Relazione Visita Pastorale
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Relazione Visita Pastorale
Visita Pastorale di Mons. Massimo Camisasca all’unità pastorale di Novellara. 6 – 7 – 8 novembre 2015 PRESENTAZIONE DELLA UNITA’ PASTORALE Questa nostra unità pastorale è composta da 5 parrocchie: S. Stefano, S. Giovanni della Fossa, S. Maria della Fossa, S. Giuseppe - Bernolda e S. Bernardino. Praticamente è tutto il comune di Novellara, più una piccola parte del comune di Bagnolo. Conta circa 13800 abitanti, tra i quali oltre 2100 immigrati, appartenenti a diverse fedi quali Sikh, Mussulmani, Indù, e non manca una consistente, quanto poco appariscente, comunità cinese (circa ¼ degli stranieri), oltre a un crescente numero di ortodossi seguiti dal loro sacerdote P. Genadie. Possiamo affermare di avere un buon rapporto di collaborazione con l’amministrazione pubblica. Ringraziamo il Signore perché abbiamo anche ricchezza di ministri e ministeri. In questa unità siamo ora in 6 sacerdoti, che vivono anche momenti di vita comune come il pasto; parroco e vicario parrocchiale condividono anche l’abitazione; insieme vivono anche momenti di confronto pastorale; 4 diaconi, un aspirante diacono, un accolito, tre religiose al presente nella Casa della Carità e alcuni consacrati laici. Da alcuni anni opera il Consiglio Pastorale Unitario, costituito da membri delle diverse comunità, e che si riunisce in modo regolare, lasciando, per i problemi particolari, le riunioni in ogni singola comunità. Il cammino insieme, per quanto condiviso come importante, presenta ancora non poche difficoltà. Siamo in un territorio dove da una parte risulta non facile per la comunità più numerosa essere attenta e partecipe in modo significativo delle ricchezze e peculiarità delle meno numerose, e dall’altra la paura delle comunità meno numerose di essere fagocitate e annullate dalla più numerosa. Certamente in questi anni c’è stato un crescendo di passi significativi verso questa comunione, come il Consiglio Pastorale unitario, lo scambio sul territorio dei servizi dei diversi preti e diaconi, alcuni momenti delle due “caritas” che operano sul territorio, alcune progettazioni a livello educativo per adolescenti e giovani, cammini comuni con i catechisti, preparazione ai battesimi, corso in preparazione al matrimonio cristiano, proposta di momenti di spiritualità come i ritiri spirituali nei tempi forti; ma molto resta ancora da fare. Per quanto riguarda la catechesi la proposta parte con la catechesi battesimale, in cui operano una decina di catechisti, e prosegue con il catechismo del “Buon Pastore” indirizzato ai bambini dai 3 ai 5 anni. In questa fascia di età, pur non essendo catechesi in senso stretto, c’è un’opera davvero straordinaria dal punto di vista educativo, la scuola materna parrocchiale. Per la verità sono due, una a S. Maria e una a Novellara e che attualmente accolgono circa 150 bambini, con personale qualificato e con un servizio molto apprezzato. È una realtà molto impegnativa dal punto di vista sia organizzativo che economico, ma anche una realtà preziosa che la comunità già sente come sua, ma con un interesse nel quale possiamo crescere. Il catechismo dell’iniziazione cristiana coinvolge i ragazzi dalla prima elementare alla seconda media (sacramento della Cresima) e coinvolge un numero consistente sia di ragazzi (oltre 300) che di catechisti (circa 60), che operano sui due poli di Novellara e S.Giovanni/S.Maria. La partecipazione dei ragazzi agli incontri è discreta, più marcata nelle classi in cui si ricevono i sacramenti, mentre è decisamente più ridotta la presenza all’Eucaristia domenicale. In questo si nota anche un ritmo legato ai tempi della scuola (non c’è scuola, quindi non si va nemmeno a Messa). Il cammino di formazione continua poi nell’età delle superiori e dell’università con i vari educatori (32) con le attività dell’Oratorio, sotto la guida di D. Armin, appena arrivato in mezzo a noi e che si sta inserendo in questa realtà, con la collaborazione di un diacono, di un educatore fisso nell’oratorio (Enrico Zambelli) e del consiglio di oratorio. Pur avendo gli stessi indirizzi e orientamenti, non è sempre facile concretizzare un cammino anche con la realtà in particolare di S. Giovanni e S. Maria in questo itinerario. Ma anche in quella sede ci sono iniziative che cercano di creare aggregazione e formazione. La vita liturgica, ha il suo centro nell’Eucarestia festiva. Nell’unità pastorale si celebrano 8 Messe ogni domenica. Nei giorni feriali, ordinariamente ce ne sono tre ogni giorno a Novellara e due in S. Giovanni nella settimana (una alla casa della Roberta, ammalata che non può muoversi e una nella casa della Giovanna Bondavalli con i suoi ospiti). Entrambe sono partecipate anche da altre persone. C’è poi ogni settimana, al giovedì, l’adorazione alla Casa della Carità e una volta al mese l’adorazione notturna; la preghiera di lodi ogni giorno in orari diversi alla Casa della Carità, al Santuario della Fossetta, e al martedì e alla domenica mattina in parrocchia (in avvento e quaresima tutte le mattine); i vespri alla sera alla Casa della Carità e in parrocchia. Ci sono tre incontri settimanali sulla Parola di Dio, in S. Stefano, alla Casa della Carità e in S. Maria. Anche questo della liturgia è un settore nel quale bisogna operare per guidare ad una comprensione sempre più profonda e ad una partecipazione sempre più viva. (Servizio dei ministranti compreso: una difficoltà tra le altre è reperire e formare i ministranti). Per l’animazione della liturgia ci sono diverse persone che accompagnano i canti con diversi strumenti, dall’organo alle chitarre, ai flauti, alle percussioni, (compreso un ragazzo che suona il violino) persone che operano nelle diverse comunità, accompagnando il canto. Ci sono poi due gruppi corali che si impegnano in questo prezioso servizio. Ci sono persone a dirigere che oltre alla preparazione tecnica hanno un più profondo senso della liturgia e del canto in essa, altri sono ancora in cammino. La fede che professiamo e che esprimiamo e celebriamo nella liturgia cerchiamo di viverla nella testimonianza della carità. In questa nostra realtà dobbiamo davvero ringraziare il Signore per le diverse forme di carità, di attenzione e di aiuto verso il prossimo, a partire dai poveri e dai più disagiati. Ci sono persone che operano come Caritas nelle parrocchie di S. Giovanni e di S. Maria, altre nella parrocchia di S. Stefano. C’è un “centro di ascolto” Caritas e la sede per la distribuzione di alimenti, mentre per i vestiti c’è un appoggio alla Casa della Carità o si rimanda alla sede della Caritas “NuovaMente” bassa, a S. Vittoria. Si offre il servizio per il doposcuola e per l’accompagnamento di famiglie particolarmente bisognose. Il gruppo Caritas si ritrova ogni settimana per la verifica, la formazione e la programmazione e inizia l’attività del centro di ascolto ogni sabato mattina con la preghiera. Opera strettamente congiunto con la Caritas diocesana, secondo le sue direttive e in collaborazione anche con i servizi sociali locali. Ci sono poi diverse realtà come la già molto nota Casa della Carità che altre ai diversi ospiti accoglie al momento, per motivi diversi, anche 3 sacerdoti. Intorno alla Casa si muove un discreto numero di volontari e di persone che cercano sempre più di entrare nello spirito delle tre mense. È centro di animazione e sensibilizzazione frequentata a diversi livelli; anche la parrocchia di S. Stefano, cominciando con una situazione di necessità a fare nella sua sede il catechismo di una classe (la seconda media – preparazione alla cresima) ha scelto poi di continuare per una più significativa formazione al servizio, partendo dall’attenzione ai più poveri. Abbiamo inoltre una casa a S. Giuseppe-Bernolda legata al progetto “servire l’uomo” dove si raccolgono donne vittime delle violenze in famiglia; una casa a S. Maria in canonica dove sul progetto “Maria Maddalena” si aiutano mamme in difficoltà; c’è la casa dove vive la Giovanna Bondavalli. Raccoglie altre persone con diverse difficoltà e segue anche i nomadi. C’è la canonica di S. Giovanni dove, essendosi liberati alcuni ambienti, possono essere accolte persone in situazione di emergenza; infine a S. Bernardino ci sono alcuni appartamenti dove, con la Caritas diocesana e il comune di Novellara, si accolgono famiglie in emergenza. Questa ultima è una situazione al momento in fase di ripensamento. Abbiamo una realtà molto vasta e complessa dove non mancano iniziative e servizi. Ed è giusto ringraziare il Signore e con lui le tante persone che si prestano con generosità e competenza, con passione e amore nei diversi ambiti. Senza contare le tante persone che senza far rumore, con semplicità e dedizione sanno farsi prossimo, nel silenzio, a chi soffre, a chi è solo, a chi pur essendo nel bisogno non sa o non osa chiedere aiuto. E tutto questo ci rallegra il cuore ed anima la nostra speranza confermandoci nella volontà di bene. Non possiamo però negare che c’è ancora tanto da fare e saremmo lieti se lei, Monsignore, potesse darci qualche suggerimento. Ci sono tante iniziative, diversi gruppi e organismi dove si lavora anche molto e bene, con passione, ma non sempre all’efficacia dei singoli gruppi corrisponde un autentico spirito di comunione, di attenzione reciproca, di complementarietà che dia davvero il senso di essere noi tutti un corpo, un solo corpo, come dice S. Paolo: Corpo di Cristo, sua Chiesa. All’interno delle nostre comunità ci sono davvero tanti doni e carismi, perché il Signore non lascia sprovveduta la Chiesa sua sposa, ci sono diverse sensibilità, ricchezze che possono venire da movimenti e spiritualità diverse: non sempre riusciamo a coglierle, a metterle a frutto, non per fare delle gare di efficienza o raggiungere primati nel desiderio di emergere, ma per costruire insieme e custodire l’unità. A volte forse i pregiudizi stessi da una parte o i timori dall’altra possono essere un freno. Ci pare che si investa moltissimo (ed è anche giusto) per la realtà che è già nostra, per la comunità che partecipa; forse c’è meno spinta ad aprirci a chi vive ai margini della realtà parrocchiale, potremmo chiamarli, con una espressione di papa Francesco, le nostre periferie. È vero che i diversi settori nei quali si opera sono strade aperte per incontrare queste periferie; basterebbe pensare tra le altre i contatti con le famiglie del catechismo, le famiglie che chiedono il battesimo dei figli o il matrimonio in chiesa … Ma spesso sono cammini che si aprono ma che poi, purtroppo, non hanno continuità. E qui emerge anche il problema della insufficienza delle forze operative; quindi il problema della “chiamata”, della generosità delle risposte e ultimo, non certo per importanza, quello della “formazione”. Stiamo assistendo (almeno ci sembra) ad un calo di partecipazione dei cristiani alla Messa, per i funerali viene privilegiata non di rado la forma più sbrigativa spesso direttamente alla cappella del cimitero e senza la celebrazione della Messa, ci sono parecchie famiglie che portano i loro figli a Messa, li depongono alla Chiesa e tornano a ritirarli alla fine e, nonostante molti sforzi per arginare questa disaffezione crescente, ci sembra che continui una logica di sacramentalizzazione e non di una autentica ricerca di vita di fede. Diverse iniziative che vengano proposte a più livelli di formazione, di adorazione, di incontri penitenziali sono sostanzialmente deserti. Infine anche il nostro territorio è segnato dalle conseguenze di quella crisi economica che ha destabilizzato tante persone e tante famiglie. E noi come Chiesa qui sul territorio, come possiamo farci carico della situazione e come possiamo cercare insieme delle soluzioni? Monsignore, sono alcuni accenni non certo esaustivi per presentarle questa nostra realtà dove il Signore ci ha chiamati a vivere e dove siamo chiamati ad essere per tutti segno della sua presenza, del suo amore, della sua misericordia. La sua parola, Monsignore, ci illumini e ci incoraggi nel nostro cammino e la sua benedizione ci dia forza. Grazie.