PANTELLERIA, TP

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PANTELLERIA, TP
RELAZIONE SINTETICA
LE FASI FINALI DELL’ABITATO DELL’ETA’ DEL BRONZO DI MURSIA
(PANTELLERIA, TP)
Oggetto di questa tesi di Laurea è stato lo studio del villaggio dell’età del Bronzo di Mursia ed in
particolare, delle fasi finali sino al definitivo abbandono.
L’insediamento in questione, per le sue eccezionali caratteristiche monumentali, documentate dalle
capanne, dal poderoso muraglione di cinta e dalla necropoli dei Sesi, testimonianze di una società
complessa, rappresenta uno dei siti archeologici di maggiore importanza, anche e soprattutto in
relazione all’eccezionale stato di conservazione, tra quelli presenti nel Mediterraneo centrale. Snodo
fondamentale di navigazioni e traffici millenari, funge da crocevia di culture fin dalle più antiche
civiltà.
Dopo un doveroso inquadramento generale (Cap. I), la ricerca si è dedicata alla descrizione
approfondita e dettagliata dell’abitato, passando in rassegna i risultati riportati dalle numerose
campagne di scavo, che interessarono l’area nel corso degli anni (Cap. II), fino all’esposizione degli
ambienti appartenenti all’ultimo periodo di stabile frequentazione, caratteristici in quanto
tipologicamente molto diversi dagli altri (Cap. III). Tre fasi insediamentali, corrispondenti ad
altrettante fasi costruttive, caratterizzano la dinamica insediamentale del villaggio di Mursia1. Il
primo momento si contraddistingue per la presenza di capanne seminterrate, di forma ovale molto
allungata, con un abside con andamento pseudo-appuntito e uno semicircolare2. Le abitazioni
risultano disposti in modo irregolare e lo spazio tra queste è molto ridotto.
Nella seconda fase le capanne, non solo seminterrate, risultano di pianta ovale con absidi
simmetricamente uguali. Sono presenti, inoltre, tipologie curvilinee, a pianta absidata su un solo
lato e a perimetro irregolare, in ragione della disponibilità di spazio. L’abitato si amplia e in
determinate aree si arriva ad una vera e propria lottizzazione degli spazi. Le strutture, infatti, sono
disposte in modo regolare, in file parallele a gruppi di due o più capanne.
La terza fase vede il permanere degli edifici più antichi di forma ovale. Compare la pianta circolare3
a cui si possono addossare ambienti con muri tendenzialmente rettilinei, a formare anche edifici
multicamerali.
Il confronto tipologico-strutturale con gli insediamenti più significativi presenti in Sicilia (Cap. IV)
e, l’analisi della produzione ceramica proveniente da due capanne, B7 e B5, è stato indispensabile al
fine di chiarire l’orizzonte cronologico e culturale di queste ultime fasi (Cap. V) che descrivono lo
sviluppo insediamentale di Mursia, corrispondenti ad una precisa evoluzione strutturale-costruttiva
1
ARDESIA ET ALII 2006, pp. 298-301.
È stato osservato come questa tipologia potesse rimandare alla morfologia di un’imbarcazione, ARDESIA ET ALII 2006,
pp. 299.
3
Fatta anche di palificazione perimetrale.
2
delle capanne. Caratterizzano le prime due fasi ambienti di forma variamente ovale, mentre la terza
fase si distingue per il coesistere, insieme alla forma più antica, di soluzioni innovative con
ambienti circolari e rettangolari. Questa evoluzione strutturale non può che essere un indicatore
culturale di contatti transmarini4, che rispecchiano l’evoluzione dei modelli interna alla Sicilia.
Nell’isola maggiore le differenze sono più marcate e definite soprattutto cronologicamente. Infatti,
la tipologia di capanna a pianta ovale, prevalente e caratterizzante gli abitati del Bronzo antico,
tende a cedere il posto a quella subcircolare e circolare che inizia ad apparire alla fine del Bronzo
Antico per poi essere preponderante nel Bronzo Medio. Nello stesso periodo emerge anche il tipo di
struttura rettangolare, la cui evoluzione5 da forma quadrangolare a rettangolare con angoli
arrotondati a rettangolare vera e propria è conseguenza delle influenze egee, e prevarrà nel Bronzo
Recente. La produzione vascolare di Mursia presenta delle innegabili tipicità da collegare al
fenomeno dell’insularità6, anche se ciò non toglie la derivazione da modelli siciliani. Il
popolamento preistorico di Pantelleria risulta essere frutto di un apporto demografico siciliano,
mentre il rapporto con l’Africa Settentrionale, da cui dista molto meno, sembra verosimile ma
purtroppo poco documentato, data la scarsità delle ricerche sul vicino versante africano.
Mursia dunque, tra Bronzo Antico e inizi del Bronzo Medio si distingue per le sue forti peculiarità,
ma con echi collegabili a tutti gli altri orizzonti culturali del Mediterraneo centrale.
Lo studio della cultura materiale dovrebbe essere finalizzato alla ricostruzione dei modelli culturali
antichi. Per perseguire questo scopo, si è ritenuto necessario adottare dei metodi di classificazione
ben distinti: dall’organizzazione e dall’elaborazione dei risultati dei quali è possibile arrivare a
configurare i sopraccitati modelli. Per quel che riguarda, lo studio del materiale ceramico tre devono
essere le classificazioni da seguire:
- una classificazione tipologica, dove la tipologia è tendente a “… riconoscere le differenziazioni
formali sistematiche e culturalmente significative fra i manufatti, come parte integrante della
ricostruzione complessiva delle comunità che li hanno prodotti e utilizzati. …7”, di tipo
morfologico-tipometrico;
- una classificazione tecnologica, perchè l’individuazione di gruppi di impasti e la determinazione
della tecnologia produttiva, della provenienza delle materie prime e della datazione, integrati e
correlati con la tipologia contribuisce a definire ulteriori fondamentali connotati culturali;
- una classificazione funzionale, atta alla ricostruzione delle attività svolte, delle loro modalità di
svolgimento e delle implicazioni che i “... fattori funzionali possono aver avuto … nelle scelte
produttive e sull’insieme di vasi come esito archeologico osservabile di un complesso di
4
ARDESIA ET ALII 2006, p. 301; pp. 362-365
VOZA 1972, p.187.
6
Come ribadito da Tusa in ARDESIA ET ALII 2006, p. 295
7
BIETTI SESTIERI 2000, p. 61.
5
variabili…8”
Obbiettivo di questa ricerca è stata la proposta di una classificazione di carattere tipologico. Per
quel che riguarda la tecnologia e l’analisi funzionali si è proceduto alla semplice individuazione di
quelle che potrebbero essere le linee guida per un’analisi più dettagliata9. Ciò è dovuto allo scarso
approfondimento che questi aspetti hanno avuto nello studio della ceramica del villaggio, che
richiedono, al contrario, una necessaria sintesi ad hoc.
Fondamentali, dunque, le indagini di tipo archeometrico effettuate su un campione di frammenti
ceramici provenienti prevalentemente dal settore B (indagato dalla missione dell’ Università degli
studi di Bologna), di produzione locale e di importazione (Cap. VI). L’approfondimento degli
aspetti tecnologico-produttivi, per mezzo di adeguate analisi scientifiche, si è reso necessario data
l’importanza che assume il reperto ceramico quale “fossile-guida” per la ricerca archeologica, su cui
costruire datazioni relative dei contesti presi in esame10.
Questo studio vuole essere un preliminare contributo per la definizione di una classificazione non
solo tipologica ma anche tecnologica della ceramica di Mursia. Il secondo aspetto, infatti, non può
prescindere dal primo perchè anch’esso individua un fondamentale connotato culturale delle
popolazioni che utilizzavano questi manufatti. L’ obbiettivo di questo primo ciclo di indagini
“ricognitive” è stato quello di porre le basi per una classificazione degli impasti interna al sito,
essendo totalmente assente una tradizione di studi in questo senso.
Tutto ciò ha portato ad una riconsiderazione della cronologia relativa interna al villaggio e ha
permesso di individuare, nelle fasi finali, quel momento di transizione che determina il passaggio
tra antica età del Bronzo e media età del Bronzo in Sicilia.
Per quel che riguarda l’appartenenza culturale, è stata confermata l’originalità del contesto
pantesco, data dall’insularità, e la conseguente attribuzione alla cosiddetta “facies di Mursia”.
8
RECCHIA 1999, p. 207
Cfr Cap.V e Cap.VI.
10
SANTORO BIANCHI S. 1997, Le analisi archeometriche: problemi di metodo, in SANTORO BIANCHI 1997, pp.191-195.
9