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bollettino d’informazione sui farmaci
DALLA LETTERATURA
La rubrica “Dalla letteratura” ha lo scopo di proporre ed offrire al lettore alcuni spunti, da intendersi
come veri e propri spot dalla letteratura, per eventuali approfondimenti sui temi generali trattati nel Bollettino d’informazione sui Farmaci (BIF) corrente.
In questo numero abbiamo voluto selezionare contributi riguardanti: l’influenza, con particolare riferimento al vaccino e al suo impiego nella popolazione pediatrica; la terapia del dolore; il ricorso sempre
più frequente ai prodotti fitoterapici.
Tramite una ricerca bibliografica su MEDLINE e EMBASE, è stata selezionata una serie di articoli pubblicati di recente sulle riviste scientifiche principali.
◗
INFLUENZA. Alle pagine 187198 sono già state affrontate
problematiche relative alla
sindrome influenzale ed in particolare all’attuale dibattito sulla
vaccinazione in età pediatrica.
Di seguito riportiamo la sintesi
di alcuni articoli tratti dalla letteratura internazionale in
merito al dibattito.
nistrazione di vaccino antinfluenzale
trivalente nei bambini di 6-24 mesi
non riduce il carico dell’otite media
o il ricorso a strutture sanitarie.
vaccinazione a tutti i bambini potrebbe ridurre l’impatto dell’influenza sulla salute di questi ultimi.
Gli autori concludono che è comunque necessario approfondire il
problema.
2) QUACH C, PICHÈ-WALKER L,
PLATT R, MOORE D. RISK
FACTORS ASSOCIATED WITH
SEVERE INFLUENZA INFECTIONS IN
CHILDHOOD: IMPLICATION FOR
VACCINE STRAGEGY.
1) HOBERMAN ET AL.
EFFECTIVENESS OF INACTIVATED
INFLUENZA VACCINE IN
PREVENTING ACUTE OTITIS MEDIA
IN YOUNG CHILDREN.
JAMA
2003; 290: 1608-16.
S
i tratta di un trial randomizzato,
in doppio cieco, contro placebo,
con il quale viene valutata l’efficacia
del vaccino antinfluenzale trivalente
nel ridurre l’insorgenza di otite
media acuta, frequente complicazione dell’influenza, in bambini di
età compresa tra 6 e 24 mesi. Nei
gruppi in trattamento e controllo è
stato determinato il numero di
bambini che hanno sviluppato otite
media acuta, il tasso di insorgenza
mensile di otite, la presenza di essudato nell’orecchio medio ed il
ricorso a strutture sanitarie. I risultati
mostrano che, nel periodo d’osservazione, non vi sono differenze, a
livello degli end point fissati, tra il
gruppo di bambini vaccinati ed i controlli. I vaccini somministrati sono
stati ben tollerati. Gli autori concludono affermando che la sommi-
PEDIATRICS
2003; 112: E197-201.
3) PAI VA, PAI BV. INFLUENZA
VACCINE. ARCH DIS CHILD
2003; 88: 665.
L
e infezioni da virus dell’influenza
comportano un tasso di ospedalizzazione particolarmente alto nei
bambini durante i mesi invernali. Le
raccomandazioni correnti per la vaccinazione antinfluenzale in Canada
contemplano soltanto bambini con
più di 6 mesi appartenenti a specifici
gruppi a rischio. È stata creata una
coorte di bambini, utilizzando in
maniera retrospettica i dati relativi a
bambini ricoverati al Montreal Children’s Hospital, in un periodo di 3
anni, per un’infezione attribuibile al
virus dell’influenza. L’obiettivo dello
studio è stato quello di identificare i
benefici potenziali di una vaccinazione universale, determinando le
caratteristiche dei bambini considerati, e di individuare i fattori di
rischio per il ricovero. I risultati mostrano che la maggioranza dei
bambini ricoverati non appartiene a
gruppi a rischio contemplati dalle
raccomandazioni correnti e che un
terzo ha meno di 6 mesi di età.
Secondo gli autori, l’estensione della
Ministero della Salute
L
e classi di popolazione pediatrica per le quali consigliare
la vaccinazione antinfluenzale sono
di controversa definizione. In
questo dibattito gli autori prendono
in rassegna le categorie a rischio di
bambini per le quali viene raccomandato il vaccino antinfluenzale
secondo le direttive ufficiali.
Mettono in relazione, infatti, in
maniera critica, ciò che viene indicato nel Green Book (Immunisation against infectious diseases.
London: HMSO,1996), il testo di riferimento inglese per ciò che
concerne le patologie infettive, con
le evidenze disponibili (linee guida,
revisioni Cochrane, studi pubblicati), mettendo in luce le differenze tra i due indirizzi.
4) NICHOLSON KG, WOOD JM,
ZAMBON M. INFLUENZA. LANCET
2003; 362: 1733-45.
Q
uesto articolo fa il punto sulle
attuali conoscenze a proposito
di influenza. Gli autori si sono basa-
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ANNO X N. 5-6 2003
ti su una rewiew internazionale
non-sistematica degli articoli pubblicati in lingua inglese fino a
dicembre 2002, integrata ed ampliata da articoli citati nelle referenze
della rewiew stessa o raccolti in precedenza, da riferimenti presi dal
Textbook of influenza e da dati più
recenti presentati a vari meeting
internazionali. Sono state prese in
considerazione le problematiche di
maggiore rilevanza clinica, quali il
peso della malattia, l’emergenza di
nuovi sottotipi antigenici e la messa
a punto di nuovi vaccini, farmaci
antivirali e procedure diagnostiche,
dando la priorità agli studi clinici
randomizzati, di maggiore numerosità o pubblicati su riviste di maggiore impatto, ed alla revisione sistematica commissionata dall’Health
Technology Assessment Program
per conto del National Institute of
Clinical Excellence.
◗
TERAPIA DEL DOLORE. Sono
state affrontate, riprendendo
anche quanto pubblicato sul
numero precedente del BIF (3-4
2003), alcune tematiche inerenti
la terapia del dolore, ovvero l’utilizzo dei farmaci oppiacei nel
dolore oncologico.
fase di remissione che necessitano di
una terapia a lungo termine. Questa
review è indirizzata a rispondere a
domande specifiche, prevalentemente intorno alla dose e alla tossicità della terapia con farmaci oppioidi per dolore cronico, alla luce
dei più recenti studi, suggerendo
alcune modifiche alla pratica clinica
vigente.
2) BRUERA E, KIM HK. CANCER
PAIN. JAMA 2003; 290: 2476-9.
U
no dei principali problemi
legati all’incidenza delle patologie maligne nei paesi in via di
sviluppo è rappresentato dal dolore
cronico. Negli ultimi anni molti
sono stati i tentativi di miglioramento nella gestione del dolore
cronico, cercando di valutare
l’entità del dolore, la neurotossicità
indotta da farmaci oppioidi, la necessità di ruotare la terapia. L’aggiornamento proposto dagli autori
prende in esame trattamenti farmacologici e non.
3) HOLDCROFT A, POWER I.
MANAGEMENT OF PAIN. BMJ
2003; 362: 635-9.
4) WIFFEN PJ, EDWARDS JE,
BARDEN J, MCQUAY HJM. ORAL
MORPHINE FOR CANCER PAIN.
COCHRANE DATABASE SYST REV
2003; 4: CD003868.
L
a morfina per via orale, a lento
o immediato rilascio, è, da
molti anni, il farmaco cardine
della terapia del dolore. In questa
revisione sistematica si indaga l’efficacia della morfina nel trattamento del dolore cronico, oltre
che l’incidenza e la gravità degli
effetti collaterali, sia negli adulti
sia nei bambini. Gli studi clinici
selezionati per la review, secondo
gli autori, sottolineano la poca
importanza che viene data al farmaco in letteratura, indicando i
limiti dei trial clinici disponibili:
l’arruolamento di pochi pazienti,
la scelta dei farmaci di confronto,
il disegno dello studio non sempre
adeguato. Gli autori concludono
infatti che gli studi selezionati per
la revisione sistematica non risultano sufficientemente potenti per
poter evidenziare alcun tipo di differenza tra la morfina e i farmaci
di confronto utilizzati o le diverse
formulazioni.
5) TANNE JH. CHILDREN
1) BALLANTYNE JC, MAO J.
OPIOID THERAPY FOR CRHONIC
PAIN. N ENGL J MED 2003; 349:
1943-53.
L
a terapia con i farmaci oppioidi è
indirizzata al trattamento del
dolore acuto, provocato da tumore,
o dolore causato da una malattia a
prognosi infausta. Uno dei principali
problemi, che i medici devono oggi
fronteggiare nel trattare pazienti con
dolore cronico, è probabilmente se e
come prescrivere farmaci oppioidi
per dolore cronico non associato a
malattie degenerative terminali,
inclusi quei pazienti con tumore in
I
n questa review gli autori trattano
il tema della gestione del dolore,
derivante non solo da alterazioni
fisiche, ma anche dalla combinazione di fattori fisiologici, patologici, emozionali, psicologici, cognitivi, ambientali e sociali. I
principali temi trattati nell’articolo
sono: la tendenza a passare da
terapie empiriche ad approcci basati
sul meccanismo d’azione per
quanto riguarda la gestione del
dolore; lo sviluppo dei nuovi
farmaci; l’identificazione quantitativa e qualitativa del dolore per
sottogruppi; la necessità di avere
terapie mirate all’individuo, con approccio multidisciplinare.
Ministero della Salute
ARE OFTEN
UNDERTREATED FOR PAIN.
BMJ
2003; 327: 1185.
S
ul tema della terapia del dolore, l’autore raccoglie una serie
di pareri e commenti di opinion
leader, oltre che di richiami e
riferimenti a recenti studi pubblicati, dopo il numero che
JAMA (vol. 290, n. 18, 2003) ha
quasi interamente dedicato alla
terapia del dolore. Nello specifico affronta il problema del trattamento del dolore cronico nei
bambini, una sottopopolazione
troppo spesso poco trattata, in
quanto area carente di informazioni.