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PERDERE IL CONIUGE – LA TESTIMONIANZA DI LORETTA
Quante volte ci siamo trovati di fronte alla morte di qualche conoscente, amico, parente che dopo
una vita vissuta nella “normalità” se ne va “serenamente”, come si usa dire: “di morte naturale”.
Ognuno di noi ha fatto questo tipo di esperienza e abbiamo pensato: -”Almeno la sua vita l'ha
vissuta, è arrivato a questa età senza tanti problemi!”.
Ma quando ci si trova di fronte ad una morte prematura?
Non si può capire, non ci si rende conto di come questo evento cambia la vita di una persona, di una
famiglia. Pensi che le “disgrazie” succedano solo agli altri, purtroppo non è così!
Io e mio marito, sposati da sette, anni avevamo già una bimba di tre e il desiderio di un altro figlio
che arrivò dopo quasi tre anni. Felici di questo meraviglioso dono pieno di gioia e speranza che
l'attesa di quel bimbo portò in casa nostra, successe che, al quinto mese della mia gravidanza a mio
marito, a soli 38 anni, venne diagnosticato un melanoma maligno.
In quel momento la nostra vita è cambiata radicalmente, il nostro primo pensiero era per nostra
figlia e per il bambino che doveva nascere, dovevamo trovare la forza per poter gestire al meglio
questa malattia, tra visite e terapie cercavamo di creare un clima più sereno possibile dove farli
crescere.
Abbiamo cercato con tutte le nostre capacità e speranze di vivere questa situazione nella normalità
di tutti i giorni, con i nostri impegni, anche se qualche volta lo sconforto ci prendeva la mano,
perché non si riusciva a trovare una terapia idonea per fermare questa ribelle malattia.
Nel frattempo con la nascita del bimbo sembrava aleggiasse un clima di primavera in cui si
respirava un po' di calma e serenità, ma purtroppo la vita in certi casi può essere davvero crudele: in
un incidente in Libia morì mio fratello, a soli 41 anni, lasciando un segno profondo nelle nostre
famiglie, in particolare nella mia già provata dal decorso negativo della malattia di mio marito. E
infatti, dopo soli undici mesi da quel primo lutto, e dopo aver lottato con grande forza e speranza,
anche mio marito morì, lasciando un vuoto immenso in tutti noi.
Mi sono ritrovata così a elaborare i lutti di due persone per me significative e in quel momento ho
realizzato di essere rimasta sola, con due figli da crescere, uno di 6 e uno di 2 anni e senza un
lavoro.
Tante volte mi sono chiesta, di fronte a queste morti, davanti alle quali vedi la vita che ti sfugge e ti
trovi impotente nel gestire tali situazioni, “come potrò rialzarmi e continuare a dare senso alla mia
vita?”
La mia preoccupazione più grande è affrontare la quotidianità di tutti i giorni con i miei figli, con le
loro difficoltà, paure, tristezze, a volte con la rabbia, la confusione e solitudine per non avere più il
loro papà.
Ho anche la consapevolezza e la volontà, però, di trasmettere loro serenità e sicurezza,
rassicurandoli sul fatto che la vita è bella e va vissuta in pienezza nonostante le esperienze negative,
un concetto che non è facile mettere in pratica da sola.
Parlando con altre mamme che si trovano nella mia stessa situazione, ci siamo chieste cosa poter
fare per avere dei risultati ai nostri sforzi e da queste esigenze, con la collaborazione della Caritas e
la disponibilità della dottoressa Casarotto, nella nostra parrocchia a Nove, da alcuni mesi è nato un
gruppo di auto-mutuo-aiuto per il sostegno e l'elaborazione del lutto. Uno spazio dove mensilmente
troviamo l'opportunità per condividere le paure, ansie ma anche le piccole conquiste quotidiane,
trovando la serenità necessaria per affrontare le problematiche legate all'educazione dei nostri figli e
la nostra ricostruzione emotiva. Tutto questo ci da la possibilità di uno scambio di ricchezza e forza
che ognuno di noi ha già dentro di se, ma che insieme si trasforma in risorse che migliorano il
nostro essere, per poter, di conseguenza, donare ai nostri figli e agli altri.
Siamo diventate così: una Grande Famiglia.