Libro dei pensieri

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Libro dei pensieri
ANED
Associazione Nazionale Ex Deportati Politici nei campi di sterminio nazisti
Sezione di Pisa
Gli interventi di ragazze e ragazzi , degli accompagnatori,
al ritorno dal Pellegrinaggio ai lager.
Anno 2003 – 58° Anniversario della Liberazione dei lager
ANED Associazione Nazionale Ex Deportati Politici nei campi di sterminio nazisti – Sezione di Pisa
Anno 2003 – 58° Anniversario della Liberazione
Teresa Mattei, per i giovani in difesa della Costituzione
Discorso di Teresa Mattei tenuto al campo di sterminio di MAUTHUASEN durante la manifestazione per il 58° anniversario della
Liberazione.
Sono qui come l'unica rappresentante della Costituente italiana vorrei anch'io dire Grazie a tutti Voi che siete venuti qui, e in modo del
tutto speciale ai ragazzi, ai giovani.
Ero giovane anche io, avevo 25 anni, quando sono andata a scrivere con gli altri la nostra, Costituzione e la nostra forza, le nostre
certezze venivano da questi luoghi, venivano da dove i nostri morti avevano testimoniato che la Giustizia e la Libertà sono più forti della
morte.
E noi speriamo che la vostra crescita ragazzi sia intimamente legata alla Carta costituzionale, e che essa non venga tradita, non venga
cambiata. Questo per un cammino sempre migliore e più moderno, tecnicamente si possono modificare delle cose, ma i Principi
fondamentali della nostra Carta non dimenticatevi che sono l'unica garanzia di vita democratica del nostro Paese.
E io, che non ho conosciuto questi campi di sterminio, sono stata massacrata, violentata dai tedeschi, dalle SS, ho perso un fratello e mio
padre in questa terribile guerra che abbiamo dovuto combattere.
Vorrei dirvi con le parole di Pietro Calamandrei incise sulla tomba dei fratelli Rosselli "Qui giacciono Nello e Carlo Rosselli, Giustizia e
Libertà per questo morirono, per questo vivono". Noi disse pensiamo a coloro che sono morti pensiamo che sono più vivi di noi,
pensiamo che sono i nostri testimoni che non si vedono ma che si sentono.
E qui l'urlo silenzioso di tutti i morti che sono stati determinati dal fascismo, dalla guerra, dalle ingiustizie, possono essere il nostro urlo,
un urlo di pace ma anche di costruzione di una società nuova. Non possiamo vivere in una società vecchia con delle basi vecchie. E le basi
nuove, Ragazzi, siete voi!
Siete la nostra speranza, questa è la mia speranza. Grazie
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PRIMO GRUPPO
Sono Massimo,
credevo che le cose vissute in questi giorni avessero scatenato tante emozioni e questo colloquio che c'è stato lo ha mostrato. In tante maniere ognuno di
noi ha dimostrato ciò che aveva dentro con le proprie emozioni e i propri pensieri chi con gli occhi, chi l'ha fatto con le lacrime, anche represse, c'è chi
l'ha fatto con lacrime manifeste.
Ed è una grande vittoria io credo di essere uomini quella di poter esprimere appunto della fede e di poter esprimere le nostre emozioni di poter
confrontarci cogli altri pur rispettandoli.
Sicuramente da oggi in poi saremo diversi, sicuramente ognuno di noi si sentirà diverso non più come era partito cinque giorni fa, ma con qualche cosa
che dentro mi ha scatenato tanta voglia, tanti desideri, tanta confusione, tanta rabbia e sicuramente è diverso da quando è partito. Anch'io vi ringrazio
nonostante tutto quei tre puntini miei, nonostante tutto, perché so che sono stato a volte duro, a volte non credo scortese ma comunque deciso, si,
sicuramente.
Avevo ed ho un obbligo morale mio di grande rispetto per Italo per gli altri che mi hanno sempre detto con il loro sguardo con le loro azioni, di
continuare e fare queste cose con quell'ordine che credevano che fosse necessario. E io cerco di rispettarlo anche purtroppo qualche volta contro di voi,
far rispettare gli orari per far rispettare ogni cosa che contribuisse, in questi purtroppo stringati cinque giorni, che potessero essere 6,7,8 forse sarebbe
meno duro e mi scuso con voi se sono sembrato scortese.
Gli obblighi e responsabilità che abbiamo anche noi sono di ordine generale, però sentendo e avendo sempre presente le vostre personali esigenze nel
limite in cui queste esigenze ci vengono trasmesse noi cerchiamo di rispettarle, io cerco di rispettarle, ed ho cercato. Mi scuso se sono stato a volta
creduto scortese. Una cosa un ragazzino ha detto siamo tutti più amici, vorrei voi lo foste anche nei miei confronti. Grazie
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Mi chiamo Lucia Tamburini
sono una insegnante di Volterra dell'istituto Carducci, con me alcuni ragazzi che hanno fatto questo esperienza. Devo dire che non è la prima volta che
partecipo non tanto pellegrinaggio, ma un viaggio guidato ai campi di concentramento, sono già stata a Mauthausen due anni fa e l'ho fatto volentieri
questa esperienza perché ora soprattutto che è finita mi sono resa conto che c'è stato un grande coinvolgimento emotivo da parte di tutti, perché come
diceva giustamente la signora Martelli chiaramente alla prima anche Massimo è un momento particolare della nostra storia questo, in quanto si sta
parlando anche di rivisitare la storia. Rivisitare la storia significa come si dice le nostre parti, io sono di Volterra, fare di tutte le erbe un fascio.
Purtroppo il fatto è questo che i caduti, ognuno piange i suoi caduti, ma i valori non si possono dimenticare. Quindi, quando si parla, questo ha detto ieri
mi pare Paolo, quando si festeggia il 25 aprile questa data ha un senso non si può misconoscere che sia una data importante. Come parlare e far
conoscere quello che è stato il passato e i campi di concentramento sono una tragica dimostrazione di quanto l'uomo, che fondamentalmente è un
animale, arrivi a fare cose veramente atroci. Quindi questa testimonianza viva, vissuta, diretta non fatta attraverso un libro di storia non guardando un
documentario, è importante perché i testimoni che ormai hanno una certa età, io conosco personalmente la signorina Millu, che è una ebrea, ha
insegnato a Volterra sono persone che hanno ottant'anni, che sta a noi, a voi soprattutto che siete più giovani, prendere questo testimone, portarlo
avanti.
Perché la gente sappia dall'emozione, dall'esperienza diretta, dall'aver visto, perché noi abbiamo visto questi campi ma chissà se domani questi campi
rimarranno lì come testimonianza, che sono state tante discussioni sul castello di Harteim, perché qualcuno diceva che insomma non sembra quello, non
ha un impatto emotivo forte, tutto bellino pulito. È bene che la gente vada, veda, si confronti, che senta col cuore cose che purtroppo possono sembrare
diversamente un passato da dimenticare. Un'ultima cosa passando da quei giardini così perfetti ad Ebensee l'altro giorno, ero con Cristina una ragazza
del mio gruppo, che abbiamo notato dei fiorellini celesti dalle nostre parti, il nome scientifico non lo so, li chiamiamo non ti scordar di me, l'ho notato e
Cristina mi ha detto: “ professoressa guardi sembra quasi che vogliono dire qualcosa. L'uomo in questa terra che sembra voler dimenticare, forse ha
anche non dico con ragione, ecco ci sono questi fiori, quasi che la natura volesse dire non ci scordate qui sotto di noi c'è stato un dramma ci sono
persone morte”, non ce lo dimentichiamo.
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Sono Daria,
e vengo da Terricciola e volevo semplicemente dire che tante delle cose che volevo dire sono già state dette in questi giorni. Ma volevo dire una cosa in
particolare spesso ci viene detto da dei ragazzi che il futuro è nelle nostre mani è difficile cambiare il mondo è quasi impossibile se non cambiamo prima
dentro noi stessi perché è inutile...... tornando da questo viaggio diciamo sì, siamo tutti uguali diciamo ogni uomo ha diritto alla vita e poi andiamo negli
stadi a picchiarci è inutile che i valori, i diritti umani, descritti anche in una costituzione che vengono così violati e non c'è nessuno che li difende. Porto
un esempio perché gli ebrei hanno capito cosa vuol dire soffrire però in Palestina stanno facendo tanti danni e stanno uccidendo persone come tanti altri
hanno ucciso loro. E allora! L'uomo non impara mai ma questo non dev'essere vero e noi dobbiamo impegnarci perché l'uomo inizi a imparare.
Io sono Martina
e vengo da Castelfranco di sotto io non sono arrivata prima, ma la bambina che doveva venire al posto mio si è ammalata, io tra virgolette sono contenta
che si sia ammalata perché ho potuto vedere e capire quello che ho visto; cioè mi dispiace che si sia ammalata lo dico, però sono contenta di essere
venuta qua perché ho capito molte cose, molte di più di quante avevo capito prima e sono contenta di essere stata con voi.
Mi chiamo Isotta
e volevo dire che questo viaggio, detto tra virgolette, mi è piaciuto molto però ho trovato veraramente schifoso le cose che sono stati capaci di fare a
degli esseri umani e devo essere sincera anche un po' spaventato più o meno il discorso che ha fatto Daria. Perché al giorno d'oggi, cioè noi oggi diciamo
queste cose non sono giuste perché tutti noi siamo uguali uno è alto, uno biondo un'altro ha gli occhi azzurri è uguale però ognuno di noi vale qualcosa.
è impossibile pensare dopo aver visto una cosa del genere che al giorno d'oggi stanno buttando bombe in Turchia non ho capito cosa vuole fare Bush,
stanno succedendo delle cosa assurde oppure adesso non mi viene il nome, non Bin Laden no.... Sadam ho sentito dire che ha distrutto il suo popolo ha
fatto delle cose simili ai nazisti cioè roba da matti ecco quel che vi volevo dire è che noi non è che noi siamo un numero cioè l'Italia, l'Europa, però anche
noi nel nostro piccolo, ognuno di noi dovrebbe cercare, cioè di non votare per esempio Berlusconi, lasciamo perdere Berlusconi!
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Rispettare l'ambiente è cercare di aiutare gli altri in qualsiasi modo, cioè io non vi voglio dire adesso tutti fuori a donare cinquecento milioni a quelli che
stanno sotto la guerra però nelle piccole cose per esempio c'è un barbone nella strada gli dò 5 euro e qualcuno, un amico ha bisogno di una mano e io
l'aiuto cioè dare l'esempio in poche parole dare l'esempio a tutti a quelli che conosciamo ai parenti, agli amici, ai conoscenti, ai compagni di scuola a
tutte le persone che non hanno un comportamento corretto, giusto anche nel loro piccolo io per es. ho una amica che è un po' isterica e allora non lo fa
apposta ma risponde in certe maniere che fa paura, ma fa paura!
Ecco dare l'esempio a queste persone che ci sono modi e modi per comportarsi con la gente, e questo farlo vedere noi come popolo italiano, educare un
pochino quelli lì che stanno in politica, ricordandogli ciò che è stato. Grazie.
Io sono Martina
e vengo da Bientina, prima di venire qui era un po' spaventata al pensiero dei luoghi degli oggetti delle cose che abbiamo visto però poi vedendoli
riflettendo su quello che ho visto ho provato delle forti emozioni e anche ascoltando le testimonianze degli ex deportati ho appreso un insegnamento che
mi rimarrà nel cuore che a tutti dovrebbe essere chiaro. Grazie
Sono Elisa Baccini
e vengo da Bientina io volevo dire che io prima di venire qui ho fatto un tema a scuola, e questo tema ci chiedeva di esprimere quello che si provava
verso quello che è stato commesso contro tutti questi ebrei e deportati politici e tutti
Ecco i ho fatto questo tema ma non ero realmente coinvolta in questa cosa invece dopo essere venuta qui ho capito veramente quello che è stato Grazie a
tutti loro che ci hanno fatto commuovere è stato molto grande per me... tanto! Grazie
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Io sono Francesco Pacini
e vengo dalla scuola di San Giuliano Terme come Isotta. Innanzitutto volevo dire che questa esperienza mi ha fatto maturare e crescere dal punto di
vista morale prima di venire qui ho sentito ragazzi parlare di quel che è stato come di una cosa che ormai va dimenticata come se fosse solo passato io
invece con questa esperienza ho capito che quello che è stato è passato è presente e che sarà futuro finchè tutti i popoli non riescono a trovare accordi
pacifici e non imparano a rispettare le culture gli uni degli altri. Questa esperienza per me è stata molto bella perché io non sono in terza penso di essere
il più piccolo tra tutti voi sono in seconda sono venuto per via che sono il sindaco di ragazzi di San Giuliano Terme e quindi non ho ancora studiato cosa
sono i campi di concentramento ma tutti penso che sappiamo le storie tremende e le stragi naziste.
Grazie
Ciao a tutti sono Massimo Lombardo,
sono assessore al Comune di Lari per me questa è stata un esperienza così successiva ad altre, cioè che ho già fatto. Come diceva Daria si può correre il
rischio effetivamente di ripeterci, ma in questo caso sono convinto che mai parole uguali, o sentimenti uguali potranno disturbare o potranno correre il
rischio di essere ripetitive, perchè è importante proprio quello che sta avvenendo, è importante che tutti noi ci si ripeta e si ripeta, e si riesca a
trasmettere agli altri, quello che si è provato e quello che si sta dicendo le parole bellissime che ho sentito dire da questi ragazzi, quello che ho sentito
durante il pellegrinaggio, sono enormi sono meravigliose. Ecco perché credo che ci sia davvero la speranza, ci sia veramente l'opportunità di poter
mettere innanzitutto un argine all'arroganza di chi ha fatto, di chi ha commesso tutto questo; di chi vorrebbe modificare la storia, cancellare la storia. Io
termino qui, con una richiesta, anche per altri rappresentanti delle Amministrazioni. Noi dovremo riuscire a permettere, a consentire a un maggior
numero di ragazzi e ragazze delle nostre scuole, di partecipare. Trovando sistemi diversi, trovando soluzioni diverse, ma dobbiamo per forza di cose
impegnarci a livello istituzionale per aumentare il numero dei ragazzi, perché il futuro dipende da loro.
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Ciao a tutti io sono Diletta
delle scuole di Pisa le Carducci e credo che quest'esperienza mi è servita molto soprattutto per trasmettere agli altri quello che davvero è successo negli
anni passati
Io mi chiamo Graziella Rossi
sono dell'istituto comprensivo di Vicopisano anch'io come molti ragazzi avevo già letto libri e cose sul nazismo ma mai e poi mai avrei creduto di vedere
le cose che abbiamo visto che effettivamente sono allucinanti.
Hanno cercato in tutti modi praticamente queste, non posso chiamarle persone, le ss di togliere la solidarietà hanno cercato di umiliare in tutti modi le
persone libere che si opponevano a loro di togliere di mezzo tutti quelli che si opponevano e anche tutti quelli che potevano in qualche modo dargli noia.
Ecco quello che volevo dire, le persone che sono qui Paolo e la sorella che hanno avuto un'eredità dal loro padre che è uno dei pochi che sono rimasti,
perché ne sono morti tantissimi ci hanno portato a questa esperienza e vogliono ché noi si faccia sapere a tutti gli altri quello che abbiamo visto; vogliono
che noi anche tra dì noi impariamo a comunicare a parlare ad essere solidali ad aiutarci l'uno con l'altro e a sconfiggere tutto quello che è brutto. Volevo
dire anche questo che il nostro governo adesso vuole fare una revisione dei libri di storia perché dicono che sono troppo di parte ecco a noi a volte a
scuola arrivano delle circolari dove si dice che ci saranno dei tagli per i bimbi handicappati, sugli insegnanti di sostegno perché si cerca sempre di
colpire i più deboli di togliere a chi non si può difendere più di tanto quindi noi dobbiamo cercare di opporci a queste cose cioè queste testimonianze
devono rimanere.
Io sono Martina,
e vengo dalla scuola media di Calci.
Innanzitutto volevo ringraziare la famiglia Geloni e tutte le persone che hanno fatto possibile che noi ragazzi abbiamo quest'esperienza che siamo riusciti
a viverla. Purtoppo come dicevano ci sono tante scuole che non partecipano che secondo me questo è molto grave perché si perdono tante cose, perché i
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libri di storia non insegnano tutte queste cose bisogna viverle queste esperienze. Mi ha dato molto noia sinceramente sia al castello che al campo di
concentramento vedere come una sorta di menefreghismo da parte delle persone tedesche, come volere scordare quello che hanno fatto. Per questo
volevo ringraziare i deportati che sono rimasti che sono riusciti a dire le loro emozioni perché deve essere stato anche per loro molto difficile rivivere le
proprie emozioni con pianti e quindi volevo ringraziare tutti.
Ciao a tutti io mi chiamo Alessia,
e vengo dalla scuola media di Vicopisano.
Innanzitutto volevo ringraziare tutte le persone che hanno contribuito a questo viaggio perché mi hanno fatto veramente capire che nel mondo ci sono
anche delle persone che lottano per degli ideali io penso che queste persone devano essere ammirate e sull'esempio di queste persone ci possiamo
comportare in modo da costruire un mondo migliore basato sulla fraternità e sull'uguaglianza di tutti.
Grazie
Sono Daniela
vengo dalla scuola di Terricciola, volevo dire che per me è stato molto importante vivere quest'esperienza perché anche se prima a scuola avendo
studiato quello che è successo pensavo di sapere più o meno quello che avevano vissuto quello che era successo.
Invece quest'esperienza viverla così direttamente mi ha fatto capire quello che hanno passato veramente quelle persone anche se non si potrà mai capire
bene bisogna sempre trovarcisi nelle situazioni, mi sono resa conto che comunque c'è qualcosa di più di quello che si pensa normalmente e quindi che è
molto importante anche l'informazione se non si sa quello che è successo nel passato non si può migliorare il futuro.
Penso che questi sono i discorsi e che più o meno facciamo tutti, penso che siano le emozioni e i pensieri che abbiamo tutti quanti.
Volevo ringraziare tutti quelli che ci hanno permesso di vivere quest'esperienza perché comunque come hanno già detto tante altre persone nel nostro
piccolo possiamo fare qualcosa per migliorare questo mondo. Grazie.
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Io sono Alessandro
vengo dalla scuola media di Calci e tempo fa lessi il libro di Primo Levi una cosa che mi colpì fu la sua paura di non essere creduto mi sembrava
impossibile dato che avevamo tutte le prove i campi di concentramento nazisti però venendo qui mi sono un po' ricreduto ho visto cose alle quali non
riesco ancora a credere appieno.
Tutta la macchina della Germania, tutti i modi per distruggere la persona, faccio un po' fatica a crederci siamo in un periodo dove il più forte vuole
imporre la sua idea e l'unico modo che abbiamo per opporci per trarre da quello che abbiamo visto qualche motivo di maturazione è opporci tenendo
fede alle nostre idee, alle nostre convinzioni.
Io sono Giulia,
e vengo dalla scuola media di Calci per me è abbastanza difficile parlare davanti a tutti voi perché sono una persona molto molto vergognosa però due
anni fa è venuta la mia manna mi ha raccontato di questo pellegrinaggio come di una cosa molto interessante e bella, tra virgolette, e quindi quest'anno
che sono in terza media ha pensato di mandarmici me e quando me lo raccontava lei non sapevo, così, rendermi conto di quel che era stato ora dopo che
ho passato questi cinque giorni con voi ho capito davvero cosa è stato capace di fare l'uomo.
Vorrei dire il solo un Grazie a tutti voi
Ciao io sono Barbara Frosini
del comune d Bientina sono un assessore alle politiche giovanili. Ci sono tante cose che sento che ho sentito in questi giorni, la prima cosa che mi ha
colpito e che penso profondamente è che l'educazione cioè la comprensione delle cose non è mai così profonda se passa soltanto da un canale che è quello
del pensiero pensa debba passare anche dal canale emotivo dall'emozione perché l'apprendimento di tutto avviene profondamente con le nostre
emozioni. Quindi questo viaggio a me personalmente ha permesso di capire questi eventi, quello che è successo nella storia e l'emozione mi ha concesso
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una comprensione maggiore e penso questo a tutti voi.
E quindi già di questa io ringrazio chi ha realizzato questo viaggio perché penso che sia veramente educativo per tutti; non solo per voi che siete giovani,
perché l'educazione non cessa mai, è una cosa permanente, ci si forma finché non si muore Quindi penso che questo processo educativo valga anche per
noi grandi. Questa è una cosa l'altra che mi colpiva è stata proprio la storia delle persone, cioè noi viviamo anche dai libri di storia quando studiamo,
sentiamo l'Olocausto e tutto ciò che è stato nei campi di sterminio come un evento che ha coinvolto migliaia e migliaia di persone e spesso il rischio è
dimenticarsi le persone singole cioè le singole storie e le singole emozioni e le singole sofferenze delle pesone; e questo io credo sia un valore importante
cioè non dimenticarci che nei gruppi, nelle società, nelle comunità ci sono gli uomini e le donne, i bambini e le bambine, e sono proprio valori secondo me
importanti perché sono valori che riguardano la persona la sua specificità, nella sua individualità e questo è molto importante.
Quando abbiamo visto il filmato vedevamo quanta sofferenza scaturiva dalle parole di Italo Geloni nei suoi racconti nel ricordare qualcosa che aveva
dentro però anche quanta solidarietà c'era stata ecco il valore costruttivo, vedere il positivo la solidarietà umana la solidarietà dell'altro nella sofferenza
è una cosa che nessuno può togliere è questa la forza che noi dobbiamo avere dentro quando combattiamo per i nostri valori, dobbiamo avere quel
germe di pace dentro di noi quel germe dell'interessamento all'altro, perché se noi veramente abbiamo questo abbiamo l'umanità perché
l'interessamento nell'altro è il prima germe della pace ed è una cosa che si può sperimentare tutti giorni perché se io accanto a un banco non vedo solo lo
scolaro ma vedo anche la persona, se io insegnante se io assessore se io lavoratore quando sono a lavorare non vedo solo il mio collega ma vedo la
persona l'uomo e la donna in quel momento io posso veramente pensare di costruire la pace.
E la pace si costruisce nelle piccole cose perché se non sono poi le piccole prove a non aver attenzione poi il rischio è che poi nelle grandi cose ci si perde
allora quella donna che ha dato quelle patate ha perso la vita e l'ha scelto di dare quelle patate in quello è un eroe perché non è rimasta indifferente di
fronte alla sofferenza ha visto nel passare di quegli uomini la sofferenza ed è questa secondo me la grossa eredità che ci hanno dato l'abbiamo visto
anche ieri quando tutte le nazioni hanno sfilato.
Cioè l'importante, l'importanza di essere solidali, cioè solidi e solidali, solidi come certezze interiori e solidali nell'azione quotidiana cioè di tutti giorni.
Grazie
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Io sono Cristina
da Volterra è la prima volta che partecipo a questo pellegrinaggio. Innanzitutto vorrei ringraziare tutte le persone che sono state dietro, che hanno
organizzato tutto, che sono riuscite veramente a trasmetterci dei grandi valori. Anche l'ultimo campo che abbiamo visitato mi ha trasmesso un solo,
unico pensiero; che l'uomo è veramente riuscito a toccare il fondo in queste situazioni. Purtroppo queste situazioni si stanno ripetendo e mi dispiace
veramente tanto che l'uomo alla fine non ha saputo imparare niente dalla storia. Però credo anche che vedendo i miei compagni che il messaggio è
arrivato e spero che tutti lo possiamo manifestare anche nel nostro piccolo quotidiano non con tanti gesti ma con piccole parole per riportare veramente
questo messaggio di solidarietà, pace che scaturivano dalla terra di quei campi. Grazie
Io sono Pierluigi Chelossi,
sono il vicesindaco di San Giuliano Terme anche per me è la prima volta che venga direttamente qui, alla visita dei campi di concentramento, dei campi
di sterminio. E' un esperienza che veramente sotto l'aspetto emotivo coinvolge e credo che sia più che naturale questa cosa, credo che però da
quest'esperienza debbano trarsi fuori delle conclusioni, cioè qual è messaggio che ci viene da questo momento della storia che non è il solo e che non sarà
l'ultimo. Credo che il tentativo l'avete sentito più volte, come l'ho sentito io, è quello prima di tutto di cercare di isolare cercando in qualche modo di
impedire la solidarietà tra le persone che è un fondamento essenziale della convivenza. Ho visto questa mattina quella bimba che purtroppo aveva
purtroppo avuto un incidente quanta solidarietà ha avuto dalle proprie compagne, questo è ora un parallelo e un sentimento che si aggiungeva a quello
che abbiamo vissuto, purtroppo molto grave ma che dà la dimensione di quanto possiamo vivere in maniera solidale tra tutti io credo che i messaggi che
anche oggi arrivano e non sono di violenza fisica ma sono di violenza e di contrapposizione non tanto di una discussione di idee ma di impedire a coloro
che la pensano in modo diverso di potersi esprimere o comunque rendendoli in qualche modo impotenti nella loro attività. Quindi bisogna stare molto
attenti credo fondamentalmente i messaggi che ci arrivano sono quelli di tranquillità di sicurezza cioè i messaggi che dicono non vi preoccupate, ci
pensiamo noi, questa credo sia la parte più pericolosa di questa situazione. Nessuno si deve sostituire a noi, noi dobbiamo essere i protagonisti e portare
il nostro messaggio cercando di creare del consenso, e cercando di gestire la nostra vita con i valori che che sono quelli fondamentali, della pace, della
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solidarietà, della giustizia che in questi giorni sono stati in qualche modo detti da tutti. Quindi io credo che dobbiamo da questo viaggio trarre questa
conclusione, dovete associarvi fare ognuno per le proprie idee trovare un modo per essere insieme per discutere dei problemi che sono forse
apparentemente più grossi di voi ma non è ma il tempo, così non ancora maturo per discutere di problemi bisogna allenarsi quotidianamente e portare
avanti le nostre idee con il massimo della convinzione, con il massimo della nostra concentrazione e senza aver paura. Credo che questo sia l'unico modo
per isolare queste persone, che poi è vero si dice sono animali, si sono animali ma gli animali non arrivano a certe nefandezze a certe cose di questo tipo.
Forse è l'uomo proprio! Grazie
Io sono Sara e vengo da Volterra.
Una cosa che mi ha colpito molto è il comportamento dei deportati. Nel senso che loro in mezzo alla sofferenza estrema, alla perdita della dignità, alla
perdita di tutto, sono riusciti a trovare un appiglio per esempio nella religione quando facevano con oggetti molto semplici, con quello che trovavano,
qualche oggetto sacro. Inoltre cercavano una consolazione in qualche modo poi anche nella solidarietà per gli altri, per qualsiasi cosa, per dare....
Non c'era tutto quell'egoismo, magari anche con gesti semplici, che potevano aiutare una persona che sta veramente male. Grazie
Salve io sono Filippo Micheletti
sono dell'ITI di Pomarance, non è la prima volta che vengo quassù. Io penso che aldilà di quello che hanno provato i deportati che sarà sempre
impossibile per noi capire fino in fondo. Quello che deve comunque arrivarci da questo viaggio è un'impressione di libertà di pensiero, come diceva
appunto quella ragazzina l'altro giorno al campo di Ebensee, mi colpì molto il discorso che fece. Sicuramente fondamentale la libertà di pensiero e
questo sopratutto alla luce degli avvenimenti che ci sono costati negli ultimi tempi non solo internazionali, ma anche quello che è successo vicino a noi
come a Verona, che s'è visto uccidere un ragazzo perché frequentava i centri sociali, o dove si vedono scritti dei cartelli dentro nei negozi, "qui non si
ammettono extracomunitari" Dobbiamo pensare veramente a quello che sta succedendo e cercare di capire, cercare di impedire che si ripeta quello che
è successo appunto per il razzismo. Grazie.
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Allora io mi chiamo Giovanni
sono dell'ITI di Pomarance, e devo dire che anch'io è la seconda volta che vengo qui. Sono già stato qui l'anno scorso in una gita di classe e all'inizio
aveva un po' di timore a tornare in questi luoghi, perché la gita mi aveva segnato. Dopo esserci tornato, devo dire però, che questa gita è stata molto più
intensa, più vissuta perché ci ha fatto capire veramente, cioè quali valori ci hanno trasmesso questa gente.
Quindi anche per questo voglio dire a tutti, e anche alla comunità dei sindaci, degli assessori, cioè se possono che un viaggio nei campi di
concentramento per dei ragazzi è fondamentale per la formazione di un ragazzo e deve diventare quasi una cosa obbligatoria. Tutti i ragazzi, cioè
soprattutto delle scuole superiori, devono venire quassù per capire e per prevenire che si possono ripetere queste cose. Grazie
Mi chiamo Giada,
vengo da Volterra dall'istituto Carducci. Credo che questa esperienza ci abbia dato molti valori che fanno parte del nostro bagaglio personale; e credo
anche che questo viaggio deve essere fatto non solo dai giovani che devono imparare, ma da persone di tutte le età, perché non si smette mai di
imparare. Poi mi ha colpito molto l'indifferenza, cioè nelle persone che abitano dove c'erano i campi di concentramento, perché lì non ci sono stati
internati solo persone polacche, italiane, francesi, ma anche dissidenti del regime nazista, quindi anche loro connazionali hanno patito hanno sofferto, e
queste indifferenza e non lo sò.....
Un'impressione brutta che mi ha colpito. Grazie
Francesco
della scuola media di Lari, credo che per esprimere quello che abbiamo visto non ci siano parole. Anche quando ho visto dei miei amici che sono venuti
quassù negli scorsi anni, mi dicevano che ci siamo proprio accorti a che può arrivare il genere umano. Io vorrei correggere questa affermazione, perché
credo che sia le ss, la ghestapo, o chiunque abbia fatto ciò che è successo in questi campi, non sia umano e credo non sia neanche bestia perché credo che
anche le bestie si vergognerebbero a fare quello che è successo. Grazie
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Io mi chiamo Gloria
sono insegnante in due scuole diverse a Pontasserchio e a San Giuliano.
In questi giorni la parola che ho sentito più frequentemente è stata la parola memoria. Ecco volevo far riflettere i ragazzi su quante volte anche noi
insegnanti utilizziamo questa parola, impara questa cosa a memoria, oppure nel linguaggio giovanile, il mio computer ha più memoria della tua, cioè è
una parola fortemente utilizzata. Vi siete resi conto cosa vuol dire memoria in questo contesto. Memoria vuol dire rivivere nel presente un'azione del
passato, cioè riprovando le sensazioni di tutto quello che c'è stato precedentemente. Fissatevi solo queste due parole.
Io sono Cinzia Bachi,
un insegnante della scuola media di Lari, ed è la seconda volta che vengo qui. Inutile dire delle emozioni, delle cose che sono già state dette da tutti,
l'importanza di questo viaggio della memoria. Io dico una cosa sola che questo viaggio a me, e anche ad alcuni alunni che conosco particolarmente è
servito anche proprio per scoprire altri valori che magari abbiamo dentro, ma che non conosciamo bene. Come ad esempio l'amicizia, noi siamo partiti
da qui, da Pontedera e nemmeno ci conoscevamo, ora tutti gli alunni si sono scambiati tra loro i numeri di cellulare, hanno già detto che si ritroveranno.
E questo, secondo me, è una cosa proprio importante perché magari, appunto, massacrati, bombardati dai mass media, dal computer ci dimentichiamo
proprio del compagno di banco oppure è difficilissimo, questo si vede proprio noi insegnanti, quanto proprio collaborare tra compagni di classi diverse,
invece qui si scopre il vero valore dell'amicizia Noi qui ci siamo sentiti quasi nel bello, come in una baracca e siamo diventati subito tutti amici aldilà di
dove sei. Per questo un ringraziamento a Paolo a Laura, a tutti.
Io sono Lisa
e vengo dalla scuola di Orentano, io ho capito cose che credo sia impossibile capire dei libri. Una cosa che mi ha stupito di più come abbiamo visto a
Ebensee, che in molte persone adesso abitano nelle proprie case, pur sapendo che ogni giorno calpestano e scherzano su quei terreni dove molte persone
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hanno sofferto e sono morte. Grazie a tutti
Io sono Manuela
e vengo dalla scuola di Castelfranco. Io volevo dire come già è stato detto che non ho parole per descrivere quello che è successo. Ma proprio per questo
penso che tutti come è successo questo anno e negli anni passati, dobbiamo trovare la forza di rivisitare questi luoghi, e ricordare ciò che successo non
dimenticare ciò che è stato strappato a milioni di persone. Grazie
Io mi chiamo Giulia
e vengo dalla scuola di Lari. Cioè ora non riesco a trasmettere quello che ho provato però la mia impressione almeno sulle case che sono state costruite
sui campi è questa; secondo me possono costruirci anche grattacieli quel che vogliono, ma quello che è stato, almeno io lo porto nel cuore e non lo
dimenticherò mai Grazie
Io sono Giulia
e vengo dalla scuola di Castelfranco di sotto. Innanzitutto volevo ringraziare tutti coloro che mi hanno permesso di vivere questa bellissima esperienza,
la quale mi ha fatto capire immedesimandomi tutto quello che hanno provato questi deportati in questi campi di concentramento e mi ha fatto anche
capire fino a che punto possa essere arrivato l'uomo in questa circostanza Grazie
Io sono Francesca
e vengo dalla scuola media di Vicopisano. Io volevo ringraziare particolarmente Laura e Paolo che con la loro testimonianza c'hanno fatto capire dei
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valori molto importanti. E spero che queste cose che sono avvenute non avvengano mai più. Grazie
Io sono Veronica
e vengo da Castelfranco di sotto.
Quello che provo e ho provato e già stato detto in parte da tutte le altre ragazze e quindi non stò a ripeterlo. Dico solo anch'io che non ci sono parole per
esprimere questo. Tutto ciò si può esprimere solo con il volto dei morti e con la sofferenza degli uomini. Ringrazio tutte le persone che mi hanno
permesso di vivere questa esperienza e ringrazio tutte le amiche che mi sono fatta questi giorni.
Grazie
Io sono Elena,
e vengo dalla scuola di Orentano.
Sono contenta di aver fatto questo pellegrinaggio perché mi ha fatto crescere moralmente e anche sapere che queste cose sono realmente successe. A me
mi ha dato noia che le persone se ne fregano di queste cose e che facciano delle case su questi territori, sapendo che su questi territori ci sono sparse le
ceneri di persone che hanno realmente sofferto e loro se ne fregano. Poi io sono anche un po' dispiaciuta che queste cose siano state ristrutturate perché
non si prova più il brivido, non si può capire come eranno prima. Invece ora sono state ristrutturate cioè nel castello di Harteim, ad esempio, ci
abitavano delle persone, è stato ristrutturato e non si può capire come era. Grazie
Io sono Matteo
di Bientina e credo che questo viaggio mi abbia fatto molto bene. E credo che tornerò a Bientina molto cambiato. Io direi di fare un grande applauso a
Paolo, a Laura, ma specialmente anche a Italo perchè se non era per loro noi non saremmo qui.
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Sono Sergio
di Terricciola della scuola media di Terricciola, sono di Lari sono insegnante della scuola media di Terricciola, credo che Terricciola sia una delle scuole
in pole position dal punto di vista dell'adesione e partecipazione a questo pellegrinaggio. Abbiamo deciso di ruotare tutti gli insegnanti del collegio di
classe, per vivere questa esperienza. Io quest'anno mi sono offerto volontario, e devo dire che ho fatto una buona scelta.
Io sono nato negli anni '50, subito dopo la guerra, per cui ho avuto un'educazione diretta da parte dei miei genitori a vivere gli orrori del fascismo. I
miei genitori mi hanno anche educato a contrastare tutte quelle politiche di egemonia che per affermare il loro potere si lasciano dietro un numero
innumerevole di morti. L'emozione che ho provato è unica perché va aldilà di quello che la storia mi ha insegnato negli anni di studio. Voglio ringraziare
i fratelli Geloni perché non so se se ne rendono conto, ma senza altro nei loro cromosomi hanno un cromosoma in più; il cromosoma della memoria del
loro babbo della vita che ha trascorso con questa esperienza drammatica. E sinceramente Grazie ce l'avete trasmessa in modo viscerale è un patrimonio
che non voglio dire che vi invidio, cioè lo posso dire che vi invidio perché potete trasmettere a molte persone questa esperienza e queste sensazioni, che
magari non ci riescono i libri di storia. Infine un'altra cosa non ci illudiamo che queste situazioni di atrocità verso fratelli siano finite nel mondo; in
televisione spesso nel centro Africa si vede sulle strade cadaveri di persone, di esecuzioni sommarie molto probabilmente perché anche questi erano
contro quel potere che in questo momento c'e in Africa, oppure in certe nazioni del centro America per cui non pensiamo solo alla memoria di una cosa
che è passata e che nessuno vuole.
Pensiamo anche a chi la sta vivendo quotidianamente in questo momento nel mondo. La memoria va allargata anche al futuro non solo al passato.
La memoria del passato certamente ci dà possibilità e dobbiamo avere questa necessità di guardare anche al futuro non pensiamo solo al passato. Grazie
Ciao, io sono Debora Pelusi
vengo da Lorenzana sono consigliera nella mia amministrazione.
Volevo dire che siamo partiti da Pisa per questo piccolo ma intenso viaggio, e che attraverso le parole, le lacrime degli occhi di Paolo e Laura abbiamo
capito il messaggio. L'abbiamo capito e io personalmente ho capito quando ho visto dei ragazzi provati emotivamente, dei ragazzi piangere, e credo che
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non se lo scordaranno mai. Non se lo scordaranno mai e anche se poi qualcuno avrà la presunzione di cambiare la storia, comunque noi abbiamo visto,
abbiamo sentito, attraverso le testimonianze e non ce lo dimenticheremo. Io confido in questi ragazzi e ci credo.
Sono Rocco
volevo fare una piccola riflessione.
Io non appartengono a questo pullman ma come tutti voi appartengo a questo pellegrinaggio, insieme abbiamo percorso questi terribili campi di
sterminio, e anche le tristi ricostruzioni, e la volontà di cancellare che è stata fatta dai governi di questi paesi. Io ho una riflessione, quando avevo la
vostra età a scuola ci insegnavano, ora sono passati un po' di anni, che questo era il frutto di regimi totalitari questo era il nome, e in qualche modo
allora tutto il mondo che veniva dopo era salvo, perché era democratico. Sentite anche oggi quanti ripetono "il nostro mondo è democratico" invece di
là ci sono i regimi, ci sono i dittatori. Io vorrei solo ricordare quindi, che in dieci anni di guerra non aperta contro di l'Iraq sono morti un milione e
mezzo di persone, di cui mezzo milione di bambini, in Afghanistan sono state ammazzate decine di migliaia di persone, di poveri contadini non di
guerrieri.
In tutto il mondo succedono queste cose e sono atti da parte di presunte democrazie; allora un invito a tutti voi ragazzi l'unica cura che esiste per questo
è partecipare, cioè si essere testimoni si raccontare agli altri ma soprattutto imparare a partecipare alla vita politica, essere all'interno di questa e sapere
dimostrare con la propria coerenza, le idee, che un mondo diverso è possibile
Grazie
Sono Paolo
Tutte le belle parole che avete detto sicuramente a me e a mia sorella ci fa piacere perché ci dà la forza di parlare ad altra gente nei prossimi anni questo
è ovvio. Il messaggio che lancia questo pellegrinaggio è quello della memoria è indiscutibile è importante, è importantissimo. Mi volevo riallacciare a
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quello che ha detto giustamente Sergio, nel 2001 molti premi Nobel hanno fatto sollecitazione all'Unesco, e hanno deciso di dedicare il decennale 2001 2010 alla cultura della non violenza, promuovendo in questo decennio tutti gli autori dai primi anni del 800 fino a oggi, che hanno studiato e
approfondito la cultura sociale e la cultura della non violenza. Siccome noi ragazzi, mi ci metto anch'io, facciamo dei bei discorsi, siamo emozionanti. Il
problema è quando ritorniamo, è semplice, quando si torna da un viaggio sopratutto come questo, ma anche un viaggio normale, ci si sente un po'
cresciuti, automaticamente. Troviamo certi meccanismi che prima non sentivi di avere, è un processo evolutivo che tutti abbiamo.
Però quando torniamo bisogna stare attenti, ragazzi, e per un motivo molto semplice perché siamo nati in democrazia e quando si nasce in democrazia,
diamo per scontato automaticamente dei valori che vengano automatici, e quando li diamo per scontati possiamo fare molti errori.
Questo viaggio insegna che dobbiamo ricercare la verità in qualsiasi momento, che dobbiamo soprattutto avere un'intelligenza sociale, non una
intelligenza matematica, ma una intelligenza sociale e di cultura soprattutto, la cultura che ci avvicina Grazie a tutti perché siete stati meravigliosi e
buona fortuna a tutti, se non ci rivedremo più.
Sono Laura
Io vi ringrazio perché ogni volta che sento, che parlate tutti quanti, rafforzate ancora più i miei principi.
Quando sento quello che voi dite, i miei principi ancora un volta si rafforzano ancora di più, credo molto in questo e ho la forza, insieme a Paolo, di
pensare di continuare negli anni questo viaggio, questo pellegrinaggio di cinque giorni insieme a tutti voi.
Noi vi chiediamo e chiediamo a tutti di avere una memoria non passiva, ma una memoria attiva, una memoria che ci faccia poi come tutti voi avete detto,
e sicuramente in buona fede per le vostre intenzioni, fare quelle buone azioni quotidiane che non ci fanno cambiare il mondo, ma che ci fanno rafforzare
il presente, che ci fanno mantenere il presente come è, perché se si mantiene il presente com'è con la nostra democrazia, con la nostra educazione di
solidarietà verso di altri, si mette un piccolo tassello per il futuro.
Se si educano quelli che sono accanto a noi ad avere rispetto degli altri, questi a sua volta lo faranno, e quindi il mondo man mano evolverà
automaticamente.
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Questo è quello che noi tutti speriamo da questo viaggio; non un viaggio di memoria come bene avete capito, della sofferenza della sofferenza fisica, ma
un viaggio di riflessione interiore su quello che poi in fondo in fondo in questo mondo materialistico in questo mondo consumistico è veramente
importante, quello di cui in fondo non possiamo proprio fare a meno. Che secondo noi sono questi valori, questi principi che noi cerchiamo di dirvi di
raccontarvi che sicuramente voi avete già dentro di voi, che ogni volta ci aiutate anche a rafforzare in noi stessi, e di questo vi ringrazio. E ringrazio
della forza che ci date di essere stati con noi questi cinque giorni, per quello che sicuramente racconterete alle vostre classi alle vostre famiglie. Grazie di
cuore e spero veramente di rivedervi tutti.
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SECONDO GRUPPO
Io sono Marcello
e volevo dirvi una mia riflessione.
In questi giorni noi ragazzi abbiamo parlato moltissimo di politica, di ideali, di come costruire un mondo migliore, però fare questo in certi luoghi, ha
avuto un significato molto importante; perché senza questi eroi italiani, e di tutto il mondo, che si sono opposti fino alla fine al nazifascismo, noi non
avremmo mai potuto litigare cordialmente, consapevoli dell'arricchimento che deriva dalla discussione.
Innanzitutto salve a tutti sono Irene,
sono di Pisa. Come ha detto Marcello, abbiamo discusso, abbiamo parlato, abbiamo affrontato vari argomenti. Io personalmente, come possono sapere
loro, faccio ragioneria e ho una visione un po' economica, e magari dicevo è l'economia che regge il mondo e tutto, però magari vedendo le esperienze di
questi uomini che erano trattati, peggio della merce perchè bebe o male loro cercavano il profitto. Cioè li sfruttavano oltre modo, cioè da una parte mi
hanno fatto ragionare, ho pensato e ho detto forse sono io che sbaglio forse ci devono essere sempre dei principi. A questo punto devo dire ci ho pensato
io, possono pensarci anche altre persone potrebbe essere magari di stimolo, non so l'espansione di queste idee, di questi principi di solidarietà, di libertà,
cioè di considerare gli uomini, come esseri umani, non come merce non come lavoro.
Ma non lavoro nel senso dignitoso, cioè il lavoro che ho soddisfazione in quello che faccio; no io sono sfruttato io sono identificato con un numero, cioè io
non ho più un'identità. A questo punto io dico se io che ha cambiato idea magari anche parlando con gli altri, discutendo, litigando,posso portare
l'esperienza in classe mia, dove ci sono altri che sono molto peggio di me, e che loro penso si scannerebbero prima di dire che l'economia è peggio dei
principi, che praticamente tutto il mondo va avanti con interessi con il petrolio con tutte queste cose. Io non so a questo punto ci ho ragionato ora
preferisco tornare a casa e continuare a pensarci, quindi è stato di stimolo Voglio ringraziare tutti soprattutto Laura e Paolo perché ci hanno dato
questa grandissima opportunità.
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A me l'avevano detto i professori e mi hanno telefonato guarda che tu rimani colpita, è delicata la cosa quindi bene o male ero preparata. Diceva bene
Daniele quando noi entriamo, sentiamo le storie, vengono i brividi, magari qualche lucciconne non so che prende lo stomaco.
Ovviamente queste qui sono solo sensazioni, che è difficile riportarle a Pisa o da dove veniamo. Però prova, prova, prova, ripeti, ripeti, ripeti, qualcosa
nella testa delle persone ci rimane. Se uno perde la memoria non parla più non comunica a questo punto, è come l'informazione in televisione alla radio,
che dicono quello che vogliono loro. Se invece noi siamo testimoni, io ho provato una sensazione che ora sono sicuro di quello che dico io finché non l'ho
provato, non posso credere una cosa che non tocco con mano, ho una visione concreta del mondo, quindi è difficile... Grazie a tutti
Io sono Martina
vengo dal liceo classico di Pontedera. Dunque io ero già stata qui quattro anni fa in terza media, ovviamente, è chiaro che malgrado il viaggio sia stato lo
stesso, l'approccio è stato completamente diverso. Cioè l'altra volta mi era rimasto solo un approccio emotivo; ero venuta qui come tutti ero rimasta
colpitissima, stavo male e tutto quanto, e bene o male me lo ero ricordato perchè ovviamente quando sono tornata mi ricordavo tantissime cose però era
bene o male finita lì se si può dire così. Ora no, perché io mi rendo conto che tra un mese ho suo diciott'anni, il prossimo referendum voto, cioè sono una
persona che all'emozione deve necessariamente affiancare il ragionamento, la critica. Cioè io penso che quello che davvero così senza retorica mi rimane
è proprio l'approccio critico, il ragionare cioè informarci è importantissimo, sapere la storia meglio ancora se saputa attraverso l'esperienza diretta
come in questo caso. Ma poi proprio avere un approccio critico a queste situazioni, non fermarci a quello che ci vogliono raccontare, secondo me come
diceva anche Irene, l'informazione, cioè l'informazione viene prima di tutto e non dobbiamo accontentarci mai di una informazione parziale di una
informazione superficiale, andare sempre più in là. Io veraramente mi rendo conto che anche a livello di situazione mondiale, posso conoscere anche
superficialmente tante realtà, di stati, c'è bisogno però di conoscerle bene perchè quando uno poi sa, conosce, è molto facile ragionare sulle cose, è molto
più semplice, molto più spontaneo. E quindi veraramente a me rimane questo, cioè io penso che a un certo punto, ora non voglio fare paragoni che non
c'entrano niente, anacronistici, e tutto quanto; però io penso che in quanto cittadini in quanto elettori noi dobbiamo stare molto attenti perché in fin dei
conti, personaggi come Hitler come Mussolini furono votati, quindi è importante stare attenti veraramente andarci con cognizione, sentirla questa parte
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politica che siamo noi come persone, a me è rimasto questo. Grazie
Ciao io sono Giorgio
e volevo ringraziare intanto Laura e Paolo per averci fatto provare una esperienza che va l'aldilà dei limiti dei libri che si studiano in classe e ci fa
prendere coscienza molto più approfonditamente di ciò che è successo. Inoltre vorrei ringraziare anche e soprattutto tutti i deportati che hanno avuto la
forza di ripercorrere e di soffrire nuovamente nel raccontare a noi giovani ciò che è successo, come abbiamo visto anche nel filmato di Italo Geloni.
Inoltre questo viaggio, questo pellegrinaggio, e il provare tanti sentimenti, vorrei che servisse a far riflettere sul fatto che nel mondo, oggi come oggi,
anche se non portato all'esasperazione com'è successo in Germania, esistono ancora dittature, e forme di dittatura, che torturano i prigionieri, seviziano,
uccidono, e quindi non ritengo possibile, che dopo tutto ciò che è successo e dopo la conoscenza che appartiene a tutto il mondo di ciò che è successo,
possa ancora essere presente sul mondo un tipo di politica di reazione tra gli uomini.
Io mi chiamo Paola
e sono di Santa Maria a monte.
Volevo solo dire che studiare un libro di storia è molto diverso, rispetto a vivere proprio questa esperienza dentro di te personalmente andare nei posti
dove questi poveri deportati gli è stata tolta l'identità, la vita gli è stata tolta. E quindi volevo dire, che io proprio sento la sofferenza, l'indignazione
dentro di me e dico che queste cose non devono mai più accadere.
E bisogna starci attenti, noi dobbiamo tenere viva la nostra costituzione italiana, e i valori della libertà, dell'indipendenza e cercare in tutti i modi di far
rinascere dentro di noi, e dentro agli altri, che per sfortuna non hanno ancora fatto questo esperienza, che proprio apre la mente, apre il pensiero, a
come sia importante, questi valori che a noi sembrano scontati, e che invece non lo sono.
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Mi chiamo Cristina,
io volevo ringraziare i fratelli Geloni perché grazie a loro ho capito il reale valore della libertà. Perché fino a cinque giorni fa pensavo, a noi la libertà ci
vien donata fin dalla nascita, ma invece a questi deportati, a loro la libertà è stata tolta e hanno dovuto combattere per riaverla. E secondo me è molto
importante anche aver degli ideali, perché Italo Geloni ha potuto sopravvivere nei lager grazie alla forza di volontà. E ringrazia ancora più avermi fatto
capire queste cose. Io non so se cinque giorni fa, trovandomi nella stessa situazione, non so se mi fossi trovata 50 anni fa se sarei riuscita a sopravvivere,
perchè io credo che ai giorni d'oggi è molto difficile avere degli ideali.
Ringrazio tutti
Io mi chiamo Giulia
e volevo ringraziare innanzitutto per il fatto di poter essere qui, e non voglia essere ero ripetitiva dicendo, che insomma mi fa piacere aver visto, aver
toccato con mano, tutto quello che hanno passato gli ebrei. Volevo anche dire che ho imparato più cose in questi cinque giorni, che durante l'intero anno
scolastico sui libri. Perché è veramente importante, è veramente toccante, vedere tutto quello che hanno passato. Poi volevo dire un altra cosa che è
inutile cercare di cancellare o di ignorare il passato, perché purtroppo queste cose sono accadute. Quindi è inutile ostentare indifferenza, l'unica cosa da
fare è cercare di non ripetere gli stessi sbagli per scrivere un futuro migliore, perché il futuro è per noi e quindi dobbiamo impegnarci.
Io mi chiamo Alice Giovanetti
e vengo da Ponsacco, e sono stata molto contenta di aver partecipato a questo pellegrinaggio che mi ha fatto riflettere su moltissime cose, e su tutte le
cosa avvenute a questi milioni di persone che hanno sofferto ingiustamente per la pazzia degli uomini. Cioè, bene o male, tutti abbiamo studiato sui libri
di storia queste cose ma non è la stessa cosa che averle toccate con mano.
Io ringrazio infine Paolo e Laura che c'hanno guidati e mi hanno fatto capire molte cose che a scuola non sono riuscita a immaginare, non sono riuscita a
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calarmi nei panni di queste povere bestie. Grazie
Io sono Lucia
vengo da Calcinaia e a nome dell'Amministrazione del Comune di Calcinaia ringrazio chiaramente Paolo e Laura di questo viaggio.
io lo chiamo un po' viaggio spirituale, perchè oltre ad averci fatto conoscere quali sono state le sofferenze di queste persone che hanno vissuto nei campi,
che hanno donato la vita per degli ideali, mi ha fatto riflettere anche su dei valori che viviamo tutti i giorni. E quindi sono stata orgogliosa quando
l'Amministrazione mi ha incaricato di fare questo viaggio. Ne farò senz'altro tesoro di questa esperienza, e cercherò al massimo di trasmetterla agli altri,
anche se credo che solamente visitando i campi, penso che le emozioni che si provino siano indescrivibili. Grazie ancora.
Buonasera a tutti, sono Carolina
e volevo innanzitutto, come hanno fatto tantissimi dei miei compagni, ringraziare Laura e Paolo, non per averci accompagnato ma per aver testimoniato,
per averci fatto capire davvero quello che è successo, perché sono convinta che se avessimo visitato un campo, se non avessimo avuto il racconto di come
un uomo, uno dei milioni di uomini che hanno vissuto in questo inferno, ammesso che l'inferno sia davvero così crudele, che hanno vissuto qui per
difendere i loro ideali, le loro idee, e hanno perso tutto, la loro libertà, la loro vita. Io penso che questa sia stata la cosa che più mi ha fatto capire mi ha
fatto riflettere.
Ringrazio tutti allora e spero che questi ideali, che a me hanno fatto veramente del bene, mi hanno aiutato a crescere, possono crescere non solo in me,
ma in tutti i ragazzi che costituiscono il futuro del mondo.
Io sono Jessica
vengo da Fornacette, innanzitutto vorrei ringraziare i fratelli Geloni per questa possibilità che mi hanno dato. Vorrei lanciare un appello ai giovani, non
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bisogna dare niente per scontato perché tutto quello che oggi abbiamo è il frutto di tanta sofferenza di tutte le persone che sono state nei campi di
concentramento e quindi dobbiamo essere più partecipi dei problemi e non sottovalutarli, e non essere più superficiali.
Grazie
Mi chiamo Francesco
e vengo da Ponsacco. Sono fermamente convinto che ogni persona abbia diritto alla propria libertà e quindi per costruire un futuro migliore non
dobbiamo dimenticare ciò che le persone hanno subito nei Lager durante la seconda guerra mondiale.
Buonasera a tutti sono Francesco
vengo da Ponsacco, vorrei ringraziare innanzitutto tutte le persone che mi hanno permesso di fare questa esperienza. Quest'esperienza mi è servita
molto, mi è servita a crescere, m è servita ad avere dei valori che prima non avevo. E penso che lo sterminio degli ebrei sia stata una cosa veramente
stupida, una cosa venuta fuori per la razza ariana che io non ho ancora capito cosa è. Io penso che di razza ce n'è una sola ed è la razza umana. Noi
dovremmo cercare di difenderla a tutti costi e non di ucciderla, e di fargli questi soprusi. Grazie
Ciao a tutti sono Glenda,
e volevo dire che quest'esperienza oltre ad essere stata molto bella e interessante, è riuscita a farmi capire alcuni concetti che fino ad ora non ero riuscita
a portare a termine, o perlomeno a conoscere bene. E questo grazie anche a Laura e Paolo, che grazie alle loro emozioni, che trasmettono fortemente, mi
hanno fatto capire tutto ciò. E tutto ciò non va dimenticato che bisogna riuscirà meglio a non farlo più accadere.
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Io sono Alessio
quello di Calcinaia del piano di sopra, che ha fatto un po' di confusione prima della fermata. Sono contento di stare con voi e il motivo per il quale
cercavo di diminuire la tensione, era più un motivo personale, perché sono per quanto riguarda esprimere sentimenti molto chiuso. Infatti stò provando
una fatica incredibile a parlare al microfono e parlo soprattutto per rispetto e stima di questi due ragazzi un po' cresciuti, queste persone eccezionali,
che ho avuto la fortuna di conoscere e a cui va il mio profondo grazie unito a quello di tutti coloro che hanno parlato finora. E sono convinto che
parleranno ancora in molti. Quello che volevo dirvi è che penso che l'unica cosa per la quale voi fate questo viaggio, io ho capito alcuni messaggi e non
rimarranno su questo pullman cercheranno di venire via con me. Cercherò di portarli su tanti altri pulman, in tanti altri luoghi, che sono la classe, che
sono la famiglia, che sono lo sport, il lavoro, quando lavorerò. Questo credo che sia lo scopo per voi due in particolare e quindi mi sembra che il miglior
modo per ringraziare sia di portare al di fuori di questo pullman il messaggio che è già di vostro padre e vi ha trasmesso, e che voi con grande vitalità
avete trasmesso a tutti noi. Non mi è sembrato di vedere nessuno rimasto indifferente di fronte a ciò che abbiamo visto quindi sta solo nel dopo viaggio
tutto quello che conta, nel trasmettere al di fuori perché è troppo facile parlare tra dei noi, che abbiamo visto che abbiamo toccato con mano è troppo
facile parlare con chi la pensa come noi. La cosa più difficile, è appunto trasmettere il messaggio a chi non ha avuto la fortuna di essere qui, e a chi non
ha avuto la fortuna di capire determinate cose. Grazie a tutti.
Io ragazzi vi voglio dire questo, sono Anna,
nonostante abbiate avuto tante esperienze nei campi, io dico che avete anche fatto un lungo viaggio in questo pullman e questo è stata forse per voi la
cosa più noiosa. Ma secondo me è stata positiva perché guardate il cielo, guardate queste montagne, guardate il verde, guardate quante è bello. In alto
anche se cambia colore durante la giornata, cambia nei colori della stagione. Bene quando uno nasce il cielo è per tutti così aperto non lo danno a
porzioni, non si può permettere a nessuno che il cielo venga proporzionato, un terzo, due terzi, niente!
Non lo permettete mai, perché un uomo non può mai levare uno spazio di libertà perché quando si nasce quello è per tutti
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Io sono Serena,
per me è molto dura essere qui perché non ho un carattere che mi permette di esprimere tutte le mie emozioni. Però voglio dire una cosa mi sono
vergognata al pensiero che io non riesco a volte ad apprezzare tutto ciò che ho; dalle cose materiali come vestiti, una casa, una famiglia, ai valori come la
libertà. Io ho una vita e quelle persone, cioè molte persone hanno cercato di portarla via ai deportati. Ma con la loro forza e con i loro ideali sono
riusciti ad arrivare in fondo e a vincere. Contro il nazismo, contro il fascismo e sono dei grandi eroi e rimarranno sempre nel mio cuore, soprattutto
dopo quest'esperienza. E sicuramente come ha detto Alessio cercherò di essere anch'io testimone di questa grande esperienza ne parlerò in classe il più
possibile e con i miei familiari. Grazie
Io sono Alessandro
secondo me quello che è successo sessant'anni fa è un fatto atroce e forse il dramma più grave della storia. Ma secondo me il fatto più drammatico è che
oggi si tende a dimenticare quest'evento e in molte persone, purtoppo è sempre presente del razzismo, si tendono a scordare i valori della fratellanza,
dell'uguaglianza, della libertà.
Secondo me sta a noi far tesoro di questo esperienza, e far si che lo sforzo di queste persone non rimanga vano per portare al di fuori di noi questo
ricordo. Far ricordare alle altre persone e cercare di recuperare questi valori che una società forte e solidale ha bisogno.
Infine vorrei ringraziare tutte le persone che mi hanno permesso di fare questo pellegrinaggio che è stato molto importante
Sono Letizia,
per me è difficile essere ora qui a parlare, perché sono una ragazza timida ma forse grazie a questo pellegrinaggio, ho capito che io devo cambiare e
trasmettere agli altri, le emozioni che ho provato.
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Io sono Tommaso
e molte persone, molti adulti anche il mio accompagnatore mi hanno detto che questo pellegrinaggio è come un seme per trasmettere amore e solidarietà.
A questo proposito mi è venuta in mente una parabola che ha fatto Gesù Cristo e ora ve la dico. Il seminatore va nel campo e semina del seme, del seme
va sulla strada i corvi lo mangiano, altro seme va sui sassi, e appena nato il sole l’appassisce perché non ha radici profonde, un'altra parte va nei rovi e
purtroppo viene soffocato da queste piante, un altra parte però va sulla terra buona e per questo riesce a dare i suoi frutti. E questo è quello che
dovremo fare anche noi riuscendo a farlo germogliare per poi crescere.
Sono Martina
e volevo dire che sono pienamente d'accordo con tutto quello che hanno detto gli altri ragazzi. Volevo solo aggiungere che cercherò di trasmettere quello
che ho visto, quello che ho sentito e tutto quello che ho imparato fino adesso. Questi cinque giorni sono stati molto importanti e sicuramente l'anno
prossimo tornerò a visitare i campi.
Sono Alberto
e ho capito una cosa in questo viaggio. Fino a poco tempo fa, quando guardavo alla televisione dei poveri bambini che erano presi dalla guerra, pensavo
poveri ragazzi come staranno male e il discorso finiva lì. Io mi sono vergognato di questo perché mi trovo in situazioni più che ottime, e quindi si può
riassumere tutto in una cosa l'umanità è una sola e i problemi sono di tutti. Quindi noi bisogna impegnarci a far sì che questo non si ripeta e che noi
siamo il futuro.
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Io mi chiamo Valentina
sono venuta in questa delegazione, in questo pellegrinaggio, in rappresentanza dell'Amministrazione comunale di Rosignano quindi tra virgolette, dalla
parte dei grandi, di quelli che, più degli altri devono ascoltare, ascoltarvi, voi giovani, leggere la società per come è, ascoltare i vostri bisogni e i vostri
desideri e cercare di costruire laddove opero, nel consiglio comunale, in un paese, in una comunità, realizzare, concretizzare, cercare di far sì che questi
vostri bisogni vengano soddisfatti, e che i vostri desideri possono diventare pratiche di convivenza, di relazione, possono diventare società. Io ho 33 anni
mi posso considerare ancora giovane, ho cominciato a fare politica ad impegnarmi, quando avevo meno di molti di voi, ero piccolissima. Come dicevo
oggi a tavola, dieci anni fa in questo mio fare politica e in questo mio cercare di cambiare questo mondo che non mi piace, certo mi piace un po' di più di
quando c'erano i lagher, però sono ancora tante, tantissime le cose che non mi piacciono, cose che ogni giorno mi fanno arrabbiare, mi fanno sentire
debole e impotente, mi fanno sentire schiacciata, mi fanno sentire lesa nella mia identità, mi fanno sentire tarpata nei miei desideri, nella mia possibilità
di realizzarmi. Io penso che anche voi certe volte pensiate quello che penso io, che questo non è un mondo che risponde ai vostri desideri, ai vostri
bisogni.
In questo viaggio ho visto gli occhi, ho incrociato gli sguardi degli ex deportati; negli occhi di queste persone c'è la voglia di vivere, la voglia di resistere,
c'è voglia di futuro credo che sia quello che alla maggior parte di loro ha fatto trovare le forze per venir fuori da queste atrocità.
Io, da molto più giovane, mi sentivo molto più sola nel fare politica, oggi in questi cinque giorni insieme a voi mi sono sentita molto meno sola che in
molte altre circostanze. Ho sentito molti di voi che provavano in silenzio lo stesso mal di pancia che provavo io, ho sentito molti di voi che piano piano
cambiavano delle opinioni in silenzio, con molto pudore, con molta modestia. Però cominciavate a voler avere una vostra visione, una vostra idea, su
quello che vedevate e cominciavate ad aver voglia di scambiarla con gli altri. Io ringrazio prima di tutto Paolo e Laura, ma ringrazio anche voi. Io nella
mia attività futura di costruzione di una società più vicina possibile a quella che mi piacerebbe, penserò agli sguardi degli ex deportati, che mi faranno
trovare la forza ogni volta che mi sentirò un po’ sconfitta e un po' disperata. E penserò a voi, che siete altri sguardi, che mi incoraggiano a fare quello
che ho voglia di fare, a cercare di realizzare un mondo che risponda un po' di più ai miei desideri, ai miei bisogni, ai bisogni di tutti quei deportati tra
virgolette, che oggi ci sono, e nei confronti dei quali io e spero, credo, anche voi vi sentiate fratelli.
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Ciao sono Graziano,
mi avete conosciuto, ci siamo conosciuti. La mia non è la prima esperienza è la quarta, è il quarto arricchimento della mia vita. Io come tutti e non per
piaggeria, ringrazio Laura come la ringrazio da tempo, di queste emozioni che sempre mi permette di avere, ringrazio Paolo, e come Valentina diceva,
ringrazio tutti voi, perché siete voi che mi arricchite con la vostra esperienza, con il nostro sentimento, rispetto a ciò che avete visto, che avete vissuto, e
ciò che mi trasferite. Mi voglio riferire a due degli interventi, non mi ricordo chi li ha fatti, tutti gli interventi sono ricchi di sensibilità, ma due in
particolare mi hanno dato la stura, per farvi un appello. Qualcuno diceva di noi, dobbiamo fare memoria, Pietro Calamandrei diceva, oggi domani e
sempre resistenza, lo diceva in un contesto particolare che potrebbe essere lo stesso, per certi aspetti, che oggi un momentino potersi rideterminare. La
resistenza è data anche dall'essere testimoni, portatori di una memoria, dall'essere portatori di una volontà di ricordare, di affermare certi valori, certi
principi, di giustizia, di libertà e di rispetto. Sono più o meno le stesse cose che dissi l'altro giorno al castello di Hartheim ma mi preme aggiungere
qualcosa rispetto a un intervento che ho sentito, dicevo una ragazza dopo quello che abbiamo visto, dopo quello che abbiamo sentito, c'è bisogno di
andar a casa, di riflettere e di diventare responsabili di fronte agli accadimenti della vita, di fronte agli accadimenti di tutti giorni; prendere coscienza di
ciò che avviene anche per poter decidere e anche per poter scegliere. E allora faccio mie le parole che sono state di una persona a cui mi sono un po'
ispirato sempre; non certo nella grandezza perché credo che sia personaggio iraggiungibile è Sandro Pertini. Diceva Pertini che ho conosciuto, che ho
letto, che ho ascoltato, rivolgendosi una sera ai giovani, di darsi una fede politica qualunque, datevi una fede e un credo politico, ma state lontani da
quelle ideologie e politiche che prevedono la soppressione dei valori, la soppressione dell'uomo sull'uomo, la soppressione delle identità. Perché forse
prevedono società ordinate, dove tutto funziona, ma diceva Pertini, alla migliore delle società organizzate, lui preferiva la peggiore delle democrazie.
Perché l'ordine e la disciplina, diceva Pertini, sono il buio e silenzio del carcere e il buio dei cimiteri. Ecco io credo che pensando queste parole, che
qualcuno di grande diceva tanti anni fa, che forse qualcuno di voi non ha neanche conosciuto, si possa aprire una ulteriore riflessione, rispetto a quello
che avete visto in questi giorni. Noi siamo testimoni, noi siamo portatori di memoria, noi abbiamo potuto guardare negli occhi quei deportati. Per me è
stat grande soddisfazione poter leggere un libro, perché un deportato ha voluto dopo anni, che leggessi un passaggio di quel libro, a tutti noi. E abbiamo
riflettuto tutti insieme, e anche questa volta ci siamo accresciuti non solo noi grandi, non solo noi amministratori, che abbiamo il dovere di portare,
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siamo tenutari di un discorso di rispetto e democrazia e sviluppo, ma anche voi, insieme a noi a darci una mano a crescere e a rispondere ai bisogni di
una società che ancora oggi necessita di garanzie, di tutele, e perchè no di resistenza perché questo sia ancora garantito per il futuro.
Io sono Renzo
e questo viaggio più che una esperienza per me è stata una conferma. Perché forse di questo gruppo sono quello, tra quei pochi che si ricordano, e che
hanno passato quei periodi della guerra. Io mi ricordavo una sera che i tedeschi vennero dove la mia famiglia era sfollata. Mio padre, come tanti altri,
l'8 settembre lo colse al fronte jugoslavo, che era nel Montenegro, fecero una scelta come tanti altri di tornare in famiglia, perché a casa aveva i figli che
l'aspettavano. E dopo che questo genitore è a casa i tedeschi passavano per riprendere queste persone, trovarle e rintrupparle e mandarle anche nei
lager. Mio padre quel giorno era a casa non era alla macchia come si diceva insieme ad altri che l'8 settembre avevano fatto una scelta. Io bambino
piccolino sapevo perché me lo avevano detto, e quindi ci avevano anche quasi terrorizzati dai tedeschi che si vedevano, e ci dicevano attenzione e se
vedete tedeschi, perché essendo piccoli oggi ci dicono state attenti al lupo, ma a noi, in quel periodo che eravamo sfollati che eravamo in guerra ci
dicevano attenzione ai tedeschi. Quella sera io vidi arrivare quattro o cinque tedeschi, con la sua divisa si avviavano verso la casa in campagna, dove noi
eravamo sfollati con tutta la famiglia. Io sapevo che mio padre doveva essere alla macchia come si diceva in quel momento con gli altri, invece era
venuta casa a trovare i figli a trovare la famiglia. Io mi resi conto che venivano a cercare mio padre insieme agli altri che erano in questo casolare
nascosti, allora io piccolino ebbi l'istinto di correre a casa, babbo, babbo c'è tedeschi. Loro si buttavano disotto da una finestra e riuscirono a fuggire
perché dopo un minuto i tedeschi erano a cercarli, e forse cercavano perché qualcuno a quel punto aveva fatto la spia, perché non tutti erano dalla parte
giusta, anche tra i civili e quindi loro riuscirono a scappare stettero quattro o cinque giorni fuori casa perché in quella zona si sapeva che c'erano dei
tedeschi che stavano controllando. Era il periodo che erano nella ritirata, e poi qualche giorno dopo arrivarono gli americani; e quindi io l'avrò fatto un
po' lunga anche emozionandomi perché sono cose che non si raccontano, e ora l'occasione è venuta per raccontarle e quindi vengono alla memoria non
solo ai genitori ma anche quello che è successo. Questo per dirvi che io ho avuto soltanto una conferma perché potrei parlarvi ancora, perché da
piccolino uno zio che era riuscito a venire via dai campi di sterminio e si pensava sempre che fossero come qualcuno ha detto, che erano sono gli ebrei,
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invece no, io sapevo che c'er questo zio che era stato portato via dai tedeschi nei campi di concentramento. E non erano soltanto ebrei ma poi c'erano i
deportati politici e che tutto quello che abbiamo sentito, i diversi.Se ne parlava in casa, che quest'uomo era riuscito a tornar via dai campi, mentre era
moribondo, l'avevano già ammucchiato tra quelli che la testimonianza dei Geloni me lo facevano venire a mente, era già ammucchiato tra quelli che
dovevano esser lasciati lì perchè erano già morti, passò una persona, aprì un ovo, lo mise in bocca e questo riuscii a deglutire, e riuscii poi da quel
momento tra i morti, riuscì a scappare perché con questo gesto di questa persona gli aveva salvato la vita. Quindi erano cose che in casa se ne parlava,
ecco perché la scelta da che parte stare viene da lontano, viene dalle famiglie e viene però anche dall'esperienza dei nostri genitori che ci hanno educato,
che hanno detto quali era la parte giusta, perché hanno subito l'ingiustizia, hanno subito quello che stato il nazifascismo nel nostro paese. Ecco perché
questi pellegrinaggi devono essere continuati, ecco perché i giovani devono venire e devono capire cosa è stata effettivamente la realtà, perché nelle
famiglia se ne parla poco. Nella mia famiglia ancora se ne parlava di quei ricordi se ne parlava se ne discuteva, e quel germe che mi pare più di uno di
voi presso gli preme di portarlo poi all'esterno, al di fuori di questo pullman, noi lo avevamo già avuto. Quindi ragazzi sta a voi dopo questa esperienza
in maniera seria e concreta, portare questo germe per far capire da che parte stare al momento giusto.
Io sono Roberto
sono un insegnante e volevo dire solo alcune cose. Ieri mattina credo di aver avuto una delle esperienze più brutte da una parte, e più belle della mia vita
dalla dall'altra, quando siamo andati a vedere il campo di concentramento di Mauthausen, la parte sotterranea cioè la camera gas, i forni crematori ecc.,
a un certo punto si è aperto una porta e ho visto una luce, in quel momento mi sono immaginato cosa potesse provare una persona, un internato quando
magari ha visto la libertà o ha avuto in qualche modo la sensazione di essere libero, riscoprire il cielo, riscoprire le nuvole, il sole era anche in qualche
modo dire ristò vivendo, cioè io una parte della mia vita praticamente non ho vissuto, come essere stato in apnea come essere stato in coma. In questo
momento sto rivivendo riappropriandomi della vita. Io credo che questo pellegrinaggio sia stato fondamentale, sia per me ma anche credo per tutti noi,
che riaffermare questi valori riaffermare chiaramente valori di libertà, democrazia, e di non soppraffazione dell'uomo diverso da altri sia l'aspetto
fondamentale. Mi auguro ancora il credo che sia la cosa poi fondamentale che queste cose vengano continuate soprattutto più che per noi grandi, adulti
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che comunque abbiamo già una cultura, una struttura mentale già costituita per i giovani, perchè penso che oggi i giovani, molti giovani fortunatamente
non quelli che sono qui, stiano perdendo la memoria di queste cose. Oggi gli internati sono sempre meno, per motivi anche di età, che con i loro racconti
ci descrivono queste cose. Io ricordo quando ero piccolo i miei genitori mi parlavano della guerra, perché era una cosa che era finita da pochi anni, e
quindi per loro era fondamentale parlarne, e logicamente anche io ho cercato di parlarne in parte, ma sempre meno le generazioni che non l'hanno
vissuta, che non hanno vissuto quel periodo che lo leggono esclusivamente sui libri di storia, molto spesso mi rendo conto da insegnante, che si parla
della seconda guerra mondiale nello stesso modo come si può vedere la guerra di Cartagine, e non è la stessa cosa voglio dire non ha lo stesso valore,
non ha gli stessi effetti, non ci si rende conto tante volte, soprattutto leggendolo sui libri del passato, del tempo, del fatto che queste cose sono avvenute
pochi anni fa, cinquant'anni fa un periodo brevissimo della storia umana. E siccome oggi si tende a dimenticare, io ricordo sono stato alla Risiera di San
Sabba pochi giorni fa, proprio ho portato altri ragazzi della mia scuola, anche lì ho avuto la stessa impressione, forse anche più che qui, veramente
terribile un'angoscia terribile mentre eravamo di fronte a quelle celle così piccole dove venivano ammassati 18, 20 persone e credo che quest'esperienza
abbia toccato profondamente anche ragazzi che ho portato in gita. C'era una guida, una guida giovane che ha sconvolto un po' tutti perché col sorriso
sulle labbra, che stava spiegando come il presidente della regione durante il 25 aprile aveva fatto un discorso e si è dimenticato di parlare della Risiera e
ha detto, tutto sommato queste cose è meglio dimenticarle Io gli ho anche detto qualcosa in privato, non faccia più questi discorsi davanti ai miei ragazzi.
Queste cose vanno ricordate, non vanno dimenticate, io posso capire gli aspetti politici tante volte queste cose sono talmente importanti, talmente
fondamentali, sebbene forme diverse, situazioni diverse, accadono anche adesso. Questa è la mia testimonianza e io ringrazio ancora i fratelli Geloni ma
ormai credo li abbiano rigraziati tutti, mi auguro di ritornarci personalmente e di portarci altri ragazzi nei prossimi anni, e farò propaganda perché
questo avvenga. Grazie.
Io sono Giovanni
e sono di Calcinaia e i fratelli Geloni devo ringraziarli perchè oggi pomeriggio mi hanno fatto fare una riflessione personale. Perché essendo cattolico
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praticante mi hanno fatto venire in mente nostro Signore Gesù Cristo, visto che queste persone che sono morte per la libertà, io le paragonano a nostro
Signore Grazie
Sono Cosimi Carlo sono Sindaco di Riparbella.
Da vari anni l'amministrazione comunale partecipa insieme ai fratelli Geloni a questi pellegrinaggi. Ho sempre sentito parlare i ragazzi quando
venivano, di queste grosse emozioni che loro riuscivano a trasmettere anche agli altri, mi ero ripromesso di venire insieme devo dire la verità, con Betti
Mauro, un ex deportato che abita nella nostra zona purtroppo lui non è potuto venire, e io mi sono deciso e quest'anno sono venuto ed è stata
un'esperienza personale, vorrei parlare sul piano personale. Io non sono riuscito mai a comprendere quanto può essere malvagio l'uomo, è una risporta
in qualche modo che io cercavo nel venire qui. E non ci sono certo risposte però nell'affrontare questi giorni, quando si sono viste queste grosse
sofferenze, anche raccontate dai fratelli Geloni da chi è venuto. Io la risposta, se così si può dire, l'ho avuta il giorno a Mauthausen dagli stessi deportati,
quando ho visto sfilare decine e decine di bandiere di tutti popoli dell'Europa affratellati, secondo me quello è stato il giorno più bello per me, vedere
che dalla sofferenza è nato un mondo nuovo, cioè l'Europa. Io quando vedevo passare gli Slavi, i cecoslovacchi, gli sloveni, i russi, i cubani addirittura, i
greci, questo è stato secondo me il messaggio più forte che ho ricevuto da questo viaggio. Un messaggio di pace che proviene proprio da chi erano stati
schiacciati, da chi doveva perdere la dignità, e la dignità se la sono sono riconquistata sul campo e dobbiamo portarla avanti.
Io sono il Sindaco di Cascina.
Io volevo fare due considerazioni. La prima è questa, io credo che sia opportuno fare uno sforzo ovviamente tramite le scuole, tutti cittadini, per
mantenere vivi certi valori che poi sono valori molto attuali, come quelli della libertà, della democrazia e della pace. Però francamente mi piace essere
meno ottimista, perché con molta franchezza noi si viene da uno stato, l'Austria che è lo Stato che è stato segnato profondamente dalla seconda guerra
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mondiale in modo negativo, ma è stato segnato profondamente non perché ha dato i natali a Hitler, anche per quello, perché faceva parte integralmente
in qualche modo di un sistema. In questo stato tre anni fa un uomo di nome Haider, che non certo aveva alla base i valori della resistenza, anzi nel modo
più assoluto, lo diceva con chiarezza. Dovete sapere che Haider è un soggetto che ha usurpato i beni anche di alcuni ebrei pisani. Ha preso il 27% dei
voti, non possono averglieli dati i ragazzi, vuol dire che in alcuni stati l'Austria, la Francia con le Pen, riemergano nei cittadini posizioni e valori che sono
più legati a ciò che è stato il periodo nazista, attualizzato, che legati ai valori che noi vogliamo portare avanti. Questo ci deve preoccupare e nemmeno
poco, tanto perché significa che nella vecchia Europa, i valori e i concetti di democrazia, di libertà e di rispetto non sono assolutamente consolidati.
L'altra cosa è una proposta, sarebbe bello se i comuni che sono qui presenti, sarebbe bello se fossero di più, però a prescindere da ciò, i comuni presenti
si impegnassero,non siamo molti ma nemmeno pochi, a fare una piccola pubblicazione anche tramite le nostre tipografie che riporti i pensieri e i
resoconti dei ragazzi che hanno partecipato a quest'esperienza per poi distribuirla nelle scuole. Sarebbe un modo per diffondere nelle scuole alcune
esperienze che sono positive e che ovviamente vanno ripetute tutti gli anni.
Mi chiamo Mario Scarpellini
e sono un assessore del comune di Riparbella, le riflessioni fatte, e che sono di tutti, credo, portano prima di tutto ad essere indignati di far parte della
razza umana. Che abbia fatto in un momento questo obrobrio, questa cosa che proprio non ci sono giustificazioni. La cosa più bella e che con questo
pellegrinaggio, di questi due ragazzi che lo portano avanti, cercano quanto meno, senza essere prolissi, oltre all’indignazione porti uno spirito di
fratellanza. Un paio di riflessioni mi ricorda quella ragazza che dice, mi vergogno di avere quello che ai deportati gli era stato portato via, era stato
strappato quando magari tutti giorni, quando arrivo a casa, dico alla mia mamma che il pranzo non era buono, ecco queste piccole cose. In più, per i
ragazzi specialmente, è soprattutto di fare tesoro di queste esperienze per poi trasmetterle e portarle poi anche ai loro amici. Chiaramente come è stato
detto non saranno le sensazioni, non si possono trasmettere le sensazioni di chi ha visto. Io avevo studiato profondamente queste cose, perché mi
avevano toccato, avevo letto alcuni libri però chiaramente non si possono vivere e sentire. Poi specialmente con la testimonianza che ci hanno portato
questi due ragazzi, perché per loro più che un pellegrinaggio, permettetemi, un calvario, vedere in qualsiasi momento quasi ripercorre le fatiche e le
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sofferenze, che ha sofferto il padre.
Sono Rocco
mi avete conosciuto ragazzi, mi sto occupando di registrare i vostri interventi. Ho sentito gli ultimi interventi, e soprattutto con tanta gioia gli interventi
di tutti voi ragazzi. Intanto volevo incominciare da una precisazione: No! Queste barbarie non sono figlie dell'umanità, queste barbarie sono figlie del
fascismo e del nazismo e questo ricordiamocelo prima di ogni altra cosa. Perché credo che sennò facciamo dei grossi equivoci e soprattutto, e mi rifaccio
a quanto ha detto il sindaco di Cascina, oggi in Europa ci sono stati sicuramente delle voglie di rinascita con Haider, con le Pen e con altri movimenti
come in Inghilterra quelli che hanno vinto ultimamente le elezioni, di ideologie di tipo nazista e fascista. Ma ricordiamoci altrettanto che in Italia esiste
un movimento che si chiama forza nuova che si rifà esattamente all'ideologia hitleriana e che è sponsorizzato da alleanza nazionale. Quindi ragazzi
bisogna tenere ben chiaro quelli che sono i nostri nemici, i nemici della libertà, quella vera e del pensiero. Questo credo che sia un punto fondamentale e
ricordarsi che tutte le centinaia di migliaia, i milioni di vittime che ci sono stati nei campi di sterminio non erano delle vittime passive, ma erano delle
vittime che hanno lottato, che hanno lottato aspramente, fino alla morte per la nostra libertà.
Grazie
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TERZO GRUPPO
Io sono Veronica
e vengo dalla scuola di Ponte a Egola. Forse non riuscirò a dire tutto quello che ho provato, dopo tutta questa esperienza ho provato un grande senso di
rabbia ed di odio. Non sono una persona che si commuove molto facilmente, però in questa occasione non ho provato altro che malinconia e sofferenza.
Non capisco come i nazisti e le s.s. abbiano potuto commettere degli atti di crudeltà e di violenza, sia mentale che fisica, verso queste persone che
avevano solo la colpa di essere nate ebree. Non provavano né tenerezza per i bambini che avevano una vita davanti piena di paure ma anche di gioie, e
neanche tenerezza per gli anziani che avevano una dura vita sulle spalle, una difficile vita. Hanno distrutto intere famiglie hanno rovinato la vita di
uomini e donne per questo mi vergogno di appartenere alla razza umana perché è in grado di distruggere. Però una speranza io ce l'ho. Se tutti
quotidianamente facciamo dei gesti di solidarietà, di fratellanza, di amore forse oterremo un mondo unito per la pace. Ringrazio l'Aned, Laura e Paolo
perché grazie a loro abbiamo provato delle grandi emozioni. Grazie
Io sono Beatrice
e vengo da Ponte a Egola. Premetto inizialmente che le emozioni sono fortissime sicchè non so se troverò le parole per esprimerle a fondo. A me questa
l'esperienza mi ha veramente stretto il cuore perché alcune cose sembrano perfino assurde, non riesco a capire come si possa vivere dove persone hanno
sofferto, non riesco a capire da dove posso scaturire l'odio per commettere atti così grandi. Però nello stesso tempo quand'ero a Mauthausen, ho
provato tantissima tristezza perchè nelle camere a gas, nei forni crematori è come se io potessi sentire le grida di quelle persone, come se quasi potessi
sentirmi uno di loro. Mi ha fatto male davvero, perché anche se non l'ho vissute a fondo per avere potuto soffrire fisicamente ho sofferto a livello di me
stessa, mi ha fatto male. Comunque la manifestazione mi ha fatto capire poi che ce la possiamo fare, perché persone che hanno sofferto così tanto hanno
avuto la forza, il coraggio di tornare in posti dove hanno passato dei momenti tragicissimi della loro vita. E perciò questo mi ha dato la forza di credere
che anche noi possiamo sforzarci per creare un futuro migliore e credo che questo non debba accadere mai più.
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Sono Deborah
Io sia durante che dopo essere stata di fronte alla realtà dei lager, la prima cosa che ho provato è stato una sensazione di odio, perché vedere che delle
persone hanno trattato altre, in maniera così assurda da rinchiuderle nelle cuccie e farle abbaiare, e altre cose così assurde, uno non può non provare
odio verso queste persone. Comunque la cosa che mi ha dato gioia è stato vedere il sorriso degli ex deportati che ogni anno tornano a vedere, sono
contenti cioè quando vedono che siamo venuti anche noi, per ricordare che le persone che lì hanno sofferto e che sono morte comunque non hanno
sofferto invano. Grazie
Mi chiamo Elisa Rebechini
e sono di Peccioli. Io sinceramente non pensavo che questa esperienza mi colpisse così tanto, era una paura che avevo più che altro come nascosta in un
angolino nella mente non pensavo che mi colpisse così . Poi invece quando sono arrivata nei campi di concentramento è stato come se fossi invasa da una
sensazione triste, che mi opprimeva e allora ho pensato come la mente umana sia potuto arrivare a pensare una cosa del genere, a una cosa così
sofferente per gli altri. Ci sono tante cose che mi rimarranno nella mente, e le conserverò un po' come ricordi, e il potere di questi sarà nel non scordarli.
A questo punto mi chiedo come fece in quegli anni l'uomo a dire ai suoi fratelli muori. Per questo ringrazio l'Aned e Paolo e Laura per averci fatto
aprire gli occhi su una realtà passata, che però sarebbe meglio per l'umanità non dimenticare.
Mi chiamo Cristina
e vengo dalla scuola di Ponte a Egola. Devo dire che per me questa esperienza è stata molto toccante e significativa. Le sensazione che ho provato sono
state soprattutto di rabbia e odio verso i nazisti e di tristezza e dolore per i deportati perché hanno subito delle ingiustizie da parte delle s.s. e dei kapo.
Riflettendo su questi momenti significativi, una cosa che mi ha dato molta felicità è stata la manifestazione a Mauthausen, perchè mi ha fatto capire che
molte nazioni incontrandosi vogliono mantenere la pace nel mondo. Spero che io in prima persona mi impegnarò per fare qualcosa, e spero che anche le
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altre persone si impegnino, magari raccontando anche agli altri l'esperienza che hanno avuto a Mauthausen. E anno dopo anno cercheremo di fare
qualcosa, e secondo me alla fine riusciremo veramente a creare qualcosa.
Sono Cosimo
della scuola media di San Miniato. Volevo dire che questo pellegrinaggio mi ha aiutato a capire come i deportati vivevano veramente nei campi di
concentramento, e mi ha fatto riflettere anche dei problemi attuali. Mentre ero nei campi vedevo le fotografie, i reperti, le emozioni erano molte, erano
forti. Ma l'emozione prevalente era la pena per queste persone. Questa pena mi è stata stimolata dai discorsi che Italo ed altri ex deportati scrivevano
nel proprio diario. Per questo li volevo ringraziare per aver affrontato la morte, e per aver migliorato il nostro futuro. Ringrazio anche Laura e Paolo.
Il mio nome è Giulio Ciulli
vengo da San Miniato, classe 3 A. Una delle prime cose che ci vengono in mente nel parlare dal razzismo, della differenza tra i neri e bianchi che è stata
ed è ancora un grave problema dell'umanità. I neri erano considerati inferiori dai bianchi gli venivano dati lavori più squallidi più miserabili, e a volte
non riuscivano neanche a trovare lavoro dandosi così alla criminalità. In questi campi c'erano si, forme di razzismo, ma i deportati vivevano in maniera
peggiore, erano costretti a lavorare dalle 8 alle 12 ore al giorno senza mai fermarsi, sia sotto il sole cocente dell'estate, sia sotto le lunghe giornate
d'inverno, fredde e buie. Erano picchiati, umiliati, nella loro dignità, ormai non esisteva più. Cosa più importante la loro vita dipendeva più da un si che
da un no. Io a vedere quelle foto, a visitare questi campi, a sentire le dichiarazioni dei superstiti, a leggere il diario di Italo, mi hanno colpito molto, sono
commosso.
Però allo stesso tempo anche impaurito a vedere in che situazione vivevano e come erano costretti a vivere. A forme di razzismo come la caduta del
muro di Berlino, e penso che non si possa parlare ancora di una Europa unita, del mondo unito se non si sa neanche fermare queste piccole insurrezione
razziste. Però molto essere impaurito e commosso questo esperienza mi ha dato anche forza e penso che questa forza mi aiuterà molto nei momenti di
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crisi. Perché come ci ha insegnato Italo e i suoi figli la vita va vissuta sempre, mai arrendersi, bisogna sempre lottare l'uno per l'altro per conquistare
tutti la cosa che tutti gli uomini amano, che alcuni non possono neanche avere, la libertà.
Mi chiamo Davide Costagli
e vengo da Ponte a Egola. Innanzitutto volevo ringraziare Paolo e Laura perché ho provato delle fortissime emozioni con le loro parole. Io ho provato
un senso di odio nei riguardi dei nazisti per le atrocità che hanno fatto. Però quando ho visto la manifestazione ho provato un senso di gioia e di gloria,
quando vedevo le facce degli ex deportati. Secondo me noi ragazzi abbiamo il compito di mantenere la pace nel mondo, e credo che ce la possiamo fare e
ce la dobbiamo fare.
Mi chiamo Sofia
e vengo dalla scuola di Ponte a Egola. Premetto che qualunque parola che dirò non potrà esprimere quello che ho provato perché qualsiasi parola sarà
troppo piccola. Io mi sono trovata spiazzata di fronte a tutto quello che ho visto perché non credevo che l'uomo potesse arrivare a tanto a inveire contro
i propri fratelli, e in modo così violento e crudele. Però mi ritengo fortunata ad essere parte di questo umanità. Delle persone hanno dato la vita per i
propri compagni, io mi ritengo fortunata io spero un giorno di avere lo stesso coraggio e di potere anch'io un giorno salvare un amico o un compagno.
Io spero che il mondo riesca a capire veramente cosa hanno fatto queste persone, che hanno dato una vita per di altri. Spero che non succeda mai più
quello che è successo. Mi ritengo fortunata a potere partecipare anch'io a dare al mondo questo messaggio, questo messaggio di libertà. L'uomo prima
di tutto deve avere il rispetto dell'altro e della sua dignità, e questo spero che il mondo se ne renda conto e che vada verso un futuro migliore.
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Io mi chiamo Virginia Mariani
e vengo dalla scuola di San Miniato alto. Credo che non si possa esprimere quello che si sia provato perché siamo ancora bambini, e le emozioni non si
riescono bene ad esprimere, a controllare. Io a Mauthausen non ce l'ho più fatta, sono scoppiata a piangere, perché vedere tutti quelle foto, le persone
che hanno dato la vita per noi, per un mondo migliore, io mi sono sentita male. Però poi ho visto, tutte quelle persone che marciavano, che andavano
avanti, che rientravano nei campi, nei lager, che avevano sofferto e allora mi sono data coraggio, ho detto allora anche noi dobbiamo fare qualcosa per
queste persone, perché se no si pensa che sono morte per niente, se non si fa qualcosa. E soprattutto noi ragazzi dobbiamo prima di tutto, siamo in
dovere verso queste persone, perché c'hanno lasciato una cosa bellissima, loro hanno lottato per la libertà, per la dignità e quindi credo che ognuno di
noi sia in dovere con loro. Io dico solo che mi sono emozionata tantissimo davvero. Io sono stata anche ad Auschwitz, ma non sono state così forti le
emozioni, forse perché Laura e Paolo ci hanno raccontato del loro padre, e sono state esperienze più dirette, c'hanno colpito proprio infondo al cuore.
Quindi li ringrazio tantissimo e anche l'Aned.
Cristina
di Ponte a Egola. Credo che qualunque cosa dica, non riuscirò ad esprimere quello che ho provato. Innanzitutto voglio ringraziare l'Aned, Laura e
Paolo che ci hanno aiutato ad entrare veramente in questa storia che è una cosa terribile. Io non capisco l'odio nella vita di tutti giorni quindi non riesco
ad odiare, però c'è una grandissima rabbia che nasce da dentro di me, e che forse non riesco nemmeno a spiegare. Però vedendo tutte quelle foto,
vedendo quello che riuscivano a fare alle donne, che sono anche meno forti degli uomini, vedere quello che facevano ai bambini, agli anziani è una cosa
che non riesco a sopportare. Penso che nella manifestazione molte persone abbiano manifestato per far vedere agli altri, che nel mondo, ci sono
tantissime persone che non vogliono più ripetere queste cose. Per questo io penso che noi che siamo ragazzi dobbiamo sempre dire quello che abbiamo
visto e pensato, perché non si dovrà mai più ripetere.
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Ciao io sono Giuditta e vengo da San Miniato.
Non è facile prendono il microfono e parlare di tutte le emozioni che giorno per giorno, in questi cinque giorni si sono susseguite, il battito del cuore
quando varchi il cancello del lager e pensi alle migliaia e migliaia di uomini che sono morte lì. Pesti terreno dove uomini e uomini sono morti, dove sono
caduti, entri nella camera a gas, dove nessun mai è uscito, tranne che dal camino. In questo lungo viaggio che sicuramente non terminerà, perché da qui
è iniziato, e ogni giorno, per 365 giorni l'anno, deve essere ricordato. Mi ha fatto capire che la parola ricordare ha un valore inestimabile. Ricordare per
far sì che le pene sofferte dai deportati non siano valse niente, per far si che non muoiano una seconda volta, perché sarebbe come abbandonarli, ed è
una morte molto più atroce di quella che hanno vissuto sulla propria pelle. Non sò Italo Geloni ma io sarei orgogliosissima dei propri figli, perché hanno
avuto la forza, la determinazione e il coraggio di portare avanti un viaggio da lui cominciato, e che spero continui sempre, perché non dev'essere mai
dimenticato.
Io sono Lisa
vengo da San Miniato. Noi siamo venuti qua, per noi stessi, ma siamo venuti qua tutti insieme, adesso noi siamo qui, che stiamo parlando, tutti insieme,
per scambiarci quello che questo orrore ci ha dato, quello che non ci possiamo scordare. Noi siamo venuti qua, abbiamo visto, io ho visto i
comportamenti delle persone cambiare totalmente, c'era chi all'inizio non capiva, se ne fregava quasi, poi hanno capito, per quello che si può capire,
cosa hanno fatto lì dentro, le pareti dove non si poteva più uscire. Poi abbiamo visto a Mauthausen tutta quella gente, tutte quelle persone, lì, lì c'era un
motivo, noi siamo andati e siamo venuti qua, e non ce lo possiamo scordare quella che abbiamo visto. Non dobbiamo dire oggi io non me lo scorderò,
dobbiamo continuare a ricordarcelo, a Mauthausen chi è sopravvissuto, per chi non è sopravvissuto il 10 maggio del 1945 ha giurato che avrebbe
costruito un mondo migliore, basato sulla libertà, sulla fratellanza, sui diritti. C'è chi ha paura della libertà, di questi diritti, una paura non possiamo
lasciarli andare, noi dobbiamo combattere anche per questo. Noi, ce lo dicono in tanti, noi adesso siamo giovani, poi il mondo lo facciamo noi, non è
stupido, è vero, noi ce lo dobbiamo ricordare chi è morto lì, non può passare sotto silenzio le storie di chi non ce l'ha fatto a raccontare, non ce ne
possiamo scordare non si deve. No!
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Anno 2003 – 58° Anniversario della Liberazione
Sono Giulia
vengo da San Miniato alto. In questi giorni ho provato emozioni fortissime, diverse da quelle che provo di solito. Ad esempio ad Ebensee e Gusen, ho
provato un insieme di orrore, odio e rabbia verso le s.s., ma anche verso le persone attuali, perché qui hanno costruito villette con dei bei giardini dei
parco giochi, dove i bambini si divertono, ignari di ciò che è successo. Questo non è giusto, non è giusto nei confronti delle persone che sono morte, dei
milioni di persone che sono morte. Io non riesco a capire come si possa vivere in questi luoghi. Anche al castello di Harteim ho provato molto rabbia,
molta, perché la guida c'ha detto che non era vero, che quella era stata una clinica dove venivano svolti gli esperimenti, invece questo si è visto dai
documenti ritrovati, mi sono veramente arrabbiata.
Io sono Giacomo
e vengo da San Miniato basso. Io volevo dire che questo viaggio mi è servito molto, perché mi ha fatto capire maggiormente quali erano le condizioni di
vita durante il periodo nazista, comunque la situazione generale perché comunque leggendo un libro di storia, o ascoltando le spiegazioni di un
insegnante provi ribrezzo per le cose che comunque i nazisti hanno fatto, ma ti rendi conto di ciò che accadeva solo superficialmente, mentre visitando
questi campi, toccando con mano, non la situazione, ma i luoghi, il terreno, dove tutti i deportati hanno percorso e hanno lavorato e lottato e sono anche
morte, è tutta un'altra cosa. Io voglio ringraziare Laura che Paolo Geloni perché durante questi cinque giorni sono stati magnifici ci hanno regalato
tantissime emozioni, anche se comunque miste a rabbia e odio per le persone che vogliono dimenticare, voglio dimenticare il passato e questo non è
giusto, e io ringrazio ancora Laura e Paolo perché mi hanno ricordato di non dimenticare. Grazie
Io sono Marco Volpi
della scuola media di Peccioli. Innanzitutto voglio subito ringraziare l'Aned per quest'esperienza, in particolare Laura e Paolo che ci hanno aiutato a
capire meglio tutte queste cose. Secondo me sono molto importanti queste visite degli ex deportati ai campi, perché io non lo so se sarei stato capace di
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tornare in un luogo dove c'è stata molto sofferenza, dove se fossi stato deportato, dove ho sofferto io. Mi sarebbe rimontato qual cosa e non ce l’avrei
fatta e per questo voglio ringraziarli tutti. Poi subito ho provato un po' di odio nei confronti dei tedeschi, dei nazisti perchè io non posso comprendere
come la mente umana possa arrivare all'idea di sterminare un'intera popolazione.
Io sono Riccardo
vengo dalla scuola media di Ponte a Egola. Io volevo dire che molte persone hanno provato disprezzo, odio e rabbia, contro le s.s., contro tutti i nazisti,
ma a me facevano pena forse quanto i deportati. Perché loro pensavano di essere indistruttibili, pensavano di essere grandissimi, pensavano di essere
più grandi forse anche di Dio, perché si impossessavano della vita dei deportati, in modi atroci, con molte sofferenza e questo non è giusto, perché la vita
è una sola, la vita è una cosa bellissima, nella vita dobbiamo fare di tutto per essere felici; e loro non si potevano nemmeno definire bestie, perché le
bestie si uccidono solamente per mangiarsi, mentre loro uccidevano solo per divertimento. Poi mi facevano una grande pena perchè loro pensavano di
essere liberi, ma secondo me è libero quell'uomo che lascia a tutti gli altri uomini la libertà.
Io sono Iacopo
di Ponte a Egola. Premetto che sto vivendo delle intense emozioni, non solo ora ma anche nei lager, dove abbiamo trascorso questi giorni. Io penso che i
luoghi che più mi hanno colpito sono stati Dachau e Mauthausen, perché Dachau è stato il primo luogo dove c'è stato un impatto con un mondo che non
spesso c'appare sotto gli occhi, e Mauthausen perché è stato il lager dove, secondo me i deportati hanno provato più angoscia e dolore. Infine intendo
ringraziare l'Aned Paolo e Laura e tutti gli accompagnatori, per averci fatto vivere un'esperienza toccante ma sicuramente molto, molto bella.
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Sono Alessio
sono della scuola di Ponte a Egola. Intanto vorrei ringraziare Laura e Paolo per tutte le emozioni che ci hanno regalato, e anche per i deportati che sono
venuti per farci regalare queste emozioni e per non fare scordare più queste cose che sono successe. Io per tutti i nazisti che sono vissuti in quei campi
con il divertimento provo molta rabbia, e invece per i deportati che stavano lì, cioè non capisco come le persone si possono odiare a tal punto di
eliminare la razza più forte. Volevo dire solo questo.
Sono Federica
della scuola media di Santa Croce. Volevo dire che questi giorni di pellegrinaggio mi sono serviti molto a capire e a toccare con mano quello che era
successo nei campi di concentramento. Volevo ringraziare Laura e Paolo che con la loro sensibilità ci hanno fatto capire ancora meglio ciò che, diciamo,
gli animali de nazisti avevano fatto a persone che combattevano per i propri ideali. Io le ammiro molto queste persone che sono morte, che sono morte
per la propria libertà, di pensiero e di azione. Grazie
Sono Irene
e vengo dalla scuola media di Santa Croce. Io in questi cinque giorni ho avuto la possibilità di capire meglio cosa hanno provato gli ebrei, queste
persone che hanno sofferto in ogni modo nei campi di sterminio. Queste cose le ho sentite anche nella mia persona, ad esempio a Mauthausen quando ho
salito la scala della morte, e mi sono chiesta che se io facevo fatica a salirla da sola, come facevano gli ebrei a salirla con una pietra sulle spalle. Non so
neanch'io come facevano le s.s. a fargli lo sgambetto, o a gettarle di sotto, non lo so. Per quest'esperienza volevo ringraziare Paolo e Laura Geloni che
da tanti anni continuano a tramandare questi orrori, e anche questo li rende delle persone speciali che hanno avuto il coraggio di presentarle ai ragazzi,
ai giovani, sapendo quello che è successo a loro padre. Grazie
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Io sono Francesco Merlini
della scuola media di Peccioli.
Questo pellegrinaggio è stata una bella esperienza. Io ho camminato, e abbiamo camminato dove milioni di persone sono morte, stanche, affamate,
infreddolite, torturate. Però queste persone che erano deportati erano forti, erano forti nel loro animo, erano legati dalla solidarietà con gli altri, e
hanno deciso di lottare contro questa tortura morale di non poter parlare, trasmettere le loro emozioni, avere la propria opinione. Lottando non solo
hanno aiutato i loro compagni, ma hanno creato un mondo migliore per noi, e spero che continueranno a trasmetterci le loro emozioni.
Sono Francesca
di Ponte a Eegola. Volevo dire che da quest'esperienza ho imparato molto, ho imparato a vivere la vita al meglio possibile. E poi devo dire che non
riesco a capire come un uomo possa arrivare ad avere dentro tanta cattiveria, a punire così atrocemente degli altri uomini innocenti. Infine volevo
ringraziare Paolo e Laura per averci fatto vivere questa esperienza.
Io sono Lorenzo Rossi
e vengo da Palaia. Innanzitutto vorrei ringraziare Laura e Paolo per aver spiegato bene ciò che accadeva ai deportati nei cambi di
concentramento, ma anche volevo ringraziare gli ex deportati che hanno avuto il coraggio di ritornare nei luoghi in cui hanno sofferto, e
di rispiegare quello che hanno passato. Io sono venuto qui vincendo un concorso che come tema aveva la giornata della memoria, che
appunto serve a questo, a non dimenticare quello che hanno passato i deportati nei campi di concentramento, e il modo in cui le s.s. i
kapò trattavano questi deportati. La giornata della memoria secondo me come tema ha proprio, ricordare il passato per costruire il
futuro.
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Sono Giulia
e vengo dalla terza D di Palaia. Innanzitutto volevo ringraziare i fratelli Geloni e l'Associazione dell'ANED di Pontedera che mi ha permesso di
partecipare a questo pellegrinaggio ai campi di concentramento di Austria e Germania. Quando sono arrivata nei campi di concentramento quante di
queste persone come venivano maltrattate e come venivano torturate, provavo sempre una grande sensazione con un concentrato di rabbia e di disagio e
di tristezza. Ma in fondo mi ha anche aiutato a capire delle cose che prima non sapevo, e così ora potrò tramandare a quelli che conosco affinché questo
non accada più.
Io sono Manolo
e vengo dalla scuola media di Ponte a Egola. Per iniziare volevo ringraziare Laura, Paolo e Italo Geloni per averci accompagnato in questo
pellegrinaggio. Nella storia dell'uomo ci sono state cose molto belle, come invenzioni brillanti, e scoperte che hanno migliorato la vita dell'uomo. Ma ci
sono state anche cose molto brutte come il genocidio di molte persone colpevoli di essere nate o ebree, omosessuali oppure zingari. Queste persone
venivano rinchiusa in dei lager, nei campi di concentramento, dove venivano umiliate, private della loro dignità e infine venivano sfruttate, e usato fino
all'ultimo pezzo del loro corpo. Io per le s.s., come ha detto il mio compagno prima, provo solo pietà perché non capisco come un uomo possa fare
queste cose, a persone che respirano, che sono praticamente come lui.
Io sono Lorenzo Giovanetti
e vengo da Peccioli. Prima di questo pellegrinaggio volevo venire volentieri, a vedere, ero molto curioso. Quando mi fu detto che alla fine di questo
pellegrinaggio doveva esprimere le mie considerazioni, i miei pensieri, ero molto dubbioso su ciò che dovevo dire, avevo paura di dire cose che vengono
ripetute tutte le volte che vengono fatte queste manifestazioni. Mentre ora che siamo arrivati al termine, posso dire di essere ricco di considerazioni,
pensieri, e tutto questo grazie alle esperienze avute, grazie a Paolo, Laura e agli ex deportati che si sono disposti a parlare per noi. Una cosa che mi ha
dato molto fastidio, è stato vedere dove c'erano i campi di concentramento villette, dove la gente si diverte, dove la gente credo, non pensa nemmeno a
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quello che c'è stato prima in quei luoghi, e questo non lo accetto perché non mi sembra giusto, per la memoria di queste persone. Un altro lato, che
vorrei dire, è quello dei deportati, secondo me i deportati dopo tante torture, gli rimanevano due possibilità di continuare a sperare di sopravvivere, o
sennò di suicidarsi. Secondo me la migliore sarebbe stata continuare a vivere, perché suicidarsi vorrebbe dire sottomettersi a loro, e questo non è giusto,
far vedere che siamo superiori, anche se ci sottomettono. Perché loro hanno potuto maltrattare persone, maltrattare nel senso fisico, ma il pensiero di
quelle persone rimane, è incancellabile. Grazie
Io sono Arianna
della scuola media di Peccioli. Volevo dire che questo esperienza mi ha aiutato molto, e sono convinta di essere un po' cresciuta grazie a
quest'esperienza. Volevo dire che spesso noi giovani tendiamo a guardare le cose con un po' di superficialità, a non apprezzarle veramente è grazie a
esperienze come queste, che veramente il nostro cuore si apre e riusciamo a guardare le cose non soltanto cogli occhi, ma anche con il cuore. Questo è
molto importante perché grazie al cuore il ricordo rimane più vivo, e queste è importantissimo, non bisogna mai dimenticare. Volevo ringraziare tutte le
persone che ogni anno organizzano questo pellegrinaggio, perché fa sì che tutti i ragazzi si sensibilizzino. Volevo dire che i ragazzi sono il mondo di
domani, e quindi questo è molto importante.
Io mi chiamo Valentina
e vengo da Peccioli. In questi giorni visitando il campi di sterminio, e ascoltando le testimonianze ho provato molte emozioni, molto forti. Per questo
ringrazio tutti coloro, che ogni anno si impegnano per organizzare questi pellegrinaggi. A Mauthausen per esempio ho provato due emozioni
contrastanti, la felicità e la tristezza. La tristezza perché camminavo nei luoghi dove molte persone hanno sofferto e hanno perso la vita; la felicità nel
vedere molte persone di nazionalità diversa unite per un solo scopo cioè quello di non ricordare che per me la cosa più importante.
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Vengo da Peccioli.
Innanzitutto volevo ringraziare Paolo e Laura che c'hanno raccontato l'esperienza di loro padre e di tutti gli ex deportati dei lager. Una cosa che non
riesco a capire è come i nazisti hanno potuto commettere tutte queste atrocità, soltanto perchè si credevano di essere superiori. Ringrazio anche gli ex
deportati che hanno avuto molto coraggio a ritornare nei luoghi dove pochi anni prima avevano sofferto, e grazie alla loro forza d'animo sono riusciti ad
andar avanti e a testimoniarla e a raccontare a noi l'esperienza che avevano vissuto. Grazie
Regina
vengo dalla scuola media di Peccioli. Volevo ringraziare Paolo e Laura, perchè loro e gli ex deportati mi hanno fatto vivere emozioni, che prima d'ora
non avevo mai vissuto. Si mescolano alla rabbia, la pena, l'odio, per persone che credo non sanno cosa hanno fatto, perché non arrivo a pensare a
quanto odio hanno portato a queste persone. Prima di arrivare qui mi sono posta un obiettivo, quello di raccontare ai miei familiari, ai miei amici che
non sono venuti quello che ho visto, quello che è realmente accaduto dentro a questi campi. Solo che non so se troverò parole abbastanza efficaci, per
spiegare i miei sentimenti. Spero che un domani la frase che in questi giorni ha rammentato Laura, dobbiamo ricordare il passato per vivere oggi e per
avere un futuro migliore.
Io sono Alessio
e vengo da scuola di Ponte a Egola. Dopo Mauthausen ho pensato molte cose ma ancora non ho capito come l'uomo può arrivare a fare certe cose,
sparare sui vecchi, bambini, buttare giù da scale di centro 86 scalini uomini che erano costretti a trasportare macigni di settanta chili e oltre. Non so
come uno può arrivare a questo. Di sicuro credo che noi dobbiamo continuare a lottare per la pace e per la libertà, e contro tutti i dittatori che ci sono
nel mondo. Inoltre ringrazio Paolo e Laura per l'eccezionale lavoro che hanno svolto.
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Io mi chiamo Giovanni
e vengo dalla scuola media di San Miniato. Era da tanto che aspettavo questo momento divenire a fare questo bellissimo pellegrinaggio nei campi di
sterminio. E questo mi ha aiutato a capire, ancora di più come i deportati venivano maltrattati, venivano usati. Questa e una esperienza che mi ha
proprio toccato nel cuore invito tanti altri ragazzi a farla. Io volevo ringraziare l'ANED, Laura e Paolo per tutte le cose che c'hanno detto.
Io mi chiamo Niccolò Storer
e vengo dalla scuola di San Miniato. Vorrei dire che questo esperienza è stata molto bella e profonda per me, mi chiedo ancora come l'umanità sia
arrivata a tale punto, cioè a odiare altri esseri umani e a sfruttarli. Vorrei ringraziare Paolo e Laura Geloni per averci guidato attraverso questo
esperienza, e per averci insegnato che si deve ancora continuare a combattere, per la libertà e per la pace.
Sono Fabrizio
della scuola media di Ponte a Egola. Quest'esperienza e stata per me molto importante. Ora come ora non trovo le parole per dire cosa provo,
comunque volevo ringraziare Paolo e Laura e l'associazione Aned per avermi dato quest'occasione.
Io sono Elia
da Ponte a Egola e prima di tutto cosa volevo ringraziare Paolo e Laura per averci fatto fare questo pellegrinaggio. Provo un senso di rabbia ed di odio.
Sono Philip
della scuola media di San Miniato alto. Le sensazioni che ho provato sono tre, la paura, la pena, e la gioia. Ho provato la pena per i deportati nei campi
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di sterminio per le loro sofferenza, ma anche per le s.s. che sono state controllate da una sola persona le loro menti sono state modificate. Provo paura,
cioè mi fa paura pensare ai deportati che soffrivano nelle baracche, erano torturati dal s.s.
Sono Meucci Guglielmo
vengo dalla scuola di San Miniato basso. È difficile esprimere le proprie emozioni di fronte a una situazione dove sono morte milioni di persone.
Comunque bisogna ricordare, e mai dimenticare, quello che i deportati hanno sofferto per essere considerate persone e non animali. Inoltre ringrazio
l'associazione Aned e Paolo e Laura Geloni.
Sono Dina Campigli
e vengo da Santa Croce. Volevo dire che da principio non volevo neanche venire qui perché avevo paura di affrontare questo viaggio da sola, però ora
mi sono ricreduta, sono stata contentissima di vivere un'esperienza come questa. Riguardo ai campi di concentramento devo dire che mentre passavo tra
i viali di Dachau o nelle grotte di Ebensee pensavo che quarant'anni fa, lì passavano delle persone che pativano e venivano uccise, venivano torturate, e
ho sentito delle emozioni strane che non saprei neanche descrivere, me li sono come sentiti vicini. E una cosa che anche mi ha dato fastidio, che queste
cose sono state ristrutturate perché secondo me, sarebbero stati molto meglio se fossero stati lasciati lì com'erano, perché ristrutturate sono state
cancellate delle tracce, che era meglio se fossero rimaste. Comunque voglio ringraziare Paolo e Laura, Italo Geloni anche se non ho avuto l'onore di
conoscerlo l'associazione dell'Aned, e naturalmente i miei compagni di classe, che votandomi mi hanno dato l'occasione di partecipare a questo viaggio.
Grazie
Mi chiamo Serena
e vengo dalla scuola di San Miniato. Volevo dire che in questi giorni, diciamo, ho vissuto questa esperienza in un modo che non credevo che desse tutte
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queste emozioni. Mi sono molto emozionata, ho avuto delle emozioni dalla tristezza, alla sofferenza e diciamo che per me, è stato molto diverso da come
me lo ero immaginato, perché un conto è vederlo sui libri di scuola, sui filmati, e un conto è vederlo dal vivo sentire tutte le testimonianze, che mi hanno
fatto capire molte più cose di quante ne avessi capite prima. Per questa vorrei ringraziare molto i fratelli Geloni che ci hanno spiegato moltissime cose,
che c'hanno dato moltissime testimonianze, che mi hanno fatto riflettere e pensare molto; l'Aned e il comune di San Miniato che mi hanno permesso di
partecipare a questo pellegrinaggio.
Io sono Beatrice
e vengo da Peccioli. Io mi sento fortunata ad aver partecipato a questo pellegrinaggio perché visitando questi luoghi, ho vissuto delle emozioni che non
certo si vivono leggendo un libro di storia. Ho provato odio per le persone che hanno costruito case vicino a questi luoghi dove sono morte migliaia e
migliaia di persone, e anche molta pena per ragazzi come noi, persone come noi, che sono stati disprezzati, e trattati peggio che bestie. Ringrazio Paolo e
Laura Geloni per il lavoro che fanno, e perchè fanno sì che noi giovani non dobbiamo dimenticare il passato, perché siamo noi il futuro, e bisogna
cercare sempre di fare la pace e non la guerra.
Sono Giacomo Romagnoli
e sono consigliere comunale a San Miniato. Questo è per me il secondo pellegrinaggio che faccio, ed è stato un pellegrinaggio direi emotivamente molto
intenso, si sono succedute dentro di me molte emozioni dalla rabbia, lo sgomento, a volte anche l'incredulità di fronte a certe immagini, e ad alcune
parole sia di Laura, che di Paolo, ma anche degli ex deportati. Ma anche profonda ammirazione e rispetto per chi in quei campi ha sofferto, ed è morto,
e nonostante tutto non ha mai fatto un passo indietro di fronte ai propri ideali, ai propri principi, e che poi sono quelli che per chi è tornato, quei pochi
che sono tornati, li hanno tenuti in vita. Però devo dire che ho sentito molto il ruolo con cui sono venuto perché essere rappresentante di un'istituzione
non vuol dire portare solo una fascia, un gonfalone, ma vuol dire essere la dimostrazione di un principio e di un valore per noi fondamentale, che è la
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libertà di scegliere. Perché essere eletti vuol dire essere scelti dai propri cittadini, ed avere la delega a fare scelte anche per loro. Quindi per me è
importante essere stato qui perché un'istituzione che partecipa a questo pellegrinaggio, è una istituzione che dice che non si può, che non si deve
dimenticare, e che soprattutto rispetto ad alcuni principio di democrazia, di libertà, di solidarietà non si può neanche fare un passo indietro fare sconti.
Volevo ringraziare Laura, Paolo perché dalle loro parole emerge con forza la determinazione e la forza di questi ideali, ma volevo ringraziare anche tutti
voi, tutti voi ragazzi per le splendide parole che avete detto. Grazie
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Indice generale
Teresa Mattei, per i giovani in difesa della Costituzione.............2
PRIMO GRUPPO......................................................................3
Sono Massimo, .........................................................................3
Mi chiamo Lucia Tamburini ......................................................4
Sono Daria, ...............................................................................5
Io sono Martina ........................................................................5
Mi chiamo Isotta .......................................................................5
Io sono Martina ........................................................................6
Sono Elisa Baccini ....................................................................6
Io sono Francesco Pacini ...........................................................7
Ciao a tutti sono Massimo Lombardo, .......................................7
Ciao a tutti io sono Diletta ........................................................8
Io mi chiamo Graziella Rossi .....................................................8
Io sono Martina, .......................................................................8
Ciao a tutti io mi chiamo Alessia, ..............................................9
Sono Daniela.............................................................................9
Io sono Alessandro .................................................................10
Io sono Giulia, ........................................................................10
Ciao io sono Barbara Frosini ...................................................10
Io sono Cristina .......................................................................12
Io sono Pierluigi Chelossi, .......................................................12
Io sono Sara e vengo da Volterra. ...........................................13
Salve io sono Filippo Micheletti ..............................................13
Allora io mi chiamo Giovanni ..................................................14
Mi chiamo Giada, ....................................................................14
Francesco.................................................................................14
Io mi chiamo Gloria ................................................................15
Io sono Cinzia Bachi, ..............................................................15
Io sono Lisa ...................................................................................15
Io sono Manuela ............................................................................16
Io mi chiamo Giulia .......................................................................16
Io sono Giulia ................................................................................16
Io sono Francesca ..........................................................................16
Io sono Veronica ...........................................................................17
Io sono Elena, ...............................................................................17
Io sono Matteo ..............................................................................17
Sono Sergio ...................................................................................18
Ciao, io sono Debora Pelusi ...........................................................18
Sono Rocco ...................................................................................19
Sono Paolo.....................................................................................19
Sono Laura.....................................................................................20
SECONDO GRUPPO....................................................................22
Io sono Marcello ...........................................................................22
Innanzitutto salve a tutti sono Irene, ..............................................22
Io sono Martina .............................................................................23
Ciao io sono Giorgio .....................................................................24
Io mi chiamo Paola ........................................................................24
Mi chiamo Cristina, .......................................................................25
Io mi chiamo Giulia .......................................................................25
Io mi chiamo Alice Giovanetti .......................................................25
Io sono Lucia ................................................................................26
Buonasera a tutti, sono Carolina ....................................................26
Io sono Jessica ..............................................................................26
Mi chiamo Francesco .....................................................................27
Buonasera a tutti sono Francesco ..................................................27
Ciao a tutti sono Glenda,................................................................27
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Io sono Alessio .......................................................................28
Io ragazzi vi voglio dire questo, sono Anna, ............................28
Io sono Serena, .......................................................................29
Io sono Alessandro .................................................................29
Sono Letizia, ...........................................................................29
Io sono Tommaso ...................................................................30
Sono Martina ..........................................................................30
Sono Alberto ..........................................................................30
Io mi chiamo Valentina ...........................................................31
Ciao sono Graziano, ................................................................32
................................................................................................32
Io sono Renzo .........................................................................33
Io sono Roberto ......................................................................34
Io sono Giovanni .....................................................................35
Sono Cosimi Carlo...................................................................36
Io sono il Sindaco di Cascina. ..................................................36
Mi chiamo Mario Scarpellini ...................................................37
Sono Rocco ............................................................................38
TERZO GRUPPO...................................................................39
Io sono Beatrice ......................................................................39
Sono Deborah..........................................................................40
Mi chiamo Elisa Rebechini ......................................................40
Mi chiamo Cristina ..................................................................40
Sono Cosimo ..........................................................................41
Il mio nome è Giulio Ciulli ......................................................41
Mi chiamo Davide Costagli .....................................................42
Mi chiamo Sofia ......................................................................42
Io mi chiamo Virginia Mariani .................................................43
Cristina....................................................................................43
Ciao io sono Giuditta e vengo da San Miniato. ........................44
Io sono Lisa ...................................................................................44
Sono Giulia ...................................................................................45
Io sono Giacomo ...........................................................................45
Io sono Marco Volpi .....................................................................45
Io sono Riccardo ...........................................................................46
Io sono Iacopo ..............................................................................46
Sono Alessio .................................................................................47
Sono Federica ...............................................................................47
Sono Irene .....................................................................................47
Io sono Francesco Merlini .............................................................48
Sono Francesca .............................................................................48
Io sono Lorenzo Rossi ...................................................................48
Sono Giulia ...................................................................................49
Io sono Manolo .............................................................................49
Io sono Lorenzo Giovanetti ...........................................................49
Io sono Arianna .............................................................................50
Io mi chiamo Valentina ..................................................................50
Vengo da Peccioli. .........................................................................51
Regina............................................................................................51
Io sono Alessio ..............................................................................51
Io mi chiamo Giovanni ..................................................................52
Io mi chiamo Niccolò Storer ..........................................................52
Sono Fabrizio ................................................................................52
Io sono Elia ...................................................................................52
Sono Philip ....................................................................................52
Sono Meucci Guglielmo ................................................................53
Sono Dina Campigli .......................................................................53
Mi chiamo Serena ..........................................................................53
Io sono Beatrice ............................................................................54
Sono Giacomo Romagnoli .............................................................54
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