Esercizi per esame

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Esercizi per esame
LABORATORIO DI SCRITTURA ITALIANA DI BASE
a.a. 2009-2010
ESERCIZIARIO
Dott.ssa Nadia Nocchi
IL PARAGRAFO
Testi da utilizzare per lettura attiva, paragrafo, frase regista, capoverso, riassunto
1. R. CHIABERGE, Il mio Ateneo per superlaureati "Wiesel e Berio i primi docenti invitati".,
"Corriere della Sera", 25 gennaio 2000
Di paragonabile al Collège de France, per ora, ci sono soltanto i cassettoni rinascimentali e gli affreschi del
Cinquecento. E lui, fino a prova contraria, non è Francesco I. Ma l'autostima non è mai stata il suo problema. "Penso dice Umberto Eco - a un luogo dove si organizzino corsi slegati da ogni facoltà, aperti al mondo scientifico e
accademico, e anche ai cittadini. Lezioni magistrali, tenute da personalità di rilievo internazionale. Un po' come il
Collège, appunto. Cominciamo il 31 gennaio con Elie Wiesel, testimone dell'olocausto, scrittore e premio Nobel per la
Pace, che parlerà del Talmud. Seguirà Luciano Berio, con una serie di conferenze sulla musica". Si vedrà. Per intanto,
bisogna pensare a dettagli più prosaici. I divani non passavano dalle porte, li hanno dovuti issare con una gru, e sono
finiti nella stanza sbagliata. Tutto da rifare. C'è un gran trambusto al piano nobile di Palazzo Marchesini, nel centro di
Bologna: qui, l'8 febbraio, si installa ufficialmente la Scuola Superiore di Studi Umanistici, fondata e presieduta dal
professor Eco. Cinquecento metri quadrati di cenacolo per "turbolaureati", la crema dei dottorandi: filosofi, letterati,
psicologi, linguisti, scienziati politici. Il Collège de Bologne. Un progetto a lungo accarezzato dal principe della
semiologia atterra nella città di Guazzaloca. A inaugurarlo forse verrà il presidente Ciampi, che da buon "normalista" è
molto sensibile a queste iniziative. "Il brusio sulle cosiddette scuole di eccellenza - dice Eco - sta attraversando da un
po' di tempo il mondo universitario italiano. E non solo italiano. Anche all'estero lamentano l'abbassamento del livello
degli studi. L'università di massa è inevitabile, ma richiede dei correttivi di élite". Nella sua casa di Milano, dove ci
riceve, il professore ha le valigie pronte. A giorni parte per Timbuctù, nel cuore dell'Africa. Con la scusa del solito
convegno, realizza un vecchio sogno. "Era la capitale dell'impero del Mali, durato fino al Rinascimento. Un luogo
salgariano. Ho ritrovato delle corrispondenze straordinarie di Mario Appelius che raccontano la città negli anni Trenta".
Ma l'avventura più eccitante, in questo momento, è proprio la Scuola. Patrocinata dal rettore bolognese, Fabio Roversi
Monaco, e dal preside di lettere, professor Walter Tega, che se ne accollerà i costi (meno di cento milioni il primo
anno), avrà caratteristiche di estrema flessibilità. Spiega Eco: "Invece di puntare sull'hardware, come potrebbe essere un
collegio universitario, o un facsimile della Normale di Pisa, ci accontentiamo del software: il coordinamento delle
scuole di eccellenza già esistenti, cioè i corsi di dottorato. Hanno già aderito i colleghi di Scienze della Formazione, di
Lingue e di Scienze Politiche. È come un supermarket: ognuno pesca quello che vuole. Per ora non rilascerà titoli di
studio particolari. Il che non esclude che in futuro alcuni corsi avanzati di specializzazione possano incardinarsi nella
scuola. A me piacerebbe, ad esempio, un master biennale di editoria ad altissimo livello". I maligni diranno che Eco si è
fatto il suo ateneo personale. "Pace, tanto tra qualche anno vado in pensione, e ci penserà qualcun altro. Del resto io
sono il presidente, ma c'è un collegio dei probiviri, con intellettuali come Ezio Raimondi, Lucio Gambi, Roberto Leydi,
personaggi autorevoli e fuori dai giochi accademici". Ma che cosa faranno i vostri dottorandi se gli attuali ricercatori
diventassero tutti professori ope legis? "Che cosa vuole che facciano? Andranno a zappare. Questa idea della sanatoria è
immorale per almeno due motivi. Il primo è che nell'università ci devono essere solo promozioni per merito. Il secondo,
che la sanatoria riguarderebbe i borsisti imbarcati all'inizio degli anni Settanta, dopo la legge Misasi che liberalizzò gli
accessi, e poi nominati in massa ricercatori, appunto, con una sanatoria. In tutto questo tempo, i più bravi sono andati in
cattedra. Ci sarà pure rimasto qualche sfortunato ingiustamente emarginato, ma la maggior parte sono entrati e si sono
adagiati sugli allori. Ora, se mettiamo in ruolo tutti questi ricercatori ultracinquantenni, i giovani si troveranno la strada
sbarrata". Il nuovo sistema dei concorsi universitari non è esattamente quello che Eco aveva suggerito. "No, ma è pur
sempre meno traumatico del vecchio concorso nazionale. Lascia più libertà di scelta alle facoltà. Intendiamoci, le
porcate si possono fare anche nelle elezioni del Papa in conclave. Bisogna vedere qual è il limite. I commissari non
possono perdere la faccia e promuovere un candidato che non sia degno di entrare in una lista degli idonei. E se la scelta
è indecente, qualcuno dei commissari si dimetterà. Speriamo in un'onestà statistica". L'importante è che ci sia qualche
forma di sanzione per chi sgarra. "La sanzione sarà fatale. Si diffonderà la voce che quella facoltà assume i cugini del
preside. Se è una facoltà di giurisprudenza, uno potrà comunque presentarsi al concorso di magistratura, e passarlo. Se
invece è di economia, non avrà molte chance di essere assunto alla Fiat. Le aziende sanno che un laureato della Bocconi
vale ben di più di uno che ha studiato a Roccacannuccia". Il problema vero è che in Italia, dopo il liceo, esiste solo
l'università. All'estero ci si può anche iscrivere a scuole superiori più orientate a un mestiere. "Con il "tre più due"
questo problema potrebbe essere in parte risolto. Molte lauree triennali saranno appunto "professionalizzanti". A lettere
questo non è facile da realizzare, ma si può pensare a corsi di "multimedialità" rivolti al mondo pubblicitario, e altri che
invece preparino all'insegnamento. Una laurea in giurisprudenza piena, quinquennale, dovrebbe schiudere le porte
dell'avvocatura o della magistratura. Ma le imprese e le pubbliche amministrazioni sono piene di laureati in legge per i
quali basterebbe un corso di tre anni". Ma lei crede davvero che con questo sistema riusciremo a eliminare la piaga dei
fuoricorso? "Io vedo che molti si arenano sulla tesi: e il primo livello toglie quest'ansia. Ma certo la riforma non basta,
ci vogliono altre forme di incentivazione, come borse di studio collegate all'obbligo di frequenza". Sia sincero, Eco: se
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non le avessero regalato questa scuola, lei sarebbe molto più arrabbiato con il ministro. "No, la verità è un'altra. Quando
ho visto che la mia idea dei corsi a numero chiuso si urtava contro tutto e contro tutti, ho dovuto arrendermi. E mi sono
persuaso che lo sbarramento, invece che all'inizio, si poteva spostare alla fine del triennio. Chi non ce la fa, chi non ha
conseguito i crediti necessari, non viene ammesso al livello superiore". Che futuro ha la cultura umanistica nella società
dell'informazione? "Secondo me è la carta vincente. Nell'universo del software può essere molto più percettivo chi ha
studiato greco antico che non un esperto di elettronica. Il quattordicenne che con il suo pc entra nella banca dati del
Pentagono è, a suo modo, un umanista. Una cultura umanistica intesa non come rievocazione nostalgica del passato ma
come metodologia, come spirito logico e filosofico, è cruciale nel mondo d'oggi. Non per niente tanti miei allievi sono
andati a lavorare nelle nuove tecnologie, si sono inventati un mestiere. È quello che diciamo a tutti gli studenti di
Scienza della Comunicazione: non veniteci a chiedere a che cosa serva questa laurea. Tra il momento in cui vi iscrivete
e il momento in cui uscirete di qui saranno successe cose tali che voi saprete che cosa inventare e noi no. Se pensa che
quando abbiamo iniziato il corso, otto anni fa, non esisteva Internet e nessuno parlava di ipertesti... L'era digitale
richiede flessibilità, immaginazione. Io non dimenticherò mai che Adriano Olivetti, agli albori dei computer, preferiva
assumere dei bravi laureati in filosofia o in lettere piuttosto che degli ingegneri".
2. E. RASY, La Bibbia. Come leggerla nel 2000 "Corriere della Sera", 30 gennaio 2000
GERUSALEMME Come sarà la Bibbia del 2000? Il libro dei libri, il più monumentale dei testi sarà soggetto, e in che
modo, alle mutazioni del terzo millennio? A Paolo Garuti, quarantaquattrenne modenese somigliante all'attore Harrison
Ford, la domanda non sembra affatto contingente. Garuti unisce la bonomia emiliana alla gentilezza monastica e alterna
i jeans alla tonaca bianca dei domenicani: da cinque anni è il priore del convento di Santo Stefano a Nablus Road, nel
cuore di Gerusalemme Est, la Gerusalemme degli arabi. È lì che ha sede da centodieci anni l'Ecole Biblique, un centro
di studi che ha rivoluzionato nel mondo cristiano il modo di guardare all'Antico e al Nuovo Testamento prima di
dedicarsi, qualche anno fa, agli scavi di Qumran e agli studi dei suoi manoscritti. Per rispondere, però, padre Garuti ci
tiene a cominciare dalla storia della scuola. "La fine dell'Ottocento fu un momento molto critico per la lettura della
Bibbia. Da un lato, come sempre, c'era una tendenza fondamentalista, che prendeva il testo tradizionale come oro
colato, evitando di riconoscervi contraddizioni e tensioni e prospettive differenti, il che vuol dire non leggerlo affatto.
Dall'altro, soprattutto nelle università del Centro Europa, c'era una tendenza superrazionalista, che finiva col non dare
credito storico o dottrinale al testo biblico. In questo schiacciante contrasto, l'idea di padre Lagrange, il fondatore, fu di
venire a studiare la Bibbia "sul campo", qui dov'è nata". Padre Marie-Joseph Lagrange si era formato in teologia a
Salamanca e in lingue semitiche a Vienna. Era un grande studioso, ma anche un uomo pratico. Il convento dei
domenicani, eretto per accogliere i prelati pellegrini era stato uno spiacevole insuccesso, perché gli assunzionisti di
Notre Dame con più mezzi e maggior organizzazione rubavano tutta la clientela. Padre Lagrange decise di trasformare
la residenza disertata in un centro di studi biblici "pratici". "Vale a dire - spiega padre Garuti - di coniugare lo studio del
testo con l'archeologia, l'etnologia e l'etnografia, con lo studio delle lingue semitiche e anche con lo studio dei costumi,
come allora si potevano ancora vedere nelle tribù beduine". Malgrado la sua intraprendenza, appena arrivato padre
Marie-Joseph cambiò idea. "Si mise in viaggio per il Sinai con Esodo e Numeri, cioè i libri della Bibbia che ne
raccontano la traversata, e si accorse immediatamente che le cose non quadravano. Fece tra l'altro il calcolo che, se tutti
quelli che sono usciti dall'Egitto attraverso il Mar Rosso lo avessero fatto in fila indiana, quando l'ultimo usciva il primo
sarebbe già stato a Damasco. Scoraggiato, scrisse a Roma chiedendo di tornare a casa". Ma Roma gli disse di no. Così
nacque definitivamente l'Ecole che oggi ospita ogni anno una trentina di studenti specializzandi tra religiosi e laici,
uomini e donne, cristiani, ebrei e musulmani per corsi biennali o dottorati in teologia quinquennali, e che è conosciuta
in tutto il mondo per la preziosa Bibbia di Gerusalemme, la Bibbia nata dagli studi sul campo compiuti nei cent'anni
successivi all'arrivo di padre Lagrange. Studi che hanno cambiato il volto della Bibbia e, secondo Garuti, continueranno
a cambiarlo. Ma in che modo precisamente? "No, non ci sono scoop: da filologia e studi sul campo non salta fuori che
Gesù non è risorto. Ciò che di veramente nuovo e destinato ad affermarsi in futuro è la definitiva perdita dell'idea
romantica del testo originale. Sappiamo ormai per certo che la Bibbia è un testo riscritto più volte. Non solo, ma che è
nata su binari paralleli in modo diverso". Un esempio? "Degli Atti degli Apostoli abbiamo una versione breve e una
versione lunga. Si pensava che la versione corta fosse un abbreviamento di quella lunga, invece sono due elaborazioni
diverse di uno stesso archetipo che abbiamo perduto. E questa molteplicità e diversità vale per molte situazioni.
Dunque, non esiste un ur-testo: bisogna imparare a vedere la Bibbia come un testo inserito in contesti e tradizioni, anche
stilistiche, differenti tra loro, dunque un testo vivo, contraddittorio".Con una conseguenza, secondo padre Garuti,
essenziale: "È solo con questo tipo di lettura che è possibile contrastare un uso fondamentalista e settario delle Scritture.
La Bibbia del 2000, per tornare alla domanda iniziale, non sarà fondamentalista. Noi sappiamo di avere in mano un
testo che non è il testo di Dio né dell'autore di Dio". Padre Lagrange e i suoi compagni d'avventura alla fine
dell'Ottocento, per demolire pregiudizi e prevaricazioni, usavano soprattutto gli asini e la macchina fotografica: nello
straordinario archivio fotografico dell'Ecole Biblique - ventimila lastre di vetro di un secolo fa - la loro veste candida
troneggia indenne avvolta in nuvole di polvere accanto a scavi improvvisati e lapidi dissepolte, perché allora scavare
non era ancora istituzionalizzato: tutti scavavano arrivando in Palestina, diplomatici, militari, turisti romantici e
danarosi. Lo strumento di padre Garuti, invece, è la retorica antica, di cui è docente all'Ecole Biblique, e sa dunque bene
che il genere condiziona il racconto: il miracolo, il soprannaturale, per esempio, a volte sono il necessario ingrediente
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che la retorica della narrazione porta con sé. Allora, come si afferma l'autorità dottrinale delle Scritture e la sua
sacralità, se non dobbiamo considerarla "parola del Signore"? "La Bibbia non è un testo scritto da Dio, secondo il
moderno principio del copyright, ma contiene la sua parola: l'autorità rimane intatta e anche la sua sacralità. È un
problema di mentalità: imparare che non ci si deve attaccare a una virgola, a un versetto. Nelle Scritture ci sono alcuni
brani di tipo storico-legale, che non producono dottrina, e alcuni brani o testi che hanno valore dottrinale, e che
rimangono solidi anche se vengono guardati con occhio scientifico". All'Antico Testamento si richiamano due religioni,
all'intera Bibbia una serie di confessioni cristiane. Accettano tutte il cambio di mentalità proposto dalla scuola di
Gerusalemme? "Per quello che riguarda noi cristiani, tra protestanti e cattolici, malgrado qualche tensione e diversità,
c'è un fondamentale accordo e un'uniformità d'intenti. Diverso per gli ortodossi, i quali non negano la possibilità di un
approccio scientifico alla Bibbia, ma non gl'interessa, perché quello che è importante per loro è la dottrina dei padri". E
nel mondo ebraico? Garuti preferisce rinviare ai diretti interessati e si limita a qualche osservazione: "La prospettiva è
diversa, e condizionata dalla situazione politica israeliana: ogni tanto, ci sono dei professori dell'università di
Gerusalemme che vengono a cercare temporaneo rifugio da noi perché, magari, hanno detto che il libro di Giosué con la
sua gloriosa conquista della terra è un po' leggendario e la cosa non è piaciuta... A parte questo, però, per gli ebrei
religiosi la prospettiva è diversa per un altro motivo: per loro non è tanto importante quello che sta scritto nell'Antico
Testamento, quanto quello che se ne è sviluppato, attraverso la Mishnà, il Talmud, i commentari medievali e quelli
moderni. Poiché per loro, diversamente che per noi, ha valore legale, l'Antico Testamento sta a quelli che lo studiano
nelle yeshivot, le scuole talmudiche, come da noi il Codice di Giustiniano sta agli studenti delle facoltà di Legge". E in
una prospettiva semplicemente di fede, per il credente, che cosa aggiunge alla Bibbia questa scienza critica? "Toglie,
non aggiunge. Sfronda, purifica la fede, la porta all'essenziale".
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LA PUNTEGGIATURA
Un Tizio salì in cima al Colosseo e gridò: - Mi butto?
Non è regolare, - gli fecero osservare i passanti. - Lei doveva metterci il punto esclamativo, non il punto
interrogativo. Torni a casa e studi la grammatica.
Qualche volta un errore di grammatica può salvare una vita.
G. RODARI, in Il cane di Magonza, in B. MORTARA GARAVELLI, Prontuario di punteggiatura, Bari-Roma, Laterza,
2004, p. VIII.
1. IL TESTO SEGUENTE È COMPLETAMENTE PRIVO DI PUNTEGGIATURA. INSERISCI I SEGNI DI
INTERPUNZIONE ADATTI
il romanzo era una piena assunzione di responsabilità del romanziere di fronte ai personaggi e alle loro vicende il
romanziere poteva anche cercare di eclissarsi scomparire di fronte all’esistenza oggettiva di quei personaggi che si
presentavano perfettamente autonomi e autosufficienti di fronte all’accadere obiettivo di quei fatti che andavano come
andavano al di fuori di ogni invenzione o iniziativa dell’autore poteva al limite arrivare alla poetica dell’impersonalità
quale fu teorizzata e predicata dal naturalismo francese e dal nostro verismo poteva arrivare a pretendere a imporsi che
l’opera sembrasse essersi fatta da sé come dice con strenua semplificazione il nostro Verga nelle poche righe del
bozzetto L’amante di Gramigna poteva secondo l’affermazione di Zola partire dal presupposto che la materia e la trama
del racconto si trova sempre pronta presso quella grande inesauribile fornitrice che è la vita quotidiana sì che basta
ritagliare una fetta di vita una tranche de vie per avere a disposizione quanto occorre al lavoro narrativo esclusa quindi
ogni elucubrazione immaginativa o fantastica sta di fatto però che anche dopo aver rinunziato a qualunque prerogativa
di demiurgo o regista di quel mondo di quello spettacolo o dramma di vivi che si raffigurava sotto i nostri occhi il
romanziere si riserbava ancora il privilegio e insieme l’obbligo del testimone che sapeva come e perché sono andate le
cose
G. DEBENEDETTI, Il romanzo del Novecento, Milano, Garzanti, 1998, p. 113.
2. IL TESTO SEGUENTE È COMPLETAMENTE PRIVO DI PUNTEGGIATURA. INSERISCI I SEGNI DI
INTERPUNZIONE ADATTI, SCEGLIENDO QUANDO È NECESSARIO ANDARE A CAPO:
dedicherò la prima conferenza all’opposizione leggerezza-peso e sosterrò le ragioni della leggerezza questo non vuol
dire che io consideri le ragioni del peso meno valide ma solo che sulla leggerezza penso d’aver più cose da dire dopo
quarant’anni che scrivo fiction dopo aver esplorato varie strade e compiuto esperimenti diversi è venuta l’ora che io
cerchi una definizione complessiva per il mio lavoro proporrei questa la mia operazione è stata il più delle volte una
sottrazione di peso ho cercato di togliere peso ora alle figure umane ora ai corpi celesti ora alle città soprattutto ho
cercato di togliere peso alla struttura del racconto e al linguaggio In questa conferenza cercherò di spiegare a me stesso
e a voi perché sono stato portato a considerare la leggerezza un valore anziché un difetto quali sono gli esempi tra le
opere del passato in cui riconosco il mio ideale di leggerezza come situo questo valore nel presente e come lo proietto
nel futuro comincerò dall’ultimo punto quando ho iniziato la mia attività il dovere di rappresentare il nostro tempo era
l’imperativo categorico d’ogni giovane scrittore pieno di buona volontà cercavo d’immedesimarmi nell’energia spietata
che muove la storia del nostro secolo nelle sue vicende collettive e individuali cercavo di cogliere una sintonia tra il
movimentato spettacolo del mondo ora drammatico ora grottesco e il ritmo interiore picaresco e avventuroso che mi
spingeva a scrivere
I. CALVINO, Lezioni americane, Milano Mondadori, 1993, pp. 7-8.
3. IL TESTO SEGUENTE È COMPLETAMENTE PRIVO DI PUNTEGGIATURA. INSERIRE I SEGNI DI
INTERPUNZIONE ADATTI, SCEGLIENDO QUANDO È NECESSARIO ANDARE A CAPO.
introduzione quando Dacia Maraini ha raccontato in un affollatissimo teatro torinese che è sua abitudine scrivere i suoi
romanzi di getto senza farne una scaletta i miei studenti di Scienze della Comunicazione hanno iniziato a rumoreggiare
e a far commenti da stadio erano reduci da molte ore di esercitazioni passate nei laboratori di scrittura in cui avevo
insistito sull’importanza della progettazione del testo e dell’uso della scaletta una ipotesi da usare come bussola nel
complesso tragitto di costruzione del testo l’incontro con Dacia Maraini faceva parte di un ciclo di seminari con i
professionisti della scrittura con la sua immancabile sciarpa azzurra Dacia Maraini raccontava la sua esperienza e
rispondeva disponibile alle domande dei ragazzi in particolare descriveva la scrittura di La lunga vita di Marianna
Ucria le sue lunghe ricerche su vestiti profumi e abitudini del Settecento ma soprattutto la genesi della trama del
romanzo cresciuta insieme alla stesura del testo mano a mano che il romanzo andava avanti i personaggi e gli eventi si
erano sviluppati durante la scrittura era la scrittura che creava la storia e Dacia Maraini non sapeva all’inizio come il
suo romanzo sarebbe andato a finire i ragazzi erano molto attenti tra loro probabilmente si nascondevano alcuni
romanzieri in erba comporre un’opera letteraria di successo è uno dei desideri più diffusi soprattutto fra i giovani gli
aspiranti scrittori sono tantissimi e un numero incredibile di manoscritti viene inviato agli editori pochissimi però
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diventano scrittori di professione per costoro il gioco di gioventù si trasforma in un vero e proprio lavoro l’interesse per
questa testimonianza mi ha spinto a raccoglierne altre e a confrontarle tra loro così è nato questo libro la carriera di uno
scrittore segue percorsi diversi c’è chi scopre la sua vocazione di scrittore fin da giovane e chi invece inizia a costruire
romanzi da adulto talvolta un po’ per caso
M. T. SERAFINI, Come si scrive un romanzo, Milano, Bompiani, 1996, p. VII.
4. NEL TESTO SEGUENTE LE VIRGOLE SONO SCORRETTE O SONO STATE SOSTITUITE DA SEGNI DI
INTERPUNZIONE NON ADATTI. INSERISCI LE VIRGOLE IN MANIERA CORRETTA SOSTITUENDO,
DOVE NECESSARIO, I SEGNI INADEGUATI.
Dopo le ultime stagioni di commedia all'italiana: arrivano in TV pubblicità che puntano, sugli effetti speciali e
l'avventura.
Noi, disprezziamo gli ideogrammi dei cinesi. Ma siccome compito di ogni scrittura è evocare concetti, mediante segni
visivi nella mente di un altro, è evidente che, quando si presenta all'occhio, in primo luogo soltanto un segno del segno
uditivo e soltanto questo diventa poi il portatore del concetto stesso, si percorre una lunga via indiretta: con ciò la nostra
scrittura è soltanto un segno del segno. Ci si domanda allora quale superiorità abbia poi il segno uditivo sul segno
visivo; da indurci a lasciare la via diretta dall'occhio alla mente e a imboccare una via indiretta così lunga qual è quella
di far parlare il segno visivo, all'altrui intelletto solo attraverso il segno uditivo; mentre sarebbe ovviamente più
semplice fare del segno visivo, al modo dei cinesi: il diretto portatore del concetto e non il puro segno del suono; tanto
più che il senso della vista è sensibile a modificazioni assai più numerose, e più delicate che non il senso dell'udito, e
inoltre permette un insieme di impressioni, l'una accanto all'altra, di cui, invece, le affezioni dell'udito non sono capaci:
perché son date, senza eccezione, nel tempo.
(A. Schopenhauer, Sul mestiere dello scrittore e sullo stile, 1851)
5. IL SEGUENTE TESTO È PUNTEGGIATO ESCLUSIVAMENTE DA PUNTI E DA VIRGOLE. INTERVIENI.
QUANDO NECESSARIO, SOSTITUENDO I PUNTI E LE VIRGOLE CON IL "PUNTO E VIRGOLA" O CON I
"DUE PUNTI".
La trasformazione delle tecnologie muterà radicalmente, entro pochi anni, la figura professionale del giornalista e apre
già oggi tutta una serie di domande e impegni. La necessità di analizzare quali sono le possibilità di un giornalista
democratico, ad esempio, che lavora in un'azienda a capitale privato e con interessi contrapposti, quali lotte sono
possibili in una situazione che sfugge, per la personalizzazione esasperata di ogni fatto, all'ipotesi del sindacalismo
tradizionale, qual è il rapporto con il mondo dei lettori, quali sono i criteri di reclutamento dei giornalisti; ...
.
(Piero Morganti, Come si diventa giornalista?, 1979)
Questa prima parte del testo conferma esplicitamente tutto ciò che abbiamo letto, espresso in una forma più allusiva,
sulle prove e sulla loro finalità. La sede della Confraternita è in noi, la raggiungeremo solo se vi siamo moralmente e
spiritualmente preparati, se abbiamo compreso il grande mistero dell'armonia universale e la necessità della rinuncia.
Solo con lunghi esercizi ci si può elevare al punto necessario e la caduta è più pericolosa del ritardo, affermazione che
troviamo in tutti i maestri dell'illuminazione.
Ma per coloro ai quali il testo di Iulianus de Campis non è sufficiente per situare e rappresentarsi il castello della
Confraternita, riportiamo le parole di Schweighardt, È un edificio, un grande edificio, senza finestre né porte, un
palazzo principesco e perfino imperiale, visibile da ogni parte e tuttavia celato allo sguardo dell'uomo (si ricorderanno i
termini identici usati nell'ultimo paragrafo della Fama) ornato da ogni sorta di cose divine e naturali in potenza
(naturvermöglich) la cui modesta contemplazione, teorica e pratica, è permessa a tutti senza alcuna particolare
remunerazione o spesa. Sebbene l'edificio appaia brutto, di poco valore e scontato agli occhi del popolo avido di novità,
è talmente prezioso, realizzato con tanta grazia, così artisticamente e meravigliosamente che nel mondo intero non si
potrebbe citare nessuna arte, scienza, ricchezza, oro, pietre preziose, denaro, beni, onori, potere o fama che non si trovi
al massimo grado nel suddetto palazzo.
(Paul Arnold, Storia dei Rosa Croce, 1995)
6. INSERISCI,
ALL'INTERNO DEL SEGUENTE TESTO, VIRGOLETTE, APICI, PARENTESI, TRATTINO,
PUNTO INTERROGATIVO, PUNTO ESCLAMATIVO E PUNTINI DI SOSPENSIONE.
Cocaina e oppiacei possono coesistere parrebbe di sì, a giudicare dallo speed ball, con effetti che sono stati così descritti
da Burroughs la coca mi colpisce in testa, mentre la morfina si diffonde nel corpo in ondate di rilassamento Burroughs,
1953.
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I CONNETTIVI
1. INSERISCI
I CONNETTIVI QUI SOTTO ELENCATI NEL BRANO CHE SEGUE, COLLOCANDOLI AL
POSTO DEI PUNTINI DOVE RITIENI OPPORTUNO.
A
a
a
a
ad
alla fine che
che
che
che
che
come comunque
così
da
da
da
da
dappertutto
davvero di
di
di
di
dunque
e
e
e
in
né
né
né
nel
ora
per
per
perché perciò però
quando
quando
sicché su
sul
tanto
Il vecchio Ackey si piazzò in camera mia, …………………. ……………. cambiare. …………….., ………………,
dovetti
parlar
chiaro
……..dirgli………
dovevo
fare
un
tema
………….Stradleter,
……….bisognava…….sloggiasse………….mi dovevo concentrare. Il guaio era …………..non mi riusciva
…………….pensare…………….. ………….. una stanza …………….. ………………una casa ………………
……………………niente ………………descrivere, ………………….mi aveva detto ………………..fare Stradetler.
……………..andò …………finire………….. feci un tema ……………..guantone ……………..baseball
…………….mio fratello Allie. Era un argomento molto descrittivo. Dico ………………… Mio fratello Allie,
………………, aveva quel guantone ……………….prenditore, il sinistro. Lui era mancino. La cosa descrittiva
…………….quel guanto, …………., era …………c’erano scritte delle poesie ………..tutte le dita….. il
palmo…………….. …………………inchiostro verde. Ce le aveva scritte lui, ……………….aveva
qualcosa……………leggere ………………..stava ………….aspettare ……………..nessuno batteva. ……………..è
morto. Gli è venuta la leucemia……………………….stavamo ……………….Maine, il 18 luglio 1946.
2. INSERISCI AL POSTO DEI PUNTINI I CONNETTIVI CHE RITIENI PIÙ OPPORTUNI PER DARE UN
SENSO COMPIUTO E COERENTE AL BRANO.
ad esempio, addirittura, al contrario, benché come, comunque, con questo, così, del resto, eppure, infatti, meno, ormai,
quasi, se, spesso, tanto da, tuttavia, tuttavia.
Dopo l’accurata analisi di circa ottanta programmi televisivi, si può concludere che essi forniscono rappresentazioni
della società più “devianti” che non di conferma del senso comune. Quello che si affaccia dal piccolo schermo durante
la normale programmazione non è …………….un mondo irreale come può esserlo quello della pubblicità.
………….si confronta ……………..il mondo degli spot pubblicitari, ……………perfettamente coerente e prevedibile,
con quello di un quiz o di un’inchiesta giornalistica, si nota ………………..come quest’ultimo sia,
…………………..del primo, pieno di ‘strappi’ inquietanti. Le casalinghe sgangherate e intemperanti che formano il
pubblico di alcuni spettacoli della fascia diurna sono …………..molto diverse dalle nonnette delle pubblicità, tutte pizzi
e chiome argentee, …………………sembrare uscite anima e corpo dalla candeggina che raccomandano. Si sente dire
spesso che la televisione è ……………..un unico grande spot pubblicitario. ………………….., è vero che le logiche
commerciali hanno totalmente determinato, in un modo o nell’altro, la produzione televisiva. …………………i modelli
sociali creati a tavolino nelle agenzie pubblicitarie stanno all’immagine del sociale fornita dalla TV ………………il
teorema di Pitagora alla lista della spesa. ……………….non si vuole concludere che la TV sia uno specchio della realtà
………………..la pubblicità rimane favola, astrazione, modello. È indubbio che la pubblicità lavora su astrazioni di
tipo sociologico, compone un quadro ………………….coerente e infinitamente ………….complesso.
……………………la programmazione televisiva considerata ………………nella sua totalità, lascia trasparire con
chiarezza una massa di incongruenze, di incertezze, di inquietudini del sociale. ……………..la persona comune che
compare in TV appaia schiacciata dalla formula spettacolare e ……………….espropriata della propria individualità,
essa riserva …………………….non poche sorprese a chi analizza o guarda semplicemente i programmi.
3. NELLA SCHEDA SEGUENTE (CHE DESCRIVE IL LIBRO DI TIZIANO TERZANI, UN ALTRO GIRO DI
GIOSTRA. VIAGGIO NEL MALE E NEL BENE):
• reintroduci la punteggiatura appropriata, che è stata abolita, e di conseguenza le maiuscole
necessarie:
• integra negli spazi bianchi i connettivi mancanti:
…………..il successo dei suoi libri precedenti e in particolare dell’ultimo Lettere contro la guerra un saggio di
denuncia e di forte impatto emotivo Tiziano Terzani torna nuovamente in libreria questa volta non con un testo di
intervento di protesta e di proposta ……….con il racconto di un lungo viaggio nel mondo intrapreso dopo la scoperta di
avere un tumore un altro giro di giostra è innanzitutto un itinerario alla ricerca di aiuto per la guarigione che ha portato
Tiziano Terzani in Paesi e civiltà lontane e diverse ………..un libro di viaggio ma anche un cammino lungo i sentieri
7
della ricerca interiore spirituale e sapienziale un libro nel quale riaffiorano i temi da sempre cari al giornalista e scrittore
fiorentino
la
storia
la
globalizzazione
il
confronto
di
civiltà
la rivelazione della malattia accolta ………..con stupore misto a incredula indifferenza in seguito con la frenesia di cure
visite esami diagnostici e terapie ha rappresentato per Terzani l’opportunità di compiere una riflessione sul significato
dell’esistenza ………intensa e coinvolgente in quanto intima e personale vissuta sulla propria pelle di fronte
all’imprevedibilità di un mare incurabile anche il viaggiatore coraggioso il cronista avventuroso l’inviato di guerra
sprezzante del pericolo si sente disarmato e vulnerabile ma non si tira indietro viaggiare era sempre stato per me un
modo di vivere scrive nelle prime pagine e ora avevo preso la malattia come un altro viaggio un viaggio involontario
non previsto per il quale non avevo carte geografiche per il quale non mi ero in alcun modo preparato ……..che di tutti i
viaggi fatti fino ad allora era il più impegnativo il più intenso il suo percorso di ricerca si snoda sulla scia della medicina
tradizionale e alternativa lo porta ………..a New York e in un centro della California segue un lungo girovagare per
l’India compresi tre mesi passati da semplice novizio in un ashram e poi le Filippine ancora gli Stati Uniti a Boston
Hong Kong e la Thailandia …………il ritorno nella quiete della regione himalayana dove Terzani ha deciso di ritirarsi
a vivere per molti mesi dell’anno tappa dopo tappa il viaggio esterno alla ricerca di una cura si trasforma in un viaggio
interiore alla ricerca delle radici divine dell’uomo e alla scoperta della malattia che è di tutti: la mortalità questa
consapevolezza non significa però arrendersi al male …………..il libro di Terzani è un invito alla speranza e alla vita
un’esortazione a cercare l’unica cura risolutiva all’interno di se stessi la storia di questo viaggio non è la riprova che
non c’è medicina contro certi malanni tutto compreso il malanno stesso è servito tantissimo è ………che sono stato
spinto a rivedere le mie priorità, a riflettere, a cambiare prospettiva e soprattutto a cambiare vita e questo è ciò che
posso consigliare ad altri cambiare vita …….curarsi cambiare vita ………….cambiare se stessi
4.
INSERISCI, AL POSTO DEI PUNTINI, I CONNETTIVI MANCANTI
La critica distingue lo svilupparsi di due o tre "tempi" nella poesia di Caproni. I tre tempi sono quello
macchiaiolo, carducciano, condizionato dall'ermetismo, aperto anche alla sperimentazione narrativa, (…..)
riguarda le prime tre raccolte; quello dell'accensione lirica e della ricerca della forma in modi quasi neoclassici di
Cronistoria e de Il passaggio d'Enea; quello della scarnificazione e sliricizzazione della forma poetica, ovvero
della ricerca della "massima semplicità possibile". (…) dice lo stesso Caproni: "C'è stato un movimento, se si
può dire, a fuso, 'fusolare': ero partito da una scarnificazione ancora di carattere impressionistico, macchiaiolo,
che pian piano si è amplificata e gonfiata nel poemetto, nell'endecasillabo, nel sonetto: (…), poi, forse anche per
il trauma della guerra, mi è venuta la saturazione di quelle forme, troppo ampie, e (…….) il bisogno di tornare
alla massima semplicità possibile. Il rumore della parola, a un certo punto, ha cominciato a darmi terribilmente
fastidio". Ed ancora: "L'unica 'linea di svolgimento' che vedo nei miei versi, è la stessa 'linea della vita': il gusto
sempre crescente, negli anni, per la chiarezza e l'incisività, per la 'franchezza', e il sempre crescente orrore per i
giochi puramente sintattici o concettuali, per la retorica che si maschera sotto tante specie, come il diavolo, e per
l'astrazione dalla concreta realtà. Una poesia dove non si nota nemmeno un bicchiere o una stringa, m'ha sempre
messo in sospetto. Non mi è mai piaciuta: non l'ho mai usata nemmeno come lettore. (…………) il bicchiere o la
stringa siano importanti in sé, più del cocchio o di altri dorati oggetti: ma (………..) sono oggetti quotidiani e
nostri ". In questo modo la sintassi si riduce all' essenziale, mentre gli oggetti, i dettagli prendono evidenza. La
punteggiatura stessa assume una sua valenza in funzione ritmica, servendo più a scandire il verso che a pausare
ed armonizzare. Elementi fondamentali sono a questo punto la rima, l' assonanza, l' alitterazione. Ne Il passaggio
d'Enea compaiono forme più libere (…) nell'uso metrico, (…) nella sintassi, piana e lineare, mentre resta
l'anafora, che diventa il procedimento di coesione delle immagini. " Questi versi, molto simili alle "rime chiare,
usuali..." del Seme del piangere, impongono una radicale trasformazione dell'assetto ritmico-sintattico del
discorso, che passa dalle imprevedibili diversioni dell'ordine della frase alla levità musicale, nelle successive
raccolte sempre più secca ed epigrafica, fondata sul valore intonativo degli accostamenti fonici. "
(Salvatore Ritrovato - Profilo di GIORGIO CAPRONI)
Riformula le seguenti espressioni:
-
accensione lirica
mi è venuta la saturazione di quelle forme
la punteggiatura stessa assume una sua valenza in funzione ritmica
dalle imprevedibili diversioni dell’ordine della frase alla levità musicale
sempre più secca ed epigrafica
fondata sul valore intonativo degli accostamenti fonici
8
SCRITTO-PARLATO
1. Alla conversazione riportata dal Maurizio Costanzo Show, puntata dell’8 aprile 2002,
partecipano, oltre a Maurizio Costanzo (MAU), l’imprenditore non vedente Davide Cervellini
(CER) e la conduttrice televisiva Barbara D’Urso (D’UR). Svolgi sul testo le seguenti
operazioni:
a. Suddividi il discorso continuo parlato in frasi, introducendo nella trascrizione i segni di punteggiatura che ti
sembrano opportuni. Commenta quindi il risultato ottenuto: è sempre possibile portare a termine l’operazione,
ottenendo frasi chiaramente delimitate? Queste frasi sono sintatticamente complete e regolari, o no? Quale
interlocutore parla più per frasi compiute e quale meno?
b. Sottolinea tutti i fenomeni che interrompono o alterano lo sviluppo sintattico regolare del discorso (false
partenze, cancellazioni, intercalari, ecc.).
c. Marca tutti i fenomeni di passaggio da un “turno di parola” a un altro notando in quali punti e in che modi
gli interlocutori si inseriscono uno nel discorso dell’altro.
d. Nota e descrivi ogni altro fenomeno linguistico che ti sembra caratteristico della lingua parlata.
e. Riformula sinteticamente il contenuto del brano in un testo di circa 150 parole. Il testo deve contenere tutte le
informazioni necessarie, anche quelle che nella conversazione restano implicite.
1 CER no no io mi sono trovato di fronte un bivio eh o mi compiangevo aumentando il coro di tutti quelli che
che mi compiangevano cercando di eh affidare tutto alla speranza il miracolo di riacquistare un bene
preziosissimo come la vista oppure eh mi rimboccavo le maniche e cercavo di ricrearmi un immaginario
per questa nuova condizione un immaginario positivo una prospettiva di vita comunque positiva da questa
condizione— ho scelto questa seconda strada ed è stata la strada vincente — perché altri che ho
conosciuto e che hanno invece scelto la strada della speranza sono ancora lì che sperano
2 MAU non solo ma lei aveva i genitori che erano contadini mi sembra no?
3 CER certo
4
MAU che avevano paura
5
CER
6
MAU però pensate che dopo un po’ dopo un po’ insomma lui studia è appassionato di tecnologie
informatiche fonda una sua azienda eh ed era l’ottantasette e quindi lei ci aveva pochi anni ci aveva poco
più di trentanni quanti ne aveva?
7
CER si sì ero giovane avevo ventinove anni
8
MAU ventinove anni fa —fonda questa azienda che produce strumenti di alta tecnologia per alleviare
qualunque tipo di no? — di invalidità — quindi lui fa sì l’imprenditore ma lo fa cercando come dire di
alleviare alcuni problemi di — dei disabili in generale ma sostanzialmente dei non vedenti eh — prego
9
CER
vabbe’ certo perché avevano avevano perso delle braccia soprattutto voglio dire nei campi bisogna
guidare i trattori accudire gli animali —e la cecità è antitetica a tutto questo e quindi avevano perso
quell’immaginario che si erano fatti di un figlio che cresceva e cresceva per diventare importante per loro
contadini
no no no mi sono trovato voglio dire una situazione estremamente fortunata della vita eh ad aver
fatto il programmatore avere scoperto eh che era possibile sfidare uno stereotipo perché un cieco non può
lavorare al video terminale nell’ottanta si lavorava coi video terminali — e e quindi mi sono trovato ad
entrare in un mondo che era un po’ antitetico al mio handicap — eh ho fatto molta fatica ho ho trovato
molte difficoltà ma ho trovato molte soluzioni —una volta che le soluzioni mi avevano consentito di
sentirmi uguale agli altri nel confronto dì — di collega lavoratore ho detto — ma perché queste soluzioni
non le generalizzo per gli altri che non le hanno ancora trovate? —quindi insomma questo mio sforzo per
9
trovare le soluzioni per me è diventata eh poi l’occasione per sviluppare l’impresa che dà soluzioni a
quelli che si sono trovati nella mia condizione
10 D’UR pero vedi chi chi decide dì superare questi ostacoli e di andare avanti e di lottare e e poi è vero ha
intorno un’energia un alone particolare — lui prima noi stavamo dietro le quinte mi è venuto incontro non
ci conoscevamo e mi ha detto — be’ innanzi tutto presentiamoci io sono Davide eh piacere di conoscerti!
— io non mi sono assolutamente accorta che lui non è non vedente io l’ho scoperto adesso quando
eravamo seduti qui che che l’hai presentato tu cioè pensavo avesse un piccolo problema di strabismo –
quindi la sua questa sua energia questo suo comunque porsi verso gli altri positivo gli ha fatto credo
superare qua dunque tipo di ostacolo o no?
11 CER si si però gli altri eh mi hanno aiutato molto — guardate io l’ho scritto anche qui in una pezzo nella
prima parte del libro <due cerchi sulla cresta> si può realizzare un obbiettivo si può realizzare qualcosa di
significativo se si fa gruppo se si fa sinergia se si fa lavoro di squadra se si ha la capacità di relazionarsi
con gli altri — io nelle individualità eccelse non credo — io sono riuscito a fare questo perché ho sempre
cercato anche con molta umiltà di fare capire agli altri i miei limiti e nello stesso tempo di far capire agli
altri che potevo agli altri dare qualcosa.
2. SCRIVI UN COMMENTO IN CUI METTI IN EVIDENZA TUTTI I TRATTI DEL PARLATO PRESENTI NEI
SEGUENTI BRANI
3. INDIVIDUA
I TRATTI DEL PARLATO PRESENTI NEI SEGUENTI TESTI ED ELIMINALI NELLA TUA
RIFORMULAZIONE
BRANO NUMERO 1
*CLA: non c' è più quel &lo [/] quel legame che c' era una volta // adesso / piccole fabbrichette / che &ne [///] stanno
quelli cinque / sei / dieci / quindici operai / c' hanno un ritmo de lavoro / che a un certo momento nemmeno / fra di loro
possono parlare // all' infuori de quando fanno colazione / per dire / o pranzo // invece / una volta / no // le grandi masse
/ quando [///] o perché entravi / o perché andavi alla mensa / o perché / c'era un' agitazione / eccetera / era una cosa
diversa // adesso / tutti / &rin [/] rannicchiati in se stessi ... è quello che succede / da un' antra parte / i grandi grattacieli
a Terni // questi grandi palazzoni // io me ricordo / eravamo &ragazzin [/] ragazzi noi / io abitavo sopra il xxx xxx / lì
dove sta Marcelloni adesso / per dire / no // lì eravamo [/] in quel circondario / eravamo tutti quanti fratelli // moriva uno
era un + tutto il rione per dire / no // adesso / mòre uno che te sta vicino / neanche te ne accorgi // neanche lo sai // non
frega niente a nessuno // siamo arrivati a questo punto / capito // questo / no lo so ... individualismo // siamo arrivati a un
punto di individualismo / non so se è per questione di soldi / di interessi / per questione di culture forse diverse //
ognuno / cerca de fa' l' affari suoi ... questo è pericoloso per la democrazia / è pericoloso / # per tutti // non solo per la
classe operaia / ma anche per il &ric [/] l' impiegato / che una volta era [/] se sentiva / sopra a tutti // o magari / per dire /
no / il maestro // ah // erano personalità / eccetera // oggi so' diventati anche loro ... e questo [///] e c' è una ripercussione
generale / su questo qui / no // tu guarda // esci da Terni / una volta / me ricordo / uno veniva a piedi da Terni / perché
allora se veniva a piedi / no / non trovavi un filo spinato / non trovavi un cancello / non trovavi niente // solamente siepi
// adesso / parti da Terni / a veni' fino a qui / so' tutti / rete / fili spinati / cancelli / cose ... ognuno rinserrato / in se stesso
// come [///] piano piano / se famo così / annamo [///] stamo tutti quanti in galera // perché ? perché non ci sta più quella
fratellanza / si è rotta quella fratellanza // perché è venuto a mancare anche il Partito Comunista // tu dirai / non è vero //
però / è così // perché quando poi ci stanno certi ideali / certe cose / che ci si crede / ci si combatte / ci si [/] ci si muore
pure // a un certo momento / c' è uno spirito diverso / di fratellanza / di ... oggi / questa fratellanza è venuta a mancare //
anche perché so' venuti a mancare certi ideali / certi principi / certe cose // e questo c' ha una ripercussione //
BRANO NUMERO 2
NIL: &he / sì // e che [/] che [/] che consiste + praticamente / un ufficiale di riscossione sarebbe / quella figura che va a
fare il recupero crediti / per lo Stato / o per / gli enti comunali // tutti i soggetti / che iscrivono a ruolo / sarebbe // &he /
consiste in questo // si notifica + 'un si sente // allora / si diceva che consiste nella notifica + il primo [///] la
preparazione / alla procedura esecutiva / così si dice / consiste nella notifica di un avviso di mora // cioè / prima di tutto
/ sarebbe nella notifica di [/] di una cartella / di pagamento / che a seguito di un' iscrizione a ruolo / c' è la notifica della
cartella di pagamento // con cui / il contribuente / viene portato a conoscenza che ha da pagare una certa / somma di
denaro // vuoi per lo Stato / sia per una denuncia dei redditi che ha errato / o non ha pagato / o per una multa / che gli è
stata fatta / per vari &m tipi di motivi / insomma // &he / e successivamente / se il contribuente non paga la cartella / ci
sono dei termini / sedici giorni / o sessanta / a seconda del tipo di imposta / viene notificato un avviso di mora // con la
notifica dell' avviso di mora / dopo cinque giorni / o sedici / anche lì ci sono delle tipologie / inizia la procedura
esecutiva // ossia / l' &ese [///] l' ufficiale di riscossione / si presenta al contribuente per / riscuotere questa [/] questo
debito / che lui ha // &he / niente / se il contribuente non [/] non [/] non paga al momento in cui l' ufficiale di riscossione
si presenta / quando l' avviso di mora è [/] è scaduto / viene fatto il pignoramento // pignoramento / consiste nel / porre
10
sotto sequestro / beni mobili / che sono nella casa di abitazione del contribuente // ci sono alcuni beni che non possono
essere pignorati / e questo ce lo dice la legge // ce lo dice il codice di procedura civile // e &el [///] sono gli stessi beni
che anche un ufficiale giudiziario non può pignorare // &he / è <quello> +
*VAL: [<] <tipo> ?
*NIL: tipo / che ne so / &egli [///] il letto / l' armadio / il tavolo / della cucina / le sedie / tutto quello che serve a / la vita
quotidiana // &quin [/] e quindi anche / relativi
/ accessori / sia utensili di cucina / utensili ... biancheria // tutto quello che serve alla vita quotidiana // mentre / tutto
quello che è di più / e quindi / che ne so / un televisore / oppure / gli oggetti del salotto / suppellettili / di tutto hhh / si
possono pignorare // e / dopo il pignoramento / &de [/] decorsi / trenta giorni mi sembra //
4. ESERCIZIO: INDIVIDUA NEI SEGUENTI TESTI (ARTICOLI DI CRONACA E LETTERE AL GIORNALE)
EVENTUALI TRATTI DEL “PARLATO”.
Testo numero 1
Un morto e 4 feriti nel «frontale»
SERAVEZZA. Un uomo è morto e quattro persone sono rimaste ferite in un incidente stradale avvenuto ieri sera in
località Corvaia, a pochi chilometri da Seravezza, in alta Versilia. Uno dei feriti è gravissimo. Sul luogo dell'incidente
sono intervenuti, oltre alla polizia stradale, anche i vigili del fuoco che hanno provveduto a estrarre i feriti dalle lamiere
dell'auto. Secondo la ricostruzione della stradale, due auto si sono scontrate frontalmente. L'urto è stato tale da tagliare
in due una delle auto.
7 feriti a Empoli. Nella notte tra sabato e domenica, invece, sette persone sono rimaste ferite, una delle quali in prognosi
riservata, in un incidente stradale avvenuto a Ponte a Cappiano. Nello scontro sono rimaste coinvolte una Citroen Xara
e una Opel Corsa su cui viaggiavano tre ragazze di Fucecchio. A bordo della Citroen c'erano due cinesi. Il conducente
ha riportato ferite guaribili in 30 giorni. In gravi condizioni la giovane che era accanto al guidatore, J. Y., 16 anni.
TESTO NUMERO 2.
Concessionari, fermi auto a sorpresa. A rischio il parco usato: su un fuoristrada c'erano 22 milioni da
pagare
VIAREGGIO. Se per i concessionari auto è diventata una sorta di «Spada di Damocle», per i clienti che comprano
un'auto dando la loro in permuta, l'introduzione del fermo amministrativo delle auto per imposte e multe non pagate ha
avuto una conseguenza economica immediata, anche se modesta: per evitare di prendere in carico un'auto usata
sottoposta a fermo, i concessionari hanno ormai del tutto abbandonato la procura a vendere, che costa circa 100mila lire,
a favore del cosiddetto «passaggino» di proprietà alla concessionaria, che ne costa 250mila. Non c'è invece il rischio di
intestarsi un'auto che non può circolare, perché col fermo amministrativo il pubblico registro automobilistico blocca il
passaggio di proprietà.
Nell'occhio del ciclone invece sono finiti i concessionari, che per questo hanno mobilitato le associazioni di categoria,
con diversi casi di ritiro di auto che si è scoperto essre gravate da fermo amministrativo, invendibili e a rischio di
sequestro giudiziario e vendita all'asta. E il fermo, (ne stanno per arrivare decine di migliaia in tutta la provincia), può
scattare per il mancato pagamento del bollo, di una multa, di una qualsiasi tassa, di contributi previdenziali, come per
una semplice mora.
«Abbiamo avuto il fermo di un'auto per una mora di 15mila lire - spiegano all'agenzia di pratiche automobilistiche
"Quadrifoglio", come per somme milionarie, e per la tassa sulla spazzatura non pagata, ad un signore è stato bloccato un
«Guzzi Cardellino» (una motoretta di 60 cc) del 1950. E la cancellare il fermo, sia che per poche migliaia di lire che per
milioni,
costa
sempre
121mila
lire».
I concessionari sono in difficoltà, visto che sul libretto non viene registrato il fermo, e per saperlo serve una visura al
Pra andandoci di pesona o attraverso agenzie. Ma questo non mette a riparo da sorprese: un caso limite all'Autolido,
dove un cliente ha acquistato un fuoristrada e ne ha dato in permuta un altro. La concessionaria ha chiesto la visura, e
tutto risultava regolare. Due giorni dopo, quando ha subito rivenduto l'auto, è saltato fuori un fermo amministrativo,
iscritto proprio il giorno precedente, per la somma record di 22 milioni, sembra per un contenzioso con l'Inps.
Fortunatamente, come spiega Antonio Larini, la concessionaria ha contattato il cliente che ha subito pagato la somma e
annullato il fermo. «E' una cosa vergognosa - tuona Larini - ci mette in difficoltà e ci fa perdere tempo e denaro. Per
questo propongo che l'associazione concessionari auto della Versilia organizzi una raccolta di firme su questo
problema».
Se poi il cliente, anziché regolarizzare subito la sua posizione fa il furbo, o perlomeno ci prova, il concessionario è
ancor più in difficoltà: «Un cliente ci ha dato in permuta una Mercedes e non si trovava il bollo - spiega Luana
Temporini, concessionaria dal Torrione - ho chiamato l'Aci che mi ha spiegato che la somma da pagare sarebbe arrivata
al cliente. Invece è saltato fuori un fermo amministrativo per il bollo e una serie di multe non pagate, per un totale di sei
milioni e mezzo: abbiamo risolto l'impasse solo dopo una decina di telefonate al cliente per convincerlo a pagare questa
somma».
11
Anche alla Fiat Dati il problema è già emerso in un paio di occasioni: una volta, al momento di fare il «passaggino» il
Pra lo ha rifiutato perché c'era il fermo, quindi l'auto non è stata accettata in permuta, un'altra volta invece il fermo c'era,
ma non era valido perché notificato dopo che era già stato fatto il passaggio di proprietà del veicolo.
Da Andrea Larini ancora nessun caso, ma il concessionario è pessimista: sul piazzale ci sono circa 300 auto usate, e
almeno un centinaio sono state prese in permuta con la procura a vendere. «Adesso facciamo solo il "passaggino", ma
tra le vetture sotto procura qualcosa salterà inevitabilmente fuori - spiega Andrea Larini - per noi è un problema, perché,
anche rivolgendosi alle agenzie non abbiamo la sicurezza assoluta che non ci sia un fermo se non dopo qualche giorno
dopo che il provvedimento è stato messo. Per questo - conclude - ci siamo visti nostro malgrado costretti a ritardare di
qualche giorno la consegna delle auto ai clienti».
TESTO NUMERO 3
Ma che gentile quel portiere dell'ospedale di Cisanello...
Il caso di mia madre ottantenne, con grossi problemi di deambulazione, che doveva essere ricoverata
Lettera firmata
PISA. Vorrei portare a conoscenza di un episodio che mi è accaduto martedì 16 ottobre scorso all'ospedale di Cisanello.
Mi sono recata lì alle 7.30 per ricoverare mia madre (di 80 anni) in Chirurgia Plastica (l'appuntamento era alle 7.45) ed
ho chiesto gentilmente al portiere (dopo aver esibito la richiesta di ricovero) di poter entrare con l'auto solo per
accompagnarla alla suddetta clinica, dato che ha problemi di deambulazione (protesi ad un ginocchio).
La sua risposta è stata: «Non si può entrare».
«D'accordo - ho detto io - le regole sono le regole, ma la prego di fare una eccezione, vista la brevità della cosa, 4/5
minuti al massimo, le lascio un documento torno subito indietro».
La sua risposta è stata: «E' inutile che insista, ho detto no».
A quel punto anche mia madre è intervenuta e con le lacrime agli occhi l'ha pregato di lasciarci passare.
La sua risposta è stata: «O trova una carrozzella, o aspetta il pulmino che arriva alle 8.30».
Cosa che non potevo fare perchè in corsia ci aspettavano alle 7.45.
All'ultima mia domanda, prima di innervosirmi: «Che cosa devo fare? Ho anche due borsoni da portare (ben visibili alle
mie spalle)». La sua risposta è stata: «Piglia le borse e va a piedi».
Nel frattempo si era formata, dietro di me, una fila lunghissima di auto e ambulanze che aspettavano di entrare con
intorno il solito capannello di curiosi.
A quel punto mi sono veramente arrabbiata e gli ho detto che chiamavo i carabinieri, allora sì che ha iniziato ad inveire.
Per finire il mio racconto, questa persona mi ha fatto fare inversione a «U» per uscire.
Ho fatto scendere mia madre dall'auto: si è appoggiata ad un muretto con due borse ai piedi: l'ho ritrovata immobile
dopo venti minuti che batteva i denti dal freddo, col rischio di far saltare l'operazione se subentrava qualche
complicazione.
Non ho parole per definire questo episodio e non auguro a nessuno quello che è accaduto a me.
che vi vengono rivolte per quanto riguarda in particolare la linea che va da Pisa a Lorenzana.
Le lamentele che sto per esternarvi è nella speranza che d'ora in poi facciate più attenzione e cerchiate di fare qualcosa.
Capisco che a volte non ci si può proprio fare niente, ma siccome questo è il vostro lavoro, bisogna cercare di venirci
incontro.
Incominciamo col dire che i pullman sono usati dai ragazzi e anziani e anche adulti non patentati per raggiungere
scuole, posti di lavoro ecc, quindi abbiamo bisogno di un servizio soddisfacente e voi da qualche mese avete cambiato
gli orari e soppresso molti pullman.
Se di pomeriggio abbiamo dei corsi o vogliamo venire in città non abbiamo più pullman. Forse a volte i pulman non
erano molto pieni, normalmente non sono mai vuoti, ma a chi li prende servono molto.
Vorrei anche elencare una serie di disagi. I pullman della mattina tipo quelli delle 6.30, hanno i finestrini che non si
riescono mai a chiudere ed entra aria fredda che d'inverno diventa insopportabile.
Succede anche che quando fa caldo i pulman sono a volte pieni e non si respira, perché i finestrini non si aprono.
Il pullman «Lorenzana-complesso Marchesi» che viene a prendere i ragazzi delle scuole Matteotti, Santoni e Buonarotti
si riempe a tal punto da stare quasi uno sopra all'altro.
Si rischia anche di bloccare le porte e pigiare il pulsante di fermata senza volerlo, perché non si sa dove reggersi.
Poi le coincidenze non sono mai rispettate. Ma arriviamo al problema più grosso: quanti pullman si sono fermati per
strada perché il motore si è fuso o ci sono stati principi di incendio?
Ma vi rendete conto? Non controllare nemmeno i pullman non è normale (forse sono troppo vecchi), portare in giro la
gente è il vostro lavoro e l'inconveniente non è nemmeno successo una volta su cento, ma assai di più. E per concludere
non vi presentate bene neanche davanti ai clienti alle casse e ufficio informazioni.
Noi di Lorenzana paghiamo 80.000 lire di abbonamento, stiamo sul pullman un'ora e dobbiamo subire tutto questo? E
poi fanno i sondaggi e mandano gli opuscoli dicendo che il servizio è migliorato!
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TESTO NUMERO 4
«La banda del buco» ha colpito.
Sfondato il muro della sede di scommesse Snai a Madonna dell'Acqua.
La cassaforte con i soldi è stata smurata e aperta con un trapano
I ladri hanno agito nella notte: i carabinieri stanno indagando
g.p.
MADONNA DELL'ACQUA. Spettacolare furto alla sede di scommesse Snai. Sembra un colpo di quella che una volta
la cronaca definiva «la banda del buco». Era una banda che faceva un gran buco in una parete o in un muro ed entrava
ora in banca ora negli uffici postali. Con la stessa tecnica, nella notte fra sabato e domenica, alcuni malviventi sono
entrati nella sede Snai di Madonna dell'Acqua. Hanno fatto un buco nel muro: hanno poi smurato la cassaforte e l'hanno
aperta. Dentro c'era una manciata di milioni ancora da quantificare. I ladri hanno arraffato il malloppo e sono fuggiti. Lo
spettacolare furto è stato scoperto ieri mattina intorno alle 9.30 quando l'agenzia di scommesse sportive ha riaperto.
Quando ieri mattina, i dipendenti della sede sono andati a riaprire, si sono ritrovati in un mare d'acqua perché al
momento di smurare la cassaforte, la banda aveva anche rotto un tubo dell'acqua allagando la sede. La cassaforte era
stata smurata e con un trapano era stata aperta. È scattato l'allarme al 112 e sul posto sono intervenuti i carabinieri della
stazione di San Giuliano e del Comando provinciale di Pisa per un sopralluogo.
I ladri sono entrati dal retro dove si trova un cantiere. I malviventi hanno spostato dei tubi innocenti di un'impalcatura e,
con tutta calma, hanno iniziato a sfondare il muro che immetteva all'interno della Snai che si trova lungo l'Aurelia. È
stato praticato un buco quadrato che permetteva di entrare abbastanza facilmente. Una volta dentro, la banda ha iniziato
a smurare la cassaforte. Nella sede Snai, si era giocato fino a tardi poiché in America si correva un'importante corsa di
cavalli. E non si esclude che proprio fra i giocatori ci possa essere qualcuno coinvolto nel furto. Comunque, sta di fatto
che la banda ha smurato la cassaforte rompendo un tubo dell'acqua che è iniziata a scorrere copiosa all'interno. La
cassaforte è stata aperta sul posto con un trapano. I ladri sono, quindi, fuggiti facendo perdere ogni traccia e non
lasciando gli attrezzi usati per il furto. Non sono stati trovati particolari segni di pneumatici. I carabinieri hanno eseguito
il sopralluogo ed ora stanno indagando a caccia di indizi utili. Teoricamente (anche se è improbabile) potrebbe anche
avere agito una persona sola. La sede Snai, nonostante il furto, ha riaperto regolarmente.
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LESSICO E REGISTRI
1. A SECONDA DELLE NECESSITÀ DEL CONTESTO E DEL CAMPO SEMANTICO, SI SCELGA FRA I
SINONIMI PROPOSTI:
Vrònskij alzò le spalle in modo appena [1-percettibile, 2-intuibile, 3-intuitivo, 4-istintivo]. Non capiva [1-il contegno, 2il comportamento, 3-il galateo, 4-il piglio] di Anna. Perché aveva portato quella vecchia principessa, perché faceva
restare a pranzo Tuksèvic e, cosa più [1-miracolosa, 2-meravigliosa, 3-sorprendente, 4-sorprendente, 4-cospicua],
perché lo mandava a prendere [1-un tavolato, 2-un assito, 3-un abbonamento, 4-un palco]? Era forse possibile, nella sua
situazione, [1-considerare, 2-pensare, 3-esaminare, 4-riflettere] di andare auna serata [1-di abbuono, 2-di sconto, 3-di
appalto, 4-di abbonamento] della Patti, dove ci sarebbe stato il [1-bell’universo, 2-bel cosmo, 3-bel mondo, 4-bel
creato] che la conosceva? La guardò con uno sguardo serio, ma lei gli rispose con quello stesso sguardo [1-irritante, 2provocante, 3-urtante, 4-offensivo], fra l’allegro e il disperato, di cui gli sfuggiva [1-il costrutto, 2-il significato, 3l’accezione, 4-la cognizione, 5-la nozione, 6-la consistenza]. (Tolstoj L., Anna Karènina)
2. A SECONDA DELLE NECESSITÀ DEL CONTESTO E DEL CAMPO SEMANTICO, SI SCELGA FRA I
SINONIMI PROPOSTI:
Organismo composito e ancipite, il Comune italiano possiede sin dalle origini due anime e due vocazioni, l’una
borghese e [1-costruttrice, 2-impresaria, 3-imprenditrice, 4-appaltatrice], l’altra fondiaria e [1-lucratrice, 2-redditiera,
3-sfruttatrice, 4-benestante]. Per ora, nel generale rigoglio di una società in via di [1-dilatazione, 2-spargimento, 3tracimazione, 4-espansione], è la prima che [1-precisamente, 2-nitidamente, 3-nettamente, 4-esattamente] prevale.
Quelle città i cui [1-commercianti, 2-mercanti, 3-negozianti, 4-rivenditori, 5-concessionari] corrono il mondo e i cui
banchieri [1-danno, 2-concedono, 3-finanziano, 4-prestano, 5-mutuano] ai grandi della terra, sono le stesse che [1promuovono, 2-approvano, 3-incitano, 4-caldeggiano, 5-provocano] nelle campagne del loro [1-latifondo, 2-contado,
3-paesaggio, 4-campo, 5-podere] imponenti lavori di bonifica, che [1-sciolgono, 2-liberano, 3-prosciolgono, 4esentano, 5-disimpegnano] i servi, che distruggono i castelli. (Procacci G., Storia degli Italiani)
3. A SECONDA DELLE NECESSITÀ DEL CONTESTO E DEL CAMPO SEMANTICO, SI SCELGA FRA I
TERMINI (SPESSO ASSOLUTAMENTE NON SINONIMI) PROPOSTI:
In relazione all’Informativa che mi è stata fornita ai sensi della Legge n. 675/96, prendo atto che l’esecuzione del
contratto di emissione della carta di pagamento da parte della Società, richiede, oltre che [1-il trattenimento, 2-il
trattamento, 3-l’elaborazione, 4-l’acquisto] dei miei dati personali da parte della Società, anche la loro [1-estensione, 2distribuzione, 3-comunicazione, 4-elargizione, 5-dazione] alle seguenti categorie di soggetti per [1-il relativo
trattamento, 2-la relativa elaborazione, 3-il relativo trattamento, 4-il relativo acquisto]:
• società di servizi per l’acquisizione, la registrazione, l’archiviazione ed il trattamento di dati contenuti in
documenti o supporti forniti o originati dagli stessi clienti ed aventi ad oggetto i pagamenti effettuati con la carta di
credito o altre carte di pagamento;
• s società che svolgono attività di [1-confezione, 2-spesa, 3-elaborazione, 4-aposiopesi] elaborazione, stampa,
imbustamento ed invio degli estratti conto periodici e delle altre comunicazioni alla clientela, nonché [1-tabulazione, 2classificazione, 3-archiviazione, proiezione] di tali comunicazioni;
• società che rilevano rischi finanziari e che svolgono attività di prevenzione [1-degli infortuni, 2-dell’infortunistica, 3delle frodi, 4-delle truffe, 5-delle concussioni, 6-delle marachelle];
• società di recupero crediti (cd. collectors) e studi [1-legali, 2-giuridici, 3-giudiziari, 4-statutari, 5-regolamentari].
(Modulo della Servizi Interbancari, allegato al documento di invio di una Mastercard)
4. A SECONDA DELLE NECESSITÀ DEL CONTESTO E DEL CAMPO SEMANTICO, SI SCELGA FRA LE
SOLUZIONI DIVERSE PROPOSTE:
La scomparsa delle foreste
Ogni anno 17 – 18 milioni di [1-ettari, 2-metri quadri, 3-chilometri quadri] di foreste e boschi tropicali (un’area grande
quasi il [1-doppio, 2-sestuplo, 3decuplo] dell’Ungheria) vengono cancellati dalla faccia della terra. Inoltre ogni anno
milioni di [1-ettari, 2-metri quadri, 3-chilometri quadri] di foreste subiscono un degrado. Una foresta si dice degradata
quando viene gravemente impoverita, fino a diventare l’ombra di quello che era. Il depauperamento delle foreste
tropicali è ormai così diffuso e rapido che queste meraviglie della natura potrebbero scomparire nel giro di [1sessan’anni, 2-due anni, 3-cinque anni, 4-vent’anni] – salvo forse alcune zone isolate dell’Amazzonia occidentale,
dell’entroterra della [1-Germania, 2-Polonia, 3-Guyana, 4-Colombia], del bacino [1-dello Zaire, 2-dell’Elba, 3-del
Mekong, 4-del Don], in parti dell’Indonesia e della Papua Nuova Guinea nonché in alcune zone ristrette e isolate
trasformate in [1-parchi o riserve, 2-terreni improduttivi, 3-zone depresse]. Nelle Filippine, il disboscamento ha
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danneggiato a tal punto i bacini idrografici, da compromettere la regolarità dei rifornimenti [1-alimentari, 2-d’acqua, 3di petrolio, 4-di legname] e da provocare rischi di inquinamento e [1-malattie, 2-epidemia, 3-pandemia, 4-terremoti].
[...] Inoltre le foreste tropicali, anche se non influiscono molto sulla percentuale di [1-ossigeno, 2-idrogeno, 3-azoto, 4ammoniaca] presente nell’aria, influiscono in maniera abbastanza determinante sulla percentuale di anidride carbonica.
Quando vengono bruciate, scaricano nel cielo una notevole quantità di anidride carbonica. E pare che l’accumulo di tale
gas nell’atmosfera faccia scattare il cosiddetto “effetto serra”, rendendo più [1-secco, 2-umido, 3-torrido, 4insopportabile] il clima di alcuni paesi. (Varghas J., La deforestazione, in Atlante di Gaia, Zanichelli)
5. A SECONDA DELLE NECESSITÀ DEL CONTESTO E DEL CAMPO SEMANTICO, SI SCELGA FRA LE
SOLUZIONI DIVERSE PROPOSTE:
Ho sempre avuto un grande rispetto per i credenti, ma non sono un uomo di fede. La fede, quando non è un dono, è
un’abitudine; quando non è né un dono né un’abitudine, deriva da una forte volontà di credere. Ma la volontà comincia
dove la ragione finisce: io mi sono sinora arrestato [1-prima, 2-dopo, 3-durante, 4-per strada].
Mi è anche completamente estranea la fede nella ragione. Non ho mai avuto la tentazione di sostituire la Dea Ragione al
Dio dei credenti. Per me, la nostra ragione non è un lume: è un lumicino. Ma [1-non abbiamo altro, 2-abbiamo ben
altro, 3-pure abbiamo dell’altro] per procedere nelle tenebre da cui siamo venuti e verso le quali andiamo. Com’è nato
l’universo? Come finirà? Che parte ha in esso l’uomo, questo essere che, a differenza di tutti gli altri esseri viventi che
conosciamo, non solo è nel mondo, ma s’interroga sul suo posto nel mondo, o, per usare il termine classico di tutta la
nostra tradizione, sul suo destino, che è per essenza “cieco”? Che è immerso nel [1-mare, 2-male, 3-senso]
dell’universo, o almeno in quello che secondo il suo giudizio è [1-mare, 2-male, 3-senso], e si pone da domanda, da
quando ha cominciato a riflettere sulle cause e [1-sui fini, 2-sugli effetti, 3-sui perché fondamentali]: “Perché il [1-mare,
2-male, 3-senso]?”, una domanda cui non è mai riuscito a dare una risposta convincente?
Non ho alcuna difficoltà ad ammettere che [1-solo in parte vi è riuscita, 2-non vi è riuscita, 3-efficacemente vi è
riuscita] la scienza, e qui indendo per “scienza” il complesso delle conoscenze acquisite con l’uso [1-della nostra
intelligenza, 2-della nostra volontà, 3-del nostro senso delle cose]. Ma vi sono riuscite le religioni? Parlo di risposte [1convincenti, 2-verificabili, 3-oneste], di cui questa stessa [1-volontà, 2-intelligenza, 3-ragione] si possa appagare, non di
risposte consolatorie e quindi illusorie, che appagano [1-la ragione, 2-l’animo, 3-il senso] di coloro che vogliono,
disperatamente vogliono, per l’enormità e l’insopportabilità del male di cui soffrono, essere consolati.
Al contrario del lumicino della ragione, la fede illumina, ma [1-spesso, 2- sempre, 3-mai], per troppo illuminare,
accieca. Donde nascono se non da questo accecamento gli aspetti perversi della religione? L’intolleranza, [1-l’obbligo,
2-l’abitudine, 3-la coazione] a credere, la persecuzione dei non credenti, lo spirito di [1-rivalsa, 2-crociata, 3-Dio]?
(Bobbio N., Morale religiosa e morale laica, in La Stampa, 14 gennaio 1989)
6. RISCRIVERE IL SEGUENTE TESTO UTILIZZANDO UN REGISTRO LINGUISTICO ACCETTABILE:
Caro prof.,
Sono già passato tre volte durante il Suo orario di ricevimento, ma sono sempre stato sfortunato, perché Lei era
fuori sede. Mi permetto allora di anticiparLe il motivo di una mia prossima visita. Ho seguito il Suo corso e mi è
piaciuto a tal punto che vorrei chiedere a Lei la tesi (l’ho già chiesta a quattro prof. Che però non hanno tempo. A
Lei la chiedo con molta convinzione, perché nel frattempo ho scoperto che il Suo è il corso che ho seguito più
volentieri). Tornerò mercoledì prossimo, sperando di trovarLa e sperando soprattutto che Lei mi accolga tra i Suoi
laureandi.
Un caro saluto e grazie!!!
(brano tratto da S. FORNASIERO - S. TAMIOZZO GOLDAMANN, Scrivere l’italiano, Bologna, Il Mulino, 1999, p. 20)
7. IL
TESTO SEGUENTE, TRATTO DALLA STORIA ECONOMICA E SOCIALE DEL MEDIOEVO DELLO
STORICO H. PERENNE, MOSTRA UN REGISTRO ALTO E LETTERARIO, ECCETTO IN UNA PARTE CHE È
STATA MODIFICATA E SCRITTA IN UN REGISTRO DIVERSO. SOTTOLINEA LA PARTE MANOMESSA E
RISCRIVILA CERCANDO DI RIPRISTINARE IL TESTO ORIGINARIO.
IL DECLINO DELLE FIERE DELLA CHAMPAGNE
La seconda metà del XIII secolo può essere considerato il periodo di maggior sviluppo delle fiere della Champagne.
Con l’inizio del secolo successivo comincia invece il loro declino, la cui causa essenziale fu la tendenza a sostituire il
commercio ambulante con usi commerciali più sedentari: tendenza che fu favorita dal nuovo sviluppo della navigazione
diretta tra i porti italiani e quelli fiamminghi e inglesi. La lunga guerra, inoltre, che dal 1302 al 1320 oppose la Contea
di Fiandra ai re di Francia, contribuì indubbiamente anch’essa a quella decadenza, privando le fiere degli attivissimi e
abituali frequentatori settentrionali. Il colpo definitivo fu poco dopo vibrato dalla Guerra dei Cent’anni che segnò la fine
per quei grandi raduni d’affari ai quali erano per due secoli intervenuti tutti i mercanti d’Europa. Ma mica stupidi i
mercanti!
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Avevano imparato a fare i loro affari seduti comodamente a scrivere lettere, senza tutta la fatica di mettersi a viaggiare,
(che a quei tempi era anche molto scomodo) e così anche se non c’erano più le fiere nella Champagne a loro non gliene
importava niente, perché la grana la guadagnavano lo stesso.
H. PERENNE, Storia economica e sociale del medioevo, Garzanti.
8. IL TESTO CHE SEGUE È SCRITTO IN UN REGISTRO PROPRIO DEL LINGUAGGIO
RISCRIVILO IN PRIMA PERSONA IN UN REGISTRO FAMILIARE E COLLOQUIALE.
BUROCRATICO.
Il sottoscritto, essendosi recato nelle prime ore antimeridiane nei locali dello scantinato per eseguire l’avviamento
dell’impianto termico, dichiara d’essere casualmente incorso nel rinvenimento di un quantitativo di prodotti
vinicoli, situati in posizione retrostante al recipiente adibito al contenimento del combustibile, e di avere effettuato
l’asportazione di uno dei detti articoli nell’intento di consumarlo durante il pasto pomeridiano, non essendo a
conoscenza dell’avvenuta effrazione dell’esercizio sovrastante.
I. CALVINO, Una pietra sopra, Einaudi
9. RISCRIVI
IL SEGUENTE BRANO TRASLANDO IL REGISTRO LINGUISTICO FAMILIARE –GERGALE
UTILIZZATO DALL’AUTORE NEL REGISTRO STANDARD (L’ESERCIZIO È STATO TRATTO DA D.
PIETRAGALLA, L’ITALIANO SCRITTO, CATANZARO, RUBBETTINO, 2005, P. 35).
Quella pseudoprimaverile domenica pomeriggio, il vecchio Alex aveva arrampicato le scale di casa con in testa il
presagio, meglio, con in testa la telefoto-presagio, della sua famiglia barricata in tinello a guardare le pattonate
americane via grundig. Un istante più tardi, non s’era ancora sfilato il parka, aveva dovuto prendere atto che la telefoto,
di un realismo agghiacciante, gli provava quanto le sue facoltà di preveggenza stessero raggiungendo, con l’età, livelli
negromantici sbalorditivi: erano tutti in salotto, e tutti variamente sgomenti o assorti di fronte alle forzute vicende di
Rocky IV. [...]
Dall’archivio magnetico del signor Alex D. «Sono qui, martedì pomeriggio, spalmato sul letto a pancia in su; in
para totale sotto le foto giganti di Malcom X e dei Pistols, ad ascoltare il demo degli Splatter Pink che mi ha prestato
l’amico Hoge; senza aver studiato per domani; a prendere a badilate in testa le talpe dei complessi di colpa che
continuano a saltar fuori da tutte le parti. Sento la mutter che parla nel solito tono ansioso al telefono. Di sicuro c’è il
Cancelliere, all’altro capo del filo. E di sicuro stanno parlando del signor Alex D. Ma non m’importa di sentire cosa
dicono. Tanto lo so già. Si spreca. Si butta via. Non fa mai niente. E in questi ultimi tempi, poi». […]
Comunque aveva provato a cercare Martino, verso metà pomeriggio. E a Martino era bastato sentire la voce di Alex che
diceva «ciao» per capire che al nostro gli era scesa la catena. Avevano scambiato due parole e si erano dati
appuntamento per il sabato successivo secondo la formula giovanile Serata Etilica E Stai A Dormire Da Me. Aveva due
anni più di Alex, Martino. S’era fatto segare senza rimorsi in prima liceo, ed era un po’ l’idolo tossico della scuola. Si
frequentavano da non troppo tempo col patto tacito che lui non gli avrebbe fatto conoscere nessuno dei suoi amici
house. [...]
Poi la nuova settimana aveva preso a gocciolare via, triste e scazzata. Il vecchio Alex cercava di non pensarci troppo, ad
Aidi. Lei, d’altra parte, non si faceva sentire. [...]
Sono stato io a mostrargli l’articolo sul giornale, ai parens, per evitare che se ne accorgessero loro e pensassero che
gliel’avevo tenuto nascosto perché c’era sotto qualche storia losca. [...] I parens ne avevano sentito parlare ben poco del
vecchio Martino, quindi non si sono molto inquietati, però mi hanno fatto lo stesso il terzo grado, hanno voluto sapere
se avevo mai visto girare della droga, a scuola, o se ne avevo mai presa. […]
«Io, quest’estate, mi mandano ad Exeter in college», aveva detto Hoge. Si stava spegnendo piano piano, quel ragazzo.
Da E. Brizzi Jack Frusciante è uscito dal gruppo
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SINONIMI
1.ELIMINA LE RIPETIZIONI UTILIZZANDO DEI SINONIMI
1)
Il racconto di Ulhlman racconta la storia di un ragazzo che finalmente trova un amico: si tratta di un ragazzo
appena arrivato nella sua classe
2)
In punta di piedi abbiamo attraversato il corridoio e siamo entrate nella nostra camera, dove erano già entrate
le altre compagne
3)
Il bel panorama che si vede dalla terrazza dà una bella sensazione
2. ACCANTO A CIASCUNA DELLE SEGUENTI PAROLE SCRIVI IL CORRISPONDENTE SINONIMO:
Concitazione
Attituidine
Ricercatezza
Munifico
Ignominia
Annettere
Supporre
Compendio
Prodigo
Fugace
Incolume
Totale
Tossico
Putrido
Dossier
Firmare
punizione
Torpido
17
SINTASSI
1. PER OGNI GRUPPO DI FRASI, COSTRUIRE UN TESTO DALLO STILE COESO, UTILIZZANDO IL MINOR
NUMERO DI PAROLE POSSIBILE, MA CONSERVANDO TUTTE LE INFORMAZIONI IMPORTANTI.
ESEMPIO:
L’insegnante fece una domanda.
La domanda era complessa e difficile.
Gli studenti non seppero rispondere.
L’insegnante dette un compito.
Il compito doveva essere fatto a casa.
Le soluzioni accettabili sono moltissime; eccone alcune:
a.
L’insegnante dette un compito per casa poiché gli studenti non avevano risposto ad una domanda complessa e
difficile.
b.
Quando l’insegnante fece una domanda complessa e difficile, gli studenti non seppero rispondere. Allora
l’insegnante dette un compito per casa.
c.
Alla complessa e difficile domanda dell’insegnante, gli studenti non risposero; fu assegnato un compito per
casa.
d.
Poiché l’insegnante aveva fatto una domanda complessa e difficile e gli studenti non avevano saputo
rispondere, fu assegnato un compito per casa.
e.
Data una complessa e difficile domanda dell’insegnante e una mancata risposta degli studenti, fu assegnato un
compito per casa.
f.
Per la mancata risposta ad una domanda complessa e difficile, fu assegnato un compito per casa.
Il bambino ricevette in regalo una bicicletta.
La bicicletta era nuova.
La bicicletta era blu.
La bicicletta aveva dieci velocità.
Il bambino cadde dalla bicicletta.
Il ristorante si trovava sul molo.
Il ristorante era specializzato in pesce.
Il ristorante era coperto di edera.
Il ristorante aveva una porta.
La porta era dipinta di rosso.
Andammo al teatro.
Andammo alla biglietteria.
C’era la fila.
La fila era lunghissima.
Decidemmo di andare da un’altra parte.
Questo altro luogo era un ristorante.
Il ristorante era vicino.
Abbiamo fatto un viaggio.
Il viaggio era in Francia.
Il viaggio è stato meraviglioso.
Abbiamo visitato dei castelli.
I castelli erano vecchi.
Abbiamo ammirato una città.
La città era Parigi.
Le scale portavano ad un appartamento.
Le scale erano buie.
Le scale erano ripide.
L’appartamento era silenzioso.
L’appartamento metteva paura.
18
COERENZA E COESIONE
1. NEL TESTO CHE SEGUE ALCUNE PARTI SONO LEGATE DA UN CONNETTIVO NON ADATTO, ALTRE
NON LO SONO AFFATTO. RISISTEMARE IL TESTO INSERENDO, DOVE NECESSARIO, I CONNETTIVI
ADEGUATI.
Esempio: Ho lavorato molto, perciò non sono stanco.
Soluzione: Ho lavorato molto, tuttavia non sono stanco.
Ho sempre sognato fare il cinema, ero affascinato da questo mondo, tutti ne parlavano. I film mi hanno sempre
influenzato, da piccolo. Il cinema era la vita, la vita era il cinema. Vedevo un film western, di colpo diventavo un cowboy, che tutto quello che avevo intorno erano pellerossa e diligenze e colt. Guardavo un giallo, mi piaceva, tutto in
famiglia diventava sospetto e pericoloso, bensì io solo, investigando, potevo fare chiarezza. Sono cresciuto, ho
conosciuto l’ambiente le persone che lo frequentano sembrano affascinanti, comunque sono quasi sempre palloni
gonfiati. Tutti parlano dei loro progetti, magari non ne hanno, infatti se non sei uno di loro hai difficoltà ad inserirti.
Non so più a cosa credere, ai miei sogni di bambino, al disincanto dell’uomo cresciuto. La realtà non è mai quello che
sembra, viceversa tutte le cose viste da vicino sono diverse.
2. SOSTITUISCI
LA PAROLA RIPETUTA CON UN PRONOME, UN SINONIMO, UNA PERIFRASI, O UNA
PARAFRASI
Esempio: non alla clonazione! Lo dice Bill Clinton dalla Casa Bianca. Lo dice il Papa, invocando l’intervento dei
governi.
Soluzione: No alla clonazione! Lo dice sia Bill Clinton, dalla Casa Bianca, sia il Papa, invocando l’intervento dei
governi.
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
Era stato indetto lo sciopero dei treni. Molti treni si sono fermati.
Sono andato in vacanza in montagna. La montagna mi pace molto.
Gli è stata diagnosticata una malattia. È una malattia incurabile.
Sono stato redarguito dal maestro. Il maestro aveva ragione.
Machiavelli scrisse Il Principe durante il soggiorno a San Casciano. Il Principe è un trattato politico.
Mario è andato a Torino credendo di trovare a Torino i suoi amici.
In verità vi dico che è stato calunniato. In verità vi dico che è un uomo giusto.
Rotte le trattative tra governo e sindacati. Hanno deciso di sospendere le trattative.
3. I SEGUENTI PERIODI PRESENTANO ERRORI DAL PUNTO DI VISTA LESSICALE, GRAMMATICALE E
SINTATTICO. PROVA A RIFORMULARLI:
Questa lettera gli fu scritta dal letterato Pasolini il quale
avendo letto le sue poesie gli suggerì il modo per capire se
stesso, giudicarsi e compiere in modo migliore una
produzione letteraria.
19
Cesare Padovani, un semplice ragazzo di campagna
scriveva fin dall’età di 15 anni semplici poesie in dialetto
veronese che venivano spesso pubblicate sui giornali
locali.
Successivamente si scopre, leggendo le lettere, che il
motivo per cui Pasolini si è peritato di scrivere al ragazzo
è il fatto che i due hanno le stesse attività giornalistiche,
escluso il dialetto (veronese per il giovane, friulano per
Pasolini…)
Un bel giorno ricevette una lettera da un certo Pier Paolo
Pasolini, da lui sconosciuto,
nella quale lo invitava
vivamente a tenere strettamente per sé i propri
componimenti e di studiare…
Nella lettera Pasolini dà dei consigli al giovane Cesare, in
particolare lo consiglia di “essere geloso”…
20
L’ARGOMENTAZIONE
1. TESTO
ARGOMENTATIVO CON SCOPO PERSUASIVO, TRATTO DA
FORZA DI AMARE, TRAD. DI E. BALDUCCI, SEI TORINO, 1963.
MARTIN LUTER KING, LA
Non vi sarà soluzione permanente del problema razziale finché gli oppressi non sviluppino la capacità di amare i
loro nemici. La tenebra dell’ingiustizia razziale sarà dissipata solo dalla luce dell’amore capace di perdono. Per più di
tre secoli i negri americani sono stati battuti dalla verga di ferro dell’oppressore, frustrati e sconvolti giorno e notte da
un’ingiustizia intollerabile e oppressi sotto l’orribile peso della discriminazione. Costretti a vivere in queste infami
condizioni, noi siamo tentati di divenire amari e di vendicarci con un odio non minore. Ma, se questo accade, il nuovo
ordine che noi cerchiamo sarà poco più di un duplicato dell’ordine antico. Noi dobbiamo, con forza e con umiltà,
corrispondere all’odio con l’amore.
Certo, questo non è pratico. La vita è una questione di render la pariglia, di non lasciarsi sopraffare, di cane- mangiacane. E io sto dicendo che Gesù ci comanda di amare quelli che ci offendono e che ci opprimono? Faccio la figura della
maggior parte dei predicatori, idealista e teorico? Forse, voi dite, in qualche lontana utopia quell’idea funzionerà, ma
non già nel duro, gelido mondo in cui viviamo.
Amici miei, abbiamo seguito la cosiddetta via pratica già per troppo tempo, ormai, ed essa ci ha condotti
inesorabilmente ad una più profonda confusione e al caos. Il tempo risuona del fragore della rovina di comunità che si
abbandonarono all’odio e alla violenza. Per la selvezza della nostra nazione e per la salvezza dell’umanità, noi
dobbiamo seguire un’altra via. Questo non significa che noi abbandoniamo i nostri giusti sforzi: con ogni grammo della
nostra energia dobbiamo continuare a liberare questa nazione dall’incubo della segregazione; ma, nel far questo, non
dobbiamo rinunziare al nostro privilegio e al nostro dovere di amare. Pur aborrendo la segregazione, dovremo amare i
segregazionisti: questa è l’unica via per creare la comunità tanto desiderata.
Ai nostri più accaniti oppositori noi diciamo: “ Noi faremo fronte alla vostra capacità di infliggere sofferenze con la
nostra capacità di sopportare le sofferenze; andremo incontro alla vostra forza fisica con la nostra forza d’animo. Fateci
quello che volete, e noi continueremo ad amarvi. Noi non possiamo, in buona coscienza, obbedire alle vostre leggi
ingiuste, perché la non cooperazione con il male è un obbligo morale non meno della cooperazione col bene. Mettetici
in prigione, e noi vi ameremo ancora. Mandate i vostri sicari incappucciati nelle nostre case, nell’ora di mezzanotte,
battetici e lasciateci mezzi morti, e noi vi ameremo ancora. Ma siate sicuri che vi vinceremo con la nostra capacità di
soffrire. Un giorno, noi conquisteremo la libertà, ma non solo per noi stessi: faremo talemente appello al vostro cuore e
alla vostra coscienza che alla lunga conquisteremo voi, e la nostra vittoria sarà una duplice vittoria.”
1.
Ricostruisci la struttura dell’argomentazione:
Problema
Tesi
Argomenti a favore della tesi
Confutazione degli argomenti dell’antitesi
Conclusione
2.
Sottolinea nel testo i punti in cui Martin Luter King chiama in causa l’uditorio
3.
Sottolinea le espressioni che mirano a colpire emotivamente l’ascoltatore
4.
Il testo prende l’avvio da un versetto del vangelo (“Amate i vostri nemici”). Costruisci un breve testo
persuasivo partendo da un’ affermazione generale (es. un proverbio, una massima).
1. Analizza schematizza e riassumi l’articolo seguente di M. LODOLI, I miei ragazzi insidiati dal demone della
Facilità, “la Repubblica”, 6 novembre 2002:
a. scrivi in forma discorsiva le tue osservazioni sulla struttura argomentativa del testo (individuando la tesi, gli
argomenti, la conclusione, ecc.);
b. schematizza questa struttura argomentativa in forma di scaletta, cioè di un elenco numerato di punti su più livelli;
c. sulla base della scaletta, riassumi l’articolo, in un testo di circa 300 parole.
21
2. ANALIZZA SCHEMATIZZA E RIASSUMI L’ARTICOLO SEGUENTE DI EUGENIO SCALFARI
(«L’ESPRESSO», 5AGOSTO 2004), PASSANDO ATTRAVERSO TRE FASI SUCCESSIVE:
a. scrivi in forma discorsiva le tue osservazioni sulla struttura argomentativa del testo (individuando la tesi, gli
argomenti, la conclusione, ecc.);
b. schematizza questa struttura argomentativa in forma di scaletta, cioè di un elenco numerato di punti su più livelli;
c. sulla base della scaletta, riassumi l’articolo in un testo di circa 300 parole.
E. SCALFARI, Com’è difficile essere adolescenti
Chi ha abitudine di leggere mette l’estate e le vacanze a profitto e vagabonda saltando da un libro all’altro, da un
romanzo a un articolo di giornale. L’altro giorno è stato da questo punto di vista un giorno fortunato perché l’afa aveva
lasciato il campo alla frescura del maestrale e quel sollievo stimolava la curiosità di voltare le pagine e associarne gli
spunti. Sicché ho potuto becchettare parecchio: da un’inchiesta di Ilvo Diamanti sui giovani d’oggi son passato
addirittura al lungo saggio sul Petrarca di Francesco De Sanctis che non avevo più preso in mano da almeno
quarant’anni e che torna oggi d’attualità nell’ottocentesimo centenario dalla nascita del poeta.
Che lo scritto del De Sanctis potesse essermi d’aiuto per meglio capire le ricerche sociologiche di Diamanti non
l’avrei mai sospettato, ma tant’è: mi è stato di aiuto. Se non altro per confrontare il sentire dell’oggi verso i giovani con
quello di un grande maestro che insegnò e visse con amore in mezzo a loro dedicando all’insegnamento gran parte della
sua vita un secolo e mezzo fa, in una Italia appena nata che andava prendendo forma tra molte fatiche, illusioni e
altrettante delusioni e speranze frustrate.
Scrive Diamanti che i giovani d’oggi, e soprattutto i giovanissimi “under twenty”, non si presentano con
un’immagine univoca né la cercano. Piuttosto si abbandonano senza soverchio disagio alle contraddizioni dell’epoca,
vivendole tutte e contemporaneamente, in attesa che la vita e la voglia facciano emergere in loro una vocazione, una
maniera, un incontro dominante sugli altri.
Attesa che in alcuni suscita ansia e disagio, ma nei più è quasi diventata una modalità della vita che viene accettata
come tale e rinviata d’anno in anno. Convivono nella giornata di questi adolescenti l’impegno politico, la passione per
la musica, il desiderio di stare insieme e di partecipare insieme, l’interesse per trasmissioni come «Il Grande Fratello» o
gli «Amici» di Maria De Filippi: il tutto mescolato in un cocktail il cui sapore noi adulti o vecchi non riusciremmo
neppure a immaginare ma che a essi evidentemente deve risultar gradevole, visto che con quei sapori compongono le
loro giornate.
L’ansia per quelle esistenze ancora indeterminate e prive di forma tormenta semmai i padri e i nonni, ma non loro
che vivono con zaino e sacco a pelo in spalla, volenterosamente oziosi e oziosamente disponibili ai lavori che il mercato
può offrirgli per un anno, una stagione, una mesata.
Diamanti descrive e quantifica, non giudica e tantomeno esorta, ma si capisce che registra con simpatia e speranza.
Questa generazione multiforme gli piace o almeno non gli dispiace. Il saggio del De Sanctis sul Petrarca fu scritto tra il
1856 e il 1869. E anche se i critici a noi più vicini lo considerano parzialmente superato (Sapegno per esempio) esso
resta un punto di riferimento essenziale per comprendere l’opera d’uno dei nostri maggiori poeti.
Nell’introduzione però il De Sanctis slarga volutamente il tema e prima di parlar del Petrarca affronta il problema
più generale della forma, di che cosa essa sia non solo nell’arte, ma nella vita: quel bisogno di dominare le pulsioni
indistinte, di determinare le potenzialità dell’individuo e insomma di uscire dalla stagione della giovinezza ed entrare in
quella adulta della responsabilità.
Dalla critica del Petrarca all’analisi dei giovani del suo tempo che non sono poi così diversi dai giovani d’oggi. «La
forma», scrive De Sanctis, «è se medesima come l’individuo è se stesso». Ma qui lascio a lui la parola.
«Conosco giovani che a trent’anni non sanno ancora quello che debbano fare della loro vita e del loro pensiero; e
senza indirizzo chiaro e stabile nel pensiero e nelle opere, posti a cavallo tra due generazioni, cavalieri erranti spostati,
non sanno assimilarsi l’una né precorrere l’altra e vivono come avventurieri, deridendo e derisi... L’indeterminato, il
confuso, l’abbozzato, tutto questo non è forma, è il contrario della forma, è l’informe e il deforme, è l’impotenza che
rivela velleità, non volontà di produzione... In altri paesi a diciotto anni si è già un uomo e si ha vergogna di esser
chiamato un giovane e si guarda già diritto dinanzi a sé e si prende la via e non si torce l’occhio a dritta e a manca come
purtroppo accade in questo paese”.
Così rampognava ed esortava il De Sanctis i ragazzi del suo tempo, recalcitranti ad assumere una forma definita,
esattamente come quelli di oggi e credo di sempre. Se dovessi segnalare una differenza di situazioni, la vedo piuttosto
nel fatto che le società di altri tempi una forma definita l’avevano, piacesse o no, e ciò forse aiutava i giovani ad
assumere la propria. Oggi la società in quanto tale è informe e i giovani si modellano su di essa. E questo spiega anche
il loro attardarsi nella condizione giovanile e le difficoltà che ne derivano.
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