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19 dicembre
2013
anno
XIV
n. 0
Periodico a cura della Scuola di giornalismo diretta da Paolo Mieli nell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli
www.inchiostronline.it
A Napoli le letterine di Natale raccontano sogni di amore, lavoro e salute
Tu chiamali, se vuoi, sentimenti
L’abete della galleria Umberto I raccoglie i desideri partenopei
di Rita Murgese
“Caro Babbo Natale facci trovare lavoro così potremo andare a vivere insieme”. Gli autori di questo bigliettino sono Carla e Francesco. Coppia da 5 anni, di
cui 2 a distanza. Causa: il lavoro precario. “Speriamo
di passare un anno meraviglioso come il precedente.
Lidia e Romeo”. Due desideri, due speranze sospese
sui rami dell’albero natalizio della Galleria Umberto I
di Napoli.
I verbi adatti per descrivere questo scorcio cittadino
sono tutti riflessivi, come riflessivo è il contatto con il
grande abete. Si narrano vite, momenti, desideri e si
conosce e riconosce come in uno specchio.
I biglietti natalizi sono il canovaccio di una storia tutta
italiana, raccontata solo in parte sui giornali. La società è relegata negli stretti schemi della disoccupazione e della crisi, ma quello che si avverte leggendo
questi pezzi di carta è che ciò che viene diffuso rappresenta una parte verosimile della realtà.
C’è un minimo comune denominatore all’interno
dei foglietti, un tema che concerne la sfera dei sentimenti: l’amore. Il desiderio di trovare una persona
da amare, la voglia di rimanere insieme al proprio
compagno/a indica come, nonostante la crisi manifesta che viviamo quotidianamente, la gente trovi
il suo equilibrio nel rapporto con un’altra persona.
La voglia di completarsi insieme prevale su qualsiasi altra cosa, come del resto si nota dagli spettatori
dell’albero: in mezzo alla folla spunta una coppia di
sposi che si lasciano fotografare mentre appendono
la loro promessa d’amore. Non passano inosservati i
pensieri rivolti ai familiari, decine di persone affidano
ai biglietti la speranza per una veloce guarigione e
per ritrovare la serenità.
INCHIOSTRO
Napoli è emblematica in questo caso perché, sfatando l’etichetta della Terra dei Fuochi, rivela una grande
sensibilità e speranza per un futuro migliore, più pulito e meno malato. Non si può sottovalutare l’eterogeneità del pubblico presente: turisti che si lasciano
catturare dalla magia dell’abete, giovani ragazzi con
il cellulare in mano pronti a immortalarsi mentre decorano l’albero, coppie adulte sospese tra i pensieri
degli altri.
La sensazione che si ha è quella di partecipare come
protagonisti alla sceneggiatura della nostra storia. Si
riconosce lo studente che vorrebbe passare gli esami invernali, si riconosce il padre lontano da suoi figli,
la figlia che ha la mamma malata.
Si fortifica la nostra cultura sociale ma anche il modo
di rapportarsi alla nostra storia, smentita dalle forti
emozioni presenti. Intorno a questo rituale la galleria
è piena di gente che passeggia, che compra, che si
incontra. Il pensiero vola veloce al presepaio di San
Gregorio Armeno che, proprio come l’autore di un biglietto, è costretto a vendere un suo bene prezioso
per pagare le bollette, a tutte quelle famiglie che pur
di passare le vacanze natalizie insieme partiranno per
un fine settimana sulla neve e a Eduard, il clochard
di Piazza Garibaldi che afferma di non sentirsi solo
perché la sua compagnia sono i passanti.
L’albero in sé è una trovata commerciale, un polo di
attrazione turistica, ma per i napoletani raffigura una
sorta di amuleto in cui la scrittura rivela la sua funzione catartica. Di fronte a questo monumento del Natale napoletano potrebbero e dovrebbero ricredersi
alcuni sociologi, forti sostenitori dell’individualismo
della nostra epoca. Qui, in galleria, non c’è proprio
niente di individuale, c’è solo il riconoscimento della
nostra reale origine di animali sociali.
Un senzatetto ogni 1000 residenti
L’esercito dei volontari non basta
di Nicola Lo Conte
Eduard è uno dei tanti senzatetto di Napoli. E’ qui da trent’anni, ha perso la famiglia e i suoi migliori amici. Anche in una
vita di privazioni, però, conserva il sorriso e la speranza: per
andare avanti, gli bastano un foglio e una penna per scrivere
le sue poesie, e la fede in Dio.
Sono molte le storie come la
sua, in città. Secondo la Caritas, il numero dei clochard
si aggira tra i 1200 e i 1500.
Tanti si danno da fare per
fornire cibo, abiti, coperte,
assistenza medica, o anche
solo una parola di conforto
a chi ne ha bisogno. Il tema
della solidarietà verso i
meno fortunati è quanto mai
attuale in prossimità del Natale. Sul territorio, alle realtà
più note della Caritas e della comunità di Sant’Egidio
si accompagnano quelle di
altre piccole e grandi associazioni – stando ai dati della Regione sono circa 1400 in tutta
la Campania. E’ un piccolo esercito silenzioso che divide le
proprie attività per aree di competenza e per calendarizzazione settimanale. La missione che deve affrontare è molto
complessa, come spiega Nicola Gianniello, uno dei fondatori
dell’associazione Siloe: “Si prova ad accontentare tutti, ma
sappiamo bene che non ce la faremo”.
PAGINA 1
La crisi colpisce anche la tradizione napoletana e gli artigiani corrono ai ripari
A Natale il presepe finisce in rete
In vendita on line i cimeli di famiglia. La nuova frontiera dell’e-commerce
di Lucia Francesca Trisolini
La crisi colpisce l’arte presepiale napoletana. Anche per i
maestri del presepe è giunta l’ora di riesaminare le passate
tradizioni e aprirsi al nuovo. Passeggiando a Napoli, nelle
settimane che precedono il Natale, non si può far a meno
di notare come tutta l’attenzione sia rivolta verso un’antica
e storica via della città, nota per le tante botteghe artigiane che l’hanno resa famosa nel mondo: via San Gregorio
Armeno. In questa celebre via, ormai da anni, i bottegai napoletani lamentano, persino nel periodo natalizio, guadagni
nettamente al di sotto delle aspettative. Poche statue, tutte
ben ordinate sugli scaffali, mentre solo cinque o sei anni fa:
“L’ jettavamm dint’e ceste a ggent s’è pijava a ddoje e a
tre”- ricorda uno di loro. Ma a suonare il campanello d’allarme di una crisi ben più profonda e radicata è la triste
contrattazione di chi quest’anno a san Gregorio e dintorni
è passato con lo scopo di vendere alle botteghe il proprio
presepe, i pastori e i pezzi storici di famiglia, per pagare affitto e bollette. Un fenomeno drammatico e in costante crescita che ha convinto quasi tutti i presepiai di San Gregorio
lanciarsi nell’e-commerce. D’altra parte, basta ricercare sui
siti web più conosciuti, come E-bay, Amazon, Subito per
notare come molti privati ci abbiano già provato. Su E-bay,
vecchiolupo42 vende ad 80euro un presepe artigianale
napoletano con ruscello. Sempre alla stessa cifra, su kijiji,
Enzo consiglia l’affare: un presepe interamente realizzato a
mano comprensivo di luci, fontana elettrica, forno con lam-
padina e pastori. Su Subito.it,
Antonio di Casoria, invece, si
scusa per la scarsa qualità delle immagini pubblicate che non
rendono la bellezza del presepe
da lui realizzato “con tanta cura
e passione” e che ora svende
a 200 euro. Non solo privati però, perché quest’anno in
Rete vanno anche le storiche
botteghe napoletane.Molte di
queste preferiscono caricare
una galleria dei prodotti da loro
realizzati su siti specifici o che
rimandano alla propria bottega
artigiana, col fine di vendere
statue e presepi,che altrimenti
rimarrebbero sugli scaffali.
A Napoli di necessità si fa spesso virtù e così c’è chi alla crisi
risponde con piccole intuizioni e novità che possano attirare
la gente non soltanto a Natale ma anche nei restanti mesi
dell’anno. È il caso del maestro artigiano Genny Di Virgilio
che, spiega: “E’ attraverso il sito www.divirgilioart.com che
gli stranieri ci fanno visita durante l’anno e spesso via mail
molti ci indicano persino quale stoffa usare per realizzare i
vestiti”. Più commerciali le idee del maestro Marco Ferrigno che propone un tour virtuale delle sue botteghe e dei
suoi lavori sul sito www.arteferrigno.it, ma propone su e-bay
statue personalizzate come quella di Lucio dalla a 420euro.
Sugli scaffali delle botteghe di Ferrigno e Di Virgilio spiccano quest’anno la statua di Mandela, di Papa Francesco, di
Matteo Renzi e di Silvio Berlusconi dietro le sbarre. “Perchè
non si campa di solo presepe”- spiega Ferrigno. È la Rete,
dunque, secondo i maestri di San Gregorio, ad essere una
possibile risposta alla crisi. Internet offre una panoramica
di tutti i tipi di presepe da quelli più tradizionali a quelli più
moderni e permette di far conoscere non solo ai residenti
ma anche ad un pubblico ben più vasto, aspetti importanti
legati alla tradizione e alla storia del territorio napoletano.
L’Onu boccia il San Nicola olandese
di Germana Squillace e Gianmarco Altieri
Può Babbo Natale essere razzista? Secondo l’Onu, si. Come tradizione, in Olanda, San Nicola arriva dalla Spagna per
portare doni ai bambini con l’ausilio di aiutanti neri. L’Onu ha deciso di intervenire reputando il Sinterklaas una festa
razzista, e non importa se quegli uomini di colore siano tali in quanto sporchi di fuliggine dei camini o perché rappresentazioni di Pietro il Moro, così come due diverse tradizioni vogliono. Gli olandesi sono furiosi, firmano petizioni a
favore della festività sostenendo che le Nazioni Unite non la comprendono. “Razzismo democratico”, così definisce
la sociologa Stefania Ferraro, ricercatrice dell’Università Suor Orsola Benincasa, l’azione dell’Onu. Una forzatura, secondo la studiosa, che da un lato stereotipizza e modella dall’alto le tradizioni omologandole, dall’altro allontana dalla
realtà la problematica del razzismo. E, in effetti, gli ultimi scandali riguardanti i CIE di Lampedusa rendono paradossale
tutta l’attenzione dedicata dall’Onu alla festa olandese. D’altronde, le tradizioni, proprio per il loro mescolarsi ai secoli
e alle culture, rivelano spesso contraddittorietà e commistioni. Napoli è al riparo da giudizi su eventi natalizi razzisti.
Quest’anno il Natale nel capoluogo campano è Black. In risposta alla caccia al clandestino organizzata nel bresciano
dalla Lega Nord, è stato infatti organizzato nella sala Byte di Città della Scienza un evento a favore dell’integrazione
multiculturale che ha riscosso notevole successo. Nonostante ciò, anche il capoluogo campano presenta immagini intrise di contraddizioni. Una su tutte, unione tra sacro e profano, il venerato altare al centro storico dedicato a Maradona,
con tanto di capello del calciatore incorniciato come una reliquia. Ma guai a definirlo sacrilego.
Gli studiosi smontano
la tradizione evangelica
“Gesù?
La copia
del dio
Mitra”
INCHIOSTRO
di Barbara Gigante
E’ nato il 25 Dicembre in una grotta, da madre vergine. Tre
maghi lo omaggiarono con oro, incenso e mirra. Fece miracoli
e fu considerato il “buon pastore” dai suoi 12 discepoli. Morì
a 33 anni in una tomba e resuscitò il terzo giorno. Salì al cielo
dopo aver consumato un pasto sacro e offrì le
sue sofferenze all’umanità. Chi è? Ovviamente Mitra, divinità risalente a 3000 anni a. C., il
cui culto si diffuse in Asia Minore per poi arrivare all’impero romano un secolo in anticipo
sul celeberrimo Gesù. La parabola della sua
adorazione è ben narrata da Joseph Campbell nel suo “Mitologia Primitiva”, ma non
meno eloquenti sono gli scritti di mitologia
comparata di Timothy Freke e Peter Gandy.
Già nel calendario romano il termine Natalis veniva impiegato
per molte festività, come il Dies Natalis Solis Invicti, festa dedicata alla nascita del Sole, cioè Mitra. Introdotta da Aureliano
nel 273 d.C., fu soppiantata progressivamente durante il III
secolo dalla ricorrenza cristiana. In assenza di riferimenti biblici sulla vera data, festeggiare un compleanno divino risultò
volgare ai primi cristiani. Neanche il presepe sarebbe così originale, se si considera la molteplicità di religioni antiche identificanti la caverna - o grotta - come motivo di culto. Si leggano gli studi di Hans Blumenberg sul legame tra la caverna
e l’origine, si aggiunga la festività ebraica
che celebra le capanne a far da sostrato
culturale e si otterrà una combinazione
persuasiva della provenienza di questo
simbolo. L’albero decorato è invece molto più recente: le testimonianze riguardo al
suo impiego natalizio sono riscontrabili in
scritti del ‘600. Concordano nel localizzare
la tradizione a Strasburgo e il suo espatrio
americano intorno all’800. Abbiamo più
notizie storiche sul Dio Mitra che sull’epifania della tradizione
legata al sempreverde. Conclude Campbell nel suo libro: “la
mente umana,(…) è la zona mitogenetica ultima, la creatrice e
la distruttrice, la schiava e la padrona, di tutti gli dei”.
PAGINA 2
Emirati Arabi ed Europa dell’Est sono le nuove
destinazioni di chi quest’anno preferisce l’estero
Pienone in Costiera
La vigilia dei campani Il turismo
delle feste
è lontano dall’Italia
è
mordi
e
fuggi
Boom di viaggi per svago o per lavoro
di Francesco Ungaro
Nonostante la crisi che attraversa il nostro paese,
i napoletani non hanno perso la voglia di partire.
Come ci testimoniano Giuliano Ceci e Nadia Buono, titolari di due importanti agenzie viaggi nel Napoletano: ” Le destinazioni sono un po’ cambiate. I
problemi politici nel Mar Rosso hanno generato un
forte calo delle prenotazioni in Egitto. In molti hanno
optato per gli Emirati Arabi Uniti, nello specifico Dubay, Abu Dabi e un po’ a sorpresa l’Oman”. Riferisce
Ceci.
Per quanto riguarda le città d’arte si assiste alla riscoperta di Parigi e
Budapest, una new
entry nelle preferenze
dei partenopei : “Si
nota quest’anno un
boom senza precedenti dei viaggi verso
l’est Europa in particolare verso Budapest”.
Commenta
Nadia
Buono.
Parlando con dei tour
operator e analizzando dei dati Istat, inaspettatamente non si
registrano cali nelle
prenotazioni rispetto
all’anno precedente, a
differenza di quest’estate in cui il calo si attestava
intorno al 9%.
Volendo indicare un budget di massima per quanto
riguarda la spesa sul corto/medio raggio, il costo è
pari mediamente a 1000 euro. Per il lungo raggio invece si parte dai 2000 euro.
Interessante il dato,fornito dal Fiavet (associazione
di categoria dei tour operator) secondo cui c’è stato
un aumento del 5% dei viaggi costosi, verso mete
esclusive come Caraibi, Mauritius e Maldive, altra
testimonianza che si è allargata ulteriormente la forbice del reddito tra la popolazione. Più ricchi, più
poveri e sempre meno ceto medio.
Ci sono però napoletani che non trascorreranno le
festività natalizie lontano da casa per vacanza. Sono
i nuovi emigranti. Uomini e donne, ragazzi e ragazze che rinunciano al calore di casa e della famiglia
per prendersi quel futuro che a Napoli sembra ormai
compromesso.
C’è Veronica che vive a Sydney,in Australia, laureata
in economia,fa la cameriera. Passerà il Natale con
un po’ di amici in una cena informale, in pantaloncino e maglietta. In Australia è estate . “Quì non si
sente molto il clima natalizio , fa caldo , la gente va al
mare”. Nonostante questo per lei quello natalizio è il
periodo peggiore dell’anno per essere una migrante: “ Il Natale è una
festa da vivere con la
famiglia, e se ciò non
è possibile , ci si sente
soli’’.
Emanuele è uno chef
nato a Napoli ma da
un po’ di anni si è trasferito a Mosca per
inseguire il suo sogno.
Anche per lui il Natale
è un momento particolare, in cui le luci
della festa fanno strada al freddo dell’inverno della capitale russa
: “ E’ il prezzo da pagare. “Meglio passare
le feste senza famiglia che una vita senza possibilità
di emergere “.
Diversa infine la storia di Michele, detto Lello, che
da più di quarant’anni vive a Los Angeles, in California. “ L’Italia e Napoli non mi mancano né a Natale,
né il resto dell’anno. Gli Stati uniti sono la mia casa,
è qui che ho trovato fortuna, libertà e serenità. La
sera della vigilia farò come da tradizione una videochiamata con chi resta della mia famiglia e mi basterà per combattere ciò che resta della malinconia”.
Napoletani che partono per svago e napoletani che
sono partiti per non tornare dunque. Due facce della
stessa medaglia.
di Ciriaco M. Viggiano
Boom di prenotazioni nelle località di montagna e negli hotel a cinque stelle: è quanto emerge dall’ultima rilevazione
dell’Osservatorio nazionale del turismo di UnioncamereIsnart. Per Natale le località montane registrano prenotazioni
per il 49% delle camere disponibili, con un aumento di quasi
il 3% rispetto allo scorso anno. Tra le destinazioni preferite
dagli italiani per Natale, forte ripresa anche per il lago
e per le località commerciali:
in questo caso, l’aumento è
rispettivamente del 5,6 e del
4%. Il boom della montagna
fa la fortuna delle regioni del
Nord, che fanno segnare prenotazioni superiori del 35% rispetto ai posti disponibili. In particolare, il Nord Ovest risulta
in crescita del 5,2% rispetto allo stesso periodo del 2012. I
dati diffusi da Unioncamere confermano il primato degli hotel
a cinque stelle, che sfiorano il 60% delle prenotazioni con un
incremento del 12% rispetto allo scorso anno. Notizie positive anche per le tariffe praticate dagli operatori turistici: la
crescita è di quasi il 7% rispetto allo scorso anno, sebbene
i prezzi restino ancora distanti dai livelli medi registrati prima
della crisi. Impennata degli arrivi e delle presenze anche a
Tutto esaurito
in montagna
e hotel di lusso
Napoli e in penisola sorrentina. Per Natale si annuncia il tutto
esaurito nelle principali località turistiche della Campania. I
dati, però, confermano il leitmotiv degli ultimi anni: gli ospiti
tendono a ridurre i giorni di permanenza, segno che la crisi
si fa ancora sentire. Sullo sfondo restano i problemi che da
tempo attanagliano la Regione: caos trasporti, sporcizia e
microcriminalità. A Napoli migliaia di vacanzieri sono rimasti
incantati dai monumenti e dalle tradizioni legate al Natale. Il
pienone non si vedeva dal 2008, quando la crisi cominciò a
pesare sui portafogli dei turisti. Merito degli eventi promossi
dal Comune. A confermarlo, in un’intervista a «Il Mattino», è
il presidente di Federalberghi Napoli Salvatore
Naldi: «Stiamo facendo
passi avanti, anche grazie all’apertura di nuovi
tratti della metropolitana», spiega il numero uno degli albergatori. Le previsioni
restano positive anche per Sorrento e dintorni. Dopo un novembre nero, per Natale si annuncia il pienone. Il dato è in
linea con lo scorso anno, quando la penisola sorrentina fu
presa d’assalto da migliaia di turisti. Ma il mordi-e-fuggi prevale anche nella città del Tasso. I turisti optano per vacanze
di uno o due giorni, quanto basta per godere delle meraviglie
della penisola sorrentina. «Aspettiamo il solito boom di prenotazioni last-minute per Capodanno», osserva il presidente
di Federalberghi Costanzo Iaccarino. Ottimista anche il tour
operator Paolo Durante: «I dati relativi al weekend dell’Immacolata sono più che positivi e anche per le festività natalizie
abbiamo già tantissime prenotazioni. All’hotel Michelangelo
si registra un più 50% rispetto al 2012. L’appeal di Sorrento
resta forte grazie alle attrazioni per i giovani e agli eventi culturali programmati da Comune e associazioni».
Previsioni positive
per Sorrento
e dintorni
PAGINA 3
Gli eventi a buon mercato nel periodo natalizio. Una panoramica su Napoli
Festività low cost: si può
Un programma molto accattivante per i giovani al tempo della crisi
di Valentina Trifiletti
Natale 2013 all’insegna della spending review. In
una città come Napoli è facile trovare qualcosa
che faccia al caso nostro e che consenta di divertirsi senza “stressare” troppo il portafogli.
Insomma, eventi low cost. Soprattutto per i più
giovani, che in tempo di crisi, sono costretti a fare i
conti con il salvadanaio, il programma degli eventi
natalizi napoletano diventa accattivante: musica
classica, jazz e contemporanea, sagre e mostre,
cori gospel, mercatini, percorsi storico-culturali. Il
risultato è una città che pullula di iniziative adatte
maggiormente a un pubblico molto giovane.
Giulio è uno studente fuori sede
di
architettura
dell’Università
Federico II e per
le feste ha a disposizione un budget veramente limitato. Con soli
100 euro dovrà progettare le sue vacanze. Cosa gli
offre la città?
Passeggiando, si imbatte in una locandina con su
scritto: “Concerto per un altro Natale”. Il teatro
Mercadante di Napoli organizza due spettacoli, il
20 Dicembre e il 1 Gennaio, in cui J.Peter Schwalm
e Ramin Bahrami si esibiranno in performances
che avranno l’obiettivo di rendere contemporanea
la musica classica, scardinando i rigidi confini in
cui talvolta è relegata. Le poltrone della I e II fila
costano 40, euro ma quelle della III e IV 20.
Anche la prosa è per tutte le tasche, al teatro Augusteo, dal 13 Dicembre al 6 Gennaio, Alessandro
Siani, comico partenopeo, si esibirà nel suo spettacolo “Sono in zona show”. Il prezzo della poltrona è di 35 euro, mentre la poltroncina 25.
Alla fermata della metro legge su un volantino:
“MetroArt Speciale Natale 2013: tour guidati con
Legambiente”. Chissà quante volte si è trovato
alla fermata chiedendosi cosa volessero rappresentare tutte quelle opere d’arte contemporanea,
ma per la troppa fretta non se n’è mai curato. Le
stazioni accolgono più di centottanta opere realizzate da novanta autori di fama internazionale e da
alcuni giovani architetti locali, elemento distintivo
dell’intervento urbanistico-funzionale che ha avuto
la diretta conseguenza di combinare nelle stazioni differenti stili artistici.
Dopotutto costa solo un
euro e trenta, il prezzo del
biglietto.
Per concludere col botto il
2013, Giulio vorrebbe passare la notte di San Silvestro in piazza. Ogni anno
il comune di Napoli organizza un mega concerto in
piazza del Plebiscito, una delle più belle del mondo, ma quest’anno il sovrintendente Cozzolino,
sostenuto dal ministro dei Beni Culturali Massimo
Bray, ha ritenuto che il concertone debba essere
spostato sul lungo mare per tutelare il patrimonio
architettonico della città. Perciò, il Comune offre
una serie di microeventi gratuiti spalmati lungo via
Caracciolo e via Partenope.
Sono abbastanza economiche queste vacanze napoletane, fino a questo momento, infatti, Giulio ha
speso solo 46,30 euro. Con i restanti 53,70 porterà
la fidanzata a cena fuori.
Il 20 concerto al Mercadante
Siani di scena all’Augusteo
fino a lunedì 6 gennaio
“Te piace ‘o Natale?”
Eduardo De Filippo
in una scena
di “Natale in casa Cupiello”
Tutto quello che avete sempre pensato
ma non avete mai osato dire ad alta voce
di Claudio Pellecchia
«Lucariè… Lucariè… Scetate, song’ ‘e
nove…». Il mio risveglio la mattina dell’8 dicembre è traumatico proprio come quello di
Luca Cupiello. Nella vita reale, però, il periodo di Natale non coincide con la gioia di fare
il “presebbio”. E’ una maratona estenuante
e senza senso, con un buonismo di facciata
che cela una realtà surreale: in giro si avverte
una tale cappa di stress, che la si potrebbe
impacchettare e mettere sotto l’albero. E comincia tutto proprio il giorno dell’Immacolata. Ecco come alcuni luoghi comuni natalizi
si prestano ad una rilettura in chiave ironica.
“A Natale si è tutti più buoni”. Avete mai osservato le facce dei passanti sulle vie dello
shopping? Al confronto il Jack Torrance di
“Shining” sembra uscito da un racconto di
Dickens. Sangue agli occhi e bava alla bocca,
tutti alla disperata ricerca del regalo perfetto.
Che non esiste. E, le rare volte che si palesa
qualcosa che gli si avvicina, nessuna pietà.
E via di spintoni, file saltate e furiose litigate
condite da blasfemie assortite. Del resto, Cristo deve ancora nascere.
“Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”. L’incomparabile gioia di riunirti con parenti che
vedi due volte l’anno e che, tendenzialmente,
odi. Le trattative con mogli e fidanzate per
negoziare il calendario delle visite. La mera-
INCHIOSTRO
vigliosa tombolata post cenone, con il solito
burlone che esclama “ambo!” dopo il primo
numero estratto. E, soprattutto, l’interminabile poesia del più piccolo di casa da ascoltare
tutta, tutti. D’un tratto la prosa di Federico
Moccia non sembra poi così male. “Il Natale
è la festa dei bambini. I regali facciamoli solo
a loro, tra di noi non serve”. Avete mai provato a non far trovare anche solo un misero
pacchettino al biscuginolateralediPescara?
No? Allora sapete come evitare una denuncia
per turbativa domestica. Bravi.
“Quest’anno solo un assaggio di poche
cose. Non bisogna esagerare”, per poi trovarsi di fronte alle scene patetiche del dopo
pranzo, fatte di pantaloni slacciati, dialoghi a
gesti mentre si ansima e rigeneranti riposini
digestivi di 4 ore. Un dejavù di ogni Natale
che si rispetti. “Vediamo un po’ cosa danno
in tv”. Non serve. Il palinsesto lo conoscete
già a memoria. Sapete che Eddie Murphy
travestito da clochard riesce a tirare fuori dai
guai l’amico miliardario; sapete che il Grinch
non riuscirà a fermare il Natale; sapete che la
34esima strada di New York da una pista a
Medjugorje in fatto di miracoli accaduti; sapete che “a Natale puoi fare quello che non
puoi fare mai”. Quanto mi manca Socrate
con il suo “So di non sapere”. Coraggio Lucarielli miei. Fatevi forza: il 7 gennaio non è
poi così lontano. Forse.
Inchiostro
Anno XIV numero 0
19 Dicembre 2013
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Periodico a cura della Scuola
di giornalismo
diretta da Paolo Mieli
nell’Università degli Studi
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