UNO Magazine Primavera 2014

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UNO Magazine Primavera 2014
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magazine
Poste Italiane s.p.a. Spediz. in Abb.to Postale 70% NE/PD
Periodico d’informazione copia non in vendita in caso di mancato recapito si prega di restituire
al mittente che si impegna a pagare la tassa dovuta (NE/PD)
ANNO XXXII N° 1 - 2014
Brasile un mondo a colori
UN PAESE ENORME DAI MILLE VOLTI. Una musica che risuona nella terra
e nelle radici della gente, palazzi nuovi e ultramoderni a fianco di angoli
dove la povertà regna ancora sovrana. Lunghissime spiagge e case
pastello, a Salvador de Bahia. Ecco la terra dallo sviluppo inarrestabile
e veloce, che si muove sinuosa a ritmo di “samba”.
SUPERMARIO
SECONDO VOI
ANIMAL HOUSE
VACANZE IN LIBERTÀ
CONTRO LE BANCHE
SI PUÒ VINCERE
I “SOCIAL” PER IL 67%
SONO UNA ”DROGA”
È POSSIBILE PARLARE
CON I NOSTRI ANIMALI?
CAMPING DISCOVERY LA FIERA
DEL CAMPEGGIO IN CAMPEGGIO
SOMMARIO
uno
RUVIDO
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magazine
Poste Italiane s.p.a. Spediz. in Abb.to Postale 70% NE/PD
Periodico d’informazione copia non in vendita in caso di mancato recapito si prega di restituire
al mittente che si impegna a pagare la tassa dovuta (NE/PD)
ANNO XXXII N° 1 - 2014
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RITMI NATURALI
Attenzione l’abuso può dare
(in)dipendenza
58 Consigli Detox per la casa
CRISI EPOCALE
59 Le energie della terra
RITMI NATURALI
Contro le banche si può vincere
SALUTE & BENESSERE
60 Sapete cos'è l’ipertrofia prostatica?
ECONOMIA & DINTORNI
12 “Condominio Italia”
BRASILE
UN MONDO A COLORI
L’ANGOLO DI ONGARO
hai un pessimo amministratore
61 L'importanza di riposare
correttamente
ECONOMIA & DINTORNI
Tra pochi giorni, con i Mondiali di calcio, verrà
catapultato dai media al centro dell’attenzione.
Ma, questo immenso e contradditorio Paese, ha al proprio
arco molte altre e più durature frecce da lanciare al cuore
di chi se ne innamora, come spesso accade a noi italiani.
13 Severgnini le sette T per trovare
SUPERMARIO
SECONDO VOI
ANIMAL HOUSE
VACANZE IN LIBERTÀ
CONTRO LE BANCHE
SI PUÒ VINCERE
I “SOCIAL” PER IL 67%
SONO UNA” DROGA”
È POSSIBILE PARLARE
CON I NOSTRI ANIMALI?
CAMPING DISCOVERY LA FIERA
DEL CAMPEGGIO IN CAMPEGGIO
lavoro e le cinque Zeta del Veneto
MOSTRE IN CORSO
IN COPERTINA:
Copertina dedicata al Brasile,
un Paese dai mille colori e dai
mille volti, tutto da scoprire.
Ma la patria del calcio quest’anno
ospita anche i Mondiali, perciò
sarà l’irrinunciabile mèta televisiva
“notturna” per tutti gli appassionati.
14 Klimt, Ossessione Nordica, Matisse,
Piero Manzoni e molto altro
SECONDO VOI
18 Social un’autentica droga per il 67%
il 56% non intercetterebbe nessuno
28 Dal ”Ted” le riflessioni
di Mikko Hypponen
66 Astrobau come scegliere l’amico
29 Malati di No-mobil-phone-phobia
“peloso” secondo le stelle
PRONTO SOCCORSO
DALLECINQUEDELLASERA
68 Luci ed ombre della sigla ICE
30 La guida ai locali giusti
MOBILITÀ SOSTENIBILE
VINO E DINTORNI
69 Scuol@BIS Economico
34 Vinitaly il punto
Ecologico e Socializzante
di riferimento mondiale
COMICHE FINALI
VACANZE IN LIBERTÀ
70 La vignetta di Davide Ceccon
42 Camping Discovery
REPORTAGE
Dati Diffusione
44 Brasile un mondo a colori
REPORTAGE
50 Rio de Janeiro il cuore
del popolo carioca
GRANDI EVENTI
irano
magazine
ECCO NEWS
65 Ecco il collare anti-smartphone,
le insidie di Ask.fm e i dieci modi
per capire le menzogne dei Media
ASTRI&DISASTRI
SOCIAL DIPENDENTE
uno
ANIMAL HOUSE
64 Asciutto è meglio
CYBER CRIME
C
ANIMAL HOUSE
62 È possibile parlare
con i nostri animali?
56 Mondiali 2014 nei templi del calcio
I N C O N T R A
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Photo Davide Guiotto
O RUVIDO
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FREE PRESS
32°
DAL 1983
ANNO XXXII
N° 1 Aprile 2014
Periodico d’informazione
Copia non in vendita
DIRETTORE RESPONSABILE
Claudio Campagnolo
ATTENZIONE L’ABUSO PUÒ DARE
(IN)DIPENDENZA
I veneti, quelli che hanno votato il referendum ma di
sicuro non solo loro, si sono proprio rotti. Come di cosa?
Di “tirare la carretta”, di una pressione fiscale insopportabile e pure
di sentirsi dire che: «Il Veneto è una regione di evasori e di contadini
ignoranti» (parole dell’emerito intellettuale Achille Bonito Oliva).
Di assistere, infine, ai continui abusi di uno Stato sprecone, iniquo
e clientelare. Che prende molto e restituisce poco. Può bastare?
S
i è discusso molto sul numero dei voti, realmente espressi nel recente referendum online sull’indipendenza del Veneto. Quasi due milioni e mezzo,
secondo Gianluca Busato di Plebiscito.eu, poco più di 135.000, invece, per
Alessandro Russello, direttore del Corriere del Veneto, che ha fatto le pulci
all’iniziativa telematica. In attesa di capire se gli “osservatori internazionali” incaricati dagli
“indipendentisti” confermeranno o meno i dati annunciati, “accontentiamoci” del risultato certificato da un interessante sondaggio condotto, presso un campione rappresentativo di elettori
veneti, negli stessi giorni in cui si è tenuto il referendum (per la precisione: il 20 e il 21 marzo).
SONDAGGIO DEMOS IL 55% VUOLE L’INDIPENDENZA
Al di là delle cifre annunciate, dagli uni e dagli altri e, comunque la pensiate, il sentire comune
in merito alla “questione veneta” è confermato anche da un sondaggio di Demos, il cui responsabile scientifico, Ilvo Diamanti, certo non è sospettabile di simpatie indipendentiste, oltre ad
essere, da sempre, uno dei più acuti ed autorevoli osservatori di quanto accade nella nostra
regione. In merito al sondaggio, così si è espresso dalle colonne di “Repubblica” lo stesso
Diamanti: «Nell’insieme, la maggioranza degli elettori si dice d’accordo con l’ipotesi che il Veneto
diventi una repubblica indipendente e sovrana. Circa il 55%. Mentre i contrari sono poco meno
del 40%. Dunque, l’indipendenza costituisce una prospettiva attraente per la maggioranza della
popolazione. Piace, soprattutto, agli imprenditori e agli operai. I lavoratori dipendenti e autonomi della piccola impresa, che costituiscono il distintivo economico e sociale del Veneto». Questo
forse dovrebbe bastare a chi continua ad accanirsi sull’effetto e non sulla causa del malessere dei
veneti, un po’ come ostinarsi a fissare il dito che indica la luna. «Bisogna, dunque, prendere sul
serio - continua Diamanti - il segnale che proviene dal referendum. Al di là delle misure - ipotetiche - della partecipazione e del consenso dichiarate dagli organizzatori, la rivendicazione autonomista appare fondata e largamente maggioritaria. Al tempo stesso, bisogna interpretarne cor-
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COORDINAMENTO EDITORIALE
Margherita Maschio
EDITRICE
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Hanno collaborato:
Davide Ceccon, Elisabetta Ziliotto,
Sergio Canello, Filippo Ongaro, Lucia Larese,
Sergio Mantello, Nicola Verardo,
Flavio Fioretto, Lisa Paolucci, Giusy Barattin.
e tutti i lettori che hanno partecipato
ai sondaggi pubblicati in questo numero.
Si ringraziano:
Union Lido Vacanze, Rensi Gioielli,
Top Mode, Sport Vision, Osteria dell’Angolo,
Hope Center, TLS Top Language School,
Montagnana in festa Prosciutto Veneto
Berico-Euganeo D.O.P., Pizzevia.
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(foto, testi, ecc.) fornito direttamente dagli inserzionisti. Gli articoli, le foto
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LEGGERE, PER PIACERE.
rettamente il significato. In-dipendenza significa, infatti, “non dipendenza”. E, dunque,
autonomia. Autogoverno. Non necessariamente “secessione”». Il sociologo conclude
poi così l’analisi dei dati rilevati dal suo istituto: «L’indipendenza, dunque, costituisce per
i veneti e il Veneto un modo per denunciare,
in modo estremo, il disagio nei confronti
dello Stato centrale. L’insoddisfazione contro
la classe politica e di governo. Non solo
nazionale, ma anche regionale».
IL VENETO È STUFO
DI PASSAR PER “MONA”
Chi liquida perciò la “voglia d’indipendenza”
come una sorta di goliardata ad opera di un
manipolo di nostalgici sappia che la maggior
parte dei “vogliosi” sono, invece, talmente
immersi nella realtà, da non accettare più,
supinamente, lo sperpero delle proprie risorse nel modo scellerato, iniquo e clientelare
visto finora, soprattutto a livello nazionale.
Basta citare alcuni dati: dipendenti regionali,
in Veneto sono 2.500, in Sicilia 20.000; un
pasto in un ospedale veneto costa 6,5 euro,
al Sud fino ad 80 euro; mantenere un ettaro
di foresta da noi costa 65 euro, in Calabria
579 euro; il rapporto tra spesa pubblica e Pil
in Veneto è il 26%, in Campania raggiunge il
48%; le imposte versate dai veneti sono pari
a 60 miliardi, mentre la spesa pubblica qui è
di 40 miliardi; il PIL del Veneto, infine, è di
140 miliardi: più grande di Romania (136
mld), Ungheria (101 mld) e di altri 5 Paesi
della UE. (Fonte: Panorama)
MA PERCHÉ PROPRIO
L’INDIPENDENZA?
Qualcuno scomoda i fasti del passato con la
millenaria sovranità veneziana, altri l’egoismo
dei veneti curvi sulla difesa della “roba” e dei
propri “schei”. Probabilmente un fondo di
verità c’è in tutto questo. Personalmente,
ritengo che ci sia dell’altro: molto altro.
Potremmo chiamarlo, metaforicamente, uno
“scatto d'orgoglio” o la “voglia di rialzare la
testa”. Più semplicemente la definirei: stanchezza. Il popolo veneto, detto senza enfasi
alcuna, è stanco di dare molto e ricevere poco
(vedi i famosi 20 miliardi di differenza tra il
dare e l’avere), stanco di offrire esempi virtuosi mai, o quasi mai, imitati dai propri connazionali, stanco di contare poco lì dove si prendono decisioni vitali per il Paese e, ultimo ma
non ultimo, stanco di essere preso
per i fondelli. E scusate se è poco.
Claudio Campagnolo
[email protected]
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O C R I S I EPOCALE
O C R I S I EPOCALE
Contro le banche si può vincere
punto cambiò decisamente atteggiamento e
cominciò a telefonarmi in ufficio con modi sempre più minacciosi per sollecitare un rientro.
Premetto che con questa banca non avevo rapporti particolarmente importanti, si trattava di
un conto cointestato con mia moglie che però
era in essere da quasi vent’anni, ciò nonostante
questo direttore si fece sempre più insistente
minacciandoci persino di segnalarci alla
“Centrale Rischi” che è una sorta di allarme
bancario e che ti segna come cattivo pagatore,
per cui tu poi hai difficoltà a trovare credito
presso altre banche o per qualsiasi altra attività.
In seguito a questa azione, che si potrebbe
quasi definire di “stalking bancario”, mi sono
arrabbiato e deciso a far fare le cosiddette perizie econometriche, cioè la storia del mio conto
corrente dall’inizio all’ultimo estratto conto».
Il libro che sta facendo tremare le istituzioni bancarie italiane. Una storia
d’iniziale disperazione riscattata dalla tenacia e determinazione di un singolo correntista
che ha saputo tener testa e sconfiggere le arroganti pretese di più di una banca.
E
bbi modo di conoscere
Mario Bortoletto ben
prima della pubblicazione del suo libro.
Mi chiamò una mattina in
radio, dove conducevo una
trasmissione che spesso si
occupava di temi simili,
per raccontarmi la sua
incredibile esperienza. Lo
volli al piu presto ospite in
studio. Mentre mi raccontava nel dettaglio la sua
vicenda, con la pacatezza
unita alla fermezza che lo
contraddistinguono
ma,
soprattutto, alla luce dei
risultati ottenuti, mi venne
spontaneo affibbiargli l’affettuoso nomignolo di
“SuperMario”. Inutile dirvi
che l’intervista ed il nomignolo furono un successo,
confermato da un fiume di
sms ed e-mail che continuarono ad arrivare anche nei
giorni seguenti da parte
degli ascoltatori. Ecco perchè, in esclusiva per i lettori di UNO Magazine, ritengo interessante proporvi
gli ultimi aggiornamenti
sulla vicenda che vede protagonista quest’uomo così
coraggioso e determinato.
Com’è iniziato quello che
potremmo definire il suo
“calvario bancario” poi conclusosi, per rimanere nella
metafora, con una più che
meritata “resurrezione”?
MARIO BORTOLETTO «Devo ringraziare
mia moglie, perché è stata proprio
lei, circa tre anni fa, a dare inizio al
tutto. Un giorno, infatti, vedendomi particolarmente arrabbiato e
preoccupato, mi disse: “Sai Mario,
ho visto un programma televisivo
dove c’era un signore che ha fatto
causa alle banche”. Mi ha spiegato
un po’ di cose che aveva sentito ed
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io, che sono un tipo curioso ed
attento, soprattutto su una materia
che m’interessava particolarmente
in quel periodo, ho iniziato perciò
ad acquistare libri di diritto bancario e a consultare internet, dove ho
trovato e letto circa duemila sentenze sul contenzioso bancario.
Così facendo mi sono preparato
sempre più e, da quel momento,
decisi di dar vita alla mia personale
“guerra” contro le banche: ne
avevo otto con cui lavoravo e mi
ero accorto che pagavo degli interessi enormi».
«Un giorno ti svegli e non hai piu niente.
Tutto quello che avevi ottenuto con
i sacrifici di una vita diventa proprietà
della banca. Disperazione e notti insonni,
non ti rimane altro, nemmeno l’età per
ricominciare. Ti prendono tutto, anche
quello che in realtà non gli è dovuto.
Molte persone credono di essere debitrici
nei confronti delle banche mentre in realtà
sono creditrici, mi auguro che questo libro
possa aiutarle ad avere giustizia».
(Mario Bortoletto)
Quali costi, in seguito ritenuti infondati, fecero lievitare
il suo contenzioso con le
banche?
MARIO BORTOLETTO «C’è una serie di
voci che fanno crescere in maniera
assolutamente anormale i rapporti.
Primo: le commissioni di massimo
scoperto che sono quelle che la
banca applica ogni trimestre e che,
mediamente, vanno dall’1%
all’1,50% che, alla fine dell’anno,
diventano 6 punti. Faccio un esempio pratico: se un correntista paga il
10% dichiarato dalla banca deve
aggiungere 6 punti, diventa così già
il 16%, un importo completamente
diverso. Oltre a questo c’è l’anatocismo bancario, ovvero lo sgradevole
“vizio” di far pagare al correntista
gli interessi sugli interessi. Ogni tre
mesi, come detto, la banca addebita gli interessi e se, ad esempio. il
correntista ha il proprio conto in
rosso paga di conseguenza gli interessi sugli interessi e solo questi rappresentano dai 3 punti e mezzo ai 4
in più da pagare».
Cosa l’ha spinta a ribellarsi?
MARIO BORTOLETTO «La molla è stata
il comportamento di un direttore di
banca, uno dei tanti che nei
momenti felici dell’economia venivano a propormi di prestarmi denaro per iniziative ed investimenti
immobiliari, il quale ad un certo
uno
magazine
Che cosa le ha fatto capire che poteva
osare mettersi contro le banche?
MARIO BORTOLETTO «Lo studio e poi tutte le sentenze lette mi han fatto capire che, ormai, il
sistema bancario adottava sistematicamente
questo atteggiamento tra virgolette truffaldino
e criminale per far pagare al correntista ignaro
un tasso che, molte volte, è il doppio di quello
dichiarato».
«Occhio alle commissioni
di massimo scoperto»
Lei ha avviato otto cause e ottenuto,
finora, tre vittorie con relativi risarcimenti. È possibile sapere a quanto
ammontano e dopo quanto tempo si è
giunti alla capitolazione delle banche?
MARIO BORTOLETTO «Per il primo procedimento,
da quando decisi di rivolgermi alla magistratura
alla sua conclusione, son passati 18 mesi. Il
secondo invece è durato 12 mesi, perché la
banca ha preferito chiamarmi per addivenire a
più miti consigli, proponendomi una transazione, la terza infine è durata 20 mesi».
E per quanto riguarda le somme?
MARIO BORTOLETTO «Delle somme purtroppo non
posso dire l’importo perché, quando le banche
ti pagano, ti obbligano a firmare un patto di
riservatezza estrema perchè, ovviamente, voi
capite che la banca non ha nessun interesse che
il fatto venga pubblicizzato».
Tanta segretezza cosa le suggerisce?
MARIO BORTOLETTO «Che hanno paura. Perché
adesso per 5 correntisti che si “svegliano” ce
ne sono forse 5.000 che non sanno o che non
hanno il coraggio. Il sistema bancario ha tutto
l’interesse che questa possibilità per il correntista resti riservata a pochi tra virgolette coraggiosi. Che poi non si tratta di coraggio, io dico
sempre che il nostro atteggiamento è rivolto ad
esercitare una legittima difesa, gli atti che facciamo, i comportamenti che chiediamo altro
non sono che la restituzione di tutto quello che
ci è stato tolto».
uno
magazine
«Con il gioco delle valute
paghi oneri non dovuti»
Lei afferma: “Più spulcio tra i conti correnti e più trovo inganni”. Sarebbe?
MARIO BORTOLETTO «Sarebbe a dire che vedo un
sacco di giochi e giochini, per esempio, il cosiddetto “gioco delle valute” che consiste nel
fatto che le banche ti fanno pagare interessi
passivi quando il tuo conto, invece, è a credito.
Com’è possibile? Se tu fai un versamento, ad
Verso le banche lei muove anche un’altra accusa, non solo quella di averle
sottratto ingiustamente del denaro
non spettante, ma anche di aver conseguentemente “azzoppato” la sua
azienda. Un problema, purtroppo,
comune a molti imprenditori…
MARIO BORTOLETTO «È logico che se io ad una
banca a cui ho pagato una montagna di interessi e che poi, a seguito della causa vinta, risulta
essere addirittura debitrice nei miei confronti, in
MARIO BORTOLETTO
È un imprenditore edile di Padova, in attività
dal 1972. Dal 2004 il suo lavoro subisce i primi
effetti della crisi economica. Le banche cominciano a chiedergli di rientrare, non concedono
più alcuna dilazione, dopo anni di collaborazione e fiducia reciproche. Per questo è costretto a vendere alcune sue proprietà. Le banche
non mollano. Mentre l’imprenditore attende
che lo Stato gli paghi lavori già ultimati, gli istituti di credito si fanno sotto pretendendo
rientri immediati e negando quegli anticipi
delle fatture che rappresentano una condizione necessaria per avviare i cantieri, pagare i
dipendenti e i fornitori, sostenere l’attività. Nel
2008 decide di passare al contrattacco.
Commissiona le prime perizie sui propri conti
correnti dalle quali risulta che i tassi d’interesse applicati dalle banche sono oltre la soglia
che definisce il reato di usura. Ad oggi ha avviato cause con cinque diversi istituti. Ha ottenuto tre vittorie, una con sentenza del Tribunale
di Padova e relativo risarcimento per circa
90.000 euro, la seconda con una transazione.
Dal 2013 è vicepresidente nazionale del movimento denominato Il delitto di usura, che tutela le vittime di usura ed estorsione bancaria prestando assistenza informativa tecnico-legale. È stato riconosciuto dal Tribunale
di Venezia consulente tecnico di parte in materia bancaria. Nel settembre del 2013 la
sua storia è stata raccontata nel corso della trasmissione Presadiretta di Riccardo
Iacona. Nel novembre del 2013 il programma Report di Milena Gabanelli ha raccolto
la sua testimonianza in un servizio della giornalista Giovanna Boursier.
Il suo indirizzo email è [email protected].
esempio di venerdì, le banche te lo accreditano
con diversi giorni di ritardo, se poi tu con il
conto precedentemente in rosso vai magari ad
utilizzare questo denaro che, in realtà hai già
versato ma che con il gioco delle valute, come
abbiamo visto, ti dev’essere ancora ufficialmente accreditato, avviene che in pratica ti fanno
pagare interessi sui tuoi stessi soldi. In conclusione mentre tra banche le transazioni avvengono in forma telematica e immediata il correntista, invece, i suoi soldi li vede solo dopo 8
o 9 giorni. Questo è un sistema non trasparente e che fa pagare interessi “illimitati”, tecnicamente si chiamano così, quando il tuo conto è
a credito ma la tua banca ti mette artificialmente a debito».
pratica, mi autorizza ad affermare che la stessa
banca non solo mi ha sottratto del denaro ma
mi ha anche impedito, se lo avessi avuto disponibile, di poterlo usare per incrementare la mia
attività, assumere nuovi dipendenti, aumentare
le dimensioni dell’azienda stessa. Ecco cosa
intendo con il termine “azzoppata”, perché
togliendomi del denaro, ha di fatto rallentato o,
quanto meno, non mi ha permesso di sviluppare al meglio la mia attività».
«Avete dubbi? Chiedete
la perizia econometrica»
Senza dimenticare che questo agire in
modo scorretto, da parte di alcune
banche, può impedire anche all’im-
9
«Quella raccontata da Mario Bortoletto
è una storia di straordinaria resistenza personale.
Bortoletto, da solo, è riuscito a mettere in luce
i meccanismi nascosti con i quali le banche lucrano
sui conti correnti dei cittadini. Ed ha aperto
un mondo, prima sconosciuto».
(Riccardo Iacona)
prenditore più onesto, ad esempio, di
pagare nei tempi previsti i fornitori...
MARIO BORTOLETTO «Sì certo, è possibile far soffrire anche i fornitori, come può accadere di
non poter versare i contributi verso lo Stato, le
stesse tasse perchè, parliamoci chiaramente,
magari proprio i soldi che a loro mancano stanno, invece, nelle “tasche” di qualcun altro».
La lobby bancaria, secondo lei, siede
allo stesso tavolo dei politici e questo
darebbe loro un senso di impunità...
MARIO BORTOLETTO «Io lo dico spesso e da anni
ormai che nel nostro Paese abbiamo un grande
malato: la Banca d’Italia. Quella che dovrebbe
essere la banca degli italiani, in realtà soffre di
una crisi di identità. Perché non sa se è, appunto, la banca degli italiani, come dovrebbe essere, o la banca delle banche. In realtà fa gli interessi delle banche dimenticandosi, invece, che
dovrebbe fare quelli degli italiani correntisti.
Perciò difende a spada tratta l’operato delle
banche, anche quando vi sono dei comportamenti illeciti».
«La Banca d’Italia fa gli
interessi delle banche»
Nel suo libro lei scrive che in banca
sapevano di commettere usura nei suoi
confronti, sapevano di doverne restituire eppure pretendevano altri soldi…
MARIO BORTOLETTO «Certo, perché loro credono
e pensano che il correntista sia sempre ignaro,
arrendevole e che si metta a disposizione della
banca, vendendo le cose a lui più più care: le
case, gli immobili, gli oggetti... Tutto pur di
pagare un debito che molte volte, invece, non
è affatto dovuto! Ecco, questa è una cosa che,
francamente, è inaccettabile».
Come si fa a capire se i tassi d’interesse applicati dalle banche sono oltre la
soglia che definisce il reato di usura?
MARIO BORTOLETTO «Bisogna fare, come ho detto
poco fa, la perizia econometrica ovvero la
radiografia del proprio conto corrente. In pratica vengono presi, dal primo all’ultimo, tutti gli
estratti conto ed analizzate le singole operazioni, compreso il famoso gioco delle valute.
Insomma si fanno “le pulci” a tutto quello che
rappresenta la storia vera e propria del rapporto intercorso con la banca. Ecco perché, ad un
certo punto, può risultare e succede molto
spesso che il tasso applicato effettivamente,
non quello dichiarato dalla banca, sia addirittura il doppio: per cui si supera il cosiddetto
“tasso soglia”, che è il limite oltre il quale una
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banca o una finanziaria, può prestare il denaro.
Questo tasso è determinato dal Ministero del
Tesoro assieme alla Banca d’Italia, se si va oltre
e lo si supera, alla banca non spetta più alcun
interesse, se non quello che intercorre tra i bot
e il tasso legale. Lei capisce che parliamo
dell’1,50 o 2,00% anziché del 24, 27 o 30%».
«Chi è vittima dell’usura
chieda aiuto alla legge»
Per questa sua battaglia ha ricevuto in
qualche forma un sostegno dallo Stato
o dalle istituzioni?
MARIO BORTOLETTO «Indirettamente no, ma direttamente sono stato nominato “vittima dell’usura” bancaria e lo Stato con la legge 44/99
all’articolo 20, dà la possibilità alle persone che
hanno denunciato l’usura di ottenere la
sospensione dei termini, ovvero un sistema per
aiutare gli imprenditori che hanno avuto questa
disavventura a reinserirsi nel mondo del lavoro
(vedi box in pagina N.d.R.). Il correntista può
anche accedere, eventualmente, ad un fondo
messo a disposizione dal Ministero degli
Interni, un mutuo senza interessi, per ottenere
dei finanziamenti senza ulteriori oneri».
Molti imprenditori sono in difficoltà
anche a causa dello Stato italiano,
decisamente un pessimo pagatore.
Secondo lei sì può cercare di ottenere
soddisfazione facendo causa alla massima istituzione di questo Paese?
MARIO BORTOLETTO «Questa è una bella domanda, che lo Stato paghi a “babbo morto” lo sappiamo e lo leggiamo tutti i giorni. Io stesso ho
un credito verso lo Stato da ben 4 anni e non
riesco ad incassarlo, quindi parlo con cognizione di causa. Secondo il mio modesto parere
basterebbe solo che lo Stato, che parla tanto di
economia e di sviluppo, pagasse i propri fornitori a 30 giorni e obbligasse tutti noi, cittadini
e imprese, ad effettuare i pagamenti con la
stessa tempistica. In questo modo, gli imprenditori, gli industriali e gli artigiani incasserebbero il loro denaro in tempi molto più stretti e non
avrebbero così la necessità di mettersi nelle
grinfie delle banche».
È vero che parte del suo tempo e dei
risarcimenti sono a favore delle famiglie degli usurati che si sono suicidati?
MARIO BORTOLETTO «Sì, una parte del mio tempo
l’ho dedicato a due famiglie che hanno subìto,
queste disgrazie e sto aspettando dei rientri per
poter aiutare anche altre due famiglie del centro Italia che, purtroppo, hanno avuto esperienze simili».
Infine, cosa si sente di dire a chi vive
un momento così drammatico a causa
del “fiato sul collo” delle banche?
MARIO BORTOLETTO «Soprattutto che non devono
commettere gesti estremi, perché molte, ma
molte volte, il correntista è creditore e non
debitore nei confronti del sistema bancario e
che devono perciò assolutamente, anche per
vivere meglio, farsi fare prima una perizia econometrica, per capire chi è il vero debitore o,
quanto meno, per scoprire che il debito è molto
ridimensionato rispetto alle pretese della
banca. Questo fa vivere meglio sia la persona
colpita dal problema e anche i suoi familiari».
Intervista a cura di Claudio Campagnolo
Disposizioni concernenti il Fondo di solidarietà per le vittime delle richieste estorsive e dell’usura
Legge 23 febbraio 1999, n. 44 - Art. 20. (Sospensione di termini)
1. A favore dei soggetti che abbiano richiesto o nel cui interesse sia stata richiesta l’elargizione prevista dagli articoli 3, 5, 6 e 8, i termini di scadenza, ricadenti entro un anno dalla data dell’evento lesivo, degli adempimenti amministrativi e per il pagamento dei ratei dei mutui bancari e ipotecari, nonchè di ogni altro atto avente efficacia esecutiva, sono prorogati dalle rispettive scadenze per la durata di trecento giorni.
2. A favore dei soggetti che abbiano richiesto o nel cui interesse sia stata richiesta l’elargizione prevista dagli articoli 3, 5, 6 e 8, i termini di scadenza, ricadenti entro un anno dalla data dell’evento lesivo, degli adempimenti fiscali sono prorogati dalle rispettive scadenze per la durata di tre anni.
3. Sono altresì sospesi, per la medesima durata di cui al comma 1, i termini di prescrizione e quelli perentori, legali e convenzionali, sostanziali e processuali, comportanti decadenze da qualsiasi diritto, azione ed eccezione, che sono scaduti o che scadono entro un anno dalla data dell’evento lesivo.
4. Sono sospesi per la medesima durata di cui al comma 1 l’esecuzione dei provvedimenti di rilascio di immobili e i termini relativi a processi esecutivi mobiliari ed immobiliari, ivi comprese le vendite e le assegnazioni forzate.
5. Qualora si accerti, a seguito di sentenza penale irrevocabile, o comunque con sentenza esecutiva, l’inesistenza dei presupposti per l’applicazione dei benefici previsti dal presente articolo, gli effetti dell’inadempimento delle obbligazioni di cui ai commi 1 e 2 e della scadenza dei termini di
cui al comma 3 sono regolati dalle norme ordinarie.
6. Le disposizioni di cui ai commi 1, 2, 3, 4 e 5 si applicano altresì a coloro i quali abbiano richiesto la concessione del mutuo senza interesse di
cui all’articolo 14, comma 2, della legge 7 marzo 1996, n. 108, nonchè a coloro che abbiano richiesto l’elargizione prevista dall’articolo 1 della
legge 20 ottobre 1990, n. 302.
7. La sospensione dei termini di cui ai commi 1, 2, 3 e 4 ha effetto a seguito del parere favorevole del prefetto competente per territorio, sentito
il presidente del tribunale.
uno
magazine
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O E C O N O M I A & DINTORNI
O E C O N O M I A & DINTORNI
“Condominio Italia” hai un pessimo
Amministratore
R
Con le tasse incassiamo più soldi della Germania,
ma la situazione si aggrava sempre di più. Il carico
fiscale ha superato la soglia dell’esproprio (il 54%). Sul tema
un’interessante analisi dell’economista Giuseppe Bortolussi.
S
egnatevi la data. Il 22 giugno
2014 sarà il giorno in cui, per
quest’anno almeno, finiremo
di lavorare per il fisco. Lo faremo
con due giorni in più rispetto al
2013. Tutti sono convinti di pagare troppo e di pagare tutto, mentre i governi presentano il conto,
ma lo presentano all’interlocutore
giusto?
IL NOSTRO È UN PAESE
D’INTERESSI CONTRAPPOSTI
Da una parte il dipendente, dall’altra il lavoro
autonomo. La pressione tributaria in Italia è
una delle più alte, tolte Svezia, Danimarca e
Finlandia. La differenza però, fra noi e questi
stati ad alta pressione fiscale, sta nel sistema di
welfare che, nei paesi citati, è molto superiore
al nostro. La tassazione nel nostro Paese è in
crescita: 472 miliardi di euro nel 2013, 489
miliardi di euro nel 2014, 502 miliardi di euro
nel 2015 e 517 miliardi di euro nel 2016.
Queste le previsioni, che potrebbero anche
essere errate per difetto.
EVASIONE FISCALE
LA GRANDE IMPUTATA
La spiegazione data a questo fenomeno è che
in italia c’è molta evasione fiscale, ma è davvero così? Questa la domanda che ha posto
Giuseppe Bortolussi, economista, segretario
della CGIAA di Mestre e consigliere regionale
del Veneto, durante un incontro di formazione
con i giornalisti, organizzato dall’Ordine dei
Giornalisti del Veneto e che si è svolto a Venezia
lo scorso febbraio. Lo Stato italiano ha a disposizione più soldi degli altri stati europei, ha spiegato Bortolussi, quindi non ha senso dire che
non ne ha. L’evasione è, secondo Bortolussi, un
alibi. Ma, allora, dove vanno a finire questi
soldi? Perché quando si parla di servizi che lo
Stato dovrebbe fornire non esistono dei dati?
BORTOLUSSI PROVA
A SFATARE IL MITO FISCALE
Addossare la colpa di questa situazione all’evasione fiscale, prosegue il segretario della CGIA,
è un falso mito perché i soldi, in realtà, ci sono.
12
Molti problemi vengono enfatizzati, in particolar modo quello sugli interessi relativi al debito
pubblico. Per spiegare con un facile esempio
questo aspetto, Bortolussi afferma che gli interessi sul debito pubblico incidono alla stregua
di 5.000 euro annui di spesa a fronte di entrate per 100.000 euro. Un esempio chiaro e alla
portata di tutti, lontano dai dati, spesso incomprensibili, che vengono forniti.
IN EUROPA LA TASSAZIONE
FAVORISCE LA FAMIGLIA
In Italia una famiglia monoreddito con entrate
per 30.000 euro l’anno paga 5.010 euro di
tasse, se bi-reddito ne paga 2.842, in Francia
una famiglia con lo stesso reddito paga 310
euro l’anno. In Italia più dipendenti ha
un’azienda più aumenta il carico fiscale, cosa
che spiega il fenomeno della presenza massiccia di piccole e medie imprese, con pochi
dipendenti. L’Italia, assieme alla Grecia e
all’Ungheria è il paese dove non esiste il reddito minimo garantito. Negli altri paesi europei i
giovani invece sono sostenuti con importi che
vanno dai 250 ai 500 euro mensili per favorire
la loro uscita dalla casa dei genitori. Studi appositi, inoltre, dimostrano che questo non incide
sulla voglia e sulla capacità di cercare un’occupazione ed affrancarsi dal contributo pubblico.
L’ITALIA È PARAGONABILE
AD UN PAESE SUDAMERICANO
Questa l’amara riflessione di Bortolussi. Nel
pubblico impiego la dirigenza si è assicurata,
prima del blocco degli aumenti, con incrementi agli stipendi ben 40 miliardi di euro in 10
anni, poi qualcuno se n’è accorto e ne hanno
recuperati 6. L’economia sommersa può essere
valutata in Italia come il 21% del PIL, nel nostro
Nordest il tasso si assesta fra il 14,5 e il 15%.
L’EVASIONE NON APPARTIENE
SOLO AL LAVORO AUTONOMO
Dal 1998 esistono gli studi di settore che stabiliscono il reddito minimo tassabile per ogni tipo
di attività, ben l’80% paga le tasse secondo
quanto stabilito dagli studi di settore (il 68%
risultano congrui, il 12% si adegua anche in
assenza di entrate congrue per non avere grane
ipensare il manifatturiero per
consentirci di restare sul mercato è d’obbligo perché, come
ha spiegato al seminario e
senza mezzi termini, il Presidente di
Confindustria
Veneto
Roberto
Zuccato: «Siamo di fronte ad un
bivio o rilanciare il manifatturiero
oppure il declino. Non siamo più
competitivi sulla quantità ma possiamo e dobbiamo esserlo sulla qualità». L’Italia, il Veneto, secondo
Zuccato, devono puntare sulla capacità di fare cose belle.
L’ILLUMINANTE ESEMPIO
DEL CONDOMINIO
Ci si chiarisce ancor di più la situazione
leggendo l’esempio del “Condominio
Germania” e del “Condominio Italia” suggerito da Bortolussi: «Nel Condominio
Italia, un condomino su sei non paga le
spese condominiali ma, alla fine, incassa
di più del Condominio Germania, dove
tutti pagano le spese condominiali. Nel
Condominio Germania tutto funziona
bene, nel Condominio Italia, invece, no.
La domanda è quindi: ma se anche nel
Condominio Italia tutti pagassero le spese,
i conti quadrerebbero e le cose andrebbero a posto? La risposta è no!».
peggiori, n.d.r.) e il rimanente 20% è costituito
da attività marginali che, spesso, chiudono
dopo poco tempo. Ecco quindi che l’immagine
pubblica e l’opinione pubblica riguardo il lavoro autonomo va molto rivista e ripensata.
IN ITALIA VALE IL PRINCIPIO
CHE LA TASSAZIONE È SACRA
L’evasione viene presentata come la causa primaria dello sfascio del Paese. La visione dovrebbe cominciare ad essere diversa. Il conto da
pagare per gli sprechi, un’amministrazione elefantiaca e inefficiente ed una spesa sconsiderata, è arrivato. Il “Condominio Italia” va gestito
diversamente, anche se recupererà quel condomino insolvente ed i soldi aumenteranno essi
non potranno continuare ad essere spesi e
gestiti malissimo come finora fatto. Un funzionario pubblico italiano guadagna 3 volte rispetto ad un collega di un paese Ocse, a fronte di
inefficienza e sprechi notevoli. La burocrazia
costa 7.000 euro pro capite ai cittadini italiani,
si tratta di un’organizzazione dove 1 su 6 lavora e tutti godono dell’inamovibilità, oltre
all’orario ridotto. La Pubblica Amministrazione
italiana deve alle imprese 91 miliardi (a febbraio, n.d.r.) ed ancora non sono stati liquidati del
tutto gli importi stabiliti per rispondere con un
atto concreto alle procedure di infrazione europea. Sulla base di questi dati la domanda sorge
spontanea: che fine farà il Condominio Italia?
uno
Margherita Maschio
magazine
LE CINQUE “Z” DEL VENETO
«In Veneto avete Zaccaria (Magnifico Rettore
dell’Università di Padova), Zuccato (Presidente
di Confindustria Veneto) Zaia (Governatore
della Regione), Zanonato (all’epoca Ministro
dello Sviluppo Economico), mi vien da dire che
vi manca solo Zorro». Questa la battuta con
cui, Beppe Severgnini, editorialista del
Corriere della Sera e scrittore, ha aperto il suo
intervento. «Ma neanche Zorro sarebbe in
grado di salvarci da una situazione molto critica, anche per un territorio, come il nostro, a
forte vocazione imprenditoriale - ha spiegato
Severgnini - una disoccupazione giovanile al
41,6% e una classifica che ci vede all’ultimo
posto per la voglia di fare impresa nella fascia
di età fra i 18 e i 64 anni, rivelano come ci sia
un allarme per una vera bomba ad orologeria
sociale. Non basta dire che l’Italia è un paese
pieno di talenti, cosa che i nostri politici sono
soliti dire quando vanno all’estero. I talenti
vanno scoperti, vanno scovati, ai giovani vanno
date delle opportunità e soprattutto vanno
pagati. I Paesi e le economie funzionano solo
con le alleanze fra le generazioni».
LE SETTE “T” DEL LAVORO
«Per fare un esempio - ha aggiunto il giornalista cremasco - all’Economist, prestigiosa testata giornalistica, il direttore non può avere più di
40 anni. Ai giovani viene poi richiesto di sapere
l’inglese, non bene, ma benissimo; di padroneggiare l’uso delle tecnologie e dei nuovi strumenti di comunicazione. FB, Twitter, Instagram
sono dei veri e propri strumenti professionali.
Talento, tenacia, tempismo, tecnica, tolleranza,
tenerezza ma soprattutto testa. È necessario
pensare oggi le soluzioni di domani».
INNOVAZIONE E PATTO GENERAZIONALE. In
questo scenario così difficile il dibattito si è
fatto ancora più interessante quando
Mariacristina Gribaudi Amministratrice
unica di Keyline e socia di AIDDA ha raccontato la sua esperienza. Nella sua azienda sono
presenti molti giovani, ma vengono date delle
opportunità anche a persone più mature.
Racconta infatti come abbia appena assunto
una over 50, a dimostrazione concreta di come
il patto generazionale possa essere concretamente portato in azienda. La cosa fondamentale è innovare “quando metto sul mercato un
nuovo prodotto il giorno dopo qualcuno cercherà di produrne uno simile. Il nostro gruppo
investe il 10% in sviluppo e innovazione”.
uno
magazine
Margherita Maschio
Beppe Severgnini
(Crema, 26 dicembre 1956)
è un giornalista
e saggista italiano.
Severgnini Le sette
T per trovare lavoro e le
cinque Zeta del Veneto
«Idee di oggi per il lavoro di domani. Uno
sguardo al futuro tra manifatturiero, tecnologia
e nuove professionalità». Di questo si è parlato a
Padova al seminario organizzato da AIDDA l’Associazione
Imprenditrici e Donne Dirigenti di Azienda e Dipartimento
di Scienze Economiche e Aziendali Marco Fanno.
13
O M O ST R E IN CORSO
cura di Margherita Maschio
MILANO
Klimt alle origini di un mito
In mostra 20 oli sui 100 realizzati
Piero Manzoni
1933-1963
A cura di Flaminio Gualdoni
e Rosalia Pasqualino di Marineo
Palazzo Reale FINO AL 2 GIUGNO
MILANO Fino al 13 luglio Palazzo Reale
Dal 26 marzo al 2 giugno 2014 Palazzo Reale
ospita una grande mostra dedicata a Piero
Manzoni. Uno degli artisti più geniali, innovatori e controversi del XX secolo, nato a Soncino
V
BOLOGNA
La ragazza con
l’orecchino di perla
Palazzo Fava FINO AL 25 MAGGIO
La ragazza con l’orecchino di perla, assieme
alla Gioconda di Leonardo e L’urlo di Munch, è
unanimemente riconosciuta come una delle tre
opere d’arte più note, amate e riprodotte al
mondo ed è a Bologna la star indiscussa di
una raffinatissima mostra sulla Golden Age
della pittura olandese. Il suo arrivo in Italia frutto straordinario di una trattativa durata un
paio di anni, sarà l’unica occasione per ammirarla in Europa al di fuori della sua sede storica da dove, conclusa la mostra bolognese,
probabilmente non uscirà mai più, essendo
l’opera simbolo della riapertura del
Mauritshuis a l’Aia, che riaprirà il 27 giugno
dopo importanti lavori di restauro ed ampliamento. Ad accompagnare il capolavoro ci
sono 36 altre opere dello stesso Museo. La
ragazza
con
l’orecchino
di
perla non sarà, tra
l’altro,
l’unico
capolavoro
di
Vermeer in mostra.
Ad affiancarla ci
sarà Diana e le
sue ninfe, quadro
di grandi dimensioni che rappresenta la prima opera da lui realizzata. E ancora, ben quattro Rembrandt e poi Frans Hals,
Ter Borch, Claesz, Van Goyen, Van Honthorst,
Hobbema, Van Ruisdael, Steen, ovvero tutti i
massimi protagonisti della Golden Age dell’arte olandese.
enti gli oli di Gustav Klimt proposti in questa esposizione: una raccolta straordinaria se si pensa che sono 100 al mondo i dipinti e gli
affreschi del maestro di cui si ha notizia. Basti pensare, inoltre, che il Museo
Belvedere, in occasione del 150° anniversario della nascita di Klimt, ha esposto un totale di 40 oli
nella grande mostra del 2012 che dava conto della formazione, dello sviluppo e dell’apice della carriera artistica del genio austriaco. La riproduzione
dell’originale del “Fregio di Beethoven” – esposto nel 1902 a Vienna all’interno del Palazzo della Secessione costruito nel 1897 – occuperà un’intera
sala in mostra e “immergerà” il visitatore nell’opera d’arte totale, massima
aspirazione degli artisti della Secessione Viennese, sulle note della Nona sinfonia di Beethoven. La mostra si propone di indagare i rapporti familiari e
affettivi di Klimt, esplorando gli inizi della sua carriera alla Scuola di Arti
Applicate di Vienna e la sua grande passione per il teatro e la musica attraverso l’esposizione di opere provenienti anche da altri importanti musei, tra
cui diversi capolavori come Adamo ed Eva, Salomè, Girasole e Acqua in
movimento.
L’Ossessione Nordica Böcklin,
Klimt, Munch e la pittura italiana
ROVIGO Fino al 21 giugno Palazzo Roverella
N
lascito di Arnoldus Andries des Tombe, L’Aia, 1903. © L’Aia, Gabinetto reale di pitture Mauritshuis.
elle prime edizioni della Biennale di Venezia, che nasce nel 1895,
l’arte nordica (scandinava, baltica, scozzese e tedesca più in generale) ebbe l’indiscusso ruolo di protagonista. All’epoca parecchi dei pittori italiani, specie se veneti o lombardi, furono profondamente influenzati dall’arte nordica, tanto
da rinunciare ad alcuni tradizionali caratteri dell’arte italiana per presentarsi camuffati da scozzesi, scandinavi o
tedeschi. Per la prima volta
una grande mostra intende
documentare
quanto
i
“Nordici”, intesi nel senso più
ampio del termine secondo le
intenzioni
del
critico,
Boecklin, Hodler, Klimt,
Klinger, von Stuck, Khnopff e
gli Scandinavi di varie tendenze come Zorn, Larsson o addirittura Munch, abbiano
influenzato gli italiani, che ne
hanno subìto il fascino o che
ne hanno abbracciato con
convinzione ed efficacia le
suggestioni.
Per questa grande rassegna è
stato selezionato un gruppo
di opere fondamentali nel
tracciato della scelta “nordica” delle prime Biennali, proprio quelle che, suggestionate da alcuni riconosciuti capiscuola - su tutti spicca Arnold
Boecklin - hanno determinato
scelte e linee artistiche e culturali destinate a segnare indelebilmente anche il percorso condiviso
e le differenti tendenze nell’arte italiana del primo Novecento. Il percorso è suddiviso in diverse
sezioni: Centauri, Tritoni, Sirene dalle Alpi alla Laguna; Dal Simbolo alla Natura: Gente del Nord;
La Poesia del Silenzio; Il Paesaggio dell’Anima: Neve e Fiordi, il Tempo e le Stagioni; Le Maschere
e i Volti; Venere senza Pelliccia; Virtuosismi in nero.
© L’Aia, Gabinetto reale di pitture Mauritshuis.
INFO Palazzo Roverella è in via Laurenti 8/10 a Rovigo. Orari: feriali 9:00/19:00 sabato e
festivi 9:00/20:00. Chiuso i lunedì non festivi. Ingresso euro 9. www.mostraossessionenordica.it
INFO Palazzo Reale è in Piazza Duomo 12 a Milano. Hashtag: #klimtmi.
Ingresso euro 11,00. Orari: lunedì 14:30 – 19:30; martedì, mercoledì e
domenica 9:30 – 19:30; giovedì, venerdì e sabato 9:30 – 22:30. Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura. www.klimtmilano.it
Sopra:
Felice
Casorati,
“Le due
bambine”
1912,
tempera
su cartone.
Destra: Gustav Klimt “Salomè” 1909,
olio su tela, cm 178 x 46.
Venezia, Ca’ Pesaro Galleria Internazionale d’Arte Moderna
©2014 Foto Scala, Firenze
Sotto:
Vilhelm
Hammershøi,
“Interiør
med
siddende
kvinde”
1908,
olio su tela.
Sinistra: Gustav Klimt, “Adamo ed Eva”
(incompiuto) 1917‐18,
olio su tela, cm 173 x 60.
Vienna, Belvedere © Belvedere, Vienna
Sotto: Gustav Klimt, “Girasole” 1907,
olio e pittura d’oro su tela, cm 110 x 110.
Vienna, Belvedere (legato Peter Parzer, Vienna) © Belvedere, Vienna
INFO Palazzo Fava è in via Manzoni, 2 a Bologna.
Orari: da lunedì a giovedì: ore 9:00/20:00;
venerdì e domenica: ore 9:00/21:00;
sabato: ore 9:00/22:00.
Ingresso Euro 13,00. www.genusbononiae.it
Sopra: Johannes Vermeer, “La ragazza con l’orecchino di perla”,
1665 circa, olio su tela, cm 44,5 x 39. L’Aia, Gabinetto reale di pitture Mauritshuis
Sotto: Pieter Claesz, “Natura morta con candela accesa”, 1627 olio
su tavola, cm 26,1 x 37,3. L’Aia, Gabinetto reale di pitture Mauritshuis acquisito nel 1961.
14
uno
magazine
uno
magazine
Piero Manzoni, “Merda d’Artista, n. 58, 68 e 80”, 1961
h 4,8, d 6 cm, scatoletta di latta, carta stampata.
Fondazione Piero Manzoni, Milano, Foto Bruno Bani, Milano
nel cremonese e morto a Milano nemmeno trentenne, nel 1963. Milano è stata la sua città,
dove ha operato da protagonista della stagione di maggior fervore del secondo dopoguerra, ponendosi a fianco di un maestro come
Lucio Fontana e agendo da referente primario
della neoavanguardia europea, tra la Francia
di Yves Klein e la Germania del gruppo Zero,
l’Olanda del gruppo Nul e la dimensione
cosmopolita di Nouvelle Tendance. Mezzo
secolo è trascorso dalla sua scomparsa precoce e il riconoscimento internazionale di
Manzoni è un fatto compiuto. Per questo
Milano ha deciso di dedicargli una mostra, la
più importante mai realizzata in città dalla sua
morte, che ne documenti il percorso in tutta la
sua ampiezza e ricchezza problematica attraverso la presentazione di circa 100 opere che
rendono conto della sua intera parabola artistica. Genialmente radicale, Manzoni viene raccontato dagli esordi in area postinformale alla
concezione degli Achromes, dalle Linee alle
Impronte, dal Fiato alla Merda d’artista, dal
coinvolgimento del corpo fisico vivente nell’opera alla dimensione totalizzante dell’esperienza estetica di progetti come il Placentarium.
Un ampio apparato di materiali, documentari
originali, manifesti, fotografie, cataloghi, lettere integrerà il percorso espositivo, restituendo il
clima fervido della Milano a cavallo tra gli anni
’50 e ’60, quando la città è già una delle
autentiche capitali culturali europee.
INFO Palazzo Reale è in Piazza Duomo 12
a Milano. Orari: lunedì 14:30/19:30; da martedì
a domenica 9:30/19:30; giovedì e sabato 9:30/22:30.
www.mostramanzonimilano.it
15
O M O ST R E IN CORSO
O M O ST R E IN CORSO
MESTRE
PADOVA
Ruth Orkin
+ Morris Engel
dalla fotografia
alla cinematografia
Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale.
© Succession H. Matisse, by SIAE 2013
Henri Matisse,
“Nudo seduto di spalle”, 1917
Olio su tela, cm 62,2, x 47,1
Sotto
Philadelphia Museum of Art.
© Succession H. Matisse, by SIAE 2013
Galleria Cavour
FINO AL 13 MAGGIO
Centro Culturale Candiani
FINO AL 1° GIUGNO
Questa retrospettiva, per la prima volta in
Italia, mette a confronto due maestri della
fotografia e cinematografia internazionale,
Ruth Orkin e Morris Engel, compagni nella
vita e nel lavoro. Nel corso di 30 anni spesso hanno lavorato insieme e altrettanto spesso hanno prodotto i loro progetti artistici indipendentemente l’uno dall’altro, ma sempre
legati da una sensibilità comune. Provenienti
da due mondi completamente diversi – lei
cresciuta a Hollywood e con uno spirito
avventuriero che la porta a girare il mondo
sin da giovanissima, lui cresciuto a Brooklyn
- ma entrambi appassionati di fotografia, si
incontrano a New York in una delle associazioni di fotografi più rivoluzionarie del
momento, la Photo League. Proprio nella
fotografia di documentazione sociale mossero i loro primi passi Ruth Orkin e Morris
Engel, per poi dedicarsi principalmente lei ai
ritratti di celebrità e alle fotografie di pae-
PADOVA
Inquieti
sconfinamenti
Centro culturale Altinate
San Gaetano
FINO AL 2 GIUGNO
La mostra presenta tre affermati fotografi
europei, di provenienza e formazione diverse,
ma accomunati da una riflessione sul rapporto
spazio/tempo. Christian Tagliavini, italo-svizzero di Lugano, è l’autore di una serie di scatti ispirati ai maestri del Rinascimento che, proponendo volti della contemporaneità, modelle
o personaggi, attraversano il tempo e lo spa-
Matisse, la figura. La forza
della linea, l’emozione del colore
FERRARA Fino al 15 giugno Palazzo dei Diamanti
P
ossiamo affermare che il genio
di Matisse ha cambiato il corso
dell’arte del Novecento, imprimendo la sua visione nuova ad
ogni genere artistico. Nessuno di questi, però, l’ha affascinato quanto la rappresentazione della figura, soprattutto femminile, al
punto da impegnarlo per l’intero arco della sua
carriera in una ricerca incessante attraverso
tutte le tecniche. È questo il tema attorno a cui
è incentrata la mostra che propone un ritratto a
“tuttotondo” e non scontato del maestro francese, mettendo in risalto le sue doti di alchimista del colore, ma anche il suo grande talento
grafico e scultoreo. Un centinaio di opere provenienti da musei e collezioni private di ogni parte
del mondo, racconta l’avventura attraverso la
quale Matisse, al pari di Picasso, si è ispirato al
più classico dei temi, quello della figura, e ne ha
sovvertito la rappresentazione tradizionale.
16
INFO Palazzo dei Diamanti si trova in Corso
Ercole I° d’Este, 21 a Ferrara. Orari di apertura: tutti i giorni 9:00/19:00 Aperto anche
Pasqua, Lunedì dell’Angelo, 25 aprile, 1°
maggio e 2 giugno. Ingresso euro 11.
www.palazzodiamanti.it
«Quel che più mi interessa non è
né la natura morta, né il paesaggio,
ma la figura. La figura mi permette
ben più degli altri temi di esprimere
il sentimento, diciamo religioso,
che ho della vita».
(Henri Matisse, 1908)
saggio di New York, lui alla filmografia. Ruth
Orkin e Morris Engel giocarono un ruolo fondamentale anche nella scena cinematografica americana indipendente degli anni ’50.
Fra gli altri, John Cassavetes, Martin
Scorsese e François Truffaut hanno tratto ispirazione dai loro film. Oltre al nucleo centrale dell’esposizione, costituito da oltre 60
fotografie, in bianco e nero e colori di Ruth
Orkin e Morris Engel, in mostra anche la loro
produzione cinematografica con la proiezione dei loro celebri lungometraggi.
INFO Il Centro Culturale Candiani si trova in
Piazzale Candiani, 7 Venezia Mestre. Sala espositiva secondo piano,. Orario: dal mercoledì alla
domenica 16.00 - 20.00 ingresso: intero 5 euro.
www.candiani.comune.venezia.it
In mostra anche
la famosissima
“American Girl in
Italy” Firenze, 1951
che ha segnato la
storia della fotografia,
icona di «un molteplice immaginario:
scorcio di un’Italia
che fu, quella del
dopoguerra, ritratto
di un incontro-scontro
tra culture e sguardi».
© Ruth Orkin Photo
Archive/Courtesy Howard
Greenberg Gallery, New York
zio immersi in un’atmosfera assoluta. Rosa
Isabel Vazquez è una fotografa spagnola che
lavora con Jose Antonio Fernandez. I due artisti, che si firmano con il nome di Rojo Sache,
investigano reale e immaginario, proiettando i
propri sentimenti e le emozioni indotte da
spazi naturali estranianti in una atmosfera
fuori dal tempo. Xavier Delory, belga, è un
fotografo concettuale che concepisce la fotografia come una riflessione sull’architettura.
Piccole case rassicuranti diventano inquietanti
perché prive di porte e finestre, alcune sue
immagini ricordano quelle surreali di Magritte.
INFO Il Centro Culturale Altinate San Gaetano
si trova in via Altinate a Padova. Ingresso: libero.
www.padovacultura.padovanet.it
uno
magazine
Nell’ambito di Padova Photo-Graphia
questa mostra è dedicata al fotografo
americano Matthew Albanese che crea
diorami di diverse dimensioni che
offrono la rappresentazione di un
evento naturale o di un paesaggio idilliaco. Il tema della rassegna Padova
Photo-Graphia è “Timeline. La storia e
lo sguardo crea un percorso tra la fotografia contemporanea e il passato”.
La scelta del diorama evoca i primi
esperimenti di Louis Jacques Mandé
Daguerre, inventore del procedimento
fotografico del dagherrotipo, per il
quale il diorama fu il pretesto che condusse all’invenzione della fotografia. Per Albanese, invece, il diorama è il luogo della sperimentazione dei materiali elaborati e ricomposti in funzione
di una sola immagine da spettacolarizzare.
INFO La Galleria Cavour è in piazza Cavour a Padova. Ingresso: libero. www.padovacultura.padovanet.it
VENEZIA
Tiziano, un autoritratto
Museo Correr FINO AL 15 GIUGNO
Al Museo Correr l’occasione di ammirare un affascinante
Autoritratto a disegno recentemente ritrovato e riconosciuto
a Tiziano Vecellio da autorevoli studiosi internazionali. Il
disegno, concesso generosamente in prestito da una collezione statunitense, rappresenta per i visitatori dei Musei di
Piazza San Marco una singolare occasione di confronto
con l’inaspettata rappresentazione di se stesso consegnataci dal “sommo” Tiziano. Dal plurisecolare buio della storia
riemerge il volto del ‘grande vecchio’ della pittura veneta;
giunto quasi all’età di ottant’anni, onorato da imperatori e
papi e celebrato ovunque in Europa grazie alle sue opere, Tiziano pare aver affidato ad un fragile piccolo foglio di carta la sopravvivenza della propria immagine terrena. Concentrato nel profilo della testa, col solo accenno del ricco collo di pelliccia e della cuffia, il rapido e sicuro tratto
della matita nera, sempre mobile e vibrante, ma qui insolitamente anche minuto ed analitico, cattura con straordinaria immediatezza l’inconfondibile e familiare profilo del pittore, restituendocene tutta la consapevole dignità conseguita con la sua impareggiabile Arte della Pittura.
INFO Il Museo Correr si trova in Piazza San Marco, 52 a Venezia. L’esposizione è visitabile
con il biglietto e l’orario dei Musei di Piazza San Marco. www.correr.visitmuve.it
Scade: il 31/12/2014
MUSEI CIVICI
Padova Varie sedi.
Musei Civici agli
Eremitani/Cappella degli
Scrovegni/Palazzo Zuckermann biglietto
cumulativo € 6 - Palazzo della Ragione
€ 2 - Stabilimento Pedrocchi € 2,50 Oratorio San Rocco € 2 - Oratorio San
Michele € 1,50 - Casa del Petrarca € 2
- Loggia Odeo Cornaro € 2.
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INGRESSO RIDOTTO SPECIALE
Vedi quotazioni riportate sopra per ogni singola sede.
ATTENZIONE LA CONVENZIONE È VALIDA
SOLO RITAGLIANDO IL PRESENTE COUPON.
17
RITAGLIALOSCONTO
Henri Matisse,
“Icaro” dalla serie Jazz,
1943-46
Accanto
Strange Worlds
O
O SONDAGGIO S O C I A L
SECONDO V O I
SOCIALUN’AUTENTICA DROGA PER IL 67%
IL 56% NON INTERCETTEREBBE NESSUNO
La stragrande maggioranza di chi ha risposto ammette la propria “dipendenza”
da social network. Mentre alla domanda sulle intercettazioni il 54%, tra chi ha risposto sì,
pone al vertice dei propri desideri “spionistici” l’intera classe politica, fino alle sue più alte sfere.
Alessandra
Santonastaso Grafica
1) Io sto benissimo senza
FB e company, per certe
cose è utile ok, ma finisce
qua.
Andrea Tommaseo Ponzetta
Facebook
1) Falso, almeno per me.
2) Nessuno.
Claudia Galtarossa Facebook
1) Secondo me per molte
persone (soprattutto per i
giovani di età compresa tra
i 13 e 18 anni) i social network sono una vera e propria droga. Io la penso così.
Alessia Bernardi
Facebook
1) Sì credo che per tanti sia una droga.
2) Intercettazioni? Di tutti i politici e funzionari che vengono pagati con soldi provenienti dalle tasse sul popolo!
Astronauta Terrestre Indignato
Facebook
1) Verissimo... non si fa un’azione, senza
pubblicarla o renderla nota. Sempre connessi e sempre a guardare i fatti degli altri, invece di uscire e socializzare.
2) Il telefono di De Benedetti... non credo
esista una persona più sporca e corrotta di
quello e nessuno gli fa nulla!
Arcolin Leopoldo Facebook
1) Vero, specialmente per i ragazzi che, purtroppo, preferiscono la socializzazione virtuale perché più semplice da gestire.
Cristina Cazan Facebook
1) Sì, purtroppo è vero.
2) Nessuno, semplicemente perché non mi
piace curiosare nella vita di nessuno e spero
nessuno lo faccia con me.
Filippo Sottovia
Imprenditore
1) Sì i social sono una
droga.
2) Intercetterei qualche
politico che ride di quello che sta succedendo, sfregandosi le mani
come quei maledetti dopo il terremoto... E
da noi continuano i suicidi.
Gianna Seraglia
Facebook
1)
Vero
per
molti.
Soprattutto giovanissimi.
2) Del mio avvocato... non
si sa mai.
Giampietro Vecchiato Docente
2) Non intercetterei nessuno. Solo rari casi autorizzati
da una Magistratura seria e
non politicizzata. La libertà
delle persone è il bene più
grande.
Elisa Tardivo
1) Sì, è vero che i social network sono come
una droga.
2) Non intercetterei le telefonate di nessuno
al momento.
Carlotta Lana Facebook
1) Vero, per molti diventa una droga.
2) Napolitano.
Carlo Garofolini Facebook
1) Vero...
2) Massimo D'Alema.
Photo Thomas Ortolan www.thomasortolan.it - Model Monica Boin - Credits Manuel Nani Hs Omar Turrini Mua
Alain Luciani Facebook
1) Vero, vero. Sono nel settore informatico, potrei raccontarvi delle scenate di
alcuni clienti che non possono utilizzare FB per alcuni
giorni.
2) Intercettare? Solo i politici e i malavitosi.
Giulio Marcolin Facebook
1) Verissimo, anzi spesso
capita che gli "adulti" chiedano aiuto ai propri figli per
“taggare”,
“chattare”,
mettere “mi piace” o commentare uno stato sul più
famoso social network. E
succede anche che i figli dicano “basta stare
su Facebook” ai propri genitori perché loro,
con fb, ci sono nati e sono anche annoiati,
mentre i genitori hanno un nuovo mondo di
amicizie vecchie e nuove tutto da scoprire.
2) Credo che intercetterei solamente le telefonate dei messaggi di pace e dell’amicizia
tra i vari popoli in guerra. Semplicemente per
captare qualche segnale di vita, di speranza e
di amore tra persone. Persone abitanti lo
stesso posto, la stessa Terra che si fanno la
guerra a “vince chi mangia di più”.
Aurora Scarin Facebook
1) Sicuramente i social network sono entrati
e fanno parte della nostra "vita virtuale" con
una certa prepotenza e
importanza ma solamente
in questi recentissimi ultimi
anni. Fanno bene o fanno
male? Dipende dalla persona che li gestisce e si fa
gestire, da ciò che viene
(segue a pag. 21)
PER I SONDAGGI DI QUESTO NUMERO ABBIAMO CHESTO
1) SOCIAL NETWORK: PER MOLTI UNA DROGA. VERO O FALSO?
2) DI CHI INTERCETTERESTI LE TELEFONATE E, SOPRATTUTTO, PERCHÉ?
18
uno
magazine
uno
magazine
19
O SONDAGGIO I N T E R C E T T A T O
O
pubblicato, da ciò che si dice e da ciò che ti
viene chiesto di essere e a cui appartenere.
Un esempio, ultimo solo per la cronaca ma
non isolato, il suicidio della ragazzina di
Cittadella.
2) Intercetterei le telefonate di Napolitano, il
perché? Penso che sia un grande uomo con
qualche scheletro nell’armadio e tanta voglia
di esprimere a gran voce tutta la sua amarezza e disappunto per ciò che è costretto a
vedere e sentire... Magari qualche commento poco carino al telefono lo fa.
Eva Cattin Facebook
1) Vero.
2) No, non avrei bisogno di controllare nessuno perché mi fido delle persone che stanno al mio fianco!
Candy Nico Maggy
Facebook
1) Vero...
2) Tutti i politici per sapere
quanto se la spassano a
spese nostre.
Eurocare Italia Facebook
1) Vero.
2) Le tante persone false, ipocrite e bugiarde, perché così conoscerei
ciò che pensano VERAMENTE.
Mariyana
Dimitrova Facebook
1) Sì, vero...
2) Di nessuno.
Loredana Carlotta Fusè Facebook
1) Direi proprio di sì.
2) Non intercetterei nessuno, sono una persona molto curiosa ma di
ben altro.
Mariya Bazyuk
Facebook
1) Sì è vero.
2) Intercetterei il mio
amore, perché lo amo.
Fabrizia Fabry Birello Facebook
1) Vero Facebook è una droga io, ultimamen-
20
uno
magazine
uno
magazine
SECONDO V O I
te, cerco di aprirlo non più di due volte al
giorno e per pochi minuti. Auspico che sia
così anche per altre persone. È vero che per
certi aspetti è utile, io ho ritrovato molti
cugini ma sotto altri aspetti, purtroppo, è
distruttivo.
2) Personalmente non ho nessuno in particolare a cui farei intercettare le telefonate, è
giusto farlo quando si sospetta una persona
di frode fiscale o altri reati.
Massimo Patron
Facebook
1) Falso.
2) Di nessuno, perché
esiste o non esiste la
privacy? Esiste solo
quando fa comodo a qualcuno? O la si fa per
tutti o, altrimenti, non ha senso.
Lara Cossale Facebook
1) Per molti sì è una droga e quando ci sei
dentro fai fatica a dire di no, ma bisogna
usare un po' di controllo. Sono molto utili
invece quando hai una persona lontana, io
per un anno ho avuto mio figlio in Australia
e direi che è stato importante comunicare
anche così.
2) Sarei curiosa di intercettare le telefonate di
una persona amica che mi ha deluso molto...
Perché non è onesta.
Matteo Morosinotto Facebook
1) Se i Social Network possono essere una droga? Si diceva così per tante cose nel
passato: ad esempio per Libri
(eh sì), Cinema, Radio,
Televisione, Video Game,
anche del Lavoro si diceva
che era una droga in alcuni casi. Direi quindi di
no. È solo la “moda” del momento secondo la
classica curva di tutto: Nascita/ElitéDiffusione/MassificazioneNicchia/Specializzazione. Un po’ di tempo è
saranno usati, come lo sono adesso e come
sono adesso, solo da un ristretto numero di
utenti dopo un periodo di uso quasi universale.
Maurizio Sottocasa Facebook
1) Falso.
2) Nessuna.
Mauro Montebovi
Facebook
1) Vero.
2) Nessuno.
Mary Ole
Mazzucato Facebook
1) Vero, per molti lo è, per fortuna c'è sempre un dieci per cento che si salva.
2) ... Nessuno per rispetto della privacy.
Massimo Innaimi Facebook
1) Per molti ma non per
tutti? Vero.
2) Poiché le intercettazioni
dovrebbero essere solo uno
strumento di indagine di
p.g al fine di evidenziare e
accertare una verità, pertanto se fosse solo per fini di curiosità allora
di nessuno.
Ilaria Pianezzola
Facebook
1) Vero sicuramente.
2) Nessuno, le cose le sappiamo lo stesso anche
senza le prove di intercettazione.
Irma Mainino Facebook
1) Droga? Dipendenza? Forse, ma io la chiamerei piuttosto curiosità, sbirciare, vedere
che fanno e dicono altri, cazzeggiare per
molti.
2) Non amo le intercettazioni in generale,
non le trovo giuste e soprattutto non sono
giuste verso nessuno! Solo gli organi di polizia possono farlo per ordine della magistratura. Io la penso così
Luciano Tortima
Facebook
1) Ogni prodotto sociale per
me è figlio del proprio
tempo. Nelle piazze reali
una volta si spettegolava, si
ECCO COME DISINTOSSICARSI Facebook e gli altri social network fanno ormai parte della vita quotidiana delle persone, ma per alcuni sono diventati una
vera e propria droga. Un gruppo di medici ha addirittura ipotizzato che per alcuni soggetti i social network, in particolare Facebook, può generare anche aumenti degli attacchi d’asma.
In altri casi potrebbe addirittura arrivare a provocare stato confuzionale, perdita dell’orientamento e frustrazione. Allora la cosa migliore da fare, per evitare queste spiacevoli conseguenze da abuso da social, è saperli usare nel modo giusto e nella dose giusta. La prima sensazione generata dal social è una sorta di eccitazione iniziale. Si iniziano a cercare gli amici che
non si vedono da tempo, si provano le applicazioni, i giochi, rispondere a post, foto e commenti. Questa fase può durare anche molto e nei casi più estremi, potrebbe addirittura prendere il sopravvento sulla vita personale e professionale con effetti devastanti. Facebook è uno straordinario strumento che se preso nelle giuste dosi, ci consente di tenerci in contatto con
persone che sono in qualsiasi parte del mondo. Ma se se ne fa un abuso, può anche generare effetti spiacevoli sulla salute psicofisica. Ed a un certo punto può accadere che il solo
Facebook non ci basti più. Allora cominciamo ad interessarci agli altri social, come Twitter o LinkedIn e pian piano veniamo talmente assorbiti che non riusciamo più a trovare il tempo per
andare a fare la spesa o finire un lavoro – tra l’altro sempre più persone dichiarano di non poter fare a meno dei social, in particolare Facebook neanche sul posto di lavoro – e se non
aggiorniamo di continuo il nostro status, ci viene l’angoscia. A questo punto il messaggio è chiaro: bisogna assolutamente prendersi una pausa, staccare la spina da tutti i social. Ecco
come fare. 1. Ridurre gradualmente le ore passate su Facebook e sugli altri social. 2. Non usare il telefonino per ricevere aggiornamenti sui
social e limitarsi ad usare solo il computer fisso. 3. Dedicare ai social un tempo limitato, magari durante la pausa pranzo. Sullo stesso
Facebook, tra l’altro, è nato un gruppo di discussione che tratta appunto l’argomento della cancellazione dal social e spiega come fare ad eliminare ogni traccia del proprio trascorso su
Facebook. In questo caso, bisogna chiedere la disattivazione del proprio profilo e smettere di usarlo per 14 giorni, al termine dei quali si verrà eliminati definitivamente. In ogni caso,
prima di arrivare a questa soluzione estrema, è bene sapersi regolare e non porre Facebook e gli altri social al centro della propria vita.
Fonte: www.internet.tuttogratis.it
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O
SECONDO V O I
QUANTO TEMPO CI SI “SPRECA”?
Hanno ormai superato il miliardo gli utenti di Facebook. C’è chi lo usa per tenersi aggiornato sugli eventi della sua città, chi per rimanere in contatto con amici e parenti lontani, chi semplicemente come passatempo un po' voyeuristico prima di andare a dormire. Ma per molti è una vera e propria droga dalla quale non ci si riesce a staccare. Per questi ultimi la prestigiosa rivista
Time ha creato un’applicazione che "svela" quanto tempo passiamo, anzi, sprechiamo, su Facebook ogni giorno. A questa pagina
http://time.com/6107/how-much-time-have-you-wasted-on-facebook/ potete scoprire con esattezza quanto tempo siete stati impegnati a guardare video di gattini, fare "mi piace" a status dei vip o condividere immagini più o meno divertenti. Speriamo che la scoperta possa essere utile per tutti
Fonte: www.today.it
per usare al meglio questo validissimo ma, troppo spesso, mal utilizzato social network.
calunniava, a volte si vessava, in altre si malmenava. Ora si utilizza la piazza virtuale che
se non altro, esclude l’ultimo reato.
2) Su richiesta del GIP tutte le utenze di qualsivoglia persona, senza Orwelliane omissioni,
quando sussista il sospetto di un reato punibile con una pena minima di almeno 2 anni.
Mi fermo qui in quanto non mi piace la prolissità.
Luca Veronese Facebook
1) Diciamo che è una droga
virtuale che ti prende di
brutto... però alla fine della
fiera sta a noi addomesticare la "bestia”.
2) Di principio non voglio
sentire le telefonate degli
altri perché la privacy è
sacra, sebbene quotidianamente sia buttata
alle ortiche!
Mara Rizzi Facebook
1) Il mio pensiero per i social network è che
rappresentano la praticità per poter arrivare
in breve tempo in contatto con il mondo,
fantastico sicuramente, dall’altra la morte di
qualsiasi contatto reale, quello di un tempo,
qualcuno lo ricorda? Si sta perdendo il piacere di incontrarsi.
Giusy Barattin
Facebook
1) Vero, e li riconosci dal
"Mi piace" compulsivo
(pubblichi qualcosa, non fai
a tempo a cliccare “invio”
che immediatamente, sempre gli stessi onnipresenti, ti mettono il “mi
piace”). Diciamo però che c’è anche chi è
drogato per il lavoro, chi per lo sport, per il
calcio, per la musica, per il gioco d'azzardo,
per le donne, o per gli uomini... Come tutte
le cose, se fatte in modo ossessivo, diventano una droga che, senza rendersene conto,
tolgono ogni piacere e, qualche volta, anche
il quieto vivere, non tanto a chi ne è preso
ma a chi gli sta accanto e “subisce”.
2) Personalmente non intercetterei le telefonate di nessuno, tuttavia... visti gli amministratori pubblici “furbetti” che ci ritroviamo
in Italia, la metterei come “conditio sine qua
non” per chiunque intenda intraprendere
una carriera politica/amministrativa pubblica.
Fidarsi è bene ma non fidarsi è mooolto
meglio e magari ci aiuta pure a risparmiare
qualche soldino.
Michele Rossetto Facebook
1) VERO!
2) Sarebbe facile rispondere: politici, potenziali
criminali, sospettati...
preferirei che NON CI
FOSSERO LE INTERCETTAZIONI. Dopo quello che si è sentito su
Berlusconi, Ruby, Minetti e mignotteria varia,
dovrebbero essere tutti in galera, invece...
Quindi non servono a nulla! Solo gossip.
Paola Dona Facebook
1) Verissimo.
2) Ci sarebbero tante persone iniziando dai politici, giudici e perché no avvocati. Il
perché è SEMPLICE. I politici per far sapere che come
noi veniamo controllati, pure loro sono sotto
controllo, giudici e avvocati per sapere come
si dividono le cause: questa la perdo se tu mi
fai vincere quella.
Paola Francy Facebook
1) VERISSIMO.
2) Non intercetterei le telefonate di nessuno
per il semplice fatto che non siamo in uno
stato di regime totalitario, il quale prevede il
controllo del pensiero altrui!
Paolo Zanella Facebook
1) Vero.
2) Sarei contrario alle intercettazioni tranne
per chi amministra la cosa
pubblica.
Ory Montecchio
Facebook
1) Io penso che sia meglio il
social che drogarsi. Uno ci
passa del tempo in base a
quello che ha, se io non ho niente da fare e
non esco mi rifugio dentro al pc.
2) Intercetterei i politici, nessuno in particolare ma tutti alla pari.
Omar Echbik
Facebook
1) Vero, poi dipende dalle
ambizioni di una persona.
Silvia Rubin Facebook
1) In risposta al sondaggio
assolutamente sì. Io sono sempre in treno,
sia freccia che regionale, e spesso a Milano,
oramai mi viene il nervoso vedi adolescenti,
che vabé è normale, ma anche mamme e
imprenditori sempre lì con il dito a sfogliare
l'i-phone o l'i-pad da quando si siedono a
quando scendono. Due ore dopo, sali in
metro e di nuovo, cioè è ormai una droga di
cui non sanno fare a meno. Solo che è molto
pericolosa non serve che vi ricordi le ragazze
che si sono picchiate a causa di “ASK” e la
A LETTO CON FACEBOOK
Deviantom, l’architetto e designer croato
Tomislav Zvonari, ha realizzato FBed, il primo “letto Facebook”, pensato per quegli
utenti che hanno come primo ed ultimo pensiero della giornata Facebook. Il letto, rigorosamente blu, è stato ideato a 2 piazze, del quale per ora vi è solo un modello in scala, il cui profilo
riproduce la classica “F” dell’azienda di Mark Zuckerberg. Deviantom ha pensato anche al design
degli accessori che ogni giorno sono parte integrante di un letto: il copriletto è decorato con le
più note icone di Facebook, mentre un apposito alloggiamento integra una postazione per personal computer che consente agli utenti di aggiornare il proprio status ed usufruire di tutte le funzionalità di cui il social network dispone. Ad oggi non si hanno notizie su possibili accordi tra
Zvonaric e il gruppo Facebook per la trasformazione del suo prototipo in un prodotto commerciale. Questo nuovo modello potrebbe incrementare le dipendenze da Facebook che oggi sono già
conosciute come “Social Network addiction” (dipendenza da connessione) e “Friendship addiction” (aggiornamento e controllo della propria pagina web e da amicizia), che presentano sintomi di craving, tolleranza ed astinenza proprio come accade nelle dipendenze da sostanze.
Fonte: www.wakeupnews.eu - Gianpiero Padalino
22
uno
magazine
SECONDO V O I
ragazza di Cittadella gettatasi dall’ex Palace
Hotel. Io che col pc ci lavoro 8 ore al giorno,
vedo che è un mondo in cui ci si deve
approcciare con mille attenzioni, per mille
motivi ma, soprattutto, invito i genitori e gli
adulti a chiudere nel week end perché la vita
non è dentro le chat. Bici, montagna, passeggiare, cinema etc sennò ci si rimbambisce
e si perdono i valori veri.
2) Ascolterei le telefonate dei miei capi: per
sentire le bugie che dicono.
Marco Boscarato Facebook
1) Social network una droga? Sì e no. Sì perché come una droga amplificano le nostre
potenzialità (e per riflesso, potenzialmente, il
nostro ego) e creano dipendenza. Ma anche
no perché possono essere tenuti sotto controllo nell'uso, diversamente da alcune droghe in senso stretto.
2) Non terrei sotto controllo le telefonate di
nessuno perché non mi interessa...
Valentina Lunardi
Facebook
1) Beh come tutte le cose
trovo che la differenza la
facciano le persone e il loro
modo di pensare. I social
network sono per me, dei
simpatici “ritrovi” con i quali sono riuscita a
conoscere delle persone stupende e a ritrovare degli amici lontani. Non pretendo che
mi cambino la vita e faccio in modo che
siano solo uno strumento.
2) Le intercettazioni, solo leggere la parola
mi dà la nausea perché ormai siamo sotto
l’occhio del “Grande Fratello” su tutto e non
esiste più nulla di nostro, privato e che ci
appartenga. Non mi interessa leggere di nessuno e non vorrei essere letta da nessuno.
Valentina Cecconato Facebook
1) Droghissima... dipendenza da curiosità e, a
volte, unica via di intrattenimento.
2) Intercettazioni di
capi e colleghi... giusto
per sapere cosa succede prima di venir
messa a conoscenza in via ufficiale ma a
scoppio ritardato!
Tiziana Menaldo Facebook
1) Vero.
2) Intercetterei le telefonate di tutti i politici
e grossi imprenditori per sapere quali “sporche” alleanze ci sono tra di loro.
Diego Mora Facebook
1) Sì sono una droga ormai.
2) Nessuno perché tanto se uno sbaglia esce
lo stesso e poi un po’ di privacy almeno al
telefono...
Paolo Renna Facebook
1) Verissimo... personalmente mi stimola
parecchio le minchiate che vengono riportate.
uno
magazine
Photo Sergio Mantello www.sergiomantello.it
O
2) Di nessuno... preferisco farmi gli affari
miei, inoltre si potrebbero scoprire cose spiacevoli.
Stefano Forese Facebook
1) Non creano dipendenza se si sanno usare
con criterio e buon senso. Molti tuttavia ci si
perdono perché hanno perso il senso delle
relazioni vis a vis molto più importanti e coinvolgenti.
2) Intercetterei solo coloro
in odore di malaffare e
malavita o che possono
essere un pericolo per tutti.
Con criterio e buon senso
tuttavia, senza esagerare.
Stefania Piovan Facebook
1) I social sono strumenti inventati dagli
uomini per gli uomini....quindi sta a noi farne
buon uso e non esagerare anche se ci sono
persone che, effettivamente, in alcuni casi ne
abusano (purtroppo). Quello che mi preoccupa sono i ragazzi, che sono anche i più indifesi, mentre noi adulti riusciamo a discernere
(segue a pag. 28)
Dario Sanna Creative director
1) Oscar Wilde diceva
che riusciva a resistere
a tutto tranne che alle
tentazioni... diciamo
che per qualcuno il
social network può
diventare una droga,
ma in fondo lo diventa solo per chi ha
bisogno di assumere una droga in genere per reputare di stare bene. Ovvero il
problema sta in lui non nell'oggetto
agognato e compulsivamente reiterato
dalla spasmodica bramosia di utilizzo. In
fondo tutto può essere amministrato
con sobrietà ed equilibrio e tutto può
diventare una droga, anche lo spazzolino elettrico o la Nutella.
2) Delle persone che parlano di me: si
migliorerebbe tantissimo ascoltando
conversazioni che ci riguardano, soprattutto quando parlano dei nostri difetti.
23
O SECONDO V O I
Photo Nicola Verardo www.nicolaverardo.com
POLITICI Il 51% di chi ha risposto SÌ
alle intercettazioni amerebbe ascoltarli.
Al primo posto, tra i più “orecchiabili”,
il Presidente Giorgio Napolitano.
24
uno
magazine
uno
magazine
25
O R I S U LT A T I SONDAGGIO
Social Network per molti
una droga vero o falso?
67%
12%
VERO
21%
FALSO
ALTRO
56%
Chi intercetteresti?
54%
26
POLITICI
le cose e, giusto per fare un esempio, quando siamo in compagnia parliamo e interagiamo fra di noi. Per i ragazzi ormai è un disastro, in un locale con una tavolata di quindicenni o giù di lì, non c'è dialogo, ognuno di
loro sta da solo con il cell o tablet a farsi gli
affaracci suoi: non sanno neppure parlare fra
di loro. Un ragazzino mi ha risposto: e che
devo parlare a fare, tanto gli scrivo un sms!!!
AIUTOOOOOOOOOOOOOO.
2) Intercetterei tutte le persone potenti e che
sono il fulcro della vita politica nazionale e
internazionale.
Mario Liccardo Avvocato
1) VERISSIMO!!! E attenzione alla nuova oligarchia del
web, pericolosissima perché
la percezione e/o l’opinione
di una minoranza si arroga
la rappresentanza di tutta
l’opinione pubblica e così
prevarica la maggioranza (che non ha tempo
o voglia o capacità di cimentarsi sul web)!
2) Solo per ragioni legate ad indagini su fatti
gravi. E punirei, molto pesantemente, chi ne
divulga il contenuto al di fuori dell’ambito
processuale.
Giornalista
NO
44%
(segue da pag. 23)
Stefano Volpe
Intercetteresti le telefonate?
SÌ
O B I O FOTOGRAFI
46%
ALTRO
1) Vero e vengono presi a
volte anche troppo sul serio
creando alienazione dalla
realtà.
2) Per me si potrebbero
intercettare anche tutte le persone, chi non
ha nulla da nascondere non ha problemi.
Uccio Buson Facebook
1) Amo i social network!
Sono il mio sfogatoio quotidiano. Cerco frasi e foto di
effetto e poi esagero con
mie personalizzazioni di
battute! Mi sento unito con
tanti amici virtuali e pochi di veri. Se non ci
fossero? Boh!!!
2) Mi piacerebbe intercettare le telefonate
dei personaggi famosi. Una telefonata di
Papa Francesco? Wow sarebbe ganzo...
Marina Marcolongo Facebook
2) Ora come ora intercetterei i politici, banchieri,
magistrati e capo dello
stato....
Maria Valentina
Pianta Facebook
1) I social network sono
diventati una droga, io stessa quando mi
sono iscritta ho detto che non sarebbe successo, invece anche quando sono via guardo
il cellulare. E poi, ormai, se vuoi sapere una
uno
magazine
cosa di qualcuno devi consultare la sua
bacheca...
2) Io intercetterei le telefonate di tutte le persone che mi sono vicine in questo momento
per vedere se sono false o se sono vere.
Francesco
Zaltron Ristoratore
2) Mi associo a chi dice
di voler intercettare politici e banchieri.
Pietro Casetta Giornalista
1) I social network diventano una droga
quando se ne fa un uso esclusivo e sostitutivo. Tanto quanto lo diventano i libri, la cultura, la pornografia e tutte le
attività che la natura umana
inventa e produce. E la
natura umana, per sua...
natura, non ha etica.
2) Personalmente non
intercetterei nessuno perché non sono un impiccione. Non ritengo
però di dover porre alcun limite all’attuale
legislazione sulle intercettazioni, né di scandalizzarmi perché gli USA hanno intercettato le telefonate dei leader europei. Mi sarei
molto sorpreso se non avessero cercato di
farlo, e mi sorprenderei se non fossero
ricambiati.
Flavio Antiga
Facebook
1) Conosciamo tutti la
pericolosità dei social
network ma è il presente ed il futuro della
comunicazione. Dobbiamo avere più tutele
nel caso di azioni “delittuose”.
2) Le forze dell’ordine preposte ai controlli
devono controllare chi ci amministra con
soldi pubblici, i delinquenti e non la gente
comune.
Donatella
Marcon Facebook
1) I social network non sono una droga per
chi li sa usare con la testa... Il problema è per
i giovani di oggi che comunicano, solo ed
esclusivamente, con questo sistema e poi
quando si incontrano non sanno tenere una
conversazione normale con nessuno, nemmeno con i propri simili. Bisognerebbe avere
il bollino rosso anche per i social.
2) Per quanto riguarda le intercettazioni le
riterrei obbligatorie per tutte le cariche
dello Stato.
uno
magazine
Monica
Massironi Facebook
1) Vero.
2) Intercetterei Giorgio
Napolitano.
Sergio Mantello
Comincia a fotografare giovanissimo per passione, ritraendo gli amici e la gente per strada, e stampando in
bianco e nero le sue foto. Dopo vari percorsi ed esperienze lavorative nell’ambito della stampa litografica e
poi come stampatore in un laboratorio fotografico professionale, capisce che la fotografia è la sua strada e dal
1986 ha uno studio fotografico dove si occupa di fotografia pubblicitaria, commerciale e concepts creativi.
Nel 2001 ha partecipato per la prima volta ad Orvieto
Fotografia, convention Italiana per i fotografi professionisti. Ha ottenuto la qualifica di QIP “Qualified Italian
Photographer” e poi QEP “Qualified European Photographer”, uno per il ritratto e l’altra per la fotografia di still life pubblicitario. Nel 2007 ha vinto un Gold Award e due Silver Award per la fotografia commerciale. Nel 2008 è stato Autore segnalato nel concorso di Fotografia Creativa di TAU
VISUAL. È stato uno dei 12 fotografi per il calendario Kodak 2009. Nel dicembre 2008 è stato il
primo fotografo italiano ad ottenere la prestigiosa qualifica di Master Qep Photographer in fotografia pubblicitaria, rilasciato dalla FEP (Federation of European Professional Photographers). Nel marzo
2009, ha vinto un Silver e tre Bronze Awards in fotografia commerciale. Nel novembre 2009 finalista italiano agli European Professional Awards e vincitore di 2 Gold, 1 Silver e 1 Bronze. Nel 2010
ha ottenuto una Menzione d’Onore nella sezione still life del Premio Fotografico di Tau Visual per
la fotografia creativa. Nel 2011 ha vinto un altro Gold agli European Professional Awards.
Attualmente si sta dedicando a far crescere la fotografia creativa dando ai clienti interpretazioni singolari ed ha iniziato a fare fotografia fine art, settore che gli permette di esprimersi liberamente.
www.sergiomantello.it
Nicola Verardo
Nicola Verardo è nato a Mestre una quarantina di anni fa, ma residente nel padovano, pur avendo
avuto una formazione scolastica di tipo tecnico informatico, oggi si occupa, anche professionalmente, di fotografia. Un destino forse inevitabile, in quanto, fin da piccolo, in casa sua si è sempre respirata “aria di fotografia”, una passione paterna geneticamente tramandatasi al figlio. Il sangue non è
acqua, infatti, il giovane Nicola, già in tenera età, dà prova di essere attratto e portato per le arti visive. Disegna e dipinge con tutto: matite, pastelli, acquerelli, colori a olio e con l’aerografo su ogni
genere di materiali. Naturalmente, crescendo, oltre che affinarsi con le tecniche, orienta la propria
cultura ed affina una propria sensibilità artistica. Scopre l’impressionismo francese dal quale resta
indelebilmente affascinato, al punto che, ancor oggi, quando si accinge a stilizzare le sue immagini, ama personalizzarle con un tocco di stampo impressionista. Di fotografia si interessa da oltre
vent’anni, ma l’evento che porta una rinnovata vitalità ed una potente spinta alla sua attività di fotoamatore, coincide, in pratica, con l’avvento del digitale. Infatti, la passione per tutte le forme di arti
visuali e la sua innata creatività, trovano nel mezzo digitale un formidabile e versatile strumento
espressivo che lui utilizza con perizia e ammirevole sobrietà. Ama e riesce a fotografare veramente
tutto: dall’oggettistica commerciale a magnifici paesaggi, da raffinate foto glamour di modelle, a delicati ritratti di bambini, dalla foto subacquea, alla ritrattistica, dalla foto naturalistica, al reportage,
dalla foto di moda, a quella sportiva, dalla macro fotografia, agli scatti all’infrarosso. Immagini diurne, notturne, sia in bianco e nero che a colori. Una versatilità che lo ha portato a distinguersi nell’ambito di svariate manifestazioni e concorsi fotografici.
La sua attività commerciale in studio, invece, è costituita,
prevalentemente dallo still-life e dalla fashion photography. Collabora, come reporter sportivo, con alcuni quotidiani regionali e riviste di settore. In tale veste ha seguito
il Baloon Festival 2004 e ben tre edizioni della America’s
Cup di Valencia e Venezia, il GP F1 2007 a Monza, il SBK
2006 di Imola, svariate gare di moto mondiale MOTOGP,
la Regata Barcolana di Trieste, la Regata Velica Porti
d’Oriente, il GT Endurance di Adria. Il suo primo libro è
del 2008 “La mia avventura fotografica”. Nel 2012 il
secondo sulle regate di vela “flying on the sea”.
www.nicolaverardo.com
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O S O C I A L DIPENDENTE
O C Y B E R CRIME
Malati di No-mobil-phone-phobia
Lo smart phone o comunque il telefono cellulare è diventato un nostro prolungamento.
Si è creata una vera e propria dipendenza tecnologica, in alcuni casi si arriva ad una vera fobia.
S
i chiama Nomofobia (no-mobilephone-phobia) la paura incontrollata di rimanere sconnessi
dal contatto con la rete di telefonia
mobile e sta diventando, in alcuni
casi, un serio problema con risvolti
non solo psicologici ma anche fisici.
Una persona soffre di Nomofobia quando
prova una paura sproporzionata di rimanere
fuori dal contatto di rete mobile, al punto da
sperimentare effetti fisici collaterali simili
all’attacco di panico: mancanza di respiro,
vertigini, tremori, sudorazione, battito cardiaco accelerato, dolore toracico e nausea.
Ted le riflessioni
di Mikko Hypponen
N
28
“
“
uno
magazine
(Segue da pag. 28)
TED (Technology
Entertainment Design)
è una conferenza che
si tiene ogni anno a
Monterey, California
e, recentemente, ogni
due anni in altre città
del mondo. La sua
missione è riassunta
nella formula “ideas
worth spreading”
(idee degne di essere
diffuse). In questo
articolo la trascrizione
di un intervento del
novembre 2011 ma,
tuttora, di grande
attualità.
un paio di settimane fa, è stato identificato lo
Scuinst Trojan, un trojan usato dai governanti
tedeschi per indagare sui propri cittadini. Se
fate parte di una lista di indagati, beh, è ovvio,
il vostro telefono verrà messo sotto controllo.
Ma oggi vanno oltre. Entreranno nel vostro
collegamento a Internet. Faranno perfino uso
di strumenti come Scuinst Trojan per infettare
il vostro PC con un trojan, che consentirà loro
di rintracciare tutte le vostre comunicazioni,
ascoltare le vostre conversazioni online, raccogliere le vostre password. Ora, se pensiamo
bene a questi fatti, la risposta ovvia della
gente dovrebbe essere: «D’accordo, non sembra corretto, ma non mi riguarda perché
osservo la legge. Perché dovrei essere preoccupato? Non ho nulla da nascondere». È
un’osservazione senza senso. Parliamo di privacy. Il diritto alla privacy non si discute. Non si
tratta di scegliere tra privacy e sicurezza. Ma
tra libertà e controllo. E anche se ora potremmo fidarci dei nostri governanti, ogni diritto a
cui rinunciamo lo perdiamo per sempre.
Possiamo dire di avere cieca fiducia in ogni
governo futuro, qualsiasi forma di governo da
qui a 50 anni? Questa è la domanda che
dovremmo porci per i prossimi dieci lustri.
uno
magazine
Le persone affette dalla Nomofobia
avvertono stati d’ansia quando rimangono a corto di batteria o di credito, o
senza copertura di rete oppure senza il
cellulare. Per evitare gli stati ansiosi il
soggetto mette in atto una serie di comportamenti: controllare frequentemente
il credito (che deve essere sempre attivo); portare il carica batterie in ogni
momento; dare ai familiari e agli amici un sione alla rete e diventate subito ansiosi ed
numero alternativo di contatto se il cellulare irritabili. Infine quando l’uso del cellulare, ma
dovesse rompersi o perdersi o, ancora, se anche degli altri dispositivi di connessione,
venisse rubato. Siete a rischio di nomofobia come tablet o computer, interferiscono signise: controllate di frequente il vostro telefono, ficativamente con le normali attività lavoratiil livello di batve, familiari, sociali o di stuteria, quello di
dio. Quindi la prossima volta
Sei a RISCHIO di NOMOFOBIA se: controlli
suoneria e del
che siete a cena con gli amici
di frequente il tuo telefono, il livello di batteria, e mentre aspettate la pizza vi
campo di rete.
quello di suoneria e del campo di rete.
Altri sintomi
soffermate a twittare o non
minori sono il
riuscite proprio a non guardadesiderare d’utilizzare lo smartphone anche in re il vostro smartphone, invece che conversaposti inappropriati o avere una paura immoti- re con le persone che avete intorno, cominciavata di perdere il cellulare. Oppure quando te a farvi delle domande.
notate che siete in zone in cui non c’è connes-
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RITAGLIALOSCONTO RITAGLIALOSCONTO
fanno per protesta, ma gli ultimi in ordine di
apparizione sono alcuni stati nazionali e sono
proprio i loro governi a condurre gli attacchi.
E poi abbiamo casi come quello di DigiNotar.
Questo è un primo esempio di ciò che succede quando i governi attaccano i propri cittadini. DigiNotar è un’autorità di certificazione
olandese o, meglio, lo era. Stava andando in
bancarotta, lo scorso autunno, dopo l’attacco
di alcuni hacker. Erano entrati nel sistema e
l’avevano violato completamente. La scorsa
settimana, durante un meeting con rappresentanti del governo olandese, ho chiesto a
uno dei leader del gruppo se ritenesse plausibile che qualcuno morisse in seguito al caso
DigiNotar. La risposta è stata “sì”!
Ma com’è possibile morire a causa di una violazione informatica? Beh, la DigiNotar è
un’autorità di certificazione. Vendono certificati. A cosa serve un certificato? Vi serve un
certificato se avete un sito
“https”, con protocollo di
sicurezza SSL, tipo Gmail.
Ora noi tutti, o quasi, usiamo Gmail o software simili,
ma questi servizi sono particolarmente popolari negli
stati totalitari come l’Iran, in
cui i dissidenti usano servizi
L'esperto di crimine informatico Mikko Hypponen
stranieri come Gmail perché
ci parla di tre modalità di attacco alla nostra privacy
sanno che sono più affidabie ai nostri dati in rete. Ma di queste tre “aggressioni” solo due li dei servizi locali e i contenuti sono crittografati con
vengono considerate un reato, infine pone un quesito ricordandoci
connessioni SSL, per cui il
una cruda realtà: «Possiamo fidarci ciecamente di tutti i futuri gover- governo locale non può
mettere il naso nelle loro
ni? Perché ogni cosa che concediamo, la perdiamo per sempre».
discussioni. Ma lo potrebbe
egli anni '80 nella Germania vizi segreti Statunitensi, due mesi fa, hanno fare se violassero una C.A. straniera ed emetcomunista, se possedevi una congelato il conto svizzero di un signore che tessero certificati fasulli. Ed è proprio quello
macchina da scrivere dovevi si chiama Sam Jain e sul cui conto, quando è che è successo nel caso DigiNotar. E che dire
registrarla
obbligatoriamente. stato bloccato, c’erano 14,9 milioni di dollari della Primavera Araba e di tutto ciò che è sucDovevi registrare un foglio di testo americani. Sam Jain è a piede libero: nessuno cesso, ad esempio, in Egitto? Bene, in Egitto i
battuto con quella macchina. In que- sa dove si trovi. E io vi dico che già oggi è rivoltosi hanno depredato le sedi della polizia
sto modo il governo poteva risalire sempre più probabile, per ognuno di noi, segreta egiziana nell’aprile 2011 e negli edifial suo autore. Se avessero trovato un diventare vittima di un reato online, piuttosto ci hanno trovato moltissima documentazione.
foglio dattiloscritto con frasi non idonee, che di un reato non virtuale. Ed è ovvio che Tra i documenti c’era un raccoglitore con scritavrebbero potuto identificare il suo autore. In sarà sempre peggio. In futuro la maggior to “FINFISHER”. Conteneva delle annotazioni
Occidente non potevamo capire come fosse parte dei reati avverrà online. Il secondo mag- di una società con sede in Germania che aveva
possibile limitare in quel modo la libertà di giore gruppo di attacchi a cui assistiamo oggi venduto al governo egiziano una serie di struespressione. Non lo avremmo mai permesso non è motivato da denaro. Sono motivati da menti per l’intercettazione - e su vasta scala nei nostri paesi. Ma oggi, nel 2011, se com- altro - dalla protesta, da un’opinione, o solo di tutte le comunicazioni dei propri cittadini.
prate una stampante laser a colori presso uno per farsi due risate. Gruppi come Anonymous Hanno venduto questi strumenti per 280mila
qualsiasi dei maggiori distributori e ne stam- si sono messi in evidenza negli ultimi 12 mesi euro al governo egiziano. La sede della sociepate una pagina, la pagina avrà dei puntini e questi sono tra i principali artefici degli tà è proprio lì. Dunque dei governi occidentali stanno fornendo
gialli, stampati su ogni singola pagina secon- attacchi online.
ad alcuni governi
do uno schema che rende la pagina unica per Riepilogando sono
Già oggi è sempre più probabile, per
totalitari i mezzi per
voi e per la stampante. Questo accade oggi. E tre i principali autori
ognuno di noi, diventare vittima di un reato
contrastare i propri
sembra che a nessuno importi niente. Questo di attacchi informacittadini. Ma i goverè un esempio di come i nostri governi stiano tici: criminali che lo
online, piuttosto che di un reato non virtuale.
ni occidentali danusando la tecnologia contro di noi, i cittadini. fanno per soldi,
Ed è ovvio che sarà sempre peggio. In futuro
neggiano anche se
Questa è una delle tre fonti dei problemi onli- “hacktivisti”, come
la maggior parte dei reati avverrà online
stessi. Ad esempio,
ne di oggi. Se diamo uno sguardo a ciò che l’appena ricordato
in Germania, solo
sta succedendo nel mondo online, possiamo Anonymous, che lo
raggruppare gli attacchi in base a chi li effettua. Ci sono tre gruppi principali. Abbiamo i
criminali online. Come, ad esempio, Dimitry
Golubov, che agisce nella città di Kiev in
Ucraina. E le ragioni dei criminali online sono
facili da capire: questa gente fa soldi. Usano
gli attacchi online per fare soldi, ma proprio
tanti. Abbiamo di fatto diversi casi di milionari online, multimilionari, che si sono arricchiti
con i loro attacchi i più noti sono: Vladimir
Tsastsin da Tartu in Estonia, Alfred Gonzalez,
Stephen Watt, Bjorn Sundin, Matthew
Anderson, Tariq Al-Daour e così via. Questa
gente fa fortuna online, ma lo fa in modo illegale facendo uso di espedienti come i trojan
bancari per rubare soldi dai nostri conti bancari, mentre facciamo operazioni online, o
facendo uso di keylogger per rubare i dati
delle nostre carte di credito quando facciamo
acquisti online su un computer infettato. I ser-
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Via Bronzetti, 34 PADOVA
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Lounge Bar Pasticceria Chiuso il lunedì
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Corso Milano, 93 PADOVA ✆ 049 666176
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Via Antoniana, 218/8 CAMPODARSEGO (PD)
✆ 349 8331552 ✆ 346 4115942
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Via Marcato, 20 (Piazzale Serenissima) PIOVE DI SACCO (PD)
✆ 049 9708690
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Il Venexino
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Caffetteria Snack Bar Chiuso la domenica
Via S. Lucia, 33 PADOVA
✆ 049 8760040
Re Rosso
Caffetteria Wine Bar Chiuso il lunedì
Via Roma, 324 ALBIGNASEGO (PD)
✆ 049 8625433 333 1090277
[email protected]
Senso Maleva
Caffetteria Wine Bar
Piazza San Marco, 15 MONSELICE (PD)
✆ 0429 1961450
Start Ap Cafè
Caffetteria Snack Bar
Via Tirana, 1 PADOVA
✆ 049 8711820
Vecchio Birraio
Birra di produzione propria
Via Caselle, 87 MARSANGO DI CAMPO SAN MARTINO (PD)
✆ 049 552088
Vintage 03
Aperitivo Ristorante Lounge Bar Dj set
Via Magarotto, 3 LIMENA (PD)
OSTERIE & TRATTORIE
Antica Trattoria Aggujaro
Carne alla griglia Chiuso il lunedì sera
Via S. Cuore 4, PADOVA
✆ 049 8647502
Barcollo
Vini e Specialità Regionali
Via Alessandro Guidi, 23 (zona Guizza) PADOVA
31
L’Hostaria di Via Roma
Mario e Mercedes
Gatto Rosso
RISTORANTI & PIZZERIE
Ai Leoni
Specialità pesce Chiuso il lunedì
Via A. Rossi, 75 RUBANO (PD)
✆ 049 8975728
Specialità pesce
Riviera Tiso, 11 PADOVA
✆ 049 8364060 www.ainavigli.com
Ristorante Pizzeria Chiuso martedì e lunedì a pranzo
Via Adriatica, 3 PADOVA (Ponte del Bassanello)
✆ 049 687500
L’Antico Sapore
Ristorante Chiuso la domenica
Via Panà, 56 NOVENTA PADOVANA (PD)
✆ 049 8703294
32
Ristorante Aperto 7 giorni su 7
Via Romea, 107/B LEGNARO (PD)
✆ 049 8830739 [email protected]
Ristorante Enoteca Chiuso il martedì
Via Castello, 9 ARQUÀ PETRARCA (PD)
✆ 0429 777364
Pizzeria Ristorante
Via Facciolati, 168 PADOVA (PD)
✆ 049 757407
Ristorante Chiuso il mercoledì
Via Andronalecca MONTAGNANA (PD)
✆ 0429 800999
RistoPub Pizzeria Chiuso il lunedì
Via Sabbioni, 20 MONTEGROTTO TERME (PD)
✆ 049 8911284
Ristorante Pizzeria Chiuso la domenica a pranzo
Via Brentella, 34 CASELLE DI SELVAZZANO (PD)
✆ 049 632357 - 338 4711537
Specialità pesce Chiuso martedì e sabato a pranzo
Via Roma, 4 SACCOLONGO (PD).
✆ 049 8016648
Capovolta
Ristorante Pizzeria
Via Fornaci, 128 Torre PADOVA.
✆ 049 625660
Grill Ristorante Chiuso il lunedì
Via Adriatica, 63/65 (zona Bassanello) PADOVA
✆ 049 692724 331 4544524 www.alvigo.it
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Ristorante Chiuso il martedì
Via Albarella, 13 CAMPOSAMPIERO (PD)
✆ 049 5791555 www.bocondivino.com
Da Artemio
Al Vigò
Ristorante Cafè Pizzeria Ethnic Food Sempre aperto
Piazza Repubblica 4 ABANO TERME (PD)
✆ 049 667446 www.speakeasy-abano.it
Ristorante
Via Torre Rossa, 41 CAMPODORO (PD)
✆ 049 9065621
Ristorante
Piazza Capitello, 27 TORREGLIA (PD)
✆ 049 9930111
Ristorante Chiuso il lunedì
Via Ca’ Onorai, 2 GALLIERA VENETA (PD)
✆ 049 5965020
Specialità pesce e carne
Via Marzia, 33 ABANO TERME (PD)
✆ 049 8630306
Ristorante Pizzeria Chiuso il giovedì
Via Della Libertà, 13 STANGHELLA (PD)
✆ 0425 95058
Corte Sconta
Al Palazzon
Cucina mediterranea Chiuso Domenica sera e Lunedì sera
Via Pioveghetto, 9 PADOVA
✆ 049 8723180.
Locanda Alla Torre Chiuso il lunedì
Elisir Del Bosco
Da Seba
Specialita “la fiorentina” Chiuso lunedì e martedì
Via San G. Barbarigo, 3 PERAROLO DI VIGONZA (PD)
✆ 049 629955
Dom Mario
Ristorante Chiuso domenica sera e lunedì
Via Montepertica, 3 CITTADELLA (PD)
✆ 049 9402434
L’Enoteca di Arquà
Fuori Menù
L’Orlando Furioso
Hostaria S. Benedetto
Il Console
Il Re del Poker
Luxury Risto&Lounge Bar
Via Marco Polo, 2H MESTRINO (PD).
✆ 049 8686937 www.ilredelpokerpadova.it
Osteria dell’Angolo
Cucina Veneta Specialità pesce Chiuso domenica
sera e lunedì
Via Bonafede, 1 PADOVA
✆ 049 0980158 www.osteriadellangolo.it
Papilla
Ristorante Biologico Vegetariano Chiuso il lunedì, sabato a pranzo e domenica a cena.
Viale dello Sport, 15 CITTADELLA (PD)
✆ 049 9404620 www.ristorante-papilla.it
La Bulesca
Pedrocchino
Ristorante Chiuso domenica e lunedì a pranzo.
Statale 11 PD - VI RUBANO (PD)
✆ 049 8975297
Ristoria Re Sole
Ristorante
Via Pitagora, 11/g RUBANO (PD)
✆ 049 635975
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Maserada sul Piave (TV) Tel 0422 777312.
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Pizzeria con cucina Chiuso il lunedì
Via SS. Fabiano e Sebastiano, 51 PADOVA
✆ 049 623734
Ristorante Venezia
Via Palestro, 29
Terrazza Carducci
Pizzeria Al Borgo Vecio
Pizzeria Pub Ristorante
Via Torrerossa, 78 CAMPODORO (PD)
✆ 049 9065736
UNOClub Vantaggi SCONTO 50%
sulla SECONDA birra + coperto GRATIS (su prenotazione) da martedì a giovedì
Easy food for happy people
Via Stefano Breda, 36/A
(a 100 m. dal Cinecity) LIMENA (PD)
Ristorante Chiuso il lunedì e il martedì
Via Gorizia, 13/A MESTRINO (PD)
✆ 049 5082553 www.tenutagalilei.it
Pizza Biologica A.I.C. senza glutine Chiuso il lunedì
Via C. Callegari, 43 PADOVA
✆ 049 604578 www.perdinci.it
Red Tower
Padova Via SS Fabiano e Sebastiano, 51
tel. 049 623734. Chiuso: lunedì. Orari: 19 - 24.
Pizzeria con cucina. facebook.com/pizzeriaalborgovecio
Tenuta Galilei
Perdinci
Trattoria Chiuso martedì sera e mercoledì
Viale Melzi, 7 CORREZZOLA (PD)
✆ 049 9760059 www.lafamigliacorrezzola.eu
PIZZERIA AL BORGO VECIO
Ristorante Chiuso domenica e lunedì a pranzo
Via Palestro, 29 PADOVA.
✆ 049 8721636
Bar Ristorante Pizzeria Chiuso il giovedì
Via Roma, 21 CAMPODORO (PD)
✆ 049 9065217 Orari: 07,00/02,00
La Famiglia
Scade: 30/09/2014
RITAGLIALOSCONTO
Baki
Trattoria Pizzeria Chiuso il mercoledì
Via Del Santo, 23 PADOVA
✆ 049 664176
dalleCINQUEdellaSERA
Scade: 30/09/2014
RIVE
Cartigliano (VI) via Rive I, 14
Tel. 348 8265815. Chiuso: martedì.
Orari: 18 - 01.
Ristorantino, Wine Bar
e Jazz Club.
UNOClub Vantaggi
SCONTO 20%
sulle proposte del MENÙ nei seguenti giorni:
domenica, lunedì, mercoledì e giovedi.
33
RITAGLIALOSCONTO RITAGLIALOSCONTO
Il Grottino
dalleCINQUEdellaSERA
O V I N O & DINTORNI
Azerbaijan, Argentina, Cile, Spagna. Mentre le
aziende di Russia, Slovenia e Stati Uniti, già presenti negli scorsi anni, erano ospitate presso
altri padiglioni.
COME SI SCEGLIE IL VINO?
DIPENDE DAL SESSO
Un curioso sondaggio Vinitaly-Winenews ci dice
che, nella scelta di un vino, l’uomo si comporta da
“cicala” mentre la donna ha l’attitudine ad essere
“formica”. Dalla famosissima favola di Esopo alla parodia
della vita reale: quando scelgono un vino,
l’uomo è “cicala” e la donna “formica”.
Lei, parsimoniosa e attenta, è la “ragioniera” di casa, addetta all’acquisto di vino per
il consumo quotidiano (nell’85% dei casi),
che compra al supermercato (70%). Lui?
Meno oculato, si riserva il compito di sceglierlo al ristorante (94%) e per le occasioni speciali (92%), rivolgendosi soprattutto all’enoteca (75%). Anche nel mondo del
vino, gli stereotipi di genere sono duri a morire, secondo un sondaggio di Vinitaly (www.vinitaly.com) e Winenews
(www.winenews.it), a cui hanno risposto 1.080 “enonauti”,
appassionati già fidelizzati al mondo del vino e del web. Ma poi,
alla fine, una buona bottiglia di vino fa miracoli e concilia sempre,
con ben l’88% delle donne che dichiarano di non discutere mai
ed il 53% degli uomini solo ogni tanto, con la propria metà sulla
scelta di un vino. Anche se, da lui che sceglie un rosso corposo e
lei che invece preferisce le bollicine, a lei che ordina sempre lo
stesso vino e lui che vorrebbe, invece, sperimentare qualcosa di
nuovo, gli “enonauti” hanno tanti aneddoti da raccontare. Sarà
perché è ancora la donna che si occupa delle faccende domestiche, ma quando si tratta di decidere che vino bere a tavola tutti i
giorni, l’ultima parola spetta a lei: l’85% degli “enonauti” dichiara che sono le donne, mogli, compagne o fidanzate, a comprare
il nettare di Bacco per il consumo quotidiano. Tra questa schiera
tutta al femminile, il 70% preferisce acquistarlo al supermercato,
il 25% dal produttore e solo il 5% in enoteca. Altra storia, invece,
sono le occasioni speciali, come cene tra amici e parenti, in cui è
soprattutto l’uomo a farla da padrone nello scegliere la bottiglia
(nel 92% dei casi) da condividere con i commensali, guardando
meno al portafoglio. Fuori dalla routine quotidiana, per gli eventi
importanti e particolari, il 75% dei mariti, compagni e fidanzati
opta per l’acquisto in enoteca, il 24% direttamente dal produttore e solo l’1% si reca al supermercato. Il criterio di scelta, tutta
maschile, si basa principalmente sull’abbinamento menu-vino
(86%), mentre il 10% sceglie il proprio vino preferito, il 3% si
orienta sull’etichetta e l’1% sperimenta qualcosa di nuovo. Al
ristorante? Nel 94% dei casi è ancora lui che ha in mano la carta
dei vini. E anche in questo caso la scelta della bottiglia è legata
all’abbinamento menu-vino (80%), e, solo dopo, al vino preferito (11%) e, vista l’occasione giusta, alla voglia di sperimentare
qualcosa di nuovo (9%). Infine, il capitolo liti e riappacificazioni,
dimostra come il vino possa fare davvero miracoli: se il 53% degli
uomini discute solo ogni tanto, il 42% mai e appena il 5% spesso, con la propria dolce metà sulla bottiglia da stappare, ben
l’88% delle donne dichiara di non litigare mai con il proprio uomo
di fronte a scaffali e menu, solo il 10% ogni tanto e spesso appena il 2%. Ma, nei racconti degli “enonauti”, sono molti gli aneddoti di liti e riappacificazione, soprattutto al ristorante. Il più comune? Lui che sceglie un rosso corposo, il suo preferito, quando lei,
invece, ama le bollicine. E ancora, quando l’uomo vuol sperimentare qualcosa di nuovo, ma si dimentica di controllare il prezzo.
C’è poi chi litiga perché lei sceglie sempre lo stesso vino, la coppia che pur avendo gli stessi gusti discute sui produttori, ma
soprattutto, marito e moglie spesso litigano sul prezzo.
Indipendentemente se sia caro o meno, discutono comunque, per
principio di chi ha torto o ragione, tanto che alla fine finiscono per
non comprare nulla. Al ristorante? Alla richiesta del conto, puntuale, arriva la fatidica domanda: chi ha ordinato il vino?
(fonte: ufficio stampa Veronafiere)
34
VINITALYBIO
È stato il nuovo salone specializzato di Vinitaly
dedicato ai vini biologici certificati. Pensato per
valorizzare le produzioni enologiche prodotte
secondo le norme del regolamento UE n°
203/2012 sulla produzione e l’etichettatura del
vino biologico ed entrato in vigore il 1° agosto
2012. Vinitalybio è stato creato per andare
incontro alle richieste di una nicchia di mercato
sempre più interessante che si sta sviluppando
in particolare nei Paesi del nord Europa,
dell’America del Nord, ma anche dell’Estremo
Oriente. Vinitalybio è stato realizzato con la collaborazione di FederBio, l’organismo che riunisce la quasi totalità delle rappresentanze della
filiera biologica italiana. Oltre agli stand, era
stata allestita un’enoteca che ha permesso la
degustazione di tutti i vini biologici presenti a
Vinitaly, così da coinvolgere tutte le aziende
espositrici presenti in altri padiglioni che, oltre
ai vini prodotti con metodi convenzionali, proponevano una propria linea bio.
VIVIT
Con la nascita di Vinitalybio, si è specializzata
ulteriormente l’offerta di Vivit, il salone nato
prima dell’emanazione del regolamento comunitario sulla produzione di vino biologico. Vivit,
che continua a riscuotere un successo sempre
maggiore, è rimasta quindi la vetrina esclusiva
dei vini artigianali, frutto del lavoro di quei produttori che si riconoscono nell’autenticità di un
territorio e nella sua individualità.
IL PUNTO DI RIFERIMENTO MONDIALE
Ancora una volta Vinitaly si è rivelato il più importante salone mondiale dedicato al vino e ai distillati con oltre 4.100 espositori presenti su
una superficie di 100mila metri quadrati netti confermandosi il punto
di riferimento più dinamico e qualificato per la promozione commerciale e culturale di questi prodotti sui mercati globali.
Per questo Vinitaly riesce ad attrarre a Verona ogni anno una media di oltre 140mila visitatori: di
questi oltre 50mila sono operatori esteri provenienti da 120 Paesi. Novità assolute di quest’anno,
nel segno di una crescente internazionalizzazione e una particolare attenzione al panorama delle
produzioni biologiche, sono state Vininternational, International Buyers’ Lounge e
Vinitalybio. Vininternational - International Wine Production, ha reso per la prima volta organica la presenza degli espositori esteri all’interno di un padiglione che ne ha ospitato 80 provenienti dai principali Paesi produttori. L’International Buyers’ Lounge, con Taste and Buy, invece, è stata
la nuova area per il b2b wine&spirit pensata per gli operatori esteri selezionati presenti in fiera,
con l’obiettivo di favorire relazioni e scambi commerciali. Al debutto anche Vinitalybio, realizzato
con la collaborazione di FederBio: salone specializzato riservato ai vini biologici certificati. L’intento
è stato quello di valorizzare le produzioni enologiche che seguono le norme del regolamento UE
uno
magazine
e di rispondere a una precisa domanda del mercato, in particolare dai Paesi del Nord Europa,
dell’America del Nord e dell’Estremo Oriente. Oltre alle iniziative pensate per l’incontro di domanda e offerta Vinitaly, per quattro giorni, è tornato ad essere un importante momento formativo e
culturale, con un ricco programma di degustazioni guidate, convegni, presentazioni di ricerche e
indagini di mercato, utili per l’aggiornamento professionale e per essere informati sulle ultime tendenze dal mondo del vino. È questo lo spirito con cui è nato quest’anno Vinitaly
International Academy: un vero e proprio masterclass rivolto agli operatori stranieri, con sessioni di tasting mirate e lezioni specifiche sui vitigni italiani. In contemporanea, come ogni anno,
si sono svolti Sol&Agrifood ed Enolitech, i due saloni che completano l’offerta di Vinitaly con
l’eccellenza del food e delle tecnologie per la viticoltura, l’enologia e l’olivicoltura made in Italy.
In tutto tre manifestazioni per una vetrina internazionale unica che fa dell’agroalimentare di qualità il proprio punto di forza: un comparto che vede l’export italiano protagonista con 33 miliardi
di euro nel 2013, di cui 5 totalizzati dalla filiera vinicola e 1,3 da quella olearia.
Grande interesse anche per gli espositori esteri, quasi tutti riuniti da quest’anno in un nuovo padiglione denominato Vininternational, dove i visitatori hanno incontrato aziende provenienti dai
principali Paesi produttori di vino, tra questi Francia, Australia, Sud Africa, Nuova Zelanda, Ucraina,
uno
magazine
SOL D’ORO
Novità importanti per il concorso internazionale Sol d’Oro, che si è sdoppiato: svoltosi dal 16
al 22 febbraio 2014 a Verona nella sua edizione dedicata all’emisfero nord, cioè agli oli prodotti in autunno/inverno, si svolgerà per la
prima volta a settembre, con il patrocinio di
Veronafiere e con lo stesso capo panel, in Cile
per gli oli dell’emisfero sud, cioè per la produzione oleicola realizzata nel “nuovo mondo”
dove la campagna inizia in primavera.
Particolarità del Concorso Sol d’Oro – Emisfero
Sud, sarà la sede itinerante: ogni anno in uno
dei paesi a maggiore produzione olivicola
(Argentina, Nuova Zelanda, ecc).
YOUNG&YOUNG
Un altro evento novità assoluta al recente
Vinitaly è stato Young&Young, che ha visto i
giornalisti Paolo Massobrio e Marco Gatti guidare tre sessioni di degustazione con quattro
giovani produttori e una platea di wine blogger
che ha twittato in tempo reale le proprie
impressioni.
STUDI E RICERCHE
Quattro le ricerche presentate quest’anno al
Vinitaly: 1) Vino e Gdo; 2) L’export di vino attraverso un’indagine realizzata sulle aziende espo-
35
SOL&AGRIFOOD
Nel 2014 sono aumentate le richieste di espositori
italiani e cresciute in maniera significativa anche le
presenze estere, che hanno visto Grecia, Argentina,
Croazia, Algeria e Marocco quali “special guest”.
La selezione delle aziende è stata molto stretta, per mantenere
alto il livello dell’offerta della Rassegna internazionale dell’agroalimentare di qualità (www.solagrifood.com). Nell’edizione di
quest’anno le aree dedicate alla birra sono state due: la prima,
come l’anno precedente, con Assobirra per la presentazione dei
prodotti dei migliori birrifici artigianali, l’altra ha accolto invece
birrifici italiani conosciuti sul territorio italiano ed estero e anche
produttori di birra provenienti dalla Repubblica Ceca e da Malta.
I NUMERI IN ITALIA
DELL’AGROALIMENTARE
Il settore agroalimentare italiano genera, tra agricoltura e industria alimentare, un fatturato di 250
miliardi di euro. Notevole la quota dell’export, pari
a 26,4 miliardi di euro nel 2013 (“vini”esclusi).
AZIENDE: poco meno di 780.000 quelle agricole; circa 55.000
quelle dell’industria alimentare, delle quali solo 6.850 superano
i 10 addetti.
OCCUPATI: circa 830.000 in agricoltura, 385.000 impiegati dall’industria alimentare.
CONSUMI, mercato interno: a causa della crisi economica, i
consumi alimentari delle famiglie italiane stanno facendo registrare una parabola discendete. Nel 2013 le vendite al dettaglio
di prodotti alimentari sono scese dell’1,1%, un dato comunque
migliore del -2,7% dei prodotti non alimentari.
EXPORT (prodotti trasformati, bevande, settore primario
escluso il vino): 26,4 miliardi di euro nel 2013, in costante crescita: +7% sul 2012; + 46% dal 2007; +150% dal 2000.
Principale sbocco dell’agroalimentare italiano sono i Paesi Ue,
che acquistano prodotti per circa 22,5 miliardi di euro, con un
incremento del 5%. Aumenta del 6% l’export in valore negli Stati
Uniti, che supera i 2,9 miliardi di euro, mentre l’Asia con 2,8
miliardi di euro cresce dell’8%, nonostante il rallentamento della
Cina (che mette comunque a segno un +11%) e il Giappone che
rimane stazionario. Sempre più interessati ai prodotti alimentari
italiani i Paesi arabi, l’Est Europeo, l’Oceania e il Nord Africa. I
prodotti che hanno avuto le performance migliori sono stati l’olio,
l’ortofrutta e la pasta, rispettivamente con variazioni positive del
10, del 6 e del 4%.
EXPORT OLIO DI OLIVA: ottima la performance dell’export di
oliva di oliva nel 2013, infatti nonostante la flessione in termini
quantitativi (385.000 tonnellate, -7%), in termini monetari si è
avuto un incremento dell’8% per un totale di 1,4 miliardi di euro.
Gli oli di maggior pregio (extra e vergini) concorrono al 76%
delle vendite all’estero in volume. In flessione del 16% delle spedizioni negli Usa, che però rimangono il primo sbocco commerciale. Negativa la dinamica delle esportazioni anche in Germania
e Francia, dove si riscontrano riduzioni rispettivamente dell’8 e
del 10%. Al contrario, aumentano le vendite in Spagna (26 mila
tonnellate) in crescita del 73% su base annua. Tra i nuovi mercati, bene le esportazioni in Russia (+14%) e Australia (+5%),
mentre flettono del 18% in Cina e del 22% in Brasile.
ITALIAN SOUNDING: i prodotti venduti con richiami nel nome o
nell’etichetta a prodotti famosi o all’origine italiana producono un
fatturato stimato in 60 miliardi di euro.
Fonte: Sol&Agrifood su dati Istat, Ismea, Federalimentare, Unaprol.
36
sitrici di Vinitaly; 3) L’export di vino biologico
con un’indagine realizzata sulle aziende associate a FederBio; 4) La percezione del vino italiano sui mercati esteri con un’indagine effettuata attraverso i delegati di Veronafiere in 60
Paesi. Una nuova iniziativa dedicata agli approfondimenti, alle analisi di settore è stata lanciata da Veronafiere/Vinitaly con Wine2Wine, in
programma i prossimi 3 e 4 dicembre 2014.
L’appuntamento si configura come forum dedicato ai produttori di vino e alle più importanti
aziende della filiera, pensato in particolare per
gli espositori di Vinitaly. Previsti numerosi work
shop, case history nazionali e internazionali in
chiave business e di sviluppo dell’internazionalizzazione delle aziende.
I NUMERI DEL VINO IN ITALIA
Complessivamente, il settore enologico genera
un fatturato annuo di 12 miliardi di euro, dà
lavoro a 1,2 milioni di addetti, con una crescita
del 50% negli ultimi dieci anni, occupati in
circa 450 mila aziende tra aziende vinificatrici e
agricole.
SUPERFICIE VITATA: 654.800 ha
MEDIA SUPERFICIE AZIENDALE: 1,8 ha
NUMERO AZIENDE CON VITE: 384 mila
NUMERO AZIENDE VINIFICATRICI: 63 mila
PRODUZIONE VINO 2013: 47.400.000 ettolitri (+15%).
PRODUZIONE DENOMINAZIONI: in crescita la qualità,
con i vini doc (330 le denominazioni) e docg
(73) arrivati al 40% del totale della produzione
enologica e gli Igt (118) al 35%, a fronte di
una riduzione dei vini da tavola.
CONSUMI E MERCATO INTERNO: parabola sempre
discendente per i consumi interni di vino, calati ormai sotto i 40 litri pro capite, mentre sul
fronte della spesa delle famiglie per il vino arrivano segnali timidi ma incoraggianti di ripresa.
In termini assoluti infatti, dopo il drastico calo
del 2009, nel 2012 le famiglie hanno destinato
12 euro al mese per comprare vino (il 2,5%
della spesa alimentare pari a 468 euro e lo
0,48% della spesa totale mensile di 2.419
euro). Il mercato interno, nonostante la flessione dei consumi, continua ad essere fondamentale visto che, degli oltre 47 milioni di ettolitri
prodotti, solo 20 sono assorbiti dall’export.
EXPORT, VINO ITALIANO PRODOTTO DRIVER PER L’ECONOMIA:
record storico per il vino italiano all’estero che
nel 2013 ha superato i 5 miliardi di euro (+
7,3% sul 2012) a fronte di una contrazione del
volume che si è fermato a 20,4 milioni di ettolitri (21,3 nel 2012), registrando così, sul fronte
delle esportazioni, un’impennata del 37% nell’ultimo quinquennio. A fare da traino nella
classifica dei Paesi destinazione del nostro vino,
Stati Uniti e Germania su tutti che insieme
assorbono il 41% del totale esportato con un
valore di oltre 1 miliardo di euro. Seguono:
Regno Unito con un balzo del +15,4% in valore, la Russia che recupera un +14,4% in valore
(114 milioni di euro). Da segnalare anche il
doppio segno positivo per la Svezia, settimo
partner per l’Italia, dove nel 2013 si sono
esportati 140 milioni di euro di vino (+15,2%)
e quasi 470.000 ettolitri (+11,8%).
ENOTURISMO: il turismo in cantina, con i suoi 5,1
miliardi di euro l’anno, rappresenta un valore
aggiunto per l’economia italiana e un asset
strategico per il brand Italia nel mondo. Un
fenomeno capace di muovere 4 milioni di turisti in giro per lo Stivale, soprattutto stranieri
(98%). Per ogni euro, speso nell’acquisto di
una bottiglia, altri 4 vengono impiegati sul territorio. Tra le mete più gettonate dagli enoturisti Piemonte, Sicilia e Toscana ma anche
l’Umbria, che quest’anno è entrata a far parte
delle 10 best wine travel destinations secondo
il magazine USA “Wine Enthusiast”.
Fonte: Vinitaly su dati Istat, Assoenologi, Agrinsieme,
Censis – Città del vino
uno
magazine
El Agave
dalleCINQUEdellaSERA
Ristorante mexicano Chiuso il lunedì
Via Altichiero,27 PADOVA
✆ 049 619305
Gandhi
Cucina indiana
Via Cavallotti, 28 PADOVA
✆ 049 687840
Jadore
Sushi Restaurant & Cocktail Bar Chiuso il lunedì
Via Riva del Grappa, 24 CITTADELLA (PD)
✆ 347 6942377
Kirin
Cucina Giapponese Chiuso il lunedì.
Via G. Reni, 81 PADOVA
✆ 049 8647116
La Mulata
Brasil Restaurant Aperto tutte le sere e domenica a pranzo
Via Dei Colli, 164 PADOVA
✆ 049 8686957
Sansushi
Cucina Giapponese Chiuso il lunedì a pranzo
Via Chiesanuova, 217 PADOVA
✆ 049 8725214 www.san-sushi.com
Masa
Sushi Restaurant Chiuso il lunedì
Via Raggio di Sole, 45 PADOVA
✆ 049 8713290
Momà
Wok-Sushi
Cucina Giapponese e cinese Aperto 7 giorni su 7
S.S. del Santo, 82 CADONEGHE (PD)
✆ 049 8876618
MULTISALA
Multisala Astra
Via Aspetti, 21 PADOVA.
✆ 049 604078. www.multiastra.it
Cineplex Dream Park
Strada Battaglia DUE CARRARE (PD)
✆ 049 9125999.
Porto Astra
www.cineplex.it
Via S. Maria Assunta, 20 (località Guizza) PADOVA
✆ 049 680057. www.portoastra.it
Cinecity
Tangenziale Limena uscita “zona industriale ovest”
LIMENA (PD)
✆ 049 7663400
www.cinecity.it
LOCALI NOTTURNI
Victoria Club
Live Music & Dance Aperto giovedì,venerdì e sabato
Via Vespucci (presso Grand Hotel Trieste & Victoria)
ABANO TERME (PD)
✆ 049 8665100 (Orari: 21/02)
TREVISO
Pesce crudo e cucina etnica
Vicolo Ognissanti, 83 PADOVA
✆ 049 8073845
& PROVINCIA
Cucina messicana Chiuso il martedì
Via N. Sauro, 16 PADOVA (laterale Piazza dei Signori)
✆ 049 8756498
Buffet e musica Chiuso il lunedì
Piazza Monte di Pietà, 13 TREVISO
✆ 338 9255687
Cucina mediorientale Chiuso il lunedì
Via Frà Paolo Sarpi, 116 PADOVA
✆ 049 8715116
Coffee & Drink
Piazza Monte Pietà, 8 TREVISO
✆ 348 6730133
Posada de la Mision
Sahara
CAFFÈ SNACK & MORE
Cafè Due Pomi
City
dalleCINQUEdellaSERA
Gellius
RISTORANTI & PIZZERIE
Lounge Bar & Caffè Chiuso il lunedì
Via Calle Pretoria, 6 ODERZO (TV)
✆ 0422 713577
All’Antica Torre
Ristorante Chiuso domenica e lunedì
Via Inferiore, 55 TREVISO ✆ 0422 583694
Kofler Kafè
Ristorante Pizzeria Sempre aperto (18.00/02.00)
Piazza delle Istituzioni, 34 TREVISO
✆ 0422 235901
Mamamia
Wine & Cocktail Bar Chiuso il lunedì
Borgo Mazzini, 50 (Porta S. Tommaso) TREVISO
✆ 333 2586753
Bistrot
Cucina Tipica Pesce e Carne Chiuso martedì
Via Pietro Bembo, 85 ASOLO (TV)
✆ 0423 529592 www.ristorantebistrotasolo.com
Gioia
Specialità Pesce e Carne Argentina Sempre aperto
Viale Italia, 194/A CONEGLIANO
✆ 348 8042104
The Carpe Diem
Risto Music Bar Chiuso la domenica
Via Le Canevare, 38/42 (fronte Aeroporto) TREVISO
✆ 0422 1990671
3Viso Cafè
Hosteria Antica Contrada delle Due Torri
Ristorante Chiuso il martedì
Via Palestro, 8 TREVISO.
✆ 0422 541243
Madam
Wine Bar Sempre aperto
Piazza Santa Maria dei Battuti TREVISO
✆ 393 9210712
OSTERIE & TRATTORIE
Basilico 13
Ristorante biologico vegetariano Chiuso lunedì
Piazza San Vito, 13 TREVISO
✆ 0422 549789
Osteria al Treno
Cucina di pesce Chiuso mercoledì
Borgo Monte Grappa, 6 CASTELFRANCO VENETO (TV)
✆ 0423 494802
Odeon alla Colonna
Cucina stagionale e del territorio
Vicolo Rinaldi, 3 TREVISO
✆ 0422 541012 www.odeonlacolonna.it
Cucina tipica trevigiana Chiuso domenica sera/lunedì
Borgo Mazzini, 59 TREVISO
✆ 0422 591180
Stra
Crudo&Sushi Restaurant Chiuso il lunedì
Viale della Repubblica, 245/C TREVISO
✆ 0422 307462
LOCALI NOTTURNI
Ti Taggo
Discoteca
Via Fonderia 111 TREVISO
✆ 366 9585255
& PROVINCIA
CAFFÈ SNACK & MORE
Caffè Teatro
Puro Gusto
Vineria Ristorante Enoteca Sempre aperto
Viale Italia, 196 CONEGLIANO (TV)
✆ 0438 31379
Sangal
Restaurant Lounge Bar & Terrace Chiuso il martedì
San Marco, 1089 VENEZIA
✆ 041 3192747 www.sangalvenicerestaurant.com
Simposio
Cucina Vegetariana Chiuso lunedì sera e martedì.
Via Archimede, 2 DOSSON DI CASIER (TV).
✆ 0422 3802246
Caffé Snack & Drink
Piazza Matteotti, 35 VICENZA
✆ 0444 321432
Cocktail Bar Café
Via Marosticana, 229 DUEVILLE (VI)
✆ 0444 592517
OSTERIE & TRATTORIE
Casa Nova
Locanda Chiuso il lunedì
Via Tito Speri, 38 CASSOLA (VI)
✆ 0424 521074
VICENZA
Ristorante e pizzeria Chiuso il lunedì
Via Terraglio, 114 TREVISO (località Le Grazie).
✆ 0422 491716
Mandrillo
CUCINA ETNICA
Trattoria San Tommaso
Yu
Caffè De Mori
Ristorante la Cantinaccia Pizzeria Birmana Sempre aperto
Via Palazzi, 10 GORGO AL MONTICANO (TV)
✆ 0422 208012
Piatti della tradizione
Chiuso domenica/lunedì a pranzo
Via Inferiore, 7 TREVISO ✆ 0422 543829
Pegasus
Cucina Giapponese e cinese Aperto 7 giorni su 7
Via Europa, 21 PREGANZIOL (TV)
✆ 0422 330006
Vintage Restaurant Store Sempre aperto
Via Risorgimento, 10 - TREVISO ✆ 0422 580229
Villa Foscarini Cornaro
Toni del Spin
Wok-Sushi
Caffé Snack & Drink Chiuso il martedì
Via Nazionale, 102 BELVEDERE DI TEZZE SUL BRENTA (VI)
✆ 380 3224958
Caffé Snack & Drink Chiuso il martedì
Corso Palladio, 187 VICENZA
✆ 346 0094339
Conca d’Oro
Ristorante con alloggio Chiuso domenica sera e martedì
Prato Santa Caterina, 11 BASSANO DEL GRAPPA (VI)
✆ 0424 220364 www.trattoriaconcadoro.it
Concordia
Il Garibaldi
Trattoria Chiuso il giovedì
Piazza Terraglio BASSANO DEL GRAPPA (VI)
✆ 0424 523796
In Osteria
Cucina Vegetariana Vegana Chiuso lunedì/martedì
7° Tornante CROSARA DI MAROSTICA (VI)
✆ 0424 702460 340 8603185 www.inosteria.it
La Cantina
Trattoria Enoteca Chiuso la domenica.
Viale Verona, 12 VICENZA ✆ 0444 549806
New KurKuma Club
Trattoria
Via Valbella, 106 MAROSTICA (VI)
✆ 0424 72656
Osteria Imbusà
Vino Sali Tabacchi Chiuso il lunedì
Via XX Settembre, 69 CAMISANO VICENTINO (VI)
✆ 0444 610191
Specialità pizza bio km 0
Chiuso lunedì/martedì mattina
Via Gazzo, 2 ZOVENCEDO (VI)
✆ 0444 893290
Caffé Pasticceria Chiuso il lunedì
Via XX Settembre, 87 CAMISANO VICENTINO (VI)
✆ 0444 610161
Birreria red wine bar art room Chiuso il lunedì
Via S. Giorgio, 2 BASSANO DEL GRAPPA (VI)
✆ 0424 503510
Ferracina
La Piazza
Caffè Snack Chiuso il lunedì
Piazza dei Signori, 55 VICENZA
Orari: 09/24
Ottocento
Ponte delle Bele
Piatti tipici vicentini Chiuso la domenica
Contrà Ponte delle Bele, 5 VICENZA
✆ 0444 320647
www.unomagazine.com
Siamo anche su
38
uno
magazine
uno
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Facebook e
Twitter alle pagine UNO Magazine
39
Trattoria Paeto
dalleCINQUEdellaSERA
Piatti tipici vicentini Chiuso il lunedì
Via Trevisani, 15 CARTIGLIANO (VI)
✆ 0424 590318 www.paeto.it
RISTORANTI & PIZZERIE
Ai Sette Santi
Ristorante Pizzeria Chiuso il lunedì
Piazzale della Vittoria, 7 Monte Berico VICENZA
✆ 0444 235470
Al Pioppeto
Ristorante Chiuso il martedì
Via San G. Barbarigo, 13 ROMANO D’EZZELINO (VI)
✆ 0424 570502
Al Ponte
Ristorante Pizzeria Chiuso il martedì
Via Roma, 151 ROSSANO VENETO (VI).
✆ 0424 540057
Gran Caffè Garibaldi
Ristorante Bar Gelateria
Piazza dei Signori VICENZA
✆ 0444 544147
I Castelli di Giulietta e Romeo
Ristorante Chiuso lunedì e martedì mattina
Via Castelli 4 Martiri MONTECCHIO MAGGIORE (VI)
✆ 0444 696172 www.ristorantegiuliettaeromeo.it
La Locanda di Piero
Chiuso domenica sabato e lunedì a mezzogiorno
Via Roma, 34 Montecchio Precalcino (VI)
✆ 0445 864827 www.lalocandadipiero.it
La Pace
Pizze moolto speciali Chiuso lunedì
Via Cartiera, 62/a ROSSANO VENETO (VI)
✆ 0424 848453
Locanda alla Torre da Zemin
Ristorante Chiuso il lunedi, sabato a pranzo
solo su prenotazione
Via Torrerossa, 41 CAMISANO VICENTINO (VI)
✆ 049 9065621 www.allatorredazemin.it
Locanda Casanova
Piatti tipici e innovativi Chiuso lunedì
Via Tito Speri CASSOLA (VI)
✆ 0424 521074 www.locandacasanova.it
Lunaelaltro
Ristorante Pizzeria Chiuso mercoledì
Corso della Ceramica, 33 MAROSTICA(VI)
✆ 0424 478098
Melograno
Cucina Veneta Chiuso lunedì
Via Chiesa Valrovina 35, BASSANO DEL GRAPPA (VI)
✆ 0424 502593 www.melogranoristorante.com
Osteria Rive
Ristorante Wine Bar Jazz Club Chiuso martedì
Via Rive, 14 CARTIGLIANO (VI)
✆ 348 8265815 www.rivejazzclub.it
40
Pomo d’Oro
Enoiteca Bistrot Chiuso la domenica
Viale Europa, 3 ROMANO D’EZZELINO (VI)
✆ 0424 33441 mobile 339 7831291
www.enoitecapomodoro.it
Panic Jazz Club
Restaurant Concerti Chiuso martedì
Piazza degli Scacchi MAROSTICA (VI)
✆ 0424 72707 www.panicjazzclub.com
CUCINA ETNICA
Hot Cactus Café
Legrenzi
Wine Bar Café Osteria Ristorante Sempre aperto
Corte Legrenzi, 31 VENEZIA
Ostaria Da Mariano
Cucina veneta
Via Cecchini, 1 MESTRE VENEZIA (ang.via Spalti, 49)
✆ 041 615765
Sottovoce
Hostaria Pizzeria Chiuso il lunedì
Via Ospedale, 34 MESTRE (VE)
✆ 041 989841
Trattoria Alla Stella
Cucina messicana Chiuso il lunedì
Viale della Pace, 318 VICENZA
✆ 0444 500302
Specialità Pesce Chiuso il martedì
Via C. Marchesi, 34, CAMPAGNALUPIA (VE)
✆ 041 467238
Cucina messicana anche d’asporto Chiuso il martedì
Via Roncalli, 99 ROSÀ (VI)
✆ 0424 580322
RISTORANTI & PIZZERIE
Al Fogher
Cucina messicana Chiuso il lunedì
Via G. Lanza, 84 VICENZA
✆ 0444 570311
Al Gallo
Il Covo del Ribelle
La Cueva
Posada de la Mision
Cucina messicana
Via Campomarzio 56 BASSANO DEL GRAPPA (VI)
✆ 0424 523746
Shyva
Cucina indiana Solo venerdì e sabato su prenotazione.
Via S. Giorgio BASSANO DEL GRAPPA (VI)
✆ 0424 50000
LOCALI NOTTURNI
Shindy Club & Shyvaa
Discoteca e Cucina etnica Aperto venerdì e sabato
Contrà San Giorgio 140 BASSANO DEL GRAPPA (VI)
✆ 0424 500000 (Orari: 21/04) www.shindy.it
VENEZIA
& PROVINCIA
CAFFÈ SNACK & MORE
Caffè dell’Orologio
Snack Bar Chiuso il giovedì
Via Chiesa, 3 S. PIETRO DI STRA (VE)
✆ 049 9801292
The Dubliner Pub
In perfetto stile irlandese Chiuso il lunedì pomeriggio
Via Nazionale, 131 MIRA (VE)
✆ 041 5600601
OSTERIE & TRATTORIE
Ai Glicini
Cucina veneta Chiuso domenica a pranzo aperto di sera
Via Verdi, 1 TOMBELLE DI VIGONOVO (VE)
✆ 049 9800960
Cucina tipica veneta Chiuso il mercoledì
Via Arzerini, 48/1 CAMPONOGARA (VE)
✆ 041 462140
Specialità Pesce Chiuso lunedì pomeriggio e martedì
Piazza XX Settembre NOALE (VE)
✆ 041 440088 www.ristorantealgallo.it
Antico Pignolo
Ristorante
San Marco Calle Specchieri, 451 VENEZIA
✆ 041 5228123
Aspettando Godot
Pizzeria Chiuso lunedì, sabato e la domenica a pranzo
Via Unità, 4/a SPINEA (VE)
✆ 041 992920
Avogaria
Ristorante anche vegetariano Chiuso martedì
Calle dell’Avogaria, Dorsoduro 1629 VENEZIA
✆ 041 2960491 www.avogaria.com
Autoespresso
Trattoria Enoteca Chiuso domenica sera e lunedì
Via Fratelli Bandiera, 34 MARGHERA (VE)
✆ 041 9320214
Dall’Amelia
Cucina del territorio anche vegetariana
Via Miranese, 113, MESTRE (VE)
✆ 041 913955 www.dallamelia.it
Fratelli La Bufala
Pizzeria Ristorante Sempre aperto
Corte Marin Sanudo, 17 MESTRE (VE)
✆ 041 0992546 www.fratellilabufala.com
Goha
Specialità pesce Chiuso giovedì
Piazza della repubblica, 19 CAVARZERE (VE)
✆ 0426 311033 Orari: 10/14 - 18/02
Il Burchiello
Ristorante Chiuso lunedì e martedì sera
Via Venezia, 40 ORIAGO DI MIRA (VE)
✆ 041 472244
uno
magazine
O V A C A N Z E IN LIBERTÀ
Camping Discovery U
informazione pubblicitaria
Formula innovativa per la “Fiera del campeggio...
in campeggio” la prima edizione presso Union Lido Park
& Resort di Cavallino Treporti (VE) dal 16 al 18 maggio.
n’occasione unica ed innovativa di vivere il campeggio in questa “tre giorni”,
che si terrà dal 16 al 18
maggio. Ecco la nuova proposta di
Union Lido Vacanze nella bellissima struttura turistica che si trova
immersa nel verde litorale del
Cavallino fra la Laguna di Venezia
ed il mare Adriatico.
Union Lido Park & Resort si propone ai
propri Ospiti e a chi ancora non lo conosce, in
una veste singolare attraverso “Camping
Discovery, la fiera del campeggio… in
campeggio!” una vera e propria fiera commerciale nel settore delle attrezzature e dei giochi per il tempo libero, dei camper e delle roulotte, degli articoli per il campeggio e per l’outdoor, con il plus di una sede espositiva non rinchiusa nei freddi padiglioni di un evento fieristico, ma in una location naturale e bellissima.
Un’opportunità davvero unica, da prendere al
volo, per essere informati su tutte le novità del
settore camping, unita alla possibilità di trascorrere una o più giornate all’aria aperta in un
luogo incantevole, come si addice allo spirito
dei veri campeggiatori.
Sarà possibile visitare tutta la struttura prendendo personalmente visione di tutta la varietà
di soluzioni che vengono offerte per conoscere
e, naturalmente, provare le attrazioni del
Funny Word, così come i giochi tanto
apprezzati da bimbi e ragazzi. In occasione di
Camping Discovery sono previste speciali
attività di animazione e spettacoli sia diurni che
serali nel PalaCamping, struttura che verrà
allestita appositamente.
Per i meno sportivi le aree di wellness e le proposte dedicate agli amanti della buona cucina
con l’opportunità di apprezzare la gastronomia
tipica del litorale del Cavallino, ricca e golosa
nel mese di maggio. Per le associazioni di camperisti c’è un’offerta particolare di soggiorno
agevolato per i tre giorni della manifestazione,
di euro 44,00 (per un minimo di 12 camper e
su prenotazione). Per informazioni più dettagliate e per adesioni chiamate lo 041
2575140 oppure il numero 335 333148.
Vi consigliamo inoltre di visitare il sito
www.unionlido.com dove, fra l’altro, è
possibile effetture un virtual tour dei 600.000
mq di Union Lido Park & Resort e scaricare la cartina in PDF, scoprendo attraverso la
mappa interattiva il Parco e trovando subito,
con un semplice clic, l’ubicazione delle piazzole prenotabili, dei servizi e delle attrazioni.
INFO “Camping Discovery” si terrà
presso Union Lido Park & Resort
il 16-17-18 maggio, in Via Fausta, 258
30013 Cavallino Treporti Venezia.
Il biglietto di ingresso è di 5 euro,
per i bambini fino ai 14 anni e per
gli over 60 l’ingresso è gratuito.
Orari: dalle 9 alle 21.
uno
magazine
Camping
Discovery/
la fiera
del campeggio…
in campeggio!
16-17-18 maggio 2014
UNION LIDO PARK&RESORT
I - 30013 CAVALLINO - VENEZIA - ITALIA
Via Fausta, 258
Camping Park & Resort
Tel. +39 041 25 75 111
Art&Park Hotel Union Lido
Tel. +39 041 96 80 43 - +39 041 96 88 84
Booking
Tel. +39 041 25 75 112 - +39 041 25 75 113
Fax +39 041 53 70 355
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O REPORTAGE
Paraty città coloniale nei pressi di Rio de Janeiro, una delle mete più fotografate della costa brasiliana. Dal ‘58 Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.
Brasile un mondo a colori
UN PAESE ENORME DAI MILLE VOLTI. Una musica che risuona nella terra
e nelle radici della gente, palazzi nuovi e ultramoderni a fianco di angoli
dove la povertà regna ancora sovrana. Lunghissime spiagge e case
pastello, a Salvador de Bahia. Ecco la terra dallo sviluppo inarrestabile
e veloce, che si muove sinuosa a ritmo di “samba”.
C
osì Jorge Amado, uno dei più
grandi e famosi scrittori brasiliani, tinteggia il suo Paese e
la sua gente: «Il Brasile è la somma
meravigliosa di ogni possibile contraddizione, in ogni uomo veramente brasiliano scorre un sangue ricco
di fermenti europei, africani, indios,
meticci ed è proprio questo che
rende il Brasile così magicamente
colmo di luci ed ombre, fragile, allegro, violento e, tuttavia, così impossibile da dimenticare». Amado, figlio di
un latifondista del cacao e marito in seconde
nozze di una donna dalle origine vicentine è
scomparso nel 2001. Dalla sua penna hanno
preso vita fantastici personaggi, grandi figure di uomini, ma anche di donne e di bambini, come i meninos de rua dello struggente
44
Una delle infinite spiagge di Guaiù (stato di Bahia).
La famosa “Passarela do Alcool” (passeggiata dell’alcool), soprannome dato alla strada principale di Porto Seguro, luogo del primo approdo portoghese,
per le decine di negozietti che vendono cocktail di frutta dall’elevato tasso alcolico.
Il BRASILE copre più della metà
del Sud America, una dimensione
che lo colloca al QUINTO posto
tra le nazioni più grandi al mondo
“Capitani della spiaggia” e proprio le storie
da lui superbamente narrate e ambientate
non solo nella sua amata Salvador di Bahia
ma in tutto il nordest Brasiliano, hanno fatto
di questo letterato, l’autore più importante
dello Stato. Indimenticabili “Gabriella garofano e cannella” e “Donna Flora e i suoi due
mariti”. Il Brasile, che copre più della metà
del Sud America, è la quinta nazione più
grande del mondo. La stridente diversità del
Paese si riflette nelle metropoli, ognuna delle
quali ha la sua caratteristica distintiva.
L’imponente architettura modernista della
capitale, Brasilia, l'affascinante panorama
di Rio de Janeiro, gli edifici coloniali e le
gemme barocche del Minas Gerais, le città
storiche del nord-est, le pittoresche città dall’influenza europea e i villaggi vinicoli del sud
sono solo alcuni esempi di questa incredibile
eterogeneità. L’impatto con i colori, i sapori,
i suoni, i paesaggi del Brasile è subito intenso: il rosso vivo della terra, il divario tra città
e periferia, il gusto dei frutti esotici che
accompagna ogni pasto, i lunghi becchi e i
colori dei tucani e degli uccelli nel parco di
Foz d’Iguacu, la potenza dell’acqua delle
cascate: tutto ha il sapore dell’inatteso e A cura di
della sorpresa. Il viaggio in questo immenso Elisabetta Ziliotto
uno
magazine
Paese include spesso luoghi incredibili quali
le maestose cascate di Iguassù;
l’Amazzonia dove tutto è superlativo, i fiumi,
la flora e la ricca fauna che si avverte sempre
presente nella fitta foresta; la “Cidade
Maravilhosa” di Rio de Janeiro adagiata in
una baia spettacolare a cui la natura ha
donato, oltre al Pan di Zucchero, il
Corcovado dove svetta l’imponente statua
del Cristo Redentore; le infinite e meravigliose spiagge lungo la costa atlantica, un litorale idilliaco costellato di resort, dove vive la
maggior parte della popolazione dello stato
di Bahia, il più grande del nord-est e il suo
capoluogo, Salvador, con il famoso
Pelourinho, dichiarato dall'UNESCO nel
1985, Patrimonio dell’Umanità. Pelohurinho,
il sofferto e restaurato centro storico che
significa “palo della fustigazione” e che, in
uno
magazine
Un cimelio degli anni ‘90 lungo la BR 101, la celebre statale che collega la costa brasiliana percorrendola da Nord a Sud.
45
O REPORTAGE
Nella pagina precedente: uno scorcio della città
coloniale di Belmonte (foto grande)
e l’attracco del traghetto per Sant’Andrè.
Qui sopra e accanto: alcune immagini di Trancoso,
villaggio a poca distanza da Porto Seguro.
Situato su una scarpata che domina l’oceano,
il quadrado (centro città) è un lungo
spiazzo verde con una piccola chiesa
e circondato da case, molte delle quali hanno
trasformato i loro giardini in deliziosi piccoli caffè.
origine, designava la piccola piazza triangolare dove gli schiavi venivano fustigati in pubblico. Bahía è uno stato incredibilmente colorato e vivace, ricco di storia e di cultura, con
una radicata tradizione afro-brasiliana. Con la
sua costa lunga 1.103 km, questo è il più
lungo litorale di tutti gli stati del Brasile ed è
caratterizzato da magnifiche spiagge di sabbia bianca, splendide isole, incantevoli villaggi costieri, località balneari e dalla sua foresta
pluviale atlantica. Talvolta indicata come
“Terra della felicità”, Bahía offre agli amanti
della musica esperienze uniche. Il Carnevale
di strada, festeggiato ogni anno nella capitale Salvador, è il più grande del mondo. Ma
il Brasile è anche e soprattutto la splendida
varietà dei volti, ogni sfumatura possibile di
carnagione, colore degli occhi o dei capelli,
“pelle di ebano di un padre indigeno e occhi
come il diamante”, cantava Jovanotti ne
“L’ombelico del mondo”. Forse è anche per
questo motivo che qui ti senti un po’ a casa,
mai fuori posto o straniero, perché in questo
46
BRASILE INFO E NUMERI
POPOLAZIONE 198,7milioni di abitanti
SUPERFICIE 8.514.877 km²
DENSITÀ 23 abitanti/km²
CAPITALE Brasilia
LINGUA Portoghese
VALUTA Real brasiliano (1 euro = 3,2048)
FUSO ORARIO Il Brasile copre 3 fusi orari,
la differenza con l’Italia (senza considerare
l’ora legale) è di: -3 ore, -4 ore (Rio de
Janeiro, San Paolo, Brasilia, Porto Alegre,
Salvador de Bahia ecc.) e, infine, di -5 ore.
RELIGIONE prevale quella cattolica (64,6%).
DOCUMENTI Passaporto.
uno
magazine
uno
magazine
47
O REPORTAGE
O REPORTAGE
Due tra i più amati interpreti
della musica brasiliana, accanto
Chico Buarque de Hollanda
tra le sue canzoni più note
A Banda e O que será. Sotto
Antonio Carlos Jobim, autentica
icona carioca (a lui è intitolato
l’Aeroporto Internazionale di Rio)
e autore delle famosissime
Brasil e Garota de Ipanema.
angolo di universo, davvero, in un modo o nell’altro, c’è spazio
per tutti. Il Brasile è in fondo soprattutto questo, povertà e sofferenza ma anche bellezza e varietà di culture e colori. Abbracci
calorosi di bimbi che vivono nelle favelas e ballano la samba come
se effettivamente avessero la musica nel sangue, che si confondono con gli sguardi pieni di determinazione di bambine costrette dalla mamma a prostituirsi per poi “rinascere”, grazie alla Casa
della Speranza di Apucarana, di piccole suore che con tenerezza
fanno loro ritrovare l’innocenza e la fiducia nella vita e negli altri. E, ancora. la fierezza di
uomini e donne quasi centenari che con dignità aspettano tenacemente di ottenere quello
che è un loro diritto e per il quale da decenni lottano: un semplice pezzo di terra in cui vivere e lavorare. Il Brasile è soprattutto questo, persone capaci di partire dal loro dolore e dalla
loro sofferenza per trasformarla in danza, perchè la musica brasiliana impressiona, coinvolge,
tocca l'anima. Questa musica popolare - esiste addirittura un acronimo per chiamarla: MPB
che sta per Música Popular Brasileira - comprende tante varietà popolari che hanno
contribuito a formare un genere musicale a sé stante. Al suo interno samba, bossa nova,
choro, forrjo, sertanejo, caipira oltre a tutti i prodotti legati a contaminazioni musicali con
generi anglosassoni. Gli elementi alla base della musica popolare brasiliana sono tristeza, saudade, felicidade, spesso espressi in tono poetico e romantico, senza eccessi e rabbia. La
samba, o il samba secondo la definizione portoghese che utilizza il sostantivo al maschile, è
la danza tipica brasiliana, sviluppatasi a Rio, al tempo in cui essa era ancora capitale dello
Stato, grazie agli afroamericani emigrati dalla vicina Bahia. Il termine “samba” deriva da
“sembata”, una parola che nella lingua angolana significa “panciata” e sta ad indicare il particolare modo in cui era ballata. Nata dalla commistione di diverse tradizioni musicali, appartenenti a più etnie africane, si affermò in seguito alla nascita della religione sincretica cambondlé. Il pezzo più noto al mondo? Sicuramente “Aquarela do Brasil” di Ary Barroso. Tra i
maggiori sambisti di età contemporanea Antonio Carlos Jobim, cui è stato dedicato
l’Aeroporto internazionale di Rio, Luiz Bonfá, Chico Buarque de Hollanda, Nelson Sargento e
Agenor de Oliveira, detto Cartola per il suo cappello di carta da muratore. E proprio dalla
samba, fino agli anni Trenta il ballo dei poveri, è nata l'espressione culturale più importante.
quello che oggi concepiamo come il Carnevale, da molti considerato come la più imponente
produzione artistica del mondo. Esso è il simbolo di Rio e dell’intero Brasile e riflette in pieno
lo spirito della popolazione carioca. È una sorta di grande rito che esprime al massimo il livello e la voglia di vivere e divertirsi della sua gente, che si riflette anche nell’altra manifestazione brasiliana per eccellenza: il calcio. E sebbene il football non sia stato inventato qui questa
è, sicuramente, la “patria” acquisita di questo sport. Le innate qualità e il talento dei giocatori brasiliani sono noti in tutto il mondo e numerosi sono i campioni nati in questa terra che
hanno vestito maglie di squadre titolate anche europee. Quest’anno il Campionato del
Mondo sarà celebrato da tutto il popolo carioca che lo seguirà in ogni forma e modo, in ogni
angolo del Paese. Quando vai in Brasile, per quanto lungo sia, il tuo soggiorno dura sempre
troppo poco. È comunque sempre ridotto il tempo, perchè avresti voglia di giralo tutto, ma
gli spazi qui sono infiniti. Ed è sempre limitato il tempo per vivere e sentire sulla pelle tutto
ciò che le sue città e la sua gente hanno da raccontare, il sole, i colori, le musiche, i corpi vivi
e vitali e poi ancora la samba, i mercati, il cibo. In una parola la loro vita! Tutto ciò che vedi,
nel momento esatto in cui lo vedi entra nell’anima e qui magicamente resta.
48
CHI SONO
Mi chiamo Andrea, ho 28
anni, sono giornalista e
blogger. Nato e cresciuto
in provincia di Milano, dal
luglio 2009 sono scappato in Brasile
inseguendo tante cose. Sono laureato
in Scienze della Comunicazione
all’Università degli Studi di Milano e ho
frequentanto un corso di specializzazione all´Universidade de São Paulo
(USP). Ho vissuto a San Paolo, nella
capitale economica e culturale del
Brasile, ma lontano dalle spiagge e
dalle onde dell’oceano che tutti ci
immaginiamo quando pensiamo al
Brasile. Attualmente abito a Curitiba,
nel sud del Brasile. Il blog Scappo in
Brasile è nato nell´autunno del 2009,
anche se l´attività più intensa di scrittura è cominciata solo a fine 2010: con
questo blog voglio raccontare il Brasile
agli italiani, evitando però i luoghi
comuni e gli stereotipi che affollano le
nostre menti. Non solo calcio, favelas,
violenza, samba e Carnevale dunque: il
Brasile è senz´altro questo, ma soprattutto molto altro. Un Paese enorme
con gente straordinaria, ma che presenta infinite contraddizioni e realtà
complesse e, soprattutto, molto diverse dall’Italia. Frammenti e storie che
provo a raccontare giorno per giorno,
partendo dalla cultura, passando per
l´economia, la politica e la società. Un
mosaico che spetterà al lettore interpretare e ricostruire. Ma su Scappo in
Brasile trovate anche consigli, interviste
e informazioni utili per gli italiani che
sognano di vivere in Brasile.
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uno
magazine
uno
magazine
www.scappoinbrasile.com
49
O REPORTAGE
O REPORTAGE
Rio de Janeiro
il cuore del popolo carioca
Un Cristo Redentore che osserva dall’alto la splendida Baía de
Guanabara e Pão de Açúcar che sorge ogni giorno come una splendida
Venere, attorniato dai suoi imponenti compagni monoliti, due “divinità” che
mescolano sacro e profano, elette a talismano di una città infinita.
La spiaggia di Copacabana, una delle più famose
del mondo. Il nome significa “luogo luminoso”
in Quechua, una antica lingua ancora parlata in Perù.
Costruito nel 1914 sul promontorio prospiciente
il lungo arenile di 5 chilometri, il Forte omonimo
offre una panoramica stupenda.
G
aspar de Lemos fu l’esploratore che, per primo, entrò nella
Baia. Lo fece al comando di
una nave appartenente alla flotta di
Pedro Alvares Cabral cui, ufficialmente, va il merito di aver scoperto
il Brasile. Della spedizione faceva
parte anche Amerigo Vespucci. La storia di Rio de Janeiro è strettamente legata a
quella del Brasile, di cui è stata a lungo capitale e uno dei maggiori centri. I portoghesi
raggiunsero il primo gennaio del 1502 la Baia
di Guanabara e pensando che quest’ultima
fosse la foce di un grande fiume e, visto che
arrivarono a gennaio, essi diedero a quella
zona il nome di Rio de Janeiro, in portoghese
50
“Fiume di gennaio”. Il nome “carioca” con
cui si indicano gli abitanti della città deriva dal
termine con cui gli Indios locali, appartenenti
all’etnia Tupì, chiamarono gli europei. “Cari
oka” nella loro lingua “uomini bianchi”. Di
fatto furono i francesi i primi a creare qui una
colonia, ma il loro dominio durò poco e il 1°
marzo del 1565 il cavaliere portoghese
Estácio de Sá sbarcò ai piedi del Pão de
Açucar (Pan di Zucchero), fondò ufficialmente
la città che chiamò São Sebastião do Rio de
Janeiro, in onore del santo che aveva lo stesso nome dell’allora sovrano portoghese
Sebastiano I. All’inizio venne edificata su una
piccola spiaggia una fortezza che ancora oggi
è utilizzata come base dall’esercito brasiliano.
uno
magazine
uno
magazine
Successivamente la città fu spostata sulla
sommità di un colle e circondata da una palizzata a scopo difensivo. Il luogo dove sorse la
nuova città prese il nome di Morro di Castelo.
Da lì cominciò a svilupparsi il nucleo cittadino,
oggi corrispondente al centro storico. Negli
anni successivi la città fu minacciata dai pirati, soprattutto francesi e olandesi e dalle
popolazioni indigene alleate dei francesi. Ma i
portoghesi sconfissero in maniera definitiva i
gli oppositori e rafforzarono le proprie difese,
anche attraverso alleanze con tribù indigene e
Rio de Janeiro iniziò ad essere considerata
come una tappa strategica per le tratte delle
navi che attraversavano l’Atlantico e si spostavano dal Brasile all’Europa, passando per
l’Africa. Tuttavia per molti decenni il suo sviluppo fu piuttosto lento. La svolta fu rappresentata dalla scoperta dell’oro nella vicina
zona di Mina Gerais che rese Rio de Janeiro
un porto indispensabile per imbarcare oro
nelle navi dirette in Portogallo. Peraltro la sua
popolazione crebbe a tal punto da divenire la
città più grande del Brasile ed oggi, nonostante sia uno dei principali centri economici dello
Stato, conserva numerosi contrasti e contraddizioni. Da una parte si presenta ricca, proiettata verso una futura crescita economica, dall’altra è caratterizzata da fenomeni di povertà
diffusa, marginalizzazione e problemi di criminalità. Circa il 20% della popolazione vive
nelle favelas e la discordanza tra l’opulenza
degli edifici delle classi medio alte e il grigiore
delle baraccopoli è l’esempio più evidente
dello squilibrio che regna nella metropoli. La
città è comunque sempre più un laboratorio
dal punto di vista sociale e culturale. È il luogo
in cui si sperimentano importanti progetti di
solidarietà ed integrazione ed è la sede di
importanti eventi che proiettano l’intero
Sudamerica in una nuova dimensione internazionale. La città ha ospitato nel 1992 un
importante evento che ha visto il coinvolgimento dei governi di vari paesi del mondo, la
Conferenza dell’ONU sull’Ambiente e lo
Sviluppo. Nel 2007 è stata sede dei giochi
panamericani. Nel 2013 ha ospitato la
Confederation Cuo, quest'anno (2014) il
Campionato mondiale di calcio e nel 2016 le
Olimpiadi. Si dice che Rio De Janeiro sia una
città molto pericolosa. È vero, ma è sicuramente rischiosa anche per l’Anima perché, se
non stai bene attento, rischi di perderla dentro
le lacrime sommesse di bambini sporchi non
per la povertà, ma per la mancanza d’amore,
dentro la puzza di miseria e di favelas o dentro i colori dell’acqua al tramonto. Si dice che
a Rio devi stare bene attento a dove metti i
piedi. È vero, perchè ovunque posi lo sguardo,
l'immagine ti rimane indelebilmente impressa
nel cuore e a volte può ferire a sangue. Forse
perchè Rio è una città talmente lontana dalle
nostre, con una realtà, una storia e una cultu-
UN “ANGOLO”
DI PADOVA A RIO
Qualunque sia il motivo, il sogno, il desiderio, a Rio ci sono persone che per tante
ragioni, ci vanno ogni anno e anche più
volte nell’arco dei dodici mesi. Questa
città unica attrae e si vive e rivive in luoghi e in sapori che lasciano un ricordo.
Uno di questi è sicuramente L’Osteria all’Angolo,
dove si può ritrovare una “tessera di casa”. Un
pezzetto di Veneto, o meglio di Padova dall’altra
parte del mondo. Gestito da Alessandro Cucco,
uno dei 20 migliori chef del Brasile, da oltre 24
anni a Rio, e coadiuvato dal socio e amico Flavio
Fioretto - che fa spola tra la città patavina dove,
da pochi mesi, ha aperto “all'angolo” tra via
Facciolati e via Bonafede, un locale omonimo - il
ristorante di Ipanema non vanta solo una cliente-
la carioca di tutto
rispetto, come calciatori e presidenti ed ex
presidenti quali Lula e
Cardhoso, ma una
affezionata cerchia di
“amici europei” che
giunti in città non mancano di fare tappa nel locale di Alessandro e Flavio. Aperto nel 1994, è da
tempo considerato un must della cucina italiana,
per le molteplici proposte di piatti di pesce e di
carne che, con l’aggiunta di un “pizzico” di sapore
esotico, sono un vero e proprio omaggio alla
terra che ospita da decenni questa Osteria.
Come spiega Fioretto: «il segreto sta tutto nei
prodotti sempre all’altezza delle aspettative e
nella coreografia della presentazione». La scommessa brasiliana è stata vinta da tempo ed è per
questo che anche Padova ora ha dato i natali alla
“sorellina”, che già dopo pochi mesi, grazie anche
all’abilità dello chef Tommaso Convento, sembra
non deludere le aspettative.
51
O REPORTAGE
Enseada de Botafogo con il Pao de Acucar(Pan di
Zucchero) illuminato a guardia dell’entrata della baia.
Il monolito di granito e quarzo che i primi esploratori
chiamarono così per la forma simile agli stampi conici
d’argilla usati per raffinare lo zucchero.
TU PAGHI SOLO QUESTA METÀ
ra così diversa. Oggi, nonostante nella capitale brasiliana le
favelas con i loro bambini sporchi e affamati siano un pugno
nello stomaco, continuano a sussistere incanti e magie perchè
i brasiliani hanno "la vita sulla pelle" e contagiano irrimediabilmente chi li avvicina. È una città che è specchio e richiamo, iniziando dai suoi mille colori e dalla sua gente, personaggi incredibili che hanno già trovato il loro “autore”. Uno tra tutti il
clown simbolo del paese, Abelardo Pinto, in arte Piolin, soprannominato il “re dei pagliacci”. Il nome Piolin significa “stringa”
e deriva dalla forma fisica longilinea e dalle gambe lunghe e
sottili di questo personaggio che ha unito la creatività del comico all’abilità di acrobata. Una sua caratteristica era il colletto
alto del costume, mentre il trucco puntava sul grande contorno bianco della bocca senza altri eccessi. Per ricordarlo il 27
marzo non solo a Rio, ma in tutto il Brasile, si festeggia la “giornata del circo”, Dia do circo. E la ricorrenza è tutto merito di questo personaggio definito “uno
dei più grandi clown brasiliani di tutti i tempi”. La sua popolarità è anche frutto delle relazioni che riuscì ad instaurare,
non solo con la gente comune, ma anche col gruppo di intellettuali brasiliani che si riuniscono nella “Settimana d’arte
moderna”, il movimento artistico e letterario nato nel 1922 e
che ha tutt’oggi un grande seguito. E il circo è importantissimo in questa città, fatta di immagini bianche, come il nome
che hanno dato un tempo gli indigeni ai primi uomini europei sbarcati qui, Carioca. Basta accendere la televisione e vedi
solo giornalisti bianchi e conduttrici bionde, rigorosamente e
strepitosamente bionde, dagli occhi azzurri e carnagione
chiara. E lo stesso candore della pelle lo ritrovi nelle bellezze
dipinte sui cartelloni pubblicitari che tappezzano le vie della
città. E bianche sono tutte le posizioni di potere, bianco è il
colore dei soldi, del successo e del benessere, almeno quanto
nera è l'Anima di Rio! Un’Anima nera che canta tutto il sole
del suo paese e balla tutto il calore del suo corpo scaldando
immediatamente il tuo. Il sole di questa gente dall’Anima
52
nera che vive in festa e vuole la festa, la festa
del calcio, la feste delle maschere, la festa
della vita. Fatto è, che è magnifico stare a
guardare giovani cavalcare onde altissime con
la stessa audacia e lo stesso coraggio con cui
probabilmente cavalcano la loro esistenza,
sprezzanti del rischio che l’onda, come la vita,
questa volta li travolga. E si rimane così, a
domandarsi come facciano loro, la gente, i
bambini, i giovani, gli adulti, gli anziani, in
questa città così diversa da qualsiasi altra si
possa aver visitato, a vivere sempre e comunque con l'anima leggera dei giorni di festa,
fischiettando agli angoli di strada, al ritmo di
una musica meravigliosa le cui note fanno
incessantemente e ancora compagnia.
L’ALTRA METÀ LA METTIAMO NOI
Chi non comunica smette di esistere per il mercato. Invia una mail di richiesta dati e tariffe a: [email protected]
uno
magazine
O REPORTAGE
In queste pagine alcune suggestive immagini
della rigogliosa vegetazione che si può incontrare
nello stato di Rio, Espirito Santo e Bahia.
I SEGRETI DI UNA NATURA RIGOGLIOSA
E dalla più grande “foresta urbana” del mondo che soverchia Rio, una natura
rigogliosa attraversa tutto il paese fino al confine con Argentina e Paraguay. Il
Brasile custodisce un mistero ancestrale. L’essenza della vita, nella natura più selvaggia, che sembra sfidare l’universo intero, con una forza travolgente capace di
intimorire qualsiasi essere vivente. Patria di oltre 55 mila specie di piante e di tre ecosistemi tra i più disparati del pianeta, la ricchezza della flora e della fauna del Brasile non ha eguali. Da
foresta e palude a deserto e savana, questi netti contrasti nel clima e nel paesaggio hanno creato
una flora immensamente varia, la maggior parte della quale unica. Oltre i grandi centri urbani, le
grandi metropoli che straripano di cultura ed energia, la vita rurale scorre tranquilla. In barca è possibile raggiungere isole selvagge, mentre all’interno nei recessi di foreste e colline, il meraviglioso
scenario della natura brasiliana rimane indisturbato dalla rapida modernizzazione. Lungo la costa,
a nord e a sud di Rio, si stendono infiniti tratti di spiagge e baie lambite da acque verdi smeraldo,
mentre all’interno si trovano i rilievi ripidi e lussureggianti dalla Mata Atlantica. Un tempo questa
foresta atlantica si estendeva da Rio Grande do Norte a Rio Grande do Sul. Oggi, di questo luogo
54
dalle biodiversità più interessanti del Paese ne
rimane il 5%. Eppure ancor oggi protegge animali rari in pericolo di estinzione come la scimmia cappuccina, oltre 950 specie di uccelli e
piante uniche, tra cui l’Orchidea Cattleya, chiamata anche la “Regina dei Fiori”. Il più vecchio
parco nazionale del Brasile, il Parque Nacional
do Itatiaia, fu fondato nel 1937 per proteggere
la prateria e la fitta foresta atlantica. Lo scenario
è magnifico. Le regioni più alte sono ricoperte di
giganteschi massi erosi in strane forme da milioni di anni di piogge e di venti, da ruscelli impetuosi che diventano fiumi quando raggiungono
le zone sottostanti e da alberi affollati di prima-
uno
magazine
ti. Anche la costa di Espirito Santo è molto bella,
con montagne, spiagge e piccole città; così
come lo stato di Bahia che nel 1500, quando vi
giunsero i primi portoghesi, vantava una costa
di mille chilometri interamente ricoperta di un
manto verde di lussureggiante foresta atltantica. Oggi la punta di Porto da Barra è l'inizio di
una striscia di spiagge oceaniche ai margini
della città di Salvador, famose per le acque
calme e le scogliere che formano piscine naturali con la bassa marea. Dietro a questo litorale, si
estende il sertao, un arido semi deserto ricoperto di caatinga, piccoli alberi usati come pascolo
per il bestiame. Questa zona chiamata la
Chapada Diamantina ricorda le mesa
dell’Arizona e del New Mexico e vanta grotte e
cascate e alcuni dei più bei sentieri del Brasile.
uno
magazine
55
ECCO IL CALENDARIO
DEI MONDIALI 2014
giovedì 12 giugno
22.00 Brasile – Croazia (San Paolo)
venerdì 13 giugno
00.00 Cile – Australia (Cuiabá)
18.00 Messico – Camerun (Natal)
21.00 Spagna – Olanda (Salvador)
sabato 14 giugno
03.00 Costa d’Avorio – Giappone (Recife)
18.00 Colombia – Grecia (Belo Horizonte)
21.00 Uruguay – Costa Rica (Fortaleza)
domenica 15 giugno
00.00 Argentina – Bosnia (Rio de Janeiro)
00.00 Inghilterra – ITALIA (Manaus)
18.00 Svizzera – Ecuador (Brasilia)
21.00 Francia – Honduras (Porto Alegre)
lunedì 16 giugno
00.00 Ghana – USA (Natal)
18.00 Germania – Portogallo (Salvador)
21.00 Iran – Nigeria (Curitiba)
martedì 17 giugno
00.00 Russia – Corea del sud (Cuiabá)
18.00 Belgio – Algeria (Belo Horizonte)
21.00 Brasile – Messico (Fortaleza)
21.00 Spagna – Cile (Rio de Janeiro)
Mondiali 2014
nei templi del calcio
La partita d’esordio per la nazionale italiana si giocherà
il 15 giugno a mezzanotte (ora italiana) contro l’Inghilterra.
Avremo quindi un Campionato per “nottambuli” amanti del calcio, resta
solo da chiederci: “Saranno ancora “notti magiche” per i colori azzurri?”.
C
56
uno
magazine
uno
domenica 29 giugno
P3 – 18.00 (prima class. B) – (seconda class. A)
a Fortaleza
P4 – 22.00 (prima class. D) – (seconda class. C)
a Recife
giovedì 19 giugno
00.00 Camerun – Croazia (Manaus)
00.00 Giappone – Grecia (Natal)
18.00 Colombia – Costa d’Avorio (Brasilia)
21.00 Uruguay – Inghilterra (San Paolo)
martedì 1° luglio
P7 – 18.00 (prima class. F) – (seconda class. E)
a San Paolo
P8 – 22.00 (prima class. H) – (seconda class. G)
a Salvador
venerdì 20 giugno
00.00 Honduras – Ecuador (Curitiba)
18.00 ITALIA – Costa Rica (Recife)
21.00 Svizzera – Francia (Salvador)
18 in Italia), a Natal il 24 giugno contro
l’Uruguay (ore 13 lì, ore 18 in Italia). Se saremo riusciti, come ci auguriamo tutti, a superare il turno, giocheremo insieme alle altre squadre la fase a eliminazione diretta a partire dal
28 giugno, dopo un giorno di pausa per tutti.
Accanto ecco il calendario della fase a gironi,
con l’orario di inizio delle partite in Italia.
OTTAVI
sabato 28 giugno
P1 – 18.00 (prima class. A) – (seconda class. B)
a Belo Horizonte
P2 – 22.00 (prima class. C) – ((seconda class.D)
a Rio de Janeiro
mercoledì 18 giugno
18.00 Australia – Olanda (Porto Alegre)
domenica 22 giugno
21.00 Corea del Sud – Algeria (Porto Alegre)
davanti alla televisione, occorre aggiungere
sempre cinque ore rispetto all’orario locale di
inizio delle partite (tranne che per le partite
giocate a Cuiabá e a Manaus, dove le ore di
differenza sono sei). Le partite della fase a
gironi si giocheranno dal 12 al 26 giugno,
sempre tra le 13 e le 21 locali (tra le 18 e le 3
del mattino, in Italia); quelle a eliminazione
diretta saranno tutte alle 13 o alle 17 locali
(alle 18, alle 21 o alle 22, in Italia). La finale si
giocherà il 13 luglio alle 16 (le 21 in Italia).
La prima partita dell’Italia sarà a Manaus il 15
giugno contro l’Inghilterra (ore 18 lì, mezzanotte in Italia; prima del sorteggio la partita
era prevista per le 3 di notte in Italia), a Recife
il 20 giugno contro il Costa Rica (ore 13 lì, ore
Le partite a eliminazione diretta (ottavi, quarti,
semifinali e finali) inizieranno sabato 28 giugno, dopo
un giorno di riposo dalla fine della fase a gironi.
lunedì 30 giugno
P5 – 18.00 (prima class. E) – (seconda class. F)
a Brasilia
P6 – 22.00 (prima class. G) – (seconda class. H)
a Porto Alegre
sabato 21 giugno
00.00 Nigeria – Bosnia (Cuiabá)
18.00 Argentina – Iran (Belo Horizonte)
18.00 Belgio – Russia (Rio de Janeiro)
21.00 Germania – Ghana (Fortaleza)
cominceranno il 12 giugno a
San Paolo, con la partita
Brasile-Croazia e si concluderanno con la finale del 13 luglio allo
stadio Maracanã di Rio de Janeiro.
Le dodici città che ospiteranno le
partite sono Belo Horizonte, Brasilia,
Cuiabá, Curitiba, Fortaleza, Manaus,
Natal, Porto Alegre, Recife, Rio de
Janeiro, Salvador e San Paolo, nonostante diversi rallentamenti nei
lavori di costruzione degli stadi. I
gironi sono otto, ciascuno formato da quattro
squadre che si affronteranno tra loro una sola
volta nella prima fase. Per i calcoli sul fuso
orario, cioè per capire a che ora piazzarsi
giovedì 26 giugno
18.00 Portogallo – Ghana (Brasilia)
18.00 USA – Germania (Recife)
22.00 Algeria – Russia (Curitiba)
22.00 Corea del Sud – Belgio (San Paolo)
lunedì 23 giugno
00.00 USA – Portogallo (Manaus)
18.00 Australia – Spagna (Curitiba)
18.00 Olanda – Cile (San Paolo)
22.00 Camerun – Brasile (Brasilia)
22.00 Croazia – Messico (Recife)
martedì 24 giugno
18.00 Costa Rica – Inghilterra (Belo Horizonte)
18.00 ITALIA – Uruguay (Natal)
22.00 Giappone – Colombia (Cuiabá)
22.00 Grecia – Costa d’Avorio (Fortaleza)
mercoledì 25 giugno
18.00 Nigeria – Argentina (Porto Alegre)
18.00 Bosnia – Iran (Salvador)
22.00 Honduras – Svizzera (Manaus)
22.00 Ecuador – Francia (Rio de Janeiro)
QUARTI
venerdì 4 luglio
P9 – 18.00 (vincitrice P5) – (vincitrice P6)
a Rio de Janeiro
P10 – 22.00 (vincitrice P1) – (vincitrice P2)
a Fortaleza
sabato 5 luglio
P11 – 18.00 (vincitrice P7) – (vincitrice P8)
a Brasilia
P12 – 22.00 (vincitrice P3) – (vincitrice P4)
a Salvador
SEMIFINALI
martedì 8 luglio
P13 – 22.00 (vincitrice P9) – (vincitrice P10)
a Belo Horizonte
mercoledì 9 luglio
P14 – 22.00 (vincitrice P11) – (vincitrice P12)
a San Paolo
FINALE Terzo/Quarto posto
sabato 12 luglio
22.00 (perdente P13) – (perdente P14)
a Brasilia
FINALE
domenica 13 luglio
21.00 – (vincitrice P13) – (vincitrice P14)
a Recife
57
O R I T M I NATURALI
Consigli Detox per la casa
Incredibile: svuotare i cassetti ci aiuta a rimetterci in forma per l’estate.
In previsione delle vacanze, per arrivare alla prova costume in perfetta forma, corriamo ai ripari
con programmi di disintossicazione e diete. Ma pochi sanno che un valido alleato che ci aiuta
a perdere i chili di troppo può essere proprio… la nostra casa! Scopri come leggendo qui sotto.
S
vuotare armadi e cassetti aiuta
ad alleggerirci in tutti i sensi.
Siamo legati all’ambiente in
cui viviamo molto più di quanto possiamo immaginare. In tanti
anni di corsi e consulenze ho riscontrato che fare spazio nell’armadio e
nei cassetti aiuta a perdere quel
chilo in più che sembra impossibile
perdere! Quando mettiamo mano
alla casa e riusciamo a “sbloccare”
certe zone critiche, eliminando tutti
gli oggetti inutili e i ricordi che
ormai significano poco o nulla per
noi, ecco che, senza accorgercene, si
innesca un processo virtuoso di
disintossicazione per il corpo e per
l’anima. L’atto catartico di riordinare e svuotare casa ci aiuta nel mettere a dieta noi stessi e… la nostra
casa! Ecco, di seguito, alcuni preziosi consigli da ricordare.
ABBANDONATE IL TIMORE
Abbandonate il timore di individuare gli
oggetti da eliminare e smettete di sentirvi in
colpa dopo averlo fatto. Fidatevi del vostro
istinto. Se a colpo d’occhio avete deciso che
quella cosa non fa più parte della vostra vita,
non tornate indietro sui vostri passi. È uno
spreco di energia!
EVITATE PENSIERI INUTILI
Prima di buttare qualcosa, valutate quanto è
importante per voi. Se un vecchio regalo susci-
IL LIBRO
Continua a riscuotere successo e
a trasformare la vita di tante persone questo affascinante libro
che unisce la fluida narrazione
di un romanzo alla praticità
dei consigli di un manuale e
offre una ricetta semplice ed
efficace per disfarsi in sette
giorni e senza sforzo di tutte le cose
che non servono o non ci piacciono più!
Mediterranee Edizioni pagine 214 - Euro 15,90
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58
IL CORSO
ENTRO GIUGNO ANCHE A PADOVA:
“LIBERA IL TUO SPAZIO,
TRASFORMA LA TUA VITA”
Il corso esperenziale per imparare
i principi dello spaceclearing con il
metodo di Lucia Larese. Per saperne di più
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Tel: 049 9065733; 348 0116828
ta ancora gioia e affetto, è giusto conservarlo
tra i ricordi. Se vi lega ad una persona che non
vi è mai piaciuta o a una situazione sgradevole,
eliminatelo senza esitazioni. Dopo aver deciso
cosa buttare e cosa tenere, non tornate a chiedervi: potrà mai servire? La risposta sarà
immancabilmente forse e così non getterete
mai via nulla. Il modo migliore è chiedersi:
come mi potrà essere utile? Adottatelo come
unico metro di giudizio. Il primo passo per iniziare a cambiare abitudini è uscire dal conflitto
con se stessi e imparare a volersi più bene.
Creare un ambiente armonioso dove ci sono
soltanto le cose che usiamo e amiamo ci sostiene in ogni momento della giornata e ci insegna
ad apprezzarci di più e a volerci più bene.
PRENDETEVI TUTTO IL TEMPO
Se avete accumulato troppo, vi occorreranno
più sedute prima che vi sentiate pronti a liberarvene. In certi casi può passare un anno intero
prima che vi rendiate conto che qualcosa mai vi
è stato utile e mai lo sarà!
ESPERIENZA GRATIFICANTE
Abituatevi a considerare il disfarsi del superfluo
come un’esperienza gratificante. Quando ne
avrete constatato i benefici, cercherete sempre
più spesso queste gratificazioni. Liberarsi delle
cose può darci lo stesso piacere che abbiamo
avuto nel comprarle! Disfarsi del superfluo vuol
dire liberarsi e lasciarsi andare allo scorrere della
vita che vi offrirà quello di cui avete bisogno
piuttosto che farvi conservare le cose per sempre, perché non si sa mai! Più cose inutili abbiamo intorno, più la nostra energia sarà trascina-
ta verso le faccende materiali, allontanandoci
dalle cose più belle della vita!
IL BLOCCO DEI RICORDI
Il ricordo del passato, di qualcosa che abbiamo
vissuto, simbolicamente racchiuso in un oggetto, impedisce di andare avanti. Capita frequentemente dopo la fine di un amore. Cassetti e
armadi straripano di foto e regali dell’ex: zavorre emotive che agiscono da ostacolo per l’inizio
di una nuova storia. Questo accade al protagonista del mio libro Giorgio (vedi box in pagina
N.d.R.) il quale, mettendo mano ai propri
“cimeli sentimentali”, fa un percorso a ritroso
nelle proprie storie d’amore e, alla fine, scoprirà qual è l’ostacolo che gli impedisce di trovare
il vero amore.
RICERCA DELLA SEMPLICITÀ
Man mano che dedichiamo tempo e impegno,
con amore e dedizione, a liberarci delle cose
inutili e superflue, possiamo scoprire con stupore di avere sempre più tempo a disposizione.
E, alla fine, si può scoprire che la ricerca della
semplicità non fa rima con “scarsità”, bensì
con chiarezza e focalizzazione sui nostri veri
obiettivi. Lo spaceclearing messo in pratica
seguendo questi utili e semplici suggerimenti
contenuti nel mio metodo diventa un’occasione per intraprendere un cammino di trasformazione e chiarirsi le idee, sgomberando il campo
da dubbi e incertezze ed aumentando la fiducia in se stessi.
Lucia Larese
Laurea in Lingue con Lode e un Master in Marketing
Internazionale, Lucia Larese per molti anni si è occupata di
relazioni internazionali, viaggiando in tutta Europa.
Mettendo in pratica i principi dello Spaceclearing che, per
prima, ha introdotto in Italia “è diventata una maestra di
semplicità. Ha cambiato la sua vita ed è pronta a cambiare
la nostra” (Donna Moderna) ed è oggi “la guru italiana
dello Spaceclearing con un’agenda fitta di consulenze e
corsi in giro per l'Italia e la Svizzera” (La Stampa).
www.spaceclearing.it
uno
magazine
Chi ha la fortuna di
possedere un giardino
può avvertire spesso
un piacere che non è
solo qualcosa di fisico
e tangibile. Si parla
tanto, infatti, di energie
della Terra e di flussi cosmici, anche senza conoscerne
la natura ma un po’ tutti ne
possiamo comprendere il
valore. Ma cos’è davvero
l’Energia della Terra?
Q
ualche giorno fa, precisamente il 22 aprile, gli organi
d’informazione ci hanno
ricordato la “giornata mondiale dedicata alla Terra”. Una data
in cui si celebra l’importanza dell’ambiente e della salvaguardia del
pianeta, decretata ufficialmente nel
1970 dalle Nazioni Unite sulla base
della proposta dell’attivista pacifista americano John McConnell.
Abbiamo chiesto a Lisa Paolucci,
che si occupa professionalmente di
questo e molto altro sul suo blog, di
raccontarci qualcosa di più delle
energie emanate dal nostro pianeta.
Le persone, gli animali, le piante, i minerali, i
pensieri e le emozioni, qualunque cosa è fatta
di energia! Naturalmente sono tutte energie
differenti. Il pianeta Terra stesso è un “Grande
Essere” con un corpo fisico (ormai lo conosciamo bene!) ed un suo sistema energetico molto
complesso che arriva almeno fino agli strati più
esterni dell’atmosfera. E tutti noi “abitiamo”
sopra questo magnifico essere, che ha anche i
suoi centri energetici o chakra ed i suoi
canali sottili o meridiani. Lo sapevate che la
Terra ha almeno una dozzina di griglie energetiche, due delle quali sono patogene per noi?
ATTENZIONE AI NODI
I “famosi” nodi di Hartmann ed i nodi di
Curry, dal nome dei loro scopritori, sono dei
punti “geo-patogeni” in cui non è bene
sostare per troppe ore durante il giorno o la
notte (attenzione a dove posizionate il letto!),
altrimenti il corpo potrebbe risentirne in vario
modo. Anche le piante non gradiscono questi
punti, ecco che a volte si vedono alberi che
subito devíano la loro crescita incurvandosi
dove possibile. Se invece inavvertitamente
posizioniamo piantine di appartamento sopra
questi “nodi”, e le piantine non hanno la possibilità di crescere storte, potrebbero addirittura morire.
uno
magazine
Photo Simonetta Chiarugi www.aboutgarden.wordpress.com
O R I T M I NATURALI
Le Energie della Terra
IL CAMPO RADIANTE
Prima dicevamo che tutto è fatto di energia.
Per le persone e gli animali si può parlare di
“Aura”, una struttura energetica molto complessa ed intelligente; per le piante e per i
minerali invece, è più corretto parlare di
“campo radiante”, che è molto più semplice
rispetto all’Aura. Quindi ogni piantina, ogni
albero, ogni creatura vegetale assorbe sì acqua
e sostanze minerali dal terreno, fotoni di luce
solare, ma anche “prana” o energia vitale dal
sole, dall’aria e dalla terra! Ed i nostri pensieri e
le nostre emozioni, che pure sono fatti di energia, influenzano la loro crescita! Ogni creatura
vegetale inoltre ha il suo “Spirito di Natura”, un
essere energetico che “abita” la pianta. Quelle
più grandi hanno molta più energia e Spiriti di
Natura più potenti rispetto a quelle più piccole.
Fateci caso quando, per esempio, entrate in un
bosco, lì è più facile percepirli perché ce ne
sono tantissimi ed è pieno di vita!
Che dite, il nostro non è forse un magnifico
pianeta da rispettare e onorare?
Lisa Paolucci
Laureata in Biologia, discepola di Grand Master Choa Kok
Sui, è insegnante PHYL® della scuola “Loretta Zanuccoli
Yoga System”, una scuola che parla di energia. Da anni si
occupa di metodologie non convenzionali per il recupero e lo
sviluppo armonico dello stato psico-fisico, organizzando corsi
e seminari per la formazione degli operatori del benessere.
Scrittrice di “Un anno con la Luna” Eifis Editore (alla sua 3°
edizione) e appassionata di astrologia, tiene regolarmente
una rubrica su un periodico nazionale dedicata all’Oroscopo
ed il blog www.guardacheluna.it
Fonte: www.aboutgarden.wordpress.com
La posizione del letto è importante
La terra è attraversata verticalmente ed orizzontalmente da una serie di
linee elettromagnetiche che formano, come una una sorta di rete, quadrati di circa 200 cm per lato. I punti dove le linee verticali e quelle orizzontali si intersecano, chiamati nodi, emanano un’intensa attività radiante
che, spesso, risulta dannosa per la salute durante il sonno. Il nostro sistema nervoso, in questi casi, di solito si attiva subito per mantenere un equilibrio psicofisico ma se si passa molto tempo su questi forti campi magnetici, per esempio dormendo nello stesso letto per anni ed anni, possono insorgere dei problemi seri, delle vere e proprie malattie. I nodi di Hartmann sono spesso alla base anche di patologie che affliggono bimbi
di pochi mesi e che dormono, per molte ore al giorno, in una culla messa nel luogo meno adatto da genitori inconsapevoli. Ma non solo i “nodi
di Hartmann” sono importanti, bisogna tener conto anche dell’orientamento del letto affinche il sonno risulti efficace. Una tradizione dell’antico Egitto narra che la posizione notturna con la testa a Nord favorisce la fluidità della circolazione sanguigna. A conferma di ciò, esperimenti
effettuati al Centro del sonno di Barkeley, con l’uso di un letto girevole, hanno dimostrato che quando la testa è a Nord la profondità del sonno
è maggiore che negli altri orientamenti. Vale la pena dunque modificare in tal senso la posizione del letto. (Fonte: www.mr-loto.it)
59
O S A L U T E & BENESSERE
Sapete cos’è l’ipertrofia prostatica?
In tivù uno spot mostra una coppia matura alle prese con note defaillances
maschili. Come l’incapacità di trattenere la pipì o, persino, problemi legati all’erezione,
ma è davvero così? Leggete cosa ci ha detto, a tale proposito, l’esperto da noi interpellato.
Pierfrancesco Bassi
Direttore della Clinica
Urologica del Policlinico
“Gemelli” di Roma è
fra le eccellenze venete,
in particolare padovane,
nel campo della medicina.
U
na martellante campagna
mediatica invita la popolazione maschile matura,
all’insorgere delle prime
avvisaglie, a parlarne con il medico. Noi ci siamo spinti oltre ed
abbiamo sentito, a tale proposito,
i consigli ed il parere autorevole
del Professor Pierfrancesco Bassi,
Direttore della Clinica Urologica del
Policlinico Gemelli di Roma.
Cos’è l’ipertrofia prostatica?
PIERFRANCESCO BASSI «L’ipertrofia prostatica è un
ingrandimento benigno della prostata. Perché è
importante l’ipertrofia prostatica? Pensate alla
vescica che scarica attraverso un canale che si
chiama uretra che permette all’urina di uscire
all’esterno. Attorno a questo canale, subito al
di sotto della vescica, c’è questa ghiandola prostatica che avvolge il canale. È chiaro che questa ipertrofia, che significa ingrandimento della
prostata, quando si instaura, va come prima
cosa, a strozzare il canale che porta l’urina dalla
vescica all’esterno ed ecco che compaiono tutti
i relativi disturbi.
Perché si chiama benigna? Significa
che c’è pure un’altra forma maligna?
“
Per la DIAGNOSI la prima cosa da fare è il PSA un esame cardine
per escludere la presenza di un tumore della prostata. Poi si fa
una banale ecografia dell’addome per capire quanto è grande la prostata.
Infine si fa l’uroflussometria, un esame che consiste nell’urinare in un vaso
elettronico e che ci dice quanto la minzione sia più o meno forte
ed il tempo impiegato dal paziente nello svuotare la vescica
60
PIERFRANCESCO BASSI «Diciamo che è un vecchio
modo di dire, perché non esiste l’ipertrofia prostatica maligna, ma è un modo sostanzialmente semplice per rassicurare il paziente rispetto a
quella che è l’altra patologia prostatica che
incombe sempre nei pensieri dei maschi che è,
invece, il tumore della prostata. Quindi si continua a chiamarla ipertrofia prostatica benigna
proprio per distinguerla chiaramente dal tumore della prostata».
Quali sono i soggetti a rischio?
PIERFRANCESCO BASSI «Dai 50 anni in su tutti i
maschi con due picchi di incidenza di frequenza che riguardano, stranamente, una i cinquantenni e l’altra i pazienti dai settantanni in poi».
I sintomi più frequenti quali sono?
PIERFRANCESCO BASSI «Tipicamente quelli dell’ostruzione, quindi se abbiamo detto che
l’ipertrofia nel momento in cui si manifesta
strozza il canale, la prima cosa che avverte il
paziente è quella di avere un getto quando va
ad urinare, molto più scarso, molto più esile,
uno
magazine
che non raggiunge quella lunghezza e quella
distanza che raggiungeva quando aveva 20-30
anni. Poi chiaramente cosa succede, che questa
vescica, che fa fatica a svuotarsi contro questo
ostacolo e che si chiama ipertrofia della prostata, dopo un po’ si stanca per il superlavoro che
fa. Pensate ad una pompa che deve produrre 5
atmosfere per svuotare l’acqua dai vostri tombini, nel momento in cui fa fatica e deve produrne 10 di atmosfere per svuotare il tombino,
quella pompa ad un certo punto comincia a
protestare per questo superlavoro. Ebbene, la
“protesta” della vescica è manifestata dal
dover andare ad urinare più spesso, quindi
aumenta la frequenza delle minzioni e si riduce
l’intervallo fra una minzione e l’altra. Un altro
disturbo che può comparire è quello che chiamiamo “urgenza”, cioè il paziente avverte uno
stimolo ad urinare e non lo può controllare per
molto tempo ed ecco, quindi, che è costretto a
correre in fretta in bagno, abbandonando quello che sta facendo. Questi sono i disturbi che
determina un’ipertrofia prostatica».
“
L’ipertrofia prostatica può dare anche
problemi di disfunzione erettile?
PIERFRANCESCO BASSI «Questo è un argomento
controverso. Il concetto di base è il seguente:
altro che urinare, invece che a casa propria, in
un vaso elettronico e che ci dice quanto la minzione è più o meno forte, quanto ci mette il
paziente per svuotare la vescica. Di fatto registra quello che, a sua volta, il paziente ha registrato già nella sua testa, cioè “non ci metto lo
stesso tempo che ci mettevo quando avevo 30
anni, ci metto molto più tempo a svuotare la
vescica rispetto, ad esempio, a mio figlio che
ne ha 25...” e, soprattutto, il getto è fiacco e
cadente, non dico che si urina sulle scarpe ma
poco ci manca».
Una volta diagnosticata come si cura?
PIERFRANCESCO BASSI «Nel 60/70% dei casi il
paziente con uno, due farmaci torna a stare
bene. Solo quel 30% di pazienti che non
risponde alle cure mediche deve fare un intervento».
I farmaci hanno controindicazioni?
PIERFRANCESCO BASSI «Sono farmaci che tendenzialmente abbassano un po’ la pressione e la
cosa, tutto sommato va bene, perché dopo i 50
anni la pressione tende a salire, quindi un farmaco che l’abbassa, la tiene controllata e che cura,
in contemporanea, anche la prostata, va bene. È
come dire “prendo due piccioni con una fava”».
”
L’ipertrofia prostatica colpisce l’età maschile avanzata, dai 50 anni
in poi, in quell’età ci sono anche pazienti che cominciano ad avere
problemi di erezione. Quindi è difficile distinguere se è un problema di due
patologie che, contemporaneamente, si presentano nello stesso paziente.
D’altronde l’ipertrofia colpisce la ghiandola prostatica, la disfunzione erettile
va a colpire, invece, un altro organo che, pur vicino, è però diverso
anatomicamente . Quindi le due cose non sono collegate.
siccome l’ipertrofia prostatica colpisce l’età
maschile avanzata, comunque dai 50 anni in
poi, in quell’età ci sono anche quei pazienti che
cominciano ad avere problemi di funzione erettile, più comunemente detti d’erezione. Quindi
è difficile distinguere se è un problema di due
patologie che, contemporaneamente, si presentano nello stesso paziente. D’altronde l’ipertrofia colpisce la ghiandola prostatica, la disfunzione erettile va a colpire, invece, un altro organo
che, pur vicino, è però, anatomicamente, diverso. Quindi le due cose non sono collegate».
Qualche ulteriore consiglio?
PIERFRANCESCO BASSI «Quando cominciano questi
disturbi bisogna andare subito dall’urologo,
perché la capacità di cura ed il successo della
stessa dipendono molto anche dalla fase in cui
si scopre questa malattia. Molte persone trascurano questi segnali, questi disturbi che vi ho
appena elencato ed arrivano troppo tardi dall’urologo. Ecco che, allora, è più difficile poi far
sgonfiare la prostata con i farmaci».
I CONSIGLI DELL’ESPERTO
L’IMPORTANZA
DI RIPOSARE
CORRETTAMENTE
Dormire bene è essenziale per il
mantenimento della salute e la
prevenzione di molte malattie.
Tre nuovi studi dimostrano quanto sia importante per la
nostra salute, dormire almeno 7-9 ore per notte. La prima
ricerca presa in considerazione ha esaminato la correlazione tra apnea ostruttiva del sonno (OSA) ed il tasso di
mortalità su 2.240 individui coreani. I risultati hanno
mostrato che le persone affette da OSA avevano un
rischio di mortalità di 2,5 volte superiore alle persone non
affette da apnee notturne. Il secondo studio invece, effettuato da ricercatori australiani, metteva in relazione
l’OSA con il rischio di causare un incidente stradale. Gli
scienziati hanno individuato un maggiore rischio di provocare incidenti negli individui affetti da OSA che presumibilmente sono più soggetti a colpi di sonno e, in generale, ad una minore velocità di riflessi. L’ultimo studio, invece, ha esaminato la relazione tra durata del sonno e salute percepita fra gli adulti coreani. I risultati di tale ricerca
hanno evidenziato un peggior stato di salute percepito
nelle persone che dormivano meno di 5 o più di 9 ore al
giorno. Da un rapporto dell’American Academy of Sleep
Medicine emerge che, negli Stati Uniti, dai 12 ai 18
milioni di adulti soffrono di apnea ostruttiva del sonno,
che comporta la chiusura delle vie aeree superiori durante il sonno. Questa malattia oltre a non permettere a chi
ne è affetto di riposare correttamente, può essere associata a malattie cardiache, pressione alta, diabete,
depressione ed ictus. Curare questa patologia con l’aiuto
di un esperto, potrebbe perciò risultare fondamentale per
la salute. Nei casi lievi può essere il dentista a identificare il problema e a intervenire. Nei casi più seri è bene
rivolgersi ad un reparto di pneumologia e programmare
una polisonnografia, uno studio del sonno che determina
la quantità e l’intensità degli episodi di apnea.
Intervista a cura di Claudio Campagnolo
Per una corretta diagnosi quali sono
gli esami specifici necessari?
PIERFRANCESCO BASSI «La prima cosa da fare è il
PSA che è un esame cardine per escludere la
presenza di un tumore della prostata. Poi si fa
una banale ecografia dell’addome che ci dice
quanto grande è la prostata e quanto questa si
ipertrofizza al punto di impedire un completo
svuotamento della vescica. Infine si fa un
esame che si chiama uroflussometria che non è
uno
magazine
dr. Filippo Ongaro
Medicina anti-aging
www.filippo-ongaro.it
61
O A N I M A L HOUSE
ca quantistica e relativi all’energia del “punto di
zero”, che non sto qui certo a spiegarvi perché
non vorrei annoiarvi ma, soprattutto, perché a
scuola la matematica era la mia “bestia” nera.
Ecco lo vedete? Sempre lì si va a finire...
Ma torniamo alle esercitazioni, come avvenivano? Semplice dove ci sono degli allievi (noi) ci
vogliono degli insegnanti che, in rigoroso ordine di apparizione, sono stati: un enorme gatto
razza Maine coon, un minuscolo chihuahua (il
suo miglior amico), un cane lupo più lupo che
cane arrivato dall’Est, un iguana di nome Gino,
una tartaruga, un cavallo, un simpatico gufo
(che non ha parlato, ma “stava molto attento”)
e, infine, un giovane e scapestrato alano
Harlock (sì, come il famoso “Capitan”) protagonista di un episodio, interessante e persino toccante, che mi ha coinvolto in prima persona.
Uno per uno l’animale saliva sul palco con il
padrone o, meglio, con il papà o la mamma
(così pare gli animali chiamino i loro padroni) e
tutti noi dovevamo concentrarci su di lui o lei
(in base al sesso della creatura), cercando di
stabilire un contatto telepatico.
Qui andrebbe aperta una parentesi molto interessante per tutti quelli che hanno problemi
con i loro animali, vuoi perché sono aggressivi
o perchè sporcano in casa, insomma, in genere, perché ”non si attengono alle nostre disposizioni” (vedi apposito box a pag. 64).
È POSSIBILE PARLARE CON I NOSTRI ANIMALI?
Amelia Kinkade, autrice di “Parlare con gli animali e ricevere risposte”, ne è sicura.
Perciò, questa brillante ed energica signora texana, gira il mondo affermando il suo credo tenendo
appositi e specifici seminari sul tema che, incredibile ma vero, sono sempre affollatissimi.
H
o trascorso due giorni frequentando un seminario condotto da una simpatica ed
energica signora texana, ex ballerina ed ex star del cinema horror
anni '80, per imparare a “parlare
con gli animali”. Detta così, lo
ammetto, la cosa non promette
nulla di buono, soprattutto per le
menti razionali che mi stanno leggendo ma, vi prometto, che se
avrete la bontà e la pazienza di
continuare a leggere scoprirete
aspetti assai curiosi e, a tratti, persino sorprendenti.
La signora in questione si
chiama Amelia Kinkade, il
nome forse vi dirà poco o
nulla, ma Amelia si è
costruita una reputazione
mondiale basata appunto
su questa sua particolare
dote: dialoga telepaticamente con tutti gli animali
che incontra. Le sue “consulenze” sono richieste in
tutto il globo terracqueo,
ha “intervistato” i cavalli
della regina Elisabetta ed
ha “parlato” con campioni
a quattro zampe dell’equitazione olimpica, cercando di capire perché fossero giunti svogliati e demotivati alla prestigiosa manifestazione. Ha “ascoltato” le lamentele
di centinaia di cani e gatti nei confronti dei loro
“genitori” umani per la scarsa attenzione o
62
l'eccesso d’ansia che gli stessi trasmettevano
alla loro “prole” pelosa.
Una volta in Africa
i leoni le confidarono...
Nel corso del suo primo safari fotografico, gli
animali più belli e difficili da incontrare le
hanno “confessato” che non ne volevano
sapere di farsi vedere a causa di una coppia di
americani, rozzi e arroganti, inserita nel gruppo
che accompagnava Amelia. Ebbene, una volta
partiti i due seccatori, leoni, giraffe, elefanti,
ippopotami e, persino, il riservatissimo leopardo apparvero in tutta la
loro selvatica magnificenza,
Insomma un grande privilegio questo saper “comunicare” con l’intero mondo
animale, ma anche una
vera iattura perché, dalle
parole della Kinkade, è
emerso il peso della responsabilità che comporta il
venire a conoscenza delle
grandi, indicibili ed incomprensibili sofferenze che
l’essere umano provoca in
maniera cosciente ed incosciente (in senso letterale)
alle altre creature che condividono con noi questo, sempre più litigioso,
condominio chiamato Terra.
Perché il mio cane
è cosi aggressivo?
Quella che segue è una delle tipiche domande
che i clienti rivolgono spesso ad Amelia: “Perché
il mio cane è così ansioso e/o aggressivo?”. Già
perché? Se in casa avete uno specchio, ponetevi di fronte. Ebbene, cosa vedete? Vedete, per
caso, una persona rilassata, totalmente padrona di sé, calma, fiduciosa verso il genere umano
e in pace con se stessa? Come dite? Neanche
un po’? Bene, avete già trovato la risposta alle
vostre domande. Gli animali infatti assorbono il
nostro modo di rapportarci con gli altri e, naturalmente, con noi stessi. Perciò, prima di “lavo-
Ecco come imparare
ad ascoltare gli animali
In pratica cosa ci ha insegnato Amelia nei due
giorni di “full immersion”? Ci ha insegnato a
risvegliare in noi una sorta di udito speciale per
sentire ciò che gli animali ci dicono. Ma per chi
non avesse scoperto questa particolare sensibilità o essa fosse ancora poco sviluppata e tutta
da decifrare, ebbene, qualunque sia stato il
livello di coscienza animalista dei partecipanti,
ad ognuno e sottolineo ognuno, ha insegnato
se non proprio a sentire gli animali almeno a
vederli. Più precisamente a vederli in un’ottica
diversa, sotto un’altra luce, a considerarli, usando le parole della signora Kinkade, delle “persone”: un gatto ma anche una persona, un cane,
un cavallo, persino un iguana, secondo Amelia,
uno
magazine
pur appartenenti al mondo animale, son sempre persone. A questo punto vedo già i razionali citati all’inizio partire per la tangente e sbottare con un sonoro: «Eh no eh, questa proprio
non si può sentire!». Fate come volete ma, siccome sappiamo tutti che quando un argomento fa “incazzare” se ne è anche morbosamente
attratti (basti pensare al successo delle trasmissioni dedicate agli orrori della politica) ho deciso, perciò, di proseguire imperterrito.
In soldoni, ai partecipanti al seminario, viene
chiesto di tentare di cimentarsi in questa nuova
disciplina: leggere il pensiero animale. Badate
bene, mica una cosa da fuori di testa questa
anzi, pare sia supportata da dotte e profonde
tesi che si rifanno ai più recenti studi della fisi-
uno
magazine
E se poteste ascoltare i pensieri dei
vostri amici animali e capirli veramente?
E se il vostro gatto potesse rivelarvi
i suoi maliziosi segreti oppure il vostro
cane potesse raccontarvi la sua giornata?
Amelia Kinkade dedica la sua vita
al benessere degli animali. Rinomata a livello
internazionale come comunicatrice con gli
animali, autrice e speaker, nei suoi libri spiega
alle persone come imparare a comunicare con
gli animali. I clienti di Amelia sono star del
rock come Pink e Duffy, del cinema come Demi
Moore e Shirley MacLaine, della letteratura
come Bernie Siegel e Arielle Ford e celeberrimi
personaggi pubblici come la Regina Elisabetta,
il Principe Carlo e, persino, un ex astronauta
come Edgar Mitchell. Kinkade collabora con
diverse associazioni e organizzazioni per i diritti
degli animali in tutto il mondo.
Eifis Editore Pagg. 312 Euro 21,00
rare” su di loro
dobbiamo agire
su di noi, cercando di eliminare la fonte
d’ansia o di
aggressività che ci pervade e poi, forse, agire
sull’animale. Ma vedrete che, a questo punto,
non sarà nemmeno più necessario: il vostro
gatto o cane si sarà, spontaneamente e naturalmente, sintonizzato sulla “nuova persona”
che voi, a quel punto, sarete diventati.
Ricordatelo, agiscono d’istinto e questo, sotto
molti aspetti, li rende decisamente più evoluti e
migliori di noi.
Claudio Campagnolo
63
Perché il mio cane
non mi ascolta mai?
Secondo Amelia
Kinkade l’esperta
che “parla con gli
animali”, queste
“incomprensioni“
avvengono perché
noi, senza rendercene conto, che ci
crediate o meno,
comunichiamo già telepaticamente con il
nostro animale. Quindi cosa accade?
Accade che se il nostro cane sta per
incontrare, per strada o al parco, un suo
simile e noi sappiamo già che, in genere,
ringhierà o abbaierà, visualizzeremo
nella nostra mente la scena, costruendola in anticipo. Così facendo la trasmetteremo al nostro cane che, una volta ricevuto l’input visivo, si metterà appunto ad
abbaiare come un forsennato! E quando
voi gli urlerete “Basta abbaiare!” saranno
parole al vento perché lui “ha visto” che
voi lo avete immaginato “furiosamente
abbaiante” e di certo non vorrà deludervi: perciò “si atterrà scrupolosamente
alle vostre disposizioni”. Ecco perché,
sempre secondo Kinkade, i comandi non
vanno mai formulati in forma NEGATIVA
tipo “non abbaiare” oppure “non fare la
pipì sul tappeto...” o ancora “non salire
sul divano...”. Come detto, prima di formulare questi ordini voi già “immaginate”
il vostro cane intento proprio ad agire in
base ai comportamenti temuti e lui, in
“conferenza congiunta” con la vostra
mente, “vedrà” altrettanto: perciò farà
proprio ciò che, invece, voi non volevate.
Quindi? Quindi, più semplicemente, formulate il comando in forma POSITIVA.
Al posto di “non abbaiare” un semplice
“vorrei che tu tenessi la bocca chiusa e la
gola rilassata, rimanendo in silenzio” o,
invece di “non fare la pipì sul tappeto”,
un più bucolico “immagina quanto sarà
bello fare la pipì sul prato qui vicino e
spargerla in un sacco di posti” oppure,
infine, per farlo desistere dal divano
“quanto è bella la tua cuccia, lì si deve
stare proprio molto comodi”. Insomma,
offrite al vostro animale le immagini di
ciò che vorreste vedergli fare e non il “filmino” di ciò che non dovrebbe fare.
Provateci, un po’ alla volta, senza fretta e
senza aspettarvi improvvisi miracoli. Ma,
se sarete tenaci e pazienti, il successo è
garantito, parola di Amelia.
Claudio Campagnolo
64
O A N I M A L HOUSE
O E C C O NEWS
ECCO IL COLLARE ANTI-SMARTPHONE
PER TORNARE A GUARDARSI NEGLI OCCHI
Asciutto è meglio
Non ci riferiamo al tipo di cibo ideale per l’amico
peloso (umido o secco) ma alla sua silhouette che
dev’essere tenuta d’occhio e agevolata da dosi ragionevoli.
L
a premessa è indispensabile.
Ogni essere vivente è diverso e
non possono esistere delle
regole alimentari fisse e uguali
per tutti. Le tabelle che calcolano
i fabbisogni giornalieri devono
essere viste tutte come uno strumento da adattare alla risposta
individuale dell’animale. Il metabolismo è diverso e troveremo
soggetti che con la dose consigliata ingrassano e altri che dimagriscono. Solo l’occhio del proprietario potrà valutare se la dose media
consigliata va aumentata o diminuita a seconda che l’animale
tenda a dimagrire o ingrassare. Il
tutto cercando di inculcare dentro
di sé che, per la salute e per la lunghezza della vita, un fisico asciutto è molto meglio di uno florido.
Come si calcola la quantità quotidiana
di crocchette?
SERGIO CANELLO «L’alimentazione del cane è fondamentale per uno sviluppo corretto e un adeguato mantenimento, perciò è molto importante valutare il giusto fabbisogno giornaliero
del soggetto. I principali parametri che influenzano il fabbisogno energetico di un animale,
come per l’uomo del resto, sono il suo peso
reale, l’età, il sesso e l’attività fisica svolta
durante la giornata. Esistono delle tabelle che
aiutano a calcolare tutto ciò in base all’energia
metabolizzabile fornita dall’alimento che si
vuole somministrare. Per ogni alimento industriale questi fabbisogni sono già stati calcolati
e viene riassunta generalmente in una tabella
razione giornaliera, la quantità esatta di crocchette in base al peso vivo del cane e in base al
fine nutrizionale della dieta specifica».
Come cambia il calcolo in base all’età
del soggetto (cucciolo, adulto, anziano).
SERGIO CANELLO «Dato che l’età influenza in
modo rilevante il fabbisogno giornaliero dell’animale, si terrà sempre conto di questo
importante dato prima di qualsiasi calcolo.
Esistono dei coefficienti diversi, infatti, per il
cucciolo, per il cane adulto e per il cane anziano, in virtù del fatto che il fabbisogno energetico cambia notevolmente modificandosi il
metabolismo durante la crescita, lo sviluppo, il
mantenimento dell’età adulta e la maturazione
del soggetto fino alla vecchiaia».
Si deve abituare il proprio animale
ad un orario fisso per il pasto?
SERGIO
CANELLO
«Importanti aspetti
del comportamento
alimentare
sono
scanditi da ritmi circadiani
endogeni
che fluttuano nell’arco della giornata con
ritmi ben precisi.
Una corretta cadenza dei pasti secondo Anche in questo numero la rubrica a
il ciclo luce giorno cura del dott. Sergio Canello medico
nell’arco delle 24 ore veterinario ed esperto del benessere
consente di sincro- attraverso l’alimentazione.
nizzare gli “orologi www.ita.forza10.com
biologici”, garantendo un miglioramento di
situazioni subcliniche o patologiche conclamate
e assicurando un miglior assorbimento dei principi nutritivi, per una buona assimilazione e
digestione del pasto. Lo stravolgimento di questi ritmi può provocare l’insorgenza di disordini
metabolici. Inoltre, la gestione regolare del
rituale agapico (il pasto) del cane e del gatto
non fa altro che accreditare e affermare l’importante ruolo di mediatore che ogni proprietario
riveste nella vita del suo animale domestico».
È vero che i gatti preferiscono mangiare
al mattino mentre i cani alla sera?
SERGIO CANELLO «Probabilmente sì proprio perché i ritmi circadiani del cane e del gatto sono
diversi. Il gatto, infatti, è un animale notturno,
pertanto di notte preferisce cacciare o girovagare e al mattino si ritrova molto affamato, per
poi poltrire per tutto il giorno con fluttuazioni
variabili nell’arco della giornata. Il cane, invece,
al contrario, è più vitale durante le ore diurne
mentre di notte tende a riposare, di conseguenza alla sera si ritrova senz’altro più affamato».
Meglio dare un pasto unico o più di
uno al giorno?
SERGIO CANELLO «È preferibile somministrare la
razione giornaliera in due o tre pasti secondo il
tipo di animale, l’età e il suo peso vivo. Un cucciolo ha bisogno di alimentarsi almeno tre volte
al giorno fino alla pubertà, poi si può passare a
due pasti per tutta la vita se si tratta di un cane
di piccola o media taglia, mentre è preferibile
mantenere tre pasti giornalieri o addirittura
quattro nel caso di soggetti di taglia grande o
gigante. Questo accorgimento si escogita per
evitare l’eccessiva distensione delle pareti dello
stomaco nel post prandiale, con l’obiettivo di
diminuire drasticamente il rischio di torsione
dello stomaco».
uno
C. C.
magazine
S
i chiama “Social Media Guard”, è il collare anti-Smartphone brevettato da Coca-Cola per tornare a far guardare le
persone negli occhi. È l'oggetto di un video virale cliccatissimo negli Usa. Maledetti siano gli smartphone, aggeggi infernali che,
con un social newtork ed un app ormai per tutto, ci tengono sempre più distanti dalla conversazione “vis à vis”, relegandoci con gli occhi attaccati vicino ad uno schermo. Sempre e comunque. Come possiamo rimpadronirci delle nostre vite, tornando ad avere quella parvenza di vita vissuta? Ci ha
pensato Coca-Cola che, in uno spot virale, ha fittiziamente brevettato il “Social Media Guard”, altro non è che un collare elisabettiano che costringe a tenere la testa alta e, magia, fa in modo che possiamo finalmente tornare a guardarci negli occhi. Secondo colpaccio virale messo a segno dalla Coca Cola, dopo l’incantevole spot argentino per il lancio della Coca
Cola Life, quella che mostra cosa vuol dire essere genitori.
ECCO COME DIFENDERSI DALLE INSIDIE
DI ASK.FM IL SOCIAL DELL’ANONIMATO
D
opo i suicidi di adolescenti in tutto il mondo il “social delle domande” resta al centro delle polemiche. I contenuti
non sono monitorati e chi vi accede è esposto da subito a potenziali minacce e insulti che arrivano da utenze non
identificabili. Nato in Lettonia, Ask.fm, che sta per “Ask for me” (chiedi per me) è una community assimilabile ai vari social, ma con una
caratteristica particolare: gli utenti possono interagire in forma anonima. Gli utenti sono 60 milioni e più di 13 si collegano quotidianamente, l’Italia - ed è questo il dato più preoccupante - è il paese che ne
conta di più. Ask.fm è tra i siti più utilizzati dai teenager, uno spazio in cui si possono porre domande per ottenere risposte e chi risponde si deve prima registrare. L’accesso è vietato ai minori di 13 anni ma,
ovviamente, su internet chiunque può avere qualunque età. Se un adolescente è in crisi e “casca” in Ask.fm può capitargli di ricevere, come nulla fosse, dei veri e propri inviti al suicidio. È accaduto in provincia
di Padova, dove una ragazza di 14 anni si è lanciata dal tetto di un albergo dismesso e, ultimamente, è successo anche in Usa e in Gran Bretagna: nel mondo, solo negli ultimi mesi, a causa di questo social hanno perso la vita già 15 ragazzi. Chiunque può porre domande sui profili personali degli utenti, che possono essere “seguiti” come su
Twitter, la differenza è che su Ask.fm non si può sapere chi ti sta seguendo, ma solo il numero dei follower raggiunti. Le domande possono essere innocenti, ma anche e sempre in forma anonima molto invasive e personali come “Sei ancora vergine?” oppure “Hai mai usato droghe?”. Naturalmente c’è un’avvertenza molto chiara quando ci si
collega al sito: nessuno controlla il contenuto, e i comportamenti illegali, diffamatori e lesivi dell’utenza sono proibiti. Ma questa banale “foglia di fico” può bastare a scoraggiare gli episodi di cyberbullismo?
Decisamente no. COME PROTEGGERSI? Abolire l’anonimato su internet è una contraddizione in termini, i controlli di sicurezza appaiono infatti più che complicati. Inoltre ci sono stati suicidi causati anche da post
su altri social e, infine, se pur si riuscisse a “blindare” Ask.fm potremmo star certi che, di lì a poco, ne sorgerebbe un altro con le stesse caratteristiche o, forse, peggio. Quindi l’azione, davvero importante ed
essenziale, consiste nel monitorare e prestare molta attenzione verso le attività dei propri figli, un comportamento questo che ogni genitore davvero responsabile dovrebbe porre in essere quotidianamente.
ECCO 10 MODI PER CAPIRE LE MENZOGNE
CHE I MEDIA CI PROPINANO OGNI GIORNO
N
oam Chomsky, padre della creatività del linguaggio, definito dal New York Times “il più grande intellettuale vivente”, spiega attraverso dieciregole, semplici
ma a quanto pare efficaci, come sia possibile mistificare la realtà. La necessaria premessa è ricordare al lettore che i più grandi mezzi di comunicazione sono
nelle mani dei grandi potentati economico-finanziari, quindi interessati a filtrare solo determinati messaggi, omettendone altri magari meno “favorevoli”.
1) LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE, fondamentale, per le grandi lobby di potere, al fine di mantenere l’attenzione del pubblico concentrata su argomenti poco importanti, così da portare il comune cittadino
ad interessarsi a fatti in realtà insignificanti. Per esempio, l’esasperata concentrazione su alcuni fatti di cronaca.
2) IL PRINCIPIO DEL PROBLEMA-SOLUZIONE-PROBLEMA: si inventa a tavolino un problema, per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo
scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Un esempio? Mettere in ansia la popolazione dando risalto all’esistenza di
epidemie, come la febbre aviaria creando ingiustificato allarmismo, con l’obiettivo di vendere farmaci che altrimenti resterebbero inutilizzati.
3) LA STRATEGIA DELLA GRADUALITÀ. Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. È in questo modo che condizioni socio-economiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni ‘80 e ‘90: stato minimo, privaNoam Chomsky
tizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una
rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.
4) LA STRATEGIA DEL DIFFERIMENTO. Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, al momento, per un’applicazione futura. Parlare continuamente dello spread per far accettare le “necessarie” misure di austerità come se non esistesse una politica economica diversa.
5) RIVOLGERSI AL PUBBLICO COME SE SI PARLASSE AD UN BAMBINO. Più si cerca di ingannare lo spettatore, più si tende ad usare un tono infantile. Per esempio, diversi programmi delle trasmissioni generaliste.
Il motivo? Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni, in base alla suggestionabilità, lei tenderà ad una risposta probabilmente sprovvista di senso critico, come un bambino di 12 anni appunto.
6) PUNTARE SULL’ASPETTO EMOTIVO MOLTO PIÙ CHE SULLA RIFLESSIONE. L’emozione, infatti, spesso manda in tilt la parte razionale dell’individuo, rendendolo più facilmente influenzabile.
7) MANTENERE IL PUBBLICO NELL’IGNORANZA E NELLA MEDIOCRITÀ. Pochi, per esempio, conoscono cosa sia il gruppo di Bilderberg e la Commissione Trilaterale. E molti continueranno ad ignorarlo, a meno che
non si rivolgano direttamente ad Internet.
8) IMPORRE MODELLI DI COMPORTAMENTO. Controllare individui omologati è molto più facile che gestire individui pensanti. I modelli imposti dalla pubblicità sono funzionali a questo progetto.
9) L’AUTOCOLPEVOLIZZAZIONE. Si tende, in pratica, a far credere all’individuo che egli stesso sia l’unica causa dei propri insuccessi e della propria disgrazia. Così invece di suscitare la ribellione contro un sistema economico che l’ha ridotto ai margini, l’individuo si sottostima, si svaluta e addirittura, si autoflagella. I giovani, per esempio, che non trovano lavoro sono stati definiti di volta in volta, “sfigati”, “choosy”,
“bamboccioni”. In pratica, è colpa loro se non trovano lavoro, non del sistema.
10) I MEDIA PUNTANO A CONOSCERE GLI INDIVIDUI (mediante sondaggi, studi comportamentali, operazioni di feed back scientificamente programmate senza che l’utente-lettore-spettatore ne sappia nulla) più
di quanto essi stessi si conoscano, e questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un gran potere sul pubblico, maggiore di quello che lo stesso cittadino esercita su sé stesso. Si tratta di
un decalogo molto utile. Da tenere bene a mente, soprattutto in periodi difficili come questi. (Fonte: www.linkiesta.it)
uno
magazine
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O A ST R I & DISASTRI
A ST R I & DISASTRI O
Astrobau scegliere l’amico “peloso” secondo le stelle
ArieteFUOCOToroTERRAGemelliARIACancroACQUALeoneFUOCOVergineTERRABilanciaARIAScorpioneACQUASagittarioFUOCOCapricornoTERRAAcquarioARIAPesciACQUA
ARIETE
TORO
GEMELLI
VIVACE
TRANQUILLO
GIOCHERELLONE
È il più vivace dello zodiaco,
specie quando è cucciolo, si
mette spesso nei guai, perchè
tende ad essere spericolato e
testardo. Non è propriamente un
cane ubbidiente è, infatti, battagliero
ed entusiasta. Fategli fare spesso, per
calmarlo, delle lunghe passeggiate nel
parco, va infatti fatto sfogare. Il cane
Ariete va comunque d’accordo con
ogni padrone, in particolare con i segni
di fuoco: Ariete, Leone e Sagittario.
Solo con il padrone del Capricorno
potrebbe, forse, sentirsi un po’ troppo
troppo limitato.
Cane tranquillo, affettuoso e
molto giudizioso ma che non
rinuncerebbe mai alle proprie
comode abitudini. Ama, infatti,
schiacciare lunghi pisolini e il suo
posto in auto non è cedibile, così
come non è disposto a condividere la
sua pappa e il vostro affetto con qualcun altro. Gli si confà soprattutto un
padrone taciturno, orgoglioso e fiero
come il Capricorno, con cui dividere
la tendenza all'isolamento. Può piacergli l'adattabile temperamento del
padrone Ariete, andare d’accordo con
la metodica Vergine e il tenero
Cancro. Con un padrone Toro, sarà
convivenza perfetta: l’unica contesa,
tra loro, potrebbe essere il possesso
del divano!
Ecco il classico giocherellone
con l’argento vivo addosso,
soprattutto da cucciolo. Una
volta adulto le cose migliorano, ma la
sua energia e la sua vivacità restano
sempre sorprendenti. Intelligente, allegro, furbo e disobbediente, ha il dono
di essere molto comunicativo con
sguardi ed abbaiate. Perfetto con i
bambini poiché ama molto il gioco. Il
miglior padrone per lui è la persona
che cambia spesso umore e crea sempre situazioni impreviste: in tal senso
Cancro, Bilancia e Acquario sono ideali. Il Toro si adatta per gli impulsi vivaci
e generosi, il Leone per la sua esuberanza. Si sconsiglia, invece, un padrone del Capricorno, per il suo carattere
introverso ed amante della quiete.
BILANCIA
SCORPIONE
DISCRETO
Molto socievole e discreto, ma
attenzione a quello che dite:
perchè questo compagno quasi
perfetto, fedele, paziente e
ubbidiente è, però, anche
molto permaloso. È un cane che si
fa apprezzare per la sua estrema socievolezza e una certa tendenza ad essere
giudizioso. Ama le comodità e, di conseguenza, ha una profonda avversione
per le situazioni precarie, come una
cuccia scomoda e poco pulita. Il padrone più adatto è come lui una Bilancia;
dei buoni rapporti potranno stabilirsi
con Gemelli e, soprattutto, con il segno
dell’Acquario. Può andare d’accordo,
infine, anche con un padrone nato nel
segno del Leone o in quello del
Sagittario.
Aforismi
66
CANCRO
LEONE
VERGINE
COCCOLONE
FIERO
INDIPENDENTE
Dall’umore mutevole ma affettuosissimo, dolce, tenero e un
po’ timido. Non ama il rumore e la
folla, quindi può reagire in modo
imprevedibile se sottoposto a delle
situazioni, per lui, stressanti. Sensibile
e molto ricettivo, i vostri umori lo condizionano. Non vuole stare solo ed è
un vero casalingo che ama le cucce
comode e calde. Un padrone Pesci è
l’ideale in virtù della sua sensibilità e
dolcezza. Un padrone del suo stesso
segno finirebbe per contendergli il
titolo di pigrone di casa. Un nato
sotto il segno del Toro si accorderebbe
assai bene, così come un dominante
padrone dello Scorpione, che saprebbe, di sicuro, come farsi ubbidire.
Possiamo dire che in questo
caso c’è un’inversione di ruoli:
il cane del Leone si crede il
padrone mentre a voi, secondo
lui, spetterebbe l’altro ruolo.
L'istintiva sicurezza di sé lo rende un
cane equilibrato, ma per nulla mosso
dallo spirito di competizione, ad ogni
costo, con i suoi simili. È molto ubbidiente ma non servile. Si trova bene
con un padrone del Leone, ambizioso
e idealista, protettivo, affettuoso e
stabile di carattere. Gli andrà molto
bene anche il Sagittario, purché in lui
prevalga la dote della giovialità e sia
attenuata l’ansia che lo coglie quando
pretende di volere tutto e subito.
Ottimi auspici anche con l’Ariete.
Sin da cucciolo è un po’ vanitoso, è un cane che abbaia ma
non morde. Molto curioso, ma
anche riservato, è attento a tutto ciò
che lo circonda. È sorprendente come
riesce a cogliere i vostri ritmi e le personali abitudini. Con gli estranei a
volte è sospettoso, non ama le persone chiassose e dai modi rudi. È un
cane di grande indipendenza caratteriale ed emotiva. Una buona convivenza può instaurarsi con l’Ariete con cui
poter giocare a “braccio di ferro” per
vedere chi la spunta. Questo cane per
un Bilancia può rivelarsi, addirittura,
un rivale, mentre il Pesci può finire vittima dei suoi capricci. Questo amico
peloso può, invece, portare a miti consigli persino un severo Capricorno.
SAGITTARIO
CAPRICORNO
ACQUARIO
PESCI
DOMINANTE
VAGABONDO
UBBIDIENTE
STRAVAGANTE
DOLCE
È un cane molto fedele e devoto al suo padrone. Non è facile
educarlo e, comunque, resta
sempre un tipo di cane indipendente e con la tendenza a
dominare. È quasi sicuro che il
guinzaglio ve lo metterà lui è, infatti,
molto volitivo, intelligente e con scarsa attitudine all’obbedienza. Forte
d’animo e di corpo, gli appartengono
in modo superlativo coraggio, fedeltà
e lealtà nei confronti del padrone. Dal
momento che prende tutto sul serio,
questo cane ama molto i padroni
altrettanto seri. Perciò gli si addicono i
caratteri zodiacali tipici del Capricorno
e dell’Ariete.
Simpatico, vivace e socievole,
difficilmente nutre diffidenze e
si adegua con estrema facilità
al ménage della famiglia. È un
instancabile vagabondo che vi segue
ovunque, è inoltre un cane “sportivo”,
che ama gli spostamenti e che parte
come un razzo non appena gli togliete
il guinzaglio, scomparendo immediatamente alla vostra vista e avventurandosi talvolta in situazioni un po’ pericolose. Intelligente e fedele, predilige i
padroni dalla forte personalità, come il
Leone e l'Ariete, con un padrone del
Sagittario condividerà la passione per
l’avventura, l’originalità e socievolezza
dell’Acquario, infine, ben si accordano
alla sua natura.
Se lo coccolate troppo diventa
impaziente, è un cane molto
serio, dotato di gran prudenza,
leale e fedele. È assai difficile che
deluda le aspettative di chi lo ha
adottato, soprattutto per la sua grande capacità di obbedienza. Fin da
cucciolo manifesta la tendenza alla
serietà e all’impegno nel capire le
vostre esigenze. Va d’accordo con un
padrone dello Scorpione, dei Pesci e
del Cancro perché ama la perseveranza, la lealtà e la quiete domestica.
Ottima intesa anche con la Bilancia, a
patto che il padrone si astenga da
“moine e frivolezze inutili” e condivida, invece, con lui il lato saturnino del
carattere.
Ama i giochi in libertà ma
adora anche voi, perché è
intelligente e perspicace. È,
inoltre, un cane dinamico e
stravagante. Sempre in movimento,
vi può seguire come un’anima in pena
aspettando il momento di uscire, ma
una volta fuori ama l’indipendenza,
preferisce correre e annusare i mille
odori nei prati. Gemelli e Bilancia si
adattano benissimo alla convivenza
con questo cane, gratificandolo nei
giochi e nel suo bisogno di compagnia. Anche un padrone dell’Ariete
può essere adeguato, sapendolo condurre ad una disciplina da cui spesso
rifugge. Meno adatto, invece, a chi
cerca un cane affettuoso e tenerone.
Gli manca solo la parola. È il
cane più dolce e sognante
dello zodiaco, capace di un
grande affetto e “assetato” di
coccole costanti da parte
vostra. È sempre accattivante e grazioso, molto sensibile e furbo, tenero e
talvolta sfacciato: c’è da aspettarsi di
tutto da lui, come che abbai alla Luna
o alle sirene delle ambulanze. Nei confronti degli esseri umani è molto particolare, sa essere dolce con alcuni e
rifiutare, invece, ogni approccio con
altri. Questo cane è, comunque, il più
generoso dei tipi astrologici, adatto a
tutte le persone bisognose di affetto e
di compagnia, indipendentemente dall’età e dal proprio segno zodiacale.
uno
Se raccogliete un cane affamato e lo nutrirete non vi morderà. Ecco la differenza tra l’uomo ed il cane (Mark Twain)
magazine
uno
magazine
Aforismi
Chi non ha mai posseduto un cane, non può sapere che cosa significhi essere amato
(Arthur Schopenhauer)
67
O PRONTO S O C C O R S O
O MOBILITÀ S O ST E N I B I L E
Luci ed ombre della sigla ICE
Gli operatori delle ambulanze, in un incidente stradale, riscontrano spesso
che i feriti hanno con sè un cellulare e purtroppo, scorrendo l’interminabile
lista dei numeri salvati nella rubrica, non sanno mai chi avvisare. Perciò
suggeriscono di mettere, tra i contatti, la persona da chiamare in caso d’urgenza sotto lo
pseudonimo ICE (In Case of Emergency): una sigla conosciuta ormai a livello internazionale.
C
oncepito dal paramedico Bob
Brotchie nel maggio 2005 il
programma ICE (In Case of
Emergency) si basa su una
semplice idea: permettere ai primi
soccorritori (paramedici, vigili del
fuoco, polizia) di identificare le persone e contattare i loro parenti prossimi per ottenere informazioni
mediche. Il consiglio è quello di tenere nella
rubrica del proprio cellulare il numero da contattare, appunto, in caso di emergenza registrandolo sotto il nome ICE. La proposta ha
generato reazioni diverse, alcuni operatori di
emergenza lo hanno ritenuto una buona idea,
altri lo considerano inutile o pericoloso in quanto scoraggia l'uso di metodi più efficaci.
IL Dettaglio
Nei paesi sviluppati, infatti, gran parte delle
persone possiede un telefono cellulare e la polizia o i paramedici talvolta lo utilizzano per identificare le vittime di incidenti stradali o di altro
tipo. L'idea di ICE è che ognuno metta un contatto di emergenza con il relativo numero nel
telefono sotto la parola ICE. Questo permetterebbe al personale d'emergenza di avere un
posto fisso dove guardare. Qualora si vogliano
indicare più numeri da chiamare, si può usare il
seguente formato: ICE1 mamma, ICE2 papà,
ICE3, etc. La Francia, come al solito, si distingue
e la sigla è diventata ECU (En Cas d’Urgence).
Bob Brotchie
68
La Storia
A seguito di ricerche
effettuate dalla compagnia Vodafone, che
mostravano come meno
del 25% delle persone
portassero con sé chiare
informazioni su chi avrebbero voluto fosse informato in caso di un grave incidente, nel maggio
2005 è stata avviata una campagna per incoraggiare le persone. L’iniziativa è partita da Bob
Brotchie dell’East Anglian Ambulance Service
nel Regno Unito. L’idea ha preso piede, in particolare, dopo gli attentati del 7 luglio 2005 a
Londra. Intervistato in un programma radiofonico della BBC, Brotchie ha detto: «Stavo riflettendo su qualche chiamata difficile a cui ho risposto, con le persone incapaci di darmi indicazioni
utili a causa delle ferite o della debolezza e,
soprattutto, che non riuscivano nemmeno a fornirci le loro generalità. Ho scoperto poi che
molte persone, ovviamente, hanno un cellulare
e l’abbiamo usato per scoprire chi fossero. Mi è
venuto in mente che, se avessimo avuto un
modo sempre uguale di cercare un contatto
d’emergenza in un telefono cellulare, allora
sarebbe stato più facile per tutti». Brotchie ha
anche spronato le fabbriche di telefoni cellulari
a supportare la campagna, aggiungendo un
titolo ICE nella lista delle rubriche di tutti i nuovi
cellulari. Circa nello stesso periodo sono state
messe in circolazione email allarmiste che suggerivano che la campagna fosse “la fase uno di
un virus per cellulari che si sta spianando la strada per propagarsi molto rapidamente” o che
l’uso di questo “servizio” sarebbe stato addebitato sul conto dei clienti. Questa affermazione è
stata successivamente smascherata come una
leggenda metropolitana.
Il simbolo ICE
Il simbolo ICE è stato sviluppato da Mark Balduzzi, un
infermiere di Syracuse, New
York nel luglio 2005 per dare
al pubblico degli strumenti
fai-da-te, così da poter promuovere il programma ICE da parte di organizzazioni e di singoli
individui per aiutare il reperimento di informazioni d'emergenza. Per esempio, il simbolo ICE
sotto forma di etichetta su un cellulare permette ai soccorritori di sapere immediatamente che
il paziente ha inserito i numeri di emergenza
nella rubrica secondo questo criterio. Il simbolo
è stato sviluppato per essere gratuito e con
libertà di distribuzione. Tutti sono incoraggiati
ad usare questo simbolo per promuovere la
sicurezza individuale e la prontezza dei soccorsi.
Le critiche
La proposta ha
ricevuto numerose
critiche da parte di
operatori di emergenza. Ad esempio, la Federazione
Cantonale Ambulanze del Canton Ticino si è
detta dubbiosa sulla sua efficacia e legalità.
Anche il noto sito di “debunking” (debunking è
l’atto del confutare un’affermazione, basandosi
generalmente su metodologie scientifiche n.d.r.)
Hoaxbuster ha scoraggiato la proposta.
eventuali problemi
▼ In caso di emergenza il soccorritore si deve
occupare del ferito e non del telefonino.
▼ Il cellulare è un oggetto che spesso si rompe
in caso d’incidente.
▼ Nessun corso insegna ai soccorritori come si
accede alla rubrica di ogni marca e modello.
▼ Frugare nella rubrica del cellulare potrebbe
essere considerata una violazione della privacy
perseguibile per legge.
▼ La sigla ICE funziona in inglese, non in altre
lingue.
▼ Se il telefonino è spento, bloccato da un PIN
o un codice, oppure scarico il sistema è inutile.
▼ Aggiungere la voce ICE al proprio cellulare
potrebbe scoraggiare dall’uso di precauzioni
ben più efficaci (come un foglio di carta con
riportati i contatti dei parenti e le proprie notizie mediche).
▼ Per questo motivo, il LAFD (Los Angeles Fire
Department) raccomanda di usare questo
metodo solo dopo aver inserito le stesse informazioni nel proprio portafoglio.
Scuol@BIS Economico
Ecologico e Socializzante
Un’interessante alternativa di mobilità sostenibile
in grado di far risparmiare sui costi del trasporto scolastico
e di estendere la rete sociale delle famiglie.
S
i tratta di un servizio informatizzato che permette alle famiglie di organizzarsi creando
diversi equipaggi composti da
due/tre bambini e da un genitore/autista. Ne parliamo con Simone
Dalla Libera, l’ingegnere responsabile del progetto.
Cos’è il progetto Scuol@BIS?
SIMONE DALLA LIBERA «Scuol@BIS è un progetto di
car pooling scolastico. Due o tre famiglie condividono il viaggio per accompagnare i bambini a
scuola. Nel nome del progetto la chiocciolina
indica la gestione informatizzata del servizio
mentre la sigla BIS è l’acronimo di “Bambini
Insieme a Scuola”. Oggi il car pooling viene proposto con alcune garanzie e una serie di controlli perché sia sicuro e conveniente per tutti».
Il “car pooling” scolastico funziona
già da qualche parte?
SIMONE DALLA LIBERA «Il car pooling scolastico
funziona già in diverse scuole elementari e
medie sia del Veneto che in altre regioni d’Italia.
È attivo a Padova, Vigonza, Salzano, Silea, Villa
del Conte, Mareno di Piave, Vigodarzere,
Cadoneghe, Portogruaro, Loreggia e, a breve,
partirà a Torri di Quartesolo e Pianiga».
In pratica come funziona Scuol@BIS?
SIMONE DALLA LIBERA «Scuol@BIS prevede la
costituzione di “equipaggi” tra 2 o 3 famiglie
che collaborano per organizzare gli spostamenti dei bambini da casa a scuola e viceversa.
Agenda 21 consulting srl, una società specializ-
magazine
Non c’è il rischio che con Scuol@BIS il
traffico aumenti nei pressi della scuola?
SIMONE DALLA LIBERA «Il car pooling scolastico è
un sistema pensato per diminuire il traffico. Più
persone aderiranno al sistema e meno auto circoleranno nei pressi degli istituti scolastici».
uno
magazine
=
Qual è la funzione di Agenda 21 consulting?
SIMONE DALLA LIBERA «Agenda 21 consulting si
occupa di tutte le fasi del progetto, organizza e
predispone gli equipaggi per tempo e li monitora nel corso dell’anno scolastico. Si richiede,
inoltre, l’adesione formale ed il rispetto delle
regole del servizio Scuola@BIS».
Quali sono i vantaggi per la famiglia?
SIMONE DALLA LIBERA «Le famiglie risparmiano
tempo, soldi e chilometri. Aumentano le occasioni di socializzazione e collaborazione tra le
stesse, facilitando l’accrescimento della rete
solidale familiare, per la gestione dei figli anche
in orario extra scolastico. Rispetto allo scuolabus, inoltre, i bambini impiegano meno tempo
per andare a scuola».
Quali sono i vantaggi per l’ambiente?
SIMONE DALLA LIBERA «La riduzione delle auto nei
sottili, meno smog e meno inquinamento acustico
Ing. Simone Dalla Libera
+
zata incaricata dal Comune, si occupa di tutta
la parte logistica per organizzare le famiglie che
desiderano aderire al progetto. Ad esempio,
dove ci sono tre auto, ognuna con un autista
ed un bambino a bordo, si può fare in modo
che ci sia una sola vettura che viaggia con un
solo autista e tre bimbi».
✒ Le famiglie risparmiano tempo, soldi e chilometri
✒ I bambini impiegano meno tempo per andare a scuola
✒ Aumentano le occasioni di socializzazione e conoscenza tra le famiglie
✒ Il Comune risparmia oltre il 70% rispetto ai costi per lo scuolabus
✒ Riduzione dell’inquinamento: meno emissioni di gas serra, polveri
(Fonte: Wikipedia)
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+
pressi delle scuole porterà una riduzione dell’inquinamento: meno emissioni di gas serra, polveri sottili, meno smog e meno inquinamento acustico».
E quali i vantaggi per la comunità?
SIMONE DALLA LIBERA «La diffusione della cultura
della mobilità sostenibile e solidale nei bambini
e negli adulti».
PER SAPERNE DI PIÙ: www.scuolabis.it
✒ Si diffonde una cultura della mobilità sostenibile nei bambini e negli adulti
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O COMICHE F I N A L I
70
uno
magazine
erikabacchiega.it per schiavo pd
Se sei tornato a dare valore alle cose importanti.
GEMMOLOGO QUALIFICATO GIA/IGI - UNICI DIAMANTI ETICI CERTIFICATI IN VENETO
IMPORTAZIONE DIAMANTI E PERLE
Sarmeola di Rubano (PD) Tel. 049.63.00.93 e-mail: [email protected] www.rensi.it