Francesco Datini

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Francesco Datini
Francesco Datini
Datini nacque a prato nel 1335. Nel 1348 suo padre, Marco Datini,sua madre,Vermiglia e 2 fratelli morirono
durante l’ epidemia di peste. Gli unici sopravvissuti della famiglia furono Francesco e suo fratello Stefano.
Essi furono allevati da Piera Boschetti. A 14 anni,Datini andò a lavorare come garzone a Firenze e fu lì che
imparò l’ arte del mercante. Francesco decise di andare ad Avignone, sede del Papato a quell’ epoca,e
cominciò a far pratica come mercante. Fu lì che incontrò Margherita, una giovane fiorentina. Nel 1376 si
sposò con lei e nel 1383 decise di tornare a prato, continuando però l’arte del mercante. Aveva rapporti
commerciali con Genova, Barcellona,Maiorca,Valenza,le Fiandre,la Francia,Pisa e Firenze. Proprio a Firenze,
Datini
fondò la nota “Compagnia del Banco”,cioè una banca. Francesco,a porta Fuia,si fece costruire un palazzo
per abitarci,il noto “Palazzo Datini”,e lì ospitò molti personaggi importanti,tra cui il signore di Mantova
Francesco Gonzaga e Luigi II d’ Angiò,sovrano di Napoli,che difendeva prato da Firenze e Pistoia e diede a
Francesco l’ onore di avere nel suo stemma d’ oro di Francia. Ma fu proprio la nipote di Luigi d’ Angiò a
vendere prato a Firenze,ponendola sotto i medici. Per ricordare luigi II d’ Angiò fu fatta costruire una statua
ora conservata nel palazzo pretorio. Datini era un mercante “avanzato” per la sua epoca,poiché era uno dei
pochi mercanti ad usare molto spesso la lettera di cambio,che sarebbe l’ antenata del moderno assegno. Il
16 agosto 1410,a 75 anni,Datini morì e,per suo volere,lasciò tutti i suoi averi ai poveri,fondando così il
famoso “ceppo dei poveri”,che era semplicemente la sua casa usata come “ceppo”. Durante la visita
guidata a palazzo Datini,ho notato che nell’ affresco nell’ ex camera da letto,è raffigurata una scena di
caccia in un giardino e,ricordando quello che aveva detto la guida, a Datini piacevano molto i giardini e
aveva anche lui un giardino,dove voleva allevarci alcune specie di animali. La sua tomba è nella chiesa di
san Francesco e questo fa capire che aveva buoni rapporti con la chiesa e soprattutto con i “francescani”. La
moglie, margherita,doveva sicuramente rimanere sola a casa sola,perché Datini,essendo un mercante,si
spostava per commerciare,perciò margherita doveva scrivergli delle lettere. Fuori da palazzo Datini ci sono
delle sinopie riguardanti la vita di Datini. Datini doveva essere molto ricco per avere sulla facciata del
palazzo tutti quegli affreschi e visto che commerciava in tutta Europa. Doveva essere anche molto
credente,visti i buoni rapporti con la chiesa. Doveva avere anche molte “aziende commerciali” in vari luoghi
per tenere sempre collegamenti commerciali anche quando si prendeva un po’ di riposo. Forse fu anche lui
a dare prestigio alla sua città,prato. Il suo stemma è bianco e rosso.