La situazione nelle regioni italiane della PSA degli impianti a kiwi al

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La situazione nelle regioni italiane della PSA degli impianti a kiwi al
La situazione nelle regioni italiane della PSA degli impianti a kiwi al 2014
fonte dati: Servizi Fitosanitari Regionali
1. Abruzzo - le indagini condotte dal Servizio Fitosanitario, nel corso del 2014 e degli anni precedenti,
sul territorio regionale non hanno rilevato la presenza dell’organismo nocivo. Allo stato attuale la
regione Abruzzo risulta zona indenne nei confronti dell’organismo in questione;
2. Basilicata - informazioni non disponibili;
3. Calabria - presente in regione Calabria il monitoraggio da parte del servizio fitosanitario atto ad
indagare la diffusione della batteriosi del kiwi. Dal 2012 al 2014 sono stati riscontrati sintomi su
1.499 piante; gli abbattimenti nello stesso arco temporale hanno riguardato 2.114 piante,
localizzati nella provincia di Reggio Calabria e Vibo Valentia. Nel 2014 l’area delimitata interessava
una superfici di poco più di 441 ettari.
4. Campania - informazioni non disponibili;
5. Emilia-Romagna - Dal momento della comparsa, anno 2009, ad oggi la presenza della batteriosi è
andata diffondendosi esponenzialmente interessando il 58% della superficie regionale coltivata a
kiwi. Quest’ultima annata nonostante sia stata caratterizzata da elevate e frequenti precipitazioni
non ha visto un forte aggravamento della malattia sia nella diffusione che nei sintomi. In particolare
sono aumentati gli impianti in cui è stata rilevata la malattia nelle aeree marginali alla zona
principale di coltivazione del kiwi, in specifico la zona del Cesenate e dell'Imolese. I sintomi sotto
forma di essudato evidenziati in numerose aziende non sono stati molto diffusi riguardando, nel
caso di impianti di Hayward, in particolare gli impollinatori. Così pure le macchie fogliari e gli
avvizzimenti di getti e tralci si sono osservati in misura ridotta.
La sensazione complessiva è che la diffusione è proseguita ma i sintomi sono stati sulle varietà verdi
molto meno gravi degli anni precedenti. Ciò sicuramente è merito della gestione maggiormente
consolidata da parte degli agricoltori della malattia, per cui gli interventi con i rameici vengono
eseguiti dalla stragrande maggioranza degli agricoltori regionali, ma non si può escludere anche una
minore virulenza del patogeno. Quest'ultimo aspetto andrà verificato negli anni a venire. Sulle
varietà a polpa gialla i sintomi rimangano comunque più gravi con presenza di disseccamenti più o
meno importanti.
Complessivamente estirpati dal 2009 ad oggi 209,46 ettari di cui 143 di kiwi verde 66,46 di giallo. In
questo conteggio non sono considerati gli impianti di giallo Hort 16A che sono stati capitozzati per
riallevare Hayward o innestare Gold 3.
6. Friuli Venezia Giulia - In Regione gli actinidieti occupano circa 700 ha di superficie, quasi
completamente suddivisi tra le Province di Udine e Pordenone; solamente una quota residuale di
circa 16 ha è presente in Provincia di Gorizia mentre a Trieste non ci sono impianti significativi. Le
aziende specializzate nella coltura sono pochissime, solitamente si tratta di piccoli impianti diffusi
sul territorio e gestiti direttamente con manodopera familiare. Sono circa 320 le aziende agricole
che producono kiwi in Regione con una media aziendale di circa 2 ha ciascuna.
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Negli impianti destinati alla produzione si sta assistendo ad un’evoluzione in senso negativo della
malattia, similmente a quanto già osservato nelle altre Regioni italiane colpite prima dalla
batteriosi. Ad oggi la malattia è stata riscontrata in circa il 13-15% delle superfici coltivate ad
actinidia: sono già stati estirpati, dal 2011, attraverso provvedimenti obbligatori, circa 37 ettari di
superficie (per la gran parte si tratta di impianti giovani, successivi al 2009), mentre su altri 55-60
ettari si stanno attuando misure di contenimento. La malattia si sta diffondendo soprattutto negli
impianti situati in provincia di Udine, di più recente realizzazione.
Tuttavia malgrado l’aumento della diffusione della malattia, la stagione 2014 si chiude con alcuni
importanti segnali positivi. Un aspetto importante riguarda la maggiore applicazione delle tecniche
di difesa preventiva da parte dei produttori, mediante: la potatura secca anticipata, la potatura
verde posticipata in periodi caldi e asciutti, la disinfezione costante degli organi di taglio, la cura
delle ferite in potatura, la diffusione degli interventi fitosanitari a base di rame o con prodotti
induttori di resistenza, nei periodi di maggior aggressività della malattia, specialmente negli
impianti in cui è stata riscontrata la presenza del patogeno. Un altro aspetto interessante riguarda
la filiera di produzione vivaistica dove i controlli fitosanitari, sia visivi che analitici, fino ad ora
effettuati nel 2012, nel 2013 e confermati anche nel 2014, hanno escluso la presenza della malattia.
Infine un ultimo aspetto rilevante riguarda la messa a dimora di nuove superfici ad actinidia, in aree
ancora indenni alla malattia.
In definitiva malgrado l’aumento delle segnalazioni e l’andamento stagionale particolarmente
umido e piovoso, anche in fasi in cui la pianta è molto suscettibile alla malattia (dalla ripresa
vegetativa, fino alla post-fioritura), vi sono anche importanti segnali positivi che permettono di
affrontare il futuro in maniera meno incerta. In altri termini si sta passando da una prima fase di
emergenza ad un seconda fase di gestione della malattia;
7. Lazio - le misure drastiche adottate negli impianti del Lazio si collocano nell’intervallo temporale
2009/12, concentrandosi in particolare nel biennio 2010/11. Gli interventi di estirpazione sono stati
affiancati ad altri interventi di capitozzatura altrettanto drastici. Spesso la capitozzatura è stata
realizzata per le piante di varietà a polpa gialla (Hort 16A, Jintao, ecc.) innestate su portainnesto
“verde” (Hayward) con l’intento di riprendere la vegetazione del bionte considerato meno
suscettibile all’agente infettivo. Non di rado questa procedura è risultata fallimentare, per cui negli
anni successivi, al perdurare dello status infetto nelle piante così trattate, si è ricorsi alla
estirpazione definitiva dell’impianto. Nel periodo 2009/2012 relativamente alle varietà di polpa
gialla sono stati estirpati 218 ettari e capitozzati 927 ettari, mentre per le varietà a polpa verde
sono stati estirpati 263 ettari e capitozzati 393 ettari.
Gran parte degli interventi di estirpazione a carico di piante di cultivar a polpa verde sono stati
conseguenziali a precedenti interventi di capitozzatura di piante a polpa gialla.
Impianti di varietà a polpa verde sono risultati di norma più tolleranti all’infezione, salvo i casi in cui
sono stati rinvenuti in zone con forte “inoculo” (vicinanza con impianti di kiwi giallo) oppure in aree
con particolare microclima e peraltro soggetti a significativi danni da freddo. In relazione all’età
degli impianti più colpiti e quindi più sottoposti ad estirpazione per il kiwi giallo si è tratta quasi
sempre di impianti giovani, alcuni di questi non avevano raggiunto la stazione produttiva.
L’intero areale di coltivazione dell’actinidia nel Lazio è stato delimitato come zona di contenimento.
Dal 2013 la diffusione della PSA si è pressoché fermata, le manifestazioni dell’infezione si sono
limitate alla comparsa delle maculature fogliari e cancretti rameali facilmente gestibili con
interventi cesori. tuttavia la batteriosi rimane un problema fitosanitario rilevante. Allo stato attuale
si registra, rispetto al passato un incremento dell’attenzione per le pratiche colturali ed agrofarmaci
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impiegati con i coltivatori che stanno prendendo coscienza del fatto che si può convivere con
l’infezione. Parallelamente aumenta la tendenza nel porre a dimora nuovi impianti in
contrapposizione ai fenomeni di abbandono riscontrati nel passato che costituivano problemi di
conservazione dell’agente patogeno.
8. Liguria - informazioni non disponibili;
9. Lombardia - la superficie complessivamente abbattuta nel periodo temporale 2012/2014 è di circa
10 ettari. La zona di contenimento interessa una superficie di 553 ettari totali a livello regionale
(SAU) prevalentemente nella provincia di Mantova;
10. Marche - la superficie a kiwi nella regione Marche risulta essere di circa 40 ha concentrate nelle
province di Fermo ed Ascoli Piceno. L’attività vivaistica si concentra nella provincia di PesaroUrbino. A partire dal 2012 è stato necessario procedere alla delimitazione di un’area contaminata,
ampliata successivamente a seguito del ritrovamento di altre piante positive all’infezione batterica.
Ad oggi risultano espiantati 3 ha di kiwi tra giallo e verde.
Abbattuti nel 2013 1,00 ettaro di kiwi giallo impiantati nel 2005 e 2008, 0,90 ettari di kiwi verde
impiantato nel 2008. Nel 2014 estirpato 1,00 ettaro di kiwi verde impiantato nel 2008.
11. Molise - informazioni non disponibili;
12. Piemonte - Gli interventi e gli estirpi avvenuti nella regione si sono concentrati prevalentemente
nei comuni del cuneese ed hanno interessano impianti sia di giovane età che quelli di appezzamenti
in piena produzione.
anno
Superficie
coltivata (ha)
Superficie
estirpata
totale (ha)
Media
aziendale (ha)
Al 25 feb 2014 2013
4.595
2012
4.835
2011
5.269
2010
5.496
207
130
411
227
38
1,8
1,8
2,0
2,0
13. Puglia - a partire dall’annata 2012 è stata intrapresa l’attività di vigilanza e monitoraggio per
verificare l’esistenza del patogeno sugli impianti a kiwi. Alla data odierna non è stata rilevata la
presenza sull’intero territorio regionale;
14. Sardegna - allo stato attuale non è nota la presenza di PSA nella regione. In Sardegna la coltura del
kiwi è poco praticata, per lo più in misura promiscua (presenti circa 2 ettari dato Istat 2010).
15. Sicilia - non vi sono impianti commerciali a kiwi nei vivai non è stata ad oggi riscontrata la presenza
di PSA;
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16. Toscana - nella regione sono presenti circa 100 ettari di kiwi di cui circa il 35% sono coltivati nel
comune di Marradi, sul versante romagnolo del territorio toscano. Gli impianti coltivati hanno
un’età compresa tra i 25 e i 35 anni e solo alcuni appezzamenti risultano realizzati nel corso degli
ultimi 10 anni. Dal monitoraggio effettuato da parte del SFR, intrapreso dal 2012, risulta che la PSA
è diffusa esclusivamente nel comune di Marradi mentre il resto del territorio è indenne. Sulle aree
contagiate si è intervenuti con potatura fitosanitaria su un numero limitato di piante e solo poche
unità sono state estirpate;
17. Trentino Alto Adige - nella provincia di Bolzano non sono presenti coltivazioni a kiwi di rilievo
economico e non è stato eseguito ad oggi nessuna estirpazioni di impianti. informazioni non
disponibili relativamente alla provincia di Trento;
18. Umbria - la specie non risulta coltivata nella regione e di conseguenza non viene effettuato il
monitoraggio;
19. Valle d’Aosta - sul territorio della regione il kiwi viene coltivato sporadicamente e per lo più ad uso
famigliare. Al momento non si è a conoscenza della presenza dell’agente patogeno in questione;
20. Veneto - nel periodo 2012/2014 sono stati estirpati complessivamente 168 ettari in Regione, in
prevalenza impianti giovani. Relativamente al 2014 la superficie estirpata è risultata inferiore con
sintomi manifestati ad inizio primavera con essudati su tronco e cordoni (sintomi sulla foglia solo in
casi particolari). In particolare: nell’anno 2012 la superficie estirpata è stata pari a 22 ettari
(estirpati soprattutto impianti giovani anni d’impianto 2010/2011) Nell’anno 2013 la superficie
estirpata è stata di 80 ettari (estirpati impianti di tutte le età dal 1985 al 2011 a causa della
diffusione del batterio da impianti giovani infetti). Nell’anno 2014 la superficie estirpata è stata di
66 ettari (estirpati impianti di tutte le età infetti nel 2013 che erano stati puliti ed i cui sintomi si
sono aggravati nel corso dell’anno).
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