ARMATO di Musica Si potrebbe quasi dire

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ARMATO di Musica Si potrebbe quasi dire
Il personaggi o
ARMATO
di Musica
di Cristiano Cameroni
S
i potrebbe quasi dire che
il mio incontro con Julius
Loglio sia frutto del caso.
Musicisti entrambi, entrambi insegnanti in una delle più dinamiche scuole del territorio a nord di
Milano, la Civica Scuola di Musica di Desio, siamo stati “vicini di
aula” per un paio di anni. E abbiamo avuto alcuni allievi in comune, lui per la parte chitarristica e
io per la preparazione teorica.
A parte questo, però, i nostri punti di contatto sono rimasti a lungo davvero pochi. Chitarrista
elettrico “estremo” lui, pianista
prestato al giornalismo io, avevamo in fondo poco da dirci. Fino
a quando, in occasione della prima esecuzione a Desio di un suo
brano sperimentale per 20 chitarre (Axe Talk, nel contesto della produzione Networks), la mia
attenzione è stata catturata dalla Weapon Flashblade imbracciata da un nostro comune allievo,
ora sales manager USA, che proprio in questo momento ci sta...
leggendo da Oltreoceano, e più
precisamente dal Guitar Institute of Technology di Los Angeles.
Lo strumento in questione è una
chitarra elettrica... estrema, che
Julius ha costruito senza badare
a compromessi e che sta conquistando a poco a poco i favori di
una ristretta cerchia di professionisti di altissimo livello.
Un’arma... letteralmente
Vista da lontano, la Weapon sembra... poco più di un manico. E in
effetti, al di là del manico e delle
corde, sono davvero pochissime
le parti che ricordano una chitarra tradizionale. Lo stesso corpo,
praticamente, non esiste....
Ma andiamo con ordine: e partiamo dal momento in cui Julius
ha acccettato di svelarmi storia e
segreti di uno strumento che, decisamente, rappresenta una delle
innovazioni più interessanti degli
ultimi anni.
Si parte dalla musica
In realtà, quando gli chiedo per
quale motivo si sia messo a costruire una chitarra con queste
caratteristiche, Julius parte da
molto lontano.
“Credo che per capire questo
strumento si debba partire dalla mia personale vicenda artistica. Come forse sai, io sono nato
come chitarrista elettrico in ambito metal. Ho suonato per diversi anni con gli Extrema, con cui
ho inciso il primo CD Tension at
the Steams. Quindi mi sono spostato per più di 10 anni all’ambito jazz,passando dalla chitarra al
sax tenore; e ho potuto lavorare
con grandissimi musicisti.
Ad un certo punto, stanco dell’ambiente, mi sono preso una
pausa di riflessione. Sei mesi o
forse più, durante i quali non ho
più suonato, ma mi sono limitato a dare lezioni. Mi sono ritirato
nella mia casa in alta Val Brembana e lì ho fatto tornare a gal-
la le mie passioni più autentiche...
Era il momento di tornare al suono delle origini, alla chitarra elettrica”.
CC: “Questo però
non spiega come
mai tu ti sia
messo a costruire chitarre di punto in
bianco...”
JL: “Hai ragione.
Ma il passo è breve.
Devo aggiungere soltanto un dettaglio biografico: la mia
passione per i lavori manuali, per
la meccanica e per il metallo in
genere”.
CC: “Sembrano settori piuttosto lontani dalla chitarra...”
JL: “Ti dirò: non poi così lontani.
in realtà l’altra mia grande passione, oltre a quella per la musica, è sempre stata quella per i
motori in generale. Tecnologia,
velocità, adrenalina; per qualche tempo ho anche fatto riparazioni di moto per amici con cui
condivido la passione per le due
ruote. In quel periodo ero semplicemente alla ricerca di uno strumento che mi permettesse di
lavorare direttamente con il suo-
no in modo creativo, senza passare attraverso percorsi obbligati
e sonorità già definite. Suonavo
strumenti straordinari, chitarre di gran pregio sia moderne che vintage...
ma che però mi
trasmettevano un
feeling, passami
il termine, obsoleto, assolutamente
non in linea con le
mie nuove prospettive musicali. Volevo
lavorare sul “suono puro”,
come dire... andare al sodo! Così,
un giorno, riparando un telaio in
alluminio a sezione quadra di una
Honda CR250, mi sono detto:
perché no? In fondo un telaio era
esattamente quello che mi serviva per tendere le corde. E così ho
cominciato a sperimentare. Alluminio recuperato in discarica, attrezzi a disposizione: flessibile (o
meglio smerigliatrice a mano),
trapano e morsa. Gli scassi per
i pickup li ho fatti lavorando di
scalpello, quanto al manico l’ho
recuperato da una mia vecchia
chitarra, gloriosamente abusata in epoche precedenti e quindi pressoché irrecuperabile per il
resto dei suoi componenti... Una
volta finito, l’ho provata”.
A PROPOSITO DI JULIUS LOGLIO
Classe 1969, Julius Loglio è nato, come si legge sul suo sito,
“sul pianeta Terra”. Ha al suo attivo numerosissime collaborazioni di grande prestigio sia come chitarrista elettrico (Extrema - Tension at the Steams, 1993 - Julius Loglio - Cyberage,
2005 - Unliable to Consumption, 2006) che come sassofonista
e chitarrista jazz (Tony Scott, Dewey Redman, Bobby Durham, Jeff Watts, George Garzone,
Steve Davis, Enrico Rava, Tullio De Piscopo, Gianni Basso, Gigi Cifarelli, John Stowell, Roberto Gatto, Renato Sellani, Roberto Cecchetto, Tiziana Ghiglioni...)
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CC: “E come è stato?”
JL: “Wow, il primo impatto è stato davvero forte. È una sensazione che hanno condiviso anche gli
altri chitarristi che l’hanno provata. Quando la imbracci per la prima volta ti rendi conto di avere in
mano le cose essenziali. Qualcosa di veramente diverso... love it
or leave it! Come dire, se ci entri in sintonia non torni indietro.
Insomma, la Weapon ti dà tutto
quello che serve, suona bene ed
è anche comoda... Personalmente, non riesco più a suonare altro.
Anche perché al primo modello
si sono aggiunti tre altri prototipi, con cui ho introdotto per gradi successivi una serie di migliorie
che mi hanno portato alla versione definitiva: quella che hai davanti agli occhi.”
Lo guardo con un certo stupore.
Faccio fatica a vederlo alle prese
con una fresatrice, e ancora meno
nelle vesti di progettista. Ma Julius sorride. E aggiunge: “Del resto una evoluzione era necessaria,
ecco perché ho barattato il mio
sax Selmer Mk VI del ‘59 con un
Apple G5. I primi pezzi sono nati
in casa, e precisamente in un angolo della cucina: proprio accanto al lavandino, dove ho montato
una piccola fresa. Ma è chiaro
che, per quanto io mi diverta, la
precisione assoluta poteva essere
garantita solo da un’attrezzatura superiore. Così mi sono messo a studiare il CAD, ho prodotto
i disegni ed ora i componenti del
corpo sono realizzati con tecnologia CNC (Computer Numerical
Control, ndr) e coperti da brevetto internazionale. A questo punto
i risultati non si sono fatti attendere. Lo strumento che cercavo si
è finalmente materializzato.”
sfatto. Anche perché le scelte
progettuali si sono dimostrate
efficaci, e l’apprezzamento che
la WEAPON® sta ricevendo in
Italia e negli USA è davvero molto alto.”
ANCORA DATI TECNICI
Enrico Moioli, allievo di Julius Loglio oggi sales manager USA, con la sua Weapon.
Un’evoluzione continua
C’è una piccola, comprensibile pausa. Sto ancora cercando
di capire come si possa montare
una fresa sul piano della cucina,
quando Julius prosegue.
“Oggi, la Weapon è uno strumento apprezzato. Ne ho prodotti in totale una quindicina
di esemplari, ma ho già attivato le procedure per il rilascio di
due brevetti internazionali. Anche la catena dei fornitori comincia a funzionare in modo
soddisfacente. I manici sono realizzati artigianalmente
su specifiche WEAPON®
da Liuteria Artigiana Jacaranda, i corpi sono ora dotati
di finitura superficiale al titanio,
ed il resto della componentistica, coerenemente con la filosofia
WEAPON®, è costituito esclusivamente da quanto di meglio disponibile e con personalizzazione
relativa ai pickups su richiesta
specifica del
cliente. Insomma, comincio
ad essere soddi-
CC: “Toglimi una curiosità.
Come mai una chitarra di metallo ha un manico in legno? E
come mai, a differenza di altri
progetti presenti sul mercato,
hai mantenuto la paletta?”
JL: “Per quanto riguarda il manico, ti posso anticipare che sto
già sperimentando con materiali
‘inorganici’ (fibre composite, carbonio etc. ndr) da qualche tempo, e prevedo a breve risultati
molto interessanti... A proposito
della paletta e dei modelli che tu
citi, come Steinberger, ti dirò che
a mio parere la mancanza della paletta è l’elemento che, alla
lunga, ha impedito uno sviluppo
verticale di un’idea che resta in
assoluto innovativa, ma che rappresenta un compromesso tra
connotazioni strutturali che una
chitarra “vera” dovrebbe avere e
comodità di impiego, che quindi non riesce a soddisfare le esigenze dell’artista/professionista.
Del resto tutti sono d’accordo sul fatto che la paletta sia
un punto fondamentale per
il suono dello strumento.
Restando sull’argomento, l’impiego sulla Flashblade di paletta di tipo
reverse è strettamente motivato dall’esigenza di avere
più lunghezza/tensione
sulle corde
basse... e
la differenza si
sente.
Le caratteristiche in termini di
qualità timbriche del Weapon
Aluminium Frame Body garantiscono poi un’uniformità timbrica
e definizione del suono inarrivate,
che consentono peraltro l’impiego dello strumento anche con accordature de-tuned con l’impiego
di corde a scalatura adeguata e
senza la necessità di impiegare
strumenti con diapason maggiori. La mia accordatura standard è
(6th to 1st) Bb/F/Bb/Eb/G/C, o più
comunemente drop “Bb”.
DALLA CHITARRA AL MERCATO
Siamo ormai alle battute conclusive. Da osservatore del mercato, mi chiedo quali siano i piani di
produzione della Weapon.
JL: “Mah... in realtà non ho mai
pensato che questo strumento
possa arrivare ad una produzione
in serie. La sua natura artigianale
offre un livello altissimo di tecnologia ma mantiene una fortissima
dimensione umana. È evidente
che, nel momento in cui dovesse piacere ad un numero elevato
di chitarristi, io ne sarei soltanto
contento. Ma per il momento non
mi pongo questo problema.”
Non sono io a formulare l’ultima
domanda, ma Julius. Che mi chiede di imbracciare, per un attimo,
la sua Weapon. E per quanto poca
sia la mia dimestichezza con le
chitarre elettriche (ho sette chitarre in casa, ma sono quasi tutte acustiche), mi rendo conto da
subito di avere in mano uno strumento che trasmette forti emozioni. Un’arma nel senso figurato
del termine, che, in mani esperte, può diventare davvero... pericolosa. La ripongo quindi nella
custodia; la stessa da cui, chi lo
desidera, può estrarla oggi stesso per condividere, qui a SHG, la
stessa emozione. Ma attenzione:
può essere contagiosa... •
Weapon in sintesi
Via Venturini, 79/81 29100 Piacenza
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Body WEAPON® Aluminium Frame Body (Int. Pat. Pend.) Neck/Fretboard canadian flame maple/rosewood Scale 25.5” Frets 24
Dunlop® 6110-Jumbo Nut Graph Tech® Trem-Nut Truss Rod dual
action-steel Bridge Shaller® Tune-o-matic & string-throu-body Tuners Sperzel® Trim-Lok, light weight aluminum Strap Clamps
Dunlop® Straplock-strap retainer system Electronics -Combat: 1
Bridge DiMarzio® D Activator-x humbucker pick up, 1 volume/pushpush coil splittig switch control -Master: 1 Bridge DiMarzio® D Activator-x humbucker pick up, 1 Neck DiMarzio® D Activator-x humbucker
pick up, 1 volume/push-push pick up switch control Finish Titanium
coated/black hardware