Mappa concettuale - The European House
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Mappa concettuale - The European House
RAFFORZARE L’INVESTIBILITÀ DELL’EUROPA Proposte di policy per rilanciare gli investimenti in Europa e il ruolo del settore dell’energia e della digitalizzazione Mappa concettuale Inquadra il QR code con il tuo smartphone per scaricare e leggere la versione digitale della ricerca Se non hai un lettore di codici QR puoi scaricarlo dall’app store del tuo telefono enel.com 2 Lo scenario di riferimento: l’investibilità europea è caratterizzata da luci e ombre Luci dell’UE • L’UE è il principale hub per gli investimenti a livello globale. Nel 2014: 31,5% di stock di Investimenti Diretti Esteri (IDE) e 18,9% di Investimenti Fissi Lordi (IFL) • L’UE può contare su: -- Ampiezza del mercato interno (500 milioni di consumatori) -- Sicurezza geo-politica e solida base istituzionale -- Sistema di istruzione di prima qualità -- Forza lavoro altamente qualificata -- Capacità tecnologiche e di ricerca (il 24% dei principali top spender globali in R&S si trova nell’UE) • L’Europa si classifica prima in termini di investibilità grazie ad un ambiente politico stabile e a un rapporto rischio/rendimento favorevole L’indice di investibilità di The European House - Ambrosetti: classifica complessiva, 2016 Russia Giappone Cina Brasile 4,94 5,68 6,21 3,93 USA 6,30 Sudafrica UE-28 3,70 Potenziale di Potenziale di 6,72 India investibilità investibilità 3,19 medio-basso medio-alto Ad oggi diversi fattori ostacolano l’investibilità dell’UE Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti, 2016 Ombre dell’UE • L’Europa sta soffrendo le conseguenze delle crisi più di altre economie • Esiste un elevato livello di frammentazione all’interno dell’UE-28 (i 5 principali Stati Membri contano per il 70% di IFL e il 58% di IDE) • Esiste un gap di investimenti nell’UE, che non sostiene la crescita di lungo periodo (~€300 miliardi all’anno sono necessari per ritornare al tradizionale rapporto medio di ~20% tra IFL e PIL) • Le conseguenze della Brexit rappresentano una fonte di potenziale instabilità • Quadro normativo (incertezza, instabilità, sovrapposizione) • Costo del “Doing Business” (tasse, mercato del lavoro, burocrazia, logistica, costi dell’energia e loro variazione, sistema giudiziario) • Coinvolgimento del settore pubblico (cooperazione pubblico/privato, supporto all’innovazione, efficacia della P.A.) • Frammentazione del mercato interno • Finanziamento (accesso al credito/ fondi europei, ecc.) 0,16% 0,12% 1,34% 1,25% 1,71% 1,98% 3,14% 3,52% 2,03% 1,21% 2,87% 2,55% 2,88% 2,19% 2,43% 3,53% Flussi di IDE in % del PIL (media, 2000-07 vs. 2008-14) Pre-crisi (2000-07) Promozione della collaborazione pubblico-privato Il coinvolgimento positivo del settore privato è essenziale per realizzare gli investimenti di cui l’Europa ha bisogno per colmare l’attuale gap di investimenti. Potrebbe anche rappresentare un asset distintivo dell’UE rispetto ai suoi competitor Stimolo a settori ad alto potenziale che possono innescare un effetto leva sull’economia L’accento deve essere posto su quei settori che offrono un potenziale strategico per la crescita e sui quali l’Europa può costruire un vantaggio competitivo. Le industrie di rete (energia, trasporti e ICT) sono i principali candidati Brasile India UE-28 Cina USA Giappone -0,32 +0,82 -1,54 -1,43 -0,09 -0,04 Post-crisi (2008-14) Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Commissione Europea, 2016 Il contributo dell’energia, dei trasporti e dell’ICT: • Creazione di valore (20% del valore aggiunto dell’UE e 44,6% di investimenti in beni tangibili) • Ricadute economiche (moltiplicatore del PIL pari rispettivamente a 2,68, 2,70 e 2,19) • Innovazione e digitalizzazione (ibridazione tra settori: “Industria 4.0”, smart grid, domotica, e-mobility, efficienza energetica, ecc.) • Sostenibilità (supporto ai target UE 2020 e ad un’economia a basse emissioni di carbonio) • Sicurezza geo-politica e geo-economica (dotazione di asset strategici, riduzione della dipendenza energetica, cybersecurity) L’European Industry Index (EI2) di The European House - Ambrosetti, per settore, 2016 Network industry Altre attività economiche 4,11 3,88 3,35 3,35 3,26 3,18 3,17 3,00 2,94 2,57 2,41 2,32 2,28 2,27 2,19 2,15 2,14 2,13 2,11 1,96 1,73 1,69 1,67 1,65 1,53 Valore massimo 10 Australia Russia Delta post-pre +1,10 +0,69 crisi [p.p.] Creare le condizioni per trarre il massimo vantaggio dagli investimenti da un punto di vista strategico Le network industry sono fattori abilitanti di competitività, innovazione e crescita Potenziale di investibilità alto 1 Creare le condizioni ottimali per attrarre e attivare investimenti 5,97 5,89 5,85 5,69 Valore minimo • Aggiornamento della base industriale per stimolare la competitività e la produttività • Miglioramento delle competenze e del capitale umano • Miglioramento delle infrastrutture esistenti e costruzione di nuove • Effetti diretti e indiretti sul PIL e l’occupazione • Sviluppo e attivazione di tecnologie all’avanguardia • Attivazione di piattaforme abilitanti per nuovi modelli di business sostenibili • Rafforzamento dell’agenda sociale e miglioramento del contesto di business Ottimizzazione della governance europea Per l’Europa è necessario un modello di crescita trainato dagli investimenti Elettricità e gas ICT Costruzioni Trasporti Petrolio e prodotti raffinati Farmacetutico Fornitura d'acqua, fognature e rifiuti Industria alimentare Veicoli a motore Macchinari e attrezzature Prodotti del tabacco Chimica Fabbricati del metallo Bevande Gomma e plastica Attrezzature elettriche Manifatturiero (altro) Computer e elettronica Altre attrezzature per trasporti Altri minerali non metallici Metallurgia di base Carta Riparazione/install. macchinari Stampa Legno Tessile Arredamento Articoli in pelle Articoli di abbigliamento Potenziale di investibilità basso Gli investimenti sono fondamentali per la crescita e possono promuovere una nuova “offerta di Europa” Pre-condizione Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Eurostat, 2016 Per affrontare il “problema dell’investibilità” si deve adottare un approccio sistemico • Chiarezza nella strategia di investimento e nelle priorità • Visione “trasversale” degli obiettivi di sviluppo di medio-lungo periodo • Coerenza tra i livelli di intervento europei e nazionali attraverso un maggior coordinamento delle policy • Collaborazione aperta inter- e intra-industriale tra attori privati e sviluppo di politiche ottimali per la collaborazione del settore pubblico/ privato • Flessibilità di soluzioni/iniziative sulla base dei bisogni dei singoli Stati Membri dell’UE ESIGENZE PRIORITARIE AMBITI DI INTERVENTO • Maggiore velocità decisionale • Maggiore trasparenza e convergenza su obiettivi comuni • Maggior coordinamento tra Stati Membri e tra gli organi europei • Migliore capacità di implementazione delle Direttive e dei Regolamenti • Allocazione dei poteri tra UE e Stati Membri e condizioni con cui l’UE governa queste competenze • Poteri e meccanismi di voto del Parlamento Europeo • Stabilità della Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea e meccanismi di voto e trasparenza del Consiglio dell’UE • Composizione/organizzazione della Commissione Europea e poteri della Presidenza RACCOMANDAZIONI PER L’INVESTIBILITÀ AZIONI POSSIBILI PER L’IMPLEMENTAZIONE 1. Accelerare, rafforzare ed ampliare il processo di completamento del mercato interno europeo • Adottare un approccio regionale per rafforzare l’integrazione del mercato europeo • Potenziare la qualità e la rapidità dell’armonizzazione, con riferimento alla implementazione della legislazione UE da parte degli Stati Membri, attraverso: -- interventi ex ante (“better regulation” delle aree grigie) -- azioni ex post, utilizzando meccanismi non prescrittivi (linee guida, moral suasion, raccomandazioni, ecc.) 2. Garantire un quadro normativo europeo maggiormente stabile, prevedibile e di qualità • Evitare qualsiasi effetto retroattivo delle normative UE • Stabilire criteri uniformi e trasparenti per un regime fiscale applicabile a tutti gli Stati Membri • Definire e rafforzare un quadro comune e trasparente a protezione degli investimenti a livello europeo • Aumentare la certezza e la rapidità di applicazione delle norme in materia di concorrenza e di aiuti di stato a livello europeo • Definire le regole settoriali in modo più flessibile, tenendo conto dello specifico stadio di sviluppo del settore • Lanciare politiche di lungo termine chiare e stabili mirate a stimolare l’affermazione dei segnali di prezzo a lungo termine e lo sviluppo di contratti a lungo termine volti a promuovere investimenti ad alta intensità di capitale in settori strategici 3. Fornire incentivi per la creazione e la manutenzione di infrastrutture strategiche e transfrontaliere • Definire un punto di contatto unico (“one-stop-shop”) responsabile delle autorizzazioni, dei finanziamenti e della valutazione dell’impatto ambientale per i progetti infrastrutturali • Allineare le metodologie analitiche alle procedure amministrative per la valutazione e il finanziamento dei progetti e tendere ad uno standard comune comprensivo di un’analisi costo-beneficio ex ante • Fare pieno ricorso al meccanismo di credit enhancement per i progetti a basso rendimento e/o ad alto rischio, ma ad elevato valore sociale • Sfruttare le competenze tecniche delle istituzioni europee (ad es., la BEI) in materia di finanziamento e attuazione di progetti infrastrutturali 4. Promuovere una innovazione dirompente, rafforzando gli ecosistemi dell’innovazione e le tecnologie green • Adottare un approccio focalizzato sulla “catena di valore” per il finanziamento e il supporto dei progetti R&S con una strategia orientata al mercato • Lanciare flagship project intersettoriali in aree di ampio impatto sociale e/o economico • Promuovere modelli di “open innovation” che stimolino la cooperazione tra diversi attori e meccanismi bottom-up innovativi • Creare, a livello europeo, un ambiente favorevole all’innovazione in grado di definire un solido quadro normativo favorevole alla Ricerca e Innovazione 5. Supportare lo sviluppo delle network industry e la convergenza industriale • Rafforzare “politiche bundled” e trasversali a più Direzioni Generali (DG) per promuovere la convergenza in decisioni che potrebbero sfruttare le sinergie tra settori diversi (ad es., energia, trasporti e ICT) e fronteggiare problemi comuni a livello UE • Istituzionalizzare la consultazione degli stakeholder industriali provenienti da industrie e settori diversi (iniziative congiunte) • Definire, a livello europeo, criteri uniformi, trasparenti e basati sui costi di produzione per la formazione dei prezzi retail dell’energia 6. Rilanciare la collaborazione tra gli Stati Membri e gli investimenti del settore pubblico • Prioritizzare gli investimenti pubblici in aree strategiche chiave per la ripresa economica dell’UE e la crescita a lungo termine (ad es., social housing, istruzione e formazione, sistemi energetici avanzati e fonti rinnovabili, trasporti e mobilità) • Definire una “strategia ad ombrello” europea mirata all’attrazione di investimenti diretti esteri • Istituzionalizzare un organismo ministeriale ad hoc a livello nazionale (“Mr. Ranking”) preposto alla mappatura e al monitoraggio dei key performance indicator relativi all’investibilità del Paese