Ultimo numero - Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri
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Ultimo numero - Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri
Anno XLVIII - N. 3 - Ottobre 2016 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% CNS VR NEGRI NEWS 173 MENSILE DELL’IRCCS ISTITUTO DI RICERCHE FARMACOLOGICHE MARIO NEGRI www.marionegri.it FARMACI Alla ricerca dell’innovazione In campo farmaceutico le innovazioni diminuiscono sempre più e i “nuovi” farmaci - eccezioni a parte - non rappresentano reali novità, costano di più (al punto di non essere sostenibili: vedi caso epatite C) e gravano sul mercato in mancanza di concreti benefici. Eppure ricerca e conoscenze aumentano in modo vorticoso senza tradursi in farmaci innovativi: perché? Tre possibili spiegazioni di un fenomeno complesso: difficoltà di trovare prodotti migliori dei molti disponibili; carenze legislative; cambio sostanziale di strategia della ricerca dell’industria farmaceutica. Le statistiche lo dimostrano in modo molto chiaro: sono sempre in diminuzione le innovazioni in campo farmaceutico e, quando arrivano, come nel caso dei farmaci contro il temuto virus della epatite C, sono così costose da non poter essere a disposizione di tutti coloro che ne avrebbero bisogno. Il livello dei prezzi è giunto a un tal punto da non poter essere sostenuto non solo nei Paesi poveri in cui ce n’è più bisogno, ma anche nelle nostre opulente società. Così molti muoiono, perché i farmaci costano troppo. Tuttavia, a parte alcune eccezioni, la maggioranza dei farmaci che oggi arriva sul mercato non rappresenta una reale innovazione, ha un costo maggiore dei farmaci già disponibili e grava quindi sul mercato senza apportare reali benefici. Eppure la ricerca scientifica è in grande sviluppo e mai come in questi anni le conoscenze aumentano in modo così vorticoso che è difficile seguirle. Dissociazione Come mai quindi questa dissociazione fra sviluppo di conoscenze e difficoltà di tradurle in farmaci veramente innovativi? Le ragioni sono probabilmente molte, ma vediamo di concentrarci su tre possibili spiegazioni. La prima è la più semplice. Avendo ormai a disposizione molti prodotti farmaceutici diventa sempre più difficile trovarne altri che siano migliori di quelli esistenti. Inoltre è indubbiamente molto più complicato - proprio in base alle nuove conoscenze - fare in modo che i benefici siano superiori ai rischi. Dato che le malattie più comuni hanno già buoni trattamenti, restano da soddisfare i bisogni dei malati di malattie più rare che, come tali, attraggono anche minori interessi economici. Le conoscenze della genomica, ad esempio, hanno influenzato molto la terapia dei tumori per cui non esiste più il tumore della mammella, ma una grande varietà di tumori della mammella per cui sono necessari farmaci sempre più specifici. Valore terapeutico La seconda ragione è di tipo legislativo. La Direttiva europea che riguarda le modalità con cui sviluppare un nuovo farmaco e renderlo disponibile per il commercio dice testualmente che un nuovo farmaco deve essere caratterizzato da “qualità, efficacia e sicurezza”. Tre caratteristiche certamente necessarie ma non sufficienti, perché si dimentica in questo modo l’esistente. Se la Direttiva fosse stata realizzata nell’interesse dei pazienti il testo avrebbe dovuto essere: “qualità, efficacia, sicurezza e valore terapeutico aggiunto”. Tre semplici parole che cam- In caso di mancato recapito inviare al CMP di Verona per la restituzione al mittente previo pagamento resi NEGRINEWS 173 IT:NEGRINEWS 153 IT 07/10/16 16:18 Pagina 1 SILVIO GARATTINI (continua a pagina 3) DISINFORMAZIONE E PAURE: IL PUNTO SUI VACCINI I vaccini salvano la vita, ma nel mondo un bambino su cinque non è vaccinato. Purtroppo anche nei paesi industrializzati, dove la salute è considerata un bene imprescindibile e una ricchezza per la società, le coperture vaccinali in questi ultimi anni sono in calo. Anche in quelle fasce della popolazione ad alto livello di istruzione e buon stato economico sociale si è sviluppata una irrazionale avversione alla pratica delle vaccinazioni. Per discutere su questo problema, contribuire a dare una informazione scientificamente corretta e sfatare inconsistenti affermazioni, la MNIAA Associazione Alumni Mario Negri ha organizzato con il patrocinio del Consolato Svizzero a Milano una Tavola Rotonda dal titolo “Disinformazione e paure: i vaccini“ Lunedì 7 novembre alle ore 17,30 presso la Società Svizzera in Via Palestro 2, Milano Alla tavola rotonda, moderata dal prof. Silvio Garattini, parteciperanno: Nicoletta Luppi Presidente Gruppo Vaccini Farmindustria Vaccini: dal laboratorio alla Persona Dall’Ottocento ad oggi i vaccini... Maurizio Bonati ... hanno salvato molte vite Capo del Dipartimento di Salute Pubblica dell’IRCCS Istituto Mario Negri di Milano Vaccinare il singolo come prevenzione per la popolazione Vincenzo Zuccotti Professore Ordinario di Pediatria, Università degli Studi di Milano, Direttore Dipartimento di Pediatria, Ospedale dei Bambini V. Buzzi Perché si devono vaccinare i bambini. Falsi miti La partecipazione è libera con registrazione [email protected] tel 02/39014507 [email protected] tel 02/76000093 Negri News 173, Ottobre 2016, pag. 1 Alberto Mantovani Professore Humanitas University, Direttore Scientifico dell’Istituto Clinico Humanitas Immunità vaccini: paure e salute globale NEGRINEWS 173 IT:NEGRINEWS 153 IT 07/10/16 16:18 Pagina 2 STUDI CONVEGNI La salute nel mondo. Italia come stai? La medicina di genere Il “Global Burden of Disease” è uno studio pubblicato da Lancet sullo stato della sanità nel mondo realizzato da 716 scienziati di 515 istituzioni in quasi 200 Paesi. In questa terza edizione siamo al ventitreesimo posto nella classifica tra 188 Nazioni: sulla base dei 33 diversi indicatori presi in considerazione, nella scala da 0 a 100 l’Italia ottiene 78 come il Portogallo mentre ai primi tre posti, con 85 punti, ci sono Islanda, Singapore e Svezia.Tra i nostri punti dolenti la qualità dell’aria, i troppi adulti e soprattutto i troppi bambini in sovrappeso, il fumo di sigaretta, l’Hiv. Ci salva il SSN. Amal ha sei anni, vive in Bangladesh, ha un’enterite virale, un virus che nelle zone povere del mondo uccide. Ma Amal guarirà. Un pò perché la mamma l’ha allattato al seno più di quanto non si faceva una volta e poi perché l’acqua è più pulita adesso. E come Amal oggi ce ne sono tanti e i bambini muoiono di meno anche di polmonite, meningite, morbillo e varicella. Come lo sappiamo? Da uno studio che è già una pietra miliare nella storia della medicina (“Global Burden of Disease”) pubblicato tre giorni fa da Lancet e che da qualche anno fotografa lo stato di salute del mondo. È frutto di uno sforzo (ciclopico è il caso di dirlo) di 716 scienziati di 515 istituzioni in quasi 200 paesi del mondo coordinati da Christopher Murray della Washington University a Seattle. L’idea è partita nel 2007 dalla Banca Mondiale ed è coinvolta l’Organizzazione Mondiale della Sanità, poi ci sono Harvard, John Hopkins e Imperial College di Londra e tantissimi altri. E i soldi per tutto questo? Quelli vengono da Bill e Melinda Gates. Dal 1990 a oggi rispetto ai 33 indicatori che sono stati presi in esame al mondo c'è molta più gente coperta per le malattie da qualche forma di assicurazione (del governo o privata). La procreazione è molto più consapevole, muoiono meno bambini e neonati sotto i cinque anni ma siamo ancora molto lontani dagli obiettivi fissati dalle Nazioni Unite per il 2030 perché quanto a obesità, consumo di alcol e violenza si muore oggi come allora. Negri News 173, Ottobre 2016, pag. 2 Delusione E il Lancet nelle 38 pagine di questo, che è ormai il terzo rapporto di questo genere, ha messo in fila 188 Paesi del mondo utilizzando una scala da 0 a 100. Prima è l’Islanda con un punteggio di 85, ultima è la Repubblica del Centro Africa con 20 punti (ma sempre in Africa Etiopia e Kenya hanno fatto passi avanti enormi, hanno investito di più nei servizi di salute, per mamme e bambini soprattutto, e i risultati non sono tardati a venire). Gli Stati Uniti arrivano a 75 punti dietro la Slovenia, Grecia, Giappone tutti e tre a 76. E l'Italia dov’è? Abbiamo 78 punti come il Portogallo. Una grande delusione, almeno per me. Mi sarei aspettato di trovare l’Italia se non proprio fra i primi paesi almeno dentro i dieci di testa che sono nell’ordine Islanda, Singapore, Svezia, Andorra, Regno Unito, Finlandia, Spagna, Olanda, Canada, Australia. Invece no, se si escludono i paesi poveri e poverissimi siamo a metà classifica. Meglio di noi, a parte i primi dieci. fanno Norvegia, Lussemburgo, Irlanda, Malta, Germania, Danimarca, Cipro, Belgio e Svizzera. Cosa c’è che non va da noi? Troppi adulti e soprattutto troppi bambini in sovrappeso; di chi ci precede solo Malta è messa peggio di noi. Andiamo male come qualità dell’aria, fumo di sigaretta e per ciò che riguarda l’HIV (il parametro che si considera qui è il numero di nuove infezioni ogni 1000 persone). Siamo messi peggio di chi ci precede per numero di morti in occasione di catastrofi naturali; questa voce, oltre che per noi, fra i paesi industrializzati è negativa per solo Australia, Norvegia e Svizzera. Il Servizio Sanitario Nazionale Non andiamo troppo bene nemmeno per consumo di alcol e violenza nei confronti del partner e andiamo malissimo per incidenti stradali. L’acqua da noi è pulita ma lo è dappertutto nei paesi industrializzati e la mortalità infantile è bassa da noi come in tutti i paesi che ci precedono e per incidenti sul lavoro e gravidanze nelle adolescenti siamo in linea con gli altri e abbiamo invece un po’ meno morti per suicidio. Ma non c’è proprio niente in cui siamo più bravi di tutti? Una cosa c’è: noi con pochissimi altri paesi al mondo (Svezia, Inghilterra, Finlandia, Olanda, Svizzera) abbiamo un Servizio Sanitario Nazionale e il nostro è anche un po’ speciale, si occupa di tutti, proprio di tutti, indipendentemente dal ceto sociale e dalle possibilità economiche. Gli altri, in tanti altri paesi del mondo, vivono con il terrore di ammalarsi, noi sappiamo che quando ci ammaleremo ci sarà qualcuno che si occupa di noi. Ma noi del nostro Servizio Sanitario non ne parliamo abbastanza, non ne siamo abbastanza gelosi ma non riusciremo a difenderlo finché non ci renderemo conto tutti che è la cosa più preziosa che abbiamo. Insomma, se non fosse per il Servizio Sanitario Nazionale saremmo vicini ai paesi emergenti; troppi ancora da noi quelli che muoiono in seguito a disastri naturali (anche per questo si potrebbe fare di più, penso). E non facciamo abbastanza per obesità, fumo e controllo dell’HIV, insieme sono 250.000 persone che muoiono ogni anno, per niente. È come se sparisse una città come Livorno o Cagliari, così, senza nessuna ragione ogni anno. GIUSEPPE REMUZZI Corriere della Sera, 27/09/2016 In collaborazione con l’IRCCS Istituto Mario Negri nel convegno organizzato dall’Associazione “Donne in Neuroscienze” il 15-16 settembre sono state analizzate le differenze tra i sessi nello studio delle malattie e nello sviluppo di terapie mirate. Il 15 e 16 settembre presso l’IRCCSIstituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, organizzato dal comitato tecnico Paola Mosconi, Caterina Bendotti e Tiziana Borsello in collaborazione con l'associazione “Donne in Neuroscienze”, si è svolto un convegno per sviluppare temi specifici dedicati alle differenze di genere in ricerca e medicina. L'associazione “Donne in Neuroscienze”, costituitasi nel 2012 su un progetto ideato dalle neurologhe Marina Rizzo e Maria Grazia Piscaglia, si occupa di divulgare l'influenza della differenza tra i sessi nello studio delle malattie e nello sviluppo di terapie mirate. Due i filoni trattati al convegno: uno relativo alla differenze di genere nelle malattie neurologiche ed un secondo relativo alla differenza di genere all’interno delle categorie professionali nell'ambito scientifico. La medicina di genere è la branca della scienza che si occupa dell'impatto del dimorfismo sessuale nelle patologie neurologiche e non solo. Differenze biologiche Recentemente è emersa una differente incidenza di patologie tra uomini e donne, rendendo così necessaria sempre più una terapia personalizzata e di genere. Fino a pochi anni fa la ricerca preclinica, base fondamentale per lo sviluppo della ricerca clinica, veniva condotta quasi esclusivamente su animali maschi. Per esempio, uno studio di metanalisi relativo alle statine ha evidenziato che su 120 esperimenti solamente 10 avevano utilizzato animali femmina e queste rappresentavano solo il 12 per cento degli animali utilizzati. Tale risultato è stato riscontrato anche nella ricerca clinica. Nei trials di fase 1, relativi alle malattie cardio-renali, riferisce il Professor Garattini, le donne rappresentavano solo il 27,8% del campionamento preso in esame. Tutto ciò dimostra che fino ad oggi la ricerca è stata condotta prevalentemente sulla popolazione maschile e poi trasferita acriticamente al femminile. I numerosi interventi che si sono susseguiti durante le due giornate di lavoro hanno confermato come la medicina di genere sia ormai necessaria sia nella ricerca di base che in quella clinica nelle neuroscienze. È emerso come le molteplici differenze biologiche del cervello maschile e femminile correlino diversamente nell'incidenza delle malattie neurodegenerative. NEGRINEWS 173 IT:NEGRINEWS 153 IT 07/10/16 16:18 Pagina 3 Donne penalizzate Dai molti interventi è emerso come ci siano significative differenze di sesso anche nell'ambito lavorativo e come le donne siano penalizzate nel raggiungimento della leadership in differenti settori. È significativo il dato che mostra come a fronte di una prevalenza femminile tra gli studenti delle facoltà scientifiche (58% contro il 42% dei maschi) le posizioni apicali nelle carriere siano raggiunte solo dal 27% delle donne contro il 72% degli uomini (Monica Di Luca). Risulta quindi necessaria la campagna di informazione svolta dalle “Donne in Neuroscienze” per informare l'opinione pubblica e cosi contrastare gli ostacoli che ancora oggi si oppongono all’uguaglianza di genere nelle carriere professionali. TIZIANA BORSELLO RICERCA Mesotelioma: studi e terapie Il mesotelioma è un tumore che colpisce il mesotelio, la membrana che riveste diversi organi: polmone,cuore, organi addominali. Il più tristemente conosciuto è il mesotelioma pleurico, tumore raro che rappresenta meno dell’1% dei tumori, ma di cui si conosce la causa: l’80% dei casi è infatti imputabile all’amianto (asbesto) e colpisce chi per motivi di lavoro o comunque di contatto ne aspira delle particelle. L’amianto è un materiale friabile che è stato per lunghissimi periodi utilizzato come isolante e coibente soprattutto nell’edilizia. In Italia è stato proibito nel 2005 ma in molti Paesi è ancora utilizzato in Russia, Cina, Kazakistan, Brasile e Canada. Il tumore ha un lungo periodo di latenza, tra i 20 e i 40 anni, non è quindi pessimistico il prevedere che il picco nel numero di colpiti possa essere intorno al 2020 ed oltre. In Italia ogni anno si manifestano circa 1600 nuovi casi, di cui 230 in Piemonte e 50 nella sola città di Casale Monferrato, zone in cui un gran numero di lavoratori erano impegnati nella produzione e nella manipolazione dell’amianto. Questo tumore è scarsamente responsivo agli attuali interventi terapeutici disponibili: chirurgia, radioterapia e chemioterapia (cisplatino e pemetrexed) anche perché estremamente invasivo ma per molto tempo asintomatico. LAM/I SACCHETTI DELLA SPERANZA È in corso una importante iniziativa di fund raiser che si propone di finanziare un progetto scientifico e rivolto a combattere la leucemia mieloide acuta, gravissima malattia per la quale non esistono ancora terapie valide. Saranno sostenute le ricerche che si stanno svolgendo a Milano nell’Istituto Mario Negri e alla Fondazione GIMEMA di Roma. La raccolta fondi si attua mediante l’offerta, a seguito di un contributo minimo di 10 €, di un sacchetto contenente due confezioni di Caffè Lavazza Oro e di tre tavolette di cioccolato Novi. Modesto il contributo, piccolo il sacchetto ma grande è il contenuto di solidarietà! Può essere una speranza di vita per tanti ammalati. Se i sacchetti che ci richiederete saranno tanti, le nostre ricerche potranno fare grandi passi nel lungo viaggio che ci separa dalla vittoria sulla malattia. Le ricerche su questa malattia sono molto complesse e richiedono molto studio, molta pazienza e molto denaro. Ma l’Istituto Mario Negri è già da tempo al lavoro! La leucemia mieloide acuta (LAM), terribile malattia del sangue, non ha ancora valide opzioni terapeutiche anche perché è caratterizzata da una forte eterogeneità. Le ricerche dell’Istituto sono rivolte all’acido retinoico, l’unico dei tanti farmaci sperimentatati in questi anni che ha dimostrato un’attività ma solo su una particolare varietà di LAM. L’impegno dei ricercatori del Negri è valutare la possibilità di utilizzare l’acido retinoico nel trattamento di alcuni sottotipi della malattia. È stato già messo a punto un modello genico che può predire quanto il tipo di leucemia può rispondere all’acido retinoico. Con il finanziamento del progetto ci si propone di validare l’efficacia diagnostica del modello che permetterebbe di passare ai pazienti con una terapia personalizzata e quindi più efficace. Sostenete il progetto, richiedeteci i sacchetti della speranza! Per informazioni: tel. 0239014263 cell.339/3298613 [email protected] Si richiede quindi alla ricerca biomedica un forte impegno per individuare percorsi terapeutici che possano essere utili nella lotta a questo tumore che come tutte le patologie lavoro dipendenti costituisce un impegno etico-sociale importante. È perciò molto significativa la convenzione che l’Azienda Ospedaliera di Alessandria ha stipulato nel mese di agosto con l’IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, con l’Istituto Scientifico Romagnolo di Meldola e con la Scuola di Medicina Università Avogadro di Novara. Ci si propone di espandere le conoscenze sul mesotelioma e migliorare la terapia dei pazienti affetti da questa malattia in collaborazione con l'Unità Funzionale Interdipartimentale Mesotelioma (UFIM) di Casale Monferrato e Alessandria, studiando le caratteristiche molecolari dei diversi tipi di mesoteliomi pleurici e sviluppando modelli sperimentali per l'identificazione di nuovi trattamenti più efficaci. Alcuni progetti preclinici e clinici sono già stati avviati con il supporto della Fondazione Buzzi Unicem. Trattandosi di tumori relativamente rari per attuare delle sperimentazioni con un numero di pazienti significativi si stanno progettando e attivando degli studi multicentrici che coinvolgono oltre all'ospedale Antonio e Biagio di Alessandria anche altre strutture Ospedaliere come quelle dell'Humanitas e dell'Ospedale San Gerardo di Monza. FARMACI/Alla ricerca dell’innovazione (continua da pagina 1) bierebbero completamente l’attuale situazione perché con la nuova dizione sarebbe necessario fare studi comparativi per dimostrare che il nuovo farmaco è meglio di quelli già disponibili. Non solo, perché “valore terapeutico” significa anche che i nuovi farmaci devono prevenire o migliorare la malattia e non solo migliorare la pressione, la glicemia o la colesterolemia. La terza ragione è un cambiamento sostanziale nella strategia della ricerca dell’industria farmaceutica. La grande concentrazione delle industrie multinazionali ha sostanzialmente diminuito la qualità e il volume della ricerca in parecchi campi. Da oltre 20 anni non è stato sviluppato un nuovo psicofarmaco per le malattie mentali, ci ritroviamo senza nuovi antibiotici per combattere i batteri resistenti, perché l’industria ha diminuito l’interesse per i vari settori della ricerca. L’industria ha scelto un’altra strategia, non scopre nuovi farmaci ma cerca le nuove scoperte a livello delle piccole aziende “start-up” e “biotech”. Tuttavia poiché tutte le industrie hanno adottato questa strategia, la competizione tra loro ha fatto lievitare i prezzi per acquistare le scoperte. Forse è il tempo di chiederci se il sistema attuale per la scoperta e lo sviluppo dei nuovi farmaci è ancora sostenibile o se invece non sia giunto il tempo per sostanziali cambiamenti. SILVIO GARATTINI Oggi,19/08/2016 Negri News 173, Ottobre 2016, pag. 3 Fra le differenti patologie a maggior incidenza nelle donne sono annoverate: l’ipertensione, lo scompenso cardiaco, la fibrillazione atriale, la sclerosi multipla e l’ictus (Maria Vittoria Calloni). Nelle malattie neurodegenerative come l'Alzheimer si ha una maggiore incidenza femminile che raddoppia nella popolazione femminile in seguito alla perdita della protezione estrogenica dovuta alla menopausa (Gianluigi Forloni). Non ci sono invece differenze nella sclerosi laterale amiotrofica (SLA), malattia degenerativa ad esito infausto e per la quale non vi è ad oggi alcuna terapia efficace (Ettore Beghi-Caterina Bendotti). NEGRINEWS 173 IT:NEGRINEWS 153 IT 07/10/16 16:18 Pagina 4 tessuto polmonare provocando infiammazione, determinano un proporzionale aggravamento della patologia. Se i livelli di PM 10 diminuissero dalla concentrazione di 50 microgrammi/metro cubo (soglia massima fissata dalla legge e sforata troppe volte nel 2016 a Milano) a 30 verrebbero risparmiate ogni giorno 850 dosi di solbutamolo che corrispondono ad altrettanti attacchi di asma evitati per i pazienti. I ricercatori del Mario Negri hanno determinato che nelle acque reflue di Milano sono presenti mediamente ogni giorno circa 9000 dosi del farmaco il che corrisponde ad un numero altrettanto grande di pazienti che soffrono di crisi di asma. La dimostrazione della stretta correlazione tra il grado di inquinamento e l’aggravarsi dei sintomi della patologia conferma che ridurre la presenza di PM 10 nell’aria potrebbe consistentemente migliorare le condizioni di salute di molti cittadini. 1) Environmental Research 150: 106-111; 2016 Ricerche in pillole a cura di Armanda Jori INQUINAMENTO DA POLVERI SOTTILI E ATTACCHI D’ASMA A MILANO L’inquinamento ambientale nuoce alla salute ed in particolare ai pazienti che soffrono di patologie dell’apparato respiratorio: è una evidenza che la clinica ha ampiamente dimostrato e che l’opinione pubblica ha consapevolmente recepito. Ma alla ricerca si chiede di verificare il rapporto causa/effetto, nel caso specifico quanto all’aumentare delle polveri sottili nell’aria corrisponda un aggravamento della patologia inerente. È quanto hanno fatto i ricercatori di tre dipartimenti dell’Istituto Mario Negri (ambiente e salute, epidemiologia e ricerche cardiovascolari) dimostrando che vi è una relazione diretta tra gli attacchi d’asma nei pazienti che ne sono affetti e le concentrazioni di PM 10 e PM 2,5 nell’aria della città di Milano. Utilizzando un metodo, il waste-water based epidemiology, già messo a punto in Istituto, hanno dosato giornalmente per tre mesi consecutivi nelle acque reflue della città, prima del loro ingresso nel principale depuratore, la presenza di un farmaco, il solbutamolo, usato dagli asmatici per contrastare il broncospasmo durante gli attacchi: si è dimostrato che ogni qualvolta le concentrazioni di polveri aumentano di 10 microgrammi al metro cubo la quantità di medicinale utilizzata aumenta del 6% (1). Questo dimostra che queste particelle, causate dal traffico automobilistico e dal riscaldamento e che per la loro infinitesima dimensione possono penetrare nel LA DIFFUSIONE DEL DIABETE NEL MONDO È stato pubblicato recentemente su Lancet (1) un lavoro che fa il punto sulla diffusione del diabete nel mondo. La ricerca effettuata nell’Imperial College di Londra in collaborazione con la School of Public Health, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e con molti istituti di ricerca di diversi paesi del mondo, rappresenta il più grande studio mai condotto per valutare l’incidenza di questa malattia. Sono stati valutati i risultati di 751 studi di popolazione che hanno coperto il periodo dal 1980 al 2014 e coinvolto 4,4 milioni di persone considerando 146 paesi messi a confronto fra di loro rispetto ai dati emersi. Il numero di soggetti affetti da diabete che era all’inizio della valutazione 108 milioni, è cresciuto nel 2014 fino a 422 milioni. Da questi dati si evince che la prevalenza della malattia aumenta o al meglio resta ASSOCIAZIONE AMICI DELL’ISTITUTO DI RICERCHE MARIO NEGRI In questo ultimo scorcio del 2016 riprenderanno le iniziative dell’Associazione: Grande concerto “Viaggio nel Tango a 360°” con 7 musicisti di altissimo livello il 17 novembre 2016 alle ore 20.00 presso l’Istituto Mario Negri - Seguirà consueto rinfresco Negri News 173, Ottobre 2016, pag. 4 ❉ Tradizionale mostra mercato “Un Regalo per la Ricerca” Inaugurazione il 24 novembre 2016 alle ore 18.00 dal 25 novembre al 4 dicembre tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 20.00 presso la Società Umanitaria, Aula Lucchini, Via San Barnaba 48, Milano per i vostri regali a sostegno del Fondo borse di studio dei nostri giovani ricercatori Per informazioni: 02-39014315/cell. 339-3298613 e-mail: [email protected]. invariata in tutti i paesi. In particolare gli autori hanno evidenziato che il diabete, sia come prevalenza che come numero delle persone che ne sono affette, aumenta di più nei paesi a basso reddito (Polinesia, Oceania e Nord Africa) che nei paesi sviluppati. Nel periodo esaminato la prevalenza è raddoppiata negli uomini e aumentata del 60% nelle donne portando le donne dal 5 al 7,9% e gli uomini dal 4,3 al 9%. I fattori che hanno determinato questo incremento dell’incidenza della malattia nel mondo sono sicuramente molteplici ma tra i più significativi vanno considerati l’invecchiamento della popolazione, il processo di urbanizzazione, un’alimentazione troppo ricca in zuccheri, l’aumento delle sedentarietà. Gli autori hanno poi preso in considerazione l’aspetto economico dell’incidenza della malattia. Hanno valutato che il costo annuo della malattia relativo al processo di cura corrisponde nel mondo a circa 825 milioni di dollari. Poiché se la crescita continuerà con il ritmo evidenziato in questi ultimi 35 anni si può immaginare che nel 2025 i pazienti affetti dal diabete saranno nel mondo oltre 700 milioni, gli autori concludono che i servizi sanitari non potranno reggerne il costo. Mentre il giornale va in stampa dagli Stati Uniti giunge la notizia che la Food and Drug Administration ha approvato la likisanide, un nuovo farmaco che somministrato per via sottocutanea una volta al giorno migliora il controllo glicemico negli adulti affetti da diabete di tipo 2. Se gli studi post.marketing saranno positivi e confermeranno i risultati ottenuti su più di 6 mila pazienti che hanno partecipato ai trail clinici, un gran numero di diabetici avrà un’arma in più per proteggersi dal rischio di un aumento dei livelli glicemici del sangue e dalle complicanze conseguenti. 1) Lancet 387: 1513-1530; 2016 NEGRI NEWS Direttore Responsabile SILVIO GARATTINI IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri - Ente Morale via La Masa 19 - 20156 Milano Tel. 02.39014.1 Fax 02.354.6277 www.marionegri.it Stampa: Postel SpA Roma Iscritto nel registro del Tribunale di Milano al N. 117 in data 28 marzo 1981 Tiratura 32.000 copie Finito di stampare nell’Ottobre 2016 Per garantire la privacy, in conformità a quanto previsto dalla legge n. 196/2003 sulla tutela dei dati personali, l’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” garantisce tutti i suoi lettori che i più assoluti criteri di riservatezza verranno mantenuti sui dati personali forniti da ognuno. 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