detta dei boschi
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detta dei boschi
Associazione TREBEA Le nostre ricerche _______________ Cenni storici a cura di Maria Grazia Maistrello Morgagni L a cappella sotto il titolo di S. Bernardo Abate, da alcuni secoli detta “dei boschi” è dedicata a Bernardo Abate di Chiaravalle. Nato nel 1091 da una famiglia della piccola nobiltà di Digione, pronunciò i voti nell’abbazia di Citeaux e riformò rendendola più austera la regola dei Cluniacensi, che riteneva troppo dediti al lusso. Nel 1113 fondò in Francia il monastero di Clairveaux (Clara Vallis); ne fu l’abate sino all’anno della sua morte nel 1153. Dottore della chiesa, fu la più alta autorità spirituale dell’occidente, vera stella polare della sua epoca. Sollecitato dal Papa, contribuì alla stesura della “Regola” dell’Ordine religioso militare dei Templari al termine del concilio di Troyes dell’anno 1128 e, nel 1146, predicò affinchè nobili e principi prendessero la croce per partecipare alla II^ crociata. La cappella nella regione “dei boschi” dipese, sino alla soppressione della parrocchia, da S. Siro, come noto appartenente alla Diocesi di Torino. Perciò furono inizialmente i vescovi di Torino ad effettuare le visite pastorali, ma tra i vescovi di Torino e di Ivrea era consueto scambiarsi la cortesia di visitare a turno tutte le parrocchie a prescindere dall'appartenenza. Fu Michele Beggiamo Arcivescovo di Torino a visitarla nel 1671 definendola in regione querceta. La trovò coperta dal tetto, imbiancata e ben chiusa da cancelli di legno, l’altare con pietra sacra, due candelabri di legno e l’olio santo. Mancava il calice e la patena e decretò di provvedere entro sei mesi pena la chiusura. I priori e gli abitanti della regione provvidero perché nell’ Inventario beni della parrocchiale di S. Siro anno 1723 sono elencati: calix unus a auricalco inauratus cum bursa, unum camice et casula et una mappa. Nel 1728 la visitò il vescovo di Ivrea de Nicola che ordinò di provvedere un cuscino, fare un piedestallo per la croce, coprire la mensa dell’altare, provvedere due nuovi candelabri, dipingere gli esistenti e colorare il pallio dell’altare. Tectum est reparandum, ut impidiatur aqua caderet super solarium, vulgo soffito,ac murus prope iconem cemento incrustetur. Nell’anno 1751, così è descritta nell’inventario della parrocchia S. Maria Trebea (la parrocchia S. Siro fu soppressa nel 1738) la cappella di S. Bernardo abbate detto dei boschi: Resta la medesima sittuata nelle presenti fini in sitto comune da levante a sera vicino a strada pub.ca con portico avanti di cap.tà ordinaria sternita stabilita, e solidata. Con altare di muro pietra sacrata ed un quadro di tella senza cornice rapp.te il sudd.to Santo col comune nimico fra catene, ha le seguenti suppellettili: Primo un calice con coppa d’argento piede d’oricalco con sua patena dorata Tre mantili usitati Pianeta di lana di vari colori con sua stola, manipolo vello e borsa di setta con cussino traponti di vari colori Missale, camice di setta ordinaria, amitto corporale e più purificatori e fazzoletti E suoi ampolini e campanella da messa e campana di peso lib 20. Quatro candeglieri e una croce di bosco colorito di giallo. Senza reddito né obblig.ne. on è chiaro, non esistendo documenti a spiegarcelo, cosa successe nel decennio successivo, ma la cappella dovette subire qualche grave danno poiché gli abitanti del cantone denominato Terzenta così scrissero al vescovo nell’anno 1761: Espongono li particolari abitanti nel cantone denominato Terzenta1 fini del luogo di Casalborgone che sendosi ritrovata la capella ivi già construtta in sitto comune sotto il titolo di S. Bernardo minaciante rovina hanno quella reedificata e ridotta, decentemente N 1 Del cantone Terzenta si è oggi persa memoria, pare che il termine indicasse una particolare cura delle vigne, con una terza lavorazione. A catasto si trovano dei beni della ved. Fassino alla “trezenda” detta al Settii. Tutti i beni della Fassino ivi citati sono nei pressi dei rii di Moglia Longa e del Sauto. Sulla predetta supplica scrisse il parroco: cantone Terzenta S. Bernardo dei boschi. Inoltre Pietro e Carlo Gallina sono indubbiamenti abitanti della regione di S. Siro e S. Bernardo dei boschi. Associazione TREBEA ristorata e di più munita di sufficienti suppellettili per la celebrazione della S. Messa massime che resta a detti particolari necessaria all'’effetto d'adempiere all'obbligo d’udir la S. Messa ne’ giorni festivi per la distanza che v’è di poter accostarsi alla parrocchiale ed ad altre chiese, epperò ricorrono al benigno ufficio di Vs. Ill.ma e Rev.ma umilmente supplicandola si degni commetter al sig. Prevosto della paroch.le di d.to luogo, suo vicario foraneo, o a chi altro meglio le parerà di benedire a nome di Vs. Ill.ma e Rev.ma la sud.ta cappella e permetter indi in essa la celebrazione della S. Messa, massime nella ricorrenza delle prossime feste de p.to Il giorno stesso di ricezione della supplica, 17/9/1761, il vescovo ordinò al preposito di Casalborgone, don Passera, di visitare e provvedere alla benedizione, nel presupposto che la chiesa fosse in ordine e decentemente provvista di suppellettili e che i priori si impegnassero “in forma iuris valida” a mantenere in perpetuo muri e suppellettili della cappella benedetta secondo la forma del Rituale Romano. L a riedificazione proclamata dai priori non era per durare, difatti dopo soli dieci anni nella visita pastorale del 14 settembre 1771 il vescovo di Ivrea Ottavio Pochettino così decretò : Pro sacello sub titolo S. Bernardi in regione dicta di S. Bernardo Fissare alla mensa dell’altare una tavola di legno in cui inserire la pietra consacrata avvolta in uova tela. Inserire grate di ferro a tutte le finestre. Dotare l’altare delle tabelle delle orazioni, del vangelo di S. Giovanni, dei salmi e di un’ampolla lavabo, inoltre sostituire le suppellettili indecorose. Riparare tutta la cappella ed eliminare le infiltrazioni d’acqua. Se tutto quanto non sarà eseguito entro sei mesi da chi ha l’incarico di prendersi cura della cappella, sarà interdetta. Il vescovo di Ivrea non scherzava, la cappella fu chiusa. il parroco don Passera, probabilmente memore del precedente abbandono, alla ricezione del decreto vescovile, ovvero il 21 di settembre del 1771, con delega della curia vescovile di Ivrea, stipulò un atto di sottomissione con Ludovico Villa fu Giambattista di Villastellone, Gaspare Croella fu Giuseppe, Gaspare Gallina fu Domenico, Pietro Gallina fu Carlo Gallina fu Giovanni, “tutti del cantone della terzenda li quali in esecuzione del disposto del decreto dell’ill.mo e rev.mo vescovo di Ivrea …[delegato] alla benedizione della cappella sotto il titolo di S. Bernardo sita in d.to cantone della terzenda ed a medesimi, uniti ad abitanti d’esso cantone restaurata, perciò essi contribuenti per loro e loro eredi e successori s’obbligano, promettono, e si sottomettono solidariamente, di mantenere perpetuamente a loro proprie spese, tanto la fabbrica di detta cappella in buono stato, com’anche tutte le paramenta, et altre cose annesse e dipend.i per uso della medesima ad eff.o si possa in essa celebrare la s. messa in ogni occorrenza, il tutto fatt’obbligo de loro repparare beni presenti e futuri … firmarono i capifameglia Giuseppe Ludovico Villa, Giuseppe Voiioto, Carlo Gallina, Gaspare Crovella, Pietro Gallina. Gli abitanti del cantone provvidero e Pietro e Andrea Gallina, priori, inoltrarono una devota supplica al vescovo, con l’assicurazione del parroco Don Passera che tutti i lavori erano stati diligentemente eseguiti. La cappella fu riaperta al culto il 7 settembre 1773. n tempi più vicini a noi così fu descritta la cappella dal Parroco don Milone nell’anno 1838 : “La Cappella di S. Bernardo Abbate e Dottore detto dei boschi è decentemente riparata con volta e pavimento, fatta in figura oblonga con portico davanti. L’Altare è passabilmente provvisto dei necessari ornamenti e suppellettili per la celebrazione della Messa, la cui incona rappresenta S. Bernardo Abbate tenente il demonio incatenato: questa cappella non ha peso né reddito, tolte le limosine che si raccolgono dai priori che servono per le spese della chiesa e di cui ne rendono i debiti conti.” I IL parroco don Barbero nel 1894 si limitò a confermare: La Cappella di S. Bernardo Abbate e Dottore, detta dei boschi, l’altare è passabilmente provvisto degli ornamenti e suppellettili. Non ha reddito né pesi e si mantiene colle elemosine come le altre cappelle. Dal “libro dei conti”, ove avvenivano le registrazioni delle elemosine e delle spese per le riparazioni con il controllo del parroco, conosciamo i nomi dei priori che dal 1933 al 1964 hanno contribuito alla sopravvivenza della cappella. Se è giunta sino a noi possiamo esser grati ad Agostino e Natale Ferro, Bocca Severino, Dughera Pietro, Novo Carlo e Seglie Giuseppe. Nel giugno dell’anno 1933, con la raccolta di elemosine da parte dei priori, la cappella fu riparata pagando ai muratori 100 lire. C ontinua ancor oggi questa provvida istituzione che consentirà di tramandare alle generazioni future un pezzo della storia di Casalborgone e ogni anno viene celebrata la S. Messa in occasione della ricorrenza del Santo il 20 agosto.