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Numero 3 – APRILE - MAGGIO 2008 ON THE ROAD CON… Pierluigi Bonora Caposervizio della redazione Economia del quotidiano “il Giornale” e Responsabile della sezione “Auto e Motori”, nonché Presidente dell’UIGA (Unione Italiana Giornalisti dell’Automobile) Viaggi in Ferrari Il giro del mondo in Ferrari continua. Con un particolare: alle tre maxi-tappe (Cina nel 2005, America del Sud e America del Nord nel 2006, e la sterminata India quest’anno) chi scrive ha partecipato a due tratte: nel primo caso, quella nel Sichuan, provincia cinese famosa perché ospita gli ultimi esemplari del panda gigante, e tra Houston-New OrleansGainsville-Miami, attraverso Texas, Louisiana e Florida nel secondo. L’India, invece, la raggiungerò a metà aprile. La “mini-tappa” nella quale sarò coinvolto, inserita nel “Magic India Discovery”, partirà da Chandigarh e si concluderà a Delhi. Ma il viaggio attraverso la “Golden temple route”, al volante di una 612 Scaglietti, sarà oggetto di un’altra storia. Su queste pagine voglio ricordare alcuni episodi accaduti nei precedenti raid e, per questo, ho ripreso i reportage usciti su “il Giornale” il 6 novembre 2005 (Cina) e il 26 novembre 2006 (Usa). Partiamo dal Paese della Grande Muraglia, oggetto del “Red Miles Tour: 24mila chilometri” nel cuore dell’Estremo Oriente. Anche in quell’occasione la vettura protagonista del viaggio era una Ferrari 612 Scaglietti, al volante della quale si sono alternati 50 giornalisti da tutto il mondo. Una premessa è d’obbligo: qualche giorno prima di sedermi a bordo della Gt di Maranello ho dovuto sostenere, in un posto di Polizia nei pressi dell’aeroporto di Shanghai, l’esame per ottenere la patente cinese (validità sei anni). Diciamo subito la verità: il test di abilitazione alla guida, che ho conseguito dopo una veloce lettura delle norme locali di comportamento in auto e rispetto della segnaletica, dovrebbe essere più severo per i candidati guidatori del luogo. È una vera impresa, infatti, mettersi al volante di una qualsiasi macchina in Cina. Nessuno, o quasi, rispetta il Codice della strada e lungo il percorso ho assistito a manovre che da noi potrebbero valere anni di galera (inversioni a U in autostrada, vetture in contromano, divieti di accesso ignorati, carretti caricati all’inverosimile trainati da malcapitati asinelli sulle corsie riservate al traffico, fari regolarmente spenti anche quando fa buio, un concerto di clacson a ogni incrocio, e via di seguito). A tutto questo bisogna sommare la curiosità generata dal transito della carovana “rossa” (anche se il colore non è una novità in quel Paese). In Cina, del resto, prevale su tutto la necessità di risolvere i problemi quotidiani, tra cui il trasporto di determinate cianfrusaglie da un punto A a un punto B, costi quel che costi. Spesso anche la vita, purtroppo. Quindi, ingorghi, caos e colpi di clacson aumentavano a ogni sosta o passaggio nei centri abitati. È stata, comunque, un’esperienza indimenticabile seppur durata lo spazio di qualche centinaio di chilometri con destinazione Chengdu, megalopoli di 10 milioni di persone dove, proprio nel giorno di arrivo del tour, veniva inaugurata la lussuosa concessionaria del Cavallino rampante. Comunque, la Ferrari è la Ferrari, e anche in capo al mondo e nel Paese dove la bicicletta è ancora sacra, nonostante la rapida “automobilizzazione”, le vetture prodotte a Maranello sono arcinote. E non solo nelle grandi città, ma addirittura nei piccoli agglomerati sperduti tra le montagne dove l’arrivo della carovana italiana è sempre una festa: “Fe-la-li, Fe-la-li” è la parola, mista a stupore e gioia, che accoglie la spedizione ovunque. Come dimenticare l’emozione e gli occhi sgranati di un bambino nel momento in cui si siede per un attimo nel salottino di pelle e riceve un cappellino Ferrari con le firme di tutti i partecipanti al tour. Sicuramente sarà il suo amuleto e se lo terrà stretto stretto per anni. Dalla Cina al Sud degli Stati Uniti, ora. Questa volta protagonista del “Panamerican” è la 599 Gtb Fiorano, fresca di lancio, scortata per l’occasione da alcune Alfa Romeo Sportwagon e dai robusti mezzi tuttofare targati Iveco alla cui guida si sono alternati i “reduci” dalle massacranti tappe di Overland. “On the road” è un’altra storia rispetto alla Cina, anche se i limiti di velocità mettono il sonnifero ai bolidi di Maranello. Dal centro di controllo della Nasa, a Houston, con visita alla famosa sala che ha guidato l’Apollo 11 al primo allunaggio, si fa tappa a New Orleans. A riceverci, nella città del jazz che riporta ancora le ferite causate dall’uragano Katrina, è un gruppo musicale che improvvisa una marcetta nel bel mezzo del Quartiere Francese, risparmiato per miracolo dalla furia del vento e dalle inondazioni. Dopo la sosta d’obbligo alle Everglades, per far “posare” la Fiorano accanto a un enorme alligatore, eccoci a Miami. Il traguardo simbolico è sulla sempre affollata Ocean Drive dove il ruggito della “rossa” è la nota che rompe la monotonia nel momento clou dell’ “happy hour”. ANFIA - Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica Sede di TORINO - Corso Galileo Ferraris, 61 - 10128 Torino Tel. +39 011 55 46 511 / Fax +39 011 54 59 86 - e-mail: [email protected] Uffici di ROMA - Viale Pasteur, 10 - 00144 Roma Tel. +39 06 54 22 14 93(4) / Fax +39 06 54 22 14 18 - e-mail: [email protected] New web site: www.anfia.it