposto i propri lavori di pittura, fotografia e
realizzato performance e installazioni in varie gallerie e spazi espositivi in tutta Italia, come la Torretta Valadier di Roma.
Hanno collaborato:
Alessandro Panozzo, Giuseppe Bellobuono, Monica Maccari, Massimo Nardi, Rocchina Clementina Grignetti
---------- COMUNICATO E-MAIL:
Artensione è una art factory giovane e propositiva. Nasce come una struttura polimorfa, operante a 360
gradi nel campo delle arti applicate. Si muove trasversalmente nel maggior numero possibile di discipline,
toccandone la più parte e facendosi promotrice di tutte le altre. Propone contaminazioni e mescolanze per
incamminarsi su una strada il più possibile sperimentale, sempre senza dimenticare la scuola tradizionale. In
quest’ottica Massimo Maccari, giovane artista emergente romano, in occasione della sua apertura, ha ideato
una live art exhibition intitolata “[iter]mittenze”.
La scena: una stanza vuota, totalmente buia, con le pareti bianche, reminiscente di un reparto psichiatrico
abbandonato. Al centro, un trono di metallo sul quale è seduta una ragazza che sta suonando un’antenna, che
diffonde note di arpa e violino. La ragazza è seminuda, incatenata per le caviglie al trono, i suoi piedi si appoggiano su un neon che funziona a intermittenza. Il trono di metallo, conduttore di onde sonore, è collegato
tramite cavi elettrici all’antenna. La stanza quindi è illuminata solamente dal neon, e l’assolo suonato dalla
ragazza è il preludio a una colonna sonora che da naturale diventa elettronica ...
Massimo Maccari, nasce a Roma il 10 dicembre 1971. Si forma all’Accademia delle Belle Arti di Roma
con un diploma di laurea in scenografia. Le sue esperienze artistiche ricoprono tutti i campi dell’arte a 360°.
Come scenografo ha lavorato per la Cecchi Gori Group e per importanti registi emergenti come Fulvio
Ottaviano, Francesco Ranieri Martinotti e Pino Quartullo. Ha esposto i propri lavori di pittura, fotografia e
realizzato performance e installazioni in varie gallerie e spazi espositivi in tutta Italia
Artensione si trova in Via Casilina 187 (zona Pigneto)
Dalle ore 21,30: Mostra di fotografia digitale
Dalle ore 22,00 alle ore 24,30: Live art performance
Aperto fino alle ore 4,00 del mattino