|La Rendita Catastale| La rendita catastale, corrisponde al reddito
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|La Rendita Catastale| La rendita catastale, corrisponde al reddito
|La Rendita Catastale| La rendita catastale, corrisponde al reddito annuo ritraibile dall'immobile al netto delle spese eventuali e al lordo delle imposte; per gli immobili ordinari essa viene calcolata moltiplicando la consistenza per la tariffa d'estimo corrispondente alla categoria e alla classe del bene. La rendita viene, dunque determinata sulla base dei seguenti elementi: - Comune: individua il Comune Censuario in cui è ubicato l'immobile, che coincide in genere con i confini amministrativi dell'ente; - Zona Censuaria: corrisponde ad una porzione di Comune con caratteristiche ambientali uniformi per tipo di costruzione e per prevalente destinazione socioeconomica. Per la stessa categoria e classe ci sono tariffe (e quindi rendite) diverse a seconda della zona censuaria di appartenenza. Per i comuni di piccole dimensioni la zona censuaria è unica; 0 - Categoria: nell'ambito di ogni zona censuaria, individua gli immobili con la stessa destinazione d'uso; viene espressa da una sigla; ad esempio ad un'abitazione può essere assegnata la categoria A/2, A/3, A/7, ecc.; i garage corrispondono alla categoria C/6; i magazzini corrispondono alla categoria C/2, ecc. - Classe: nell'ambito di ciascuna categoria, individua il grado di pregio e di qualità del fabbricato, a cui corrisponde un determinato livello di capacità di reddito. Il numero delle classi è tanto più ampio quanto maggiori sono le differenze che sussistono tra i valori di mercato delle locazioni all'interno della medesima categoria catastale. Nella prima classe vengono raggruppati gli immobili che presentano il livello di reddito più basso, nell'ultima quelli con il più alto livello di reddito. A causa della diversa ubicazione, possono essere valutate in misura diversa; si prendano ad esempio due negozi simili della stessa metratura, ma ubicati in zone diverse: il negozio che si trova in centro avrà più valore (e quindi una classe più alta) del negozio periferico, ma per entrambi la categoria catastale sarà C/1; - Consistenza: la consistenza è un dato quantitativo che esprime "la grandezza" del bene immobile; le abitazione vengono "misurate" a vani catastali, arrotondati al mezzo vano: si tenga presente che i vani catastali non corrispondono ai vani fisici ma sono frutto di un calcolo complesso; gli immobili a destinazione commerciale (negozi, garage, magazzini, ecc.) vengono misurati a metri quadrati; gli immobili ad uso collettivo (scuole, uffici pubblici, biblioteche, ecc.) vengono misurati in metri cubi. - Tariffe d'estimo: le tariffe d'estimo esprimono la valutazione delle unità immobiliari per unità di consistenza (vano per le categorie del gruppo A, metro cubo per le categorie del gruppo B, metro quadrato per le unità del gruppo C) e sono: - distinte per categoria e per classe; - diverse per ciascuna Zona Censuaria. |Rendita Presunta| Occorre, innanzitutto, puntualizzare che il calcolo della rendita presunta, non vuole e non può, in alcun modo sostituirsi alla procedura DOCFA, ma si propone solo come indicazione agli utenti che non si siano ancora attivati per la procedura sopramenzionata. Alcuni chiarimenti: > I vani catastali non corrispondono ai vani fisici delle abitazioni. Infatti i vani catastali sono i locali utili effettivi detti anche vani principali (camere, stanze, saloni, soggiorni, ecc.) in linea di massima l'ampiezza di un vano non può superare i 15/20 mq; i vani principali vengono contati un vano; la cucina viene contata un vano indipendentemente dalla superficie. > Gli accessori diretti (bagni, ripostigli, ingressi, corridoi, ecc.) vengono contati un terzo di vano. > Gli accessori complementari (soffitte, cantine, ecc.) vengono contati un quarto di vano. - Se un vano ha superficie inferiore a quella minima prevista dal Catasto, anche se esso viene utilizzato come vano principale va conteggiato come accessorio diretto. - Invece, se un vano ha superficie maggiore di quella massima prevista dal Catasto, si calcola l'eccedenza. In merito alle dipendenze (scoperti esclusivi, vani di servizio in comune, ecc.) vengono conteggiate come percentuale della consistenza complessiva fino ad un massimo del 10%. La consistenza viene arrotondata al mezzo vano il che significa che ad esempio se dal conteggio della consistenza risultano vani 5,21 si arrotonda a vani 5; se invece dal conteggio della consistenza risultano vani 4,62 si arrotonda a vani 4,5; così come se dal conteggio della consistenza risultano vani 6,81 si arrotonda a vani 7; > Per quanto riguarda gli immobili a destinazione commerciale (gruppo C, come negozi C/1, magazzini C/2, garage C/6, ecc.) la consistenza viene espressa in metri quadrati che corrispondono alla superficie netta di tali immobili. Fanno eccezione i negozi (categoria C/1) per i quali vengono contati per intero i metri quadrati dei locali principali (effettivamente adibiti a negozio, bottega, bar, ristorante, ecc.) mentre i locali accessori (retrobottega, servizi igienici, locali di deposito, ecc.) vengono calcolati in percentuale (mediamente del 50%); sempre per i negozi la percentuale riferita alle dipendenze può arrivare fino al 20% della consistenza. La rendita presunta, si ottiene quindi, moltiplicando la Tarriffa d'Estimo per la consistenza ossia: • il numero dei vani catastali (per il gruppo A) • i metri quadrati catastali (per il gruppo C) • i metri cubi catastali (per il gruppo B).