SN numero 19 - Sport Nazionale

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SN numero 19 - Sport Nazionale
Poste Italiane SpA – Spedizione in Abbonamento Postale – DL 353/2003 (conv. In L..27/02/04 n..46) art. 1, comma 1 CNS-VE. Aut. Trib. VE n° 30 del 02/10/2006
In caso di mancato recapito restituire all’ufficio di venezia cmp detentore del conto per la restituzione previo pagamento resi
bimestrale - n°19 - settembre/ottobre 2009 - Euro 3,00
Softair
il barrett 99
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il tuo maneggio
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le alternative
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formazione
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News
SPORT NAZIONALE
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10.327 copie di questo numero
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CENTRO SPORTIVO FIAMMA
SPORT NAZIONALE
ANNO V Settembre - Ottobre 2009
Numero 19
Direttore Responsabile:
Paolo Lazzaro
Direttore Editoriale:
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Fiorenzo Pesce, Vito Paragallo,
Roberto Avena, Antonio Albano,
Ilario Lazzaroni, Cesare Mevoli
Redazione:
Via Panisperna, 209 - 00184 Roma
Fax 06 23328443
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Iscrizione al ROC n° 17639 del 25.11.2008
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portare le notizie locali a misura europea. Diventa protagonista due volte, la prima nel realizzare il tuo evento, la seconda nel raccontarlo ai nostri utenti.
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SOMMARIO
Softair
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6 - Ritorno in Vietnam
8 - Softair in fiera
10 - Il libro del softair
10 - Corso military sniper
11 - Stage
12 - Il barret 99
Storia e realtà
15 - Il Generale Fantasia
17 - Mafalda di Savoia
18 - Pericolo chimico
Sport combattimento
29 - Gare, tornei e campionati
32 - Scendiamo in pista
34 - Sport village
35 - Festa provinciale
36 - Letteratura sportiva
37 - Excalibur
Musica
38 - Un fucile per una chitarra
39 - CD, una morte annunciata
40 - Libertà artistica
Equitazione
43 - A come attacchi
44 - Il buon governo del cavallo
45 - Apri un centro ippico
46 - Educare con gli animali
47 - Corso EDA
Formazione
48 - Il futuro on-line
50 - Riscatto della laurea
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04
Ritorniamo a soffermarci su un argomento che in pas-
sato abbiamo già affrontato: l’onore delle persone e
il valore delle loro parole rapportate ai fatti che esse
compiono.
Tutti noi sogniamo un mondo nel quale vivere dignitosamente e in libertà che, solo attraverso la vera giustizia, è possibile raggiungere. Laddove il diritto non è
rispettato, viene a mancare il supporto della dietrologia culturale che colloca –nella Terra e senza dirittol’uomo in un rango superiore. È difficile poter comparare lo stupratore di minori o il venditore di morte,
che consapevolmente hanno scelto il delitto, ad una
qualsiasi fiera che uccide solo per sfamarsi. Poiché
la specie umana ha compiuto un lungo percorso evolutivo, raggiungendo la consapevolezza delle proprie
possibilità, ogniqualvolta viene rinnegata la verità o
il proprio pensiero, l’uomo ritorna per un attimo allo
stato primordiale, e quindi nell’ovvia inferiorità rispetto alle altre specie.
La consapevole rinuncia alla ragione e a quanto acquisito attraverso millenni di convivenza con i suoi simili,
cancella ogni velleità di superiorità.
Il termometro del declino culturale è fornito dalla poca
serietà, dimostrata da molti, di trovare argomentazioni
inesistenti per volgere a proprio beneficio qualsiasi situazione, anche quando questa è incontestabilmente
avversa. Quanti tradiscono questo concetto di onestà,
commettono un’inaudita violenza verso tutta la sua
specie e con un evidente atto morale illegittimo.
Noi sappiamo che la libertà è la conseguenza di una
moltitudine di concetti, di regole, di comportamenti
e di valori identificati anche se immateriali. Essa è
un bene prezioso e milioni di persone sono morte e,
purtroppo, muoiono tutt’oggi in molte parti del mondo
per ottenerla. Invece, nella nostra società, viene flebilmente sentita come dato acquisito. L’assenza delle
grandi passioni e delle motivazioni ideali l’hanno depauperata del suo valore immenso che, assieme alla
ragione e all’intelletto, giustifica il nostro ruolo sulla
Terra.
La voluta mancanza dell’onore, cioè il rinnegare la
propria parola, è uno dei grossi mali della società moderna che ha sostituito i materiali piaceri personali al
concetto spirituale dell’esistenza. Possiamo tangibilmente individuare nei così detti “furbi”, la figura umana che meglio rappresenta questa linea di pensiero.
Persone che seguono la corrente per rimanere sempre
a galla e pensano egoisticamente sempre e solo a se
stessi, anche se ciò comporta un arbitrio materiale e/
o culturale verso gli altri. Siamo ormai lontani dai tempi nei quali il capitano della nave affondava dopo aver
messo in salvo tutto l’equipaggio, oggi è più facile che
ad abbandonare il piroscafo per primo sia proprio il
suo comandante.
Non è una critica verso il cambiamento ma, alla mancata coerenza. È giusto, ammissibile, naturale, logico
e ... tutte le altre definizioni che si possono ancora addurre per comprendere un cambio di idea, sono giustificate. Con gli anni, grazie all’esperienza, il pensiero
e le convinzioni variano e, di conseguenza, è corretto
modificare il proprio comportamento. Il reducismo è
EDITORIALE
un fatto fine e sé steso, non è uno stile di vita ed è
necessario il cambiamento per mantenere il passo con i
tempi, nell’intento di apportare innovazioni e migliorie a
tutta la collettività. In fasi come queste, la critica verso
il proprio passato, è costruttiva e giusta. Tutto ciò non
è sufficiente se rimangono solo parole di convenienza
e se non si paga il pegno di tasca propria. C’è il rischio
che si tratti sempre del solito “furbo”. Possiamo, anzi
dobbiamo credere negli uomini che s’impegnano per la
collettività, ma se vediamo che questi rimangono sempre a galla, senza mai mettere la mano nella propria
tasca, allora qualche dubbio ce lo dobbiamo porre. Non
dobbiamo chiedere la flagellazione, ma la coerenza.
Comportamenti difformi sono adducibili alle figure dei
caporali, personaggi citati da Totò in un suo celebre
film, allo scopo d’offrire allo spettatore una distinzione
tra questi e gli uomini veri.
Attraverso le pagine della nostra rivista vogliamo tenere accesa la fiamma della serietà e della coerenza,
perché solo chi ha un grande passato ha il diritto di
immaginarsi il futuro. Non che agli altri manchi questo
diritto, nell’ottica della democrazia è giusto che a ciascuno sia data la facoltà di esprimersi ma prima di parlare, almeno, dia prova di onestà o taccia, senza fare la
solita figuraccia.
Delle volte mi stupisco della vitalità che il no-
stro ente possiede. Se devo fare un raffronto, il
mio pensiero corre al secondo dopoguerra, prima del boom economico, durante il quale aziende come la Fiat, l’Olivetti, la Pirelli, la Piaggio
solo per citarne alcune di successo e universalmente conosciute- acquisirono importanti quote
di mercato grazie alle proprie innovazioni tecnologiche d’avanguardia e per volontà di dominare
il mercato.
La comparazione è evidentemente sproporzionata, mai Sport Nazionale riuscirà ad eguagliare
questi colossi economici, ma nella determinazione di voler raggiungere i propri obiettivi e nella
capacità d’innovazione, la distanza si riduce
notevolmente e, non è detto che in questo siamo secondi.
Con l’avvio del nuovo anno sportivo, primi, fra
tutti gli enti di promozione sportiva, aumentiamo l’offerta dei servizi verso i nostri associati,
ampliandoci nell’informatica e inserendoci nelle tele-comunicazioni via web.
Due scommesse importanti che coniugano aumento delle competenze, anche professionali,
e sviluppo della comunicazione.
La prima riguarda il nuovo portale della formazione on-line, integrata con le attività in aula
e attraverso stage. La funzione professionale
si arricchisce di nuovi elementi, grazie alla sinergia avviata con enti formativi accreditati in
diverse regioni, sindacato e agenzie del lavoro
interinale.
Segno questo che sappiamo attrarre l’interesse di più operatori e che le nostre proposte
acquisiscono maggiore valenza, ampliando gli
orizzonti d’impiego per migliaia di persone.
L’altro aspetto è l’esplorazione della televisione
via rete, con la realizzazione di un nostro canale informativo, passo essenziale per costruire
un impianto comunicativo di prim’ordine: una
testata giornalistica abbinata ad una televisione proiettata verso un futuro digitale ancora
poco considerato, ma il cui sviluppo può invece
riservarci delle interessanti opportunità.
Sempre in tema di comunicazione, abbiamo
progettato l’attivazione del notiziario locale prodotto su carta, con impianto nazionale,
che ogni nostra associazione può utilizzare
localmente per divulgare le proprie attività,
avviando un percorso di raccolta della piccola
pubblicità e investire le somme nell’agevolare
il raggiungimento degli scopi sociali.
Non sono piccole cose, si tratta d’importanti
impegni economici ed organizzativi che l’Ente
ha assunto in prima persona per ampliare l’offerta di servizi ai propri associati.
Diventa quindi corretto il paragone iniziale, che
ci vede sempre più proiettati verso il futuro con
l’ausilio di mezzi innovativi, in un settore dove
la stagnazione concorrenziale è ormai cronica.
È vincente l’azione di operare tenendo conto di
tutte le componenti che costituiscono l’Ente.
Se ognuna di queste riscontra considerazione
e la possibilità di aggiungere nuovi segmenti
alle proprie attività, l’impegno che profondono
verso il lavoro comune è maggiore.
Tutti noi dobbiamo muovere un ulteriore passo
verso l’informatizzazione, non possiamo rimanere ancorati alle vecchie abitudini, il futuro
è ormai realtà e non possiamo procrastinare i
nostri obblighi.
Fiorenzo Pesce
Presidente Nazionale
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NEWS
COMUNICAZIONI DALLA SEGRETERIA GENERALE
Aperture iscrizioni
Dal primo di settembre è aperta la campagna di tesseramento e di affiliazione. Tutte le associazioni e i tesse-
rati hanno la possibilità di farlo da subito, usufruendo delle coperture assicurative per sedici mesi, ben quattro in più rispetto il normale esercizio sociale. Per quanti non rinnovano, inesorabilmente la corresponsione
dei servizi cesserà il trentuno dicembre prossimo. Non rischiare di rimanere scoperto! Allo stesso costo, hai
molto di più.
Registro Coni
Poiché non tutte le associazioni hanno interesse ad iscriversi nel registro Coni, a seguito dell’affiliazione al
Centro, la segreteria non procede in automatico alla registrazione. È necessario che ogni associazione sportiva
dilettantistica lo richieda esplicitamente via mail, per fax o attraverso il Gestionale Amministrativo. Come
sempre, agli interessati, il servizio è fornito gratuitamente.
Notiziario
Ogni due mesi verrà inviato alle società affiliate che ne hanno fatto richiesta, il Notiziario locale di Sport Nazionale. Questa è una valida opportunità per raccogliere la piccola pubblicità e disporre di fondi inaspettati
per la propria attività. Inoltre, sostituendo gli articoli presenti nel menabò e di carattere generale, è possibile
personalizzare l’edizione con notizie locali e i loghi identificativi dell’associazione editrice. Avrete a disposizione un ulteriore veicolo pubblicitario per rafforzare la vostra immagine sul territorio.
Formazione
Ai tradizionali corsi che l’Ente organizza, è stata abbinata anche la formazione on-line. Questo ci permette
di aumentare l’offerta formativa, per alcuni rafforzando anche l’aspetto professionale che assume valenza
europea grazie alla sinergia con alcune Regioni che riconoscono le figure professionali di Sport Nazionale. Oltre a facilitare l‘accesso e ad aumentare il numero dei corsisti, la formazione on-line consente la candidatura
per nuovi docenti e tutori che intendono offrire i propri servizi. Chiunque fosse interessato, può contattare la
nostra segreteria.
Web-tv
Parte la televisione interattiva di Sport Nazionale. Programmi di vario genere, oltre allo sport, per fornire informazioni e aggiornamenti. Il primo canale dedicato interamente alle attività e alle novità del territorio, con
un palinsesto di tutto rispetto per i contenuti e i programmi. Questo è solo l’inizio, presto seguiranno la costituzione delle redazioni regionali per avviare la costruzione di una rete presente capillarmente sul territorio.
Assicurazioni
Con il nuovo anno sportivo, le assicurazioni infortuni sottoscritte in forma cartacea (elenco soci via fax) non
sono più valide. Per essere assicurati, il socio deve apparire nell’elenco soci del Gestionale Amministrativo.
Nessuna deroga è concessa.
Sei un’associazione? Sei un circolo?
Hai diversi associati? Vuoi entrare nel turismo
senza costi?
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DEL TUR ISMO SOCIALE DI SPORT NA ZIONALE
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noi il tuo prodotto spor tivo,
oggi in Italia ai nostri associati e domani all’estero, ti offriamo una corsia preferenziale.
Contatta la Segreteria: tel. 041 2621679 mail [email protected]
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II Torneo “Pugno di Dio” organizzato dai bravissimi
gna degli opord, coordinate impostate e alle 13,30 c’è serpenti ( di gomma ) e riso per ricreare una perfet-
ta ambientazione Vietnam. E ancora posti di blocco,
ragazzi del club “Mercenari” di Lecco, svoltosi negli il via per l’ elicottero. L’avventura ha inizio.
ultimi giorni del mese di Maggio 2009, non è soltanto Il volo è tranquillo ed entusiasmante al tempo stesso bazooka , feriti e tanto altro. L’apice era dato dalle
un semplice game con i “soliti” obiettivi (OBJ) da rag- e ci si cala pian piano nel’ “Viaggio” che è il Softair: milizie in costume Vietcong, con tanto di cappello
non sono più le tranquille montagne del lecchese, ma di paglia a cono che cadevano a terra quando erano
giungere nei tempi previsti.
E’ un immersione attraverso il tempo e lo spazio in le misteriose colline coperte di giungla del Vietnam colpiti o gridavano “Americanii!!” per dare l’allarme
una dimensione diversa che ci riporta tra le monta- dove si nascondono i temibili Vietcong e i micidiali quando ti vedevano.... Fantastico, bravi!
La configurazione del terreno e il percorso sono duri,
gne antiche del Sud Est Asia dove venne combattuta soldati dell’Esercito del Nord di Ho Chi Minh.
la guerra del Vietnam quando moltissimi degli stessi Veniamo sbarcati con l’adrenalina a 100: il posto è de- molto duri le gambe cominciano a cedere pur consagiocatori di Softair che vi hanno partecipato nemmeno solato e freddo, chiazze di neve rendono il tutto anco- pevoli che dovevamo arrivare all’obj primario entro le
ra più micidiale. Una figura si avvicina e dice: “ragazzi 00.30. Una nostra pattuglia si sgancia per cercare di
erano ancora nati.
Un evento al di fuori delle norme usuali per questo tutto a posto ? Non fate caso a me: io non esisto.. “.
sport che vede le partite, nelle loro differenti durate, E’ il Tato che controlla che tutto vada per il meglio.
arrivare in tempo: ore 00.29 richiesta finestra d’ingaggio, grazie a Mad e Bob che nonostante i crampi
sempre ambientate o in Afghamistan alla ricerca di
Talebani e membri di Al Queda oppure in IRAQ alla
caccia di fanatici religiosi e amichetti di Saddam
Hussein. Quando sono partito per le selezioni, ero già
appagato per l’esperienza fatta e l’unica cosa che mi
rattristava era quella di aver potuto trascorrere solo
poche ore con delle persone fantastiche.
La notizia della qualifica, la preparazione, l’organizzazione del viaggio, dell’alloggio,l’attrezzatura .... Un
dolce tormento Grazie a Nebbia e Ombra che ci aiutano nella parte logistica tutto va nel migliore dei modi:
solo qualche intoppo all’aeroporto per cercare di far
passare 14 caricatori per M4, 3 Gps, 4 kg di pallini...
Arrivati a Lecco il mitico Ultimo viene a raggiungerci e
ci accompagna al pub/ristorante dove già si preparava
la cena. Entro e subito riconosco il “presidentissimo”
Beri, Tumez a sinistra e Alexnavigator a destra.
E’ l’olimpo del mio sport! Mi dirigo diretto su Nebbia
per un abbraccio e lui ricambia presentandomi tutti
gli ospiti, tutta gente che ha fatto la storia del softair
in Italia.
Una bella serata, i bicchieri volano tra la tavolata e tra
risate e storie incruente di “guerra “ per poi ritrovarsi Partiamo per il primo obj, pattuglie di contro ovunque, sono riusciti a correre per chilometri. Qui i Mercenari
stanchi e un po’ allegretti prima di abbandonarsi tra le lasciamo la strada per un percorso più accidentato e avevano preparato una sorpresa: la missione ha una
braccia di Morfeo.
meno controllato, passo veloce ma sicuro;
svolta con nuovi opord, nuovi ordini. Avevamo deciso
Sabato mattina l’atmosfera muta e tutto si fa più lu- le gambe vanno mentre l’occhio è attratto da un pano- di sostare e riposare per almeno 3 ore ma riduciamo
cido, teso e dinamico: ore 8.00 sveglia, preparazione rama senza uguali e mi ritrovo estasiato dalle meravi- tutto a 55 min e poi nuovamente in marcia. Il buio rendell’attrezzatura, già le montagne fanno paura mentre glie che la natura a voluto regalare a quei posti ancora de i boschi tenebrosi, perdi i sentieri e i gps vanno
ci sfidano da lontano. L’equipaggiamento ci sembra incontaminati dove la nefasta presenza dell’inquina- in crisi. A quel punto si decide di eseguire la tecnica
“Decima road” che consiste di prendere un punto e
eccessivo e ingombrante e decidiamo per una con- mento sembra lontana anni luce.
figurazione più leggera riducendo il tutto al minimo Gli Obj non sono solamente semplici punti a cui arriva- raggiungerlo, superando ogni ostacolo E’ dura , il fisiindispensabile.
re. Sono piccole opere d’arte Softair, curati nei minimi co raccoglie la poca energia rimasta, il tempo stringe,
Il “Briefing” è diretto, impeccabile, esauriente: conse- particolari tra bombe, mortai, missili,mine anti uomo, i dolori aumentano e in testa risuona solo una frase:
SOFTAIR
“Avanti! Non è finita fin che non finisce! Avanti!”
tanto di guardie, armi sparse, sacchi di sabbia e un ta- Manca solo un ultimo messaggio, a nome mio e dei
Ancora postazioni da sabotare ma la nostra tenacia e volo dove alcuni operatori travestiti da generali nemi- ragazzi che hanno partecipato di cui mi faccio porl’allenamento ti danno la forza di affrontare l’ingaggio ci discutono analizzando alcuni importanti documenti. tavoce:
per onorare l’evidente sacrificio di chi ha organizzato, “ Fantastico”... questi signori meritano un ingaggio...” “Mercenari, grazie veramente di cuore per tutto
poi nuovamente in marcia.
penso mentre tolgo la sicura dalla mia ASG.
ciò che avete fatto: siete riusciti ad organizzare un
Mancano 2 km alla fine, l’appuntamento con la base Avanziamo piano, ci apriamo a ventaglio: due pensa- evento senza pari, la Decima Mas è onorata di essedei generali Nordvietnamiti è lo scopo principale, e no ai generali, due alle guardie.
bisogna raggiungerlo ad ogni costo. Nonostante stan- Partono i primi colpi, cadono i generali, le guardie
re stata presente, grazie e complimenti”.
Marco “Uno” Russo
chezza e stress il cervello continua ad imporre alle cominciano ad urlare “Americaniii” e anch’io punto il
gambe di andare, anche se i crampi sono atroci, i me- mio fucile e lascio partire una raffica, ne prendo di
nischi andati e i talloni a pezzi: non mi ero mai sentito mira un altro bersaglio e premo il grilletto.
così stanco.
Obj conquistato.
Ore 9,11: ancora 1 km e la possibilità di muovere un Mi ritrovo a percorrere la strada verso l’esfiltrazione,
passo è al limite della sofferenza; diciannove minuti trovo un furgone, salgo a bordo, tra frenate e curve
alla fine del tempo massimo ma nonostante lo sforzo brusche arriviamo al pontile, scendiamo ,correndo
di volontà non posso impedire agli occhi di lacrimare raggiungiamo il gommone e via.
per il dolore, quasi mi trascino la gamba sinistra col Percorso il lago, arriviamo al molo dove troviamo tanmenisco ormai bloccato, non c’è la forza di parlare.
ta gente ad aspettarci. Si avvicina uno dei ragazzi dell’
Anche tra noi solo respiri affannosi, qualche impreca- organizzazione con una busta: “Ecco, questa è la parte
zione e la mia voce stenta ad uscire quando alle 9.27 a sorpresa..”, ma dopo un attimo di panico “ Tranquilli
chiamo la finestra d’ingaggio...” Obj ..6.. da.....Pugno è uno scherzo”. E’ finita e siamo felicissimi di com’è
9.....richiesta.....finestra d’ingaggio...passo..” Dal mio andata.
interlocutore ci giunge finalmente “Complimenti ra- Dopo una doccia e un lauto pranzo seguono piccoli
gazzi! Luce verde”.
racconti delle varie esperienze di tutti i partecipanti,
Vorrei accontentarmi di questo ma mi avvicino e vedo poi la premiazione degna di una gara olimpica che per
uno spettacolo senza pari: un campo Vietcong con noi vale come una medaglia al valore.
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04
IL TRADIZIONALE APPUNTAMENTO
ANNUALE DEGLI APPASSIONATI
Una fiera, per sua definizione è aperta a tutte le forme di partecipazione dell’ambiente stesso: gruppi di softgunners, associazioni, riviste, media diversi e altri che all’interno della fiera possono avvalorare e proporre le
loro attività riferite al Softair, in modo libero e professionale. Un ambiente aperto e libero, fuori da ogni pregiudizio è assolutamente utile per la promozione del settore. Anche quest’anno, il 10 e 11 ottobre, a Ferrara, si
terrà il consueto meeting per apparire,
per giocare e per acquistare. L’organizzazione concede ai gruppi che parteciperanno a Softair in Fiera ben 4 pass
personalizzati per i coordinatori del
gruppo, per gli ulteriori partecipanti
del gruppo il pass personale è concesso allo speciale prezzo di 10 �ed è valido per le due giornate della fiera. Ad
ogni gruppo l’organizzazione concede
anche uno spazio di rappresentanza
ulteriori spazi saranno concessi e concordati su richiesta. Il programma ludico è ampio e interessante. Saranno
presenti gli operatori commerciali, i
vostri fornitori ed altri ancora, pronti a
presentarvi tutti i loro prodotti al meglio del loro assortimento e a prezzi
pronti per soddisfare le vostre richieste.
SOFTAIR
UN LIBRO PER CONOSCERLO
La pubblicazione di questo testo si è resa necessaria per colmare la lacuna editoriale di settore. Ad oggi non c’è alcun veicolo d’informazione in grado di presen-
tare questa disciplina e i testi già pubblicati sono datati e riguardano aspetti troppo tecnici, senza chiarire i dubbi e le naturali domande dei principianti. Come
possiamo divertirci in sicurezza giocando a softair e senza incorrere in illeciti? Per aiutare loro, e per incoraggiare quanti hanno questo desiderio, la risposta è
fornita dal testo che viene presentato in questa pagina, manuale che contiene delle importanti novità.
Innanzi tutto è scritto da chi quotidianamente pratica il softair e ha acquisito in anni d’esperienza un’infinità di conoscenze. Il loro “sapere” è un patrimonio che
non deve essere disperso e averlo racchiuso in queste pagine, aumenta il valore del libro.
Non si è realizzato un testo di parte, ma un ausilio valido per tutti. Per raggiungere questo obiettivo e, senza badare alle rispettive sigle d’appartenenza, è stata
offerta agli opinion leader l’opportunità di raccontarsi. Alcuni hanno aderito con entusiasmo, avviando così un’iniziativa editoriale innovativa: un manuale tecnico
di base scritto da softgunner che affrontano le argomentazioni con terminologia facilmente comprensibile e razionalità.
La suddivisione cronologica degli argomenti è stata realizzata per aree tematiche, con progressione logica per portare il lettore fin dal primo approccio ad una
visione abbastanza completa del softair. Volutamente non è un testo tecnico, ma una guida da leggere scorrevolmente, con l’intento di offrire l’idea del softair in
quanto disciplina giovane e promuoverla in ambienti tuttora preclusi ad essa.
Per gli approfondimenti degli argomenti trattati, ecco l’altra importante novità, si rimanda il lettore a contattare direttamente gli autori. Essa ci permette di asserire
che il testo è un libro pulsante, vivo e sempre aggiornato, in grado di relazionarsi con i lettori, come fosse una comunità degli stessi.
Uno degli intenti consiste nel contrastare la dietrologia culturale dei “negazionisti” che rifiutano di comprendere l’utilità di questa pratica e la vogliono relegare
esclusivamente nell’anticamera delle finte pandemie celebro-culturali di questo nostro secolo.
Il softair è invece un’attività sana, assolutamente non violenta e praticata da persone che posseggono ideali e valori, oggi in disuso. È forse questo il motivo di
tanto accanimento. Posso immaginare che questo libro solleverà diverse critiche e troverà opposizioni di vario genere, tutte formalmente infondate, resta il fatto
che è stato realizzato ed è un ulteriore tassello per rafforzare questa disciplina, con l’augurio che esso possa contribuire a ridurre l’ostilità verso i softgunner.
Mi auguro di trovare ampia condivisione e offrire motivo di riflessione per costruire in ogni lembo d’Italia un gioco praticato con il rispetto dell’ambiente, delle
squadre avversarie, delle regole e del senso civico, tutti aspetti fondamentali per far crescere il settore e pretendere comprensione da parte del pubblico. È opportuno che tutti noi ringraziamo gli autori, le aziende che hanno sostenuto parte degli
oneri, per permettere che i proventi serviranno esclusivamente alla promozione del
softair. Puoi richiedere il libro, è sufficiente rivolgersi al proprio negozio di fiducia.
Fiorenzo Pesce
Per acquistarlo, rivolgiti al tuo
negozio di fiducia con soli 20 Euro,
per scoprire l’altra faccia
del Softair!
10
Ci sono Tiri a Segno e poligoni naziona-
li che vantano caratteristiche “speciali”:
attrezzature e aree di tiro ultra-moderne, numero di iscritti, squadre sportive,
“look” adeguati ai tempi.
Ne esistono però altri che, nonostante
l’aspetto spartano e sobrio, vantano uomini speciali.
E’ il caso del TSN di Sassuolo che, da tempo, è per questa importante caratteristica un vero e proprio punto di riferimento sia in Italia che all’estero, soprattutto
per ciò che riguarda il tiro di precisione
con armi lunghe fino alla distanza dei
300 metri e per questo utilizzato anche
dai militari dell’ Accademia di Modena
e dai Riservisti dell’Esercito inquadrati
in UNUCI (Unione Nazionale Ufficiali in
Congedo d’Italia).
E se esistono uomini speciali, esistono
iniziative fuori dall’ordinario ed è questo
il caso del I° Corso Sniper ideato dall’
Istruttore Federale UITS Roberto Bellei e il direttore del poligono stesso Dott.
Brogli anch’ esso Istruttore federale
UITS e vero e proprio cultore oplologo. Il
tutto in collaborazione con la federazione
Sport Nazionale del Presidente Fiorenzo
Pesce che ha supportato in tutti i modi
quest’iniziativa che, va ricordato, non
era a fini di lucro.
Non bastando i vari corsi e ricorsi, i vari
Trofei Swarovski, Cowboy Shooting o il
Campionato Lapua, questi due esperti
Istruttori hanno voluto dedicare parte
della loro esperienza, cui si “inchinano”
anche le squadre di tiro di precisione statunitensi, a quello che è la forma più elementare e complessa ovverosia quella nel
contesto e specifica militare.
Niente Bench Rest e amenità varie per la
ventina di operatori delle Forze Armate e
dell’Ordine che hanno affrontato la calda giornata di venerdì in un lungo stage
che li ha costretti a immergersi, a parte
una breve e leggerissima pausa, nel mondo dei Tiratori Scelti.
L’iniziativa, sponsorizzata anche da due
importanti aziende legate al settore, la
Sport Trade distributrice dei famosi stivaletti tattici Magnum e la italianissima
Konus che ha fornito fior di ottiche tra
cui l’eccezionale serie M 30, si è basata
su un dato di fatto singolare: la maggior
parte del personale militare, a parte i
fantastici specialisti delle varie Forze
Speciali (NOCS, GIS, COMSUBIN, COL
MOSCHIN), non vantano di conoscere il
complesso e misterioso mondo degli Sniper.
Per i pochi che ancora non conoscono
questo termine in lingua inglese, possiamo definire lo stesso un ruolo particolarissimo di specialista che si muove all’interno di un contesto militare o delle forze
di polizia.
Un “tiratore scelto”, quindi, anche definito popolarmente “cecchino”, addestrato ed equipaggiato per colpire con precisione bersagli molto distanti utilizzando
un fucile ad alto potenziale, tradizionalmente bolt action, con un mirino telescopico che gli permette di identificare e ingaggiare obiettivi a distanze dell’ordine
di svariate centinaia, se non migliaia, di
metri.
Parte principale dell’addestramento di
questi specialisti è il perfetto uso del fucile di precisione, arma lunga di non facile
uso e manutenzione soprattutto a causa
del peso, e le tecniche necessarie all’ affinamento delle capacità di mira e delle
migliori posizioni occultate. Dall’intro-
duzione delle armi leggere a canna lunga, il ruolo del Tiratore Scelto divenne
sempre più importante e, dalla Prima
Guerra Mondiale ad oggi, fondamentale. L’attuale macabro record mondiale
di ingaggio da parte di uno Sniper verso un bersaglio nemico è di 2678 metri
e realizzato da un militare canadese,
il caporale Rob Furlong, del III° Btg.
Princess Patricia’s Canadian Light Infantry, durante l’invasione dell’Afganistan, usando un fucile McMillan TAC50 bolt-action.
Il precedente record era detenuto da
una vera e propria leggendaria figura
di tiratore militare membro del Corpo
dei Marines U.S.A., Carlos Hathcock,
ottenuto durante la guerra del Vietnam, a una distanza di 2250 metri. Figure quasi mitiche che nulla hanno a
che vedere con l’esperienza di tiro dei
partecipanti al corso che, nonostante la
carriera militare, hanno dovuto acquisire e metabolizzare un’ introduzione
comunque non facile.
Il programma, infatti, prevedeva una
mattinata dedicata alle basi teoriche
dove gli Istruttori spiegavano e mettevano in pratica su tutti gli allievi, a turno, le posizioni base (prona, in ginocchio e in piedi), l’imbraccio, le tecniche
di scatto, la respirazione e gli elementi
e condizioni di stress.
A seguire nel primo pomeriggio il tiro a
fuoco, con armi in cal. 22, e su distanze
da 50 a 100 mt. per far prendere loro
confidenza con le nozioni acquisite e attendere con presumibile ansia il secondo step che sarebbe avvenuto qualche
mese, dopo ma con armi e calibri ben
più impegnativi dal 308 al 338 Lapua
su distanze fino ai 300 mt.
Ma oltre ad “assaggiare” i pur validi
CZ, Anschutz e Walther nel piccolo calibro di cui sopra, ecco coloro che non
erano impegnati nelle prove visionare e
valutare le calzature Magnum “Stealth” già ai piedi degli Istruttori che ne
testavano le ottime caratteristiche, le
ottiche Konus M 30 in 6,5-25x44 zoom
già utilizzate sui fucili in uso ma anche
una bella carrellata di numerosi altri
fucili di varia tipologia ampiamente
SOFTAIR
descritti dal Dott. Brogli che ne sottolineava storia, pregi e vicissitudini:
un bell’esemplare di Remington 700
Police in cal. 308, un TRG 21 anch’ esso
in cal. 308, un H&K SR8 in cal. 223,
un vecchio ma ancora superbo Mosin
Nagant in cal. 7,62x54, un paio di AK
47 Kalashnikov con calcio in metallo e
legno, un Galil israeliano, un rarissimo
BM59 venduto alla Finlandia e, per le
prove “in bianco”, persino una replica
Softair del famosissimo Accuracy con
relativa ottica, noto tra i praticanti lo
sport tattico come L96.
Al termine del Corso Sniper, brevetto e
relativo diploma di partecipazione per
tutti i partecipanti che, con notevoli risultati, avevano tutti superato le non accondiscendenti aspettative degli istruttori, anch’ essi stanchi ma soddisfatti.
Foto ricordo e momenti di pura passione
ce ne sono stati per tutti, quindi, in attesa
del prossimo step legato ad un esperienza che rappresenta un primo esempio di
connubio tra sport, arte del tiro e mondo
militare.
Fabrizio Bucciarelli
12
STAGE NAZIONALE
C.Q.B./S.W.A.T.
In data 24 e 25 ottobre 2009 si svolgerà nella cornice della ex base militare di Zelo in provincia di Rovigo, 90,000
mq. con 15 edifici tra cui infermeria, polveriera, sala mensa, ospedale, ecc., un grande evento a livello nazionale in
cui ex professionisti del settore insegneranno e seguiranno i softgunner durante lo stage.
La parola d’ardine di questo evento sarà..... Azione, Azione, Azione!!!
Per poter seguire gli allievi nel modo a loro più adeguato lo stage sarà diviso in:
• BASE
• INERMEDIO
PROGRAMMA STAGE BASE:
Il costo dello stage base è di €75,00 a candidato ed è consigliato a quei softgunner che non hanno molta esperienza
con il combattimento in ambiente urbano e desiderano imparare le procedure di base relative al tiro in ambiente
C.Q.B. ed irruzione in stanze.
Sabato
Ore 9,00 registrazione
Ore 9,30 inizio corso con brevi accenni sulla differenza tra il tiro in ambiente C.Q.B. ed il tiro in ambiente urbano.
Ore 10,00 tiro su sagome in ambiente urbano e C.Q.B. [ prove in bianco ].
Ore 11,00 tiro sotto stress in ambiente simulato [ prove in bianco ].
Ore 12,00 pausa pranzo.
Ore 14,00 prova di irruzione in una stanza in ambiente simulato [ prove in bianco ].
Ore 16,00 prova in ambiente reale [ edificio ] di irruzione e tiro.
Ore 18,00 fine programma giornaliero
Domenica
Ore 9,00 inizio sorteggi per gara pomeridiana e breafing.
Ore 10,00 inizio ripasso delle nozioni apprese il giorno precedente.
Ore 11,00 simulazione della gara pomeridiana.
Ore 12,00 pausa pranzo.
Ore 14,00 inizio gara
Ore 17,00 fine gara.
Ore 18,00 premiazioni.
PROGRAMMA STAGE INTERMEDIO:
Il costo dello stage intermedio è di €90,00 a candidato ed è consigliato a quei softgunner che hanno già esperienza
con il combattimento in ambiente urbano e desiderano incrementare le proprie conoscenze dell’argomento.
Sabato
Ore 9,00 registrazione
Ore 9,30 inizio corso con brevi ripassi sulle procedure basilari di tiro in ambiente urbano e sulle procedure di ingresso.
Ore 11,00 prove di irruzione e pulizia di più stanze in sequenza [ prove in bianco ]
Ore 12,00 pausa pranzo.
Ore 14,00 prova di scorta con infiltrazione ed esfiltrazione di personale a rischio.
Ore 15,00 prova di irruzione e pulizia di più stanze con passaggi in corridoi, tiro a sagome ed ingaggi in ambiente
reale [ edificio ].
Ore 18,00 fine.
Domenica
Ore 9,00 inizio sorteggi per gara pomeridiana e breafing.
Ore 10,00 inizio ripasso delle nozioni apprese il giorno precedente.
SOFTAIR
Ore 11,00 simulazione della gara pomeridiana.
Ore 12,00 pausa pranzo.
Ore 14,00 inizio gara.
Ore 17,00 fine gara.
Ore 18,00 premiazioni.
Riduzione del 10% per gli affiliati GAS.
Per informazioni
Alessio: 3805078253
[email protected]
Matteo:3280133770
[email protected]
per quanti interessati a conseguire la qualifica di ISTRUTTORE C.Q.B. 0 S.W.A.T. 1° LIVELLO o se già istruttore a
fare un passaggio di grado lo stage avrà la valenza di prova pratica per detto esame e gli aspiranti istruttori dovranno
solo più seguire il corso teorico e sostenere l’esame scritto.
GARA C.Q.B.
Domenica 25 ottobre, all’interno dello Stage Nazionale C.Q.B./S.W.A.T. si terrà un torneo ad eliminazione diretta con
premi offerti dagli sponsor dell’evento.
Ore 09,00 inizio sorteggi delle locazioni e delle squadre.
Ore 14,00 inizio delle prime “sfide”.
Ore 17,00 conclusione torneo e calcolo punti.
Ore 18,00 premiazioni.
La gara in questione sarà cosi articolata:
sorteggio degli abbinamenti tra squadre [composte da min 5 membri e max 8] a gruppi di 3 squadre le quali, a rotazione (una per volta), dovranno difendere un prefissato edificio [sorteggiato a caso tra quelli presenti] dalle altre due
squadre per 30 minuti. Di queste 3 squadre quella che avrà ottenuto nei 3 match il punteggio più alto [vedi parte relativa ai punteggi] andrà in semifinale con le altre 2-3 squadre finaliste.
Le squadre partecipi al Corso Livello Base dovranno eseguire nei 30 minuti del match un disinnescamento bomba e
ritornare con tutti gli uomini sopravvissuti allo Start.
Le squadre che avranno partecipato al Corso Livello Intermedio dovranno eseguire nei 30 minuti del match una liberazione ostaggio e ritornare con tutti gli uomini sopravvissuti e l’ostaggio allo Start.
I punteggi verranno cosi determinati:
• Morte di un difensore +50 punti
• Morte di un attaccante -25 punti [+25 punti per la squadra in difesa]
• Disinnesco bomba +100 punti
• Liberazione ostaggio [dovrà raggiungere lo START vivo] +100 punti
• Ogni minuto di ritardo nel raggiungimento dello START trascorsi i 30 min -5 punti
• Colpire un giudice -50 punti
La tipologia di gioco è “Pattuglia a percorso libero”. Le squadre saranno libere di raggiungere l’obiettivo con il percorso
che ritengono opportuno purché non escano dal campo da gioco. E’ vietata qualsiasi collaborazione tra i team attaccanti
ed i difensori pena la squalifica immediata delle squadre coinvolte.
E’ obbligatorio l’uso di occhiali protettivi conformi e adatti al gioco del softair (è consigliato
l’uso della maschera) ed abbigliamento adeguato.
Per iscrizioni e per visionare il regolamento : www.softairnazionale.it
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SOFTAIR
SNOW WOL F S W 9 9 - 0 1
in gomma morbida. Asta d’armamento in metallo e lo
Il Barrett nella versione Model 99-1 finalmente in
tore arretrato e per tale motivo non possiede il carica-
cente quest’ultimo e si può attivare con un velocissi-
produzione e ad un prezzo accessibile
tore come altri modelli similari della stessa casa.
mo gesto del pollice.
stesso il finto otturatore dove una seconda sicura è
presente sul lato destro della lamiera interna adia-
Chi è amante del softair in versione sniping non può Vanta una slitta incorporata, impugnatura a grip
Lo sforzo per caricare il pallino risulta abbastanza
non aver sognato di essere il mitico incursore della serie Colt M4, bipiede traforato e il caratteristico e
armonico ma occorre certo un minimo di energia ca-
marina statunitense, nickname “Dio”, che nel film voluminoso spegnifiamma che ne fa l’ideale per il
librata, tenendo presente le dimensioni non comuni
Navy SEAL con Charlie Sheen difendeva i propri com- counter-sniper o persino per l’ingaggio su veicoli con
del fucile in questione. Il caricatore, assente nel mo-
pagni “polverizzando” i nemici dall’alto di una torre blindatura. Il calcio caratteristico presente negli altri
dello vero, è posto subito dopo il gruppo grilletto: è in
con il suo Barrett.
plastica semi trasparente e può contenere 25 pallini,
modelli in cal. ‘50 della Barrett Firearms non è invece
E di questo calibro ‘50 se ne è parlato parecchio sia presente.
inseribili tramite apposito strumento.
per le straordinarie caratteristiche, sia per l’enorme Da sempre atteso nel mercato del softair, era stato
L’Hop Up, ovviamente presente, si regola accedendovi
pubblicità che l’azienda produttrice è stata capace proposto in passato da abili customizzatori a prezzi
direttamente nel vano caricatore ma, pur se non ri-
di organizzare a livello mediatico a un punto tale che però eccessivamente elevati per il grande pubblico di
chiede attrezzi di sorta, è decisamente scomodo e di
anche il softair prima o poi, doveva replicarne le fat- appassionati.
tipo a cursore: come sempre quando si tratta di ASG
tezze.
La versione importata da MIL-SIM, una nuova di-
cinesi, la lubrificazione del sistema è insoddisfacente
L’ arma vera realizzata dalla Barrett Firearms, che la stribuzione italiana che si propone di selezionare il
e occorrerà irrorare il tutto di una piccola quantità di
misteriosa azienda produttrice cinese Snow Wolf ha meglio della produzione internazionale e nazionale è
olio siliconico non aggressivo oppure montarne uno
deciso di riprodurre, porta il nome di Barrett M 99-1 realizzato in metallo e plastica e con una notevole
migliore after market.
ed è un fucile single action/bolt action e cioè a cari- qualità costruttiva. Canna, upper e lower receiver in
Lo smontaggio è decisamente agevole e veloce e
camento successivo: in parole povere, per fare fuoco metallo compresa la slitta per ottica tipo Picatinny su
lo stesso vale per il montaggio della maniglia per il
ogni singolo proiettile deve essere caricato manual- cui installare l’ottica ( una Konus Pro 1,5 – 5x32 sa-
trasporto e il bipiede metallico che ricorda inevitabil-
mente attraverso la finestra di espulsione e a ottura- rebbe l’ideale) lo stesso il calcio con ammortizzatore
mente quello della mitragliatrice M-60.
Il tiro è deciso, non eccessivamente potente e rimane
all’interno del famigerato joule di potenza; il grilletto
è abbastanza rigido ma basta farci la mano e l’abitudine permetterà di imprimere la giusta forza per controllarne lo scatto.
I difetti? Qualcuno, come per tutte o quasi le repliche
da softair ma di scarsa consistenza.
La MIL-SIM lo propone con una valigetta in plastica rigida con varie chiusure a cerniera per ovviare a questa
...cinesata che non rende onore alla replica e senza
aumentarne il prezzo, già comunque eccezionale.
D’altronde, almeno per una volta, chi non vorrebbe
sparare pallini di plastica proprio come l’infallibile
“Dio” anche se non si è nei Navy SEAL?
Fabrizio Bucciarelli
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INTERVISTA
Generale di Brigata
G i ov a n n i Fa n t a s i a
Sottocapo di Stato Maggiore per le comunicazioni ed i sistemi
informatici del Corpo d’Armata Italiano
di Reazione Rapida della NATO (HQ NRDC – ITA)
Il Generale Giovanni Fantasia ha ricoperto incarichi di Stato Maggiore in qualità di Capo Sezione operazioni del Comando Logistico dello Scacchiere Nord Est e di Capo Ufficio Personale Ordinamento e Mobilitazione del terzo Corpo d’Armata. Negli anni 2005 e 2006, durante l’Operazione
in Afghanistan, in qualità di Comandante interinale del Corpo d’Armata nella sede di pace, ha ideato e promosso il progetto umanitario “Fai volare la speranza” a favore della popolazione afgana grazie al quale, con la generosità di istituzioni, imprenditori e privati cittadini lombardi, sono
stati convogliati, nel martoriato paese, oltre 150.000 euro in aiuti finanziari e materiali finalizzati al ripristino dell’attività didattica, al recupero
dei bambini di strada e al supporto di orfanotrofi e villaggi.
Croce d’Oro al merito dell’Esercito per l’attività condotta durante le Operazioni in Albania, Croce di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, Medaglia d’argento al Merito di Lungo Comando, al Generale Fantasia abbiamo chiesto quali sono le iniziative dell’Esercito per
l’arruolamento dei giovani e per l’impiego degli stessi in attività di peace-keeping all’estero.
Generale, da quanti anni presta servizio nell’Esercito?
Sono entrato nell’Accademia Militare dell’Esercito nel 1970 quindi ho ormai 39 anni di servizio effettivo.
Cosa significa per Lei vivere una realtà di rigore e disciplina, nonché di comando, vista la posizione da Lei raggiunta con successo in questi anni?
La vita militare comporta dei sacrifici, delle rinunce ed una disciplina interiore ma in cambio ti da la “militarita`” ovvero un valore aggiunto del
cittadino che sente alti i doveri morali nei confronti della nazione, della famiglia, dei suoi dipendenti, dei suoi superiori e dei suoi colleghi.
Quali sono le Sue attuali o recenti proposte in materia di Informatizzazione del Comando ?
Benché io sia un fiero oppositore di marchingegni quali i computer, mi rendo conto che non possiamo fare a meno dell’Informatizzazione e di conseguenza sto portando avanti un progetto di capillarizzazione informatica degli strumenti hardware e software all’interno del mio Comando.
Quali sono le iniziative dell’Esercito per incentivare l’arruolamento dei giovani?
Attualmente ci sono differenti iniziative per far conoscere la realtà dell’Esercito e delle Forze Armate ai giovani sia a livello centrale che locale.
Bisogna dire che, rispetto a quando mi arruolai, ora non abbiamo molto bisogno di fare propaganda in quanto l’Esercito Italiano è conosciuto in
Patria ed all’estero attraverso i media e le varie operazioni di peace-keeping; così abbiamo davvero molti giovani interessati ad arruolarsi.
Entro quale fascia d’età i giovani possono iniziare l’iter per poter accedere a far parte dell’Esercito Italiano
E` sempre valido il limite d’età dei 16 anni ma ciò accade raramente. In genere un giovane decide di arruolarsi verso i 19 anni.
La legge n.266 del 23/8/2004 ha stabilito la sospensione del servizio di leva e l’introduzione della figura del Volontario in Ferma Prefissata; quali
ripercussioni ha avuto questo cambiamento sull’arruolamento?
Innanzitutto è cambiato il sistema d’addestramento delle Forze Armate (Esercito, Marina, Aeronautica e Carabinieri) e poi sono state introdotte
delle modifiche che consentono di intraprendere l’iter per l’ingresso nelle Forze dell’Ordine (Polizia, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria,
Guardia Forestale ecc.). Sostanzialmente, quindi, oggi i giovani si arruolano nell’Esercito anche perché attratti dalla possibilità di poter far carriera nelle Forze dell’Ordine.
Dal 2001 è stata aperta la possibilità di arruolarsi nell’Esercito anche alle donne; Lei in tutta sincerità cosa ne pensa?
Devo dire che avevo visto positivamente fin dall’inizio la possibilità di estendere l’arruolamento nell’Esercito anche alle donne. Le giovani erano
molto motivate, intendevano fare esattamente la stessa carriera dei loro coetanei maschi ed hanno ottenuto subito dei risultati positivi. Non ho
notato quindi grandi differenze fra i traguardi raggiunti dagli uomini e quelli conseguiti dalle donne.
Quante sono attualmente le donne impiegate nell’Esercito Italiano?
Attualmente si contano oltre le 6.000 unità ovvero le donne sono circa il 6% dei soldati italiani.
Il loro ruolo e la loro carriera è uguale a quella degli uomini o ci sono dei limiti?
Non ci sono limiti nelle carriere. Le donne possono accedere a qualsiasi incarico come gli uomini.
Ci sono delle regole di comportamento che uomini e donne devono seguire per vivere insieme in una stessa caserma?
Bisogna premettere che la vita in una caserma non significa camerate comuni; gli alloggi sono separati. Per quanto riguarda le regole di comportamento, invece, ci sono dei criteri stilati dalle nazioni NATO che disciplinano il comportamento di uomini e donne all’interno dell’organismo
delle Forze Armate.
segue
16
INTERVISTA
L’addestramento è comune?
Si, l’addestramento è comune, non ci sono differenze. Da qualche anno, inoltre, è stata aperta alle donne la possibilità di poter accedere anche
alle Scuole Militari.
Un Esercito, tante persone, tante etnie, tante religioni. Come viene affrontata la spiritualità all’interno di una caserma?
Non abbiamo ancora rilevato delle grandi differenze di etnie, di religioni e di spiritualità. Per quanto riguarda il mio Comando, che è un Comando
NATO con una forte componente multinazionale (abbiamo all’interno turchi musulmani, bulgari e greci ortodossi, protestanti anglosassoni), il
Cappellano è cattolico ed è sia il dirigente del servizio spirituale per i cattolici sia il punto di riferimento delle altre comunità multinazionali.
Volevo farle una domanda per precisare: all’interno delle caserme ci sono degli spazi adibiti alla preghiera? Ad esempio, per chi è musulmano, ed
ha delle esigenze religiose ed orari diversi, è previsto qualcosa?
No, attualmente non ci sono, né sono previsti spazi religiosi alternativi a quello cattolico.
L’Esercito sta cambiando. Dopo la Seconda Guerra Mondiale aveva una funzione statica; oggi invece è una struttura attiva, impegnata nel quotidiano per la difesa dei cittadini in Italia ed in operazioni di peace-keeping all’estero. Secondo Lei quanto incide questo cambiamento sugli italiani
a livello di impatto emotivo?
Direi che è stato positivo. Il cittadino sostanzialmente ha percepito la valenza professionale dell’Esercito Italiano solo dopo le operazioni all’estero
ma era la stessa valenza che aveva quando operava in Patria.
Quanto incide sui mass media del mondo?
Sostanzialmente, anche i mass media internazionali che non avevano ancora potuto vedere all’opera l’Esercito Italiano all’estero, hanno avuto un
notevole impatto positivo soprattutto dopo i fatti di Nassirya.
La ricetta italiana per le operazioni all’estero è quindi quella della grande umanità?
Si, grande umanità ma anche professionalità e volontà di portare la pace ovunque, con un intervento fermo e determinato, e sempre nel rispetto
della cultura, delle tradizioni e delle religioni del popolo presso il quale si interviene.
Lei è Sottocapo di Stato Maggiore della Nato Rapid Deployable Corps – Italy, può illustrarci brevemente cos’è e come si articola?
Per NRDC-ITA s’intende il Corpo d’Armata Italiano di Schieramento Rapido della NATO. Questa struttura multinazionale è costituita per il 70%
da italiani ed è formata da un Comando e da una struttura di Supporto che ha due Reggimenti: uno tattico-logistico, per lo schieramento del Comando e per la vita del Comando stesso e l’altro trasmissioni, per il supporto informatico su tutta l’area di operazione coperta dal Comando. Ci
sono inoltre varie Divisioni per: le operazioni tattico-logistiche, il supporto al combattimento, i sistemi di comunicazione ed informazione. Inoltre
abbiamo anche un Centro di Coordinamento Operazioni Aeree ed un Comando di Retrovie.
Solbiate Olona ne è la sede? Ci sono dei distaccamenti?
Si, la sede è a Solbiate Olona ma il Reggimento Trasmissioni, alle sue dirette dipendenze, si trova a Milano.
Attualmente in quali missioni all’estero opera l’NRDC - ITA?
In questo momento abbiamo alcune unità in Kosovo ed una consistente parte del Comando in Afghanistan è impegnato nelle operazioni ISAF (International Security Assistance Force: missione di supporto al governo dell’Afghanistan che opera sulla base di una risoluzione ONU).
Quando prevede il rientro dei nostri soldati dall’Afghanistan?
Se parliamo di NATO, i Paesi componenti intendono rimanere in Afghanistan fino a stabilizzazione avvenuta. Se parliamo dell’Italia, invece, abbiamo preso degli impegni con gli Alleati. Abbiamo la responsabilità della ricostruzione del territorio di Herat ed il Comando Regionale dell’ovest
Afghanistan di cui Herat fa parte.
Cosa ne pensa di un’eventuale apertura della NATO ad altri Paesi?
L’ampliamento della cultura multinazionale serve a far colloquiare di più i popoli. Nell’ambito di queste alleanze la parola chiave è dunque il
“consenso”. Consenso dei Paesi che partecipano ad un’operazione oppure ad un’attività di comando; quindi l’allargamento della NATO ad altri
paesi è sempre positivo.
Generale, Lei è stato insignito della onorificenza di “Croce d’Oro al Merito dell’Esercito”? In quale occasione Le è stata conferita e per quali
meriti?
Sono stato decorato della Croce d’Oro al merito dell’Esercito in seguito al contributo che ho dato all’Operazione Alba del 1990 in Albania. Ero
Comandante del 1 Reggimento Trasmissioni e, nonostante fossi consapevole di poter esporre a rischio la mia persona, il senso del dovere, il grande entusiasmo ed i miei collaboratori mi permisero di realizzare le condizioni giuste per creare i collegamenti fra le unità nazionali ed alleate
dislocate sull’intero territorio albanese.
Quali sono i suoi progetti futuri?
Non ho al momento impegni o progetti di ampio respiro se non quello di svolgere il mio lavoro di Comandante e apportare supporto e controllo
alle altre Divisioni del Comando e dei sistemi di comunicazione ed informazione.
Intervista rilasciata nel Luglio 2009
Monica Garavaglia
17
STORIA
Mafalda, eroina d’altri tempi
Il 28 agosto 2009 correva il 65esimo
anniversario della morte di Mafalda
di Savoia Principessa d’Assia, vittima
innocente della vendetta di Hitler.
“Italiani, io muoio. Ricordatevi di me non
come una Principessa, ma come una vostra
sorella!”.
Con questa frase passata alla storia, la
Principessa Mafalda di Savoia si rivolse a
un gruppo di connazionali imprigionati nel
campo di sterminio nazista di Buchenwald,
mentre veniva trasportata su una scala
verso l’infermeria, dopo essere stata ferita
gravemente durante un bombardamento alleato che distrusse la sua baracca.
E’ in questa espressione drammatica che
può essere fotografata la personalità di Mafalda, orgogliosa della sua italianità anche
in punto di morte. Dopo giorni d’agonia, lasciata senza cure e sottoposta a una inutile
e tardiva operazione chirurgica, morì di cancrena e dissanguamento nella notte del 28
agosto 1944. Il suo cadavere fu seppellito
sotto falso nome grazie all’intervento di Padre Tyl, sacerdote boemo che impedì l’ormai
certa cremazione.
La riesumazione del cadavere di Mafalda fu possibile a fine conflitto grazie alle
indicazioni di alcuni internati italiani di
Buchenwald, che erano a conoscenza di
quella anomala sepoltura. Ora riposa nel
cimitero di famiglia degli Assia nei pressi di
Francoforte, a Kronberg in Taunus. Epilogo
prematuro di un’esistenza iniziata a Roma il
19 novembre 1902, quando venne alla luce
come secondogenita di Vittorio Emanuele III
e della Regina Elena.
Schiva e riservata, Mafalda crebbe in compagnia dei fratelli Jolanda, Umberto, Giovanna e Maria, fino al giorno delle nozze
con il Principe Filippo d’Assia, celebrate nel
Castello di Racconigi, il 23 settembre 1925.
Divenne così Langravia d’Assia, titolo che
spettava alla moglie del reggente del secolare principato tedesco.
Una serie di coincidenze sfortunate furono
alla base della Sua drammatica fine.
Venne arrestata a Roma dai nazisti su ordine
di Hitler, per vendetta nei confronti Vittorio
Emanuele III che aveva firmato l’armistizio
con gli Alleati l’8 settembre 1943. A Roma
Mafalda era arrivata dalla Bulgaria, dove a
Sofia aveva rappresentato la famiglia reale
ai funerali del cognato, lo Zar Boris III, marito dell’amatissima sorella Giovanna, morto
in circostanze misteriose il 28 agosto 1943.
Nonostante dopo l’armistizio fosse molto rischioso rientrare nella capitale per rivedere
i due figli più piccoli, Mafalda sfidò la sorte,
ma il destino le fu nemico.
Monica Garavaglia
18
Allarme chimico, il pericolo
del presente
Ai giorni nostri, ciò che spaventa di più è l’eventualità di un attacco chimico. Tante, forse troppe, sono le
sostanze chimiche che possono essere utilizzate per
divenire armi. In genere, gli agenti chimici sono poco
costosi, facili da trasportare ed hanno la capacità di
perdurare nell’ambiente anche dopo un attacco, divenendo, purtroppo, un mezzo facile per ottenere ampi
risultati di sterminio e distruzione.
Esistono due tipi di agenti chimici, persistenti e non
persistenti:
• Persistenti, sono quelle sostanze liquide o solide
che si disperdono molto lentamente nell’ambiente e
che causano un pericolo di contatto o di infiltrazione
per parecchio tempo nell’area colpita;
• Non persistenti, sono liquidi o gas letali per un periodo di pochi secondi o minuti prima della loro evaporazione, che ne causa la perdita d’efficacia.
L’utilizzo di questi agenti può provocare effetti diversi
sul corpo umano e più in particolare:
• Interferire sul sistema nervoso o inibire alcune funzioni vitali come il coordinamento muscolare, la vista
e la respirazione (ad esempio i gas nervini);
• Impedire al corpo di assorbire l’ossigeno nel flusso
sanguigno provocando penuria di ossigeno nei tessuti
e di conseguenza la morte (ad esempio il cianuro di
idrogeno e il cloruro cianogeno);
• Provocare il soffocamento danneggiando l’apparato
respiratorio, facendo si che i tessuti attaccati producano consistenti quantità di fluido al punto che questo processo viene anche detto “affogamento in terra
asciutta” (per esempio il cloro ed il fosgene);
• Provocare una forte infiammazione e la formazione
di vesciche sulla superficie dei tessuti con cui entrano in contatto, aggredendo in particolar modo le vie
aeree. L’effetto vescicante può verificarsi dopo ore o
giorni, come nel caso dell’iprite di zolfo, e può essere
fatale anche se alcuni di questi agenti chimici vengo- cesso, a seguito del cambiamento delle condizioni
durante gli anni della Prima Guerra Mondiale. Solita-
no classificati come “agenti danneggianti”.
mente appaiono dopo un’esplosione aerea sotto for-
atmosferiche e della direzione dei venti, questi vapori
Le sostanze chimiche iniziarono ad essere usate, per chimici si rivolsero contro la prima linea tedesca.
ma di goccioline scure. Essendo persistenti rimango-
scopi bellici, durante la Prima Guerra Mondiale.
Successivamente, sempre ad Ipres, i tedeschi speri-
no attive per varie settimane liberando vapori nocivi
Nel 1915 ad Ypres, in Belgio, i tedeschi utilizzarono i mentarono un nuovo tipo di agente chimico dalle pro-
ed esponendo l’uomo a quello che più comunemente
vapori di cloro nel tentativo di fiaccare la resistenza prietà ustionanti da allora noto come “Iprite”.
viene detto “pericolo da vapori residui”.
dei capisaldi inglesi, ma dopo un breve iniziale suc- L’iprite e le sue miscele furono gli agenti più usati
Durante la Seconda Guerra Mondiale, invece, l’agen-
ATTUALITA’
te più usato fu il gas nervino. Si dice che venne inventato, dopo vari esperimenti, dal dottor Menghele,
noto anche come “l’Angelo della morte” di Auswitz.
Gli agenti nervini agiscono molto rapidamente, specialmente se inspirati, in quanto, questo veleno e`
assorbito più facilmente dal tessuto polmonare che
da quello epidermico. I gas nervini sono persistenti e
possono penetrare anche attraverso alcuni materiali
di protezione. La tuta e la maschera anti N.B.C., infatti, sono indumenti protettivi di efficacia variabile a
seconda della maggiore o minore persistenza dell’aggressivo chimico col quale vengono messe a contatto.
Il loro scopo e` quello di permettere alla persona che
e` stata contagiata di allontanarsi dalla zona a rischio
oppure di consentire, agli operatori anti N.B.C., il tempo necessario per identificare il tipo di agente utilizzato nell’attacco chimico e, successivamente, intervenire nelle operazioni di bonifica dell’area contaminata.
Nell’ultimo trentennio gli aggressivi chimici sono stati
utilizzati anche in Guyana dove nel 1978 furono uccise col cianuro 918 persone, durante la repressione
dei secessionisti Curdi e nei paesi del Golfo Persico
dall’Iraq di Saddam Hussein contro l’Iran, ma la vera
Abbiamo investito molto
per offrirti il meglio
minaccia dei giorni nostri e` rappresentata dal terro-
A tua disposizione c’è il Gestionale
rismo chimico.
Sostanze tossiche, infatti, vengono spesso impiegate
in attentati terroristici, basti ricordare l’anno 1995,
anno in cui le linee sotterranee della metropolitana
furono prese di mira diverse volte:
•20 marzo: attacco alla metropolitana di Tokyo con il
sarin (un agente chimico che si trova allo stato
li-
quido e che passa allo stato gassoso). 12 morti e 5500
intossicati;
•20 aprile: attacco alla metropolitana di Yokohama.
Amministrativo che ti offre innumerevoli
vantaggi:
• Linea diretta con la Segreteria Generale dell’Ente, per porre quesiti e ricevere informazioni
e aggiornamenti
• Scelta tra ben 14 combinazioni assicurative
facoltative per offrire ai tuoi associati
400 intossicati;
•7 maggio: attacco alla metropolitana di Tokyo con
acido cianidrico. 4 intossicati.
la soluzione più idonea
È questa, purtroppo, la realtà nella quale viviamo e
• Personalizzazione e stampa immediata delle
fino ad ora, per i nostri lettori, abbiamo trattato solo il
polizze, per garantire da subito
problema biologico e chimico, un altro, ben più grave,
è il problema del nucleare a cui dedicheremo ampio
spazio nel prossimo numero.
Monica Garavaglia
la copertura assicurativa
• Data base degli associati e gestione
del tesseramento
• Tenuta contabilità e prima nota con gestione
delle entrate e uscite
• Innumerevoli modelli per agevolare la vita
amministrativa della tua associazione
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22
TROFEO SCUGNIZZO 2009
Il 2° Trofeo Scugnizzo ( Gara di Kata e forme con armi e senza – riservata ai ragazzi dai
6 ai 14 anni ), si è svolto a Pozzuoli lo scorso 31 Maggio, esattamente al Palasport di
Monteruscello. Una struttura veramente eccezionale, con servizi impeccabili ed un personale veramente eccezionale. Erano presenti tutti! Dal Ju-Jitsu al Karate, dal Kung-Fu
al Kobudo e dal Karate Kempo al Taekwondo. Tantissimi bambini con genitori ed amici
hanno letteralmente riempito la struttura. Gli arbitri hanno condotto la gara con la solita
professionalità. Il Team arbitrale era diretto dal Maestro Giuseppe Rosa ( Coordinatore
Tecnico Nazionale MAA del settore Karate ).
D.Ventola
Vogliamo
ringraziare la fattiva presenza di Tecnici provenienti dalla
Francia, Austria, Germania, Svizzera,
Turchia, e naturalmente dall’Italia che
hanno dato vita al Galà Internazionale
delle Arti Marziali che si è svolto a Napoli lo scorso 21 e 22 marzo sponsorizzato da Elefantino Sport. Un ringraziamento a tutto il Team dei nostri tecnici
che hanno collaborato per la riuscita di
tale evento, il quale, dava spazio alla
prima gara Internazionale di Martial
Fighting System in Italia, con un’adesione di centinaia di partecipanti. Impeccabile l’arbitraggio del Prof. Aldo
Elefante durante tale evento.
O. Mallardo
Ji ta - K y oe i
GALA’
INTERNAZIONALE
DELLE ARTI MARZIALI A
NAPOLI
- (Insieme per crescere e progredire)
L’obiettivo della Sankaku-Ryu-Ju-Jitsu Academy & Martial Arts Alliance (SJJA&MAA) è riunire tutti i marzialisti che
lo desiderano, in un’unica grande alleanza. Compito arduo il nostro! Ma amando le Arti Marziali, crediamo che questo
grande desiderio di tantissimi Maestri provenienti da diverse Federazioni, Organizzazioni ed Enti operanti in tutto il
mondo, si possa realizzare credendo in tale obiettivo. Attualmente la nostra organizzazione conta Referenti, oltre che
in Europa, anche in altri Continenti. La SJJA&MAA accetta le adesioni di tutte le arti marziali, discipline orientali e
attività affini che desiderano trovare in essa una piena autonomia settoriale.
Vi invitiamo ad Affiliarvi alla nostra Accademia GRATUITAMENTE ! Ogni nuovo Centro Sportivo, potrà aderire senza
versare nessuna quota di registrazione, potrà crescere e progredire con la sua disciplina e con il proprio Dojo. Vi sarà
data piena libertà di poter operare fattivamente con altre Organizzazioni, Federazioni ed Enti presenti sul vostro territorio, senza essere costretti a fare delle scelte.
Tutti i nostri Dojo ottengono gratuitamente l’abbonamento annuale alla Rivista Samurai e sono citati delle nostre
pagine al fine di ottenere un ulteriore riscontro pubblicitario.
Ogni Dojo ed ogni Maestro viene inserito gratuitamente anche presso il nostro Sito Internazionale.
SPORT DA COMBATTIMENTO
La preparazione atletica
di un Kick Boxer
La preparazione atletica di un kick boxer
deve essere molto accurata, perché dovrà
raggiungere un elevatissimo livello atletico.
Inizialmente, l’allenamento per un atleta di
Kick Boxing sarà mirato ad incrementare celermente la resistenza all’affaticamento, a
potenziare la struttura muscolare, rendendo
però le fasce muscolari elastiche e veloci,
per consentire di sviluppare forza esplosiva.
Oltre la preparazione atletica, si inizia ad
apprendere la tecnica vera e propria che
risulta la fondamentale responsabile dello
sviluppo muscolare. Inizialmente si effettuerà lo studio di tecniche basilari, fino ad
arrivare gradualmente allo studio di quelle
più avanzate in volo, molto spettacolari.
Ogni atleta di uno sport da combattimento,
deve cercare di lavorare sul proprio sistema
muscolare scheletrico, cercando di avere
una crescita tecnico-tattica; tutto questo
richiede molto impegno da parte dell’atleta
che deve allenarsi con continuità, credendo
in quello che sta facendo e seguendo
il proprio maestro, che lo guiderà a trovare
la sua migliore forma di espressione.
I muscoli scheletrici sono organi formati da
numerose fibre striate riunite in fasci e tenuti assieme dal tessuto connettivo; questo
forma anche i tendini (a forma di cordone) e
le aponeurosi (a forma di lamina) che s’inseriscono nell’osso. Il muscolo, le cui estremità sono ancorate su due ossa diverse, contraendosi, mette in attività l’articolazione
tra le due ossa.
La muscolatura degli arti, in particolare,
comprende gruppi di muscoli che lavorano
in coppia, in modo antagonista: quando uno
si contrae, l’altro si rilassa e viceversa. I
muscoli devono lavorare, altrimenti la loro
funzionalità si riduce. Il tono muscolare,
ossia quella parziale contrazione del muscolo sano a riposo è indispensabile per
mantenere in posizione corretta non solo le
ossa (es. le vertebre in modo che la colonna
vertebrale rimanga allineata), ma anche gli
organi dell’addome. Il tono muscolare viene
mantenuto con l’esercizio fisico costante, la
vita all’aria aperta ed una sana ed equilibrata alimentazione.
L’attività fisica corretta, che nella kick boxing viene fatta prima della tecnica vera e
propria che è la preparazione atletica, ha
anche una funzione di disintossicazione sull’organismo ed inoltre “lubrifica” le articolazioni.
I muscoli scheletrici si distinguono in: muscoli rossi o fibre muscolari rosse, a contrazione lenta, che si attivano durante esercizi
di resistenza di lunga durata o con carichi
molto leggeri, possono lavorare per lunghi
periodi di tempo senza fatica, sono molto
irrorati, ricchi di mitocondri e di mioglobina,
una proteina capace di catturare in modo
molto efficiente l’ossigeno proveniente dai
capillari; per il contenuto di questa proteina
il colorito in condizioni normali dei muscoli
è rosso muscoli bianchi o fibre muscolari
bianche a contrazione rapida, che si attivano durante movimenti rapidi o con grossi sovraccarichi, generano più forza del muscolo
rosso ma si affaticano facilmente.
Gli sport da combattimento richiedono per
l’esecuzione di ogni tecnica, una velocità
elevata con conseguente coinvolgimento
delle fibre bianche. Tutte le persone posseggono nei propri muscoli una certa percentuale di fibre rosse e bianche, l’allenamento
può fare cambiare queste percentuali; però
si deve ricordare che mentre è facile una
modificazione di fibre da veloci (bianche) in
lente (rosse), non lo è il contrario.
In uno sport come la kick boxing, un atleta
deve essere in grado di ripetere per molte
volte gesti veloci, infatti è importante avere
un ottima resistenza alla forza veloce.
M° Rosario Carraffa
24
Campionato Italiano di Kick Boxing
Pro -71 kg
Il Lazio, regala a tutti gli appasionati di
Sport da Combattimento, un’altra giornata da
non dimenticare. Infatti il Comitato Regionale Laziale, nella persona del M° Massimo
Brizi, in collaborazione con il Comitato Regionale Campano, nella persona del M°
Gennaro Cifuni, realizzano una giornata
ricca di combattimenti, sia Light che a contatto pieno. Presso i Campi Sportivi di Ronciglione, partono alle 18,30 gli incontri light.
Giovani talenti si confrontano nelle specialità di: Light Contact, Kick Boxing Light e
K 1 Light, in un clima di autentica sportività, lealtà e amicizia. Ma è intorno alle 21,30,
che si avverte la giusta tensione, tipica degli eventi a contatto pieno. Una decina di match ben equilibrati, hanno deliziato il pubblico, accorso numeroso
per tifare e sostenere, i propri beniamini. Il match clou è il Titolo Italiano W.F.C. Pro di Kick Boxing -71 kg. Ionut Nistor, di chiare origini Bielorusse, della Body Line di Civitavecchia del M° Massimo Brizi, atleta solido e deciso, affronta
Franco Torrombacco, della LORDS OF THE RING del M° Gennaro Cifuni di Casoria Napoli. Il campano reduce dalla
sconfitta con Gianpaolo Faelli, è più che motivato a riscattarsi. L’atleta di casa si presenta bene, agguerrito e aggressivo,
ci prova seriamente. Ma trova difronte a se, un Torrombacco inedito. Infatti alla 2^ ripresa si ha l’epilogo, i potenti calci
di Nistor con bastano per fermare l’atleta napoletano. Franco sorprende il suo avversario, accorciando improvvisamente
la distanza, mettendo a segno una serie di ganci davvero terrificanti, che scuotono visibilmente lnout.
L’angolo romano è costretto al “getto della spugna” per evitare pericolose conseguenze.
SPORT DA COMBATTIMENTO
UN GALA’ STREPITOSO
Grande successo a riscosso il galà
di muay thai a Porto Cesareo dell’11
luglio 2009 e per questo và
un un grosso ri ngraziamento all’organizzatore e Neo Responsabile Regionele W.F.C. Davide
Quatraro, alla W.F.C. Italia nella
persona del presidente Franco Scorrano che ha sostenuto e
coadiuvato tutto il lavoro, il Comune
di Porto Cesareo, che ha patrocinato
l’evento, i club che vi
hanno partecipato dando lustro al
Galà. Quindi un ringraziamento al
Team Epifani di Novoli, Team Di
Bari di Scorrano, Team Elios di Lecce, Team Benatti di San Pietro Vernotico, Team Berardi di San Severo,
Team Tagliente di Bari, Team Pit Fight di Messina, Team Abate di Caltanisetta, Team Pisanò di L’Equile,
Team Quatraro di Porto Cesareo e
al Campione del Mondo W.F.C. Pro
Gianpaolo Faelli e al suo staff. Và
fatto un ringraziamento speciale al
settore arbitrale, tutti di fama Internazionale, con l’ausilio dell’arbitro
pugliese, Fabio Fasano a cui và un
grazie particolare per la sua professionalità e disponibilità. La serata
ha visto 9 incontri, molto equilibra-
ti. I fighter hanno dato il meglio della
loro preparazione atletica e della loro
tecnica. Risultato dell’ottimo lavoro
dei loro allenatori, e degli abbinamenti fatti ad hoc. Nel prestige fight
Gianpaolo Faelli, accolto dal pubblico e
dagli amministartori locali, come una
vera e proprie star, incontrava Guido
Rizza della Dragon Gym del M° Abate
di Caltanisetta, un grande macth.
Il pubblico ha assistito ad una autentica battaglia. Tutto l’impegno, la
forza e la tecnica, non sono bastati, al
giovane talento siciliano. La palma
della vittoria è andata al pluricampione Gianpaolo Faelli. La maggiore
esperienza, ma soprattutto, la motivazione che tra ottobre e novembre il
Campione Parmense, dovrà difendere
il titolo Mondiale W.F.C. a Tokyo, ha
dato l’mput maggiore per aggiudicarsi
il verdetto. Questi i risultati:
· Categoria Femminile -52kg specialità K1: Baldi Federica del team Quatraro di Porto Cesareo
pareggia con Calisi Stefania del Team
Elios di Lecce.
· Categoria Femminile -65kg specialità Muay Thai: Massa Francesca del
Team Quatraro Porto
Cesareo vince con verdetto unanime
su Mazzotta Cristina Team Elios di
Lecce.
Categoria Maschile -67kg spec ialità
Muay Thai: Bruno Davide del Team
Pisanò di L’Equile, pareggia con Giordano Piero del Team Pit Fight di Messina,
- Categoria Maschile Tarantino Jacopo Team Pisanò vince con verdetto unanime su Ricciardi - Luigi del
Team Berardi di San Severo - Peluso
Antonio del Team Quatraro vince con
verdetto unanime su Franco Matteo
del Team- Epifani di Novoli
· Categoria Maschile -71kg specialità Muay Thai: Greco Pasquale Team
Quatraro vince verdetto
unanime su Franco Stefano Team
Epifani
· Categoria Maschile: Cascella Lorenzo Team Tagliente Bari pareggia con
Carata Guglielmo
Team Elios
· Categoria Maschile -75kg di K1: Perrone Massimiliano Team Pisanò vince
per abbandono al
1° ruond su Benatti Luigi K.B. San
Pietro Vernotico
· Categoria Maschile -81kg Muay
Thai: Mastria Valentino Team Di Bari
di Scorrano pareggia
con Decillis Gaetano Team Quatraro
Il 19 dicembre si replica. A San Severo
si svolgerà un Galà di alto livello. Nella super sfida Italia vs
Francia, si svolgeranno 2 Titoli Europei di Full Contact e un Titolo Mondiale di Thai Boxe.
Bordo ring a bordo mare
Quanto avvenuto sabato 11 luglio
2009 a Porto Cesareo nei pressi di
Nardò nel caldissimo Salento, ha dell’eccezionale. Eccezionale perché chi
ha organizzato ha deciso di mettersi
in gioco e mettere in gioco tutta la sua
credibilità acquisita in anni di onorati combattimenti ed onorato insegnamento.
Questa terra, un tempo feudo indiscusso FIKB, ora ha la possibilità di
alzare il tasso tecnico e la frequenza
26
delle organizzazioni grazie all’intervento di WFC, che qui significa Davide Quatraro.
A lui in effetti si deve dire grazie perché ha saputo organizzare dal nulla
qualche cosa che, almeno in zona, resterà una pietra miliare e che è andata in scena nonostante la concorrenza
abbia fatto di tutto per boicottare fino
all’ultimo l’evento: operazione fallita,
tutto è filato via liscio come il buon
olio locale. È chiaro che non si sta parlando di un evento internazionale a
livelli di Oktagon ma, vi assicuriamo
che l’organizzazione è stata volenterosa e puntigliosa e la location incantevole, una terrazza sul mare tra gente
entusiasta e, nonostante non fossero
tutti super esperti di sport da ring,
tutti hanno reso il giusto omaggio a
Davide ed il suo staff che hanno dato
certamente la scossa giusta alla normalità del Salento (almeno dal punto
di vista sportivo).
Speriamo per il bene del nostro sport
che ora, enti locali e perché no, anche
i “vicini di casa” delle altre organizzazioni, collaborino al fine di non ingaggiare la solita guerra tra poveri;
certamente Davide Quatraro è la persona giusta con il giusto entusiasmo
per amalgamare diverse situazioni e
novità locali !
La cronaca della serata narra di 8 incontri con tifo alle stelle per rappresentanti delle palestre pugliesi, suddivisi in classe N e C con tifo da derby
calcistico (in senso buono questa volta
!)
Culmine dell’evento il clou tra l’inossidabile Gianpaolo Faelli, sempre pittoresco nelle colorazioni della capigliatura (sfoggiava un rosso vivo da brividi)
ed il siciliano Guido Rizza della Dragon gym team Abate di Caltanisetta.
Alla faccia della non più tenera età,
Faelli è riuscito a sfoggiare tutta la
tecnica e l’esperienza internazionale
che lo contraddistingue, vincendo un
match non facile per merito del mai
domo Guido Rizza.
Grazie al sapiente mix che Davide
Quatraro ha saputo ottenere, senza
fare il passo più lungo della gamba,
il Salento ha vissuto una serata da
ricordare e da bissare, magari facendo leva soprattutto sugli enti locali
che capiscano che non tutti hanno la
possibilità di sedersi a bordo ring ed
a bordo mare nello stesso istante, e
questa è una sensazione che esalta ed
appaga l’anima allo stesso tempo.
Voto all’organizzazione ? ............... il
massimo, per la lode attendiamo che
tutti collaborino.
Steve Goslow
SPORT DA COMBATTIMENTO
I CAMPIONATI SPAGNOLI
La F.I.S.C. ITALIA (Federazione Italiana Sport da Combattimento) con a capo il suo Presidente M° Dott. Antonio
Albano seguito dal suo vice M° Moschella Luigi, ha rappresentato l’Italia a Madrid (Spagna) dal 22 al 28 giugno,
al campionato mondiale di kickboxing WPKA. 2 medaglie
d’oro, 8 d’argento e 4 di bronzo è stato il bottino degli atleti azzurri, che hanno dedicato al loro compagno
M° Fernando Albano (scomparso 18 mesi fa) il quale sarebbe dovuto essere lì con loro e sicuramente avremmo
incrementato il bottino visto che il M° Fernando A.
Era uno dei più bravi fighter d’Italia, la WPKA gli ha conferito il titolo di Campione del Mondo alla memoria.
Al mondiale hanno preso parte 500 atleti provenienti da
27 paesi.
Oro
Cotrufo Donato
(Carosino) Light Contact
Colucci Angelo Pio
(Cerignola) Semi Contact
Argento
Medagliere:
Moschella Luigi (Vittoria) Self Defence
Moschella Luigi (Vittoria) Semi Contact Team
Cotrufo Donato (Carosino) Semi Contact Team
Eletto Vincenzo (Francavilla F,) Semi Contact Team
Di Bisceglia Sabino (Cerignola) Semi Contact Team
Ciravolo Nicola (Vittoria) Semi Contact Team
Colucci Angelo Pio (Cerignola) Light Contact
Antonacci Luigi (Cerignola) Semi Contact
Bronzo
Cotrufo Donato (Carosino) Full Contact
D’Elia Cosimo (Francavilla F,) Low Kick
D’Elia Cosimo (Francavilla F,) Oriental
Eletto Vincenzo (Francavilla F,)
Light Contact
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I CAMPIONATI ITALIANI
Al di sopra di ogni aspettativa la partecipazione alle
finali dei Campionati Italiani di
Semy e
Light Contact di Fiuggi, ben cinque degli otto atleti
iscritti dalla A.S.D. FIAMMA Fighting Ring Boiano ai
Campionati, sono saliti sul podio ottenendo 3 medaglie d’Oro, 2 medaglie d’argento e 1 di Bronzo.
Nella prima giornata di gara (Sabato) era di scena il
Light Contact,
Luigi Monaco e Jlenia Carbone Conquistano il Titolo
di Campioni Italiani a conferma di un anno strepitoso dei due atleti matesini, ai quali non dovrebbe
tardare la convocazione in Nazionale.
Medaglia d’Argento per Giuseppe Gagliardi categ.
• 63 kg, un piazzamento che va stretto al nostro
Capitano,nella finale con il Piemontese di origine
marocchina Jahmed Ehuseim , il nostro atleta esordiente nei Seniores, compie un autentico capolavoro,
ma un giudizio arbitrale (preferiamo dire) errato, gli
nega di salire sul gradino più alto del
podio.
Medaglia di Bronzo per Gino De Cesare 3°class. nella categ +69 kg cadetti
alla sua prima esperienza in campo
Nazionale.
Nella seconda giornata dedicata al
Semy Contact-Ancora lei, la tigrotta
Campochiarese Jlenia Carbone, per
nulla appagata della vittoria del giorno prima, si aggiudica anche il titolo
in questa disciplina battendo in finale
la Siciliana Antonella Esposito.
-Medaglia d’argento categ. cadetti •
37 kg per Abate Marco contribuisce ad
arricchire il palmares della Fightin Ring.
-Cala il sipario su questi Campionati, negli occhi dei
due preparatori Fabrizio Carbone e Gabriele D’Andrea, orgoglio, soddisfazione, e la certezza di avere
una squadra, un gruppo di atleti di tutto rispetto, la
grande volontà di questi ragazzi che si allenano con
dedizione e sacrificio, hanno fatto maturare nel tempo e negli anni un binomio vincente che a Boiano ha
dato vita ad uno dei massimi centri della Kick Boxing
non solo Regionali.
Fabrizio Carbone
SPORT DA COMBATTIMENTO
ITALIA vs FRANCIA
“un sogno infranto”
A volte nella vita ci sono cose che non vanno fatte. Spesso la razionalità ci viene in aiuto, smorzando nostri
sogni, le passioni, l’entusiasmo e la voglia fare. Ma un fighter non sa cosa farsene della razionalità, i suoi sogni
si nutrono di imprese impossibili. La sua mente ha bisogno di stimoli forti per poter fare sacrifici in palestra. E
in questo turbinio di emozioni una sola convinzione, combattere contro i più forti per poter essere il più forte!
La proposta era di quelle da non prendere nemmeno in considerazione, troppo rischiosa, troppo impossibile...
troppo. L’avversario Cedric Peynaud 61 match all’attivo solo 5 sconfitte con ben 33 Ko, Campione di Francia
di Savate e Full Contact. Il nostro atleta Francesco Zernone, Team Bandini Boxe Ursus Milano, 18 match e un
titolo italiano Classe B di kick boxing con la WFC. Non si poteva fare......... non si doveva fare...... Si è fatto.
Il match:
TITOLO EUROPEO PRO WKN. Primo round gli atleti si studiano molto il match è di quelli importanti e nessuno
vuole partire con il piede sbagliato. Parte qualche colpo giusto per prendere le misure ed il Francese sembra essere subito nel match. Il nostro Francesco è
troppo fermo, si fa inquadrare facilmente
e accetta lo scambio nel quale il Francese
con la sua esperienza e nettamente vantaggiato.
Finisce il primo round. Forti discussioni
all’angolo italiano, il Maestro Bandini vuole un match diverso e impone a gran voce
una diversa impostazione tattica. Inizia il
secondo round, la strigliata presa all’angolo è servita a Zernone che ora è più
mobile. Non aspetta più il Francese ma se
lo porta a spasso per il ring mandandolo
frequentemente a vuoto. I colpi di rimessa
di Zernone iniziano a farsi sentire. Il match inizia a prendere la piega giusta per la
squadra italiana. L’angolo francese inizia
ad innervosirsi.
Terzo round, il Francese molto più potente
fatica a concretizzare le sue azioni. Francesco inizia a crederci e i suoi attacchi si fanno più convinti e più incisivi. Per più volte
Zernone riesce a bloccare i middle kick
francesi colpire e spazzare con il Francese
che cade rovinosamente a terra. Il pubblico comincia a scaldarsi e a divertirsi. Iniziano a sentirsi i primi applausi per Zernone che dimostra la determinazione giusta.
Finisce il terzo round colorato bianco
rosso verde. L’angolo Francese mostra un
evidente stato di tensione un match sulla
carta abbastanza facile si è trasformato in una battaglia senza esclusioni di colpi. Inizia il 4° round. Qui succede
quello che nei sogni non dovrebbe mai accadere. Un block del Francese causa un grosso ematoma sulla tibia
sinistra di Zernone. Risultato: Impossibile parare il low kick destro di Peynaud. Zernone tiene duro, fa finta di
nulla e continua come se niente fosse. I Francesi hanno però capito tutto e da qui in avanti il low kick destro, di
Cedric, la fa da padrone. Per Zernone difendersi diventa un problema e subisce un conteggio. Si ricomincia ma
il Francese continua a portare duri low kick. La tibia di Zernone comincia gonfiarsi, Francesco zoppica vistosamente. Di li a poco il dottore interromperà il match proibendo a Zernone di continuare. Il sogno è finito.
La delusione tra il pubblico è forte. Sono forti gli applausi per sostenere e rincuorare Zernone.
Rimane comunque la soddisfazione di aver fatto un’ottima prestazione onorando i colori italiani.
JUDO - KARATE - JU JUTZU - LOTTA - AIKIDO- KICK BOXING
VALE TUDO - MUAY THAI - YOGA - SHIATSU
31
JUDO
UNO DI NOI
Francesco Cocheo – ASD Judo Cokys Club -
Palermo. Inizia molto giovane e raggiunge sempre
le finali nazionali, da esordiente, cadetto e junior
anche se in quel periodo si incrociava spesso con
gli extraterrestri del judo che rispondono al nome
di Girolamo Giovinazzo e successivamente Pino
Maddaloni.
Il miglior risultato nazionale lo raggiunge nella
finale nazionale del Campionato Italiano Universitario del 2001 di Cagliari dove si classifica al 3°
posto dietro conquistando un onorevole medaglia
di bronzo, cedendo ad un altro signore del judo,
Gianni Casale, passato successivamente alle FFGG
e classificatosi 5° agli ultimi Campionati mondiali
di Rio 2008 e 7°nelle recenti Olimpiadi di Pechino
Ha più fortuna come tecnico e costruisce abbastanza bene tecnicamente soprattutto, quelle che
sono le future promesse della nostra società e con
le quali ha raggiunto parecchie medaglie nazionali, continuando quelle che sono le buone tradizioni
della società.
Oltre che come tecnico, si distingue soprattutto nel
coordinamento delle organizzazioni di eventi sportivi e manifestazioni in particolare il torneo internazionale a squadre Falcone e Borsellino.
“Approdo a Sport Nazionale dopo una negativa
esperienza fatta con altri enti. Ho riscontrato da subito un’attenzione verso le nostre attività che mai
nessun altro ha avuto per le nostre attività. Oggi
organizziamo uno dei più importanti Trofei italiani
di Judo, anche con la partecipazione di squadre
estere. Attraverso la dirigenza di Sport Nazionale
ho trovato anche un lavoro di rappresentanza per
un’azienda torinese di prodotti sanitari e della salute: la Gila.
A Conegliano
i Giochi
Promozionali
Si sono svolti davanti un folto pubblico formato
da genitori, parenti, amici e simpatizzanti si sono
cimentati i “pulcini” delle materne e i “mini judoka” delle elementari. Hanno diretto e coordinato la
manifestazione gli stessi genitori e gli atleti di alto
grado.
Alla fine sono state distribuite le medaglie offerte
dall’Ufficio dello Sport del Comune di Conegliano,
mentre Sport Nazionale ha offerto i diplomi e un
merendino, costituito da patatine e succo di frutta,
graditissimo anche dagli adulti.
Judo Club ha offerto anche delle medaglie a tutti i
volontari che si sono prodigati per la buona riuscita
della manifestazione.
Alla fine il Sindaco, Dr. Alberto Maniero e l’Assessore allo Sport Geometra Loris Zava hanno effettuato la premiazione e posato con tutti i partecipanti
per una foto ricordo dell’evento.
Hanno partecipato 43 scuole di tutti i livelli d’istruzione.
Scuole Materne Maschi = N° 11
Scuole Elementari Maschi = N° 65
Scuole Medie
Maschi = N° 25
Scuole Superiori Maschi = N° 11
Totale Parziale Maschi = N° 112
Femmine = N° 0
Femmine = N° 15
Femmine = N° 4
Femmine = N° 4
Femmine = N° 23
Totale Generale N° 135
32
RELAZIONE DI UN EVENTO
Giovedì 21 maggio, alle ore 15,30 l’intera Giun-
ta Nazionale atterra all’Aeroporto di Lamezia
Terme, alle 18,30 prevista una conferenza stampa nel Krotonese per annunciare la nascita del
nuovo Comitato Provinciale di Krotone guidato
da Pino Grande del luogo. Il Presidente Nazionale Fiorenzo Pesce, e vari dirigenti nazionali
hanno voluto onorare la Palestra Romeo Martial
Arts di Crucoli nella sala parrocchiale “Santa
Maria“ alla presenza del Sindaco, cittadini, allievi della palestra e la stampa crotonese.
Lo scopo della visita era quello di annunciare
alla cittadina di Crucoli che il M° Giuseppe
Romeo III° Dan di Taekwondo, sarebbe
il giorno seguente investito da una carica importante all’interno dell’Ente “Fiduciario Nazionale per i rapporti tra il C.N.S.Fiamma e la terra
d’Africa” per aiutare i bambini di quelle zone a
iscriversi presso le rispettive anagrafe e quindi
evitare che quei poveri sfortunati diventassero
merci per l’espianto e la vendita di organi da
parte degli stati ricchi.
Il M° Romeo ogni anno porta loro
danaro,medicinali ed altro.Il prossimo appuntamento sarà nello stato del Belen con i missionari
delle Suore Gerardine di S.Antonio Abate (NA)
Ordine Religioso e Missionario con Sedi anche
in Sud America.
Venerdì 22 Maggio, come da programma previsto lo staff tecnico organizzativo del
C.N.S.Fiamma Cosenza ha allestito le varie postazioni per l’evento del giorno dopo.
Sabato 23 maggio nella sala convegni del
Minerva si da inizio al previsto convegno oncoematologico organizzato dall’Ente. Sono state
invitati vari referenti e noti professionisti della
medicina sportiva e Oncoematologica.
I primi 45 minuti sono stati affidati al Prof. Prati
Ubaldo dell’Università Magna Grecia di Catanzaro e alla Sua Gentile Signora Dott.ssa Roveda
Laura Il Prof. Prati con filmati e diapositive ha
voluto far conoscere all’attenta platea i percorsi dell’autotrapianto del fegato e le relative
terapie, mentre la Dott.ssa Laura Riveda ha illustrato il carcinoma della mammella. La parola
in seguito è stata data ad Arturo Iannelli ricer-
catore oncologico. Iannelli è stato inviato dall’Associazione Angela Serra che fa capo al Suo
Presidente Nazionale Prof. Massimo Federico
con sede presso il Policlinico di Modena. L’Angela Serra con i fondi raccolti dai cittadini è riuscita
a costruire il C.O.M. Centro Oncologico Modenese un padiglione di Eccellenza denominato Pier
Camillo Beccarla (Già Sindaco di Modena) costato oltre 2 Miliardi di vecchie lire, Iannelli ha poi
illustrato i metodi e le competenze dei volontari.
I volontari dell’Angela serra eseguono dei corsi
medico-scentifici per i parenti degli ammalati
di tumore, i fondi dell’associazione Angela Serra vengono spesi nella quasi totalità in corsi di
formazione,riviste e opuscoli per il rapporto tra
parenti e ammalato,aiuti alle famiglie povere
che non hanno la possibilità di
affrontare i costosi Day
Hospital riferendosi ad
alberghi e case in
affitto durante la
permanenza dei
propri familiari
ammalati. Importante dice Iannelli
istituire nel cosentino un registro dei tumori
con lo scopo di monitorare costantemente tutti gli ammalati. Infine il
ricercatore ha proposto all’Ente C.N.S.Fiamma Sport Nazionale il Patrocinio di una Sede
Angela Serra anche nel Cosentino,progetto che
il Presidente Nazionale dell’Ente Fiorenzo Pesce
ha accolto con molto entusiasmo, dichiarandosi
disponibile non solo nel cosentino ma in tutta
Italia. Non è mancata la presenza dell’Associazione Nazionale Alcolisti Anonimi con il suo relatore Bartolo L., l’Associazione Alcolisti Anonimi
è un’associazione che pratica terapie di gruppo
per uscire da un altro grave problema: l’alcool da
ricordare che questa Associazione non accetta
nessun tipo di contributo, interviene nei convegni
solo per avere quel poco di visibilità.
Il Dr. Ilario Lazzaroni Presidente della
Commissione Tecnica Nazionale Sport & Salute
ha parlato di Traumatologia Sportiva e Tecnica dell’Allenamento, soprattutto per i disabili .
Pur essendo stata inserita nel programma della
mattinata, non era presente la dott.ssa Angela
Adamo da Montalto Uffugo quale relatrice di
ippoterapia per disabili, per un improvviso impedimento personale.
Alle ore 11,30 giungeva il Direttore Asp Cosenza Dr. F. Petramale, accompagnato da Giuseppe
Aloise, Il Dr. Petramale durante l’intervento
ha voluto sottolineare alcuni punti importanti :
la volontà di indurre i poli ospedalieri a rispondere al meglio alle richieste dell’ammalato,al
nord dichiara il Direttore la gestione delle specializzazioni viene gestita nel modo migliore facendo esempi come al Gaslini di Genova o l’Istituto Tumori di Milano All’osservazione del Dr
Schito circa il bisogno di un polo di radioterapia
a Castrovillari il Dr. Petramale ha risposto che per
l’opera-
zione
c’è tutta
la volontà politica e organizzativa
per avere finalmente a Castrovillari un impianto
così importante. Per la vicinanza alle scadenza
elettorale, l’Ente non ha invitato personaggi
politici e istituzionali come relatori, preferendo
figure tecniche e professionisti.
Nel corso della mattina in contemporanea al
convegno e nel pomeriggio di Sabato si sono
svolte molte attività sportive proseguite sino a
domenica.
La serata di Sabato 23 si è conclusa con la finale di Calcio Femminile tra il Fiamma Calcio
Francavilla diretta dal Presidente Mimmo Ciancio e dal Mister Rosella Curia e la compagine
Cus Cosenza diretta da Giovanna Postorino vinta dai Cosentini per 6 a 2.
Alle ore 22 lo spettacolo del Cast Artistico
Fiamma Cosenza , la Scuola di Ballo Adeliante
di Corigliano diretta dal M° Dante Donato si è esibita con il Rok’n Roal Acrobatico, le
33
esibizione sono state effettuate dagli Istruttori
Pierluigi Le Voci e Alessia Argentino di Corigliano, mentre la danza del Ventre dalla novarese
Sharon Ballare.
Domenica 24 maggio s’inizia con lo stage
di Krav Maga disciplina Israeliana di difesa personale, condotto da vari Istruttori, responsabili
nazionali e regionali del Fiamma settore Arti
Marziali provenienti da Bari-Taranto Brindisi e
Lecce.
Per il Fiamma Cosenza l’istruttore di turno il Carabiniere in Congedo Giuseppe Cito.
Simpatica e molto vivace l’esibizione della Palestra MartialArts Romeo che con i suoi 40
bambini tutti in Kimono hanno dato spettacolo
alla platea e far conoscere l’Arte del Taekwondo,
nel l’occasione il Maestro Romeo ha sottoposto
al vaglio della Commissione Tecnica Nazionale Fiamma una nuova disciplina il Warpeedor,
(Guerra per la Pace) difesa personale contro attacchi di armi da sparo e bianche.
Non è mancata la presentazione di armi, (ovviamente le ASG innocue) del Softair attività sportiva per gli appassionati dei giochi di guerra. E’
mancata l’Equitazione con le Giacche verdi di
Rossano, impegnati nell’organizzazione della
ATTIVITA’
manifestazione nazionale dei primi di giugno a
Rossano, località poco lontana. Dopo il pranzo
sono stati premiati e rilasciati attestati di partecipazione agli atleti che partecipato all’evento.
Si ringraziano gli Istruttori: Giuseppe Cito
da Cosenza, Massimo Zanzarella,
Gregorio Durante, Cosimo D’Urso,
Maria Grazia Garone Dino Frascella
da BA-TA-LE-BR, Giuseppe Romeo
da KR, Dante Donato, Pierluigi Le
Voci e Alessia Argentino da Corigliano.
Ringraziamenti particolari a tutto lo staff organizzativo del Fiamma Cosenza in particolare
a Rossana Conte Resp. Prov. Fiamma Turismo moderatrice e organizzatrice
dell’Evento. Vincenzo Pippa,Luciano Martino,
Francesco Martino , Clementina Barco ,Marta
Riga,Giovanna d’Onchia e Maria Cerbino che
hanno curato la cartellonistica, gli impianti audio e il ricevimento. Infine Rosalbino De Luca
organizzatore di tutti gli eventi sportivi.
Si ringrazia per la parte medico convegnistica :
La Dott.ssa Giulia Raveda,Il Prof. Ubaldo Prati,il
Dr Ivano Schito,il Dr. Ilario Lazzaroni, Bartolo
L. responsabile area sud dell’Ass.ne Nazionale Alcolisti Anonimi, Arturo Iannelli ricercatore
Oncologico dell’Associazione Angela Serra da
Salerno e ringraziamenti particolari al Prof.
Massimo Federico Presidente Nazionale della Stessa per essersi adoperato direttamente dalla Divisione di Oncologica
ed Ematologia del Policlinico di Modena, ringraziamenti inoltre al Dr F.Petramale
Direttore ASP Cosenza.
Uguali ringraziamenti al Dott. Giovanni Cicero di Castrovillari e alla Sua Associazione
Non più Soli non presente alla manifestazione
per impegni analoghi
Particolare ringraziamenti alla D.ssa Stefania Corrado di Castrovillari in carica a
Modena presso il Policlinico che pur non essendo presente per motivi di salute ha inviato i suoi
ringraziamenti per l’invito.
Infine scarsa la presenza del mondo politico ,
L’Ente Fiamma ha ritenuto non invitare politici
per evitare imbarazzi in una campagna elettorale
in corso.
L’Ente Fiamma ringrazia l’unica presenza Politica invitata dal Dott. Schito dell’On. F.
Pignataro molto attento ai temi discussi ma
senza intervenire.
Giovanni Martino
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EVENTI
SPORTING VILLAGE
Sette giorni dedicati allo sport nella villa comunale di Torre Santa Susanna che per l’occasione si è trasformata in palestra
e campo da gioco a cielo aperto.
E’ stato un momento ricreativo, strumento di inclusione e di promozione sociale, di unione per grandi e piccoli, l’evento Sporting Village, sostenuto dal Comune di Torre S.Susanna , dall’A.C. Torre e promosso dal Centro Nazionale Sportivo
Fiamma con la partecipazione di tutte le associazioni sportive del paese e della provincia hanno lanciato un evento tutto
nuovo.
Un riconoscimento allo sport, dunque, che ormai da anni è divenuto il terzo polo educativo ed un vero e proprio elemento
culturale e di ricchezza sociale.
C’era solo l’imbarazzo della scelta: calcio, equitazione, arti marziali, scherma, volley, basket, pin pong, calciobalilla, mountain
bike, fitness, bocce, piscina, giochi ludici, giochi per diversamente abili ed altro ancora.
Ad inaugurare la manifestazione Lunedì 17 agosto ore 19,00 intorno ad una cornice di pubblico entusiasta è stato tagliato il
nastro di partenza alle molteplici attività sportive dello Sporting Village, sotto il flash di media ed amatori è stato il grande
Demetrio Albertini (Vice Presidente Federcalcio) ad aprire le danze.
Padroni di casa il Senatore Michele Saccomanno, il Sindaco Prof.Franco Frioli, il Vice Sindaco Tiberio Saccomanno,
con gli organizzatori dell’A.C.Torre e del Comitato Regionale Puglia del C.N.S.Fiamma, con i dirigentii Manfredi Pietro,
Zanzarella Massimiliano e Lana Salvatore.
È stata una settimana ricca di ospiti e divertimento, dal Mister Paolo Fortunato all’Amministratore Delegato dell’Unione
Sportiva Lecce Dottor Claudio Fenucci, oltre alla visita del Presidente del Volley San Vito Luigi Sabatelli con alcune giocatrici
dell’A2.
Una bellissima immagine è stata lasciata dall’Ente C.N.S. Fiamma, che ha ricevuto per tutta la settimana i complimenti
rilasciati dai vari amministratori e sportivi locali con l’augurio di poter rinnovare questo splendido evento l’anno prossimo
con la stessa partecipazione che ha visto ruotare migliaia di atleti e curiosi, ha dichiarato il Maestro Zanzarella Massimiliano
Componente Regionale C.N.S.Fiamma, intervistato da Idea Radio partner ufficiale radiofonico che seguiva l’evento dalla
postazione fissa creata appositamente nello Sporting Village.
Un elogio in particolare si deve fare allo STAFF dello Sporting Village che ha organizzato in varie serate dei simpatici Party a
base di nutella, frutta, friselline e mozzarelle, il tutto compreso di acqua offerto gratuitamente a tutti i partecipanti.
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DANZA
Cosenza
e danza
Il comitato di Cosenza ha concluso il Seminario
di Studio anno 2009 delle Scuole di Danza con
il Coreografo Jean Michel Danquin 1° ballerino
del Salone Margherita di canale 5.
Il master promosso quest’anno era finalizzato
allo sviluppo delle capacità didattiche degli allievi sulle tecniche: Musicalità, Interpretazione,
Coreografia Teatrale e Televisiva. Infine una
relazione tecnica globale sulla validità della
Scuola firmata dall’Artista e dalla Commissione
Nazionale Danza darà la possibilità a Maestre
e Istruttori che si son voluti sottoporre a giudizio
con esami di iscriversi all’Albo Europeo Maestri
di Danza e Giudici di Danza per ottenere il Brevetto Internazionale.
Le Scuole che hanno richiesto l’esame di sono
sottoposti a giudizio didattico con esami in Sede
sono state pochissime in provincia di Cosenza,
coloro che hanno superato gli esami a pieni voti
di valutazione per ogni singolo allievo e con
grande soddisfazione dei genitori presenti per la
dura prova che i loro figli si sono sottoposti sono
state la Scuola “ Centro Danza Katiuscia di Corigliano Calabro nella Danza Moderna, Modern
Jazz e Classica , e la Scuola A.S.D.A.C. Centro
Danza Arabesque di Montalto Uffugo con la
Danza Moderna, Hip Hop e Classica.
Le Rispettive Maestre Katiuscia Blois Direttrice
del Centro danza Katiuscia e Simona Altomare
Direttrice della Scuola A.S.D.A.C. Centro Danza
Arabesque potranno richiedere il Brevetto Internazionale di Maestre e Giudici di Danza internazionali.
Jean Michel Danquin nelle sue dichiarazioni
raccolte alla fine dei seminari ha voluto parlare con i genitori e congratularsi soprattutto per
i ragazzi dell’Hip Hop del Centro Danza Arabesque di Montalto dicendo loro che il sistema
che adotta la Maestra, quello di curare i minimi
dettagli nella didattica è un sistema che porta ad
una lentezza nella preparazione ma sicuramen-
te efficace per il futuro degli allievi. Il Prossimo
appuntamento Con Jean Michel Danquin sarà a
Settembre nella Provincia di Crotone. Ed stato
proprio a Torretta di Crucoli KR è stata organizzata la festa di Beneficenza per i bambini dell’Africa contro gli espianti di organi organizzata
dalla Palestra Fiamma Martial Arts Romeo e
dal Cast Artistico Fiamma Cosenza diretto dallo
stesso Comitato Casentino. Circa 2.000 persone
hanno potuto festeggiare con tanto di banda
musicale e molte palestre, l’amministrazione
Comunale con il suo Sindaco per la quale ha
messo a disposizione dell’Ente Fiamma la Sede
del Partito Democratico adiacente al Palco per i
cambi degli artisti.
Ma andiamo alla serata , speciale per la gente di
Crucoli e con un applauso è stato salutato Martino dopo aver detto al microfono che il Progetto
Africa da questa sera partirà da Crucoli per tutta
Italia e la seconda tappa sarà a Castrovillari il 19
e il 20 Settembre. Ha presentato lo spettacolo
Rossana Conte del Cast artistico diCosenza e
Jean Michel Danquin , negli intervalli si sono misurate sportivamente delle Palestre di Taekwondò, Krav Maga e arti marziali vari.
E’ toccata la volta della Danza del Ventre con
la bravissima Sharon Ballare,applauditissima
dal numeroso pubblico di Torretta. I 10 minuti
più emozionanti della serata con il pubblico in
delirio sono trascorsi con Jean Michel che si è
esibito con dei pezzi difficilissimi del grande inimitabile Michael Jackson.
Chiude la serata in grande stile il cantante Leo
Bruni, tanto apprezzato non tanto per la sua voce
o per il suo talento, ma è apprezzato per la sua
voglia di vincere a tutti i costi non il podio più
alto
ma almeno quello di non essere secondo a nessuno. Ed è a lui, a Leo Bruni che il Presidente
Martino vuole ringraziare per la bella serata che
ha prodotto insieme a dei veri Professionisti.
FLASH
Festa Provinciale della Pace e dello Sport
Progetto FiammAfrica
non più parole
Il 19 e il 20 Settembre , la Città di Castrovil-
lari sarà protagonista di un grande evento
sportivo.
La manifestazione non si occuperà solo di
Sport ma anche di Sociale.
L’obbiettivo sarà quello di pubblicizzare il
Progetto “ FiammAfricA non più parole “
per la raccolta fondi per i bambini africani , che non essendo iscritti alle rispettive
anagrafe di appartenenza sono a rischio
per i continui espianti di organi da parte
dei paesi ricchi.
L’operazione FiammAfricA è diretta dal
M° Giuseppe Romeo, fiduciario Nazionale
C.N.S.Fiamma per i rapporti con l’Africa.
I nostri dirigenti Provinciali si occuperanno della vendita dei gadget,degli sponsor
e alla fine il tutto sarà devoluto al Progetto
partito già da Crucoli Torretta KR il 30 Giugno scorso.
La manifestazione sportiva invece avrà
un taglio diverso: esibizioni e gare valevoli per i campionati Nazionali dell’Ente. Le
discpline sportive che parteciperanno per
le esibizioni
sono: Taekwondo, Thai Chi Chuan, Krav
Maga, Aerobica, Danza del ventre, Ginnastica Artitica, Rock’roll Acrobatico, Step,
Softair. Per le gare sono previste le seguenti discipline:
Atletica Leggera, Braccio di Ferro, Calcetto a 5, Calcio balilla, Pesistica su panca,
Salsa Portoricana, Spinning, Tango Argentino, Tennis Tavolo.
Alla fine il Cast Artistico Provinciale terrà uno spettacolo nella centralissima Via
Roma ad uso pedonale,concessa dal Comune di Castrovillari nella persona della
Dott.ssa Assessore allo sport Anna De
Gaio per lo svolgimento di tutte le attività
nei 2 giorni.
Il ricavato della manifestazione, sarà consegnato al M° Romeo e lui stesso partirà
per l’Africa come ogni anno per andare dai
suoi e oggi dai nostri bambini, soli e indifesi contro la più aberrante delle violenze.
Giovanni M. Martino
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CULTURA
LO SPORT NELLA LETTERATURA
Bisognerebbe domandarsi cos’è la poesia,
cos’è il romanzo. O meglio, domandarsi cos’è
la Letteratura che è poesia e romanzo. Lo si
può fare. Lo si è sempre fatto. Ma la risposta,
qualsiasi essa sia, risulterà sempre incompleta.
Perché la Letteratura in sé è mistero, è creazione, è verità alla quale non si crederà mai completamente. Blanchot direbbe che pur accogliendo il tutto, la Letteratura, “non è nemmeno
il “tutto”, né la pienezza universale, né il cosmo
infinito, ma ciò che è già prima di “tutto”, l’immediato ed il lontano, ciò che è più reale di ogni
cosa reale, il legame che non si può legare e
attraverso cui tutto, il tutto, si lega.”
Da qui cercare un connubio tra Letteratura e
Sport appare un esercizio facile e difficile al
contempo.
Si può certamente partire dall’antichità e scoprire, ad esempio, che le Olimpiadi sono state
esaltate da molti, ma anche derise da Aristofane.
Ma esaltazione e derisione qui assumono connotazioni più profonde perché ogni gara, alla
fine, con tutta la sua intensità emozionale diventa sempre una grande metafora della vita.
Ci si può spostare poi in Italia, all’inizio del ‘900,
con Marinetti e il Futurismo.
Nel manifesto del Futurismo tra i temi fondamentali del movimento, ce ne sono due che qui
vale la pena di ricordare.
Nel primo vi si legge:
La Letteratura esaltò fino ad oggi, l’immobilità
pensosa, l’estasi e il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l’insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo
e il pugno.
Nel secondo, invece, si legge questo:
Noi affermiamo che la magnificenza del mondo
si è arrcichita di una bellezza nuova; la bellezza
della velocità.
Lo stesso Marinetti ufficializzò in un articolo
che pubblicò sulla Gazzetta dello Sport del 1910
il punto di riferimento importante che il Futurismo trovò nello Sport. Marinetti scrisse, infatti,
che “il Futurismo ha bisogno di poeti dall’anima
libera e di atleti dai muscoli possenti.”
Molti altri sono stati gli scrittori italiani del ‘900
che hanno inserito lo Sport nelle loro pagine
letterarie.
Penso a Pasolini, a Buzzati, a Campanile, Guareschi. Penso alla passione per il calcio di Umberto Saba.
Di tutte le poesie “calcistiche” di Saba, penso
che la più bella sia “Goal”
Recita così:
Il portiere caduto alla difesa
ultima vana, contro la terra cela
la faccia, a non veder l’amara luce.
Il compagno in ginocchio che l’induce,
con parole e con mano, a rilevarsi,
scopre pieni di lacrime i suoi occhi.
La folla – unita ebbrezza- par trabocchi
nel campo. Intorno al vincitore stanno,
al suo collo si gettano i fratelli.
Pochi momenti come questi belli,
a quanti l’odio consuma e l’amore,
è dato, sotto il cielo, di vedere.
Presso la rete inviolata il portiere
l’altro è rimasto. Ma non la sua anima,
con la persona vi è rimasto sola.
La sua gioia si fa una capriola,
si fa baci che manda di lontano.
Della festa egli dice anch’io son parte.
In questa poesia si può cogliere pienamente tutta l’essenza della passione calcistica. A confronto due opposte emozioni. Da un lato lo sconforto,
dall’altro la gioia. Sul campo e sugli spalti. Anche
questa, alla fine, una grande metafora della vita.
Penso ancora a Montale, a Bassani. E, soprattutto a Mario Soldati che nel romanzo “Le due
città”, ambientato nel periodo fascista, dedica
alcune pagine alla passione che lega Emilio, uno
dei protagonisti del romanzo, alla sua squadra
del cuore: la Juventus.
“La Juventus – si legge nel romanzo – era una
cosa seria; era, forse, ormai, la sola cosa seria
della vita, visto che alla politica non si poteva più
pensare, e pareva che non vi fosse speranza che
il fascismo finisse. C’era una persona a cui Emilio, tra sé e sé, dava il permesso di parlare della
Juventus. Piero, naturalmente. Lui ne aveva il
diritto. E le sue parole per la Juventus, invariabilmente fredde e disamorate, parole di un torinese
“del Tor”, offendevano molto meno di lodi entusiastiche pronunciate con accento abruzzese o
romano. Senza contare che, sul campo, a poco
a poco e quasi a malincuore, anche Piero finiva
per parteggiare per la Juventus. Posto nell’estrema alternativa tra la squadra di una città, a cui,
nonostante le continue dichiarazioni di simpatia,
nel profondo si sentiva estraneo, e l’antica fraterna avversaria, finiva per sostenere questa.”
Si potrebbe proseguire ancora questo viaggio
nella Letteratura italiana del ‘900 magari leggendo un brano di quelle pagine scritte da Guareschi
su quella divertente e focosa partita di calcio tra
le due squadre messe in campo da Peppone e
Don Camillo.
Ma preferisco, invece, orientarmi verso un bellissimo libro dello scrittore tedesco Eugen Herrigel, “Lo Zen e il tiro con l’arco”.
Eugen Herrigel insegnava filosofia a Heidelberg,
quando, nel 1924 fu invitato a tenere dei corsi all’Università di Sedia in Giappone. Quando poi lì
lui manifestò il desiderio di essere introdotto allo
Zen gli venne consigliato di imparare una delle
Arti in cui lo Zen da secoli si applica: il tiro con
l’arco.
Sin dalle prime pagine di questo libro mi ha affascinato una affermazione esplicativa di Herrigel
su cui ho molto riflettuto.
“ Per tiro con l’arco- spiega Herrigel – in senso
tradizionale, che egli stima come arte e onora
come retaggio, il giapponese non intende uno
Sport, ma, per strano che possa apparire, un rito.
E così per “arte” del tiro con l’arco egli non in-
tende una abilità sportiva raggiunta più o meno
compiutamente attraverso un esercizio in prevalenza fisico, ma una capacità acquistata attraverso esercizi spirituali e che mira a colpire un
bersaglio spirituale. Così dunque che l’Arciere,
in fondo, prende di mira e forse arrivi a cogliere
se stesso.”
Questa chiarificazione di Herrigel mantenuta
nella sua profondità può essere estesa, a mio avviso, a qualsiasi disciplina sportiva e può essere
estesa sia a chi la pratica sia chi, nel momento
della gara la vive come spettatore, come tifoso.
L’atleta, nel momento della competizione, non
prende di mira solo l’avversario, ma anche e soprattutto se stesso.
Non è solo la vittoria che cerca, ma forse lo slancio estremo verso il proprio limite. La voglia di
viversi totalmente nel corollario delle sue emozioni contrastanti.
C’è una frase memorabile del poeta premio Nobel per la Letteratura, Eugenio Montale che a tal
proposito può rendere bene l’idea.
È una frase che molti sportivi conoscono e che
tutti gli appassionati di sport dovrebbero conoscere.
Montale affermò questo:
“Amo l’Atletica perché è poesia. Se la notte sogno, sogno di essere un maratoneta.”
Lui aveva ragione. È estremamente poetico lo
sforzo, la sofferenza e la volontà del maratoneta.
Il movimento, la distanza e il traguardo per il
maratoneta sono solo un pretesto. Lui mirando a
conseguire qualcosa di esterno a sé, deve misurarsi totalmente con se stesso.
Tutto questo è profondamente poetico.
Nel profondo e misterioso connubio tra interno
e esterno si cela il risultato che il maratoneta
otterrà.
“Lo Zen e il tiro con l’arco” è un libro che tutti
coloro che praticano o insegnano a praticare lo
Sport, dovrebbero conoscere, perché oltre alla
prestazione in sé insegna a perseguire l’opera
interiore.
E “l’opera interiore consiste – scrive Herrigel
- in questo: che da quell’uomo che è, da quel
Sé che si sente e sempre si ritrova, egli diventi
materia per una educazione e una formazione al
cui termine sta la maestria. Poiché la maestria
è giustificata come forma di vita solo se vive di
una verità sconfinata...” (...) “Se tale meta l’attira
(l’atleta) bisogna che si rimetta in cammino. Bisogna che osi il salto alle origini, per vivere della
verità come chi è diventato tutt’uno con essa.
Bisogna che ridiventi scolaro, principiante, che
superi l’ultimo tratto del cammino, il più aspro
della via per cui si è messo, attraverso nuove
metamorfosi.”
Proprio come la grande gioia e sofferenza del
maratoneta che per ottenere la vittoria, deve
vincere prima di tutto se stesso.
Bonifacio Vincenzi
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EPICA
La spada denominata Escalibur, il cui nome è stato recen-
temente interpretato da insigni celtisti come una sorta di
crasi delle parole latine, ossia ensis caliburnus, cioè la
“spada calibica”, cioè forgiata dai Calibi (antica e mitica
popolazione della Scizia, di cui si dice, scoprirono il
ferro e ne portarono l’uso fra gli uomini).
Massimo Valerio Manfredi, storico del mondo antico
e scrittore di successo, nel suo ultimo romanzo “L’ultima legione”, che ruota intorno ad un gruppo di soldati
romani lealisti che si assumono il compito di far fuggire
e portare in salvo in Britannia l’ultimo imperatore romano,
Romolo Augusto, deposto nel 476 d.C. da Odoacre, insieme
al suo precettore Meridius Ambrosinus, immagina che Romolo Augusto rifugiatosi in Britannia divenga re con il nome di
Pendragon e abbia un figlio di nome Artù, mentre in Meridius
Ambrosinus adombra Myrdin o Merlino. Quanto a Escalibur il
suo significato sarebbe “Cai.Iul.Caes.Ensis Caliburnus”, cioè
la spada Calibica di Giulio Cesare, che, ritrovata casualmente
da Romolo e portata in Britannia sarebbe stata scagliata
lontano dallo stesso Romolo (Pendragon) in segno di pace, si
sarebbe conficcata in una roccia e qui, esposta alle intemperie, avrebbe finito per lasciar leggere solo alcune lettere
dell’iscrizione, e cioè: E S CALIBUR, dove, originariamente,
nella lama era incisa l’iscrizione completa
di CAI • IVL • CAES • ENSIS CALIBVRNVS
La storia e la leggenda di re Artù sono intimamente legate
alla magica e misteriosa spada Excalibur. Come il mago Merlino aveva annunciato, solamente l’uomo in grado di estrarre
la spada dalla roccia sarebbe diventato re. Artù, inginocchiato
di fronte alla roccia, fece proprio questo: prese la spada, la
portò con sé fino alla Cattedrale e la depose sull’altare. Artù
fu unto con l’olio santo e, alla presenza di tutti i baroni e della gente comune, giurò solennemente di essere
un sovrano leale e di difendere la verità e la
giustizia per tutti i giorni della sua vita. Sebbene
Excalibur sia identificata con la spada nella roccia, specie nelle versioni recenti del
mito arturiano, in numerose opere sono
due spade distinte. La leggenda e la storia si sono mischiate tra loro nel tempo
e la leggenda di re Artù, dei Cavalieri della Tavola Rotonda e della magica spada
Excalibur, sono giunte intimamente unite
fino ai nostri giorni
Il nome Excalibur significa in grado di tagliare l’acciaio.
La prima traduzione (secondo Geoffrey of Monmouth,
Robert Wace e Layamon), chiamava la spada Caliburn;
una spada magica venuta da Avalon. Nella tradizione
celtica il nome originale era Caledfwylch. La versione
in cui Artù estraeva la spada dalla roccia apparve per la
prima volta nel racconto in versi francese Merlino, di
Robert de Boron (fine XII secolo– inizio XIII secolo). Ma
l’autore inglese sir Thomas Malory, ne La morte di Artù
(1485), scrisse che la spada che Artù aveva estratto dalla
roccia non era Excalibur, poiché Artù aveva rotto la sua
prima spada in uno scontro contro re Pellinor; lo stesso
viene affermato nella francese Suite du Merlin (Prosa di
Merlino), ca. 1240. Poco dopo, Artù ricevette una nuova
spada dalla Dama del Lago, e questa era chiamata esplicitamente Excalibur: una spada diversa, secondo Malory,
dalla prima.
Il fodero di Excalibur aveva il potere magico di proteggere il suo proprietario dall’essere ferito; è il furto del fodero
da parte di Morgana la Fata che porta, alla fine, alla morte di Artù. In Morte Arthure (ca. 1400), si dice che Artù aveva due spade; la
seconda era Clarent, rubata dal malvagio Mordred, che con essa diede ad Artù il colpo mortale.
La parola Excalibur ha comunque origini molto controverse, la cui nascita si può far risalire a due ceppi linguistici ben differenti: quello
latino e quello sassone. Dal latino, com’è già stato detto, abbiamo diversi significati, ma quello più plausibile deriva da un’antica popolazione di fabbri chiamati “Calibs”, Excalibur si può quindi scindere in due parole ex (con ablativo): dai e Calibs: Calibi, quindi tradotto
letteralmente il significato diventerebbe “forgiata dai Calibi”. Altre sfumature latine riportano alla capacità della spada e al suo aspetto
come, per esempio, ex “calibro” che tradotto significa in perfetto equilibrio. Dal ramo celtico il nome deriverebbe da Caliburn, arcaico
nome della leggendaria spada, che in antichità significava “acciaio lucente” o “acciaio indistruttibile” e potrebbe quindi così ricondursi
allo stesso etimo latino.
Per la verità, lasciando la leggenda e ritornando in Italia, e precisamente in toscana presso i resti dell’abbazia di San Galgano nel comune
di Chiusdino (SI), a poche centinaia di metri su un colle si erge l’eremo di Montesiepi ove è ancora custodita la “spada nella roccia” che la
tradizione vuole sia stata conficcata nella pietra da Galgano Guidotti allorché rinunciò agli agi della vita di nobile che aveva condotto.
Monica Garavaglia
38
Un fucile per
una chitarra!
LA STORIA DI CHET ATKINS, IL FINGERPICKER CHIAMATO
MR. GUITAR CHE HA RIVOLUZIONATO IL MONDO DELLE SEI
CORDE
C’era una volta, negli anni Trenta, un ragazzino
povero che abitava in una fattoria del Tennessee (USA) e per guadagnarsi qualcosa da vivere
andava a mungere le mucche. Probabilmente
una cosa simile sarà successa anche ai nostri
padri o nonni. Un giorno, però, questo ragazzino
venne ricompensato del suo lavoro con un fucile. Ma cosa se ne può fare un bambino di una
pericolosa arma da fuoco? Forse avrebbe potuto
venderlo, solo che in seguito alla famosa crisi
del ’29 era difficile riuscire a vendere un fucile a
dei contadini. Cercò allora di barattarlo con qualcos’altro, e quel qualcos’altro fu... una chitarra!
Chester Burton Atkins, meglio conosciuto come
Chet Atkins, cominciò così i suoi primi passi
sulle sei corde, di certo non immaginando che
quello strumento gli avrebbe ben presto cambiato la vita e il modo con cui lui lo suonava avrebbe
rivoluzionato il mondo chitarristico.
Chet nacque a Luttrell, il 20 giugno 1924 in una
famiglia poverissima. Dal nonno imparò a suonare il violino mentre il fratello maggiore Lowell
gli insegnò a muoversi sull’ukulele (la chitarra
hawaiana a 4 corde). Il padre, un pianista senza
fortuna, gli diede nozioni di teoria e solfeggio
che furono molto utili al ragazzo per leggere gli
spartiti. La madre cantante, invece, gli trasmise
la passione per la musica tradizionale: il country. L’infanzia e l’adolescenza di Chet però non
furono certo idilliche: i genitori si separarono
quand’egli aveva solamente 6 anni e dovette far
fronte a parecchi problemi, soprattutto economici: patì la fame, frequentò poco la scuola per
lavorare e se non bastasse soffrì fortemente di
asma. Al di là di tutto ciò, la musica lo sostenne
sempre! Ma come arrivò Chet Atkins a firmare un
contratto con la nota casa discografica RCA nel
1947 partendo dalle campagne del Tennessee? Il
percorso fu piuttosto lungo ma sostanzialmente
avvenne attraverso alcune piccole stazioni radio,
dove il giovane chitarrista andava a suonare musica country sia da solo che in gruppo. Fu proprio
frequentando la stazione WNOX che Chet conobbe Leona Johnson, una cantante country che
divenne sua moglie nel 1946. Sempre grazie alla
radio, il suo talento venne notato da Steve Sholes, un esperto del settore che lavorava per la
RCA, e finalmente valorizzato. Collaborò inoltre
come musicista e arrangiatore con molti grandi
artisti del country, ma non solo: nel 1956 persino il mitico Elvis Preasley lo volle per incidere
il suo ben noto capolavoro Heartbreak Hotel e
l’apporto del fingerpicker fu considerevole. Nel
frattempo lavorò molto anche in proprio e nel
1961 uscì la 21^ pubblicazione dei suoi lavori in
RCA, ovvero l’album Down Home che egli stesso
definì “A great fingerpicking tune”.
Ma voi sapete che cos’è il fingerpicking? Si
tratta di una tecnica molto particolare che concepisce la chitarra in modo assolutamente innovativo rispetto alla tradizione precedente, che
riservava a questo strumento una sorta di outout: o l’accompagnamento o la melodia. Il fingerpicking invece prevede l’utilizzo delle prime
tre corde basse per fare un accompagnamento
con il pollice della mano destra (come se fosse la
mano sinistra sul pianoforte), mentre sulle altre
corde indice, medio e anulare vanno ad eseguire
una melodia (come se fosse la mano destra sul
piano). La sensazione che risulta all’ascoltatore
è quella che ci siano due chitarristi che stanno
suonando contemporaneamente quando in realtà è uno solo.
Oltre ad essere un grande virtuoso delle sei corde, Atkins fu sicuramente un attento talent scout
e non a caso nel 1968 gli venne affidata, con
estrema fiducia e considerazione, la carica di
vice presidente della RCA nella sede di Nashville. Molti chitarristi sono grati a Chet per averli
valorizzati ma soprattutto sottolineano tutti la
profonda umanità e sincera professionalità di
questo artista. Pensate che nel sito internet a lui
dedicato (http://www.misterguitar.us) vi è una
pagina intitolata “When I meet Chet” (Quando
io incontrai Chet), dove vi sono ben 67 nomi di
grandi chitarristi che raccontano il loro incontro
con Atkins.
Il 1973 fu sicuramente un anno memorabile per
Chet Atkins in quanto ricevette un riconoscimento davvero invidiabile per un musicista di
Nashville; la Country Music Association, infatti,
gli conferì il Country Music Hall of Fame, un premio assolutamente meritato per la sua prestigiosa carriera. Il fingerpicker era riuscito a tradurre
con la sua tecnica brani tradizionali del patrimonio country ma anche pezzi tratti dal repertorio
della pop music, persino i Beatles per i quali nutriva una grande stima; aveva collaborato anche
con Paul McCartney e nel 1968 aveva pubblicato
l’album Picks on the Beatles nel quale si divertiva a reinterpretare alcune delle loro canzoni più
celebri. Ad ogni modo, il punto di forza di Atkins
fu proprio lo stile, così personale e originale che
sicuramente apportò e perfezionò il fingerstyle.
Per suonare in fingerstyle si utilizza una specie
di unghia plasticata al pollice, c’è anche chi
scherzosamente lo chiama l’artiglio.
Ma com’è che Chet Atkins venne a conoscenza
della tecnica del fingerpicking? A questo proposito c’è un aneddoto molto curioso. Sembra che
il piccolo Chet, dopo aver barattato il suo fucile con una chitarra, cercasse di ascoltare il più
possibile la radio per tentare di imparare qualcosa, dato che non poteva permettersi un vero
maestro di chitarra. Una notte sentì suonare
un certo Merle Travis e rimase veramente stupito, perché non riusciva a capire come un solo
chitarrista potesse dare l’effetto di melodia e
accompagnamento insieme. Immaginò come potesse muoversi la mano destra di Travis e tentò
MUSICA
di emularlo: non riuscì a fare perfettamente la
stessa cosa, però carpì in pieno il segreto del
fingerpicking. Nel 1974 si tolse la soddisfazione
di suonare con colui che riteneva il suo virtuale
maestro pubblicando l’album Traveling Show.
Nel 1982, a causa di forti divergenze di scelte
artistiche, Chet decise di abbandonare la RCA e
firmò un contratto con la Columbia Records. Con
questa nuova etichetta Atkins ebbe certamente
maggiore libertà di espressione e infatti, oltre
alla musica tradizionale a cui era fortemente
legato, il fingerpicker si lanciò verso altre forme espressive come ad esempio interpretazioni
jazz, dimostrando così tutta la sua versatilità.
Chet stesso riscatta questa svolta attribuendosi
il titolo di Certified Guitar Player (una sorta di
certificato di qualità) e sei anni più tardi firma
proprio così uno dei suoi album, ovvero Chet
Atkins C.G.P.
Nel corso della sua prodigiosa carriera Chet
Atkins ricevette sicuramente molte soddisfazioni e riconoscimenti gratificanti per il suo talento di musicista. Gli venne chiesto più volte, ad
esempio, da parte di grandi case produttrici di
liuteria, di dare il suo nome ad alcuni modelli di
pregiatissime chitarre. Fu così che nacquero le
rinomate Gibson Chet Atkins Tennessee, Gibson
Chet Atkins Country Gentleman e Gibson Chet
Atkins C.E. e SST; oppure le varie versioni della
Gretsh, come ad esempio la 6120 Chet Atkins
Hollow Body. Inoltre si aggiudicò 9 CMA awards
e vinse addirittura per ben 13 volte uno dei premi sicuramente più ambiti per chi fa musica: il
Grammy Awards: il primo nel 1967 con l’album
Picks the best e l’ultimo nel 1997 con Almoste
Alone.
Proprio in quel periodo Chet puntò la sua attenzione verso un chitarrista di origine australiana
che in seguito definirà come “One of the greatest players on the placet” (uno dei più grandi
chitarristi del pianeta); si tratta di Tommy Emmanuel con il quale Atkins decise di collaborare,
offrendo così agli appassionati delle sei corde,
e non solo, uno dei duetti più avvincenti nella
storia del fingerpicking: l’album The day fingerpickers took over the world. E’ il classico caso in
cui suonare diventa puro divertimento e dove gli
artisti si sentono liberi di esprimere appieno la
passione per il loro strumento, abbandonandosi
a tutta la spontaneità e alla creatività di cui sono
capaci.
Chet Atkins è morto il 30 giugno 2001 all’età di
77 anni in seguito ad una forma inesorabile di
cancro. Nel suo testamento scrisse: “Tra qualche anno, quando me ne sarò andato, qualcuno
ascolterà quello che ho fatto e saprà che sono
stato qua. Forse non sapranno o non gli importerà sapere chi sono, ma ascolteranno la mia
chitarra parlare al posto mio.”
CD:
UNA
MORTE
ANNUCIATA?
Dai tempi in cui Chet Atkins lavorava per
Il mondo della musica lo ha definito Mr. Guitar
per la sua signorilità oltre che per l’indiscutibile
abilità artistica.
Abbiamo sottolineato anche precedentemente
quanto piacesse al fingerpicker lavorare e confrontarsi con altri interpreti ma non per competitività, anzi! Mr. Guitar tesseva veri legami di
amicizia e stima con tutti coloro che partecipavano ai suoi lavori; e non è un caso, infatti, se a
Nashville - la capitale della musica country! si
trovi una statua a grandezza naturale che lo ritrae seduto con la sua chitarra in braccio ed uno
sgabello vuoto a fianco, ove tutti i chitarristi di
passaggio sono soliti andare a farsi fotografare
come se ancora potessero suonare insieme a lui:
pure questa è una lezione di musica e con la
“M” maiuscola!
Roberta Malipiero
Referente stampa e ricerca per Music Company
la RCA selezionando i talenti che avrebbero conquistato il mondo con i loro dischi,
l’universo della musica è cambiato molto;
dapprima con il passaggio dal vinile al cd,
ma è proprio in questi ultimi tempi che il
fenomeno sta evolvendo in modo rapido:
se a passare dal vinile al cd vi sono voluti parecchi anni, non sembra altrettanto
lenta la rivoluzione del supporto musicale
digitale via internet.
Ha fatto non poco scalpore, infatti, la notizia diffusa il mese scorso dall’agenzia
Ansa in merito alla chiusura dell’ultimo
megastore di cd della Virgin, proprio nel
cuore cittadino della “Grande Mela”.
Cosa sta succedendo? Perché non si vendono più i cd? Non certo perché la gente
non ascolti più musica, anzi, la fruizione è
certamente aumentata!
La crisi sugli scaffali dei negozi è così imputabile alla dilagante e comoda opportunità di acquistare ciò che si vuole dal computer di casa o dell’ufficio, digitando uno
dei tanti indirizzi url sul web che vendono
musica online; e fin qui poco male...
Ciò che veramente sta mettendo in seria
crisi il mercato discografico (si pensi che
negli ultimi 5 anni la vendita di cd è calata
del 45% secondo le statistiche condotte
dall’agenzia Nielsen) è certamente il sistema di condivisione in mp3 - grazie anche a
software dedicati e sistemi cosiddetti peer
to peer – con il quale si acquisiscono liberamente i brani dei propri beniamini. E, se
40
tutto ciò non bastasse, vi è la possibilità di
godersi gratuitamente i video delle canzoni
preferite con un semplice clic su youtube.
Molte le battaglie giudiziarie intentate soprattutto per cercare di salvaguardare i diritti d’autore, ma finora con poca efficacia:
l’unica strada percorribile, secondo quanto
riferisce l’avvocato Deborah De Angelis,
sulla rivista bimestrale della Siae, sembra
essere l’introduzione di una licenza collettiva estesa per la gestione dei compensi
derivanti dallo sfruttamento delle opere musicali digitali sulle reti peer to peer.
Ma, al di là del problema riscontrabile nelle
tasche di chi produce e diffonde la musica,
rimane da chiedersi se un mp3 possa davvero soddisfare le esigenze degli audiofili.
A tale proposito, riporto la risposta - a mio
avviso altamente significativa! - di Renato
Zero, intervistato in merito da Gianni Minà
per la rivista Viva Verdi:
“Quando io realizzo un disco, spendo delle
cifre stratosferiche affinché il mio prodotto
suoni alla perfezione.
Tutta questa fatica viene poi compressa in
mp3, che toglie unicità al tuo lavoro, appiattendone i suoni.”
C’è chi come Michael McGuire (dell’agenzia di ricerche di mercato Gartner) già annuncia la morte del supporto cd: ma perdere la qualità in favore della compressione,
per ragioni di praticità ed economia, ne vale
veramente la pena?
Roberta Malipiero
Referente stampa e ricerca
per Music Company
Per un
futuro
di libertà
artistica
All’interno del panorama delle produzioni indipendenti, fulcro oramai
delle normali realtà musicali, stanno
nascendo sempre più strutture flessibili e malleabili, che possono dedicarsi pienamente ad artisti italiani e
non solo.
Sempre più le case discografiche si
stanno trasformando in organizzazioni complesse che svolgono più ruoli: produzione artistica, promozione,
marketing, management, focalizzando le proprie energie su pochi artisti
di spicco, tralasciando un catalogo
importante di artisti minori.
Si creano format televisivi per imporre personaggi vari e per avere la
conferma di ciò che il pubblico vuole.
Questa strategia non ha funzionato!
Ne è la prova il crollo della vendita
dei dischi.
L’Arte deve essere libera espressione
e, se possibile, originale. Per questo
motivo, insieme a Benito Madonia,
artista di cui parlerò in seguito più
approfonditamente, abbiamo creato la
L.A.A.M., Libera Associazione di Arti
e Mestieri.
Stiamo parlando di un progetto nato
nel 2006, quindi relativamente giovane, che vede tracciate le linee guida a
partire dal concetto di servizio reso
alle persone.
L’associazione culturale LAAM nasce
per facilitare, tramite iniziative di vario genere, la promozione delle arti e
dei mestieri che ultimamente tendono
ad essere meno valorizzati, se non dimenticati.
L’intento è quello di creare uno strumento agile e funzionale che possa
fornire agli artisti, in particolare ai
giovani che si affacciano al mondo dell’arte, un valido appoggio a tutto tondo
per le differenti fasi che caratterizzano
la creazione artistica, compresa quella burocratica: seguire il socio nella
gestione delle pratiche Enpals, SIAE,
assicurative, rapporti con gli organizzatori, nella creazione artistica; tenendolo informato sulla presenza di altre
formule di tutela, come, per esempio,
la licenza internazionale CCL, la UK
Copiright Service eccetera.
LAAM, per mezzo di un proprio database anagrafico, facilita e permette
i rapporti tra artisti, per contatti di
lavoro, per collaborazione di varia natura artistica e quant’altro possa servire per la realizzazione di progetti,
fornendo consulenze di vario genere
MUSICA
Grazie poi alla notevole esperienza
di alcuni soci fondatori, è in grado di
dare supporto mettendo a disposizione la propria vasta conoscenza di locali e siti ove poter “fare musica” al fine
di facilitare la definizione di date per
spettacoli.
Nell’intento di LAAM, c’è la volontà di
arrivare a definire un vero e proprio
circuito che sia presto riconducibile a
realtà nazionali ed internazionali. Un
circuito che sia patrimonio per l’artista, che può contare su un appoggio
per organizzare eventi o tours ed al
contempo, lo sia anche per un locale,
un’associazione o un local promoter,
che può decidere di entrare a far parte
o semplicemente utilizzare le risorse
di tale infrastruttura.
LAAM promuove la diffusione di varie
tipologie di arte e di mestieri attraverso seminari, workshop e concorsi. Siamo quindi proiettati all’organizzazione di convegni, mostre, corsi, attività
di formazione, attività culturali nelle
scuole, progetti educativi scolastici ed
extra-scolastici, produrre strumenti
audiovisivi e multimediali, o quant’altro sia utile per favorire l’approfondimento o divulgare la conoscenza ad
un più vasto pubblico di tutti gli argomenti relativi alle finalità dell’associazione.
Risulta quindi prioritario per LAAM
promuovere attività ricreative, culturali ed artistiche aperte a tutti, al servizio del territorio, e che impegnino le
persone, i più giovani in particolare,
nell’utilizzare il tempo libero in termini positivi.
E’ altresì sentito il desiderio di avvicinare bambini, ragazzi e giovani al
teatro ed alla musica proponendo corsi
di recitazione e canto finalizzati all’allestimento e messa in scena di favole
musicali, alla creazione di spettacoli
completi dove la fantasia e la creatività dei partecipanti possano pienamente esprimersi.
LAAM è aperta al dialogo ed alla collaborazione, essendo il proprio maggior
intento la cooperazione e la diffusione
delle forme d’arte e di mestiere. Si propone quindi di essere di supporto ad
associazioni che operano in un campo
analogo o riconducibile ad esso.
LAAM non si pone limiti né per sé
stessa, né per i propri soci, stringendo ed essendo favorevole a stringere
partnership importanti e utili in vari
campi, cercando di favorire la crescita
di strutture collaborative quali agriturismo, studi di registrazione, etichette
discografiche tradizionali, etichette
discografiche alternative (net.label),
locali pubblici, club privati, bar, teatri,
oppure di eventi di aggregazione come
feste tematiche per esempio.
L’associazione, nelle finalità e negli
intenti, si pone quindi come strumento utile per tutte le fasi creative dell’arte in generale; strumento attento e
specializzato. Al contempo si propone
come divulgatrice delle tradizioni e
mezzo di diffusione dei lavori in generale.
In special modo, riferendosi all’ultima
caratteristica, cerca di porre l’accento
sul fatto che i due mondi, arte e mestiere, spesso convergono e possono
convivere facendosi da canale promotore l’un l’altro.
Nell’ottica dello sviluppo di una rete,
ha sede a Mestre (VE), ma ha collaborazioni in molte parti d’Italia (Padova, Vicenza, Ferrara, Alessandria,
Milano, Ancona, Roma, Pavia, Arezzo, Palermo), puntando ad allargarne
il numero sempre più. Ha inoltre collaborazioni attive o in fase di definizione anche con realtà estere (Dallas,
Detroit, Cleveland, Londra, Monaco,
St.Moritz), che danno all’iniziativa ed
all’idea un carattere di respiro internazionale, di vera e propria diffusione.
Successivamente, il progetto di diffusione di queste idee e la loro messa in
pratica, ha suggerito la creazione di
una etichetta discografica indipendente, forti anche della presenza di
Benito Madonia tra di noi.
La Sottovoce Records nasce nel 2007
con l’intento di dare spazio, produrre e
tutelare musicisti emergenti, progetti
degni di nota che sempre meno vengono presi in considerazione dalle case
discografiche tradizionali.
L’intento è quello di aiutare l’artista
emergente a creare un prodotto completo, fornendo un servizio che vada al
di là della produzione e che comprenda anche management, marketing e
ufficio stampa, grazie a una struttura
che permette anche la produzione e la
realizzazione degli eventi.
In questo nostro progetto, gli artisti
vengono seguiti nella produzione del
disco, le strategie promozionali e di
marketing, la consulenza contrattuale
ed editoriale, ecc.
La prima produzione di Sottovoce Records è il nuovo disco di Benito Madonia “Ora Che Ci Sei”.
E’ un disco di blues in italiano, realizzato con musicisti di riconosciuto
valore musicale in Italia e all’estero,
contiene 10 brani blues con forti connotazioni tipicamente italiane: è il sud
dell’Italia che si fonde con “l’anima
nera” dell’America.
Grande attenzione è stata data poi ai
testi, che sono dedicati all’amore in
varie sfaccettature e a tematiche culturali molto sentite ed importanti, non
trascurando piccole dosi di ironia.
Titolo: Ora
che ci sei
Artista: Benito Madonia
Title Track:
1.B.B. Bioblues (05:12)
2.Senza La Spiaggia (04:00)
3.Come un bambino (04:59)
4.Amore amore (03:40)
5.Prima di parlare (02:46)
6.Insieme a te (04:21)
7.Ora che ci sei (06:07)
8.Dopo il 2000 (05:04)
9.Quello che vuoi (04:04)
10.Io vivrò con te (04:38)
42 42
Con questo disco, la Sottovoce Records, che proprio per lo spirito di
collaborazione e d’internazionalità
che vorrebbero avere tutti i progetti
seguiti e promossi da noi, ha sede a
Londra e rimane in costante contatto
grazie alle nuove tecnologie che ora
come mai permettono di collaborare a
distanza con artisti e con studi di registrazione, come è il nostro caso, con
lo JC Studio di Cartosio (AL) www.
jcstudio.it.
Per meglio comprendere inoltre la
qualità a cui ci riferiamo sia per la
musica, e l’arte in generale, sia per
l’esperienza delle persone che compongono il team della struttura che
stiamo cercando, alle volte faticosamente, di far crescere sempre di più,
spendo un bel po’ di parole (ne servono tante per raccontare tutto) per
raccontare qualcosa di Benito Madonia [www.benitomadonia.it; www.
myspace.com/benitomadonia.
Approccia alla musica sin da ragazzino cominciando la professione all’età
di 13 anni come batterista. Vanta
collaborazioni con grandi nomi della
musica italiana, scoprendo ben presto
il Blues, R.& B., il soul e successivamente i classici napoletani e comincia
a comporre.
Nell’ 88/89, è nel cast della 1^ edizione della “Piccola bottega degli orrori”
diretto da Saverio Marconi, a fianco
di Michele Renzullo, Edy Angelillo,
Cesare Bocci, Crystal White e successivamente anche nel cast della 2^
edizione a fianco di Rossana Casale,
Manuel Frattini, Francesca Touré
ecc.
Benito da la voce a Audrey II, pianta carnivora, la vera protagonista del
musical.
Riceve molti consensi dal pubblico
e dalla critica specializzata: la sua
voce, roca e blues, viene accostata
dalla stampa a quella di Louis Armstrong.
Nel ’98 scrive, assieme ad Andrea
MUSICA
Zuppini, “Male che fa male”, canzone
portata al successo da Alex Baroni,
con la quale vince il Sopot Festival, il
Festival Europeo della canzone [Polonia] Benito ha partecipato come special guest alla 1° edizione del festival
blues “Out Of The Blues” a Samedan
[Saint Moritz – Svizzera, festival che
annovera tra i suoi ospiti artisti come
Sugar Blue, Ana Popovic, Bernard
Allison] nel 2006 insieme a Fabio
Treves e Philipp Fankhauser.
Precedentemente, nel 2000, realizza
Il disco “Vento del sud“, in coppia con
Antonio Forcione (considerato dalla stampa mondiale il Jimi Hendrix
della chitarra acustica).
In uno di questi brani la voce di Benito duetta con Rossana Casale. Inoltre, nell’ultimo disco di Rossana Casale “Circo Immaginario” del 2006,
è contenuta la canzone “Boscomare”,
una struggente e melodica canzone
dal sapore mediterraneo che svela la
profonda vena romantica e malinconica di Benito.
Sono in cantiere
di diverse produzioni di Benito e di altri artisti
che ruotano intorno alla nostra associazione, ma ne
parleremo a lavori
ultimati.
Inoltre, le possibilità
che le nuove tecnologie, ed in particolare
la rete, permettono, ci
proiettano verso altre
iniziative che portano
sia LAAM, che Sottovoce Records
ed altre nuove strutture che presto
nasceranno, a creare una rete di rapporti e di collaborazioni, arrivando
nella casa di ognuno (tramite il social
networking, le web radio, le web tv,
gli store online, la telefonia mobile...)
proponendoci in forme innovative e
facilmente fruibili, ma mantenendo
sempre ben chiara la necessità di far
parlare “l’arte”, come da sempre è
stato. Solo in questo modo, unendo
le nuove frontiere tecnologiche con
i contenuti artistici ed i patrimoni
culturali che cerchiamo di salvaguardare, riteniamo sia possibile
far nascere e crescere arte libera
al servizio di tutti.
Lorenzo Isacco
Per informazioni:
http://www.laam.it
http://www.sottovoce-records.com
43
EQUITAZIONE
A come ATTACCHI
Grande festa a Pescasseroli sabato 30 mag-
giornate precedenti un gruppo di circa venti parte-
gio 2009 in occasione della prima edizione de “IL cipanti provenienti dall’intera provincia ha parteciTPR INCONTRA IL PARCO”, manifestazione pato al “primo corso ufficiale di Avvicinamento agli
fortemente voluta dall’Associazione “NATURAL- Attacchi”, reso possibile grazie al supporto tecnico
ITER PASSIONE CAITPR”, in segno di amicizia dell’ANACAITPR, vantando la docenza del Giudice
nei confronti del vicino comune di Pescasseroli, sede FEI/FISE
del Parco Nazionale d’Abruzzo. Il Progetto St
Endopoli, il cui nome gioca sulla pronuncia della parola Stand, abbinata al concetto di “tendopoli” ormai
largamente diffuso sul nostro territorio da due mesi a
questa parte. Lo slogan dell’Evento rappresentato su
T-shirt distribuite a tutti i partecipanti:
3 punto 32: siamo scossi ma non crolliamo. La manifestazione ha inoltre rappresentato l’evento conclusivo della settimana europea dei Parchi.
Protagonisti assoluti son stati gli Allevatori Aquilani
che han ritenuto opportuno tener fede agli impegni
ed ai progetti “ante sisma” affinché in un momento
delicato come questo, gli investimenti fatti da chi
ha voglia di “ripartire” subito senza abbandonare il
territorio sia uno stimolo per tutti gli “Aquilani DOC” Giuseppe Del Grande ed alla collaborazione
dell’intera Provincia. Importantissima ed assai gradita con Sport Nazionale, con l’intento comune di
la partecipazione di tutte le Amministrazioni, a partire dare risalto al CAITPR, meraviglia del nostro territodal messaggio inviato per l’occasione dal Ministro rio, anche nelle attività legate socialmente utili legate
delle politiche Agricole, Luca Zaia in segno al turismo, attenendoci alle disposizioni ufficiali in
di supporto e conforto, a quello della Presidente Ste- merito alla formazione dettata dall’Ente che gestisce
fania Pezzopane, che nonostante l’infinità di impegni il Cavallo Agricolo Italiano sul territorio nazionale.
legati al delicato momento che sta attraversando la A concludere l’evento l’idea di cui ci siamo fatti pronostra terra è sempre vicina ai cittadini dando dimo- motori e sostenitori come Associazione Naturaliter
strazione di forza e coraggio, così come i discorsi di Passione Caitpr il gemellaggio “P&P” tra i due
apertura tenuti dal Sindaco di Pescasseroli Finamo- comuni di Pescasseroli e Pizzoli, celebrato simbolire, dal Presidente del Parco Rossi, e dagli Assessori camente dall’assessore Moroni, nel tentativo di vaMoroni e Ferri, in rappresentanza rispettivamente dei lorizzare iniziative turistiche e “settimane verdi” da
Comuni dell’Aquila e di Pizzoli, Al centro dell’evento, dedicare interamente agli Aquilani colpiti dal sisma,
il Meeting Nazionale di Morfologia tutto dedicato al in segno di amicizia reciproca.
Cavallo Agricolo Italiano, condotto dal Dott. Giuseppe Un ringraziamento particolare a Pasquale Piccari per
Pigozzi, direttore dell’Associazione Nazionale Alleva- averci concesso di esporre le sue opere della colletori del CAITPR, che ha visto sfilare diversi soggetti zione “NATURA” in questo ambito; e a tutti gli
di pregio, tutti iscritti al libro genealogico, nonché nu- imprenditori che mi permetto di citare: Sismouse srl,
merose carrozze trainate da questi giganti che hanno ArtiKa srl, Astra Energia – Punto solare srl, Hermes
condotto il pubblico in giro per le vie di Pescasseroli e Editore, Il Punto d’Incontro redazione, Salvatore Conella fattoria didattica “IL PICCHIO dei fratelli lella Calcestruzzi srl, M.&M Di Carlo snc, BCC Roma,
Saltarelli”. Oltre duecento i partecipanti al buffet Loris Di Cesare, Rovo Selleria che ci hanno sostein piazza gentilmente offerto e patrocinato dall’Asso- nuto in questa avventura.
ciazione Albergatori e Commercianti di Pescasseroli.
Ed è proprio dalle “carrozze”, in gergo dagli “attacchi”
che la manifestazione ha preso forma. Infatti, nelle
D.ssa Annalisa Parisi
“Att acco”
Attaccare, nel mondo dell’equitazione, significa
“predisporre il traino il una carro o di una carrozza con uno, due o più cavalli”. Come in tutte le
attività umana che coinvolgono animali, l’attenzione rivolta all’azione in fattispecie dev’essere
doppia: attenzione verso il cavallo e sicurezza.
Per attaccare correttamente è indispensabile
conoscere i buoni principi di base. Le nozioni
che seguono, hanno lo scopo di facilitare l’insegnamento degli attacchi e di guidare i principianti nel loro apprendimento. Le fasi di questa
istruzione comprenderanno la descrizione dei
finimenti e delle carrozze, i metodi corretti per
montare i finimenti e per attaccare la tecnica di
guida su simulatore e su un attacco.
Tutto questo per un attacco singolo e le stesse
fasi saranno riprese per un attacco in pariglia,
lasciando ad una prossima occasione le spiegazioni per attaccare un tiro a quattro.
La posizione a cassetta
La posizione a cassetta ha la stessa importanza
ai fini della sicurezza e della correttezza della
guida che ha l’assetto per il cavaliere in sella.
“State seduto comodo, dritto e non rigido, le
cosce abbiano contato col cuscino (cuneo) fino
alla piega del ginocchio. Le gambe siano ben
vicine, le braccia aderiscono bene al corpo, non
se ne allontanino mai, ne i gomiti vi passino mai
dietro. Le mani stiano con il polso leggermente
curvato verso il corpo ciò permetterà al cavallo
di godere tutta l’elasticità che la curva da alla
mano e al guidatore di sentire meglio la bocca.”
Mani all’altezza dello stomaco a circa 20cm dal
corpo; ginocchia e piedi vicini, talloni uniti e
punte divaricate; testa eretta e sguardo in avanti
verso i cavalli ed il percorso; guardare verso il
ciuffo del cavallo nel singolo, verso la testa del
timone nella pariglia.
A cassetta indossate sempre un copricapo ed i
guanti, tenete la frusta in mano, con la copertina
(od il grembiale) ben disteso sulle ginocchia e
ripiegato sotto le cosce.
Il modo di tenere le redini
• Posizione base
Tenete le due redini nella mano sinistra, piane,
con la parte liscia rivolta superiormente, nel seguente modo: la sinistra sull’indice e la destra
tra l’anulare, stringendole fortemente con le ultime tre dita. La frusta nella mano destra, ben
inforcata fra la base del pollice e l’indice ed in
equilibrio, diretta leggermente in avanti ed in
obliquo verso sinistra (a 45 gradi verso l’alto ed
a 45 gradi verso sinistra), appena al disotto della
fine del manico della stessa (punto di migliore
equilibrio).
44
• Posizione di lavoro
Partendo dalla posizione di base, introducete il
palmo della mano destra fra le redini di qualche
centimetro avanti alla sinistra, con la frusta ben
salda, con il dorso della mano verso l’alto, e trattenete con le dita la redine destra. Spostate la
mano destra verso l’esterno di circa 40cm trattenendo con il mignolo fortemente la redine destra
ed aprendo la parte inferiore della mano sinistra
onde far scivolare la redine. Questo intervento lo
definiamo Apertura del Quadrato.
Riavvicinate le mani lasciando compiere una
piccola ansa alla redine destra, necessaria alla
manovra. Con cavalli calmi ed alla mano, potrete
aprire il quadrato di soli 20cm anziché 40 come
prima detto. Tutte queste operazioni vanno compiute mantenendo sempre il medesimo contatto con la bocca del cavallo. Per ritornare dalla
posizione di lavoro a quella di base (chiusura
del quadrato) compiere le operazioni in modo
inverso.
• Posizione di aiuto
La posizione di aiuto ha lo scopo di permettere
alle dita della mano sinistra di riposarsi e consente di accorciare ed allungare le redini. Partendo dalla posizione di base, ponete la mano
destra, sempre tenendo la frusta inforcata fra il
pollice e l’indice, sopra le redini ed afferrate in
modo che la redine sinistra stia fra l’indice e il
medio e la destra del palmo della mano destra.
Avrete cosi la possibilità di liberare la sinistra.
Aprendo e chiudendo le mani in modo alternativo, potete aggiustare la lunghezza delle redini
secondo la necessità, facendo scivolare le redini
in una mano avendo l’altra ben chiusa in aiuto.
La posizione di aiuto (mano destra davanti alla
sinistra) è poi fondamentale quando si guida con
le redini nella sola mano sinistra, a quadrato
chiuso.
• Il partire
Con le redini in posizione base portate la frusta
nella mano sinistra trattenendola con il pollice,
togliete il freno, riportate la frusta nella mano
destra e contemporaneamente aprite a quadrato
(passate in posizione da lavoro); cedendo leggermente le redini date con la voce il comando di
partenza. Solo se occorre, toccate il cavallo con
la frusta, davanti al sellino. Errore comune del
principiante è quello di dare il comando senza
cedere le redini.
• Il voltare a destra e sinistra
Sempre in posizione da lavoro, cedete la redine
sinistra e trattenete la destra spostandola leggermente all’indietro per girare a destra e viceversa per girare a sinistra. Nelle voltate strette
con carrozze a quattro ruote, occorre tenere
conto che i cavalli si avvicinano (a destra) o si
allentano (a sinistra) rispetto al guidatore.
• Il fermare
Con redini in posizione di lavoro cedete la redine
sinistra e trattenete il cavallo indietreggiando
leggermente le mani contemporaneamente, aiutandovi con la voce; ad arresto avvenuto, dopo
aver ceduto le redini, passate alla posizione
base.
Un tipico errore del principiante è quello di tenere il cavallo ancore troppo in appoggio. Prima
di tirare il freno passate temporaneamente la
frusta nella mano sinistra.
• L’indietreggiare
Con le mani in posizione di lavoro e con il cavallo
fermo, tirate le redini contemporaneamente in
modo uguale (aumentate l’appoggio) poi cedete
leggermente in modo alternativo la destra e la
sinistra, dopo aver dato con la voce il comando
di indietreggiare.
Una buona tecnica si acquisisce con il simulatore di giuda, esso è costituito da una tavola di
legno attaccata al muro all’altezza di un metro
circa o da un cavalletto, in cui alla distanza di
circa 30 cm sono infisse due carrucole in cui
scorrono due funicelle; ad esse sono appesi dal
lato del muro due pesi e dall’altro affibbiate le
redini (sono adatte le redini da sella). I pesi saranno di circa 6 etti l’uno; vanno bene due ferri di
cavallo per ogni peso, oppure dei sacchetti pieni
di sabbia.
L’allievo si siederà su di uno sgabello di fronte
all’apparecchio e con l’assetto corretto, impugnerà le redini come in carrozza, terrà la frusta
nel modo dovuto e inizierà, con affianco l’istruttore che in piedi lo osserverà, a maneggiare le
redini simulando la guida.
Michele Caroli
IL BUON
Con il termine “governo” si indicano tutte le
operazioni quotidiane grazie alle quali il cavallo
viene tenuto pulito ed in forma.
Col governo infatti si provvede a salvaguardare il
cavallo secondo le regole dell’igiene e, al tempo
stesso, a praticargli una forma di massaggio, che
secondo gli esperti, vale quanto un buon pasto.
Il governo del cavallo si fa la mattina, prima del
lavoro, in modo più semplice e sbrigativo per esigenze di igiene. Sarà sufficiente una pulizia superficiale con la brusca, lavargli gli occhi, le narici
e pulire gli zoccoli. La sera, prima di ricoverarlo in
box è indispensabile una pulizia completa e molto
più accurata.
Con il cavallo sudato, evitare di cospargerlo d’alcool per asciugare prima, come molti usano:
si provoca in questa maniera un repentino raffreddamento che può portare ad uno shock termico.
Inoltre l’alcool asciuga in modo eccessivo la pelle
sgrassandola. Con le operazioni di grooming si
toglie dal corpo del cavallo la sporcizia, si facilita
l’eliminazione delle scorie della pelle rendendola morbida e se ne agevola la traspirazione e la
circolazione tramite l’azione di massaggio esercitata da striglia e brusca rendendo lucente il pelo.
Le operazioni di grooming preservano il cavallo
da un grande numero di malattie sia interne che
esterne perché danno la possibilità di ispezionare
il corpo dell’animale in modo accurato.
La strigliatura si effettua con la striglia appunto:
una spazzola con setole grosse spesso di metallo
morbido o gomma che serve, facendo movimenti
circolari su torace, cosce e spalle -non sulle sporgenze ossee e sull’interno degli arti perché può
infastidire il cavallo per separare peli appiccicati
e staccare la sporcizia grossolana dai peli. Cosa
che poi viene rimossa dall’animale con il passaggio della brusca -spazzolare nella direzione del
pelo. La spazzola di setole forti per eliminare i
residui di sporco e la polvere dal manto.
La brusca può sostituire la striglia nelle regioni
sensibili del cavallo oppure anche sull’intero
cavallo quando questo non sopporta la striglia:
soprattutto la brusca con setole lunghe viene utilizzata nei cavalli con pelo lungo e folto. I crini,
quindi criniera e coda, vanno pettinati con delicatezza, meglio dopo aver passato la brusca, con il
pettine, dopo aver utilizzato appositi prodotti districanti per evitare di strappare e rompere i crini
stessi. Gli zoccoli vanno puliti con il nettapiedi: un
attrezzo con un’estremità di metallo ricurvo che
serve per togliere lo sporco accumulato sotto lo
zoccolo. Va usato con decisione ma con delicatezza per evitare di ferire o irritare la suola dello
zoccolo. Durane la bella stagione un bel bagno
EQUITAZIONE
GOVERNO DEL CAVALLO
con acqua corrente, shampoo specifico per cavalli e
una dose di pazienza sono l’ottimo per sostituire il
semplice grooming quotidiano mantenuto per tutto
l’inverno. Il metodo è più o meno lo stesso: basta versare un po’ di prodotto sul mantello e bagnare abbondantemente il cavallo con un getto non troppo forte di
acqua magari tiepida e passarlo con una spazzola in
modo energico, con movimenti rotatori veloci in modo
da insaponarlo completamente su tronco arti e collo,
senza che si raffreddi troppo. Si può quindi procedere
al risciacquo intenso con abbondante acqua, dall’alto
verso gli arti, criniera e coda per ultime, facendo scorrere l’acqua e massaggiando per controllare che non
siano rimasta nessuna traccia di sapone.
Gli attrezzi per il governo sono: brusca, striglia,
bruscone, pettine, nettapiedi, coltello da
sudore, secchio, spugna.
La brusca; è una spazzola grande e forte di crini o
di setole di cinghiale. Serve per togliere dalla superficie del corpo la polvere, residui di trucioli e le altre
sostanze che sono state smosse dall’azione della striglia.Va usata nel senso del pelo per rimuovere la sporcizia sollevata dalla striglia. La brusca reca bebessere
al cavallo perché esercita un piacevole massaggio e
rimuove la pelle morta aderente alla pelle lisciando
il pelo.
La striglia; Serve per separare i peli appiccicati dal
sudore e per asportare la sporcizia che si è accumulata tra la cute e i peli. Ve ne sono diversi modelli, in
metallo e in plastica e si usa con movimenti circolari
sul corpo del cavallo partendo dalla spalla e andando
giù verso la groppa. E’ bene evitare le parti delicate, i
crini, la spina dorsale, le sporgenze ossee e le gambe
al di sotto del garretto e del ginocchio. Si deve evitare
anche la testa, l’interno delle cosce e gli organi genitali. La striglia deve essere adoperata con delicatezza
e riguardo perchè può infastidire il cavallo.
Il bruscone; E’ una brusca con setole lunghe e forti.
Si utilizza generalmente in sostituzione della striglia
quando i cavalli hanno il pelo lungo, folto e ruvido oppure quando hanno una pelle molto sensibile e sono
infastiditi dall’azione della striglia.
Il pettine;
Si adopera per riordinare la criniera e la coda ma va
maneggiato con riguardo per non strappare i crini. Si
pettinano i crini del ciuffo, del collo e della coda solo
usando molti riguardi e prendendoli a piccoli ciuffi,
dopo averli ammorbiditi con appositi prodotti districanti.
Il nettapiedi;
E’ un’arnese ricurvo con la punta smussata che serve
per togliere lo sporco e il fango accumulato sotto il
piede, tra la suola e il ferro. Alzando ciascun piede si
toglie la sporcizia depositata e si controlla che non vi
sia materiale duro incastrato tra il ferro e lo zoccolo.
Il coltello da sudore; (chiamato anche stecca
o raschiatoio) E’ una lama di metallo molto flessibile
ma non tagliente con due manici alle estremità. Serve
per asportare il sudore dal pelo rendendo più veloce
l’asciugatura della pelle.
La spugna;
Imbevuta di acqua tiepida e pulita serve a lavare gli
occhi, il naso e le parti genitali dell’animale. E’ bene
adoperare spugne diverse per le zone della faccia e
quelle genitali, inoltre è indispensabile utilizzare una
spugna diversa per ogni cavallo.
Monica Garavaglia
LA SOLUZIONE ?
APRI UN CENTRO
IPPICO
Per molti lo stress accumulato durante la settimana, nell’ambiente di lavoro e tra
le mura di casa, scompare grazie ad un paio di ore trascorse a cavallo. A questo
si unisce il contatto con la natura che comporta un innegabile vantaggio psichico,
un’attività motoria per rafforzare il corpo e contatti con altre persone per soddisfare la nostra esigenza di socialità.
Cavalcare per divertimento e per svago ha raggiunto popolarità. Mentre in passato
l’equitazione era destinata esclusivamente a persone benestanti, con il passare
del tempo questo hobby si é diffuso in tutti gli strati sociali.
Il successo dell’equitazione è dovuto anche alla consapevolezza diffusa che l’equitazione é uno sport alla portata di tutti dal punto di vista fisico e anche economico.
Anzi, sotto quest’aspetto, andare a cavallo é uno degli sport meno cari: una lezione con tanto di maestro è facilmente accessibile a tutti.
Un buon equipaggiamento in grado di resistere per anni, può essere recuperato a
costi contenuti, non necessariamente dev’essere firmato. Poi, a differenza di altri
sport, non richiede una dedizione assoluta e neanche un’innata predisposizione
atletica. Ed ancora, per diventare buoni cavalieri non é necessario iniziare a praticare l’equitazione in tenera età.
Infatti, sono tante le persone che montano a cavallo, sono tantissimi i bambini e
le donne, segno che non si tratta di una disciplina particolarmente rischiosa, se
ovviamente si utilizzano gli accorgimenti di sicurezza.
La bellezza di questo sport consiste che può essere praticato per svariati motivi,
sportivi, turistici, piacere ecc. e non c’è limitazione territoriale, cioè può essere
fruito in qualunque parte d’Italia.
Tutto questo genera un mercato di utenza importante, si calcola che in Italia, le
persone che sono montate a cavallo almeno una volta nella loro vita siano oltre 12
milioni. Di questa, circa 1 milione lo pratica annualmente con diversa assiduità.
Diventa quindi un patrimonio di mercato importante per le aziende di settore che
producono o forniscono servizi al mondo equestre.
Diventa un interessante mercato anche per chi, appassionato di equitazione, desidera creare una propria attività basata sul proprio hobby. Lavoro e piacere non
sono sempre facilmente coniugabili ma, in questo caso, la longevità di molti maneggi e centri ippici, dimostrano la bontà di tale binomio.
L’equitazione presenta, insomma, aspetti senza dubbio attraenti per chi vuole
aprire un maneggio tutto suo.
Molteplici sono le attività si possono svolgere in un centro ippico.
La scelta effettiva dipende da diversi fattori, in primo luogo, dall’ampiezza del centro, dal tipo di pubblico al quale ci si rivolge, dalla propria esperienza e capacità. In
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linea di massima i servizi principali che si possono offrire in un maneggio sono i seguenti: scuola di equitazione; passeggiate
a cavallo; pensione per cavalli; trekking; noleggio di cavalli.
Se si è dotati di intraprendenza e fantasia, se ne possono aggiungere altri anche in base alle esigenze ed alle preferenze
espresse dai clienti. Si tratta di: attacchi, scuola di attività agonistiche, equitazione di campagna, attività con pony, volteggio, doma e addestramento dei cavalli, stage di preparazione patente, posta per cavalli in transito, insegnamento delle
fondamentali nozioni di veterinaria, mascalcia e cura del cavallo, ippoterapia o riabilitazione equestre; horse ball, turismo
equestre, trekking, ecc.
Insomma è possibile spaziare in un mondo senza confini, se non quelli della fantasia, per realizzare una propria attività professionale, facendo degli investimenti che si rivalutano nel tempo. Avviare un centro ippico, che prevede anche l’acquisto
delle strutture e degli immobili, può essere un buon affare.
Spesso questo tipo d’attività sono a conduzione familiare, questo significa riduzione dei costi gestionali e incremento dei
profitti. Infatti, se si acquista un centro ippico, spesso si risolve anche la problematica dell’abitazione.
Il tutto parte dalla passione, che dev’essere il volano di quest’attività. Senza questo sentimento è inopportuno intraprendere
questo percorso lavorativo che richiede abnegazione e sacrifici. Se c’è la passione, il sacrificio diviene piacere e l’impegno
profuso non pesa perché cresce la motivazione.
Non è necessario possedere un’esperienza specifica con i cavalli. È possibile creare delle sinergie iniziali che permettano il
superamento delle lacune, un po’ di studio e le prime esperienze superate, permettono di ottenere dei soddisfacenti risultati.
Uno degli aspetti importanti consiste nel sapersi integrare nel territorio e non rimanere chiusi nel proprio Io. Relazionarsi
con i vicini, con le amministrazioni locali, con le associazioni locali, far riferimento ad organizzazioni serie e dalla collaudata
esperienza, sono tutti passaggi fondamentali per svolgere un buon lavoro.
Anche la locazione ha la sua valenza. Ogni località d’Italia possiede delle risorse inestimabili, la capacità del buon cavaliere
e titolare d’azienda, consiste nel sapersi trasformare anche in buon manager e valorizzare il territorio circostante, per le sue
passeggiate. Certamente non sono tutte rose e fiori, i cavalli vanno accuditi durante tutto l’anno, sono alla nostra completa
mercé per loro qualsiasi bisogno, dobbiamo provvedere con il veterinario, con il maniscalco, con lo stalliere, con l’istruttore.
Tutte figure importanti in un maneggio, anche se non stabili, comunque rappresentano dei costi.
Attraverso la pubblicità e il passa parola, la piacevole sensazione nel ritrovarsi nella natura a contatto con i cavalli è la stimolante motivazione affinché, una parte di quel milione di praticanti, venga a trascorrere qualche ora nel nostro centro ippico.
Monica Garavaglia
EDUCATORE ED
EDUCATO: QUANDO
AD INSEGNARE È
L’ANIMALE
Fin dai tempi antichi, gli animali domestici sono stati compagni inseparabili dei bambini e di persone con disabilità. Negli ultimi vent’an-
ni una branca della psichiatria si è occupata in particolare delle valenze terapeutiche di questo tipo di rapporto. Gli animali inclusi sono
tra i più vari, dagli uccelli ai rettili ai mammiferi e sono in genere piccoli animali che si possono tenere in casa.
La valenza riabilitativa sta nella necessità dell’animale di essere accudito e nel fatto che nella presa in carico è necessario rispettare
determinate regole e, come dicevamo nel paragrafo precedente, “comprendere” i comportamenti per decodificarli. Ciò facilita il processo di identificazione stimolando la presa di coscienza delle proprie capacità ed il senso di responsabilità.
A tutto questo gli animali rispondono con un comportamento non verbale che può essere immediatamente decodificato anche in caso
di difficoltà di comprensione. A questi principi generali vanno aggiunte le caratteristiche specifiche di alcuni animali che possono venir
considerati animali d’elezione nella “terapia assistita con animali”.
Così il cane se adeguatamente addestrato può divenire animale guida per soggetti ciechi, sordi, o tetraplegici, avendo una capacità di
comprensione del linguaggio umano pari a circa venti trenta parole (come un bambino di tre anni). Il cane è particolarmente idoneo
proprio per la sua “dipendenza” dall’uomo legata alle sue caratteristiche di animale da branco. In questo senso il cane può imparare a
comportarsi da adulto impedendo o avvisando in caso di comportamenti non desiderati del soggetto disabile o da gregario eseguendo gli
EQUITAZIONE
ordini del padrone. È evidente che in questi
casi deve sempre essere rispettata l’indole
dell’animale in modo che questo sia sereno.
Il fatto poi che gli animali non concepiscono
il domani, ma vivono nel presente chiedendo solo rispetto per i loro bisogni primari,
li rende compagni particolarmente idonei
ad aiutare gli esseri umani a superare lutti,
perdite o patologie invalidanti o progressive, stimolando nel soggetto la percezione
di essere utile ed importante per qualcuno,
senza creare l’imbarazzo che spesso si prova con chi non ha un domani.
Per quanto riguarda il cavallo è necessario spendere qualche parola in più. Infatti
il cavallo è stato utilizzato come strumento
riabilitativo sia per le caratteristiche che ha
in comune con tutti gli altri animali, sia per il
fatto che è un animale che viene montato e
guidato e che fornisce sollecitazioni di tipo
fisico.
Queste possono venir utilizzate in caso di
deficit motori di diverso tipo per facilitare
un intervento riabilitativo di tipo motorio.
Accanto a questo aspetto c’è il fatto che il
cavallo si muove normalmente in maneggio,
che è uno spazio strutturato, dove ci si muove secondo regole precise e si richiede di
rispettare un codice condiviso e funzionale.
Tutto ciò favorisce l’acquisizione di elementi spazio – temporali spesso carenti nei soggetti con disabilità, e la presa di coscienza
delle proprie capacità, grazie alla mediazione del cavallo e dell’istruttore, favorendo un
ritorno d’immagine positiva per il soggetto
disabile che progressivamente diviene abile.
Tutto ciò ha fatto si che il cavallo sia stato
spesso utilizzato come strumento terapeutico accanto alla riabilitazione ortodossa. È evidente comunque che a compiere
interventi di questo tipo debbono essere
professionisti qualificati ed adeguatamente
preparati.
Sono poi presenti sul territorio nazionale
numerosi esempi di situazioni in cui gli animali vengono impiegati con il ruolo di “assistenti” in attività ludiche o ricreative.
Situazioni di questo genere vedono impiegati sia i cavalli che gli asini, ad esempio
nell’ambito del turismo ricreativo per disabili, in cui animali appositamente addestrati
possono contribuire a facilitare il superamento dell’handicap permettendo a tutti di
usufruire di contesti altrimenti non condivisibili.
Dott.ssa Susanna Spada
CORSO PER
OPERATORE EDA
Quando un’attività didattica riscontra, dopo la
creduto alla nostra proposta nata dall’esigenza più
somministrazione di adeguati questionari sommini- volte manifestata dei nostri operatori e della nostra
strati, una media di gradimento che supera l’80%, base associativa ma anche da quanti ogni giorno
significa che le attività sono andate oltre le previ- dedicano agli altri la propria professionalità.
sioni. I corsi dedicati per gli allievi che si sono voluti Nei giorni scorsi si è tenuta la manifestazione ci
cimentare alle attività di formazione per Operato- chiusura che ha registrato l’intervento di Florindo
re di base E.D.A. Equitazione per diversamente Buffardi e Norberto Ambrosetti rispettivamente
Abili, organizzati dall’azienda speciale della Camera Presidente e Direttore di Innova, il Dr. Gianni Lisi
di Commercio Innova e alla Coldiretti di Frosinone Direttore Coldiretti Frosinone,
grazie alla supervisione di Sport Nazionale e al cen- Fiorenzo Pesce Presidente Sport Natro ippico La Staffa, hanno centrato l’obiettivo del zionale, Achille Iacovelli Fiduciario Regionale
gradimento dopo aver superato quello dell’interes- Lazio Equitazione e del dinamico Luigi Iadecola
se. Il livello di comunicazione delle materie, la meto- Presidente Centro ippico La Staffa. Presenti, inoldologia utilizzata, la gestione della didattica ed an- tre, i docenti che hanno contribuito a questo primo
cora le infrastrutture e le attrezzature utilizzate per il apprezzato corso Dr. Riccardo Rigato Medico-Vetecorso, i temi trattati sono tutti aspetti che sono stati rinario, Dr. Benedetto Forlini Medico dello Sport,
giudicati più che positivamente dai partecipanti.
Dr.ssa Simona Brait Medico Psicologo.
Unica richiesta maggior ore di psicologia materia La consegna degli attestati ai partecipanti ha sugche ha affascinato un po’ tutti e che, a parere di mol- gellato l’iniziativa che sarà certamente replicata
ti, dovrebbe registrare un maggior numero di ore.
nel prossimo futuro.
Lo scopo di questo percorso formativo hanno rimar-
LA SCHEDA:
cato Florindo Buffardi, presidente di Innova, e Gianni
Lisi, direttore della Coldiretti di Frosinone, è stato ALLIEVI:
soprattutto quello di formare personale in grado di Battisti Irma, Cassano Mario, Cervone Maria Graprestare aiuto ed assistenza ai tecnici EDA, non- zia Cugut Cristina De Bernardis Morris De Santis
ché di fornire le competenze necessarie per affron- Cristian Di Murro Eulalia Di Murro Roberta Iorio
tare i livelli formativi superiori.
Paola Lampazzi Enrico Mancini Maria Cristina Mo-
Tra le finalità anche quella di dare una guida sicu- naco Fernanda Moretti Maria Concetta Mosetti
ra in tema di tecnica equestre elementare di base, Maurizio Pelagalli Giorgia Pellegrini Massimiliano
conoscenza del mondo del cavallo, pratica profes- Perella Tullia Primi Isabella Proia Antonella Torriesionale nel settore specifico dell’Equitazione per ro Pio Natale Torriero Valeria Vaggi Rolando Maria
Diversamente Abili. Le mansioni e le competenze Varlese Roberta Vernile Federica
dell’operatore di base EDA sono attività di volontariato come supporto al tecnico o all’Istruttore nella DOCENTI:
preparazione del campo di lavoro, nella cura e con- Luigi Iadecola Presidente Centro ippico La staffa,
duzione del cavallo, nella messa in sella.
Dr. Riccardo Rigato Medico-Veterinario, Dr. Bene-
“Lavorare in sinergia con le associazioni presenti detto Forlini Medico dello Sport, Dr.ssa Simona
sul territorio ha detto Buffardi permette spesso di Brait Medico Psicologo, equitazione EDA Dr Claucolmare lacune dando risposte certe a quanti inten- dio Agnesio e Mauro Rizzetto. Direttore del corsodono formarsi in ambiti come questo molto delicati Dr. Achille Iacovelli.
ed importanti.
CONTENUTI DEL CORSO:
Credo che anche in futuro si potranno programmare Tecnica equestre, Regolamenti, Normative per coazioni congiunte utili ad una reciproca soddisfazione stituire un’Associazione Sportiva Dilettantistica,
in termini di attese soprattutto da parte dei giovani”. Psicologia, Ippologia, Equitazione di base teorico
“Ringrazio Innova – ha detto invece Lisi – per aver - pratica, Governo della mano e conduzione del ca-
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EQUITAZIONE
vallo, esercitazione con allievi e simulazioni.
DURATA DEL CORSO:
Dal 22 maggio al 7 giugno. 40 ore + 16 di esercitazione ed esame finale
SEDE DI SVOLGIMENTO:
Innova - Via Marittima, 461 Frosinone (teoria) Centro
Ippico la Staffa Aquino (FR) (Parte pratica ed esercitazioni). Al termine del corso è stato rilasciato ai 24
allievi sia il brevetto di Operatore di Base EDA riconosciuto da Sport Nazionale che l’attestato, con credito formativo per corsi superiori, di Special Olimpycs
Italia (SOI Ente Benemerito del CONI).
Barbara Segneri
IL
FUTURO
ON-LINE
È REALTÀ
Nella formazione non esiste la parola fine, poiché è innato nell’uomo progredire nel proprio sapere. l’Università della
terza età è l’esempio più calzante. Cosa stimola lo studio e l’impegno in persone che hanno concluso il loro ciclo produttivo e ormai devono solo godersi un meritato riposo?
Una delle risposte è banalmente semplice: il piacere della conoscenza migliora la qualità della vita e ringiovanisce
il fisico e la mente.Le motivazioni che spingono una persona ad investire nella propria formazione sono molteplici,
approfondiamo la loro conoscenza e le opportunità delle funzioni on-line, che sempre di più stanno sostituendo le tradizionali. Oltre alla facilità di fruizione, i tempi li decide l’allievo, il sistema opera attraverso una triangolazione con quest’ultimo, il tutor e il docente. Per le qualifiche accreditate e qualificate, nella fase finale si aggiunge la commissione
esaminatrice e, se necessario, l’azienda presso la quale si svolge lo stage. Questo è un ciclo completo, ma analizziamo
le motivazioni.
Ci si forma per:
a) soddisfazione personale b) approfondire le competenze su un argomento c necessità lavorative
d) sviluppare il proprio ambito e) ......
I primi due punti, a e b, sono soggettivi e servono per arricchire il proprio bagaglio del sapere, aumentare le competenze su una particolare questione, conoscere un argomento o ottenere una
consulenza. La frequentazione non è mirata all’ottenimento di una qualifica per svolgere una professione, ma è stimolata da fini personali. L’attestato che si riceve a fine corso ha una funzione “ornamentale” se il percorso formativo
termina. Può avere invece funzione “creditizia” se in un futuro le competenze acquisite sono spendibili e utilizzabili
in altri percorsi formativi o successivi. Per chi ha invece necessità lavorative, attraverso la formazione on-line, può
raggiungere la medesima equiparazione che avrebbe ottenuto con una formazione tradizionale.
L’ultima tendenza nel campo dell’istruzione superiore può essere rivolta verso un percorso on-line per raggiungere un
determinato livello. Ovviamente ci sono anche dei svantaggi, ma i vantaggi sono molto evidenti:
•La maggior flessibilità negli orari, in pratica ci si può formare quando si ha del tempo, di contro, non essendoci obblighi, è necessaria una seria motivazione per la prosecuzione degli studi. L’apprendimento avverrà attraverso letture e
discussioni nel forum, si entrerà in contatto con il Tutor, il cui compito consiste nell’assistere l’allievo per le sue necessità organizzative e pratiche. Si entrerà in contatto con il/i Docente/i, grazie al quale su svolgerà un percorso formativo
già collaudato e con possibilità di assistenza nel caso di incomprensioni.
•La maggior parte dei programmi rispecchiano quelli tradizionali e sono approvati dalle Istituzioni formative. Di
conseguenza gli attestati ottenuti on-line, hanno la stessa valenza di quelli tradizionali. L’impegno sarà il medesimo
che si deve impiegare in una classe tradizionale, ma con tempi nettamente inferiori. Trattandosi di un self-starter è
sicuramente un plus. La maggior parte delle apprendimento sarà realizzato attraverso letture e discussioni pubblicati
su un forum.
•La totalità dei programmi è concentrata sull’essenziale, pertanto ci si impiega meno tempo a raggiungere il medesimo risultato della scuola tradizionale.
• I costi on-line sono nettamente inferiori rispetto i costi tradizionali.
• Molti istituti tradizionali riconosciuti (Università) e multinazionali la applicano con successo.
Appare subito evidente che la formazione on-line, più correttamente definita e-learning, rappresenta una quota formativa in via di sviluppo esponenziale. Rispetto gli stessi insegnanti, come emerso dal Convegno di Genova sulle tecnologie didattiche, le proposte di e – learning si stanno moltiplicando. Rispetto all’edizione di TED dell’anno passato,
le proposte, sia da parte dei privati (editori specializzati, agenzie di formazione) sia da parte delle istituzioni, sono
almeno raddoppiate, come numero e come peso. Ad esempio,
l’ultima e più importante iniziativa dell’INDIRE (ex BDP) riguarda addirittura 60.000 docenti neo immessi in ruolo.
Non solo. Per la prima volta, nell’ambito di una grande iniziativa nazionale di formazione rivolta ai docenti, la quota di
attività da svolgere online supera, in termini di ore previste, la quota da svolgere in presenza. Per di più quest’ultima
FORMAZIONE
diventa in certo qual modo funzionale alla prima, cioè concepita ed organizzata
per far meglio funzionare l’attività dei corsisti in rete.
È importante riflettere sul ruolo che la e-learning può svolgere a favore della
crescita culturale e del pensiero innovativo nell’ambito del mondo della scuola e
del lavoro.
Sono evidenti a tutti i vantaggi strumentali che la formazione attraverso Internet
porta con sé: maggiore e più veloce diffusione di idee ed esperienze di qualità su
tutto il territorio nazionale (e internazionale), disponibilità illimitata nel tempo
di contenuti, sempre aggiornati ed aggiornabili, disponibilità per un numero anche elevato di destinatari, possibilità da parte degli allievi di organizzare i propri percorsi di apprendimento in modo
estremamente personalizzato ed adatto ai propri ritmi di vita. Ma non sono tali vantaggi strumentali, pur considerevoli, a costituire il vero valore aggiunto della formazione e-learning.
Il nocciolo della questione sta infatti nel considerare quanto e come le concrete iniziative di formazione, e le relative
scelte tecnologiche adottate, permettano e favoriscano una reale interazione tra corsisti, tra corsisti e materiali, tra
corsisti ed eventuali tutor e/o autori dei materiali.
Ci si deve chiedere se, ad esempio, un insieme di unità didattiche costituite da testi, suoni, immagini ecc., aggiornati
ed aggiornabili, per il solo fatto di essere pubblicati sul web, quale valenza possono avere. C’è ancora una diffusa diffidenza verso Internet ma, attenzione, non è la rete ad essere messa sotto accusa, bensì i contenuto che possono essere,
o meno, all’altezza. D’altronde in Italia la formazione a distanza con dispense cartacee e audiocassette (vedi il modello
Radio Elettra) ha avuto il suo successo. Non sono i contenuti che cambiano, ma il metodo. Per certi versi, anche nelle
aule tradizionali, le dispense sono sostituite dai libri e le audiocassette dalla lezione dell’insegnante. La novità dell’elearning consiste nel suo aggiornamento e correzione costante; quanti insegnanti lo fanno? Si può dire che le lezioni
via web sono molto più reali, di quelle tradizionali. È evidente che la differenza qualitativa consiste nella possibilità da
parte degli allievi, non solo di interagire in tempo reale con materiali, colleghi e tutor, ma di arricchire con il proprio
contributo individuale la forma e la natura dei materiali stessi, partecipando così ad un processo sociale di costruzione
(o ri-costruzione) della conoscenza. Già oggi si stanno programmando delle piattaforme di seconda generazione (pensate quanto sta correndo la tecnologia) dove l’interazione tra tutte le parti (allievi, tutor, docenti, istituzioni, istituti,
aziende) diviene quasi reale. L’impressione è che si sia appena agli inizi di un nuovo modo di fare formazione e che
questo, tra l’altro, preluda anche ad un nuovo modo di fare scuola.
Scheda: Passaggi per la formazione professionale riconosciuta:
a) La Regione individua una figura professionale, lo fa prestando attenzione alle normative comunitarie, affinché
questa assuma una valenza europea. Individua anche contenuti, competenze e tempi di studio.
b) L’Ente formatore accreditato, promuove la figura professionale in un contesto di corso riconosciuto e ne organizza
l’esecuzione, attraverso la predisposizione di specifiche lezioni e-learning e test di verifica.
c) Alle lezioni sono destinati Docenti che, nel rispetto dei contenuti individuati dalla Regione, sviluppano on-line le
loro lezioni.
d) La figura del Tutor diviene essenziale per raccordare le esigenze e le necessità di accesso tecnico del corsista, all’impianto tecnologico e di rapporti qualità/servizi.
e) L’Allievo s’iscrive al corso e partecipa alla fase formativa in forma progressiva, affrontando test e prove definite dal
docente.
f) Un definito monte ore è possibile svilupparlo anche con Stage presso selezionate Aziende, dando esecuzione alla
parte pratica.
g) Una Commissione d’esame, accredita e costituita da terzi dell’ente e in alcuni casi anche da personale della regione,
valuterà lo stato di conoscenza dell’allievo per l’assegnazione della qualifica professionale.
MONICA GARAVAGLIA
Riscatto laurea
I lavoratori dipendenti, i lavoratori autonomi, i lavoratori iscritti ai Fondi Speciali di previdenza ed i lavoratori soggetti al contributo per il lavoro parasubordinato
( esempio: collaboratori coordinati e continuativi) possono riscattare gli anni del periodo del corso legale di laurea ai fini del computo dell’età pensionabile.
Non vengono presi in considerazione gli anni “fuori corso”. I contributi da riscatto sono equiparati sono equiparati alla contribuzione obbligatoria sia per quanto
attiene al diritto che per quanto riguarda la misura della pensione.Indipendentemente dalla data di pagamento, i contributi da riscatto vengono considerati
come versati all’epoca degli studi. I periodi per i quali è possibile effettuare il riscatto sono i seguenti:
• Corso legale di laurea;
• Diploma universitario che si consegue dopo un corso di durata non inferiore a due e non superiore a tre anni;
• Diploma di laurea, che si consegue dopo un corso di durata non inferiore a quattro e non superiore a sei anni (corsi di laurea breve);
• Diploma di specializzazione, che si consegue dopo la laurea ed al termine di un corso di durata non inferiore a due anni;
• Dottorato di ricerca, che si consegue dopo la laurea e ha durate diverse secondo le specifiche disposizioni di legge;
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FORMAZIONE
• Sono riscattabili anche i periodi di studio per conseguire il diploma di tecnico di audiometria,
fonologopedia e audioprotesi rilasciato da una scuola universitaria.
Requisiti
• Aver conseguito il diploma di laurea o titoli equiparati;
• Aver versato almeno un contributo settimanale all’INPS in qualunque momento della vita assicurativa;
• I periodi per i quali si chiede il riscatto non devono essere coperti da contribuzione obbligatoria o figurativa o da riscatto chiesto in altri regimi previdenziali;
Domanda
• La domanda può essere presentata tramite uno degli enti di Patronato riconosciuti dalla legge, compilando l’apposito modulo “RL1”.
Al modulo va allegato: Il certificato rilasciato dall’Università che attesti il conseguimento del diploma di
laurea o il tipo di diploma (in caso si tratti di diploma universitario diverso dalla laurea) e gli anni in cui si è
effettivamente svolto il corso legale di studi;
• Il modello 01M/sost. Rilasciato dal datore di lavoro che attesta la retribuzione percepita al momento della
domanda. Il riscatto può essere chiesto anche dai familiari superstiti che hanno diritto alla pensione di
reversibilità .
L’importo
• Il riscatto della laurea comporta il versamento di una somma, definita tecnicamente riserva matematica, a copertura dell’incremento di pensione che deriva dal recupero degli anni di studio. L’importo del
contributo da riscatto varia in relazione all’età, al sesso, al periodo da riscattare e alla retribuzione del
richiedente. L’importo è calcolato dall’INPS sulla base della retribuzione media pensionabile riferita alla
data della domanda. L’INPS invia al domicilio del richiedente i bollettini per il pagamento e comunica la
somma da pagare. E’ particolarmente importante segnalare che il mancato versamento della prima rata
nei termini indicati dall’INPS è considerato come rinuncia alla domanda.
In caso di mancato pagamento di due rate consecutive la pratica si considera conclusa con l’accredito
limitato ai contributi relativi al periodo per la cui copertura sono sufficienti i versamenti già effettuati. Qualora nel corso della dilazione sia presentata domanda di pensione, la quota di contributo ancora dovuta
deve essere versata in un’unica soluzione. L’importo può essere pagato in un’unica soluzione o fino a 120
rate mensili (dieci anni) senza interessi. Il pagamento rateale senza interessi rappresenta una delle novità
introdotte dalla legge sul welfare n. 247/2007, in vigore dal 1° gennaio 2008.
Accanto al pagamento rateale un’altra novità importante è rappresentata dal fatto che la domanda dal
2008 può essere presentata anche prima dell’inizio dell’attività lavorativa.
Pertanto a far data dal 2008 non solo non occorre attendere l’ingresso nel mercato del lavoro per richiedere il riscatto, ma il giovane laureato è tenuto solo al pagamento di un contributo fisso per ogni anno
riscattato e soprattutto, a differenza di quanto accadeva prima della riforma, il pagamento è dilazionato in
dieci anni senza interessi. Al giovane laureato senza contratto di lavoro il costo del riscatto è calcolato,
non essendoci ancora reddito di riferimento, sulla base del reddito minimo dei commercianti che è pari ad
. ____ per il 2009. Il contributo per ogni anno da riscattare si ottiene così applicando l’aliquota del 33% al
minimale imponibile per artigiani e commercianti ( ___ per il 2009). Ogni anno costa pertanto . 4.560,00.
Per coloro che sono in possesso di un contratto di lavoro per ogni anno da riscattare si deve pagare una
quota pari al 33% della retribuzione media riferita alla data della domanda.
Per coloro che invece si trovino senza occupazione ma abbiano avuto precedenti esperienze lavorative,
è possibile determinare il costo del riscatto risalendo alla contribuzione versata negli ultimi 12 mesi, o in
periodi inferiori, se si è lavorato per meno di un anno.
Il ricorso
• Nel caso in cui la domanda di riscatto di laurea venga respinta, il richiedente può presentare, tramite le
sedi del Patronato, ricorso all’INPS in carta libera, entro 90 giorni dalla data di ricezione della lettera con
la quale si comunica il rifiuto. Si riassumono le principali novità apportate dall’anno 2008.
Mentre prima dell’entrata in vigore del D.lgs. 184/1997 il riscatto era utile solo ai fini dell’importo della
pensione, oggi è invece valido sia ai fini dell’importo della pensione che dell’anzianità contributiva. Infatti
i contributi da riscatto .... Un’altra novità importante è rappresentata dai benefici fiscali che comporta
il riscatto della laurea.Infatti mentre prima il costo del riscatto poteva essere detratto solo dal reddito
dell’interessato, ora se il soggetto è privo di reddito tassabile il costo del riscatto può essere detratto
dall’imposta dovuta dalle persone di cui egli risulti fiscalmente a carico (ad esempio i genitori), nella misura del 19% dell’importo stesso. Altra novità positiva riguarda coloro che hanno conseguito due lauree
ed è rappresentata dalla possibilità di riscattare anche 8 o più anni di studi universitari se il periodo non è
coperto da assicurazione e se la domanda è stata fatta dalla data del luglio 1997.
Anche per coloro che hanno invece effettuato il passaggio a nuovi corsi di laurea è prevista la possibilità
di ottenere il riscatto del nuovo corso di laurea.
Dott.ssa Marta Bozzia
04
STUDIOFABBRO
Coltello per SOFT AIR
SOFT AIR knife
Sof t touch
relli
Des
Sega da legno
Wood cutting saw
Sega sul tagliente
Saw on the edge
Descrizioni tecniche:
Materiale lama: MA5MV - spessore mm. 4 - HRc 54-56
Manico in alluminio gommato opaco, antiriflesso,
antiscivolo, soft touch.
Fodero: Cordura nero con tasca porta oggetti anteriore,
gambale removibile con diverse possibilita’ di ancoraggio.
(tipo Nato).
Lunghezza lama cm. 17 - lunghezza totale cm. 30
Peso grammi 260 senza fodero.
Foro alleggerimento
Lightening hole
Taglia sagola
Rope cutting hook
zio
abri
rF
igne
cia
Buc
Lama arcuata
ad uso machete
Bent blade to be
used as machete
Specifications:
Blade steel: MA5MV - thickness 4 mm. - HRc 54-56
Mat, rubber coated, no reflecting, no sliding,
soft touch Aluminium handle.
Sheath: Black Cordura with front pocket,
removable leg strip and different fixing possibilities.
(Nato model).
Blade lenght 17 cm - total lenght 30 cm.
Weight 260 grams without sheath.
Vegetal
Desert
Punta arrotondata non offensiva
utilizzabile per scavi
No wounding rounded tip blade
useful for digging
Azienda certificata
Urban
MERCURY snc
Via Violis, 3 - Z.I. - 33085 Maniago (Pn)
Tel. (+39)0427.71212 - Fax (+39)0427.700616
www.mercurycut.it - [email protected]