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APPUNTI PER IL LICEO SPORTIVO - MATERIA: DISCIPLINE SPORTIVE
Criteri e metodi di classificazione delle attività sportive
A cura del Prof. Danilo Diana dell’IISS “A.Righi” Taranto
Classificare le attività sportive può essere utile per analizzare il fenomeno sportivo sotto vari punti di vista. Per
esempio gli allenatori potrebbero impostare il lavoro in una direzione più funzionale alla disciplina praticata; i
medici possono esprimere un giudizio attendibile sul rischio cardiovascolare per certificare l’idoneità alla pratica
sportiva; i preparatori fisici possono attuare strategie di prevenzione per limitare l’incidenza dei traumatismi.
Intanto bisogna fare il punto sui termini che solitamente si utilizzano quando ci si riferisce alle attività sportive
cercando una definizione esatta per distinguere i vari concetti a cui spesso si fa riferimento con troppa
disinvoltura. La Tab.1 ci aiuta a distinguere i vari concetti separando termini che nel linguaggio comune, spesso,
vengono utilizzati in modo poco appropriato.
Tab.1
Definizioni collegate alle attività di movimento.
Comprende tutti i movimenti del corpo che comportano un dispendio energetico. Sono comprese le
attività quotidiane come le faccende domestiche, fare la spesa, il lavoro, ecc. Da molti studi emerge
Attività
la necessità dell’Attività Fisica per il mantenimento della salute e la prevenzione delle malattie
Fisica
(soprattutto l’obesità, il diabete, l’ipertensione). In pratica, alla maggior parte degli adulti basterebbe
una passeggiata a passo veloce per 30 minuti ogni giorno.
Comprende i movimenti ripetitivi programmati e strutturati specificatamente destinati al
miglioramento della forma fisica e della salute. Il termine è tuttavia parziale perché non è possibile
Esercizio un Esercizio esclusivamente Fisico. Nell’atto motorio la componente Psichica non dovrebbe mai
Fisico
essere separata da quella Fisica ecco perché si dovrebbe parlare più correttamente di Esercizio
Psico-Fisico. Questa considerazione vale molto di più se consideriamo quegli esercizi finalizzati
all’apprendimento tecnico e tattico tipici dello Sport.
Attività che comporta situazioni competitive strutturate e sottoposte a regole. L’agonismo è la
caratteristica fondamentale dello sport (dal greco agone che caratterizzava uno strenuo impegno, un grande
spirito di sacrificio e di combattività impiegato nei giochi panellenici come i giochi olimpici, istmici, pitici e nemei).
Sport
L’obiettivo dello sport è il successo (fornire la massima prestazione possibile) al fine di ottenere il
massimo risultato (la vittoria o il miglioramento del proprio limite misurabile). Esistono persone
disturbate che pensano allo Sport come ad un’attività ludica o salutistica.
Espressione che deve essere distinta dallo Sport in quanto pur facendo riferimento alle stesse attività
e situazioni non contempla l’agonismo. L’attività ha connotazioni quasi ludiche (di gioco) che
Attività
spesso hanno valenza sociale (vedi lo sport di massa, le ciclopasseggiate, le stracittadine, le partite
Sportiva
del cuore, ecc.). Tuttavia va considerato che esistono persone disturbate che impiegano l’agonismo
nelle Attività Sportive.
Una serie di attributi o prerequisiti funzionali quali la resistenza, la mobilità articolare, la forza, ecc.
che sono correlati alla capacità di praticare Attività Fisica, si sviluppano con l’esercizio fisico e
trovano nello Sport specifico la massima espressione relativa. Talvolta si commette l’errore di fare
Forma Attività Sportiva senza la giusta Forma Fisica. Spesso si utilizza, come sinonimo di Forma Fisica, la
Fisica
parola Fitness (dall’inglese fit “adatto”) che indica uno stato di forma adeguato, capace, idoneo per
lo scopo sportivo o più in generale per il benessere psico-fisico. Esistono persone disturbate che
non distinguono fra uno stato Forma Fisica necessario per praticare Sport e uno stato di Forma
Fisica per vivere bene.
In questa dispensa limiteremo il discorso alle Attività Sportive ovvero a quelle attività di svago che si praticano
nel tempo libero (attività di “loisir”) e all’aria aperta (attività “en plein air”) (1).
La storia della pedagogia insegna che gli antichi docenti esercitavano la loro missione all’aperto, anzi nei secoli
passati all’aperto veniva amministrata la giustizia, venivano proclamati gli editti, premiati gli eroi, celebrati i riti
1
religiosi e praticati gli sport. Il rapporto uomo-natura esalta i valori dello sport, giacché l’amore per la natura è un
motivo ricorrente nella storia dell’educazione, basti pensare agli antichi greci e
romani che preferivano la natura, per superare se stessi, nella ricerca della
La Villa Peripato di Taranto
perfezione.
si chiama così proprio
Nella società contemporanea, dove automatismo e processi di meccanizzazione
perché i maestri di filosofia
vanno sviluppandosi sempre di più l’uomo, quasi a difesa di se stesso, deve
greca usavano percorrere il
cercare di migliorare la condizione fisica attraverso il movimento, in attività
periplo o perimetro di quei
sportive. Queste attività non vanno intese solo come una pratica da tenersi tra le
giardini durante le lezioni
quattro mura di una palestra o di un cortile, ma la sua sfera di azione va ampliata, ai loro discepoli.
considerando tutte le opportunità offerte anche dalle attività motorie svolte in
ambiente naturale (2).
L’attività sportiva in ambiente aperto, permette di respirare aria pura (se si evita il traffico automobilistico e le
zone particolarmente inquinate), perciò migliora l’atto respiratorio e il ricambio gassoso; incide sul
potenziamento dell’apparato respiratorio e circolatorio ed ha il merito di mantenere buone condizioni di vita,
specialmente per giovani, i cui processi organici sudativi sono rigogliosi e quindi è obbligatoria la richiesta di
ossigeno da parte dei tessuti. Le radiazioni solari, poi, rivolgono ottima azione curativa e preventiva nei riguardi
di alcune malattie ossee o polmonari, perché favoriscono la produzione di vitamina D, indispensabile per
l’assorbimento del calcio e del fosforo e basilare per la formazione del tessuto osseo. In estate, le lunghe giornate
consentono di rimanere esposti alla luce solare per un maggior numero di ore, sfruttando al massimo la
produzione di questa importante vitamina.
L’attività sportiva all’aperto, realizzata anche mediante la corsa effettuata con ritmo leggero, senza impegno
agonistico ed integrata da opportuni esercizi, aumenta la resistenza, migliora le funzioni cardiache e respiratorie,
facilità la capacità di recupero ed assolve anche ad una funzione tecnica, in quanto abitua il giovane ad una
corretta postura nell’esecuzione della corsa stessa. Se immaginiamo l’attraversamento di un torrente da una
sponda all’altra, l’individuazione di un sentiero montano per raggiungere un luogo prestabilito, possiamo
rilevare quali e quante situazioni motorie nuove richiedono queste attività, non conosciute, purtroppo, da chi
vive imprigionato nel cemento cittadino. Tutto ciò incide anche sullo sviluppo osteo-articolare, muscolare, delle
grandi funzioni organiche e psicomotorie in generale.
L’attività sportiva all’aria aperta, considerata come indice di salute, deve essere praticata da tutti, soprattutto dai
meno dotati che, viceversa, sono spesso scoraggiati e allontanati da quest’attività. L’attività aerobica, inoltre,
stimola l’organismo a produrre più globuli rossi, favorendo un maggiore apporto di ossigeno ai muscoli, con
conseguente miglioramento della performance fisica. Non a caso la campagna o la montagna è l’ambiente preferito
per l’allenamento degli sportivi evoluti. Respirare aria pura e fresca fa bene soprattutto ai giovani, poiché rafforza
il sistema di difesa naturale e affina le capacità di termoregolazione, utile per prevenire le malattie da
raffreddamento.
Bambini e natura, 10 (delle 1000) cose da fare entro i 12 anni
Il sano movimento fisico favorisce migliori attese di
1. Arrampicarsi su un albero
vita e contribuisce all’eliminazione dei radicali liberi,
2. Rotolarsi giù da una collina
responsabili di fenomeni di degenerazione delle pareti
3. Fare campeggio nella natura
dei vasi sanguigni, della formazione della placca e della
4. Costruire un rifugio
conseguente insorgenza di malattie cardiovascolari
5. Far rimbalzare una pietra sull’acqua
6. Correre sotto la pioggia
acute. Un buon livello di attività fisica, infatti,
7. Far volare un aquilone
contribuisce ad abbassare i valori della pressione
8. Pescare con un retino
arteriosa e il colesterolo, a prevenire malattie
9. Mangiare una mela colta dall’albero (possibilmente
cardiovascolari croniche, obesità e sovrappeso, diabete
selvatica, o comunque senza pesticidi)
e osteoporosi. Muoversi in gruppo, inoltre,
10. Tirare palle di neve
contribuisce al benessere psicologico riducendo ansia,
depressione e senso di solitudine. Infine, l’attività sportiva contribuisce a evitare l’instaurarsi di comportamenti
sbagliati, come l’abitudine al fumo, all’alcol e all’uso di droghe.
Classificazione relativa al meccanismo energetico prevalente.
Da un punto di vista strettamente fisiologico, le attività sportive sono state classificate in passato secondo
modalità diverse, utilizzando uno o più parametri biologici. La classificazione più utilizzata nel nostro Paese è
stata senz’altro quella proposta da Antonio Dal Monte (1969), basata sulle prevalenti sorgenti energetiche
utilizzate nel lavoro muscolare (anaerobiche alattacide o lattacide, aerobiche). Anche se l’utilizzo principale di tale
2
classificazione rimane nell’ambito dello Sport agonistico, è utile conoscerne le caratteristiche per distinguere le
diverse modalità di impegno organico della prestazione umana (vedi Tab.2) e applicare le stesse considerazioni
alle Attività Sportive propriamente dette, cioè lo sport senza fini agonistici particolari.
Tab. 2
Attività ad impegno
prevalentemente aerobico.
Attività ad impegno
prevalentemente
anaerobico lattacido.
Attività ad impegno
prevalentemente
anaerobico alattacido (o di
potenza).
Attività ad impegno
aerobico-anaerobico
alternato.
Attività ad impegno
aerobico-anaerobico
massivo.
Attività di destrezza.
Attività ad impegno
combinato.
Qui sono comprese le discipline sportive la cui durata è superiore a 4-5 minuti e prevedono l’attuazione di movimenti
la cui intensità non risulta essere, per la massima parte della competizione, superiore alla quantità di “rifornimento”
energetico di tipo aerobico. A parità di efficienza del movimento, cioè di rendimento meccanico del gesto sportivo (che
in questo caso deve essere improntato a rigidissimi criteri di economia energetica), l’indice che più condiziona la
prestazione è la capacità di far pervenire alle fibre muscolari la maggior quantità possibile di ossigeno.
In questo gruppo sono classificate quelle discipline sportive che hanno una durata compresa tra i 20 ed i 45 sec.; tale
limite di tempo viene misurato in base alla quantità di lattato che l’atleta può accumulare, nonché alla velocità, cioè al
tipo e alla quantità di movimento che è in grado di compiere. In tale categoria sono comprese le attività che
coinvolgono in massimo grado gli elementi della macchina umana capaci di assicurare al sistema propulsivo (apparato
locomotore) la massima quantità di energia, senza ricorrere, o solo in modo modesto, all’apporto aerobico.
Qui sono comprese le discipline nelle quali il denominatore comune è la capacità di imprimere grandi accelerazioni, di
solito contro gravità, a una determinata massa, sia essa un attrezzo (lanci, sollevamento pesi) o il corpo dell’atleta (salti,
100 m piani). Le attività di potenza non dovrebbero sollecitare le capacità anaerobiche lattacide perché si dovrebbero
svolgere senza assunzione di debito di ossigeno lattacido. Tuttavia in test o nelle gare, si registrano incrementi di lattato
nel sangue. Il meccanismo energetico di tipo aerobico viene impegnato solamente per ristabilire le condizioni
metaboliche di base al termine dell’esercizio.
In questo gruppo sono comprese quelle discipline sportive che si basano sull’alternanza di fasi sub aerobiche,
aerobiche, anaerobiche e riposo. L’alternanza tra i diversi tipi di movimento prodotti può risultare casuale, come nei
giochi (basket, calcio, rugby, pallamano); codificata, come negli sport di combattimento che prevedono intervalli di
riposo, oppure prescelta in base a criteri biomeccanico-energetici, come accadeva nella specialità ciclistica della 100 km
a squadre, dove ogni atleta alternava periodi aerobico-anaerobico massivi e periodi aerobici sottomassimali di recupero.
Appartengono a questo gruppo quelle discipline sportive la cui durata è compresa tra i 40 sec. e i 4-5 miuti. Vi si
possono pertanto includere le attività i cui movimenti richiedono una grande potenza degli apparati di trasporto
(cardiorespiratorio) e, nello stesso tempo, un’altrettanta grande capacità di lavoro aerobico, rappresentato
essenzialmente dalla capacità di erogare energia mediante la via glicolitica, con notevole produzione di acido lattico. Tali
attività comprendono: alcune specialità di nuoto (100 e 200 m, tutti gli stili), di pattinaggio (velocità e mezzofondo), di
atletica leggera (400 ostacoli e 800 m), di ciclismo su pista (inseguimento), di canottaggio (k1, k2, k4, 500 m, 1.000 m,
canadese, c 2 1000 m), ecc.
Vengono definite di destrezza quelle attività che implicano la prevalente sollecitazione degli apparati sensoriali e che
richiedono atti motori estremamente precisi. In alcune attività oltre alla precisione e all’armonia è necessario un
rilevante impegno muscolare (tuffi, ginnastica artistica, scherma). In altre è l’efficienza psiconeurosensoriale la dote
principale per eccellere (automobilismo, equitazione, tiro a segno).
Vi rientrano tutte le attività sportive che, essendo composte di più specialità di diversa natura, non possono essere
classificate in un’unica categoria (decathlon, biathlon ecc.).
Classificazione relativa all’impegno cardiovascolare.
La presente classificazione risponde a finalità inerenti
Tab. 3
la formulazione, da parte del medico dello sport e del
FC
RP
GC
cardiologo, di un giudizio attendibile relativamente
Gruppo A
+
=
=/+
all’accertamento del rischio cardiovascolare. La
Gruppo
B
++/+++
=/+
=/+
classificazione delle attività sportive in relazione
++/+++
++/+++ ++
all’impegno cardiocircolatorio è basata principalmente Gruppo C
Gruppo
D1
+/++/+++
+/++
+/++
sull’analisi del comportamento di alcuni parametri di
Gruppo
D2
++/+++
=/+
++/+++
facile rilievo, quali la frequenza cardiaca (FC) e la
pressione arteriosa, da cui derivano tre indici fondamentali: resistenze periferiche (RP) e gettata cardiaca (GC).
Nella Tab. 3 e 4 sono riportati i criteri di valutazione del comportamento di FC, RP e GC che hanno permesso
di classificare le attività sportive in 4 gruppi fondamentali.
Tab. 4
Gruppo A:
Gruppo B
attività sportive con impegno
cardiocircolatorio di tipo
“neurogeno”caratterizzato da
incrementi principalmente della FC da
minimi a moderati (senza significativi
aumenti della GC) dovuti, soprattutto
in competizione, alla componente
emotiva.
Attività sportive con impegno
cardiocircolatorio di tipo
“neurogeno”caratterizzato da
incrementi principalmente della FC da
medi ad elevati e lievi della GC e delle
RP.
Bocce (raffa e petanque), Bowling, Curling, Birilli, Golf, Pesca sportiva (attività
marittime ed acque interne), sport di Tiro (tiro a segno, a volo, con l’arco, ecc.),
Caccia sportiva, Biliardo sportivo, Bridge, Dama, Scacchi.
Automobilismo (velocità, rally, autocross, regolarità, slalom nazionale, karting),
Aviazione sportiva, Equitazione, Motociclismo (velocità), Motonautica,
Paracadutismo, Pesca sportiva, Immersioni Apnea, Pesca subacquea, Foto e Video
sub, Tiro subacqueo, Vela.
3
Gruppo C
Attività sportive con impegno
cardiocircolatorio di tipo
prevalentemente
pressorio caratterizzate da FC da
elevata a massimale, RP da medie ad
elevate, GC non massimale.
Gruppo D1
Attività ad impegno
cardiocircolatorio da medio ad
elevato, caratterizzate da variabile
andamento della FC, della RP e della
GC.
Gruppo D2
Attività ad impegno
cardiocircolatorio da medio ad
elevato, caratterizzate da regolari
incrementi submassimali o massimali
della FC e della GC, e da ridotta RP.
Alpinismo, Arrampicata sportiva, Atletica leggera (velocità, lanci, salti, eptathlon,
decathlon), Bob, Slittino, Skeleton, Cultura fisica, Ciclismo (velocità, keirin,
mountain bike downhill, BMX), Ginnastica artistica, Motociclismo (motocross,
enduro, trial), Nuoto sincronizzato, Pesistica, Sci nautico, Sci slalom, Sci gigante,
Super G, Discesa libera, Sci alpinismo, Sci di velocità, Sci carving, Sci d’erba,
Snowboard, Salto, Surfing, Tiro alla fune, Tuffi.
Badminton, Baseball, Bocce (volo), Calcio a 5 e 11, Canoa polo, Football
americano, Ginnastica ritmica, Twirling, Hockey su ghiaccio, su pista, su prato,
subacqueo, Lotta, Judo, Karate, Taekwondo, Kendo, Wushu kung fu,
Pallacanestro, Pallamano, Pallanuoto, Pallapugno, Pallavolo, Beach volley, Polo,
Pugilato, Kick boxing, Rugby, Rugby subacqueo, Scherma, Softball, Squash,
Tamburello, Tennis, Tennis tavolo.
Atletica leggera (mezzofondo, fondo, marcia, maratona, ultramaratona, corsa in
montagna, corsa campestre), Biathlon, Canottaggio, Canoa olimpica, Canoa
fluviale, Ciclismo (inseguimento individuale e a squadre, corsa a punti, americana,
linea, cronometro individuale, mountain bike cross country, ciclocross),
Combinata nordica, Danza sportiva, Nuoto, Nuoto pinnato, Orientamento,
Pattinaggio sul ghiaccio, Pattinaggio a rotelle, Pattinaggio artistico ed altre
specialità di figure, Pentathlon Moderno, Sci di fondo, Triathlon, Wind surf.
Classificazione relativa all’incidenza traumatica e per la prevenzione.
Classificare le attività sportive in base alla frequenza degli infortuni può aiutare il preparatore fisico ad attivare
strategie di lavoro adatte a prevenire tali situazioni traumatiche o comunque a velocizzare i tempi di recupero
dell’infortunio. Esistono pertanto classificazioni di attività sportive relative agli infortuni più frequenti.
Nell’ambito, poi, della specifica disciplina si classificano i segmenti corporei maggiormente interessati in eventi
traumatici i quali saranno oggetto di attenzione per le attività di preparazione-prevenzione.
Mobilità articolare flessori coscia, flessori dorso e
quadricipite nel basket su 235 casi 14-16 anni
DISTRIBUZIONE % DEGLI INFORTUNI
SPORTIVI PER CLASSI D’ETÀ E
DISCIPLINA
classi di età
Sport
Basket
Calcio
Pallamano
Tennis
Pallavolo
Trekking
Arti marziali
Attrezzistica
Fitness
Jogging
Atletica leggera
Nuoto
Sci
Snowboard
Ciclismo su strada
Mountain bike
<25
26-45
46-64
63.4
52.0
60.8
9.5
44.2
17.8
47.3
92.4
43.4
15.1
89.3
53.7
38.1
79.0
43.8
91.0
29.2
43.9
35.7
42.6
45.4
25.3
47.8
5.4
35.8
56.8
8.5
31.4
36.5
19.2
49.7
6.5
7.2
4.0
3.3
47.6
10.2
30.4
4.5
1.8
14.3
27.8
1.8
14.1
23.6
1.6
6.3
2.3
65 e
oltre
0.2
0.1
0.2
0.2
0.2
26.6
0.5
0.4
6.5
0.4
0.4
0.8
1.8
0.2
0.3
0.2
tipo
3
5
1
4
2
% casi
media cm
Tibiotarsica scarsa
6%
7
18%
10%
-16
38%
20%
4.2
21%
25%
-3.9
17%
39%
-4.9
29%
FONTE: modello del giocatore di basket. C.so P.F. 2003
FONTE: elaborazione ISS 2002
Distribuzione degli
infortuni negli sport con
palla, 2007-2011.
In media 58749 infortuni l’anno.
Calcio
Pallavolo
Hockey
Pallacanestro
Pallamano
76%
8%
6%
5%
5%
Infortuni nel basket
Caviglia
38%
Ginocchio
26%
Schiena
17%
Spalle
11%
Altro
8%
FONTE: F.Cuzzolin.5° C.so P.F. 2008
FONTE: statistica LAINF, AINP e AID
Prof. Danilo Diana (2ª edizione - Agosto 2016)
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BIBLIOGRAFIA
1. DPR n.52 del 5/3/2013. Regolamento e organizzazione dei percorsi della sezione ad indirizzo sportivo del sistema dei
licei. GU n. 113 del 16/5/2013. Pag. 22.
2. http://www.ambrosiafitness.it/articoli/cardiologia/cocis%20gli%20sport.htm
3. http://www.starpix.it/download/IUSM2/Sport%20Individuali/Lez%202%20Classificazione.pdf
4. http://www.allenatoriassociati.it/public/file/4208teoria_sport.pdf
5. Medicina dello sport. Dal Monte e altri. 1969.
6. Pubblicazioni corsi P.F. Basket 2003 e 2008.
7. Nuova Atletica N. 185, mar-apr 2004, pag 26.
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