I tir della Dakar sono targati Bergamo

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I tir della Dakar sono targati Bergamo
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DAKAR 2005
La Dakar 2005 tappa per tappa
31/12/2004
01/01/2005
02/01/2005
03/01/2005
04/01/2005
05/01/2005
06/01/2005
07/01/2005
08/01/2005
09/01/2005
10/01/2005
11/01/2005
12/01/2005
13/01/2005
14/01/2005
15/01/2005
16/01/2005
TOTALE
Barcellona-Barcellona
Barcellona-Granada
Granada-Rabat
Rabat-Agadir
Agadir-Smara
Smara-Zouérat
Zouérat-Tichit
Tichit-Tidjikja
Tidjikja-Atâr
RIPOSO A ATÂR
Atâr-Atâr
Atâr-Kiffa
Kiffa-Bamako
Bamako-Kayes
Kayes-Tambacounda
Tambacounda-Dakar
Dakar-Dakar
18 km
919 km
523 km
666 km
654 km
622 km
669 km
538 km
399 km
499 km
695 km
819 km
668 km
630 km
569 km
68 km
8.956 km, 5.431 di prove e 3.525 di trasf.
3 tappe in Spagna
2 tappe in Marocco
6 tappe in Mauritania
2 tappe in Mali
3 tappe in Senegal
CONCORRENTI ISCRITTI
MOTO
AUTO
CAMION
230 169 69
LUNEDÌ 27 DICEMBRE 2004
Il 53enne si racconta: «Nel 1984 la prima esperienza. Con il Gps è diminuito il romanticismo, ma è aumentata la sicurezza. Però si va sempre a tavoletta»
Vismara festeggia le nozze d’argento: «Folgorato in Sahara nel 1979»
Le mulattiere sassose del Marocco? Le dune di sabbia a perdita d’occhio della Mauritania?
Le insidie impreviste del Senegal? Nessun problema, per lui
sono poco più difficoltose dei
sentieri del Monte Misma, la
montagna sui cui poggia la sua
Cenate Sopra.
Giacomo Vismara, 53 anni appena compiuti, con l’Africa ha
un rapporto privilegiato da un
quarto di secolo, con i motori il
matrimonio è iniziato ancora prima (ha iniziato nella motoregolarità e ha continuato con le
quattro ruote, in pista e fuori),
con la Dakar il legame è strettissimo, intensissimo. Questa
che va ad iniziare sarà per lui la
22ª partecipazione, un record!
«Tutto è nato nel gennaio del
1979 - ricorda con un lampo negli occhi -. Io avevo già contratto il cosiddetto mal d’Africa e
stavo facendo una vacanza-avventura su una Toyota in pieno deserto del Sahara. A un certo punto sono sfrecciati i concorrenti di quella che era la prima edizione della corsa. Non ne
sapevo nulla e sono rimasto a
bocca aperta. Allora era veramente una gara folle, ci si avventurava in pieno deserto senza attrezzature adatte, con auto
inadeguate, correndo rischi incredibili. Ma era straordinariamente affascinante. Il mio esordio risale infatti all’84, io mi presentai in auto e il mio vecchio
amico Ciro De Petri in moto. Da
lì nacque tutto».
Come è cambiata la manife-
stazione?
compenso la struttura più pro«Ha subito una trasformazio- fessionale, il Gps e tutte le alne notevole. Nei primi anni era tre tecnologie l’hanno resa medeterminante sapersi ammini- no pericolosa. Se si resta in panstrare, saper inne non si rischia
dividuare la diredi restare per
zione giusta, sagiorni nel deserto
per interpretare
in attesa di essele note preparate
re recuperati».
dall’organizzazioQual è stata
ne, sapersi arl’esperienza più
rangiare in caso
critica vissuta
di rotture e condurante le sue
trattempi. Adestante partecipaso è una gara di
zioni?
velocità, si parte
«Non dimentiGiacomo Vismara
a tavoletta e si archerò mai quello
riva a tavoletta,
che mi capitò
non c’è più il tempo di nulla, nell’85. Il mio camion ruppe il
quasi non riesci neppure più a telaio in due pezzi nel bel mezzo
goderti i fantastici panorami che del deserto della Mauritania.
quei territori sanno regalare! In Avevamo la saldatrice rotta e la
sera si stava avvicinando. Eravamo impotenti. Per fortuna un
concorrente francese, che avevo
aiutato l’anno prima, mi lasciò
la sua saldatrice e nel cuore della notte, con gran fatica, riuscimmo a sistemare il telaio e a
ripartire. Il telaio saldato resse
e arrivammo fino a Dakar. In effetti in ventuno Dakar solo due
volte non ho visto l’arrivo, nel
’92, quando si arrivava a Città
del Capo, e nel gennaio scorso,
quando ruppi un pistone il giorno dell’Epifania, eravamo ancora in Marocco».
Però ci sono anche stati momenti divertenti, no?
«Mi ritengo molto fortunato.
Ho Quando stai per venti giorni
fuori dal mondo se non c’è affiatamento è un disastro, un po’
come l’isola dei famosi, penso.
Ho avuto in cabina, tra gli altri,
il fratello minore di Agostini, Felice, Ambrogio Fogar e il comico
Renato Pozzetto. Ecco, quelle
due esperienze con Pozzetto sono state eccezionali. Era anche
un valido navigatore e per rimediare alle sue scarse capacità
meccaniche, alla sera si trasformava nella sciura Maria, servizievole e tuttofare. Al bivacco di
fine tappa ne combinava di tutti i colori, ci siamo divertiti come
matti, lui è proprio come nei suoi
film. Una volta la nostra auto
si è anche capottata. Lui cosa ha
fatto? Si è messo a ridere in pieno deserto. Siamo rimasti amici e ogni tanto ci ritroviamo, anche per qualche iniziativa a scopo di beneficenza».
Il motociclista Giovanni Sala, su Ktm-Repsol, punta alle posizioni di vertice. Arnaldo Nicoli sarà il suo meccanico di fiducia
I tir della Dakar sono targati Bergamo
Il raid scatta da Barcellona il 31 dicembre con il prologo e con ben quattro camion della nostra provincia
Si avvicina l’anno nuovo ed ecco salire alla ribalta il primo grande evento
motoristico 2005. È la
Dakar, il rally per moto, auto e camion che attraversa mezzo continente nero
regalando emozioni e avventure. Sino a qualche
tempo fa si chiamava Parigi-Dakar, ora la manifestazione ha perso nella denominazione la capitale transalpina perché non parte
più sotto la torre Eiffel (stavolta tocca a Barcellona).
Il tracciato della 27ª edizione è piuttosto classico,
in direzione sud, con attraversamento di Spagna, Marocco, Mauritania, Mali e
Senegal. È un po’ più breve (quasi 9 mila km), 15 le
tappe più un prologo, un
giorno di pausa, il 9 gennaio ad Atar. Numerosi i
concorrenti al via, con iscrizioni chiuse con largo anticipo. Ci sono 230 motociclisti, 169 equipaggi auto e
69 equipaggi camion.
E numerosi, come di consueto, gli italiani, con Bergamo che scende in campo
con una nutrita pattuglia,
concentrata nel settore camion. Ci saranno infatti
quattro «bestioni» targati Bg
capitanati dal veterano della specialità, Giacomo Vismara, pilota-preparatore
di Cenate Sopra con già 21
simili esperienze sulle spalle, e poi due centauri, il più
volte iridato di enduro Giovanni Sala, gorlese da un
paio d’anni trasferitosi a
Olera, e il privato Giulio
Verzeletti, imprenditore di
Telgate con la passione per
il motociclismo.
Vismara – su Mercedes
Unimog del suo team
Vi-
smara Sport System, pre- to dal camion col numero
parato nella sua officina, 506. L’equipaggio è comche prenderà il numero 503 posto da Lucio Pezzotta, 45
– dividerà la cabina di gui- anni, di Trescore, che sarà
da con Claudio Bellina, 42 alla guida, e da Ivan Zamanni, di Trescore, titolare betti, 46 anni, di Trescore,
della Italtrans, e con Mario e Giulio Minelli, 41 anni, di
Cambiaghi, 36 anni, nati- Costa Volpino. Minelli è alvo di Monza e residente a la sua 12ª Dakar, era inFiorano. Col numero 506 sieme a Vismara in occasarà al via il secondo mez- sione della sua straordinazo del Team,
ria affermaal volante l’ezione datata
sperto Sergio
1986. Ci sarà
In totale 15 tappe
Chionni, 52
poi un altro
(più un prologo)
anni, di Bercamion, di
e 9 mila chilometri
gamo, già
assistenza,
protagonista
da percorrere. Al via non iscritto
in Formula
alla gara, con
230 motociclisti,
Italia, Fora bordo Ma169 equipaggi auto rino Mutti, di
mula 2000 e
Formula 3,
Trescore, e
e 69 camion
alla Dakar
Mauro Nicogià tre volte
li, di Luzzain auto, alla sua prima par- na.
tecipazione in gara su caSala, 41 anni, quest’anmion (dopo aver fatto espe- no a segno nel tricolore enrienza su mezzi di assi- duro, si è recentemente
stenza). Dividerà l’avven- preparato in Tunisia e Matura con Pietro Fogliani, rocco. Fa parte di uno dei
classe 1962, emiliano di team più competitivi e preSerramazzoni, e con Marco parati, quello della Ktm-RePiana, 37 anni, di Lecco.
psol, ed è alla sua ottava
Il numero del terzo equi- Dakar, il miglior risultato
paggio orobico, coi colori del l’ha centrato nel 2002,
Team Overlook, è il 512 e quando giunse sesto assovede al volante l’imprendi- luto. Tra i componenti del
tore di Scanzorosciate Mau- suo team, a matrice
rizio Panseri, alla seconda spagnola,
Dakar. Suoi compagni At- c’è
tilio Brevi, di Costa Mezzate, e Oscar Mor, di Misano
d’Adda. Tutti e tre festeggiano il compleanno in questo periodo, Panseri il 14
gennaio arriverà a 50 anni, Brevi e Mor arriveranno entrambi a 43, il
primo domani, il secondo il 4 gennaio.
Il poker è
completa-
anche il seriano Arnaldo
Nicoli: alla quarta Dakar
fungerà da meccanico di
assistenza veloce e si occuperà direttamente (come
dodici mesi fa) della Ktm ufficiale di Sala.
Non è nuovo alla maratona neppure Verzeletti,
con la sua Ktm 450 4t Six
Days è pronto per la sua
settima sfida al deserto africano. Ha brindato all’arrivo nel ’97 (44°) e nel 2000
(74°). Se Sala parte per concludere nelle posizioni di testa (e le sue vittorie di tappa ne testimoniano la competitività), per lui il sogno è
arrivare al capolinea.
Domani è prevista la partenza per quasi tutti i concorrenti orobici in quanto
domani a Barcellona la manifestazione entrerà nel vivo con le verifiche dei concorrenti spagnoli, il 29 e il
30 toccherà a tutti gli altri,
mentre il 31 l’atmosfera si
scalderà con il briefing e
con il breve prologo di 4 km
sulla spiaggia.
Testi a cura di
DANILO SECHI
.LE INTERVISTE AI PROTAGONISTI.
CAMION MAURIZIO PANSERI
MOTO GIULIO VERZELETTI
DISPENDIO FISICO NOTEVOLE
MI ALLENO CON LE MARATONE
UNA PASSIONE CHE COSTA
IL BUDGET È DI 40 MILA EURO
‘‘
‘‘
aurizio Panseri, per la sua seconda partecipazione,
dopo l’arrivo a Sharm, l’attende una Dakar più classica, con la sabbia della Mauritania ed epilogo in Senegal. Preoccupato?
«Sarà una Dakar vera, sicuramente diversa da quella cui abbiamo già partecipato nel 2003, quando toccammo solo i Paesi africani della fascia mediterranea.
Più che preoccupato sono curioso e affascinato. Sarà
una gara più nervosa, più breve di altre volte, ma che si annuncia comunque assai impegnativa».
Anche i suoi compagni di avventura sono cambiati...
«Sì, due anni fa abbiamo conquistato il nono posto assoluto tra i camion io, Giacomo Paccani e Mario
Cambiaghi. Stavolta parto con Oscar
Mor e Attilio Brevi, ovvero gli stessi
compagni di Paccani di dodici mesi fa,
quando giunsero dodicesimi. Sono
Maurizio Panseri quindi due elementi affidabili, sia dal
punto di vista umano che tecnico. Se
tutto andrà bene io conto di stare al volante, Oscar fungerà soprattutto da navigatore, Attilio, ottimo meccanico, si occuperà del mezzo».
Ha effettuato un allenamento specifico per prepararsi a
un tale sforzo fisico e mentale?
«In effetti non mi sono risparmiato. Quanto a fiato
non dovrei avere problemi, in quanto ogni tanto partecipo a qualche maratona. Per il resto da un paio di mesi sto effettuando due sedute settimanali in palestra
con un trainer, un allenamento proprio finalizzato a
quanto andrò ad affrontare. In ottobre, fra l’altro, ho
partecipato al Rally in Egitto, concludendo secondo dietro a Vismara, per cui da questo punto di vista sono
piuttosto tranquillo. D’altra parte non ci si può imbarcare per una simile spedizione e rischiare di mandare tutto in fumo perché impreparati fisicamente».
Giusto, anche perché partecipare alla Dakar è assai oneroso. Con un camion qual’è il budget previsto?
«Sono belle cifre! Ci vorranno circa 50 mila euro, camion a parte. Tre iscrizioni più quella del camion sono
già 38 mila euro, poi ci sono le spese varie, gli alberghi
in Europa. Per il mezzo si parte da almeno 100 mila euro ai quali vanno aggiunte le spese di preparazione, variabili, più o meno sono altri 50 mila euro».
Qual’è il ricordo più vivo che gli ha lasciato la Dakar 2003?
«Sono state due, soprattutto, le sensazioni più belle. L’arrivo a Sharm, col nostro gruppo di amici arrivati apposta che erano così numerosi da rendere più festoso il nostro risultato della vittoria dei primi classificati, e poi gli straordinari scenari che ci ha regalato il
passaggio in Libia, davvero incantevoli!"
Propositi della vigilia?
«Puntiamo ad arrivare in fondo, ovviamente. La top
ten stavolta sarebbe un sogno, però... non si sa mai!».
M
iulio Verzeletti, nonostante la scoppola di dodici mesi
fa è nuovamente tra i piloti al via della Dakar...
«A chi non fa parte del nostro mondo possiamo
sembrare dei pazzi, ma non è così. È vero, l’anno scorso
sono stato sfortunatissimo, il primo degli italiani a ritirarsi, dopo solo un paio di tappe, eravamo ancora in
Europa, in Spagna. Sono caduto malamente in una prova speciale e mi sono infortunato a un braccio, alla schiena e alle costole. Ho passato una quarantina di giorni soffrendo ma poi, piano piano, mi sono ripreso. Sul momento si tende a maledire la gara ma
poi il suo richiamo ti torna a ghermire
e non si vede l’ora di riprovarci».
Cosa vi spinge verso questa gara così
massacrante, pericolosa ed avventurosa?
«All’inizio si comincia per la grande
passione per il motociclismo fuoristrada, poi è anche l’Africa a entrarti
dentro, coi suoi paesaggi, i suoi silenGiulio Verzeletti zi, i suoi grandi spazi, i suoi misteri, i
suoi odori. Insomma si finisce per trasformare la vita di tutti i giorni in una grande conto alla rovescia verso questo evento straordinario».
Per un pilota privato quali risorse economiche sono necessarie per essere della partita?
«Beh, non ho mai fatto i calcoli precisi, più o meno ci
vorranno 40 mila euro: 15 mila sono di iscrizione, 15 mila sono di preparazione del mezzo, nel mio caso una Ktm
450 4 tempi, il resto per spese varie. Quest’anno abbiamo creato un piccolo pool io e altri tre piloti dakariani
privati coi quali, anno dopo anno, è nata una bella amicizia. Sono Astori, Cuminetti e Muratori, potremo contare su un camion di assistenza e su due meccanici che
troveremo al bivacco di ogni fine tappa».
Naturalmente non sarà facile far quadrare i conti, vero?
«Per noi piloti non troppo noti è quasi impossibile, qualche aiuto non manca ma dobbiamo comunque mettere
mano al nostro portafogli. Del resto non si può pretendere di dare sfogo alle proprie passioni coi soldi degli altri, no? Ne approfitto per ringraziare il Mc Oggiono, che
mi sta aiutando nell’avventura, e il mio vecchio amico
Giovanni Papini, che ogni volta mi accompagna. L’anno
scorso è stato lui a riportarmi indietro in auto tutto acciaccato dalla Spagna».
Cosa dicono i suoi familiari delle sue sortite africane?
«Cominciano a sottolineare che non ho più l’età per tali imprese. In effetti ho 47 anni ma mi consola pensare
che anche Meoni, che di Dakar ne ha vinte due, è mio
coetaneo. Scherzi a parte sono solidali con me soprattutto mio figlio e una delle due figlie».
L’obiettivo?
«Come sempre arrivare fino in fondo, finora ci sono già
riuscito due volte. Quest’anno si preannuncia molto dura, nonostante si tratti di una Dakar più corta. Mi preoccupano soprattutto le tappe in Mauritania».
G
.GLI EQUIPAGGI BERGAMASCHI IN GARA.
I migliori risultati dei piloti bergamaschi
1985 4˚ Andrea Marinoni (moto) - 4˚ Giacomo Vismara (camion)
1986 1˚ Giacomo Vismara (camion) - 5˚ Alessandro
1988
1989
1990
1993
1994
1995
1996
1999
2002
2003
De Petri (moto) - 7˚ Andrea Marinoni (moto)
5˚ Giacomo Vismara (camion) - 6˚ Franco Gualdi (moto)
9˚ Andrea Marinoni (moto)
3˚ Alessandro De Petri (moto)
9˚ Giacomo Vismara (auto)
8˚ Giacomo Vismara (auto)
8˚ Giacomo Vismara (auto)
8˚ Giacomo Vismara (auto)
7˚ Giovanni Sala (moto)
6˚ Giovanni Sala (moto)
9˚ Maurizio Panseri (camion)
Il percorso della Dakar: quest’anno parte da Barcellona
Da sinistra, Marco Piana e Sergio Chionni
Attilio Brevi, Oscar Mor e Maurizio Panseri
Lucio Pezzotta, Ivan Zambetti e Giulio Minelli