L`inflazione - Il Liceo “G. Cesare

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L`inflazione - Il Liceo “G. Cesare
INFLAZIONE
Il valore della moneta
Non esiste un valore della moneta, ma più valori, secondo l'aspetto che viene preso in considerazione:
• valore nominale (o legale), che è il valore attribuito e impresso sulla moneta dalle autorità monetarie;
• valore intrinseco (o effettivo), che è il valore del materiale usato per la moneta stessa (carta, metalli);
• valore esterno (o cambio), che è il valore della moneta di un determinato Paese rispetto a quello della
moneta di un altro Paese (per esempio: il valore dell'euro rispetto al dollaro);
• potere di acquisto, che è la quantità di beni e di servizi che in un determinato momento si possono acquistare
con una unità di moneta (pere esempio: 1 euro).
Il cambio e il potere d'acquisto sono i due tipi di valore che hanno maggior rilievo da un punto di vista
pratico.
IL POTERE D'ACQUISTO
Le monete attualmente in circolazione hanno un valore intrinseco irrisorio tanto che si può dire che la moneta
di per sé non ha valore; considerandola però come mezzo di scambio, è possibile determinare il valore dei
beni scambiati (prezzo) e, indirettamente, anche il valore della moneta, che è dato dalla quantità di denaro
necessaria per acquistare i beni stessi. Il potere d'acquisto della moneta, siccome dipende dal prezzo dei
beni, è soggetto a continue variazioni che possono essere anche di notevole entità: se i prezzi aumentano il
potere d'acquisto diminuisce e viceversa.
♦ II potere d'acquisto della moneta varia in maniera inversamente proporzionale al livello dei prezzi.
Se oggi per acquistare un litro di latte occorrono due euro e lo scorso anno con la stessa quantità di moneta se ne
acquistavano due litri, il potere di acquisto dell'euro rispetto al latte si è dimezzato, mentre se fosse accaduto il contrario
sarebbe raddoppiato.
Se indichiamo con V il potere di acquisto della moneta e con P il livello dei prezzi, la relazione tra queste due
grandezze è data da:
V (potere d'acquisto) = 1/P (livello dei prezzi)
L'inflazione
II valore della moneta, inteso come potere d'acquisto, è legato all'andamento dei prezzi: il prezzo dei beni non è
stabile, ma è soggetto a continue variazioni. È in particolar modo la tendenza al rialzo quella che preoccupa,
perché è pressoché continua e, siccome un aumento generalizzato dei prezzi determina la perdita di valore della
moneta è importante che, tale fenomeno, noto come inflazione, sia combattuto o tenuto sotto controllo.
♦ L'Inflazione è un aumento generalizzato del livello dei prezzi che erode il potere d'acquisto della moneta.
Dire che in Italia nel 2007 l'inflazione media annua è stata del 2,4% significa che il costo della vita è aumentato
rispetto all'anno precedente e, quindi, essendo diminuito il valore della moneta, è calato anche il tenore di vita
degli italiani. E siccome nel 2006 l'aumento era stato del 2,1% il dato del 2007 è ancor più preoccupante, perché
attesta che l'inflazione tende a crescere.
Di solito con il termine inflazione si fa riferimento al tasso di incremento dell'indice generale dei prezzi al
consumo delle famiglie di operai e impiegati, che da la misura dell'andamento del costo della vita; ma
l'inflazione può riguardare anche le variazioni di altri prezzi (per esempio: tasso di aumento dell'indice dei prezzi
al consumo o all'ingrosso) e, secondo il livello di tali percentuali, assume forme più o meno preoccupanti. Finché
i prezzi variano in maniera lenta e costante (2-4%), un tale andamento (inflazione strisciante) non preoccupa
eccessivamente le autorità di governo che, invece, devono adottare le misure di politica economica necessarie
per fronteggiare il fenomeno inflazionistico quando il tasso supera il 5% (inflazione galoppante). Se il tasso va
oltre il 20% la situazione è veramente preoccupante e il costo della vita è fuori controllo (iperinflazione), per cui
sono indispensabili provvedimenti eccezionali.
LE CAUSE DELL'INFLAZIONE
II fenomeno inflazionistico può avere origine da un insieme di cause di natura diversa, che devono essere
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individuate per poter adottare gli strumenti di intervento più adatti per contrastarlo e tenere sotto controllo
l'aumento dei prezzi.
L'inflazione da costi è provocata dalla crescita dei costi dei fattori produttivi. Un tasso di interesse più elevato sui
capitali presi a prestito dalle banche, una lievitazione dei prezzi delle materie prime, così come un aumento dei
salari a cui non corrisponde un aumento di produttività dei lavoratori sono costi maggiori che fanno aumentare il costo
di produzione, che gli imprenditori, per mantenere lo stesso profitto, tendono a scaricare sui prezzi finali dei
prodotti.
♦ L'Inflazione è da costi quando l'incremento generalizzato dei prezzi è dovuto all'aumento dei costi di
produzione.
Se l'aumento dei prezzi riguarda determinate materie prime che provengono da Paesi stranieri,
l'inflazione da costi viene denominata inflazione importata.
Nel nostro Paese il tasso di inflazione nel 1974 ha raggiunto il 19% e nel 1980 il 21% in seguito
all'aumento del prezzo del petrolio che si è verificato in quel periodo.
L'inflazione può essere determinata anche da un aumento eccessivo di moneta in circolazione rispetto ai beni e
ai servizi da acquistare o, come spesso si dice in forma più sintetica, "quando troppa moneta rincorre troppi
pochi beni". È questa la cosiddetta inflazione per eccesso di liquidità che, in genere, è provocata o da un
eccesso di spesa pubblica o da una elevata tendenza delle banche a concedere prestiti. Questo tipo di
inflazione nel primo caso può essere frenata riducendo le spese dello Stato, nel secondo caso aumentando il
tasso ufficiale di sconto (costo del denaro).
♦ L'Inflazione per eccesso di liquidità si verifica quando il potere d'acquisto della moneta diminuisce
perché la quantità di moneta in circolazione è troppo elevata rispetto ai beni offerti.
Come sappiamo, se la domanda di un bene supera l'offerta si determina un aumento del prezzo del bene
stesso e, se questo si verifica per la maggior parte dei beni, si origina un aumento generalizzato dei prezzi
provocato da una domanda troppo elevata rispetto alle risorse (offerta) del sistema economico. È, infatti,
un'offerta globale insufficiente rispetto alla domanda globale (per consumi, investimenti e spesa pubblica) a
provocare l'inflazione da domanda.
♦ L'inflazione da domanda è un aumento generalizzato dei prezzi provocato da un eccesso di domanda di
beni e servizi rispetto all'offerta massima consentita dalla capacità produttiva disponibile.
In seguito ai prestiti concessi dalle banche ai loro clienti si genera un aumento di liquidità che può
stimolare maggiori consumi (domanda) e, se il livello della produzione non è adeguato (offerta), si
determina un aumento dei prezzi dei beni richiesti.
GLI EFFETTI DELL'INFLAZIONE
L'inflazione provoca una molteplicità di effetti e, quanto più è elevata, tanto più produce effetti perversi sul
sistema economico.
L'aumento del costo della vita genera una distribuzione disuguale della ricchezza a danno soprattutto di chi
percepisce redditi fissi (pensionati e lavoratori dipendenti in genere), perché di fronte ai prezzi che aumentano
le loro entrate rimangono invariate, in quanto non possono adeguare liberamente i propri redditi e il loro
tenore di vita peggiora. I salari, gli stipendi, le pensioni possono mantenere il loro potere d'acquisto ed essere
salvaguardati dall'inflazione soltanto se vengono adeguati al costo della vita. Chi, invece, non percepisce un
reddito fisso (commercianti, artigiani, liberi professionisti) almeno nell'immediato non subisce danni
dall'aumento dei prezzi; in genere, infatti, ha la possibilità di adeguare i propri compensi al tasso di
inflazione.
Siccome i prezzi aumentano più velocemente dei costi di produzione, nell'immediato l'ascesa dei prezzi
stessi procura vantaggi agli imprenditori che possono usufruire della differenza costo/prezzo, in quanto il
costo delle merci è legato al vecchio valore della moneta mentre i prezzi sono già aumentati (rendita da
inflazione).
Tuttavia, se il tasso di inflazione è elevato e non si riesce a debellare il fenomeno inflazionistico in tempi
rapidi, gli imprenditori non sono in grado di fare previsioni di mercato e di effettuare piani di investimento a
lungo termine, per cui l'attività produttiva risulta scoraggiata, lo sviluppo del sistema economico ristagna o
regredisce e gli effetti negativi si ripercuotono soprattutto sull'occupazione.
In seguito all'inflazione i consumi diminuiscono, si riduce soprattutto la domanda di beni voluttuari e per i
beni di prima necessità, in genere, viene privilegiato l'acquisto di prodotti di qualità inferiore, perché offerti
a prezzi più contenuti.
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Se l'inflazione è elevata, alle famiglie non conviene risparmiare, perché in futuro con la parte di reddito che
accantonano oggi non potranno ottenere la stessa quantità di beni che possono acquistare nell'immediato.
Pertanto, di fronte a una diminuzione del potere d'acquisto che si protrae nel tempo, le famiglie sono indotte
a ridurre i propri risparmi e a sbarazzarsi del denaro più presto possibile.
Tale tendenza incrementa i consumi dei beni durevoli (per esempio: auto, elettrodomestici ecc.) e questo
accentua ulteriormente la lievitazione dei prezzi, aggravando la crisi inflazionistica.
Soltanto chi dispone di risparmi elevati riesce a salvaguardarne il valore impiegandoli nell'acquisto di
beni immobili e beni rifugio (per esempio: oro, opere d'arte) che mantengono inalterato nel tempo il loro
valore reale.
A differenza di chi dispone di beni immobili, il cui valore nominale, a causa dell'inflazione, aumenta, sono
penalizzati coloro che possiedono rendite mobiliari.
L'inflazione danneggia i creditori e avvantaggia i debitori: la moneta che questi ultimi dovranno versare per un
pagamento dilazionato o come restituzione di un prestito avrà un valore inferiore rispetto al momento in cui
ha avuto origine il debito e i creditori riceveranno la somma stabilita con un potere d'acquisto diminuito.
Gli effetti dell'inflazione, tra l'altro, non rimangono circoscritti nell'ambito del sistema economico, ma
provocano ripercussioni negative anche sui rapporti di scambio con il resto del mondo: le importazioni
subiscono un incremento, mentre le esportazioni tendono a calare. I prezzi dei prodotti interni, infatti,
risultano più elevati rispetto a quelli delle merci estere con conseguenti squilibri sulla bilancia dei pagamenti
del Paese che deve fronteggiare il fenomeno inflazionistico.
http://www.istat.it/prezzi/precon/aproposito/
http://www.rivaluta.it/inflazione.htm
ZOOM: La misura dell’inflazione
Per stabilire il potere d'acquisto della moneta e le sue variazioni non si può fare riferimento a ogni
singolo bene, perché il valore della moneta dipende dal livello generale dei prezzi e non tutti i prezzi dei
beni nello stesso momento variano allo stesso modo. È opportuno, perciò, scegliere un certo numero di
beni (paniere) particolarmente significativi per una famiglia-tipo (padre lavoratore dipendente, madre
e due figli). Tenendo conto delle variazioni dei prezzi dei beni contenuti nel paniere e del peso, in
termini di importanza, attribuito a ciascuno di essi dai consumatori-tipo, si individua l'indice generale
dei prezzi al consumo delle famiglie di operai e di impiegati e, di conseguenza, la variazione del potere
di acquisto della moneta o costo della vita. In Italia l'andamento del costo della vita è monitorato
mensilmente dall'Istat* (Istituto di statistica) su 85 Comuni capoluogo di Provincia e relativamente ai
beni contenuti nel paniere (540). Il paniere viene aggiornato ogni anno in base alle abitudini di
consumo degli italiani: vengono tolti i prodotti meno richiesti e vengono aggiunti o viene dato maggior
peso ai beni e/o ai servizi che incidono di più sulla spesa dei consumatori. Nel 2007, rispetto all'anno
precedente, sono usciti dal paniere: torta gelato, pantofole da donna, coperta, cavo elettrico,
apparecchio fotografico, calcolatrice tascabile, videocassetta, pellicola fotografica a colori, sveglia a pile,
sviluppo pellicola a colori, avvocato-tariffa ordine degli avvocati. Sono, invece, entrati: gelati multipack,
sughi pronti, sandali da donna, piumino da letto, multipresa elettrica, riparazione moto, scheda di
memoria per macchine fotografiche digitali, visita a monumento storico, stampa da foto digitale, scuola
dell'infanzia, filo interdentale, sedili porta bambini per automobili, assicurazione sugli infortuni. In
base all'andamento degli indici dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, l’Istat
determina i coefficienti di rivalutazione della moneta, che consentono confronti tra i valori moneta-ri
nel tempo. Ad esempio, nel 1971 la moneta valeva oltre 14 volte di più che nel 2006, mentre nel 1901
circa 7.500 volte di più.
ZOOM: Panieri e classi sociali
Finalmente l’lstat ha deciso di calcolare l'inflazione per fasce di reddito e in particolare per i redditi più
bassi. [...] L'inflazione non è una sola. Selezionando quattro tipi di famiglie: famiglie in affitto, famiglie di
pensionati, famiglie con una spesa che si colloca nel secondo decile (cioè nella seconda fascia dividendo
tutte le famiglie in dieci fasce) e famiglie di pensionati sempre della stessa fascia, si scopre che
l'inflazione di ciascun gruppo differisce da quella media. Il perché è semplice: perché ciascun gruppo
ha un suo modello di consumo e quindi gli aumenti dei prezzi dei prodotti influiscono diversamente. Ma
in quale misura? Dal 2000 al 2006 l'inflazione media è stata del 15,4%, quella per le famiglie in affitto
del 15,6%, quella per le famiglie di pensionati e quella per le famiglie del secondo decile del 15,3%.
Come si vede differenze piccole, quasi insignificanti [...] ma resta il fatto che tra queste diverse
inflazioni e quelle avvertite dai consumatori ci sono differenze sensibili. Se chiamiamo, come è giusto,
inflazione "misurata" quella calcolata con procedure statistiche definite e comuni, dobbiamo tener
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presente che esistono perlomeno altri due concetti di inflazione: quella "percepita" e quella
"effettivamente subita". Della prima si è parlato tanto ai tempi dell'euro e spesso con una sorta di
disprezzo verso i consumatori che si lasciavano influenzare dalle "sensazioni percettive" e non dai dati
reali. In realtà è naturale che l'inflazione che i consumatori avvertono è fortemente influenzata dai
prezzi dei prodotti di uso quotidiano e frequente e che per loro se il prezzo dell'auto che comprano ogni
10 o 15 anni diminuisce questa diminuzione è come se non esistesse. La stranezza, quindi, non è nel
fatto che i cittadini hanno una percezione soggettiva, ma semmai nel fatto che non viene ancora fornito
un indice di inflazione delle spese frequenti. La terza è l'"inflazione effettivamente subita", intendendo
quella che abbatte il reddito reale.
L'INFLAZIONE DAGLI ANNI '90 AI NOSTRI GIORNI
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Che significa dire che l'inflazione è
aumentata del 2%? Che il carrello della
spesa che lo scorso anno costava 100
oggi costa 102. Ma basta dire questo? Se
un lavoratore spende 100 e guadagna 100
sì. L'inflazione ha fatto aumentare del
2% il prezzo del suo paniere di spesa
e si è mangiata il 2% del reddito. Ma
se un'altra persona spendeva 100 e
guadagnava 200 è chiaro che il suo
paniere di spesa è aumentato di 2, ma
l'inflazione si è mangiata non il 2%,
ma l'l% del suo reddito. Quindi una
stessa inflazione colpisce di più chi
guadagna poco e spende tutto o quasi e
di meno chi guadagna molto e spende
solo una parte del suo reddito.
L'inflazione dagli anni '60 ai nostri giorni
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tasso di inflazione
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