mondo tappeto

Transcript

mondo tappeto
IdV,
piccolo partito
contro le lobby
pag
8
Bioedilizia,
la rivoluzione
verde
pag
4
Vicenza Jazz
da Cuba
alla Norvergia
pag
12
n° 148
9 maggio 2009
0 50
euro 0,50
Fatti, personaggi e vita vicentina
Direttore responsabile Luca Matteazzi
Europa
vietata
flickr.com/soroll
Elezioni europee: sondaggio nazionale che i partiti sfruttano
per fare la conta dei consensi. Ma chi si candida in una lista indipendente
(e realmente europeista) non ha chances. Il caso di un giovane vicentino
Battaglia in campo di Marte
Ciàcole
L
o sappiamo: il grande parco tra
la stazione e piazza Castello si
chiama Campo Marzo, non campo
Marzio, e l’origine del suo nome non
ha niente di bellicoso o di marziale.
Tuttavia in questi giorni il polmone
verde del centro storico è diventato
un vero e proprio teatro di battaglia.
Politica, ma sempre battaglia è.
Capita infatti che il consigliere del
Pdl Marco Zocca e Antonio Santagiuliana, portavoce dell’associazione
“Vetrine del centro”, dalle pagine del
Corriere del Veneto abbiano criticato
il piano di riqualificazione di Campo
Marzo presentato qualche settimana
fa da Matteo Quero; piano colpevole,
a loro dire, di snaturare la tranquilla
natura di Campo Marzo, di non rispettarne le tradizioni, di far sloggiare le giostre (forse) e di dimenticare
i bagni pubblici. Il progetto targato
Quero, lo ricordiamo, prevedeva
cose come un percorso fitness, una
succursale delle Bertolaina con copertura wi-fi, uno speaker’s corner
sul modello di Hyde Park e un palco
per la musica live.
Ora, sul fatto che Campo Marzo sia
la sede migliore per il luna park della festa dei Oto si può anche essere
d’accordo. Sul fatto che il progetto
di Quero abbia alcuni punti un po’
da spot pubblicitario, pure (non ce
li vediamo proprio, i vicentini, a fare
la fila per prendere la parola allo speaker’s corner). Sul fatto che dei bagni
pubblici puliti ed efficienti siano importanti, lo stesso. Ma per una volta
che Campo Marzo, invece di finire al
centro dell’attenzione per problemi
di sicurezza o per ordinanze discutibili, diventa oggetto di un piano
complessivo di rilancio e riqualificazione, metterlo subito sotto accusa
sembra davvero troppo. Se poi il progetto restasse solo sulla carta o non
funzionasse, allora le critiche saranno doverose. Per ora, però, deponete
le armi. Non sono in sintonia con la
tradizione di Campo Marzo.
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Vicenza Riformista,
la lettera
il gruppo Alfa e la storia che ritorna
S
ono d’accordo con molta parte di quanto Alessio Mannino
scrive sul VicenzaPiù del 2 maggio
2009 sotto il titolo “Riformismo,
partito unico del pappa & ciccia”..
Alifuoco, che conosco da quasi
trent’anni, sta tentando il suo reingresso nella politica locale dopo
esserne stato estromesso nell’ambito di un -timido- rinnovamento
e ringiovanimento del PD. Sta cercando di riprendere a contare, ad
occupare le cronache dei mezzi di
informazione locali e poi, non si sa
se non gli riesca, di “zompare” in
Giunta. Ma Vicenza riformista non
è un inedito.
Nella seconda metà degli anni ‘90
egli costituì il “gruppo alfa” così
chiamato perché si riuniva presso
l’Alfa Hotel (allora a palazzo Trissino c’erano il Partito Popolare e il
PDS). La impostazione era simile a quella di Vicenza riformista:
gruppo culturale, trasversalismo
politico, centralità di Alifuoco e
delle sue relazioni con i poteri forti, nessun contributo di novità per
i cittadini di Vicenza.
Scavando solo un po’, ora come
allora, emergono due cose: chi
conta è soprattutto lui (l’Alifuoco) e, come giustamente scritto da
Mannino, prevale la visione di una
società locale in cui la stella polare delle scelte è il mercato (sua
maestà il regolatore degli affari e
della vita) cioè i soldi. L’etica, gli
interessi di tutti i 117mila abitanti
di Vicenza, i valori costituzionali
sono anche nominati ma per “fare
tappezzeria” perché vengono lasciati nel generico, nella penombra quando si tratta di decidere
sull’urbanistica, sulla gestione del
territorio comunale, sugli immobili, sull’assetto degli enti pubblici,
specie economici.
Vicenza riformista appare avere
l’obbiettivo - a mio avviso poco realista- di poter costruire un gruppo di pressione nei confronti della
attuale amministrazione contando
su agganci all’interno della Giunta
municipale e del PD, ma non solo,
e sulla possibilità di collegare a sé
qualcuno dei rappresentanti de-
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concetta e datata.
gli ex-poteri forti: quelli che forti
Quanto al PAT, ci sono appetiti
sono tutt’ora ma che hanno visti
presenti e passati insoddisfatti che
affievolirsi i collegamenti e l’ascolcercano un padrino politico.
to dei quali godevano a palazzo
Però non tutti gli enti pubblici inTrissino ed al palazzo degli Uffici.
teressano: solo quelli che hanno
Questo gruppo non è di oggi es“polpa” ; non gli “ossi” (sotto il
sendo stato in gestazione 4-5 anni
profilo del produrre profitto) come
fa. Alifuoco vi assume un ruolo
le case di riposo, es. Salvi-Trento.
primario dopo la sua estromissioAndando ai ricordi sindacali (anni
ne dalla sala Bernarda. Le finalità,
88-90), mi sembra di un certo innon comunicate, hanno delle apteresse il precedente della privaparenti differenziazioni fra l’ambitizzazione del consorzio fognature
to politico della “carega” e quello
di Arzignano Chiampo, formato
imprenditoriale del “quattrino per
dai comuni della zona, che gestime i cittadini per te”. Infatti Viva lo scarico, smaltimento e concenza riformista potrà tornare utitrollo dei liquidami e dei fanghi
le a chi tentasse di re-immettersi
delle concerie. La corporazione
nella sena politica locale e agli
degli industriali conciari ne voleva
imprenditori di questa corte che
la privatizzazione: i
puntassero alle AIM
controllati divenivaed alla “polpa” del
no controllori di sé
PAT. Una santa allestessi. La Dc, partito
anza del tipo di queldominante era d’acla fra Erode e Pilato. Alifuoco&Co.
cordo.
Sarebbe interessante vogliono
Ci fu uno scontro nelrileggere gli equilila CGIL vicentina fra
brismi di Alifuoco, costituire
Alifuoco, segretario
allora
capogruppo un gruppo
confederale, favoreDS all’opposizione, di pressione
vole all’ingresso dei
quando il consiglio
sulla giunta
privati e la categoria
comunale discusse
sindacale (io ne ero
ed approvò il piano
il segretario) che orPomari: uno degli
ganizzava i lavoratori del consoraffari più lucrosi del gruppo Ingui
zio, contraria a questa operazione
in città ed una occasione irripetiper motivi di principio (certi beni
bile perduta da tutti i cittadini di
e funzioni non possono essere
Vicenza in fatto di standard, verche in mani pubbliche) nonché di
de, spazi liberi per ciascuno.
efficienza ed efficacia della depuVicenza Riformista, stando a
razione e del controllo e delle sanquanto si legge, ha alla sua base
zioni per chi inquinava. Nel corso
la concezione del liberismo ecodelle trattative fu confermato che
nomico, che è altro dal liberalile condizioni normative e salariasmo. Quando parla di controlli del
li non sarebbero state modificate.
mercato e di suo contenimento sa
Alias...il lupo perde il pelo ma non
bene, come sappiamo tutti, che
il vizio, come dice un noto proverquesti controlli, questa capacità
bio.
di indirizzare il mercato a fini di
Concludo riprendendo l’esperienbene collettivo non ci sono o non
za del gruppo Alfa. Da quello Alifunzionano e quindi dare spazio ai
fuoco “zompò” nella giunta Quareprivati -ad esempio nel pubblicosimin. Spero tanto, soprattutto per
significa darglielo tutto.
i vicentini, che non succeda altretIn questa ideologia, non certo
tanto con Vicenza Riformista.
nuova, è contenuto il concetto della superiorità tecnica e di gestione
Fulvio Rebesani
del privato sul pubblico perché
solo se finalizzato al profitto l’agire
La lettera inviataci da Fulvio
umano dà il meglio di sé. Quindi
Rebesani contiene critiche dure,
negli enti pubblici economici, AIM
ma non spetta certo a noi il ruolo
in testa, o si dà spazio consistendi avvocati difensori di Vicenza
te ai privati, quelli che cantano
Riformista.
nel coro dei poteri forti locali, o si
Inutile dire che se Ubaldo Alifuomantengono le aziende in uno staco o altri dell’associazione vorrto di perenne passivo.
ranno replicare, avranno tutto lo
Mi sembra però che le prime mosspazio per farlo. Come sempre.
se della amministrazione Variati
stiano smentendo questa tesi pre-
il fatto
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Elezioni europee, la grande farsa
Candidato giovane, in una lista ousider, senza legami clientelari? Per la legge elettorale italiana è fuori
Il caso di un vicentino “europeista”
sca i diversi popoli mediante un programma comune continentale». Vasto
programma, verrebbe da dire.
Soglia antidemocratica
Così come arduo è veder rispettato il
di Alessio Mannino
proprio diritto alla partecipazione. E
veniamo al nocciolo del problema: «La
legge italiana pone una soglia insora teoria della democrazia dice che
montabile che impedisce l’ingresso di
le minoranze, i piccoli gruppi ponuovi soggetti», accusa Balbi. Basta un
litici o sociali, addirittura il cittadino
dato: «Da noi occorrono in tutto 175
singolo, dovrebbero avere una tutela
mila firme, 35 mila per ognuna delle
in più nell’accedere alle istituzioni. La
cinque circoscrizioni elettorali. In Gerprassi è un’altra cosa. Anzi, è il contramania, per tutto il territorio nazionale,
rio. Prendete le elezioni europee del 6
ne bastano 4 mila». E difatti in Germae 7 giugno prossimi. Se sei in lista in
nia, così come in Francia e in Olanda,
un partito, hai garantita la possibilità
gli elettori troveranno sulle schede i
quanto meno di partecipare alla gara
candidati di New Europeans. Qui, è
elettorale. Se poi sei un feudatario dei
stato impossibile. «Noi siamo arrivati
voti, uno che grazie alla propria rete
ad appena 5-6 mila», allarga le braccia
lobbistica sul territorio rastrella deciBalbi. Terzo in lista nel Nordest dopo
ne di migliaia di crocette, puoi consiil coordinatore nazionale Diego Malderarti già eletto (la legge italiana per
cangi (giornalista di Euronews) e il
l’Europa prevede, bontà sua, le prefeportavoce Danilo Del Gaizo (avvocato
renze per i candidati). Ma se invece sei
dello Stato), fa parte di una pattuglia
così pazzo da correre con una formadi 40 militanti in tutto lo Stivale, di
zione nuova, senza legami d’interessi,
cui 5 nella sola Vicenza. Quasi tutti
fuori dai soliti partiti, stai pur sicuro:
giovani e animati da belle speranze.
non hai nessuna chance. E’ il caso di
Frustrate. «In realtà non ci facevamo
Stefano Balbi, ventisettenne vicentino
illusioni, abbiamo sfrutricercatore di economia
tato la raccolta firme
dei cambiamenti cliper farci conoscere. Il
matici a Venezia, a cui è
nostro programma, ad
saltato in testa di candiesempio, è stato redatdarsi con la sconosciuta In Italia
to soprattutto su agorà
lista New Europeans.
il voto per
on line, su internet, oltre alle agorà fisiche, le
Vocazione europea Bruxelles
riunioni in cui ci ritro«E’ un movimento serve solo ai
viamo tutti di persona,
fondato dieci anni fa trombati e ai
è stata a Frandal francese Franck
personaggi tv l’ultima
coforte a novembre».
Biancheri, uno dei
L’internettismo nuova
promotori
dell’Eravia della politica? Lo
smus, come costola
stesso Balbi la prende con realismo:
dell’Aegee, la prima rete studentesca
«No, questo è anche un limite quando
europea», ci spiega Balbi. Il quale, per
puoi scendi in strada col banchetto a
niente convinto di entrare in un partichiedere una firma».
to tradizionale, ha abbracciato la fede
Diciamo pure una fatica boia. «Se non
europeista di questo movimento, «che
ti conoscono è così: a Vicenza è capicome scopo di creare un’Europa polititato che volessero darci persino uno o
ca e unita a tutti gli effetti». Una vocadue euro pur di non dare una firma».
zione «riformista», dunque, nel senso
Anche perché, va detto anche questo,
di voler «riformare in senso democral’argomento Europa suscita un intetico l’Unione a partire dalla composiresse quasi pari a zero. «Se però ricorri
zione del parlamento». Oggi, infatti, è
ad associazioni o eventi radicati nel
composto sulla base dei partiti nazioterritorio, allora è più facile, benché
nali, mentre «non c’è nessuna forza
sempre con risultati minimi». L’effetcompiutamente europea, che cioè uni-
L
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nome o il link ad un loro spazio web personale. Per maggiori informazioni:
www.creativecommons.it
| Stefano Balbi
to-traino lo hanno avuto, ad esempio,
ad un convegno ai Canneti dei No Dal
Molin: 50 firme in un’ora, a fronte delle 4 medie orarie in Corso Palladio. E
poi ci vogliono soldi. Tanti soldi. «In
Sardegna chiedevano 50 mila euro
per 15 mila firme…». E chissà come le
avrebbero racimolate…
Balbi non ce l’ha tanto con lo sbarramento al 4% che taglia fuori le liste
minori. E’ il numero di firme la vera
ingiustizia. «Ci hanno offerto di aggregarci al Movimento per le Autonomie
di Lombardo, quello che si è alleato
con la Destra di Storace. Gli outsider
come il movimento di Magdi Allam
non ci hanno nemmeno provato a far
da soli: lui s’è messo con l’Udc, noi non
abbiamo voluto bruciarci la credibilità.
Ma il sistema italiano è apertamente
antidemocratico».
Nessun controllo
E alquanto inutili, a dire il vero, sono
le stesse elezioni europee. «Per lo
meno in Italia sono solo un modo
per dare lavoro a politici trombati
o personaggi che danno visibilità
come soubrettes e tronisti». Balbi ha
lavorato sei mesi alla Commissione
Ambiente a Bruxelles, e di eurodeputati bravi, che si danno da fare, ne
ha visti: «Vittorio Prodi, ad esempio,
ma anche la stessa Lia Sartori», la
signora dei voti azzurri in Veneto,
benedetta dall’endorsement pubblico del governatore Galan e del ministro Brunetta. Ma il punto è: «chi
controlla l’operato dei parlamentari
europei? Nessuno. E così le lobby
ci sguazzano». La crisi finanziaria?
«Un deputato di Strasburgo non può
fare niente, ni-en-te». Anche perché
la Banca Centrale Europea è una
specie di Spectre senza un minimo di
trasparenza. «Noi invece vorremmo
un parlamento sovrano con un’uni-
ca legge elettorale per tutta Europa,
un governo con ministri eletti dal
parlamento, una difesa europea col
relativo ripensamento della Nato,
ormai anacronistica». Soprattutto,
Balbi si augura che quando si vota
una persona non lo si faccia in modo
«clientelare», com’è stato finora,
com’è per «le Sartori, i Berlato, i Carollo, magari divisi in Italia ma poi
tutti nello stesso gruppone del Ppe».
Insomma, se il voto per l’Europa non
è una messinscena per allocchi, poco
ci manca. Parola di europeista.
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primo piano
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La casa del vicino
è sempre più verde
Certificazioni ecologiche, case a basso consumo, incentivi economici
per chi costruisce risparmiando energia. Gli esempi di edilizia sostenibile
si moltiplicano anche nel vicentino. È l’inizio di una rivoluzione verde?
minciano a giocare sul mercato la
carta della casa a basso consumo.
di Luca Matteazzi
G
li addetti ai lavori sono praticamente tutti d’accordo: per superare l’impasse della dipendenza
energetica dal petrolio la soluzione
più efficace e a portata di mano non
è l’energia solare, né quella eolica,
né quella da biomasse. No, il modo
più semplice e rapido per riportare
un po’ di equilibrio nel nostro modello di società, almeno da questo
punto di vista, è il risparmio energetico. E visto che una buona fetta
della produzione energetica nazionale è destinata ai consumi domestici (a seconda delle stime, tra il
30 e il 40 per cento), è facile capire
perché il tema dell’edilizia a basso
consumo stia attirando sempre
più attenzione, anche dalle nostre
parti. Tra pannelli fotovoltaici, cisterne per il recupero dell’acqua
piovana da destinare agli scarichi
dei bagni, cappotti per migliorare
l’isolamento termico e nuove costruzioni realizzate tenendo conto
dell’orientamento e dell’esposizione solare, le iniziative in questo
campo, si moltiplicano. Ci sono
comuni che hanno approvato regolamenti edilizi che consentono
agevolazioni e vantaggi di vario tipo a chi realizza abitazioni
“ecologiche”. Ci sono istituzioni
all’avanguardia nella certificazione energetica. Ci sono casi di edifici pubblici realizzati in materiali
per noi inediti come il legno. E ci
sono anche aziende private che co-
Apripista altoatesini
I primi a muoversi in questa direzione sono stati gli altoatesini, che già
nel 2005 hanno avviato il progetto
CasaClima. CasaClima è un’agenzia
della provincia di Bolzano che classifica, e certifica, gli edifici in base
al loro consumo energetico, un po’
come avviene con gli elettrodomestici. In pratica, si calcola quanti
kilowattora, e quindi anche quanti
litri di gasolio o metri cubi di gas
equivalenti, consuma una casa per
ogni metro quadro di superficie, e
in base a questo dato viene stilata
una graduatoria del risparmio. Le
categorie disponibili vanno dalla dispendiosa classe G, che corrisponde
alla situazione di molti edifici oggi
esistenti, con consumi superiori ai
160 kilowattora per metro quadro
all’anno, alla virtuosa classe A, che
ha un fabbisogno energetico inferiore ai 30 kWh per metro quadro
all’anno, e che è detta anche casa
da 3 litri (perché il fabbisogno corrisponde ad un consumo di 3 litri di
gasolio per metro quadro all’anno).
Poi c’è anche la virtuosissima categoria A+, la casa da un litro. Senza
arrivare a questi livelli, comunque,
in provincia di Bolzano è già obbligatorio che tutti i nuovi edifici rientrino almeno nei parametri della categoria C, cioè abbiano un fabbisogno energetico inferiore ai 70 kWh
per metro quadro all’anno.
Dopo Bolzano, Vicenza
Subito dopo l’Alto Adige, però,
il vicentino è stato tra i primi e
muoversi in questa direzione,
con il progetto Ecodomus.Vi, lan-
ciato dalla Provincia e gestito da
Vi.Energia. Come CasaClima, anche Ecodomus è un sistema per la
certificazione del risparmio energetico e del “benessere ambientale”
degli edifici. Cambia il programma
di calcolo, e cambiano leggermente le categorie (si va dalla A+, con
consumi inferiori ai 15 kWh per
metro quadro l’anno, alla G, con
consumi superiori ai 231 kWh per
metro quadro), ma l’idea di fondo
è simile. A differenza che nell’Alto Adige, dove CasaClima ha già
rilasciato circa 1600 certificazioni
solo per le classi A e B, qui le certificazioni non sono obbligatorie,
ma stanno comunque prendendo
piede. Tra i primi edifici ad aver
ottenuto l’attestato Ecodomus, c’è
il nuovo Urban Center di Thiene
(gli ex bagni pubblici ristrutturati come centro civico, con l’uso di
tecnologie e soluzioni d’avanguardia), ed alcune abitazioni a Santorso, Isola Vicentina e Costabissara.
In generale, nel 2007 le pratiche di
certificazione avviate riguardavano 28 cantieri, per un totale di 43
edifici, 146 unità abitative e 15.000
metri quadrati di superficie. Nel
2008 i procedimenti sono saliti a
36, per un totale di 90 edifici, 408
abitazioni e 33.000 metri quadrati.
E nei primi tre mesi del 2009 sono
già state avviate pratiche di certificazione in 15 cantieri, per altri
30 edifici e 70 abitazioni. In tutto,
quindi, le abitazioni in via di certificazione sono 624, e si stima che
ogni anno risparmieranno qualcosa come 220 mila metri cubi di
gas, e i loro inquilini pagheranno
150 mila euro di meno in bolletta
(tra 200 e 300 euro di risparmio
ad abitazione).
WHQGH
H
WHVVXWL
Vantaggi subito
In effetti i vantaggi di una casa a
basso consumo sono evidenti, e non
solo per l’ambiente. Un appartamento di 100 metri quadrati della
classe B di Ecodomus, ad esempio,
consuma ogni anno meno di 63
kWh per metro quadro, cioè circa 630 metri cubi di gas. Il 40 per
cento in meno di un appartamento
nuovo delle stesse dimensioni che,
rispettando solo le prescrizioni di
legge, di metri cubi ne consuma
circa 1100, mentre un’abitazione di
100 metri quadrati più vecchia viaggia facilmente oltre i 1500 all’anno.
Con queste cifre, il rientro dall’investimento iniziale è raggiungibile nel
giro di una manciata di anni. “Se in
Veneto le abitazioni costruite tra il
2000 e il 2003 ad un tasso di circa
2-2,5 milioni di metri quadrati l’anno fossero state edificate secondo
i requisiti della classe B di Ecodomus.vi – si legge nelle pubblicazioni
di Vi.Energia -, dal 2004 a oggi si
sarebbero risparmiati almeno 140
milioni di metri cubi di gas naturale, evitando l’emissione di 280 mila
tonnellate di CO2. Oltre a circa 100
milioni di euro da parte dei cittadini”.
Comuni virtuosi:
Arzignano...
Quello che è interessante è che
anche alcuni Comuni comincia-
no a muoversi su questa strada.
Il Comune di Isola Vicentina ha
pubblicato dei bandi di edilizia convenzionata in cui chiedeva, come
minimo, il rispetto della classe B
della classificazione Ecodomus, e
assegnava punteggi aggiuntivi a chi
rientrava nei parametri della classe A. Il Pati (piano di assetto del
territorio intercomunale) di alcuni
comuni delle Pedemontana come
Zugliano ha previsto agevolazioni
per chi rispetta le classi energetiche più elevate. E Schio, Arzignano
e Valdagno hanno inserito i criteri
del risparmio energetico all’interno dei loro regolamenti edilizi. Ad
Arzignano, ad esempio, uno dei comuni più all’avanguardia in questo
campo, nel febbraio del 2008 è stato approvato un nuovo regolamento per il risparmio energetico che
prevede incentivi per chi costruisce
o ristruttura seguendo criteri di alta
efficienza. Per chi rientra nella classe A, c’è uno sconto del 55 per cento
sugli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria, mentre per chi
rientra nella classe B lo sconto è del
40 per cento. “L’incentivo non basta
a ripagare completamente dei maggiori costi di costruzione – spiega
l’architetto Giovanni Panagin, che
per il Comumne ha seguito tutto il
procedimento -. Però dà un valore
aggiuntivo all’immobile al momento di metterlo sul mercato”. E infatti
DUHD
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primo piano
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Abitare a basso impatto
Gli elementi che concorrono a far
risparmiare energia in un’abitazione sono molti. Primi fra tutti, come
spiega il sito di CasaClima, un alto
grado di isolamento termico e una
struttura compatta. Seguono l’attenzione all’orientamento e all’esposizione dell’edificio, che devono essere
studiate per evitare le dispersioni e
gli accumuli di calore e per favorire
l’illuminazione naturale. Quindi ci
sono il sole e il suo calore, che fanno
parte integrante del concetto di casa
a risparmio energetico, o con l’uso
dell’energia solare (pannelli fotovoltaici o termici), o più semplicemente
grazie all’utilizzo di finestre e serra-
| A sinistra il nuovo Urban Center di Thiene. A destra un’abitazione privata certificata Ecodomus.Vi
le cose si muovono. In poco più di
un anno sono già una sessantina gli
alloggi in corso di certificazione, per
una superficie di oltre 10muila metri quadrati e un risparmio calcolato
in 212mila kWh all’anno. Cioè 220
tonnellate di anidride carbonica in
meno nell’atmosfera.
“Il nostro regolamento funziona anche perché è abbastanza semplice
– aggiunge Panagin -. Ci sono pochi
articoli, spiegati in modo semplice
e concreto. E questo facilita anche
il controllo da parte nostra”. Qualche esempio? L’articolo 2.1 riguarda l’orientamento dell’edificio, che
deve essere disposto lungo l’asse est
– ovest per ottimizzare l’esposizione
solare; l’articolo 2.2 prescrive che le
superfici trasparenti (ad esempio le
finestre) siano schermate dai raggi
solari; l’articolo 2.4 riguarda l’isolamento termico di pavimenti, tetti
e infissi; l’articolo 3.2 stabilisce che
negli edifici con più di otto abitazioni il sistema di riscaldamento e
di produzione di acqua calda deve
essere centralizzato. Queste sono
tutte prescrizioni obbligatorie, a
cui se ne possono poi sommare
altre di facoltative, come quelle riguardanti i sistemi di riscaldamento a bassa temperatura, l’utilizzo di
elettrodomestici a basso consumo,
o la progettazione di sistemi di
ventilazione meccanica per il ricambio d’aria.
... e Schio
Anche a Schio hanno fatto qualcosa di simile. Prima un regolamento congiunto con Valdagno,
con incentivi per chi realizza
edifici di classe A e B. Ad esempio, chi costruisce in classe A può
scomputare i muri perimetrali
dal calcolo volumetrico (“In certi casi si può arrivare a costruire
una stanza in più”, spiega l’architetto Luisa Carlini, del Comune),
mentre chi si ferma alla classe B
può scomputarne il 50 per cento. Poi un nuovo provvedimento
che ha messo a bilancio 360 mila
euro in tre anni di incentivi economici per il risparmio energetico: tra gli altri, contributi fino ad
un massimo di 5mila euro per chi
costruisce edifici nuovi di classe
A e B, e fino ad un massimo di 10
mila euro per le ristrutturazioni
che prevedano interventi come
l’installazione di pannelli fotovoltaici o di cappotti isolanti. E
le cose stanno andando più che
bene. “Siamo a circa 25 richieste
- commenta l’architetto Carlini -.
Ce ne aspettavamo di meno, anche perché, purtroppo, per la legge statale i nostri contributi non
sono cumulabili con quelli decisi
dal Governo. Ci aiutano però ad
intercettare una serie di interventi che, per vari motivi, non
avrebbero potuto usufruire delle
detrazioni previste dallo stato, e
che per noi sono importanti”.
E i privati?
Questo per il pubblico. Ma anche
il settore privato non sta a guardare. In città, nel quartiere di
Sant’Andrea, uno degli ultimi cantieri aperti mette in bella evidenza l’intenzione di realizzare una
Energy house di classe A. Le ditte
che si stanno specializzando anche
in questo tipo di costruzioni sono
sempre più numerose, e anche gli
ordini professionali insistono molto sul tema. “Quando ho cominciato, una decina di anni fa non ne
parlava quasi nessuno – racconta
Maria Baldisserotto, uno dei primi
architetti a specializzarsi in edilizia
sostenibile in città -. Negli ultimi
anni, invece, i corsi dell’ordine degli architetti hanno messo al centro
proprio questi argomenti, e non c’è
convengo in cui non si parli anche
di bioedilizia e risparmio energetico”. Certo, le buone intenzioni
non sempre si traducono in risultati concreti: c’è chi si spaventa di
fronte alle esigenze di manutenzione dei pannelli solari, e che fa un
passo indietro di fronte ai costi più
elevati dei materiali ecocompatibili. Ma è il segnale che almeno l’interesse per certe questioni è sempre più forte. E, rispetto al deserto
di qualche anno fa, è già qualcosa.
menti isolanti che accolgono la luce
ma non permettono fuoriuscite di calore. Nei progetti più moderni, le ampie vetrate sono sfruttate anche per
creare dei filtri e delle zone di isolamento. Altrettanto importante è l’assenza di ponti termici, in particolare
nelle giunzioni tra le parti strutturali,
e la qualità dell’impiantistica. Infine,
altri elementi qualificanti possono
essere l’uso di materiali naturali, sostenibili per l’ambiente e la salute, la
presenza di sistemi per il recupero
dell’acqua piovana, o di tetti verdi
per ridurre gli effetti dell’esposizione
solare. Ma queste sono solo le cose
principali.
Qui la scuola la fanno
in legno
Contrariamente a quando si potrebbe
pensare, molti enti pubblici si stanno
dimostrando tra i più ricettivi nello
sperimentare i nuovi criteri di bioedilizia. Sovizzo, ad esempio, ha ampliato
il proprio istituto comprensivo con un
intervento tutto ispirato ai criteri della
sostenibilità e del risparmio energetico. Montebello è andato anche oltre:
lì la realizzazione della nuova scuola
media “Pedrollo” è stata affidata ad
una ditta altoatesina specializzata in
costruzioni in legno a basso consumo.
L’edificio, con una superficie di 2700
metri quadrati, 12 aule e 6 laboratori,
usa degli elementi modulari di legno
come elementi strutturali, e pannelli
di cellulosa per l’isolamento. Il risultato è una scuola bella da vedere, veloce
da realizzare (i lavori sono cominciati
nel marzo del 2007 e gli alunni ci sono
entrati nel settembre 2008, quasi un
Se 6 Goloso
di Musica e Notizie
record per un edificio pubblico), e
conveniente dal punto di vista economico. “Non abbiamo ancora un quadro preciso dei consumi – spiegano
dal Comune – ma dovrebbero essere
in linea con le aspettative. Noi siamo
soddisfatti”.
Problemi? Quasi nessuno, non fosse
per un aspetto quasi banale: alunni e
insegnanti, abituati a tenere spalancate le veneziane delle finestre, ci hanno
messo un po’ a capire che dovevano
tenerle abbassate se non volevano
trasformare le aule, che hanno delle
grandi vetrate verso sud, in delle serre. “C’è stata un po’ di diffidenza, ma
adesso ci stiamo abituando. Il fatto
che fosse in legno, invece, non ha creato difficoltà”. Alla fine, dunque, la
scuola in legno sembra funzionare. E
infatti altri comuni, come Brendola,
stanno seguendo la stessa strada.
CI PUOI
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Vallata dell’Agno
148 del9 maggio 2009
focus
numero
6
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Lavoro, un piano in tono minore
Dopo l’allarme dei sindacati per i ritardi del piano provinciale anticrisi, la replica dell’assessore Martini e del consigliere Abalti
Che, a sorpresa, concordano con Cgil, Cisl e Uil: “Si poteva fare di più”
rotativo straordinario previsto per
i lavoratori disoccupati è un nuovo
prodotto bancario, concordato con
le banche, innovativo, ma per niente
complicato così come è stato concedi Andrea Alba
pito, perché è rivolto solo ai disoccupati “bancabili” cioè in grado di
fornire garanzie.
olitici a confronto. Sul “Piano
Abalti: Ci sarebbero alcune parti,
straordinario del Lavoro” - la
nei contenuti, che a mio avviso ancui discussione è partita a gennaio
drebbero corrette. Anzitutto, il Piacon lo “scoppio” della crisi e che,
no presuppone degli accordi con le
dopo le recenti polemiche in seno
banche per finanziare progetti legati
alla Provincia, dovrebbe finalmenal lavoro che sono solo sulla carta,
te ottenere l’approvazione durante
non c’è niente concreto. Mi riferila seduta consiliare di martedì 12 sco alla prima parte, in cui si fa rila settimana scorsa è stata raccolta
ferimento alla possibilità di erogare
la posizione dei sindacati Cgil, Cisl
fondi (intesi come mutui) a lavorae Uil. Critici su alcuni punti del tetori ed aziende, ma non ci sono strusto in particolare: il ritardo con cui
menti di garanzia. Io ho detto all’asviene approvato (da gennaio a magsessore Martini che se un azienda
gio); l’assenza di fondi propri della
in crisi o un lavoratore
Provincia dagli inin difficoltà chiedono
terventi; la revisione
l’accesso a piccoli predell’impegno ad asstiti, la banca risponde
sumere personale nel
chiedendo le garanzie.
sette centri per l’imE se attraverso questo
piego provinciali, oggi Martini:
strumento la Provinin grave difficoltà per “Peccato per il
cia si mette come inil carico lavorativo e il ritardo”
termediario, l’istituto
carente numero di diAbalti:
bancario chiederà alla
pendenti. L’assessore
Provincia le garanzie.
provinciale al Lavoro “Un’occasione
Ma questo non è preMorena Martini e il mancata”
visto nel documento,
consigliere forzista
c’è solo un indirizzo
Arrigo Abalti, prodi massima della Protagonisti all’interno
vincia: non si parla di accordo con
dell’ente della “querelle” sul prole banche. Un discorso simile si può
gramma di interventi contro la crisi
fare, in altre parti del Piano, circa
economica, rispondono ad alcune
il coinvolgimento dei Comuni con
domande sul tema.
fondi propri municipali.
Anzitutto, un commento sui conteViene contestato uno scarso impenuti del Piano.
gno per i Centri per l’Impiego.
Martini: Questo testo è il corollario
Martini: A pagina 4 del testo c’è un
e la messa a punto di una progetimpegno della Provincia a sostituire
tualità straordinaria che vogliamo
il personale cessato, già in servizio
attuare in un anno di crisi quale è
nei Centri. Si pensa di sopperire
questo. Difendo le buone intenzioni
alle esigenze favorendo la mobilità
del documento e il modo in cui abinterna all’ente. Rispetto a quanbiamo portato avanti l’opera: tutti
to era nella prima bozza, abbiamo
gli interventi previsti sono stati forfatto una revisione in quanto, per
temente voluti sia dalle associazioni
la Provincia, non c’è la possibilità
delle categorie produttive che dalle
di assumere. I motivi sono sostanorganizzazioni sindacali, e dopo un
zialmente politici, ci sono molti
intenso e impegnativo confronto
dipendenti nel complesso dell’ente
sono stati condivisi nella formulaed è più opportuno pensare a una
zione che viene proposta. Il Fondo
P
rimodulazione dell’organizzazione.
La prima versione della bozza, in
definitiva, è stata cambiata perché
metteva dei paletti a una decisione
già presa dalla Giunta. Non escludo
che nei prossimi mesi questa linea
possa cambiare.
Abalti: Probabilmente Martini voleva andare avanti, sui Centri, forse
ha avuto uno stop dalla Giunta. Ma
si tratta solo di miei ipotesi.
Circa la “querrelle” Abalti-Martini?
Martini: Emendamenti al Piano
non ce ne sono. Alla base della contestazione ci sono state motivazioni
personali senza alcuna giustificazione. Se io al posto di essere assessore
fossi stata consigliere, e avessi avuto dei dubbi su una delibera, non
li avrei presentati in commissione
ma avrei telefonato all’assessore.
Tra l’altro il progetto del Piano è
presente da due mesi sul sito della
Provincia.
Abalti: Non ho nessun motivo personale per colpire la Martini, e non
volevo fare assolutamente polemica.
Avevo solo chiesto che si rispettasse
la consuetudine. Il testo è stato por-
tato avanti con procedure irrituali.
Quando c’è una delibera di questo
tipo, prima della commissione viene discussa, confrontata e condivisa
quantomeno con i capigruppo di
maggioranza. Invece noi ci siamo
trovati con la presentazione del
piano in seduta. Il piano era da due
mesi su internet, ma lo sapeva solo
lei. Ci sarebbe voluta maggior condivisione con i capigruppo, forse già
da gennaio.
Cgil, Cisl e Uil bollano il testo come
“non più straordinario” per i ritardi nell’approvazione e la scarsità di
fondi propri messi dall’ente.
Martini: Sui fondi, il finanziamento
di questi progetti deriva da finanziamenti statali, regionali ed europei:
non con introiti diretti della Provincia, cioè tasse e tributi sui cittadini.
C’è stato, in queste settimane, un
ritardo di Giunta. Il motivo è che
abbiamo voluto approfondire alcuni
aspetti. Ma la bozza è stata ultimata a fine marzo, negli stessi giorni
in cui è stata resa pubblica nel sito
internet della Provincia, e poi per
essere “licenziata” in commissione
e consiglio è passato un mese. Certo, anche per me c’è rammarico nel
fatto che il Piano non sia stato approvato prima, e condivido quasi
completamente quello che dicono i
sindacalisti.
Abalti: L’eccezionalità del Piano io
non la intravedo. Ci sono stati dei
vuoti che riguardano il protagonismo della amministrazione provinciale: in un anno come questo ci
sarebbe voluto un impegno economico diretto da parte della Provincia. Non si vede un vero impegno
dell’ente, eccetto coordinare i tavoli e azioni. Un piano straordinario
vuol dire progettare 4 o 5 azioni e
poi svilupparle. Faccio un esempio,
se si dice “quest’anno salviamo 4
aziende, o 100 disoccupati”, stanziamo un certo numero di milioni
di euro per le progettualità e l’intervento pubblico assicura che l’economia vada avanti. Qui non sono state
sviluppate azioni di rilievo, da un
lato, e non ci sono investimenti da
parte dell’ente Provincia, dall’altro.
Non c’è crisi di maggioranza su questo, ma la considero una possibilità
mancata di fare un piano migliore.
5,6725$17(3,==(5,$%,55(5,$
&$51($//$%5$&(3,==$&21)2512$/(*1$
*DOOHWWR6WUX]]R$JQHOOR*ULJOLDWHPLVWH
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VWUGD2VSHGDOHWWR(ORFRVSHGDOHWWR9LFHQ]D
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I cavatori e la corruzione: “Non è un sistema”
Graziano Tribbia, direttore del Consorzio Gestione Argilla. “I controlli funzionano”
E il nuovo piano cave non è da buttare
“O
ggi chi dice cava dice pirata,
ma io rispondo con una battuta: nelle casette di marzapane ci
vivono in pochi e la sindrome Nimby
quando si parla di cave è abbastanza
diffusa”. Graziano Tribbia parla da
un punto di osservazione privilegiato, per quanto di parte: da un lato è
membro della commissione tecnica
regionale che si occupa di cave in qualità di rappresentante delle categorie
economiche di tutto il Veneto, ed ha
così una visione d’insieme del settore
(tra l’altro, fa parte anche della commissione tecnica provinciale). Dall’altro è direttore e Presidente del C.g.a.,
il Consorzio Gestione Argille che dagli
anni 90 riunisce in un unico soggetto tutti i titolari di cave di argilla di
Vicenza e Verona, e parte di quelli di
Treviso e Padova, ed ha quindi dalla
sua il vantaggio di un’esperienza che
viene dal lavoro sul campo. Dopo aver
analizzato i punti deboli del nuovo
piano cave varato dalla giunta regionale (vedi VicenzaPiù n 147), abbiamo parlato con lui delle tante questioni, e tutte delicate, che sono sul tappeto quando si ragiona di cave: il giro
d’affari milionario, le pressioni delle
lobby produttive, i rischi per un ambiente già sfruttato fino al limite delle
sue possibilità, le preoccupazioni dei
cittadini e, come dimostrano gli ultimi episodi di cronaca (un funzionario
della Provincia arrestato con l’accusa
di concussione), anche il malaffare e
la corruzione.
| Ruspe al lavoro in una cava
parte dell’argilla disponibile è stata
già scavata: attorno a Malo e Isola Vicentina le campagne sono tutte due o
tre metri più basse rispetto al loro livello originario), la ricomposizione è
abbastanza rapida (viene ricreato un
campo coltivato), e i quantitativi sono
modesti (negli ultimi anni sono stati
estratti circa 100mila metri cubi di
argilla all’anno: per le ghiaia si parla
di milioni di metri cubi). Un’oasi relativamente tranquilla, insomma. Solo
che le cave non sono tutte così. E se
invece che di argilla si parla di ghiaia,
o di marmi, ci si trova di fronte agli
enormi crateri del trevigiano (e di alcune zone del vicentino) e alle montagne squarciate che si scorgono in tutte
le nostre vallate.
L’oasi dell’argilla
Il punto di partenza è la sua esperienza diretta: l’argilla. Un terreno molto
particolare, per una serie di motivi.
Primo, come spiega lui stesso, “l’argilla è l’unico materiale che viene estratto dai produttori. Mentre il marmo, il
calcare, la ghiaia vanno sul mercato,
l’argilla viene estratta dai produttori di
laterizi che poi la usano nei loro stabilimenti”. Secondo: i cavatori di argilla
sono stati i primi, e finora gli unici, a
riunirsi in un consorzio
che ha preso in mano
Diffusione o contutti gli aspetti relativi
centrazione?
all’attività estrattiva,
Cosa ne pensa, dunque,
compra e gestisce di- La discussione
Tribbia, del nuovo piarettamente
l’argilla sui milioni di
cave? “Rispetto alla
che distribuisce poi ai
metri cubi è un no
legge dell’82 (quella
propri associati in base
alle loro quote consor- falso problema: che ancora oggi discitili. E questo significa alla fine decide plina il settore, ndr) il
nuovo piano cave parte
che in Provincia e in il mercato
da un’idea diversa. La
Regione non si prevecchia legge presupsenta più una fila di
poneva un’attività di
proprietari di fornaci
cava diffusa, a macchia di leopardo
che chiedono ampliamenti e nuove
con ben precisi limiti di sfruttamento
concessioni, ma un interlocutore unimassimo di ciascun territorio agricolo
co (“Ci siamo resi conto che le cave
comunale. Cosa che ha degli aspetti
erano viste come un problema, e che
negativi, ma anche lati positivi. Penquindi era meglio muoversi in modo
siamo ad esempio ai vantaggi logisticoordinato”, aggiunge). Terzo, le cave
ci di avere le cave nelle vicinanze dei
di argilla hanno un impatto ambienluoghi di utilizzo: l’argilla che prendo
tale diverso rispetto a materiali come
qui mi costa uno, quella che faccio
la ghiaia o il marmo: si scava poco in
venire da Modena mi costa sette. Ma
profondità (in genere due metri, due
anche l’inquinamento causato dal trametri e mezzo, massimo tre), su susporto cresce allo stesso modo. Il nuoperfici piccole (anche perché buona
vo piano prevede invece di concentrare l’attività in grandi ambiti territoriali
estrattivi, gli A.T.E., in cui si scaverà
per anni. Questo può aiutare a preservare porzioni più ampie di territorio,
ma crea maggiori problemi logistici;
se ho bisogno di ghiaia nel rodigino,
mi è più scomodo farla venire dal trevigiano come prevede il nuovo piano
cave, piuttosto che dal veronese, solo
per fare un esempio”.
La pala invisibile del mercato
I punti cruciali della discussione sul
piano cave, però, sono altri. Ad esempio, l’ipotesi di autorizzare estrazioni
di sabbia e ghiaia per 13 milioni di
metri cubi all’anno. Che senso ha
concedere un margine così ampio
quando i dati allegati allo stesso piano
cave dicono che ci sono autorizzazioni già sfruttabili per oltre 90 milioni
di metri cubi, e che il fabbisogno annuale si aggira mediamente intorno
ai 9 milioni di metri cubi (in epoca
di pieno boom edilizio)? Perché dare
il via a nuove cave quando quelle esistenti potrebbero bastare per un’altra
decina d’anni, se non di più? “Il piano
cave ragiona su periodi di tempo più
lunghi, e deve prevedere delle scorte
dinamiche – ribatte Tribbia -. Quello
dei milioni di metri cubi, poi, secondo me è un falso problema, perché la
reale possibilità estrattiva la impone il
mercato. Se anche la Regione concedesse 50 milioni di metri cubi l’anno,
e poi ci sono richieste solo per un milione, nessuno scaverebbe gli altri 49.
È il mercato che decide”.
Un sistema corrotto?
Sarà. Ma in tanti hanno l’impressione
che spesso la politica sia un po’ troppo
re sull’appoggio di una lobby influente.
accomodante verso le richieste dei ca“Ma no. Il fatto è che intervenire sul
vatori. E il caso di presunta corruzione
sistema delle cave è complesso e posu cui sta indagando la magistratura
liticamente non paga, chiunque provi
vicentina fornisce una chiave di lettura
a farlo viene criticato. Su queste cose,
abbastanza semplice: il giro di affari atpoi, è facile generalizzare: si sente il
torno alle cave è enorme, e qualche bricaso di corruzione, è si pensa che tutto
ciola della torta arriva a tutti. E magari
funzioni così, un po’ come avviene con
aiuta a semplificare certe procedure o a
le scelte urbanistiche, le grandi opere o
aggirare eventuali ostacoli. “No, io non
gli appalti. Ma è sbagliato”.
credo che la corruzione sia sistematica
– precisa ancora il direttore del C.g.a.
Il groviera interpretato
-. A prescindere dall’attualità, abbiamo
L’ultima precisazione è sui numeri del
una pubblica amministrazione che
lavora benissimo: io posso solo parlasettore estrattivo. Che il Veneto sia rire bene dei funzionari che ci sono in
dotto ad un groviera è ormai un luogo
Regione, anche se ogni tanto mi boccomune. “Ma i numeri vanno interpreciano le richieste. E mi sembra francatati”, osserva Tribbia. Che subito dopo
mente molto difficile pensare che un
aggiunge: “Si dice che nel Vicentino
corruzione sistematica
ci sono oltre duecento
possa andare avanti per
cave in attività: è vero,
anni senza che nessuno
ma di queste solo una
segnali niente. Anche
novantina sono properché, da quello che so, Oggi chi
duttive, le altre sono
i controlli sono ormai dice cava
solo autorizzate. Oppumolto accurati . Il fatto
re pensiamo alle cave
dice pirata.
è che il settore estratdismesse, le cui cifre
tivo soffre la mancata Ma
fanno impressione: nel
approvazione del piano generalizzare
vicentino, ad esempio,
cave, e il persistere di è sbagliato
risultano 258 cave di
una legislazione tranargilla dismesse. Ma
sitoria tiene tutti sulla
non sono aree abbancorda, alimentando le
donate o degradate,
aspettative degli imprenditori di poter
sono campi normalmente coltivati. Se
scavare un po’ ovunque”. Proprio la
ci passi di fianco neanche te ne accorgi.
mancata approvazione del piano cave
O, ancora, in tutto il C.g.a. ha 58 cave
è però uno degli argomenti più forti di
autorizzate: ma la somma dei volumi
chi critica il modo in cui è gestito il sidi queste cave non si avvicina neanche
stema delle cave: se il piano viene conlontanamente a quello di una cava metinuamente rinviato, e di fatto l’unico
dia di ghiaia. La situazioni vanno valuriferimento rimane la legge dell’82, si
tate caso per caso. Io dico che il nuovo
dice, è perché la situazione fa comodo
piano cave non è male, altri sostengoa molti. A cominciare dai cavatori, che
no che è troppo di manica larga. Alla
hanno grande libertà di manovra, per
fine, ripeto, decide il mercato”.
arrivare ai politici, che possono contaL. M.
focus
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pag
I Di Pietro boys:
“Contro la mafia in politica”
L’Italia dei Valori è schierata con Variati (col Pd i rapporti sono alterni: “Dal Molin? Alle coop”)
Sul Pat: “Non costruire, ma riqualificare”
trodestra. «Nel 1980 comincia
a far politica con la prima Liga
Veneta, quella di Rocchetta e
della Marin», spiega, «e la molla era l’indignazione nel vedere
uno Stato che stampava carta
di Alessio Mannino
per coprire un debito pubblico
manifesti con le galline e i che sarebbe gravato, e grava
polli spolpati dalla partito- tuttora, sulle spalle delle genecrazia romana, i toni da oppo- razioni future». Ma nel giro di
sizione dura e pura, il legalita- qualche anno, la disillusione:
«La Lega Lomrismo come bandiebarda di Bossi che
ra: per certi aspetti,
fa fuori la Liga, i
l’Italia dei Valori
lombardi che s’imricorda il leghismo
padroniscono
di
delle origini. Anche
tutto, e il Carrocnell’identificaziocio che diventa una
ne, fra i dipietriCon
il
Pd
forza di controllo
sti marcata fin nel
del territorio e desimbolo, col padre- non sai mai
gli affari (immobipadrone
Antonio con chi parli:
Di Pietro. Esempio troppe correnti liari, delle costruzioni, delle cave,
vivente è il coordiecc), trasformannatore provinciadosi in un partile vicentino Carlo
to
piramidale».
Così Rizzotto,
Rizzotto, che ci accoglie nella
assieme
all’avvocato
Francesco
sede del partito in contrà Porta
Padova. Consulente in proprio Di Bartolo (suo immediato preper aziende di filature metalli- decessore alla guida dell’IdV
che, fa parte in prima persona berica) trasloca nella Dc e poi,
del popolo delle partite Iva a dopo la tempesta di Tangentocui si deve la fortuna elettorale, poli, nel Ppi di Mino Martinazda queste parti, di Lega e cen- zoli. «Perché per me il partito
I
è democrazia, scuola di vita»,
precisa smarcandosi dalle idee
anti-partito di un Grillo, politicamente vicino a Di Pietro.
Al cui movimento aderisce nel
’99-2000, per assumerne la
guida a Vicenza due anni fa.
Con Variati
Un movimento non ancora
strutturato, dove a comandare
è il centro (Di Pietro e famiglia)
e a cascata i parlamentari e i dirigenti regionali. «Ma quest’anno ci sarà il primo congresso, in
autunno, e Di Pietro ha annunciato che toglierà il suo nome
dal logo», assicura Rizzotto.
«Io, comunque, ho sempre
avuto carta bianca, a partire
dalle alleanze. Qui a Vicenza
ci siamo trovati benissimo con
Variati. Mentre a Bassano, per
esempio, l’accordo col Pd non
si fa». Nel capoluogo l’accordo
alle comunali ha portato sette
candidati IdV nella lista civica
del sindaco, di cui oggi in consiglio siede uno, Silvano Sgreva. «Il rapporto con l’amministrazione è eccellente. Abbiamo
deciso di correre con la lista
Variati altrimenti non avrem-
donati», replica Rizzotto. Sul
territorio da riqualificare, insomma, niente sconti. Anche se
anche loro, i fan di Tonino, presentano le loro belle contraddizioni. Il Gran Capo è favorevole
alla Ederle bis, per esempio.
Una spaccatura fra centro e
periferia che li accomuna al
Pd. Rizzotto sbotta: «Eh no,
nel Pd la situazione è diversa.
Loro lo sapevano
fin dall’inizio che
la base si sarebbe
fatta, e Veltroni ha
No Base
detto sì perché gli
Qualche diversità
di vedute, tuttavia,
appalti sarebbero
dovuti andare alla
è emersa. Sulla lottizzazione Strobbe Tonino è pro
coop rosse. Noi
non abbiamo coop
a Vicenza Est e sul Dal Molin?
a cui fare affari. La
piano Lodi sponso- Noi siamo
verità è che tra derizzato dai sartostra e sinistra c’è
riani di Forza Ita- contrari
una commistione
lia il partito di Di
affaristica: gli uni
Pietro ha assunto
posizioni di netta condanna, vanno avanti, gli altri eseguoaffiancandosi nell’ultimo caso no». Proprio un bel modo per
anche a Cinzia Bottene dei No parlare dei vostri principali alDal Molin. «Noi siamo contro leati, non c’è che dire. «Per me
la base americana, siamo per il sopra ogni cosa ci sono i diritripristino del verde, siamo per ti, io devo pensare ai diritti dei
il recupero delle aree dismesse vicentini. Nel Pd per fortuna ci
e degli edifici antichi o abban- sono realtà e persone con cui
mo eletto nessuno. In politica,
se vuoi incidere, devi scegliere
da che parte stare». Col Partito Democratico, invece, c’è
maggiore incertezza: «Il fatto è
che col Pd non sai mai con chi
stai parlando: hanno trasferito
all’interno le varie correnti di
Ds e Margherita». A Vicenza
città contano i variatiani (compresi gli ex ds divenuti tali), e
quindi
problemi
non ce sono.
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focus
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pag
| Da sinistra: Antonio Di Pietro, Carlo Rizzotto, alcuni edifici in contruzione in città, la Zincheria Valbrenta
abbiamo in comune questa preoccupazione, penso a un Dalla
Via a Schio, per esempio». Ma
Tonino pro-Dal Molin… «Lui
dice la sua, io dico la mia»,
chiude Rizzotto.
cave della Provincia, accusato di
corruzione, ndr) ci sia un sistema vero e proprio. E lo dico perché so come funzionano le cose:
nonostante la Regione abbia
imposto il ripristino ambientale, le cave da dismettere contiAnti-mafia
nuano a lavorare perché i cavaOgni partito ha i suoi buchi logi- tori utilizzano lo stratagemma
ci, diciamo. ma per il vicentino, di posizionare un betonificio al
Rizzotto ha le idee chiare. «La centro dell’area facendola figunostra provincia è
rare in modo diverstata devastata, e
so e tenendola così
la
responsabilità
al riparo da conè dei suoi ammitrolli. E’ successo a
nistratori.
Anche
Rossano Veneto, ad
quelli in Regione e
esempio». Rizzotto
a Roma. Cosa stan- Dietro
non si ferma qui:
no facendo i nostri il caso Canalia
«Ci sono capannoni
parlamentari, an- c’è un
usati per lo stoccagche quelli del Pd? sistema-cave
gio illegale di rifiuIo di risultati non
ti, c’è lo scandalo
ne vedo. Basti pen- corrotto
del depuratore di
sare alla sanità:
Montebello, dove
mentre a Verona
attendiamo dalla
o a Venezia vengono stanziati pm Barbaglio le conclusioni sui
2400 euro a degente, a Vicen- fanghi che venivano buttati nel
za ci aggiriamo sui 1700». La fiume». Il sogno nel cassetto di
questione number one è l’uso, Rizzotto è «creare una rete dei
o meglio l’abuso, del territorio. comitati cittadini sparsi in pro«Sono fermamente convinto vincia, come quello di Rosà che
che dietro l’arresto di Angelo danni si batte contro l’inquinaCanalia (responsabile ufficio mento della zincheria Valbren-
ta». Una rete «contro la mafia»,
con lo scopo di elaborare «una
mappatura dal basso dei problemi urbanistici, ambientali,
sociali». Già, perché «la mafia è
anche qui: come chiamare quella che ha fatto sprangare proprio il presidente del comitato
di Rosà, altrimenti?».
Pat e dignità
E poi ci sono le mafie “legali”: i
poteri forti, gli interessi economici che influenzano le decisioni politiche, soprattutto in materia urbanistica. Sul nuovo piano regolatore di Vicenza, il Pat,
i costruttori attendono ciascuno
la propria fetta di torta. Coi soliti maggiorenti che premono
per papparsene una più grande
degli altri. Rizzotto dice «no a
nuove edificazioni, sì al recupero edilizio, anche del centro storico. Solo per rimettere a posto
dal un punto di vista sismico i
palazzi del centro, c’è da lavorare per vent’anni». Il coordinatore IdV punta il dito contro gli
imprenditori: «La verità è che
hanno puntato ai profitti facili,
a speculare sui servizi (il gas, ad
esempio) e sugli immobili. Non
sanno più fare gli imprenditori, fra poteri forti (Assindustria,
e questo è all’origine della crisi Giornale di Vicenza, etc). «Può
che stiamo subendo». In più, bi- essere. Ma poi le cose vanno in
sogna metterci «un drammatico consiglio comunale. Devono ansquilibrio fra territorio indu- dare in consiglio, e devono esstriale e agricolo: mi viene da ri- sere condivise». In tutta la prodere quando leggo per strada gli vincia i dipietristi berici sono
striscioni della Provincia “man- pochini (80 iscritti, 250 simpagia genuino, mangia vicentino”: tizzanti) e i consensi scarseggiamangia genuino, coi campi ac- no – anche, aggiungiamo noi,
cerchiati dalle fabbriche?». Sul- per questa cristallina volontà
la zona industriale
di battersi contro le
si augura che al Pat
prevaricazioni affaconcorrano idee di
ristiche, che poco o
imprenditori
che
punto tocca le corde
puntino sul nuove
amorali del vicenGli
tecnologie, «è finito
tino medio. Come
il tempo del mani- imprenditori
faranno, allora, a
fatturiero, e tanto non rischiano
farsi ascoltare? «Ci
meno dei centri più,
faremo sentire. Per
commerciali a tap- speculano
noi prima di tutto
peto».
viene la dignità, e
Sul primo anno soltanto
poi vengono i voti.
dell’alleato AchilSiamo all’opposto
le, invece, il giudi quell’idea deldizio di Rizzotto è conciliante. la politica riassunta dal sinda«Variati dove apre cassetti trova co torinese Chiamparino in un
brutte sorprese, chi ha ammini- recente convegno a Bassano,
strato la città negli anni passati secondo cui un partito, il suo
dovrebbe solo tacere». Però ha partito, il Pd, deve essere “una
il passo da tartaruga, il sindaco. somma dei tanti interessi”.
Forse perché attende di capire Ecco, noi non siamo per niente
come si assesterà l’equilibrio d’accordo».
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focus
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Monte Asolone, il quartiere spaccato
Tra due giganti della grande distribuzione (Coop e Prix), negli ultimi anni è cresciuto un quartiere a due volti
Tanti condomini, niente parcheggi, e zero verde. Le richieste dei residenti: “Basta costruire, sì al parco dell’Astichello”
nore. In mezzo, fra i due tronconi
di strada, un prato incolto divide
le due lottizzazioni. Di lato, invece,
rimane quasi come un miracolo il
letto dell’Astichello circondato da
un piccolo bosco fitto. Una pardi Giulio Todescan
te del verde potrebbe sparire se il
Pat desse il via libera a un vecchio
ev’esserci dietro un accordo Piruea (piano di riqualificazione
sottobanco tra due poten- urbanistica) presentato nel 2007
ze della grande distribuzione: da dall’immobiliare Marta, che vorrebuna parte il colosso emiliano dalla be costruire tre nuovi condomini in
rossa insegna del “chi può darti di un’area – oggi ancora classificata
più?”; dall’altra un primo attore del come agricola – lungo via Monte
mondo dei Discount, molto diffuso Asolone. Il vecchio Piano Crocioni
a nordest. Dateci dei maniaci delle include quell’area nel parco fluviale
teorie del complotto, ma, se due più dell’Astichello. «L’amministrazione
due fa ancora quattro, le due catene Hüllweck aveva preso accorsi con
si sono divise un intero quartiere, l’immobiliare per rendere edificabicon relativa clientela affezionata. le il lotto – prosegue Volpato – ma
Parliamo del quartiere sorto negli il piano non è stato poi approvato.
ultimi dieci anni vicino all’Astichel- All’assemblea organizzata dai comilo, a nord dell’ospedale San Bortolo. tati la settimana scorsa, l’assessore
Un quartiere diviso in due tronconi all’urbanistica Lazzari ha detto a
adiacenti ma fra loro non comuni- chiare lettere che gli accordi presi
canti. E così, capita che in via Mon- dalla giunta Hüllweck per l’attuale
te Asolone ci si serva al discount, amministrazione non hanno più
mentre in via Bedeschi (cento metri valore, e che c’è in corso una tratpiù in là) il carrello si riempia al co- tativa fra il Comune e la Marta. Noi
losso della distribuzione cooperati- pensiamo che quella sia una zona
va. Se si aggiunge poi che i suddetti agricola, e che tale debba rimanere
supermarket sono gli unici negozi a rigor di logica».
Legato a Monte Asolodel circondario, quene è l’altra area d’oro
sto angolo di Vicenza
dei quartieri nord:
potrebbe candidarsi
l’ex Centrale del Latte.
ad essere una delle
il piano Crocioni
«città invisibili» deQuesto angolo Qui
lasciava invece aperte
scritte da Italo Calvidi Vicenza
le porte all’edificabilino.
tà. Ma un ordine del
«E’ una zona non solo sembra
giorno votato negli
anonima, ma sorta una delle
ultimi giorni del passenza nessun progetsato consiglio comuto, dove si è costruito “città invisibili”
nale vincolava l’area
su ogni area libera, di Calvino
a un «prevalente uso
dove c’erano campubblico», e i comipi o distributori di
tati si appigliano a
benzina – dice Luciano Volpato del Coordinamento questo, rivendicando un doppio no
dei comitati cittadini -. Mancano a nuove costruzioni in tutte e due le
i parcheggi, il verde pubblico e la aree. «Intendiamo giocare un ruolo
viabilità, insomma gli standard ur- nella progettazione del quartiere,
l’amministrazione deve metterci
banistici».
La lottizzazione su via Bedeschi è nelle condizioni di contare, di espricomposta da grandi condomini di mere le nostre valutazioni, abbiamo
«fascia alta» e dai colori pannosi, dimostrato di essere un interlocumolto ben rifiniti; il lato di via Mon- tore credibile – afferma Volpato -.
te Asolone ospita edifici in scala mi- Anche perché un ordine del gior-
D
| Alcuno scorci presso via Monte Asolone
no approvato dalla circoscrizione
si impegnava a decidere su queste
cose consultando i comitati. Ora
le circoscrizioni non ci soni più, a
maggior ragione bisogna trovare
forme per far partecipare i cittadini
alle scelte».
Fine delle nuove costruzioni (molte
fra l’altro sono ancora invendute),
nuove soluzioni alla viabilità (le
strade del quartiere sono strette e
senza marciapiedi), e poi – terza
richiesta dei comitati – una spinta
decisa al nuovo parco dell’Astichello, che si sviluppi sia sulla sponda
destra che su quella sinistra del
fiume, realizzando il progetto della
pista ciclabile che dall’ospedale si
dirami fino al parcheggio di viale
Cricoli e oltre, verso la Marosticana. Un’opera che fra l’altro permetterebbe di far incontrare gli abitanti
di via Monte Asolone e di via Bedeschi, così vicini e così lontani.
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cultura
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12
pag
ViPiù
cultura
Jazz,
ed è subito Festival
È la settimana di Vicenza Jazz: dieci giorni di concerti con artisti come i Buena Vista Social Club
e Bollani. Filo conduttore, i legami con il Nord Europa
Il direttore artistico Brazzale: “L’edizione più importante degli ultimi anni”
D
Perché avete scelto di concenieci giorni di musica di alto litrare l’attenzione proprio su
vello, quasi settanta concerti,
questo aspetto?
un diluvio di note che si prepara
“Quando si organizza un festival si
ad invadere teatri, piazze e locali
cercano dei motivi, dei filoni temadella città. Da sabato 9 maggio tortici. A volte ci si basa su anniversana Vicenza Jazz, il festival che da
ri o eventi particolari: questa volta
quattordici anni scandisce le prino. Prima o poi dovevo pensare al
mavere vicentine e che quest’anno,
baccalà e alla nostra storica parencome ci spiega il direttore artistico
tela con la Norvegia, e l’ho fatto
Riccardo Brazzale, si presenta con
quest’anno”.
uno dei cartelloni più
Quali sono le noricchi ed interessanti
vità e gli elementi
degli ultimi tempi. Il
di punta di questa
tema scelto come filo
edizione del Festiconduttore di questa Prima o poi
val?
edizione è “Il jazz che dovevamo
“Va
detto
che
viene dal freddo”: un
quest’anno, con la
po’ anomalo, visto pensare
nuova amministrache nell’immaginario al Baccalà e al
zione e con il ritorcollettivo il jazz è la nostro legame
Luca Trivellamusica di New Orlecon la Norvegia noto,diabbiamo
avuto
ans e degli afro-amemaggiori
risorse
ricani del sud degli
economiche: quindi
Stati Uniti. O no?
anche la possibilità di chiamare un
“Guardi, a partire dagli anni ’60
numero maggiore di artisti di alto
il jazz ha cominciato ha incontralivello rispetto agli ultimi anni, e di
re e ad interessare anche musiche
fare cose particolari. Il concerto di
di origine non afro-americana, e
John Zorn è una produzione origiquindi si è aperto ad influenze etnale; quello di Jan Garbarek non è
niche e folk di vario tipo. Ad un
nostra, ma è uno spettacolo molto
certo punto, all’incirca dagli anni
importante. E una cosa originale è
’70, l’Europa ha cercato di costruanche quello della Mingus Dinaire una propria identità, di non
sty, che secondo me è un classico
essere solo quella che copiava la
progetto da festival. Mi spiego:
musica arrivata dall’America, e in
con nomi come Zorn, Garbarek o
questo percorso è passata attraBollani è facile pensare di riempiverso la valorizzazione di aspetti
re la sala, con la Mingus Dinasty
regionali. Ci sono state etichette
meno. Però il compito di un festimolto importanti che hanno dato
val è anche quello di fare spettacoli
molto spazio alla world music, e
che non siano dei sicuri successi
questo ha portato all’incontro con
al botteghino. Quest’anno c’era il
musiche e musicisti del nord Eucinquantesimo anniversario di un
ropa. Così gli aspetti ritmici e del
capolavoro come “Mingus Ah Um”
suono tipici del jazz afro-americae il trentesimo della morte di Charno hanno ormai perso molte delle
les Mingus, e abbiamo organizzato
loro caratteristiche originarie, e ci
questa cosa, con l’orchestra che
sono molti musicisti nordeuropei
torna a suonare un disco storico.
che fanno jazz con uno stile molto
Poi c’è il concerto dei Buena Vista
personale”.
Social Club, che è un regalo che abbiamo voluto fare alla città: perché
i Buena Vista una sala l’avrebbero
riempita di sicuro”.
Quest’anno, dal punto di vista organizzativo, c’è stato un
ritorno alle origini. Accanto
a lei sono tornati Francesca
Lazzari come assessore alla
cultura, Luca Trivellato, e
Luca Berton del Panic. Come
si rifletterà sul Festival tutto
ciò?
“Che Trivellato sia tornato, tra l’altro mettendo a disposizione qualcosa in più di quello che faceva prima, è un bel segnale. Ma al di là dei
soldi è una questione di crederci:
l’anno scorso c’era il commissario,
l’anno prima tutta l’attenzione era
per il nuovo teatro.... Non dico che
il Festival fosse trascurato, perché
è andato avanti bene lo stesso. Ma
si è sentito messo un po’ in secondo piano. Quest’anno si è tornati a
dire che è importante, e sono cose
che fanno bene”.
Si era parlato di utilizzare anche spazi urbani inediti. Quali?
“Questo è un aspetto in cui abbiamo ottenuto un po’ meno di quello
che speravamo. Quando era stata lanciata quell’idea si pensava a
zone come l’area Domenichelli, ma
ci siamo trovati di fronte a difficoltà tecniche più grosse del previsto.
L’intenzione di trovare posti nuovi, magari nelle zone di archeologia
industriale rimane, ma per farlo
serve una programmazione più a
lungo termine. Le spese per gli allestimenti sono importanti, e se si
devono fare conviene pensarle per
più eventi”.
Negli ultimi anni i festival e
le rassegne dedicate al jazz
si sono moltiplicate un po’
ovunque. Qual è il ruolo di Vi-
i locali, che sono una conferma imcenza in questo panorama?
portante e che fanno una program“Vicenza è un festival importante.
mazione quasi a parte: in tutto loro
E’ l’unico che, in maggio, fa così
organizzano quaranta concerti,
tanti giorni consecutivi di musiche per una città non sono pochi.
ca, e con concerti a pagamento di
In una serata, tra il teatro Astra e
grande qualità. Nemmeno le granl’Olimpico, si possono trovare cindi città fanno altrettanto: ci sono
que eventi in poche centinaia di
festival che durano tre o quattro
metri. E questo che crea il clima
giorni, e di solito i concerti di aperdel festival. Tutto questo non lo
tura sono di artisti minori. Anche
noto in altre città. No,
noi quando siamo
Vicenza è importante,
partiti davamo spae la sua importanza è
zio ad artisti e gruppi
ormai riconosciuta a
locali. Ma adesso non
livello internazionale.
è più così, la qualità I concerti nei
Poi fare classifiche è
non cala mai. Non locali sono
sempre difficile”.
credo di sbagliare se
Il jazz è considedico che in primavera una conferma
rato spesso una
altri festival così non importante:
ce ne sono. Ci sono le creano un clima musica ostica, difficile. Paolo Frerassegne, ma quelle
da festival
su, però, uno dei
sono diverse, perché
principali musihanno un concerto
cisti jazz italiani,
ogni quindici giorni.
ci ha detto un paio di anni fa
Oppure ci sono le rassegne regioche in realtà il jazz è musica
nali, che però non hanno un’idenpopolare per eccellenza, pertità forte, perché fanno un concerché era la musica della vita
to da una parte, uno dall’altra e
quotidiana. Come stanno le
così via. Qui ci sono dieci giorni
cose?
consecutivi di musica, e poi ci sono
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cultura
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Dal Buena Vista a Bollani, tutto il programma
foto Johann Sauty
Dopo l’apertura in grande stile di
venerdì 8 maggio con il concerto
in esclusiva del sassofonista John
Zorn e del pianista Uri Caine, Vicenza Jazz entrerà nel vivo a partire da sabato 9. Alle 18, in Campo
Marzo, suona The Unknown rebel
band, alle 20 al Pedrollo gli allievi del conservatorio interpretano
“Quadri di un’esposizione” di Musorgskij, mentre in piazza dei Signori, alle 21 a ingresso libero, ci
sarà la prima italiana nella tournée
europea dei cubani del Buena
Vista Social Club. Chiuderà la
serata, alle 22, al Panic Jazz Café
Trivellato del Teatro Astra, il concerto della Jazz Vicenza Orkestra
con Tom Harrell.
Il piatto forte di domenica 10
è il sassofonista norvegese Jan
Garbarek, che porterà al Tem-
pio di S. Lorenzo un significativo
programma quale “Officium” con
l’ensemble vocale Hilliard, particolarmente adatto alla sacralità del
luogo (ore 21). Lungo le ore pomeridiane della domenica il centro
città si colorerà di jazz non solo con
i suoni coinvolgenti dei Funk Off,
ma pure con iniziative enogastronomiche che non mancheranno di
ricordare il legame fra Vicenza e le
coste norvegesi.
Lunedì 11, all’Olimpico (ore 21),
tocca alla pianista Geri Allen in
duetto con un ballerino di tip tap;
martedì 12 spazio ad un jazz più
tradizionale con un artista come
Dave Holland, mentre mercoledì 13 si passerà a un cosiddetto
italian must: il pianista Stefano
Bollani in una singolare esibizione “3x1” al Teatro Comunale, pri-
ma con una solo performance, poi
con i suoi “Visionari” e, fra l’uno e
gli altri, in duo con la cantante Irene Grandi.
Giovedì 14 e venerdì 15, tornerà il jazz mainstream di grande
sostanza: prima il quintetto di Terence Blanchard e poi, ancora
una volta in produzione originale e
in esclusiva, la Mingus Dynasty,
per l’esecuzione di un concept-album capolavoro quale “Mingus Ah
Um” del quale ricorre quest’anno
il mezzo secolo. Mentre la giornata conclusiva di sabato 16 vedrà
protagonisti gli “Yellowjackets”
con il sassofonista Bob Mintzer.
Poi ci sono i concerti nei locali della città, le esibizioni nelle piazze, le
“seconde serate” al Panic Jazz Café
Trivellato: lo spettacolo, insomma,
è assicurato.
E al Lamec ecco i violini spezzati di Arman
“La verità sta nel mezzo. Credo
che sia necessario distinguere,
quando si parla di jazz. C’è il pubblico che compra i dischi, che non
è molto numeroso e che segue
una musica che sicuramente non
è popolare. Poi c’è il pubblico dei
jazz club, dove va l’appassionato
ma anche chi vuole solo passare
una bella serata. E poi c’è la produzione di piazza: il jazz dal vivo
ha sempre un sapore particolare;
anche quando è musica difficile,
vedere un musicista che improvvisa ha sempre il suo fascino.
Infine, è vero che sotto la parola
jazz ormai si infila di tutto, e c’è
una varietà di situazioni che si
è allargata molto: spesso il jazz
è un contenitore dove c’è dentro qualsiasi cosa. I Buena Vista
Social club, in realtà, non fanno
jazz, fanno musica cubana, anche
se improvvisano. Così come Paolo
Conte quando fa swing”.
Proviamo a dare qualche
consiglio a questi pubblici
così diversi. Un concerto per
chi non si è mai avvicinato
prima al jazz?
“Forse il concerto finale degli Jellowjackets, che fanno una musica
un po’ funk che può interessare
anche a chi ama le cose un po’ elettriche”.
Un concerto, invece, per chi
ama il jazz più tradizionale e
orecchiabile?
“Direi Terence Blanchard, che fa
jazz vero, ma è molto orecchiabile.
Infatti fa tutte le colonne sonore dei
film di Spike lee”.
Un appuntamento, infine, per
chi cerca la sperimentazione e
l’originalità?
“E’ che non c’è più posto, se no direi John Zorn. Oppure Stefano Bollani, che fa di tutto e lo fa bene: fa
jazz, suona cose più semplici, racconta anche le barzellette. Oppure,
ancora, Geri Allen, che è una pianista che questa volta suona insieme ad un ballerino di tip tap. Nella
programmazione noi cerchiamo
sempre di differenziare. Prendiamo la serata con Blanchard: prima
di lui suona un gruppo norvegese
che fa cose molto particolari. Ecco,
in quel concerto si vedono davvero
le due facce del jazz”.
In occasione della XIV edizione
di New Conversations - Vicenza
Jazz, il Comune di Vicenza, in collaborazione con la Galleria Arte
Sgarro di Lonigo, presenta una
mostra monografica sull’artista
francese Arman. Allestita al LAMeC (Basilica Palladiana), l’esposizione propone circa trenta opere che raffigurano i celebri violini
e strumenti musicali, distrutti,
ricomposti, e successivamente colorati con violenti colpi di colore
che ricordano alcuni movimenti
del judo.
Arman, al secolo Armand Fernandez, nasce a Nizza nel 1928.
È tra i primi firmatari (insieme
a Klein, Hains, Raysse, Tinguely,
Villeglé, Dufrêne) ed esponente
di rilievo del Nouveau Réalisme,
il movimento nato attorno al critico Pierre Restany che, nell’aprile del 1960, ne stilò il manifesto.
Il Nouveau Réalisme deriva, pur
prendendone le distanze, dalle avanguardie dadaiste di inizio secolo, delle quali riprende
l’atteggiamento dissacrante nei
confronti dell’arte tradizionale.
Interrogandosi sulla civiltà dei
consumi, sull’oggetto-prodotto e
sull’obsolescenza delle merci, gli
artisti del movimento si trovano
a riflettere sulla derealizzazione
della “cosa”, che diventa spazzatura, e intendono riqualificarla
in quanto cimelio. In questa prospettiva storica si inserisce la ricerca di Arman: per lui il Nouveau Réalisme significa assemblare
oggetti che la società reputa marginali e insignificanti, puntando
l’attenzione su ciò che non si nota
ed esaltando così il valore di ciò
che si utilizza quotidianamente.
Ecco dunque gli oggetti della strada spezzati, assemblati, compressi e colpiti drammaticamente da
vampe di colore, con un risultato
che scavalca i limiti dell’arte tradizionale, non essendo né pittura
né scultura.
La rassegna è aperta dall’8 al 24
maggio, tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle 10 alle 18; il sabato e la
domenica la chiusura è alle 21.30.
Ingresso libero.
movida
148 del9 maggio 2009 pag14
numero
ViPiù
movida
Astra,
Gli appuntamenti
musica e cuore
Il bar di Mopi, in contrà Barche, è da anni un must per chi ama la musica live
E per Vicenza jazz sono in calendario ben undici concerti
di Francesca Danda
C
’è un locale a Vicenza in cui
quando arrivi ti senti chiamare per nome. E, come te, tutti gli
altri avventori. Una battuta, un
sorriso, facce amiche, un giro offerto quando butta bene e musica,
a 360 gradi, sempre. Il gestore,
copia sputata di Ascanio Celestini
con tanto di eccentrico pizzetto,
non ha bisogno di presentazioni: il
nome Mopi dice abbastanza. Forse
però non tutti sanno che all’anagrafe fa Gianluca Moretto, cura
con dedizione quotidiana un orticello sotto casa e, da 8 anni, sottopone i musicisti che transitano per
il Nuovo Bar Astra ad un immancabile bacio in bocca dopo il live.
Che, indipendentemente dalla “caratura” degli ospiti, viene allestito
in un angolo minuscolo del locale,
improbabile quanto fascinoso nella sua intimità, spostando sedie e
tavolini. «Quando arrivano per il
sound check la reazione delle band
è a metà tra lo schifato e l’incuriosito – confida Mopi –, ma poi a
Una direzione artistica tutta persuonare qui ci tornano tutti!»
sonale, insomma, che accosta il
Sotto il vigile sguardo di Davide
canto difonico finlandese al can“Masini” Marzegan, fonico tuttautorato indie italiano passando
tofare, e per il piacere delle orecper il pop rock nostrano. Fino ad
chie di un’affezionata clientela di
arrivare al jazz, espressione musi“pessimi elementi”, come lo stesso
cale che, da qualche
padrone di casa ama
anno, al Bar Astra la
definirla dopo averla
fa da padrone. Anche
selezionata con cura
attraverso una pare qualche intoppo
tecipazione-satellite
(vedasi vetrina rotta
sempre più corposa –
su stradella Piancoquest’anno più estesa
li, datata 2004). Un La clientela?
di quella ufficiale, con
melting pot di vicen- Un affezionato
11 date a 9 - all’intertinità atipica e arti- melting pot
no di Vicenza Jazz,
stoide, accomunata
di “pessimi
inaugurato proprio
da una buona dose di
ieri. «Per comporre
anticonformismo ed elementi”
il cartellone parto a
un puntuale gettone
dicembre e, di solidi presenza ai concerto, scelgo di pancia»
ti aperitivo delle 19 in
spiega Mopi. Anche se, a parer
contrà Barche. Che negli anni hannostro, ha più senso parlare di
no proposto una varietà schizofrecuore, viste le sue presentazioni
nica di generi musicali, spontaneo
degli artisti in programma. Dopo
riflesso dell’estro di chi sta dietro
aver infatti ospitato i “cervellosi”
al bancone. «La tecnica viene al
Pianodramma giovedì e le “perle
secondo posto; l’importante è usadel jazz veneto” Friends venerdì,
re il cervello, ricercare ed osare».
sabato 9
BUENA VISTA SOCIAL CLUB
Piazza dei Signori – Vicenza, ore
21
Vicenza Jazz 2009 - Concerto
della celeberrima all stars cubana
Free entry
sabato 9
JACKAL METAL FEST
Jack Hole Music Club – via
Zamenhof 411, ore 22
Serata di musica metal con
i concerti di To a Skylark,
Vinterblast, Eliseum
Riservato soci Aics
sabato 9
FRANKY FOUR FINGERS +
SCHIELE
Oratorio parrocchiale di Dueville –
piazza Monza (Dueville), ore 21.30
Rassegna Live@Barchessa
2009 – doppio concerto rock
alternativo
Free entry
| Un concerto al bar Astra
nel week-end l’Astra proporrà un
binomio di “voci bellissime”: sabato 9 la padovana Lubjan alle prese
con un pop rivisitato e domenica
10 la filippina Cherry Laxamana
col suo quintetto («ha esordito
qui agli inizi…»). Per continuare,
lunedì 11, con “uno dei più grandi
organisti italiani”, Oscar Marchioni, assaporare “la mitica Chicca
Andriollo” e gli Intrigo martedì
12 e ritrovare “piezz’e core” Mauro Baldassarre in Dynamic Trio
+ Ross mercoledì 13. «Che suona
all’Astra ogni mese non perché
lavora alla SIAE: è mio vicino di
casa…». Giovedì 14 “gli uomini
jam session” del Ganesh 5et, venerdì 15 un omaggio “particolarissimo e impedibile” a Nina Simone
e sabato 16 un inedito “jazz alieno”
contaminato di elettronica con i
2 Pigeons. Per concludere in bellezza, domenica 17, con una jam
session aperta a tutti gli artisti impegnati nella manifestazione. Che
non mancheranno all’appello di
Mopi, ne siamo certi.
lunedì 11
BEACH PATROL + MONKEY’S
HILL
Centro Tecchio – viale San Lazzaro
112, ore 21
Concerto power pop dagli Usa +
concerto punk rock
Offerta libera
mercoledì 13
STEFANO BOLLANI X 3
Teatro Comunale Città di Vicenza
– viale Mazzini 39, ore 21
Vicenza Jazz 2009 – Concerto
solo e duo con Irene Grandi,
Visionari
Ticket (min. 20,00 – max 25,00
euro)
mercoledì 13
VALINCANTA’ + FORMALDEIDE
Sabotage Bar – viale dell’Industria
12, ore 21.30
Rassegna Vicenz@NetMusic concerto folk dialettale + concerto
easy listening
Free entry
sabato 9
THE GOOD MOOD BAND
Spazio Arcadia – via Paraiso 36
(Schio), ore 22
Concerto ska reggae + dj set
jamaicano a seguire
Riservato soci Arci
giovedì 14
ANTONIO GALLUCCI &
RICCARDO BERTUZZI
Degusto, Cantina della Ca’ D’Oro Contrà San Gaetano 8, ore 19
Concerto jazz
Free entry
domenica 10
TRADITIONAL IRISH FOLK
Equobar – strada marosticana
350, ore 18
Concerto di musica irlandese
Free entry
venerdì 15
TOTALLY FREE
Il Borsa Caffè – piazza dei Signori
26, ore 21
Concerto jazz elettronico con
Michele Polga e dj Butch
Free entry
domenica 10
MATTEO SABATINI NEW YORK
5ET
Bar Sartea – corso Ss. Felice e
Fortunato 362, ore 21
Concerto jazz
Free entry
venerdì 15
KANI + PUSHBACKFOR
Sabotage Bar – viale dell’Industria
12, ore 22
Road to Nettarock contest –
doppio concerto rock alternativo
Free entry
RESTAURANTE MEXICANO
HOT CACTUS
CAFÉ
La vera cucina mexicana
0DUJDULWDV‡'RVHTXLV‡&KLOLFRQFDUQH
(QFKLODGD‡)DMLWD‡0H]FDO
Tel. 0444 500302
ËJUDGLWDODSUHQRWD]LRQH
HOT CACTUS CAFÉ viale della Pace, 318 - Vicenza
movida
148 del9 maggio 2009 pag15
numero
Libertà di stampa,
lezione americana
Popcorn
Una sceneggiatura perfetta e attori impeccabili per un film da non perdere. Protagonista
della storia, un reporter che non molla l’osso nemmeno di fronte alle verità più scomode
di Giuliano Corà
P
er gli americani la libertà di stampa
non è un semplice elemento costitutivo di una società civile, ma vero e proprio mito ‘salvifico’, ultima spiaggia cui
ricorrere quando tutti gli altri valori sembrano essere caduti. Si veda il leggendario L’ultima minaccia (R. Brooks, 1952),
che questo ottimo film di MacDonald
(L’ultimo re di Scozia, 2007) ricorda per
molti versi. Anche qui siamo di fronte ad
una possibile chiusura del giornale, perché i nuovi proprietari vogliono vendite e
soldi cash ma anche per l’incalzante concorrenza di Internet. Il Direttore è una figura tormentata (una bravissima Helen
Mirren), stretto com’è tra la necessità di
far contento il ‘padrone’ e
il rispetto per il suo vecchio
redattore, Cal McAffrey (un
mostruosamente bravo Russel Crowe), che, come Bogart
nel film di Brooks, si assume-rà il dovere di cercare la ‘veri-tà’, ad ogni costo e nonostantee
tutto.
La storia va solo accennata,
a,
tanto la sceneggiatura è perfetta: intelligente, immersa nel quotidiano, con una costruzione dei tempi
semplicemente mirabile, con situazioni
di fronte alle quali non sai se commuoverti per la loro forza o applaudire per la
genialità delle atmosfere. Una sceneggiatura da Oscar, se mai ne ho vista una.
Cal inciampa in una storia banale: uno
spacciatore e un ragazzo ammazzati senza motivo, e capisce che c’è qualcosa di
strano quando, nel cellulare dello spacciatore, trova il numero dell’assistente
| Russell Crowe e Rachel McAdams nel film
del senatore Stephen Collins, impegnato
in una campagna moralizzatrice contro
una compagnia di contractors in Irak.
Quando poi la medesima assistente
viene suicidata nella metro, allora Cal
parte in caccia. Quel che trovepa
rà sarà brutto, sporco, doloroso
ed anche molto pericoloso, ma
mai, nemmeno una volta, gli
m
passerà per la mente di ritirarp
si
s o far sparire qualche carta
scomoda.
Perché la stampa
s
italiana
non ha quasi mai ispii
rato
r film come questi? Forse
per
p il rapporto particolare che
il
i giornalismo italiano ha sempre avuto con la politica. Troppo spesso
i giornalisti italiani sono politicamente
‘schierati’, o ‘in quota’, per cui prima
viene l’opinione – la loro personale, o
quella cui sono fedeli – poi il mestiere.
E’ evidente che anche Cal ‘fa politica’ –
sarebbe ingenuo e stupido negarlo – ma
la fa ‘da fuori’, da ‘professionista’ dell’informazione, che si limita ad analizzare i
fatti. Venendo all’oggi, è difficile immaginare un Cal in un paese che Freedom
House, organizzazione no-profit e indi-
pendente, ha appena declassato – unico
Paese europeo – nella classifica di quelli
in cui esiste la libertà di stampa, retrocedendolo dal gruppo dei “Paesi con stampa libera” a quelli in cui la libertà di stampa è “parziale”. La causa è, secondo F.H,
la “situazione anomala a livello mondiale
di un premier che controlla tutti i media,
pubblici e privati”. Nell’attuale classifica,
l’Italia viene retrocessa assieme a Israele,
Taiwan e Hong Kong, e in una classifica
che va da 0 (i Paesi più liberi) a 100 (i
meno liberi) l’Italia ottiene 32 voti: unico Paese occidentale con un punteggio
così basso. I primi sono cinque nazioni
del nord Europa (tanto per cambiare):
Islanda, Finlandia, Norvegia, Danimarca e Svezia: gli ultimi Corea del Nord,
Turkmenistan, Birmania, Libia, Eritrea
e Cuba. No comment, ma una sola domanda: voi ve lo vedreste Cal a lavorare
al TG4 con Emilio Fede? Io no, sinceramente. A proposito: Freedom House
non è stata fondata da un’oscura accolita
di terroristi bolscevichi, ma da Eleanor
Roosevelt, nel 1941.
State of play,
K. MacDonald, USA, 2009
La mano sinistra di Lansdale
Sul comodino
Per i fan della serie, una nuova avventura di Hap&Leonard, alle prese con un killer leggendario
Il ritmo c’è, il mestiere pure, ma i migliori lavori dell’autore sono un’altra cosa
di Giovanni Magalotti
Q
uando il loro vecchio amico Marvin
Hanson li contatta per un favore,
gli inseparabili Hap Collins e Leonard
Pine sentono di non poter rifiutare. C’è
da salvare Gadget, la nipote di Hanson,
che da qualche tempo vive insieme a
uno spacciatore che la picchia e la sfrutta.
Sembra un lavoretto facile, e in effetti il
problema si risolve in fretta: Hap e Leonard menano un po’ le mani e riportano
Gadget a casa. La faccenda si complica
quando i due protagonisti scoprono di
essere finiti loro malgrado al centro di
un gioco assai pericoloso che vede coinvolti, fra gli altri, l’FBI e un leggendario
killer di nome Vanilla Ride.
A qualche anno dall’ultima
avventura, il prolifico scrittore texano Joe Lansdale
recupera la coppia Hap & Le-onard (bianco, malinconico,
democratico ed eterosessualee
il primo; nero, esuberante,,
repubblicano ed omosessua-le il secondo), protagonista di
una serie di romanzi fra i più
ù
divertenti dell’autore. “Sotto un cielo
cremisi” è un thriller violento e sboccato,
con repentini cambi di ritmo, in alcuni
momenti più diluito e in altri più serrato;
e con i dialoghi irriverenti e le furibonde
scene d’azione, entrambi portati consapevolmente fino al parossismo, che distinguevano anche i libri precedenti.
L’impressione conclusiva è che si tratti
di un repertorio, per quanto assembla-
to con abilità, di situazioni già
lette, ad uso e consumo quasi
le
esclusivo dei fan della serie (cui
es
il volume è dedicato).
Intendiamoci: anche quando,
In
ccome in questo caso, scrive
con
c la mano sinistra, Lansdale è mediamente più originale
e interessante di molti suoi
colleghi
(tanto più che infila,
c
tra
t una battuta e una sparatoria, alcune riflessioni sulla logica della
violenza: “Magari, Leonard, la verità è
che alla fine non c’è alcuna differenza.
Noi. Loro. Siamo tutti degli assassini”).
I tempi di “Freddo a luglio” e “In fondo
alla palude”, due fra i suoi romanzi più
intensi, appaiono comunque lontani.
Joe R. Lansdale,
Sotto un cielo cremisi,
Fanucci, 320 pp., € 17
sport
148 del9 maggio 2009
numero
16
pag
ViPiù
sport
Una Cerniera da 100 e lode
Corsa in montagna
Al via domenica 17 maggio da Caltrano la prima delle tre gare organizzate dal gruppo podistico vicentino di Bruno Golin
Oltre alla Tagliafuoco e alla Superpippo-Sorapache, il 2009 è l’anno della prima “100 chilometri” in provincia
Partenza e arrivo a Isola Vicentina il 5 e 6 settembre
del CAI, dagli skyrunners alpini
ai marciatori domenicali, attraendo sia il tradizionale popolo delle marce non competitive FIASP
che i moderni seguaci del Nordic
Walking, la camminata con i bastoncini arrivata dalla Finlandia.
di Paolo Mutterle
Praticamente tutti gli esponenti
dell’attività fisica su percorsi na’è chi, dopo una vita di lavoro,
turali, intenditori dello sport come
non cancella la passione per
percorso di fatica per raggiungere
lo sport e continua a praticarlo e
la gioia della meta.
a farlo praticare. C’è chi invece
Spesso le stesse gare della Cerniededica il suo tempo libero al vora vengono ripetute annualmente;
lontariato per dare una mano a
sempre vengono analizzate, stuchi versa in stato di sofferenza. Ma
diate, migliorate e a volte tolte dal
c’è anche chi riesce a fare tutte e
calendario, per essere sostituite da
due le cose insieme, come Bruno
nuove avventure. Per la Corsa del
Golin, entusiasta presidente del
Trenino e la Calà del Sasso la stogruppo La Cerniera, il sodalizio
ria è per il momento finita, anche
podistico che negli ultimi anni ha
per le mille difficoltà organizzatiorganizzato alcune delle più belle
ve. “Da questo punto di vista sarei
gare in montagna della provincia:
un nomade - racconta Golin - e poi
la Corsa del Trenino, la Superpipnella nostra provincia abbiamo
po-Sorapache, la Calà del Sasso, la
tanti posti che meritano di esseTagliafuoco. Non tutti i suoi soci
re conosciuti. Ogni anno, verso
sono pensionati come Golin, ma
ottobre, ci mettiamo a tavolino e
quello che li accomuna veramente
decidiamo le corse per la stagione
è di essere tutti volontari, con una
successiva”.
visione romantica della corsa, un
Ed ecco allora il menù per il 2009,
po’ pazzi e soprattutto generosi,
che come sempre si presenta gudato che gli utili delle manifestastoso e succulento: si parte il 17
zioni sono stati devoluti alla Croce
maggio con la 3a Tagliafuoco, da
Rossa, ai Medici Senza Frontiere,
Caltrano a Malga Foraoro, la priai Villaggi SOS, a Emergency, alla
ma vera manifestazione stagionaPastorale Missionaria e alle adole di corsa in montagna, che dalla
zioni a distanza. “Ma quello che
fascia pedemontana
otteniamo è più di
porterà i concorrenti
quello che diamo”
ai 1376 metri di uno
chiarisce
l’anima
dei più bei davanzaorganizzativa della
Il nome
li dell’Altopiano di
compagnia, che abAsiago sulla pianura
biamo
incontrato del gruppo
veneta dopo 11,5 km
nella sua abitazione deriva
a passo libero. Stessa
di strada Marostica- dal fatto che
distanza, ma dislivelna 150, anche sede
lo verticale ancora
dell’associazione La uniamo spirito
agonistico
più impegnativo per
Cerniera.
la Superpippo - SoInnanzitutto va spie- e amatoriale
rapache (che prende
gato il nome: “Siamo
il nome dalla storiun gruppo amatoriaca corsa sul Pasubio
le, ma ci piace l’agodello scorso decennio dedicata
nismo. Le nostre corse sono di caalla memoria di Roberto Gemo,
rattere non competitivo, ma viene
sempre con arrivo a Cima Forni
stilata una classifica complessiva.
Alti ma con un percorso diverso),
Insomma, siamo in mezzo a due
in programma il 4 ottobre con
mondi e cerchiamo di collegarli.
partenza da Posina. Le due gare
Non ci interessa vincere o allevasommate andranno a determinare
re dei campioni, questo lo fanno
il 4° Trofeo Terre Alte. E poi c’è la
già altre società; noi cerchiamo di
nuovissima “100 e Lode”, non solo
organizziamo delle belle gare, con
una semplice corsa, ma un lungo
tanta buona volontà e attenzione,
viaggio, un’esperienza mistica, un
per beneficenza, per far conosce“massacro” fisico e mentale che
re le bellezze del nostro territorio
al suo debutto si preannuncia già
e per lasciare un buon ricordo ai
indimenticabile. Si tratta della
partecipanti”. Non è un caso che
prima 100 chilometri vicentina,
questi eventi (pur senza raggiunun’ultramaratona che metterà a
gere numeri roboanti, il record è
durissima prova non solo i partedi 600 pettorali al via) richiamicipanti, ma anche gli organizzatono un ventaglio piuttosto ampio
ri. La partenza è prevista per le 10
di sportivi, che spazia dai fondisti
di mattina del 5 settembre da Isola
dell’atletica a quelli dello sci, tra
Vicentina. Il percorso misto-colliappassionati di orienteering, lo
nare accompagna gli atleti fino a
sport dei boschi, ed escursionisti
www.lacerniera.it
C
| Gli eventi del gruppo La Cerniera permettono di apprezzare alcuni dei panorami più suggestivi della provincia
Recoaro Terme, dove dopo 42 km
li aspetta l’ostacolo maggiore: i 12
km di ascesa fino a Campogrosso.
La terza parte sarà infine una lunga discesa per fare ritorno a Isola,
dove lo striscione d’arrivo resterà
appeso fino a 22 ore dal via per attendere l’ultimo concorrente (che
dovrà arrivare entro le 8 del mattino successivo). Ognuno potrà
scegliersi il proprio obiettivo, dato
che sono previsti dei traguardi intermedi a Recoaro e a Pian delle
Fugazze, e per allargare la partecipazione è stata studiata anche
la formula della staffetta a tre
frazionisti. Ad ogni modo è possibile (anzi, consigliato) leggere i
consigli di Antonio Pasqualotto,
preparatore atletico e allenatore
di corsa in montagna, riportati
sul libretto di presentazione scaricabile anche dal sito www.lacerniera.it. “La 100 e Lode va oltre
la corsa - conclude Golin - è un
modo di conoscersi, una gara in
cui si può andare in crisi e uscirne
una decina di volte. Per noi è un
esperimento, ma abbiamo già una
sessantina di iscritti, di cui 5-6 sopra i 75 anni. L’idea ce l’avevo in
testa da tempo, da quando andavo
a Firenze alla 100 km del Passato-
re con Vittorio Spinato, un amico
che ora non c’è più. Organizzare
una gara del genere è un impegno
che porto avanti anche per lui.
Sarà una corsa romantica, dura,
selettiva”.
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Piazzale Fraccon, 2 (di fronte alla scalette di Monte Berico)
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sport
148 del9 maggio 2009
numero
17
pag
Brogliano, pallavolo in giallo e rosa
La società
Ottanta tesserati, di cui la metà nel mini-volley: la Libertas Cultura e Sport chiude il primo anno di attività con un bilancio positivo
Grazie alla voglia di divertirsi e al sostegno di Comune e sponsor
di Alida Pretto
L
a pallavolo a Brogliano esiste
da molti anni ma da questa
stagione, con la nascita della Libertas Cultura e Sport, si è tagliato
il cordone ombelicale che la teneva legata al Castelgomberto e si è
deciso di puntare soprattutto sui
giovani.
Le basi della nuova realtà sportiva, presieduta da Fabrizio Ubaldi,
però, erano state gettate tre stagioni fa, quando “le vecchie” si erano
staccate dal Castelgomberto ed
erano partite dalla terza divisione
proprio a Brogliano, con lo Yellow
Volley, che ora è diventato il nome
delle squadre. Strada facendo si
è deciso di creare in paese anche
un settore giovanile autonomo ed
ecco allora la nascita di questa società. L’unico legame con il paese
confinante è la prima divisione
femminile che, per non perdere
non a quello indetto dalla Fipav,
i diritti, gioca sotto la denominache era stato valutato troppo imzione CB Volley Brogliano, ma che
pegnativo per le caratteristiche
ufficialmente non ha a che fare
delle giovani atlete.
con la Libertas Cultura e Sport,
Il gruppo under 20,
anche se tre delle
che partecipa al camquattro
allenatrici
pionato di terza didella società (Elisa
visione under 20 è
Massignan, Martina
molto eterogeneo sia
Guitto, Alessandra
come età (comprenSchiavo e Manuela La società
de le ragazze nata dal
Zini) giocano proprio ha deciso
1990 al ‘93), che come
in quella squadra.
capacità tecniche, ma
I numeri sono subito di puntare
il collante e la voglia
importanti, visto che sulle giovani
di fare e divertirsi.
la società conta già
Infine la società ha
un’ottantina di tes- e sul nome
una formazione miserati, di cui 45 sola- Yellow Volley
sta: alcune ragazze
mente per quanto ri“fuori età” volevano
guarda il mini-volley,
continuare l’attività
con le ragazzine - i
pallavolistica, ma da sole non ragmaschietti evidentemente prefegiungevano un numero sufficiente
riscono il calcio - che sono state
a formare la squadra ed ecco allora
divise in due gruppi.
l’idea di aggregare a loro dei “colAndando in ordine d’età crescenleghi” per un mix di sport e diverte, l’under 12 ha superato la prima
timento.
fase del torneo Braccio di Ferro
Tutte le squadre si allenano due
e sta ora disputando la fase finavolte a settimana ed essendo una
le, dove il rapporto è un po’ più
delle poche attività femminili
pesante, ma le prospettive per le
di Brogliano è sostenuta anche
stagioni avvenire sono abbastanza
dall’amministrazione comunale
rosee.
che ha concesso una buona dispoL’under 14, invece, ha partecipato
nibilità della palestra.
con successo al campionato Aics e
ERBORISTERIE
1979-2009
| Dall’alto a sinistra: Under20 e Under14. Sotto: Squadra Mista e Under12
A dare una mano alla squadra
mista c’è anche Ezio Sambugaro,
membro del consiglio direttivo
della Fipav Vicenza e responsabile
del settore beach volley, che ci tiene a dire due parole sulla cosiddetta pallavolo da spiaggia: “Il campo
da beach è stato un punto di riferimento e ritrovo per tante ragazze
Prini...e ultimi
C
’è un solo precedente di rimonta da 0-2 in una serie di
finale scudetto. Risale al 2004,
quando la Foppapedretti Bergamo
recuperò lo svantaggio e si impose
3-2 sull’Asystel Novara al termine di una serie memorabile. Ora
tocca proprio a Novara operare la
rimonta se vuole vincere lo scudetto 2009. Difficile, ma non im-
a cura di Roberto Prini telecronista Sky Sport
possibile per le Asystelle. Difficile
perché la squadra di Pedullà sta
perdendo alcuni dei suoi pezzi migliori (Rosso e Feng ko in gara 2,
dopo l’infortunio di Podolec). Non
impossibile perché, nonostante gli
infortuni, Novara ha dimostrato
di poter stare alla pari con Pesaro
per larghi tratti di gara 1 e gara 2.
Nelle due partite giocate in un Pala
Campanara stracolmo (a proposito, si mormora che per l’eventuale
gara 5 si potrebbero aprire le porte
dell’Adriatic Arena…) la Scavolini
ha più volte provato la fuga, ma
Novara è sempre rientrata sul finale di set, piazzando la volata decisi-
va in due circostanze e fallendo un
set point nel primo set di gara 1.
Negli otto set giocati, per sei volte
si è andati ai vantaggi o comunque
chi ha vinto lo ha fatto col minimo
scarto (25-23). In due soli parziali
Pesaro ha dominato in lungo e in
largo come era solita fare nel corso
della stagione.
Per gara 3 altro sold out, questa
volta allo Sporting Palace di Novara: 5200 gli spettatori previsti con
oltre 2000 mila persone rimaste
senza biglietto. Un’intera città si
stringerà attorno a Cardullo e compagne. Basterà per fermare l’Invincibile Armata di Zè Roberto?
Obiettivo 2009:
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d
!
i
n
n
a
30
cia”. (Il campo di Brogliano, che
negli anni scorsi si trovava dietro
alla scuola elementare, è stato
quest’anno spostato vicino al campo da calcio). La società sopravvive grazie all’autofinanziamento e
a qualche grosso sponsor, come la
Cesaltig srl, da sempre vicina alla
pallavolo Brogliano.
che avevano smesso di giocare a
pallavolo: l’under 20 è nata proprio da lì, da ragazze che dopo
aver passato un’estate a giochicchiare sulla sabbia hanno deciso
di tornare in palestra. Spero che
questo possa essere un esempio ed
un incentivo in più per creare nuove strutture per il beach in provin-
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Vicenza
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dalla parte del torto
148 del9 maggio 2009
numero
18
pag
Referendum, riforma liberticida
I riformisti di destra e sinistra inneggiano ad una legge elettorale peggiore di quella che sancì la dittatura fascista
Due soli partiti, un solo totalitarismo “democratico”
di Alessio Mannino
I
l tormentone delle ultime settimane si è concentrato sul denaro pubblico che si sarebbe potuto
risparmiare accorpando il referendum sulla legge elettorale alle
elezioni europee e amministrative
(election day): 400, 200 o 100 milioni, a seconda delle fonti. Soldi
utilizzabili subito per gli aiuti ai
terremotati abruzzesi. Invece, colpevole una Lega che dalle conseguenze della riforma referendaria
ne uscirebbe spodestata del suo
ruolo di ago della bilancia al Nord,
le urne per cambiare la legge elettorale dovrebbero aprirsi il 21 giugno. Questa la versione dei fatti
nota a tutti. Perché poi c’è la parte misconosciuta. E cioè i quesiti
stessi, che nessuno dei grandi media si è preso la briga di spiegare.
Soprattutto nella loro devastante
portata liberticida.
Il secondo punto (terzo quesito)
prevede l’eliminazione della possibilità di candidature multiple in
più circoscrizioni e mira a togliere
di mezzo il malcostume di far presentare ovunque candidati forti
(come l’onnipresente acchiappavoti Berlusconi, per esempio) per
poi far subentrare in parlamento i
secondi, terzi, quarti in lista etc. E
si tratta del solo aspetto “positivo”,
sempre volendo ragionare all’interno della democrazia cosiddetta
“rappresentativa”.
L’obbiettivo ultimo del comitato
trasversale a sostegno del referendum – Fini e Alemanno per AnPdL, Di Pietro e la sua IdV, Parisi
e il “defunto” Veltroni per il Pd, ma
anche il neosegretario Franceschini e lo stesso premier hanno detto
che voteranno sì – è finire il lavoro iniziato nei primi anni ’90 con
l’introduzione del sistema maggioritario: semplificare il panorama
politico italiano fino a ridurlo a
due sole forze, fagocitanti e onnipotenti.
Chi ci guadagna
L’Italia dei Valori, dominata
dall’indefessa volontà di Tonino di
Bipartitismo
Non staremo qui a tediarvi coi det- cavalcare ogni spinta anti-partitotagli. Badiamo al sodo: la proposta cratica, si schiera come supporter
del comitato guidato da Mariot- perché forte di consensi in ascesa, e soprattutto per
to Segni e Giovanni
il fatto che, con uno
Guzzetta si divide
schema bipartitico, il
sostanzialmente in
Pd sarebbe ricattabidue punti. Il primo
le: o si fa “invadere”
riguarda l’abolizione
dalle truppe dipietridei collegamenti tra
ste acconsentendo a
liste e l’assegnazione
liste comuni, o non
di un premio di mag- La Lega
avrà mai la minima
gioranza alla lista è contraria
chance di superare
«che abbia ottenuto per ragioni
in percentuale i rivali
il maggior numero di
di bottega
del PdL. Ed in effetseggi» (quesito 1 e 2),
ti il Pd, malconcio
con uno sbarramento
com’è, non avrebbe
del 4% alla Camera e
dell’8% al Senato. In parole pove- in teoria nessun interesse a sponre, i partiti non potranno più alle- sorizzare un sistema elettorale che
arsi e saranno costretti a fondersi assicurerebbe al centrodestra, che
in due soli maxi-formazioni (bipar- ha già la maggioranza relativa, la
titismo), dovendo in ogni caso su- maggioranza assoluta ad aeterperare una soglia minima di prefe- num.
renze. Chi fra i due colossi prende In realtà il Pd ne sarebbe comunpiù voti conquista di diritto il 51%. que trasfigurato ad opposizione
unica, e chissà che un domani,
scomparso il Berlusca dalle scene, il PdL non si sfaldi e la sfida
si riapra. Perché questi due nemici-fratelli, Pd e PdL, hanno già
compiuto la parabola “americana”
vagheggiata dai referendari. E
ingabbiando con le sbarre di una
legge così rigida la competizione
elettorale, ne sarebbero entrambi
i beneficiari. Tuttavia, come si è
visto col siluramento dell’election
day da parte leghista, un taglio
così netto trova la strenua resistenza di chi, al contrario, ci rimette. Come la Lega. Il Carroccio
intende restare ben incollato alle
poltrone di governo senza farsi
inglobare nel nuovo partitone a
immagine e somiglianza di Silvio.
Ora, se l’esecutivo in carica dovesse essere fatto cadere dal PdL per
andare a elezioni anticipate con
una legge che vieta alleanze obbligate, sarebbe messa fuori gioco e
la sua forza di ricatto nelle regioni
settentrionali svanirebbe. (E non
sarebbe affatto un male, se i leghisti ridimensionati a movimento di
disturbo tornassero alle ragioni di
protesta delle origini, tuttora validissime).
Acerbo bis
Ma al di là degli interessi di bottega, diciamolo forte e chiaro:
nel merito, hanno ragione Bossi
e i suoi. Questa riforma è peggio
della legge Acerbo con cui nel ’24
il fascismo avviato alla dittatura
s’impossessò del parlamento. Perché persino i seguaci di Mussolini
fissarono una percentuale minima
(25%) senza la quale non si poteva
accedere al premio di maggioranza
dei due terzi. Gli attuali campioni
della democrazia “avanzata”, neppure questo. Siamo già in un regime in cui i partiti fanno il bello e
il cattivo tempo coprendo affari e
ingrassamenti dei potentati economici e finanziari, ma ancora è tutelata una qualche blanda varietà
d’idee. Con la vittoria del referendum, ogni diversità, soprattutto
quella di chi si non riconosce nel
sistema tout court, verrebbe azze-
| Mario Segni
rata in partenza. Non ci sarebbe la Fascio referendario
minima possibilità di far entrare E questa ce la chiamate “democranelle aule parlamentari nemmeno zia”, cari squadristi del fascio refeun esponente di movimenti più o rendario? Segni e Guzzetta, i pasdameno alternativi, tutto e tutti do- ran di questa Acerbo bis aggiornata
vrebbero intrupparsi in due mega- e peggiorata, naturalmente risponpartiti senza la tessera dei quali si derebbero facendo professione di
perderebbe la cittadinanza politi- fede democratica. Una patente che
ca. Due giganteschi comitati d’affa- dovrebbe esser loro tolta seduta
ri che avendo in comune il dogma stante, dato che se passa la loro
del mercato über alles, opportu- sciagurata paranoia semplificatoria
namente santificato dai riti car- priveranno i milioni di italiani che
tacei (le “libere” elezioni), si rive- non si riconoscono né nel Pd né nel
lerebbero per quello che già sono: PdL di quel poco di democrazia che
un partito unico con un pensiero resta loro. Chi non si conformerà
vedrà di fatto cancelunico. Si mettereblato il proprio diritto
be il sigillo finale ad
ad esprimere il voto.
un’involuzione della
Trionferà un totalitapolitica italiana da
rismo a due teste, e
grande lotta di ideali Se vincessero
tutte le altre verranno
e visioni del mondo i referendum
decapitate. A meno,
a connivente ammis’intende, di non farnistrazione dell’esi- chi non vota
sene gregari. I “riforstente,
dividendosi Pd o Pdl
misti” - che hanno
in cordate a seconda non avrebbe
chiamato Segni a Videgli azionisti di ripiù diritti
cenza – esulteranno.
ferimento
(banche
Chiamiamoli col loro
signore del debito
nome: fascisti. I veri
pubblico,
industrie
finanziatrici, imprenditori amici, democratici, invece, non andranno
proprietari di giornali e televisio- a votare, affossando il quorum. E
ni). La trasformazione delle idee sarebbe ora che disertassero la farin slogan intercambiabili sarebbe sa delle urne per sempre, fin quancompleta, e la libertà che ci reste- do non avremo l’unica democrazia
rebbe, a noi sudditi, si ridurrebbe degna di questo nome: diretta, su
a scegliere fra due etichette di uno base locale, semmai proporzionale
e libera dalle mafie partitiche.
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148 del9 maggio 2009
numero
botta&risposta
nome e cognome
Gianni Gastaldon
Fondatore del circolo culturale
“Ossidiana”
età
57
luogo di nascita
Vicenza
titolo di studio
perito industriale
professione
insegnante
segni particolari
spiritoso
Gianni
Gastaldon
Il tratto principale del mio
carattere
L’allegria
Quel che detesto più di tutto
L’ipocrisia
La qualità che preferisco in
un uomo
La sensibilità
Il personaggio storico più
ammirato...
Il primo che mi viene in mente è
Nelson Mandela
La qualità che preferisco in
una donna
La dolcezza
Quel che apprezzo di più nei
miei amici
La capacità di ascoltare
Il mio principale difetto
L’irruenza
La mia occupazione preferita
Viaggiare
Il mio sogno di felicità
Non lo so
Quale sarebbe, per me, la più
grande disgrazia
La perdita di una persona cara
...e quello più disprezzato
Berlusconi (purtroppo è già
storico)
Il dono di natura che vorrei
avere
Tenere la bocca chiusa quando
serve
Come vorrei morire
Felice
Stato attuale del mio animo
Tranquillo
Quel che vorrei essere
Un musicista professionista
Il mio prossimo impegno
nella vita
Realizzare un progetto che per
scaramanzia non dico
Il paese dove vorrei vivere
New York (non l’America, New
York)
Il mio credo politico o ideale
Ricavatelo da quanto detto sopra
Il piatto a cui non so
rinunciare
Il formaggio
I miei libri della vita
Sono cambiati a seconda delle
stagioni della mia vita. Ora non ne
ho uno in particolare
Cosa mi piace e cosa non mi
piace di Vicenza
Mi piace l’atmosfera; non mi
piace l’incapacità di osare, di
pensare più in grande dal punto
di vista culturale
I miei poeti preferiti
Montale, Fabrizio de Andrè, ma
anche altri
Cosa mi piace e cosa non mi
piace dei vicentini
Non saprei dire, ci sono i belli e i
brutti ovunque
I musicisti che mi piacciono
di più
Molti Jazzisti dal Be-Bop in
poi e Dvorak, Tchaikovski, ma
anche Eric Clapton, Vasco Rossi,
Zucchero…
Le colpe che mi ispirano
maggiore indulgenza
Gli errori fatti senza cattiveria
I miei pittori preferiti.
Van Gogh, Caravaggio, Mondrian
I miei film preferiti:
Tantissimi troppo lungo l’elenco,
il genere Western mi piace perché
mi evoca l’infanzia
19
pag
Il mio motto
Ne ho due: Il primo dice “Le
cose piacevoli della vita o sono
illegali, o sono immorali o fanno
ingrassare”, il secondo “Posso
resistere a tutto tranne che alle
tentazioni”
RIVOLGETEVI AL
CAF UIL
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un pezzo di cuore biancorosso
Il PAT, ereditato dal centrodestra,
prevede l’affrancamento dell’area del
Menti per destinarla ad usi universitari e colloca a Vicenza Est, per l’appunto
su terreni di una società privata, il nuovo Stadio e la così detta Cittadella dello
Sport. (…) In gioco ci sono all’incirca
20 ettari di terreni agricoli inutilizzati
da anni, che ad una stima ragionevole
possono aggirarsi sui 2 milioni di euro.
Questi, allorché sarà variata la destinazione d’uso come previsto dall’Accordo - mediante uno specifico Piano
Urbanistico Attuativo - otterranno un
aumento di valore che, in base ad un
calcolo prudenziale, può essere stimato in 40 milioni di euro. Di certo un
buon affare per i privati, ma lo è anche
per il Comune? (…) in analoghe situazioni che prevedano una valorizzazione urbanistica di lotti privati, il Comune di Altavilla chiede per sé il 40%
della potenzialità edificatoria ottenuta,
mentre Padova, per i suoi PIRUEA
pretese non meno del 70%. Ecco perché ritengo singolare la richiesta di Variati di ottenere come compensazione
l’abbattimento del Menti. Si dirà: ma
i privati costruiscono il nuovo Stadio
e la Cittadella dello Sport a loro spese.
Grazie tante, tutti gli impianti sportivi
rimangono di loro proprietà così come
gli introiti, senza contare il business
delle attività commerciali.
Ciro Asproso
Il Giornale di Vicenza
6 maggio 2009
E’ scientificamente dimostrato che le
risposte ai vari stimoli sotto l’influsso
dell’alcool variano in modo notevole
da soggetto a soggetto. Qualcuno può
essere pericoloso a 0,60, qualcun’altro
perfettamente normale a 1! Ecco quindi la mia proposta: stabilire un pannel
di accertamenti psicofisici, valutando
le risposte ai diversi tassi alcoolici, (volontariamente e a proprie spese) riportando sulla patente il tasso alcolico più
elevato che consente ancora risposte
perfettamente normali ai test.
Luciano Bevilacqua
Il Gazzettino
5 maggio 2009
Con soli 500 euro diventa socio della Minetti Vicenza,
VICENZACLUB
Purtroppo, col “porcellum”, i parlamentari di maggioranza sono esecutori della volontà dell’esecutivo e il parlamento in questa legislatura è un ufficio
“disbrigo” del governo. Unica missione, trasformare in leggi i decreti. I poteri ne risultano stravolti: l’esecutivo fa
le leggi, le Camere eseguono ordini.
Luigi Zanda
La Repubblica
3 maggio 2009
la squadra di volley femminile della Joy Volley Vicenza Srl, che da 11 anni difende i colori biancorossi in A1
e cura un vivaio unico e pluriscudettato. Con 500 euro di capitale sottoscritto
della Joy Volley Vicenza la Minetti Vicenza diventa veramente tua.
Per conoscere i tanti vantaggi di essere socio, che ti faranno anche recuperare
il valore della tua quota, telefona direttamente al presidente Giovanni Coviello
al 348 2258246 o manda una e-mail a [email protected]
L'iniziativa è illustrata su joyvolleyvicenza.it
in questo numero
Europee a numero chiuso: escluse le liste non di partito [pag3] Bioedilizia,
la rivoluzione verde sbarca anche nel Vicentino [pag4] Cave e tangenti, la
parola agli imprenditori del settore [pag7] Italia dei Valori, in politica contro
la mafia [pag9] Monte Asolone, un quartiere spaccato [pag10] Vicenza Jazz,
un festival formato deluxe [pag12]
Direttore responsabile Luca Matteazzi
numero 12, supplemento a VicenzaPiù n°148 del 9 maggio 2009
Casa
Giorgione
Il primo museo dedicato al Maestro di Castelfranco Veneto
apre le celebrazioni per il quinto centenario della sua scomparsa
| In grande l’ingresso del museo, a sinistra la Pala di Castelfranco. In piccolo dei manufatti presenti nel museo
V
enerdì 1 eIl nuovo Museo Casa Tre sono gli appuntamenti che arGiorgione (Castelfranco Vene- ricchiranno la prima settimana di
to - Treviso), dedicato a Zorzi da apertura. Lunedì 11 maggio alle
Castelfranco, verrà ufficialmente 18, il Teatro Accademico ospiteaperto al pubblico sabato 9 mag- rà un incontro a più voci dedicato
gio alle ore 17, dopo la cerimonia al Museo. Giovedì 14 maggio una
di inaugurazione prevista alle 11 passeggiata emozionale condurrà
presso il Teatro Accademico. Sco- i partecipanti sino all’interno della
mostra, attraversanpo del Museo è quello
do il centro storico di
di onorare, non solo
Castelfranco Veneto.
l’illustre artista, ma
Tutti e cinque i senanche lo straordinasi saranno coinvolti
rio ambiente in cui è
in questo itinerario,
predisposto. Durante Per tutta
che avrà il mito di
la settimana inaugu- la settimana
Giorgione come tema
rale, fino al 17 mag- inaugurale
centrale. La Notte
gio, vi si potrà acce- l’ingresso
dei Musei, sabato 16
dere gratuitamente,
è gratuito
maggio, i visitatori
dalle ore 10 alle 22.
potranno intratteInoltre, saranno prenersi fino all’una
viste visite guidate,
anch’esse gratuite, con prenotazio- di notte. Musica, teatro e letture
ne obbligatoria, in tre diversi orari: ispirate a Giorgione animeranno la
serata.
10.30, 18 e 21.
Casa Marta-Pellizzari, meglio conosciuta come Casa di Giorgione, è stata sede eccezionale del
pensiero e del lavoro del Maestro
Zorzi da Castelfranco. La mostra
è l’occasione per avvicinarci e
conoscere, in modo attivo, questo spazio unico. Le percezioni e
l’intelletto dei visitatori saranno
infatti stimolati da un percorso
espositivo, durante il quale strumenti multimediali si alterneranno ad opere rinascimentali. Più di
cento oggetti, affiancati a ricostruzioni architettoniche, ricreeranno
ambienti del tardo Quattrocento
e accompagneranno gli ospiti alla
scoperta di Zorzi da Castelfranco,
delle sue opere rivoluzionarie e
degli influssi del territorio in cui si
è formato.
L’apertura del Museo è solo la
prima delle celebrazioni per il V
centenario della morte dell’artista
(1510 - 2010). I prossimi mesi, infatti, saranno ricchi di eventi che culmineranno con una mostra, prevista
tra dicembre 2009 e aprile 2010,
curata da alcuni tra i maggiori studiosi del Maestro: Enrico Maria dal
Pozzolo, Antonio Paolucci, Lionello
Puppi e Anna Maria Spiazzi.
Per informazioni: Museo Casa
Giorgione - Castelfranco Veneto (TV), tel. 0423 725022, e-mail
[email protected], web
www.museocasagiorgione.it
Roberta Pileggi
dal 1982 a Vicenza
SOCIETA’ GENERALE
DI MUTUO SOCCORSO
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12 del9 maggio 2009
numero
teatromusicadanza
II
pag
I laureati del balletto a Vicenza
La crisi economica mondiale ha avuto un duro impatto anche sui progetti
culturali in Russia, infatti la cerimonia
di premiazione della XVII edizione del
prestigioso premio Benois de la Danse
è stata cancellata dal programma del
Bolshoi di Mosca. Ma per fortuna il
tradizionale galà avrà luogo il 23 maggio a Vicenza, presso il Teatro Comunale, a coronare il ricco cartellone della
stagione trascorsa.
La realizzazione di questo evento si
deve al sostegno istituzionale ed economico della Regione del Veneto, in
collaborazione con il Ministero per i
Beni e le Attività Culturali e alla collaudata collaborazione con il Teatro
Comunale Città di Vicenza e con Confindustria Vicenza.
Nella serata del Galà, con inizio alle
ore 21.00, costo del biglietto 50 euro,
si esibiranno alcuni fra i premiati delle
passate edizioni, fra i ballerini più noti
della danza mondiale.
In attesa di conoscere i nomi dei vincitori, che saranno comunicati nel corso
dello spettacolo, possiamo finalmente
sapere chi saranno gli artisti presenti
all’evento: Agnès Letestu, Hervé
Moreau, Marie-Agnès Gillot,
Manuel Legris, étoiles del Ballet National de l’Opéra de Paris, Jiri Bubenicek, étoile al balletto dell’Opera di
Dresda, Ulyana Lopaktina e Ivan
Kozlov, étoiles nel balletto del Teatro
Mariinskij di San Pietroburgo, Nadezhda Gracheva e Ruslan Skortvsov, rispettivamente prima ballerina e solista principale nel balletto del
16 maggio
h 21.00: Stanza per due
TOCNADANZA
con: Caterina Figaia, Michela
Barasciutti, Elisabetta Rosso
musiche di: Diamanda Galas,
J. S. Bach, L. Van Beethoven,
S. Aksu, R. A. Khalil, Mari Boine, Plastic man
Centro Culturale Altinate Padova
22 maggio
h 21.00: DoMani
Etra danza
Ideazione, realizzazione e regia di Andrea Zanconato
in collaborazione con Michela
Negro.
Teatro Spazio Bixio, Via Mameli 4 - Vicenza
| Le Corsaire Acosta Nunies (foto M.Logvinov)
Bolshoi di Mosca, Tamara Rojo e
Carlos Acosta, étoiles al Royal Ballet
di Londra, Igone De Jongh e Casey
Herd, primi ballerini dell’Het National Ballet di Amsterdam, Aurélia
Bellet del Ballet National de l’Opéra
de Paris, Lienz Chang, primo ballerino al Ballet Nacional de Cuba e
Alessio Carbone, primo ballerino
del Ballet National de l’Opéra de Paris.
In questa occasione verrà consegnato a Carlos Acosta il premio per
il 2008, che il danzatore non aveva
potuto ritirare a causa di altri impegni nella serata della cerimonia.
Il galà sarà introdotto da Alessandra Ferri, illustre ballerina classica
italiana, acclamata in tutto il mondo.
Giulia Galvan
Il canto degli alberi
Alberi
venerdì 15 maggio, h 9.00 e h 20.30
La Piccionaia – I Carrara
Con: Armando Carrara
drammaturgia e regia: Roberto
Cuppone
musiche dal vivo di: Dante Calore
percussioni, Giuseppe Dal Bianco
didjeridoo
Teatro Pasubio - Schio
Ingresso libero
Per informazioni:
0444.541819 – 0445.520603
Nella cornice della rassegna “Ambientiamoci” Armando Carrara
interpreterà
l’uomo-bambino
che, come Mauro Corona, non si
stanca di interrogare la natura
e scorgere in essa un’immagine
dell’umanità. Si instaura un dialogo con la natura, che a sua volta
chiede di essere ascoltata, nello
stormire delle sue fronde, nell’imporsi delle sue radici anche in terreni inospitali.
Le “voci del bosco” vengono qui
modulate da Dante Calore e Giuseppe Dal Bianco attraverso strumenti musicali in legno: il didjeri-
Danza
23 maggio
- h 20.45: Serata Giovani
Danz’Autori della Regione
Veneto
con: Ci vuole il fiore, di Alberto Cacopardi / Plastikraum di
Marianna Batelli e Alessandro
Rossi / A Corpo libero di Silvia
Gribaudi
Piccolo Teatro Giuseppe Pierobon - Ponte nelle Alpi Paiane (BL)
- h 21.00: Gran Galà delle stelle del Premio Internazionale
Benois de la Danse
Presidente Yuri Grigorovich
Teatro Comunale - Vicenza
Musica
9 maggio
h 22.30: Client
Unwound (circolo Arci) - Padova
| Strumenti musicali
doo, l’albero che canta (Australia),
il djembè, l’albero che urla (Africa), il balafon, xilofono della Guinea, i krin, antichissimi tronchi
di legno scavati, e vari crepitacoli
rituali fatti con noci, conchiglie,
bambù.
Gli alberi sono spettatori dei nostri
percorsi nel cammino della vita e
secondo Mauro Corona esemplificano con le loro caratteristiche i
vari tratti caratteriali della personalità umana: lavoratori laboriosi
come i faggi, “furbetti” come i noccioli, subdoli come il pino-mugo,
superbi come l’agrifoglio, scontrosi come l’acacia… o ancora capaci,
come il saggio viburno, di mettere
da parte il proprio orgoglio e divenire malleabili, piegandosi senza
spezzarsi mai.
G.G.
11 maggio
h 21.00: Tom Harrell & Dado
Moroni
Geri Allen Trio + Maurice
Chestnut
Teatro Olimpico
12 maggio
h 21.00: Dave Holland Quartet
Auditorium Canneti
14 maggio
h 21.00: Eivind Aarset “Sonic Codex” featuring Hakon
Kornstad
Terence Blanchard
Auditorium Canneti
15 maggio
- h 21.00: Mingus Dynasty,
“Mingus Ah Um”
Teatro Comunale
- h 22.00: Casa
Chiesa di San Giacomo
16 maggio
h 21.00: R.MOLINELLI Once
upon a memory per viola e orchestra - L.VAN BEETHOVEN
Sinfonia n.8 in fa maggiore
op.93
Orchestra sinfonica di Sanremo
Teatro Comunale
21 maggio
h 21.00: Polar for the Masses
Bar Borsa
22 maggio
- h 21.00: Insolito Trio
Bar Sartea
- h 22.00: Shit Disco
Shindy Club - Bassano del
Grappa
Teatro
9-10 maggio
sabato h 21. 00. domenica h
17.00: Se non ghe fosse xia Teresa... bisognaria inventarla
Sala parrocchiale di Ospedaletto, via Girotto 6
12/16 maggio
h 20.45: Macbeth, di William
Shakespeare
Compagnia Lavia
Teatro Verdi – Via dei Livello
32, Padova
13 maggio
h 10.30: Idea e la storia che
corre veloce
Gli Alcuni
Teatro Comunale - Thiene
15 maggio
h 9.00 e h 20.30: Alberi
La Piccionaia – I Carrara
Teatro Pasubio - Schio
21 maggio
h 21.00: Enrico IV, di Luigi
Pirandello
Teatro Stabile di Verona/Teatro Stabile del Veneto
regia: Paolo Valerio
con Ugo Pagliai e Paola Gassman
Teatro Astra - Schio
12 del9 maggio 2009
numero
arteinmostra
III
pag
Un’immersione nei paesaggi veneti
Paesaggi
a cura di Vittorio Sgarbi
Galleria Berga
Contrà Porton del Luzzo, 16
La Galleria Berga, sita in corrispondenza di uno degli ingressi
dell’antico Teatro Romano, è nata
nel marzo del 2008 dalla volontà
di celebrare sia i grandi maestri
del ’900 italiano, sia gli autori che
già godono di stima negli ambienti
della storia dell’arte, ma che sono
ancora poco conosciuti al grande
pubblico.
Uno di questi artisti è il moglianese
Piero Slongo, la cui personale sarà
inaugurata sabato 16 maggio alle
ore 18.30 con l’introduzione di Vittorio Sgarbi.
Erede della tradizione veneta del
colore in contrapposizione alla
linea toscana, dopo aver esplorato modalità espressive ispirate a
pittori come Gino Rossi e Giorgio
Morandi, da metà degli anni ’90
Piero Slongo si allontana dall’ossequio delle fonti per fiorire nella sua
piena originalità con una tavolozza arsa da cromatismi smaglianti.
“Difficile dipingere una giornata di
Mostre
Vernissage
ed eventi d’arte
Arman
fino al 24 maggio
LAMeC, Basilica Palladiana
Orario: martedì, mercoledì,
giovedì e domenica h 10.0018.00, venerdì e sabato h
10.00-21.30
Giuseppe Denti
fino al 31 maggio
Galleria Primo Piano Arte
Studio, Contrà Santa Barbara
21
| Piero Slongo, “Le colline d’oro a Refrontolo”, 2005, olio su tavola cm 52 x 70
sole con colori così bagnati di luce”
(Vittorio Sgarbi, dal catalogo della
mostra).
“La pittura è la mia vita”, così recita
una scritta nello studio di Piero Slongo, e davvero il pittore ottantunenne,
che iniziò a dipingere a 18 anni, incarna la passione per l’arte, che lo spingeva, da giovane, a partire in bicicletta
da Mogliano Veneto per arrivare a
Piazzale Roma a Venezia e ammirare
Kokoschka e Courbet alla Biennale.
La qualità delle sue opere è indiscus-
sa e l’artista ha collezionato numerosi
premi, vincendo, ad esempio, due
volte il Premio Burano di Pittura.
I paesaggi di Slongo sono istintivi,
sensoriali, in una riscoperta struggente della natura, del coinvolgimento nei suoi colori e nelle sue
forme senza preconcetti e strutture
precostituite. L’equilibrio compositivo sorge spontaneamente dalla
naturale armonia del suo approccio
con l’oggetto.
Giulia Galvan
Dürer, Tiziano, Rembrandt, Tiepolo. I grandi
incisori ospiti dei Remondini
fino al 10 ottobre
Museo Remondini, Palazzo
Sturm,
via Schiavonetti 7 - Bassano
del Grappa
orario: dal martedì al sabato:
09.00 - 13.00 e 15.00 - 18.00
domenica e festivi: 10.30 13.00 e 15 - 18.00
16 maggio
- h 18.30: inaugurazione della
mostra Piero Slongo – Paesaggi
Galleria Berga, Contrà Porton
del Luzzo 16
18 maggio
h 20.30: Arte come Design,
Postmodernismo trent’anni
dopo
conferenza con Manlio Brusatin
e Luca Massimo Barbero
presso C4, Villa Caldogno
sapereesapori
Vertigini e gastronomia
Lumignano, frazione del comune
di Longare, è famosa soprattutto
per la qualità della roccia della sua
falesia, esplorata fin dagli albori
dello sport dell’arrampicata, e per
i piselli di Lumignano.
Nel fine settimana fra il 22 e il 24
maggio sarà possibile provare entrambe queste specialità: accanto
alla tradizionale Sagra dei bisi, che
prende il via già il 15 maggio, sullo
sfondo dei Colli Berici avrà luogo
la “Festa del sasso 2009”, organizzata dal gruppo “El sasso” di Lumignano. Dalle ore 15.00 del sabato e domenica dalle ore 10.00 alle
19.00 in Via Rialto a Lumignano
bambini e adulti potranno cimentarsi nell’arrampicata in sicurezza,
nell’altalena volante e nella camminata sulla fune.
E al termine delle fatiche sportive
potranno gustare le tajadele coi
bisi o i risi e bisi ancora preparati
secondo l’antica ricetta che già allietava i palati dei dogi in occasione della festa di San Marco.
Fin dai tempi degli antichi romani
i piselli furono piatto base dell’alimentazione dei ceti popolari. La
loro coltivazione fu introdotta a
Lumignano dai monaci benedettini che intorno all’anno Mille bonificarono la pianura vicentina.
Appuntamenti
enogastronomici
fino al 10 maggio
Asparagi e dintorni
Tutti i giorni specialità gastronomiche a base di Asparago bianco di
Bassano.
San Zeno di Cassola.
Per informazioni: Consorzio
dell’Asparago di Bassano, tel. e fax
0424.571355
9-10 maggio
- Fra fiori e sapori. Festa dei fiori,
sapori e giochi
Parco al “Bosco” - Thiene
- Festa del patrocinio di San Giuseppe
Monte di Malo
| Oro verde: campi di bisi a Lumignano
Questo legume ha un elevato contenuto di minerali, specialmente
ferro e fosforo, e di vitamina B1,
consigliata in particolar modo ai
soggetti sotto stress, agli anziani e ai forti bevitori, che solitamente presentano livelli minimi
di questa vitamina. Anche cotti,
surgelati o inscatolati, i piselli
preservano le loro caratteristiche
nutrizionali pressoché intatte. La
classica combinazione con il riso
o la pasta sopperisce anche alla
loro carenza di importanti ami-
noacidi che sono invece presenti
nei cereali, rendendo i risi e bisi
un piatto che concorre a pieno
titolo a soddisfare il fabbisogno
del nostro organismo in questa
stagione.
G.G.
15-17, 22-24 maggio
- Sagra dei Bisi, Lumignano
- Sagra della Bondola, Torrebelvicino
17 maggio
Montecchio Medievale, 10° edizione
Rievocazione storica, bivacco medievale, “Mercato dei Folli”
Castelli di Giulietta e Romeo, Piazza
del Municipio - Montecchio Maggiore
Per raggiungere l’area dei castelli
sarà in funzione un servizio di bus
navetta (dalle ore 11.30 alle ore
20.00) al costo di 1 euro, con partenza da Piazza S. Paolo, parcheggio
ditta Lowara, Via degli Alberi, Piazzale Ospedale
23-24 maggio
Wine food tour
Breganze
Per informazioni: Breganze Servizi
0445.869322
12 del9 maggio 2009
numero
viaggieculture
IV
pag
Firenze segreta
In pillole
I
Le Giubbe Rosse
Piazza della Repubblica
Fondato
nel
1897 da
fratelli
t e d e schi, Le
Giubbe
Rosse
è uno storico Caffè della città. Il
nome straniero del locale era di
difficile pronuncia per i fiorentini, che preferivano chiamarlo “le
giubbe rosse”, riferendosi alla divisa indossata dai camerieri. Dal
1913 divenne luogo d’incontro per
letterati, artisti e futuristi, italia-
Sailko
Sailko
Casa di Dante
Via Margherita 1
Quella
che viene
comunemente
chiamata
la Casa
di Dante, che
ospita un museo dedicato al noto
poeta, è in realtà un falso. Si tratterebbe infatti di una ricostruzione
del 1910, effettuata dove si presume che abitassero gli Alighieri. Si
ipotizza invece che Dante possa
aver sposato Gemma Donati nella
vicina chiesa di Santa Margherita de’ Cerchi. La chiesa era sicuramente frequentata dai Portinari,
che risiedevano in via del Corso, e
probabilmente è qui che il poeta
incontrò Beatrice Portinari per la
prima volta.
Sailko
Il Giardino di Boboli
Piazza Pitti
N a t o
c o m e
giardino
di
Palazzo
Pitti ed
accessibile
anche dal Forte di Belvedere, il
Giardino di Boboli è uno tra i
più conosciuti giardini all’italiana
del mondo. Una ricca collezione
di statue ed edifici particolari arricchiscono notevolmente il parco,
come la settecentesca Kaffeehaus
o la Limonaia. Estendendosi per
circa 45.000 mq, i giardini furono
costruiti tra il XV e il XIX secolo
con una impostazione rinascimentale, a cui si aggiunsero successivamente nuovi stili. Il parco dispone di quattro ingressi: il cortile
AlCarlesAlDjinn
La Sinagoga
e il Museo Ebraico
Via Farini 4
Imponente
all’esterno e fittamente
decorata
all’interno, la
Sinagoga di Firenze, o Tempio
Maggiore Israelitico, richiama
un’atmosfera orientale. Circondata da un rigoglioso giardino, è
limitata da un’alta cancellata di
ghisa. L’ampia cupola centrale,
rivestita da verdi lastre di rame,
è facilmente visibile anche da
Piazzale Michelangelo, la famosa terrazza, disegnata da Poggi,
da cui si domina l’intera città. La
storia della comunità ebraica di
Firenze può essere scoperta nel
Museo annesso alla Sinagoga,
che propone la storia del vecchio
ghetto, oltre ad oggetti liturgici e
preziosi tessuti.
La Fontana del Porcellino
Via Porta Rossa
S o t t o
la Loggia del
Mercato Nuovo
si
svolge il
Mercato del Porcellino, dedicato ai turisti e così chiamato per
il cinghiale in bronzo che vi trova
posto. La statua nella fontana è
una copia ottocentesca del Porcellino di Piero Tacca (1612), a
sua volta copia dell’opera ellenistica in marmo situata agli Uffizi.
La tradizione vuole che infilare
una moneta in bocca al porcellino, dopo avergli strofinato il naso,
sia di buon auspicio. Per questo il
naso dell’animale appare lucido e
splendente. Ma la monetina porterà fortuna solo se, cadendo, oltrepasserà la grata sottostante.
Radomil
dell’Ammannati di Palazzo Pitti, il
Forte di Belvedere, via Romana e il
piazzale di Porta Romana.
l sole splende, non fa troppo
caldo e rimane chiaro fino a
tardi. Inizia la stagione ideale per
i week-end fuori porta e per visitare le città più belle della nostra
penisola. Firenze è sicuramente
tra le mete più ricercate. Tutti ci
sono stati almeno una volta, magari in gita di classe o per un fine
settimana romantico. Se la si visita
per la prima volta, la Galleria degli
Uffizi, Palazzo Vecchio e il Duomo
sono tappe imprescindibili. Senza dimenticare la Chiesa di Santa
Maria Novella e Ponte Vecchio.
Ma questa splendida città è talmente ricca di curiosità che riesce
ogni volta a riservare qualcosa di
nuovo, unico e originale.
ni e stranieri. Tanto che fu teatro
della storica rissa tra i futuristi
milanesi di Marinetti e gli artisti
fiorentini de La Voce, la rivista di
Soffici. Dopo la Seconda Guerra
Mondiale, il locale perse spessore. Ma dal 1991, ha recuperato la
sua tradizione culturale, ospitando incontri, mostre e manifestazioni di giovani artisti, fiorentini
e non solo.
Roberta Pileggi
foto e tabella fonte wikipedia.com
Anche in una della città più famose al mondo, sviscerata sotto ogni aspetto
dalle guide turistiche, si possono trovare delle perle nascoste. Eccole
Località:
Toscana, Italia
Abitanti:
365.744 (11/2008)
Altitudine:
50 m s.l.m.
Superficie:
Km² 83,2
Fiumi:
Arno (principale); Mugnone,
Terzolle, Greve (corsi minori)
Protezione Unesco:
dal 1982 (area racchiusa dalle
mura medievali)