Alessandro Moreschi - Accademia di architettura

Transcript

Alessandro Moreschi - Accademia di architettura
Percorsi di ricerca
4/2012
Linoleum Giubiasco. Territorialità e patrimonio industriale
Alessandro Moreschi
Nel 1879, la cessazione dei diritti di brevetto sul processo di ossidazione dell’olio di lino di
Frederick Walton pone le basi per l’espansione della produzione industriale del linoleum a
livello internazionale 1. Il rivestimento resiliente a base di materie prime naturali come l’olio
di lino e le farine di legno, fino a quel momento prodotto esclusivamente entro i confini del
Regno Unito 2, diventa oggetto di una produzione industriale di massa su scala continentale.
Una produzione scalare volta a soddisfare la crescente domanda in relazione allo specifico
contesto socio-storico di fine Ottocento. Lo stabilimento industriale di Giubiasco, sorto nel
1905 con capitali italiani della famiglia Pirelli, è uno dei protagonisti dell’espansione
produttiva, della commercializzazione e della diffusione del linoleum tra la fine del XIX e la
prima metà del XX secolo.
Oltre a rappresentare un caso paradigmatico per quel che concerne la storia dell’industria
nel Cantone Ticino, la fabbrica di Giubiasco offre la possibilità di indagare il sistema
complesso di relazioni che si sono storicamente determinate in seno allo sviluppo di reti
capitalistiche transnazionali. Le tappe cronologiche dell’espansione industriale della fabbrica
di Giubiasco e del suo borgo rappresentano, su scala diversa, fasi precise di un percorso che
scandisce l’affermazione del prodotto linoleum sui mercati internazionali e il conseguente
sviluppo di realtà industriali di tipo multinazionale. Attraverso il caso svizzero del linoleum
appare possibile porre in evidenza, non solo un importante tassello del processo storico
industriale ticinese, caratterizzato dalla scarsità di capitali locali, dall’impiego di manodopera
e di energia elettrica a basso costo 3 ma, soprattutto, il sistema di reti e relazioni economiche
transnazionali, il ruolo stesso del cantone e della Confederazione nell’ambito delle
dinamiche dello sviluppo economico europeo del primo Novecento. Il carattere
multinazionale che ha determinato a livello locale i momenti di espansione, sviluppo e
trasformazione della fabbrica del linoleum pone il problema di un approccio a diversi livelli:
una prospettiva che permetta di analizzare le dinamiche territoriali dell’industrializzazione,
nel quadro di un’analisi storica del capitalismo internazionale del primo Novecento.
Il periodo considerato è quello tra la fine del XIX secolo e il secondo dopoguerra, fino agli
anni Settanta del XX secolo. Esso riguarda l’attività di produzione del linoleum che ha
direttamente o indirettamente interessato la fabbrica di Giubiasco: a partire dalla prima
fabbrica italiana di Narni 4 che offre le condizioni e i presupposti per la creazione dello
stabilimento ticinese, fino alla definitiva dismissione del prodotto e alla riconversione
produttiva del biennio 1969-1970, ad opera della multinazionale Forbo, già Unione
1 Patent No. 3210. In H. G. Bodenbender, Linoleum-Handbuch, Chemisch-technischer Dr. Bodenbender,
Berlino-Steglitz, 1931, p. 6, cit. da S. Tauss, Die Linoleumfabrik Giubiasco – Geschichte und Produkte, Seminararbeit,
Hochschule der Künste, Berna. Konservierung und Restaurierung. Architektur, Ausstattung und Möbel,
2004.
2 In realtà, Frederick Walton, in qualità di Direttore Tecnico della società Manufactoring Co. Lim di Staines,
apre filiali a Parigi e New York tra il 1873 e il 1875. L’avventura imprenditoriale di Walton é maggiormente
approfondita nel volume di H. Fischer, Geschichte, Eigenschaften un Fabrikation des Linoleums, Lipsia, 1924, p. 14.
3
Si veda soprattutto S. Guzzi-Heeb, Per una storia economica del Canton Ticino, in J. F. Bergier, Storia economica
della Svizzera, Lugano, 1999, pp. 311-360 e con un taglio decisamente differente R. Romano, Il Cantone Ticino
tra ‘800 e ‘900. La mancata industrializzazione di una regione di frontiera, Milano, 2002.
4 G. Bovini, R. Covino, M. Giorgini (a cura di), Archeologia industriale e territorio a Narni: Elettrocarbonium,
Linoleum, Nera Montoro, Perugia, 1992; Carburo, calciocianamide ammoniaca sintetica, polipropilene. Un secolo di industria
chimica nella Valle del Nera, Terni, 2003, pp. 13-17.
53
Percorsi di ricerca
4/2012
Continentale del Linoleum. In particolare, il passaggio dall’amministrazione italiana del
gruppo Pirelli alla costituzione della holding finanziaria dell’Unione Continentale del
Linoleum, trainata dalla componente tedesca della Deutsche Linoleum Werke AG di
Berlino, rappresenta il momento storico focale di una complessa relazione capitalistica
improntata alla ricerca di affermazione sul mercato globale 5. Mentre la fabbrica si afferma
sul territorio determinando strutture complesse, espansione urbana del borgo di Giubiasco
e nuove relazioni sociali attraverso l’impiego di numerosi operai e lo sviluppo di un indotto
commerciale di posa in opera, il successo internazionale del linoleum e il volume della
domanda interna ed estera spingono incessantemente verso la costituzione di grandi cartelli
industriali. Tali complessi sono rivolti essenzialmente all’abbattimento dei costi di
produzione relativi alla gestione delle materie prime e alla distribuzione del prodotto finito,
ma anche alla condivisione di informazioni tecnico-scientifiche e allo sviluppo di brevetti
sull’onda dei grandi concentramenti europei dell’industria chimica.
Gli aspetti della nuova territorializzazione
L’avvento dell’industria nel borgo contadino di Giubiasco agli albori del XX secolo,
corrisponde a una sostanziale ri-territorializzazione 6, una nuova morfologia del territorio
che ha nei mutamenti del regime demografico, del sistema tecnico e di quello energetico gli
aspetti più evidenti e più facilmente rintracciabili nelle fonti. Tale territorializzazione
permane, seppur in maniera limitata, morfologicamente ancora visibile nel tessuto urbano
della Giubiasco contemporanea (derivazioni ferroviarie, capannoni, vecchi edifici per gli
uffici). Tuttavia, la scarsità dei residui industriali del linoleum, le ri-qualifiche urbane
intervenute sui vecchi sedimi di fabbrica e nelle zone residenziali per gli impiegati, nonché il
carattere stesso della «città diffusa» 7 di epoca contemporanea, rendono difficile l’assunzione
del concetto di paesaggio industriale. La Giubiasco degli anni Trenta veicolataci dalle fonti
d’impresa ha negli essiccatoi verticali, nelle calandre, nei depositi, nei magazzini, nelle alte
ciminiere e nei mulini quegli elementi essenziali di un paesaggio industriale decisamente
riconoscibile. Cionondimeno, questi oggetti materiali e visibili, non sono in grado di
cogliere l’interezza del concetto stesso di paesaggio industriale. Il paesaggio è infatti
costituito anche dai diversi elementi tecnici, economici, sociali, politici e culturali che danno
vita a un determinato contesto territoriale e ciclo produttivo, ma che non sempre risultano
immediatamente o direttamente osservabili, perché immateriali. Per questo motivo è
necessario proporre un modello di osservazione in grado di far emergere l’essenza storica
di un territorio industriale, della fabbrica che lo ha determinato e degli elementi relazionali
che lo hanno caratterizzato. La presa in considerazione di tutti gli elementi costitutivi del
paesaggio industriale: quelli scarsi, morfologicamente visibili (territorio industriale) e quelli
relazionali, storicamente preponderanti, diffusi nelle fonti d’impresa e nella
rappresentazione aziendale (territorialità industriale), permette di mantenere valido il
concetto di paesaggio industriale, attraverso una ricostruzione diacronica del periodo
storico del linoleum.
Le ragioni storico-economiche per la creazione di uno stabilimento gemello in Svizzera da
parte della Società Italiana del Linoleum di Giovan Battista Pirelli sono da attribuirsi
principalmente: alla notevole domanda di importazione svizzera del linoleum, ma
Linoleum AG Giubiasco, Monographie 1905-1935, Zürich, 1935. Una ricostruzione più aggiornata delle
vicende storiche vissuta dall’azienda è presente anche in Die Geschichte unserer Fabrik, in «Noi – Bollettino
aziendale della Forbo-Giubiasco SA», n. 48, 1980, pp. 5-19.
6 C. Raffestin, L’industria: dalla realtà materiale alla ‘messa in immagine’, in E. Dansero, A. Vanolo (a cura di),
Geografie dei paesaggi industriali in Italia, Milano, 2006, p. 19.
7 F. Governa, M. Santangelo, Industria, diffusione urbana, salvaguardia/recupero della naturalità esistente: valori e criticità,
in Dansero/Vanolo, cit., pp. 217-222.
5
54
Percorsi di ricerca
4/2012
soprattutto, alla necessità di aggirare la politica daziaria sulla importazione in Italia dell’olio
di lino. Giubiasco gode di una posizione geografica privilegiata: posto al centro del cantone,
il borgo si trova sul principale asse di comunicazione nord-sud delle Alpi occidentali e
l’apertura della linea ferroviaria del Gottardo nel 1882 garantisce un importante
collegamento tra Milano (sede della Società Italiana del Linoleum) e Lucerna. Grazie
all’apertura di diverse tratte della ferrovia del Gottardo, Giubiasco rappresenta sin dalla fine
del XIX secolo uno snodo di smistamento sulle linee Bellinzona-Locarno (20.12.1874),
Bellinzona-Lugano («Ferrovia del Monteceneri», 10.4.1882) e Bellinzona-Ranzo-Pino
(04.12.1882, divenuta tratta internazionale grazie al prolungamento fino a Luino).
Trovandosi in prossimità di un importante centro urbano come Bellinzona, agli inizi del
XX secolo il territorio di Giubiasco dispone di terreni pianeggianti vicini alla linea
ferroviaria, ed è storicamente un polo artigianale di raccolta e di lavorazione dei prodotti
agricoli provenienti dal vicino Piano di Magadino. Inoltre, sin dal 1891, la municipalità di
Bellinzona usufruisce dell’illuminazione elettrica fornita dalla centrale di Godurno e nel
1903 è inaugurata per Giubiasco la nuova centrale della Morobbia in Valle di Loro 8. Esiste
quindi una territorializzazione originaria (linea ferroviaria del Gottardo, doppio binario
Bellinzona-Giubiasco, bonifica degli areali tra il fiume Ticino e il fiume Morobbia, ecc.) che
crea i presupposti e le condizioni valide per la ri-territorializzazione industriale.
Il borgo, che al momento della costruzione dello stabilimento conta circa 1600 abitanti,
vede raddoppiare la propria popolazione già prima della Prima guerra mondiale, mentre nel
1919 i dipendenti della Fabbrica del Linoleum sono 220. Da questo momento in avanti e
per un periodo che interessa tutta la prima parte del XX secolo, Giubiasco vede crescere ed
espandersi la zona industriale in prossimità della linea ferroviaria. Nel 1906 entrano in
funzione le fucine della Fabbrica Lentz, in seguito divenute Ferriere Cattaneo, nel 1928 si
costituisce nelle vicinanze anche la Cantina Sociale Bellinzonese. Nel 1941 è la volta della
Cooperativa Agricola Ticinese che inaugura uno stabilimento nel quale sono in funzione
mulini per la produzione di farine di diverso tipo. Il cappellificio La Moderna SA è del
1944, mentre nel 1959 è aperta l’unica fabbrica ticinese per l’ossidazione anodica
dell’alluminio: la Ossida SA. La municipalità comunale appoggia e facilita l’installazione di
imprese nel proprio territorio e Giubiasco diventa, assieme a quello di Bodio, il principale
polo industriale del cantone. Dal 1870 al 1938, il periodo in cui si verifica l’installazione dei
più importanti stabilimenti industriali, le statistiche sui movimenti e il ruolo della
popolazione del comune di Giubiasco segnalano un incremento di popolazione che passa
da 1200 a 3000 abitanti in poco meno di settanta anni. Colpisce anche la struttura dei
«fuochi», ovvero delle famiglie presenti nel borgo che passano da un numero di 400 a
1300 9. Se la popolazione raddoppia, il numero di famiglie è più che triplicato,
presumibilmente in virtù di una composizione differente dei fuochi, non più basati
esclusivamente sulla famiglia patriarcale di tipo contadino, ma anche sulla nuova
immigrazione operaia.
Protagonista principale di questo processo di modernizzazione è la Fabbrica del Linoleum
che dopo la fine del primo conflitto mondiale si rende definitivamente indipendente dal
capitale italiano. Nel 1921 è costituita, con un capitale di 1,5 milioni di franchi, la Società
Anonima del Linoleum Giubiasco. La ragione di questo «divorzio» è da considerarsi
principalmente un effetto del primo conflitto mondiale. Nel periodo bellico la fabbrica
svizzero-italiana soffre pesanti difficoltà, soprattutto dovute alla scarsità di materie prime.
La produzione rimane pressoché insignificante fino a tutto il 1919. Per la ripresa post
bellica la fabbrica di Giubiasco necessita maggiori investimenti e nuovi settori di mercato
che la struttura societaria preesistente non può garantire. In generale, la fabbrica
giubiaschese sembra sempre più rivolgersi verso il mercato transalpino e la creazione della
8
9
A. Caldelari, Stradario del borgo di Giubiasco, Porza-Lugano, 1978, p. 80.
Archivio Storico del Comune di Giubiasco (ASG), Ruolo Popolazione e Statistiche, Fondo A - Un. 8.2.
55
Percorsi di ricerca
4/2012
Continentale del Linoleum nel 1928 è l’approdo maturo alla dimensione multinazionale. A
partire da questo momento la Linoleum SA di Giubiasco vive un processo di continua
espansione in termini di mercato. Attraversando crisi, ristrutturazioni, diversificazioni
produttive e cambiamenti di gestione, la fabbrica giunge a collocarsi come una delle
imprese più importanti del cantone, in grado di impiegare più di trecento operai alla fine
degli anni Sessanta.
Fig. 1: Giubiasco nei primi anni del Novecento. La territorializzazione industriale si impone su quella rurale contadina. Il lato
sud della fabbrica di linoleum con gli essiccatoi verticali e i depositi.
Fonte: Archivio di Stato del Cantone Ticino, Fondo Diversi.
Alla conquista della «simpatica borgata»
La presenza di un certo numero di fonti iconografiche e di fondi fotografici costituiti
dall’azienda stessa o da semplici contemporanei, offre la possibilità di ricostruire con
precisione lo sviluppo morfologico dello stabilimento sul territorio di Giubiasco e il
conseguente inurbamento della località Camana, nei pressi del tracciato ferroviario.
Tuttavia, per la ricostruzione degli elementi relazionali del paesaggio storico industriale è
necessario riferirsi ad altri tipi di fonti. L’analisi del fondo archivistico relativo agli «Esoneri
Fiscali» del Comune di Giubiasco offre numerosi esempi di come, a partire dai primi anni
del Novecento, Giubiasco rappresenti una meta ambita per l’installazione di attività
industriali. Il borgo vive un’epoca di vera e propria «corsa all’oro» per la conquista di
appezzamenti in prossimità dello scalo ferroviario tra Bellinzona e Locarno; la stessa
amministrazione comunale diviene attrice diretta dello sviluppo locale mediante
concessioni, ricerca di manodopera e rapporti affaristici di varia natura.
«Nella mia qualità di Amministratore della Società del Linoleum avente sede in Milano, la quale,
come è a Vostra conoscenza, sta erigendo un importante stabilimento industriale in territorio
del Vostro comune, e precisamente nei pressi della Stazione ferroviaria del Gottardo, mi
permetto di presentarvi l’interpellanza, se non fosse possibile al comune di Giubiasco di
accordare alla nuova industria l’esonero dell’imposta comunale per almeno un periodo di 3
anni. Lo stabilimento di Giubiasco dovrà nei primi tempi lottare con molteplici difficoltà, e
perché esso possa riuscire vittorioso sulla potente concorrenza della Germania e
dell’Jnghilterra, necessita che all’inizio del suo esercizio quando cioè stabilimento e macchinario
non sentano ancora i vantaggi di larghi ammortamenti, esso sia facilitato nel suo sviluppo.
Se più tardi l’industria che stiamo impiantando nella simpatica borgata di Giubiasco, avrà
56
Percorsi di ricerca
4/2012
raggiunto quel grado di floridezza che intendiamo assicurarle, anche le finanze comunali ne
trarranno considerevole vantaggio, epperò è nello stesso interesse del Comune di renderci facili
i nostri primi passi.
E lo scrivente, cui Giubiasco deve principalmente il vantaggio di ottenere un’importante
Stabilimento industriale, chiamato più tardi a prendere più estese proporzioni, fa speciale
assegnamento sulla cortesia e deferenza di codesta lod. Municipalità e del Comune, cui si sente
stretto da legami di sincera affezione.» 10
La lettera dell’Amministratore Giuseppe Stoffel, datata 1904, non è certamente l’unica di
questo genere presente nell’archivio storico del Comune di Giubiasco. La stessa richiesta è
fatta dalla Società Svizzera delle Macchine Lentz e dalla SA Turini, fabbrica di apparecchi
elettrici per il riscaldamento, nel 1909. Proprio per la Fabbrica Lentz, nel 1906, una cordata
di affaristi e notabili locali tra cui Arturo Stoffel, (anch’egli noto banchiere, direttore della
Banca Popolare Ticinese) e l’ing. A. Carlo Bonzaniga scrivono all’attenzione della
«Lodevole Municipalità di Giubiasco», menzionando il progetto industriale di «un gruppo
di capitalisti esteri». I firmatari si dichiarano «promotori» e garanti di tale progetto che
«occuperà un gran numero di impiegati e operai e non va dubbio che apporterà un
importante sviluppo per chi potrà averla.» Essi mettono comunque in guardia la
municipalità sul fatto che tali «promotori esteri ricevettero offerte non solo da parte di altre
località del Cantone, ma eziandio di altri cantoni della Svizzera e non fu che sulle vive
istanze dei sottoscritti che essi si decisero di fare le pratiche perché l’impianto avvenisse nel
territorio di Giubiasco», inoltrando alla stessa anche le condizioni preliminari per
l’impianto: prima fra tutte, l’acquisizione/espropriazione preliminare del terreno da parte
del Comune (circa 50’000 metri quadrati) 11. Il caso più eclatante di mediazione svolto dalla
municipalità di Giubiasco nella costituzione materiale di un polo industriale, rappresenta il
tentativo (fallito) di stabilire nel borgo un’enorme fabbrica per la produzione sintetica di
filati di seta (viscosa). All’interno di un fascicolo, interamente dedicato alla trattativa del
1923 tra le autorità comunali e la Societé de la Viscose Suisse con sede a Lucerna, è
possibile apprendere l’entità dello stabilimento e la natura del ruolo svolto dal comune nel
reclutamento della manodopera (quasi interamente femminile e di età compresa tra i
quattordici e i venticinque anni). Lo stesso Dipartimento Cantonale del Lavoro, diretto da
Guglielmo Canevascini, interviene per garantire l’arruolamento delle mille operaie tramite il
concorso dell’Ufficio Cantonale di Collocamento 12.
Lo sviluppo del polo industriale di Giubiasco è confermato anche dalle richieste di
costruzione e ampliamento dei binari nei pressi della stazione, nonché dal fondo sul
controllo degli stabilimenti. In esso è possibile riscontrare l’effettivo ampliamento della
fabbrica del linoleum durante il primo periodo dell’Unione Continentale del Linoleum. Tra
il 1936 e il 1943, anche in seguito al grave incendio del 1938, il Consiglio di Stato concede
l’adeguamento o la costruzione ex novo di due magazzini, due laboratori, una falegnameria,
un reparto di fusione della cera e paraffinatura della carta, un’officina meccanica, un
impianto di aria compressa e il posizionamento di un grande recipiente a pressione 13. La
falegnameria, in modo particolare, è concessa in costruzione all’interno dello stabilimento
dopo la definitiva dismissione del Mulino del Legno di Castione. Tra il 1920 e il 1922, la
Fabbrica del Linoleum partecipa assieme alla ditta SAFFA (Società Anonima Fabbricazione
Farina d’Abete) alla creazione e gestione di un mulino per la produzione di segatura
d’abete, materia prima per il ciclo di produzione del linoleum. Il mulino è quindi trasferito
definitivamente a Giubiasco a partire dalla costruzione della falegnameria aziendale. Di
ASG, Alla Lodevole Municipalità del Borgo di Giubiasco, Bellinzona, 19 luglio 1904. Lettera dattiloscritta di
Giuseppe Stoffel, Fondo A – Un. 17.3.
11 ASG, Alla Lodevole Municipalità di Giubiasco, Bellinzona, 18 marzo 1906, Fondo A – Un. 55.1.
12 ASG, Viscosa Svizzera, Trattative per l’installazione di una fabbrica, Fondo A – Un. 55.2.
13 ASG, Controllo degli Stabilimenti, risoluzioni del Consiglio di Stato del Cantone Ticino, Fondo A – Un.
37.4.
10
57
Percorsi di ricerca
4/2012
particolare evidenza, risulta tra le fonti la richiesta di appalto per la costruzione di un
raccordo ferroviario per i depositi della Società Cooperativa di Consumo di Bellinzona, da
parte della Orenstein & Koppel di Zurigo e della Theodore Bell di Lucerna. Tale gara di
appalto è bandita dal comune nel 1916, dopo che la Società del Linoleum Giubiasco ha
fortemente rimostrato sulla concessione del proprio scalo e sull’impossibilità di un ulteriore
sfruttamento da parte di altre realtà, rivendicandone l’utilizzo esclusivo 14. Il 21 marzo dello
stesso anno, il Consiglio di Stato del Cantone Ticino autorizza la Motor SA di Bodio a
realizzare la tratta elettrica ad alta tensione tra Bodio e Giubiasco 15. Dopo l’acquisizione
comunale dell’impianto idroelettrico della Morobbia e l’acquisto della centrale di Gorduno
da parte della Società del Linoleum nel 1910, la realizzazione del collegamento ad alta
tensione con Bodio rappresenta l’ulteriore e definitiva affermazione del polo industriale di
Giubiasco.
Grazie a questi documenti è possibile tracciare il quadro dell’espansione industriale del
borgo di Giubiasco e il ruolo centrale e sinergico della fabbrica del linoleum. Tali
documenti forniscono, inoltre, i contorni di quegli elementi immateriali e invisibili del
paesaggio industriale di inizio Novecento. Il crescente ruolo di azione locale esercitato dalla
municipalità comunale, la natura profondamente esogena dei capitali industriali e la
mediazione di élite finanziarie locali formano il quadro relazionale proprio di una
territorialità industriale. Con lo sviluppo e la crescita dello stabilimento del linoleum, la
direzione di fabbrica diventa attrice locale 16 nel quadro di una dinamica globale del mercato
del linoleum. L’espansione dello stabilimento, la sua riconversione e la successiva
dismissione, rientrano nell’ambito delle pratiche di territorializzazione e riterritorializzazione industriale, interamente dipendenti da dinamiche e da fattori esogeni,
extralocali. La lettera con la quale il banchiere Stoffel richiede l’esonero d’imposta
comunale nel 1904, pone il problema di una produzione industriale ormai globalizzata: ad
entrare in competizione con la Germania e «l’Jnghilterra» non è soltanto la fabbrica di
linoleum, ma l’intera comunità di Giubiasco!
Fig. 2: Carta topografica Siegfried del 1917. All’incrocio tra l’attuale via linoleum e la tratta ferroviaria sono presenti i primi complessi
industriali. Appare ben visibile anche la derivazione idrica dalla Morobbia per la roggia industriale.
ASG, Società del Linoleum – Fabbrica Svizzera di Linoleum Giubiasco. Giubiasco, 22 gennaio 1916. Fondo
A - Un. 55.1.
15 ASG, Risoluzione del Consiglio Stato n. 2366. Bellinzona, 21 marzo 1916. Fondo A – Un. 67.1.
16
Nel 1935 la Municipalità di Giubiasco accorda all’avvocato Arnaldo Bolla «per la Spet. Soc. An. Del
Linoleum» un esonero dall’imposta comunale di dieci anni per la Fondazione di Previdenza della Società.
ASG, Esoneri Fiscali, Fondo A – Un. 17.3.
14
58
Percorsi di ricerca
4/2012
Fig. 3: Carta topografica CNS del 1958. Massima espansione del complesso industriale dedicato alla produzione di linoleum a
sud della località Camana.
Il processo di patrimonializzazione del linoleum
Nel 2005 la Forbo Giubiasco SA celebra i cento anni di vita. In quel periodo essa
rappresenta meno del 5% del fatturato del gruppo Forbo, la multinazionale creata nel 1974
sulle basi dell’Unione Continentale del Linoleum. «Per una attività industriale, raggiungere il
secolo di vita nel medesimo luogo in cui è nata, non è ne avvenimento ricorrente, ne
ovvio» 17. Il traguardo secolare, al di là dei toni fortemente identitari della celebrazione
d’impresa, è il risultato di una serie di ristrutturazioni, ricollocamenti e cambiamenti anche
radicali che, sebbene abbiano permesso una certa continuità della realtà industriale, dal
1970 segnano la cessazione della produzione di linoleum a Giubiasco. Centinaia di
lavoratori sono licenziati, lo stabilimento originario di produzione è quasi interamente
demolito, la Linoleum entra definitivamente a far parte dell’immaginario collettivo: quale
protagonista dello sviluppo economico del borgo contadino di Giubiasco, artefice di
socialità operaia e di territorialità industriale. Per certi versi, la stessa direzione aziendale,
sempre attenta ad inserirsi ed integrarsi al meglio nel contesto locale attraverso forme
elaborate di rappresentazione, pone le basi per un processo di patrimonializzazione
dell’esperienza del linoleum. La celebrazione di anniversari, ricorrenze, giubilei è soltanto
parte di una serie di strumenti volti ad affermare la continuità di un ruolo rappresentativo
della propria azione locale. Ciò che ne consegue è l’effettiva produzione di fonti d’impresa in
grado di restituire le fasi e i processi di affermazione locale di una realtà industriale
fortemente segnata da rapporti transnazionali. Le fonti d’impresa rappresentano il
principale corpo documentario di questa ricerca, sebbene non possano rappresentare le
sole fonti in grado di reggere l’impianto d’analisi, esse permettono di rintracciare ulteriori
percorsi storiografici al di fuori della produzione storica di fabbrica.
Il linoleum quindi, in quanto prodotto storico di una precisa fase di industrializzazione, è
sostanzialmente un elemento del patrimonio industriale. L’epoca legata alla sua produzione a
Giubiasco coincide con un periodo storico che sancisce l’affermazione del borgo quale
polo industriale del Cantone Ticino, mentre le dinamiche globali della sua
commercializzazione, gestione e diffusione elevano la prospettiva d’analisi a una storia dei
17
P. Demarmels, Saluto del Presidente, in «Noi Magazine, periodico di cultura e tempo libero», n. 86, 2005, p. 2.
59
Percorsi di ricerca
4/2012
rapporti industriali transnazionali tra la Svizzera e i vicini paesi europei. Dal 1905 al 1970,
lo stabilimento di Giubiasco si sviluppa in un’area compresa tra i cinquanta e gli ottantamila
metri quadrati a nord e a sud della linea ferroviaria (nei pressi della località «Camana»); gli
addetti nel periodo di massima occupazione sono più di trecento. L’epopea del linoleum a
Giubiasco può essere approssimativamente suddivisa in due periodi: uno italiano e uno
tedesco. Il primo, caratterizzato dalla gestione italiana di Pirelli, va dalla nascita fino al 1928,
anno che introduce il «periodo tedesco» con la costituzione dell’Unione Continental del
Linoleum (CLU).
In realtà, le dinamiche entro le quali lo stabilimento ticinese nasce e si sviluppa sono ben
più complesse e riguardano l’effettivo dispiegarsi di un mercato europeo multinazionale per
la produzione e la commercializzazione del linoleum: la stessa CLU nasce come holding
finanziaria con sede a Zurigo. La holding raggruppa le attività di produzione del linoleum
in Germania (fino al 1939 e dopo il 1945), nei paesi scandinavi, in Francia, Olanda e
Svizzera. Il periodo legato alla CLU è quello che vede la fabbrica di Giubiasco ingrandirsi e
modernizzarsi. Mentre la domanda sul mercato italiano viene supportata dalle Ferrovie e
dalla Marina, lo stabilimento svizzero rende noti i propri prodotti attraverso numerose
esposizioni nazionali ed internazionali: l’esposizione nazionale di Berna nel 1914 segna il
primo passo nell’affermazione del linoleum svizzero di Giubiasco. Nel 1917 è costituita
l’Associazione Svizzera dei Posatori di Linoleum, una realtà commerciale fondamentale per
il sistema integrato del linoleum svizzero che ha come centro lo stabilimento di Giubiasco.
La stessa direzione aziendale promuove i corsi per i posatori e le visite nei reparti di
produzione, gestendo in proprio la fornitura ai commercianti ticinesi e svizzeri. La presa in
considerazione del linoleum e della sua fabbrica si muove, quindi, su aspetti molteplici e a
differenti livelli di indagine. La storia di una fabbrica, e del suo prodotto, riflettono il
carattere multidimensionale del concetto stesso di patrimonio industriale. Tale patrimonio,
che noi intendiamo quale insieme complesso degli elementi di valore storico, tecnologico,
sociale, architettonico o scientifico propri della cultura industriale 18 è infatti materialmente e
immaterialmente legato al prodotto linoleum: in quanto posta del potere capitalisticoindustriale di inizio Novecento; merce innovativa nell’ambito dello sviluppo dell’edilizia,
dalla società di massa al boom del secondo dopoguerra; prodotto storico di processi di
fabbricazione morfologicamente definiti; infine come espressione di un certo paternalismo
aziendale, oggetto di una rappresentazione di impresa e artefice di una socialità industriale.
Al graduale processo di de-territorializzazione avviato dalla multinazionale Forbo nel 1970
si accompagna così un parallelo processo di patrimonializzazione del linoleum, riconosciuto
quale simbolo dell’identità di impresa. Da questo punto di vista, l’aspetto più rilevante delle
fonti d’impresa risiede nella rappresentazione stessa della fabbrica 19. La ricerca può quindi
avvalersi di documenti particolarmente ricchi, sia dal punto di vista iconografico (il
materiale fotografico storico restituisce elementi di archeologia industriale oggi quasi del
tutto scomparsi), sia dal punto di vista delle implicazioni socio-economiche della
produzione (molti documenti riportano dettagliatamente i luoghi di applicazione dei
rivestimenti prodotti, l’importante ruolo dell’architettura, del design e dell’industria edile in
generale).
La ricostruzione degli aspetti della territorialità industriale mette in evidenza il complesso
sistema relazionale di fabbrica durante il periodo storico del linoleum, mostrando il
18
Ci riferiamo alla definizione di patrimonio industriale elaborata dal TICCIH, The International Committee for
the Conservation of the Industrial Heritage. Cf. http://www.mnactec.cat/ticcih/index.php.
19 L’intera collezione di «Noi: bollettino aziendale della Forbo Giubiasco», fino al n. 17 e «Noi Magazine:
periodico di cultura e tempo libero» dal n. 18. Il bollettino aziendale contiene informazioni riguardanti tanto
le pratiche di integrazione territoriale dell’azienda (tornei sportivi, gite sociali, lotterie per il parco pubblico,
visite scolastiche, corsi per i posatori) quanto gli aspetti di marcata socialità aziendale e di spirito paternalista,
attraverso spunti di critica sociale, saggi politici, geopolitici e macroeconomici.
60
Percorsi di ricerca
4/2012
carattere fortemente esogeno e transcalare delle dinamiche di produzione. Tale periodo
appare storicamente definibile grazie alla disanima del processo di patrimonializzazione
avviato, in primo luogo, dall’azienda e dalla rete di produzione e di commercializzazione del
linoleum. Territorialità e patrimonio industriale appaiono come due dispositivi di ricerca
estremamente validi, per tracciare la storia di una fabbrica che non esiste più, laddove gli
elementi immateriali «resistono» e permangono preponderanti rispetto a quelli materiali.
Conclusioni e prospettive
La fabbrica del linoleum, nella sua dimensione storica e territoriale, possiede l’insieme degli
elementi materiali e immateriali in grado di riflettere il patrimonio industriale?
La ricerca presso gli archivi comunali e l’utilizzo delle prime fonti d’impresa delineano il
quadro storico di una fabbrica che ha saputo affermarsi nello specifico contesto territoriale
di Giubiasco, mantenendo e implementando i legami specifici di una industrializzazione
transnazionale. Tale dimensione relazionale costituisce, per certi versi, l’essenza stessa del
processo di modernizzazione del contesto alpino e ticinese. I documenti finora considerati
sembrano confermare tanto la complessità della problematica storiografica del linoleum,
quanto la effettiva dimensione patrimoniale della sua struttura storica di produzione.
L’avvento di una nuova territorializzazione industriale nel borgo contadino e artigiano di
Giubiasco mantiene sullo sfondo la sostanziale affermazione di una élite finanziaria locale,
fortemente legata al «giovane» capitalismo transnazionale. L’affermazione locale della
fabbrica e del suo complesso relazionale determinano una produzione consistente di fonti
d’impresa e una effettiva patrimonializzazione, caratterizzata da processi di
rappresentazione territoriale e di memoria diffusa. Il patrimonio industriale è un concetto
olistico in grado di coinvolgere numerosi campi d’indagine e di far emergere altrettante
chiavi interpretative.
Il paesaggio industriale rappresenta soltanto un primo livello storiografico, una categoria
preferenziale di partenza. In primo luogo perché parte integrante del patrimonio e, allo
stesso tempo, funzione diretta del complesso di territorio e territorialità; e in secondo luogo
come il risultato di un processo di produzione mentale, che muove da uno sguardo umano,
in sintesi una rappresentazione della realtà. «Il paesaggio o immagine del territorio è sempre
un documento storico a due dimensioni che si sviluppa in modo sincronico, ed è
l’espressione di una pausa nel tempo: è un’istantanea» 20. Tuttavia, lavorare sul concetto di
paesaggio industriale, sulla territorialità, sul processo di patrimonializzazione del linoleum,
sul significato profondo dell’industria ticinese sempre più orfana di significanti,
rappresentano i primi generici tentativi di definizione di una problematica storiografica più
complessa. Una problematica nella quale territorialità e paesaggio industriale rappresentano
due aspetti limitati, nell’ambito di una prima definizione del patrimonio industriale.
Questo progetto intende svilupparsi ben oltre la ricostruzione di una territorialità di
fabbrica, rintracciando la molteplicità degli elementi materiali e immateriali del patrimonio,
analizzando le implicazioni globali delle reti industriali, il ruolo di mediazione delle élite
finanziarie, gli aspetti legati alla socialità di fabbrica e il livello di integrazione nel suo
complesso.
20
Raffestin, L’industria, cit., p. 21.
61