Internazionale, Novembre 2009

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Internazionale, Novembre 2009
Viaggi
Le terre
del silenzio
Le Highlands scozzesi viste
dallo scrittore palestinese Raja
Shehadeh, che ha scoperto
inaspettate similitudini tra la
brughiera e la Cisgiordania
S
ono nato in una terra di colline
ricca di storie e abitata da un
popolo tenace che vuole rac­
contare a tutti i costi. Non sa­
pevo che fosse lo stesso per le
Highlands. Con mia moglie
Penny avevamo prenotato una stanza
all’hotel Inveroran, a Glen Orchy, vicino al
ponte che ha lo stesso nome. Abbiamo scel­
to questo albergo perché nel 1803 William
Wordsworth e sua sorella Dorothy avevano
alloggiato qui durante il loro viaggio nelle
Highlands. Eravamo sicuri che il grande
poeta romantico sarebbe stato un’ottima
guida per le passeggiate. È stato grazie a un
inglese che ho conosciuto questi luoghi uni­
ci e particolari nel nord della Scozia.
Abbiamo preso un treno da Edimburgo
a Bridge of Orchy, un’esperienza entusia­
smante. Non ho avuto molte occasioni di
salire su un treno: usare le linee ferroviarie
per spostarsi in Palestina o verso i paesi vi­
cini non è più possibile dal 1948. Quell’an­
no, la nascita dello stato di Israele ha causa­
to l’interruzione delle linee di comunicazio­
ne tra le diverse zone delle terre arabe del
Levante e verso quelle più meridionali
dell’Hijaz e del Nordafrica.
Alla stazione ho avuto il mio primo in­
contro con i moscerini, degli insetti mai vi­
sti prima. All’inizio ho pensato di avere
qualcosa che non andava in me. Mi prude­
vano la faccia, il collo, le mani e ho notato
quelle creature microscopiche che mi vola­
vano attorno. Possibile che fosse tutta colpa
loro? Più agitavo le braccia e più mi assali­
vano. Era insopportabile. Mi sono precipi­
tato fuori dalla stazione inseguito da una
nube irritante d’insetti. Dopo aver ammira­
to la natura incontaminata delle Highlands,
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ho avuto qualche incertezza a condividere
la gratitudine di un abitante delle High­
lands nei confronti dei moscerini: “Se non
fosse per loro, i turisti avrebbero rovinato
questi luoghi già da tanto tempo”.
Abbiamo lasciato le valigie in albergo e
siamo usciti subito per fare una passeggiata
e sfruttare le poche ore di luce rimanenti.
Per la prima volta nella mia vita mi sono tro­
vato in mezzo a una brughiera. Sono stato
avvolto da un profondo silenzio, diverso da
qualsiasi altro. Quello che colpisce non è
l’assenza di suoni. La brughiera, infatti,
sembra respirare emettendo profondi so­
spiri, mentre un vento lieve attraversava
l’erba e le felci impregnate d’acqua. Io sono
abituato al silenzio delle colline palestinesi
vicino a Ramallah, la città dove sono nato.
Spesso mi siedo lì, all’ombra di un pino, per
godermi il fruscio del vento che passa tra gli
aghi profumati. Quel suono ritmico e inter­
mittente sopra la mia testa non dura mai a
lungo. Il gemito del vento nella brughiera,
invece, è profondo e continuo. Sembra arri­
vato da lontano per dar vita a una landa an­
tica e desolata. Il suono nasce in basso, qua­
si all’altezza dell’orecchio, e si difonde sul
paesaggio piatto, prima forte e poi debole,
poi di nuovo forte, libero dall’intralcio degli
alberi. È un suono triste, simile a un lamen­
to.
Il rumore del vento è interrotto solo dal­
lo scorrere dell’acqua. Mi è tornato in men­
te un paesaggio molto simile: i ghiacciai,
dove l’acqua scorre sotterranea e di cui si
riesce a sentire il rumore solo ascoltando
con attenzione. Una volta, camminando
sulle Alpi svizzere, stavo per avventurarmi
su uno di questi ghiacciai. Ho chiesto a una
guida italosvizzera se fosse prudente. “No,
no”, mi ha risposto. “Cadi in un crepaccio
ed è la ine”.
In Scozia era tutto nuovo per me: i pae­
saggi e le loro atmosfere, i colori tenui, così
diversi dalla luce cruda e accecante delle
colline palestinesi. L’aria, satura d’acqua, è
più pesante e fresca, mentre nei dintorni di
BERtHOLD StEINHILBER (LAIf/CONtRAStO)
Raja Shehadeh, The Guardian, Gran Bretagna
Highlands scozzesi. L’Eilean Donan
Castle
Ramallah è secca, leggera e fragrante a cau­
sa delle tante erbe che crescono da quelle
parti. Le nuvole in Scozia si muovono rapi­
de e il sole fa solo qualche breve apparizio­
ne. Quando brilla attraverso le nubi spesse,
le colline si rilettono nei loch, i laghi. Sulle
nostre colline il paesaggio è più uniforme: i
letti dei iumi asciutti non rilettono nulla.
Non riuscivo a immaginare due paesaggi
più diversi. Quello scozzese è aperto e pie­
no d’acqua, quello palestinese è infram­
mezzato da strade e insediamenti ebraici, e
per sei mesi all’anno è desertico. Non aven­
do familiarità con la brughiera, procedevo
con cautela. Non potevo sapere cosa mi sa­
rebbe successo se avessi lasciato il sentiero:
avrei potuto posare i miei piedi iduciosi su
un terreno melmoso e senza fondo, sprofondando come nelle sabbie mobili del deB O S N Ryanair
IA
◆ Arrivare
(ryanair.
serto?
Ecom
R Z )Ecollega
G O VBergamo
INA e
SUDAN
A cena quella sera, seduta a un altro ta- Roma con
Glasgow
Táchira
volo, c’era una signora dall’aria maestosa. Il (Prestwick). EasyJet
Oceano
collega
Bogotá
cameriere la chiamava La signora. Era una Milano MalpensaAtlantico
a
vedova e quel giorno festeggiava i suoi ot- Edimburgo. Le tarife delle
Mostar
low cost
tant’anni. Veniva dalla città costiera di Hel- due compagnie
Mar dei
Caraibi
senburgh ed era un’ospite abituale dell’al- variano in base al periodo
bergo da molti anni. L’unico cameriere, un prescelto. Il prezzo di un volo
uomo magro e sulla quarantina, pur essen- dall’Italia (Klm, British
do completamente ubriaco riusciva a inge- Airways, Alitalia) parte da 167
euro a/r. Il villaggio di Bridge
re una grande deferenza nei suoi confronti.
of Orchy, nelle West
Forse anche eccessiva, piegandosi e inchi- Highlands, si può raggiungere
nandosi così tanto mentre la serviva da far con il treno, in pullman o in
cadere un po’ di cibo sulla tovaglia immaco- auto. Da Edimburgo a
lata. La signora l’ha rimproverato con aria Glasgow ci sono tre treni al
tirannica. Il cameriere si è precipitato in cu- giorno (due la domenica). La
Informazioni pratiche
Hi
gh
La
go
di
Lo
ch
Ne
ss
◆ Dormire Nel villaggio di
Glen Orchy, l’Hotel Inveroran
(inveroran.com, 0044 1838
s
nd
400 220) ha stanze a partire
la
da 48Aberdeen
euro a persona. Fuori
SCOZIA
Mare
stagione
ci sono oferte
del Nord
Glen Orchy
speciali.
Lago diLa colazione costa 7
Edimburgo
Ness stagione sono
euroLoch
e fuori
Glasgow
previste delle oferte speciali.
◆ Leggere James Hogg,
Inghilterra
Viaggio nelle Highlands,
linea di pullman Scottish
Tranchida 2000, 5,17 euro.
piani
Citylink ha quattro corse al
◆
La
settimana
ramprossima
ti G
n
Mo Viaggio in Alaska. Ci siete
giorno. In auto, da Glasgow
bisogna prendere l’autostrada
stati e avete suggerimenti su
M8 e poi la strada A82 in
tarife, posti dove mangiare o
direzione Fort William per
dormire, libri? Scrivete a
circa cento chilometri.
[email protected].
100 km
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cina ed è riemerso con una bottiglia di vino
rosso d’annata, presentandolo come un re­
galo della casa per il suo compleanno. La
signora ha accettato con molta classe e si è
messa a sorseggiare il vino, diventando
sempre più loquace.
“Dove andate a passeggiare domani?”,
ha chiesto a Penny.
“Nella valle, prendendo il sentiero lun­
go il iume”.
“Io amo solo le cime”, ha dichiarato La
signora. “Mio marito, quand’era vivo, arri­
vava a metà della salita. A quel punto me lo
lasciavo dietro e andavo avanti per conto
mio. Io sono una donna fatta per le cime”, si
è vantata l’anziana signora, che a quel pun­
to quasi non si reggeva più in piedi. La con­
versazione è inita lì. Non essendo eviden­
temente “fatti per le cime” come lei, erava­
mo considerati indegni e avevamo perso
ogni interesse ai suoi occhi.
Persone rimosse
“Stia attento, il piatto è molto caldo”, si è
raccomandata la cameriera che ci ha servi­
to. Avevo ordinato la colazione vegetariana
scozzese completa, l’ho divorata. Mi senti­
vo carico e pronto ad afrontare una lunga
passeggiata. Mentre la cameriera raccoglie­
va i nostri piatti sporchi, ho fatto quattro
chiacchiere. All’inizio abbiamo parlato dei
suoi cani. Sono stato sorpreso quando mi ha
detto di avere cinque cani da pastore.
“Come mai così tanti?”.
“Badano alle pecore. Mio marito ne ha
cinquecento”, ha spiegato con orgoglio.
“Allora siete ricchi?”, ho chiesto.
“Oh, no! Non sono nostre. Mio marito fa
solo il pastore”.
È stato questo scambio di battute a spin­
germi a scoprirne di più sulla storia delle
Highlands. Così ho saputo della grande tra­
gedia che nel settecento e nell’ottocento ha
segnato la vita degli abitanti del posto, cre­
ando tutti quei fantasmi con le loro mille
storie da raccontare.
Quando siamo tornati a Glen Orchy per
un’altra vacanza il tempo è stato più cle­
mente. Abbiamo cominciato una passeg­
giata dalla vecchia strada militare, costeg­
giando una foresta. A sinistra scorre il iume
Kinglass. In quel punto è più largo e le acque
scorrono lente. Il letto, poco profondo, è co­
sparso di pietre tonde e luccicanti. Mi sono
fermato per ammirare la vista meravigliosa
del iume che si getta in un’ampia valle. Da­
vanti a noi, in dove arrivava lo sguardo,
c’erano altri loch, le colline e un sentiero che
avrebbe richiesto giorni e giorni di cammi­
no per arrivare in fondo.
Ho pensato al principale iume della Pa­
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Attraversando quella
bella valle e salendo
per quelle colline ho
capito le cause della
mia rabbia, e me ne
sono liberato un po’
alla volta
lestina, il Giordano: è impossibile passeg­
giare lungo le sue rive, perché il iume è in­
gabbiato dietro il ilo spinato dal punto in
cui lascia il lago di Tiberiade ino al mar
Morto. I morbidi contorni delle verdi colli­
ne scozzesi mi ricordavano le colline della
Galilea in primavera, dove sono andato a
passeggiare poco tempo fa. Cercavo i vil­
laggi dove un mio prozio si era nascosto du­
rante la prima guerra mondiale per non
farsi arrestare dalle forze ottomane. Quei
villaggi sono stati tutti distrutti nel 1948,
quando è stato fondato lo stato di Israele.
Sgomberata dai suoi abitanti, ora quella ter­
ra è usata per coltivare orzo e grano. Ho pro­
vato a immaginare come doveva essere
sessant’anni fa, quand’era animata dal la­
voro di semplici contadini, dai versi dei loro
animali e dall’allegra vita del villaggio. Ora,
invece, quella terra è silenziosa, tranne che
per il sussurro del vento tra gli steli del gra­
no.
Un silenzio simile alla calma che carat­
terizza le Highlands. Anche questa terra,
come ho scoperto, un tempo era abitata.
Agli inizi dell’ottocento, però, alcuni avidi
proprietari terrieri decisero che era più red­
ditizio allevare pecore e cacciarono i conta­
dini. Questo evento storico è noto come le
clearences. La parola clearence (sgombero),
entrata nell’uso corrente molto tempo dopo
i fatti a cui si riferisce, è di per sé ofensiva:
racchiude l’idea che gli esseri umani si pos­
L’AUTORE
Raja Shehadeh, nato nel 1951, è un
avvocato e scrittore palestinese e vive a
Ramallah, in Cisgiordania. Ha studiato
legge a Londra ed è autore di vari saggi sul
diritto internazionale. Ha fondato
l’organizzazione Al Haq, che si occupa della
difesa dei diritti umani. Nel 2008 ha vinto
l’Orwell prize con il libro Palestinian walks.
sono rimuovere (clear) come erbacce o ma­
cerie. A diferenza delle clearences, la nakba
palestinese ha colpito una generazione che
oggi è ancora viva. Ma il tempo non è l’uni­
co fattore che conta. I palestinesi, proprio
come gli scozzesi, hanno la memoria lun­
ga.
Mentre la mia mente si abbandonava
alle somiglianze tra la storia e la natura del­
le Highlands e quelle della terra dove sono
cresciuto, mi sono ritrovato in cima all’Ao­
nach Eagach. La signora sarebbe stata iera
di me. Convinto che da una posizione così
elevata avrei visto solo altre cime di colline,
ho scorto invece davanti a me un altro la­
ghetto idilliaco, adagiato sulla cima della
collina e alimentato da un piccolo iume che
proseguiva il suo cammino verso un’altra
valle e un altro lago.
Era un paesaggio silenzioso e isolato do­
ve potevo proiettare altri pensieri ed emo­
zioni e mettere alla prova la mia idea di po­
sto isolato e selvaggio. La Palestina (oppure
Israele) è troppo piccola per avere luoghi di
evasione come questo. Nelle Highlands la
perdita di una cultura non è stata compen­
sata da un’altra. I proprietari terrieri che
cacciarono i contadini non insediarono il
loro popolo per sostituirli. E così la terra è
ridiventata quello che era: valli, iumi e la­
ghi deserti, che ofrono agli escursionisti
una vista magniica su una terra incredibile
e sembrano stare lì solo per essere ammira­
ti.
Con quella terra stupenda davanti ai
miei occhi, ho pensato ai tanti motivi per
cui la storia del mio popolo mi fa arrabbiare
e continua ad alimentare questa collera.
Quando cammino porto sempre con me un
peso enorme, che mi opprime e mi sinisce.
Ma attraversando quella bella valle e salen­
do per quelle colline ho capito le cause della
mia rabbia, liberandomene un po’ alla vol­
ta: è la rabbia di chi vive sotto occupazione
straniera in una terra che è sempre meno
accessibile ai non ebrei.
Camminando ho continuato a rassere­
narmi e, arrivato in cima alla collina ansi­
mante e senza iato, mi sono accorto di es­
sermi sbarazzato di gran parte di quel peso.
Mi sono fermato per riposare e mentre re­
spiravo profondamente mi sono sentito li­
berato, con la mente leggera. Quella lunga
camminata mi aveva aiutato a scacciare la
rabbia.
Sollevato e rinvigorito, ho pensato a
quello che Robert Macfarlane scrive in The
wild places: “Siamo caduti e ci siamo rotti in
mille pezzi, ma la natura può ancora resti­
tuirci a noi stessi”. Per questo continuo a
tornare nelle Highlands. u fas