GPS OUTDOOR DA ESCURSIONISMO

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GPS OUTDOOR DA ESCURSIONISMO
GPS OUTDOOR DA ESCURSIONISMO
1 Le basi
Il produttore più noto, che probabilmente già conoscerete di fama, è Garmin, i cui prodotti sono molto
diffusi (e che noi personalmente preferiamo). Ma non è l’unico: ci sono
anche Suunto, MyNav, Magellan, Lowrance e CompeGPS. Per chi possiede uno smartphone,
inoltre, ci sono ottime applicazioni a prezzi molto contenuti.
Insomma: in commercio ci sono decine di modelli diversi, spesso con differenze lievi. Considerando per
un attimo la sola Garmin, ad esempio, troviamo almeno una ventina di dispositivi raggruppati nelle
famiglie eTrex, eTrex Touch, Oregon, GPSMap 64, Montana e fēnix. Facile rimanere spaesati.
Tutti i GPS da escursionismo, indipendentemente dal produttore, fanno almeno una cosa: registrano la
nostra posizione man mano che ci spostiamo. Ecco perché sono anche detti tracciatori GPS, o, in
inglese, GPS tracker.
1.1 Tracce e trackpoint
Come abbiamo visto, mentre ci stiamo muovendo i tracciatori GPS registrano ad intervalli di tempo
variabili (dell’ordine della decina di secondi) la nostra posizione. I punti, chiamati trackpoint, vengono
poi uniti tra loro per costituire, con buona approssimazione, il percorso che abbiamo compiuto,
detto traccia.
Trackpoint e tracce sono due concetti che è utile conoscere bene, per questo cerchiamo di fugare ogni
dubbio con un’immagine:
Questa figura evidenzia una cosa molto importante, cioè che la traccia è solo un’approssimazione del
percorso compiuto. Infatti, come possiamo notare, non è altro che una sequenza di segmenti che
uniscono tra loro i trackpoint. E’ intuitivo che più i trackpoint saranno “densi”, più la traccia si avvicinerà
al percorso reale (ma senza raggiungerlo mai).
Avere molti trackpoint, però, significa attivare molto più spesso il ricevitore GPS. E usare
intensivamente il ricevitore GPS significa ridurre considerevolmente l’autonomia delle batterie. Ecco
quindi un’altra cosa fondamentale: registrare più trackpoint significa avere una traccia più precisa, ma
anche consumare più rapidamente le batterie del dispositivo.
Ecco perché tra un trackpoint e il successivo quasi tutti i dispositivi lasciano passare almeno qualche
secondo (sta alla “bravura” del dispositivo adattarsi in tempo reale per capire quando gli servono più
trackpoint e quando gliene bastano meno).
Una cosa importante da sottolineare è che il GPS ha una precisione nella migliore delle ipotesi
dell’ordine dei 5 metri. Il margine d’errore comunque potrebbe essere anche molto più ampio, in
particolare in presenza di costruzioni alte, pareti rocciose e boschi fitti. Ecco quindi una figura più
realistica:
I trackpoint, come possiamo notare, non sono più posizionati perfettamente sul percorso compiuto.
Inoltre, per ciascuno di essi abbiamo indicato un certo “margine di imprecisione”, rappresentato da un
cerchio il cui raggio varia da punto a punto.
1.2 Rotte e routepoint
Mentre una traccia è il percorso che stiamo compiendo (o che abbiamo compiuto), una rotta è un
itinerario fisso. Facendo un esempio banale: se da Torino vogliamo andare a Milano in treno, la rotta è
ovviamente la linea ferroviaria che unisce le due città. La traccia è invece il percorso che stiamo
effettivamente facendo e che cambia man mano che il treno va avanti o, per dirla in altri termini, man
mano che percorriamo la rotta. Naturalmente mentre registriamo una traccia non siamo obbligati a
seguire una rotta.
Così come le tracce sono composte da trackpoint, le rotte sono composte da routepoint:
Praticamente tutti i GPS da escursionismo dispongono del necessario per caricare (o pianificare
direttamente) le rotte. E questa è una cosa che li distingue, ad esempio, dai GPS per runner: chi corre
infatti normalmente non ha la necessità di impostare itinerari, mentre ha bisogno di rilevare la
frequenza cardiaca, conoscere ritmo, velocità e distanza, monitorare i progressi, pianificare i programmi
di allenamento e molto altro. Naturalmente, inoltre, cambia il “fattore di forma”: un GPS da
escursionismo è pensato per stare nella tasca o nella mano, mentre un GPS per runner tipicamente si
porta al polso come un orologio:
Ecco perché per ogni sport avremmo bisogno di un GPS diverso! Nella pratica, ovviamente, spesso ci
troveremo obbligati a scegliere un solo dispositivo. Per questo conviene capire fin da subito qual è il
modello che, pur dovendo scendere a qualche compromesso, meglio si adatta alle necessità di tutti gli
sport che facciamo (escursionismo e bici, oppure escursionismo e corsa, e così via). Se siete
interessati ad un GPS per runner vi consigliamo Garmin Forerunner 620, mentre se siete interessati
ad un GPS per la bici vi consigliamo i Garmin Edge 810, 820 o 1000.
1.3 I waypoint
I waypoint non sono altro che dei punti “interessanti” con una certa latitudine, longitudine e,
eventualmente, altitudine. Sono waypoint, ad esempio, una cima, un passo, un rifugio o una sorgente. I
waypoint sono spesso chiamati proprio punti di interesse (PDI) o, in inglese, point of interest (POI).
1.4 I formati dei file che dobbiamo assolutamente
conoscere
Supponiamo di aver fatto un’escursione con il nostro tracciatore GPS, registrando il percorso che
abbiamo compiuto (la traccia, insomma) e le coordinate dei punti di interesse principali (i waypoint). Il
risultato non è nient’altro che un file in un certo formato, che potremo trasferire sul computer per
salvarlo, analizzarlo e magari condividerlo con qualche amico.
Esistono decine di formati di file diversi, molti dei quali proprietari (che quindi possono essere utilizzati e
compresi solo dai dispositivi e dai software di un particolare produttore). Tuttavia c’è un formato che
tutti i dispositivi interpretano e che tutti noi dobbiamo conoscere: il GPX(acronimo di GPS Exchange
Format). GPX è il formato più supportato in assoluto: consigliamo di usare questo a meno che non
abbiate altre esigenze particolari.
I file GPX, come abbiamo detto, sono usati per tracce e waypoint, ma anche per le rotte (route).
Internamente sono semplici file di testo (codificati usando una sintassi particolare chiamata XML).
Proviamo ad esempio ad aprire con un qualunque editor di testo quello che abbiamo registrato durante
l’escursione al Monte Saben con il Garmin eTrex Vista HCx. Vedremo una cosa di questo tipo:
(In questo esempio, per motivi di spazio, abbiamo mostrato solo i primi tre trackpoint, ma in totale ce ne
sono oltre mille: uno ogni 18 secondi, in media.)
Difficile capirci qualcosa? Se lo guardiamo meglio, possiamo riconoscere la traccia (chiamata “Monte
Saben”) e i primi trackpoint che la compongono, ciascuno con latitudine, longitudine, altitudine e
timestamp (cioè data e ora di quando è stato registrato):
Nulla di magico, insomma.
A dire il vero ci capiterà piuttosto raramente di dover aprire a mano un file GPX. Ma è interessante
sapere che si può fare. Peraltro, trattandosi di un semplice file di testo, nulla vieta di modificarlo
manualmente, ad esempio per eliminare qualche trackpoint evidentemente “spurio”.
Vi è mai successo, ad esempio, di dimenticare la registrazione attiva anche durante il ritorno in
macchina? A noi piuttosto spesso. Ma la cosa non ci preoccupa, perché sappiamo che, mal che vada,
potremo intervenire manualmente per eliminare tutti i trackpoint da un certo orario in poi. (In effetti
esistono dei software che permettono di fare la stessa cosa in modo molto più comodo, ma ne
parleremo in un altro articolo.)
2 Caratteristiche hardware dei GPS da
escursionismo: che cosa dobbiamo
guardare?
Ora che abbiamo compreso le basi, vediamo cosa possiamo aspettarci dal punto di vista hardware. In
tal modo potremo capire meglio che cosa distingue un modello dall’altro e fare una scelta consapevole.
2.1 Robustezza e impermeabilità
Innanzitutto ci aspettiamo che, dovendoli portare con noi in montagna, magari a temperature
abbondantemente inferiori allo zero o sotto una pioggia torrenziale, i GPS da escursionismo
siano robusti e impermeabili.
Ecco perché praticamente tutti i dispositivi in commercio offrono una classe di protezione IP
elevata (International Protection). Essa specifica il grado di protezione per cui un dispositivo è
certificato ed è seguita da due cifre: la prima indica il grado di protezione dalle polveri (0 è il minimo, 6 il
massimo), mentre la seconda indica il grado di protezione dai liquidi (0 il minimo, 8 il massimo). Nel
caso del MyNav 600, ad esempio, troviamo una protezione IP 57. Si tratta di un ottimo valore, che
garantisce protezione completa contro la polvere e contro gli effetti dell’immersione.
Naturalmente protezioni IP elevate richiedono accorgimenti particolari, come le coperture in gomma dei
tasti e delle porte di input/output, che rendono il design di questi dispositivi meno snello e armonioso
rispetto, ad esempio, ad un iPhone.
2.2 Altimetro barometrico
I dispositivi più evoluti dispongono di un altimetro barometrico. Per quale motivo? Perché è
indispensabile per conoscere con una buona precisione l’altitudine, dal momento che attraverso la
tecnologia GPS si può determinare con una buona accuratezza la posizione sul piano orizzontale
(latitudine e longitudine), mentre sul piano verticale (altitudine) l’imprecisione è decisamente superiore.
Con un altimetro barometrico potremo sapere sempre con una buona precisione (dell’ordine della
decina di metri) la nostra quota attuale. Inoltre, potremo visualizzare in tempo reale l’ascesa, la discesa
e il profilo altimetro del percorso che abbiamo compiuto fino ad ora. Ecco, ad esempio, il profilo
altimetrico dell’escursione alla Cima Cialancia.
Per sua natura un altimetro barometrico è sensibile ai cambiamenti nelle condizioni
metereologiche. Supponendo, ad esempio, di rimanere perfettamente fermi, se il tempo migliora (alta
pressione) l’altitudine indicata diminuisce; viceversa, se il tempo peggiora (bassa pressione) l’altitudine
indicata aumenta. Per questo, per avere quote molto precise sarebbe meglio calibrare
l’altimetro barometrico spesso. Per farlo dobbiamo inserire nello strumento la quota del punto in cui ci
troviamo (supponendo che sia nota).
I GPS outdoor più sofisticati (tra cui quasi tutti i Garmin per escursionismo, inclusi l’eTrex 30, i Dakota e
l’eTrex Vista HCx ) sono in grado di “autocalibrarsi”. È il GPS stesso che calibra costantemente
l’altimetro barometrico durante la nostra attività. Istante per istante, l’altitudine dedotta con il GPS viene
“passata” al sistema barometrico, che la utilizzerà come fosse una “calibrazione” inserita manualmente
ogni secondo.
2.3 Bussola elettronica
I dispositivi più evoluti dispongono di una bussola elettronica. Essa ci permette di sapere in ogni
momento la posizione dei punti cardinali e offre alcune funzioni molto interessanti. Ad esempio, grazie
ad essa, le mappe del dispositivo vengono automaticamente orientate nella direzione giusta. Inoltre,
una volta impostato un certo punto di interesse come destinazione (ad esempio: un rifugio), potremo
sempre sapere la direzione in cui trovarlo (in linea d’aria, ovviamente).
In commercio esistono dispositivi con bussole elettroniche a due o a tre assi. Queste ultime sono
migliori, perché mentre nel primo caso il dispositivo deve essere mantenuto perfettamente in piano, con
una bussola a tre assi questo non è necessario.
2.4 Memoria interna e esterna
I GPS da escursionismo devono contenere tracce, punti di interesse e rotte. Sono piccole cose: per
dare un termine di paragone, raramente un singolo file GPX con qualche migliaio di trackpoint supera i
300 KB.
Ciò che davvero “divora” lo spazio è la cartografia (di cui parleremo più avanti in questo stesso
articolo). Se ritenete di averne bisogno, quindi, assicuratevi che il vostro dispositivo sia dotato di una
buona memoria interna, almeno dell’ordine del gigabyte.
Meglio ancora, assicuratevi che sia dotato di uno slot per poterla espandere attraverso una memoria
esterna (tipicamente di tipo Micro SD). In tal modo, nel caso sia necessario, potrete espanderla in
futuro a prezzi molto contenuti .
2.5 Display di qualità
Il display è il mezzo attraverso cui il dispositivo ci mostra tutte le sue informazioni (in altre parole, i
suoi output). E’ importante quindi che sia di qualità e perfettamente leggibile in ogni condizione. In
generale, purtroppo, questo è punto dolente di tutti i dispositivi che abbiamo provato: risultano poco
leggibili in pieno sole, soprattutto se si indossano gli occhiali da sole.
I display più moderni non ci mostrano solo gli output, ma costituiscono anche l’input(perlomeno uno
degli input, dal momento che molti produttori vi affiancano ancora un tradizionale tastierino fisico).
Com’è possibile? Grazie alla tecnologia touch screen, cioè agli schermi sensibili al tocco delle dita.
(Fino a qualche anno fa era piuttosto comune trovare dei display touch screen con cui si interagiva con
dei pennini appositi; adesso invece si usano solo più le dita.)
In generale l’uso di schermi touch screen è da considerasi come un notevole valore aggiunto, perché
fornisce un modo più naturale e veloce per interagire con il dispositivo rispetto ai tradizionali
pulsanti. Nella pratica, però, nessuno dei GPS da escursionismo touch screen che abbiamo utilizzato si
è anche avvicinato all’eccezionale esperienza d’uso dell’iPhone o degli smartphone più moderni. Senza
entrare nei dettagli, ciò è dovuto al fatto che esistono due tipi di touch screen: quelli resistivi e
quelli capacitivi. Quelli capacitivi, come l’iPhone, sono molto più precisi e costosi degli altri, però
possono solo essere usati con dita nude, senza guanti. Per questo motivo la maggior parte dei GPS da
escursionismo è ancora dotata dei touch screen resistivi, che purtroppo sono molto meno precisi.
Per concludere osserviamo che gli schermi touch screen tipicamente consumano la batteria più
rapidamente dei display classici, e in pieno sole risultano addirittura meno leggibili.
2.6 Buona autonomia
Poiché i GPS da escursionismo vengono usati durante attività sportive prolungate è fondamentale
valutare l’autonomia delle batterie, ovvero quante ore ci permettono di registrare una traccia senza
interruzioni, interagendo nel frattempo con il dispositivo per consultare la mappa, aggiungere eventuali
punti di interesse e così via.
A parer nostro è fondamentale cercare GPS che garantiscano almeno 10/15 ore di registrazione,
meglio anche qualcosa di più.
Quasi tutti i dispositivi usano 2 o 3 batterie stilo AA. Il vantaggio è che, essendo molto comuni,
possiamo portane alcune aggiuntive con noi, in modo da poterle sostituire in caso di necessità. Ma
attenzione: non tutte le batterie sono uguali.
2.7 Supporto per la cartografia
Abbiamo visto che tutti i GPS da escursionismo registrano la nostra posizione man mano che ci
spostiamo. Alcuni dispongono inoltre di altimetro barometrico, bussola elettronica, display touch screen,
e così via. Ma una delle funzionalità più utili è sicuramente il supporto per la cartografia.
I GPS cartografici permettono di vedere la nostra posizione su una mappa, molto utile per orientarci,
pianificare un percorso, vedere i punti di interesse nei nostri dintorni, e così via.
Chiariamo però una cosa importante: il fatto che un GPS abbia il supporto per la cartografia non
significa che questa sia presente nel dispositivo. Ad esempio i Garmin vengono normalmente provvisti
solo di una topografia di base di limitata utilità (con alcune eccezioni). In questi casi, se ritenete che la
cartografia sia necessaria, dovete acquistarla a parte, spendendo cifre anche considerevoli (vedi la
Garmin TrekMap Italia v4, che va acquistato a parte). Per fortuna ci sono anche alcune alternative
gratuite, come le OpenMtbMap, che in apposito articolo spieghiamo passo-passo come installare.
Un altro concetto fondamentale da discutere è la differenza tra mappe raster e vettoriali.
Le mappe raster sono così chiamate perché derivano da immagini raster (JPG, tipicamente) in cui a
ciascun pixel viene assegnato uno specifico colore.
Le mappe raster si contrappongono alle mappe vettoriali, che hanno il vantaggio di poter essere
ridimensionate a piacere senza perdere qualità, oltre al fatto che il livello di dettaglio aumenta con
l’aumentare dello zoom, mostrando elementi della mappa prima non visibili. Ciò significa che
inizialmente vedremo solo i dettagli più grandi (le città e le principali strade che le collegano), poi, via
via che aumenta lo zoom, compariranno quelli sempre più piccoli (le vie all’interno di una città, i
sentieri) e tutte le cose che prima non erano neppure accennate. E’ un comportamento che in effetti è
molto utile per escludere tutti quei piccoli particolari che con il livello di zoom basso darebbero origine
ad una mappa troppo confusa. Infine, le mappe vettoriali incorporano informazioni inerenti i punti di
interesse, quindi saranno possibili le operazioni di ricerca dei punti di interesse e di creazione
automatica dei percorsi.
Le mappe fornite con i dispositivi (es: l’Italia Outdoor SET 06N di MyNav) o installabili a parte (es: la
TrekMap Italia v4 di Garmin e la OpenStreetMap) sono tutte vettoriali. In più, però, i GPS più evoluti e
completi hanno la possibilità di importare mappe personali, cioè delle mappe raster create da noi. Si
tratta di una possibilità utile, ad esempio, per convertire le cartine che possediamo in formato cartaceo
(e di cui ci fidiamo) in cartine digitali. Ne abbiamo parlato più approfonditamente in due articoli, uno sui
Garmin e uno sul MyNav 600.
3 Il nostro consiglio
Se siete arrivati a questo punto, probabilmente vi chiederete quali sono i prodotti che
consigliamo. Tra tutti, ce n’è uno che incarna perfettamente lo spirito di questo articolo: robustezza,
manegevolezza, presenza di bussola elettronica a tre assi e altimetro barometrico, elevata autonomia,
pieno supporto per la cartografia sia raster sia vettoriale. Tra l’altro offerto ad un eccellente rapporto
qualità/prezzo. Si tratta del Garmin eTrex Touch 35.
E se potete fare a meno dell’altimetro barometrico e della bussola elettronica, Garmin eTrex Touch
25.
4 Conclusioni
In questo articolo abbiamo cercato di fornire tutti gli strumenti necessari per scegliere in modo
consapevole il dispositivo più adatto a noi, raccontando anche ciò che si nasconde “dietro le quinte” in
modo da poterlo poi usare al meglio.
Adesso, però, è arrivato il momento di passare alla pratica. Non perdetevi quindi queste nostre guide:




OpenMtbMap: come installare su tutti i Garmin cartografici le migliori mappe gratuite per
escursionismo e MTB
OpenStreetMap: come caricare mappe gratuite sui Garmin eTrex 30 e eTrex 20.
Come importare tracce GPX nel Garmin eTrex 30.
Come facciamo il geotagging delle foto delle nostre escursioni?