OLEIFICIO MOLISANO

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OLEIFICIO MOLISANO
OLEIFICIO MOLISANO: UN’IMPRESA “SANA” PER LO SVILUPPO DEL MOLISE
C’è un Molise che vuole crescere e che vuole “fare” e ci sono idee che richiedono pazienza
per essere realizzate. La pianificazione economica di questo nostro territorio, magnifico e qualche volta bistrattato,
avrebbe bisogno di dare spazio e forza alle idee di chi è anche disposto a lavorare sul serio. “L’oro giallo”, di cui il Molise
collinare è una straordinaria miniera, ha nelle sue aziende di trasformazione una credibile possibilità di sviluppo.
“L’Oleificio Molisano”, in Contrada Colle Picone, a San Martino in Pensilis, sembra una grande casa di campagna, con
lo steccato di legno scuro: tavoli imbanditi di marmellate, conserve, raffinate bottiglie di olio adagiate in grandi cesti pieni
di girasoli; scaffali su cui luccicano barattoli che contengono ogni ben di Dio. E nell’aria un profumo mielato di olio fresco.
Felice Di Leonardo è uno di
quegli
imprenditori
che
anticipano i tempi e sanno di
poter contare solo su se stessi.
Un imprenditore puro, con
l’ottimismo dei pionieri, capaci di
immaginare il futuro anche dove
ancora non c’è. Partito da zero,
lui stesso dice sorridendo: “Io
dico sempre che lavoro dal
1913.. non mi ricordo neanche
più quando ho cominciato..” In
realtà è giovane, ma ha davvero
alle spalle molti decenni di
lavoro. Ha rilevato l’azienda di
Contrada Colle Picone qualche
anno fa e da allora ha investito
molte migliaia di euro per
innovare il suo “frantoio”.
Nell’Oleificio
Molisano
si
produce e si commercializza
solo ed esclusivamente olio
biologico e, soprattutto, solo
molisano. Malgrado sembri un
po’ fuori dal tempo, nella stanza
adibita a frantoio c’è un
concentrato
di
tecnologia
innovativa che, a far due conti, dev’essere costata molti anni di progetti, di fatica e di testardaggine. L’essiccatoio, la
pressa, i filtri a cartone danno l’idea di una catena produttiva perfetta ma che ha tempi lenti: “Il girasole, circa 60 quintali
alla volta, viene immesso nell’essiccatoio per essere asciugato e perfettamente purificato. Solo dopo viene
immagazzinato nei serbatoi di stoccaggio. Comincia così il processo di spremitura a freddo. La pressa comprime i semi e
in una prima vasca d’acciaio viene raccolto l’olio che sarà lasciato a decantare per almeno sette giorni.. L’olio dovrà poi
passare attraverso i filtri a cartone ed è
solo quello che rimane da questo ulteriore
filtraggio naturale, la parte più leggera e la
più pura, il fiore dell’olio, che noi
imbottigliamo”. La spremitura a freddo
necessita di una lunga serie di test
biochimici e del continuo monitoraggio
della qualità. I parametri di qualità si
riferiscono principalmente alla assenza di
sostanze chimiche ed alla corretta
temperatura di lavorazione dei semi. Qui
non si può puntare alla quantità perché un
olio di semi davvero sano è il risultato di
una spremitura che dai semi trae solo una
piccola parte di sostanza oleosa, che è
quella che contiene i nutrienti nobili. La
spremitura a freddo è un procedimento
lento e particolarmente costoso, in termini
di
produttività,
ma
preserva
completamente le vitamine, i sali minerali,
le sostanze nutritive e non aggiunge alcun
elemento sintetico o comunque estraneo
alla composizione originaria e naturale
degli oli. Non utilizza i solventi del tipo
esano, metanolo o diclorometano ma
semplicemente la tecnica del filtraccio
mediante i filtri di cartone. Un procedimento lungo e affascinate persino, che mantiene la percentuale (dal 50 al 70%) di
acidi grassi essenziali che rendono un olio qualitativamente eccelso. Peraltro, la spremitura a freddo non intacca l’alto
contenuto di vitamine A, D, E, F e del gruppo B, le lecitine, sali minerali ed oligoelementi che altrimenti, con le tecniche
produttive tradizionali andrebbero perse. L’olio di girasole biologico è il prodotto di punta, ma con la stessa tecnica si
imbottiglia anche olio extravergine d’oliva.
E poi c’é l’olio di sesamo: prezioso come il nettare degli dei, dalle molteplici qualità organolettiche. Ideale per condire a
freddo insalate e verdure, per marinare il pesce, è anche un formidabile ricostituente. Ricco di vitamina T e proteine,
favorisce il rinnovo delle piastrine ed è considerato un ottimo cicatrizzante della pelle. Contiene notevoli quantità di calcio
ed è molto indicato in gravidanza e nella dieta dei bambini che hanno una crescita ridotta. Ma, ben oltre le sue doti
alimentari, è molto noto alle signore dai lunghi capelli ricci per l’effetto seta che si ottiene massaggiando la cute con
poche gocce. Un “nuovo acquisto” nella squadra dell’Oleificio Molisano che vale la pena di conoscere meglio. Felice Di
Leonardo ha fatto una scelta imprenditoriale difficile ma premiata da un mercato consapevole, attento alla salute e
all’importanza fondamentale di un’alimentazione sana. Il marchio di “rintracciabilità” del suo olio caratterizza fortemente
il suo progetto. L’idea di poterlo produrre solo con il girasole locale apre un dibattito serio sulle potenzialità di sviluppo e
di rinascita dell’agricoltura del Basso Molise perché il girasole è sempre stata una delle colture trainanti nella nostra
realtà agricola. Negli ultimi anni, nel contesto della crisi generale che ha coinvolto l’intero settore, c’è stata una
progressiva disaffezione a questo tipo di coltivazione, soprattutto a causa del crollo dei prezzi. Ma avere in loco
un’azienda in grado di affrontare i nuovi mercati con la carta “vincente” della qualità è una buona svolta. In tal senso, è
fondamentale sensibilizzare gli agricoltori del Basso Molise e convincerli che questa è una scommessa concreta:“Pago il
girasole che trasformo anche più del valore attuale di mercato perché punto alla rivalutazione della nostra agricoltura.
Siamo in grado di incamerare circa 2000 quintali di girasole biologico ma per preservare la qualità del mio prodotto
immagino
una
produzione
tutta locale
che
dia
visibilità e
peso
economico
ai
nostri
produttori.
Incentivare
le
coltivazioni
locali vuol
dire aiutarli
a ritrovare
fiducia nel
loro lavoro“
In
effetti,
l’economia
del Basso
Molise
ha
potuto
contare,
malgrado i
momenti
bui, in una
sorta
di
forziere
storico che
è la sua
agricoltura.
Perché non
possiamo
essere come la Toscana, come l’Umbria pur avendo un ottimo clima, bei paesaggi e una grande cultura del cibo? Di
Leonardo immagina la sua impresa come un volano di tutte le attività contestuali del Basso Molise: puntare sul biologico,
per quanto rischioso, è un modo per creare in questo nostro territorio una “filiera” produttiva complessiva, dall’agricoltura
al turismo, alla ristorazione: “Negli ultimi due anni c’è stato un incremento dei consumi di olio di girasole biologico di
almeno il 15%. L’Oleificio Molisano imbottiglia, con la stessa tecnica anche l’extra vergine di oliva, ma l’alta qualità
dell’olio di semi ha suscitato l’interesse anche da parte di chi non l’aveva mai usato prima.” L’Oleificio Molisano fa parte
del circuito dell’associazione internazionale “Un Punto Macrobiotico” di Mario Pianesi, antesignano della cultura
macrobiotica in Italia, membro del Comitato scientifico per il decennio dell’educazione dello sviluppo sostenibile indetto
dall’Onu e coordinato dall’Unesco. Il circuito macrobiotico è un attestato di credibilità e, soprattutto, un canale di
commercializzazione accessibile solo alle aziende che garantiscono i severi requisiti a cui sono sottoposti gli alimenti
biologici. Se consideriamo che dalla spremitura a freddo di un quintale di semi si ottengono al massimo 25 litri di olio,
rispetto ai 50-60 litri dei processi industriali si può avere l’idea di quanto sia implicitamente costoso questo procedimento.
Ma il prodotto così ottenuto è quello che la natura ha costruito ed è il migliore possibile per la salute dell’organismo
umano. L’Oleificio Molisano è presente nei punti vendita macrobiotici di tutta Italia. Qui si produce “il buono che proviene
dall’agricoltura biologica” ma con uno spirito imprenditoriale che non ha nulla di retorico e di aleatorio. Felice Di Leonardo
è partito da un dato oggettivo; la ricchezza del Molise è il suo clima e la sua posizione geografica: “Siamo in collina, a
pochi passi dal mare e abbiamo agricoltori che sanno fare da sempre il loro lavoro. Sanno produrre e sanno anche
sacrificarsi. Vorrei che tutto questo fosse coordinato meglio e valorizzato per creare ricchezza, occupazione, progetti. Da
soli è difficile ma io sono convinto che questo territorio ha delle buone potenzialità. Sono gli agricoltori il vero timone della
nostra economia e bisogna trovare un modo per ridare ossigeno e fiducia a questo settore.” Se è vero che la salute è la
maggiore ricchezza, questo è il Molise sano che merita di essere conosciuto e apprezzato proprio dai molisani.