Questa è zona a rischio e il colpo e stato studiato

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Questa è zona a rischio e il colpo e stato studiato
CRONACA DI NAPOLI
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martedì 20 aprile 2010
CASAVATORE I CARABINIERI HANNO PRESO PASQUALE MARIGLIANO, GIUDICATO PER DIRETTISSIMA E MESSO AI DOMICILIARI
Gestiva una “piazza di erba”, sorpreso pusher degli scissionisti
CASAVATORE. Ennesimo colpo inferto ad una “piazza” gestita dagli scissionisti. E ancora una volta le case popolari del “comparto sette”, conosciuto anche come “’a vinella” (stesso luogo dove il mese scorso fu stanato il genero del ras Giovanni Ferone, fratello di Ernesto, entrambi già in carcere ), è
teatro di un arresto per spaccio di droga. In azione sono entrati i carabinieri in forza alla locale stazione, agli ordini del luogotenente Rosario Tardocchi
e diretti dal capitano Gianluca Migliozzi. A ritrovarsi con le manette ai polsi è stato Pasquale Marigliano, 39enne di Casavatore, volto già noto alle forze dell`ordine. L’accusa è di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti
in concorso. L’uomo, infatti, vendeva stupefacenti all’interno delle palazzine, ma durante l’irruzione dei militari dell’Arma c’è stato il solito fuggi fuggi generale di “vedette”, complici e clienti. Fermato Marigliano, a seguito di
accurati controlli, i militari hanno rinvenuto e sequestrato ben 187 bustine
di marijuana, del un peso complessivo di 250 grammi circa, suddivise già in
bustine sia da un grammo che da due grammi e mezzo (a seconda della ri-
CRIMINALITÀ
chiesta degli acquirenti). Oltre alle dosi, i carabinieri hanno anche ritrovato
e sequestrato 360 euro in contanti. Ammanettato, Marigliano è stato poi processato per direttissima ieri mattina: arresto convalidato per il 39enne che
è stato spedito agli arresti domiciliari. Indagini dei carabinieri che tuttavia
proseguono per individuare complici e acquirenti.
Oltre al degrado in cui versa il “comparto sette”, da sottolineare che molti
ascensori sono inagibili ed utilizzati per agevolare la fuga di pusher, “vedette” e tossicodipendenti. Sono stati innalzati di nuovo cancellate e molte porte sono chiuse achiave e si aprono solo esternamente (aspetto che si verifica solo in alcuni punti del vasto stabile), quindi gli inquilini in alcuni casi rimangono intrappolati, in quanto solo le terrazze rappresentano le uniche via
di uscita. In altre zone delle case popolari è invece possibile uscire normalmente. Da mesi ormai, i carabinieri hanno messo gli occhi sul “comparto
sette”: numerose negli ultimi tempi le attività che hanno fruttato diversi arGuido Caiazzo
resti, sequestri e perquisizioni.
I LADRI SONO ENTRATI DA UNA FINESTRA ED HANNO SRADICATO LA CASSAFORTE A MURO. IL BOTTINO È STATO DI CIRCA 4MILA EURO
Furto da “Ciro a Santa Brigida”
di Renato Rocco
IL TITOLARE LO SFOGO DI ANTONIO PACE
Ladri in un noto ristorante del centro di Napoli: portati via una cassaforte a
muro, assegni e soldi in contanti. Nel mirino dei malviventi “Ciro a Santa Brigida”, nell’omonima strada: da quanto è emerso dalle prime fase delle indagini, i ladri avrebbero fatto un lavoretto con i fiocchi, dimostrando una grossa abilità nel portare via un “blindato”, presumibilmente, nel cuore della notte. Sull’episodio indaga la polizia che non è la prima volta che si reca nella importante strada commerciale cittadina per avviare un lavoro investigativo in
seguito ad un raid della malavita di strada, come avvenne anche per “Monetti”,
nota gioielleria, ripulita tempo fa. L’emergenza è scattata qualche minuto
prima delle 9, all’apertura del ristorante. Il locale era stato chiuso la domenica, per il turno di riposo, circostanza che ha consentito ai ladri di lavorare in
tutta tranquillità. Una volta entrati nel ristorante non c’era più alcun ostacolo per portare a termine il colpo: il locale è provvisto di un sistema di allarme,
esterno, in quanto i proprietari non sospettavano che i banditi potessero agire da una zona considerata inaccessibile, quella posta sul retro. Nell’ufficio,
che si trova accanto alle cucine di “Ciro a Santa Brigida”, era in bella evidenza il buco lasciato nella parete dai ladri dopo avere asportato la pesante
cassaforte. Pochi minuti ed in via Santa Brigida si portavano una Volante
dell’Ufficio di Prevenzione Generale della Questura, una pattuglia del commissariato “Montecalvario”, seguita poco dopo dagli uomini della Squadra
Mobile, ed ancora dalla Polizia Scientifica, il cui intervento non ha sortito
l’effetto voluto: infatti, i rilievi sono risultati inutili in quanto la scena del crimine era stata alterata ed erano andate distrutte qualsiasi tipo di traccia che
avrebbero potuto lasciare i malviventi. Gli investigatori puntano anche ad
individuare l’ora presunta dell’assalto al locale: le porte dell’esercizio erano state chiuse dopo un sabato di lavoro, alle 2, per riaprirsi ieri mattina. Facendo
i conti, i banditi hanno avuto a disposizione per agire oltre 24 ore. Tempo in
cui i ladri non avrebbero incontrato alcun ostacolo per portare a termine la loro azione criminale. E’ ipotizzabile che abbiano agito più di due persone che
conoscevano bene il luogo, inaccessibile e nascosto all’esterno da sguardi. I
banditi sono entrati in un cortile per inoltrarsi in un’altra area prospiciente una
casa abbandonata, dotata di terrazzino. Per il momento la polizia è in attesa
di individuare qualche possibile testimone per potere lavorare su qualche
minimo indizio che possa ricondurre agli autori del furto. Portare via una cassaforte, pesante ed ingombrante, non è poi così tanto facile e qualcuno potrebbe avere notato di strano ieri notte. Questi “professionisti” potrebbero
essere della zona, risiedere nei vicoli del popoloso quartiere a ridosso di via
Santa Brigida quei Quartieri Spagnoli dove vi sono le basi operative non solo di scippatori e rapinatori ma, anche, di specialisti in furti.
«Questa è una zona a rischio
e il colpo è stato studiato»
FUORIGROTTA CACCIA AL FERITORE DI RAFFAELE DI GIULIO
Lite per un secchio d’acqua,
accoltellato un commesso
Una banale discussione per un
secchio d’acqua lanciato sul
marciapiede è sfociata addirittura in un accoltellamento e c’è
mancato poco che la vittima
subisse danni più seri ancora
di quelli riportati. È accaduto
ieri pomeriggio in via Giacomo
Leopardi a Fuorigrotta, dove un
36enne incensurato si è ritrovato con una ferita al torace in
seguito alla lite e ora è ricoverato nell’ospedale San Paolo
(nella foto) per essere sottoposto ad altri accertamenti. La
prognosi per lui, almeno per
ora, è di sette giorni. I carabinieri, proprio grazie alle indicazioni fornite dalla vittima, hanno identificato il presunto responsabile e lo stanno cercando: fino a quando il giornale è andato in stampa, non era stato rintracciato.
Ecco la ricostruzione dei militari della compagnia rione Traiano, agli ordini del capitano Scartabello. Raffaele Di Giulio, napoletano di Fuorigriotta, ha lanciato dell’acqua davanti al negozio in cui lavora, in via
Giacomo Leopardi, per pulire un po’ il marciapiedi. Lo si fa spesso in
tutti i quartieri popolari di Napoli e non desta scandalo. In questo caso
però, gli spruzzi hanno bagnato un anziano che in quel momento passava a piedi ed è nata una discussione sempre più accesa. Fino a quando è intervenuto un uomo a difesa del pensionato e il litigio è sfociato in
un contatto fisico tra i due.
Ad avere la peggio, dopo un inizio di scazzottata, è stato Raffaele Di Giulio. L’aggressore, denunciato in stato d’irreperibilità per tentato omicidio, gli ha sferrato una coltellata al petto. Per fortuna la vittima indossava un giubbino che ha attutito il colpo, impedendo alla lama di penetrare. Dopo il ferimento, l’autore è scappato.
luisan
Via Santa Brigida, il noto ristorante preso di mira dalla banda di scassinatori
SCAMPIA
«Viviamo purtroppo in un territorio a rischio, dove è problematico
difendersi da episodi del genere» ha dichiarato Antonio Pace (nella
foto), uno dei proprietari del ristorante “Ciro a Santa Brigida” e
presidente di Ascom Confcommercio. «Oltretutto - ha continuato - ci
troviamo in un momento di grave crisi economica. Certamente i ladri
hanno studiato il momento opportuno per entrare in azione, dopo una
giornata di incassi. Il ristorante è dotato di un sistema di allarme
esterno, ma per noi era impensabile che i ladri potessero accedera dal
lato posteriore che è praticamente inaccessibile».
Sconforto e tanta paura sui volti dei commercianti vicini a “Ciro a Santa
Brigida”. «Due anni fa ho subito un furto analogo - ha detto il
proprietario del “Gran caffè Santa Brigida”, che sta a pochi metri dal
ristorante -. Fui avvertito dai carabinieri e quando arrivai al bar vidi
tutto sottosopra. I ladri avevano portato via danaro merci e tutto
l’asportabile. Da allora vivo sempre in stato di allerta».
Il gioielliere Carlo Zilberstein ha saputo del furto dai vicini quando ha
aperto il suo negozio. «Quest’episodio non mi sorprende più di tanto ha detto - in quanto riflette la situazione di enorme degrado in cui versa
il centro storico. A onor del vero dopo la pedonalizzazione di via Toledo
i controlli da parte delle forze dell’ordine sono aumentati. Ma non sono
sufficienti. Non dimentichiamo che
siamo a ridosso dei Quartieri
Spagnoli, circostanza questa che ci
fa vivere in continua ansia». Il
dottor Romano, della omonima
gioielleria attigua al ristorante, si
considera un fortunato: «Fino ad
ora mi è andata bene, ma la
situazione è insostenibile. I
controlli della polizia sono
insufficienti e dopo la chiusura, di
sera, questa zona diventa terra di
nessuno».
Mimmo Sica
I CARABINIERI HANNO ARRESTATO MASSIMO CONTE E IL COMPLICE TUNISINO
Da Reggio Emilia per comprare droga
I carabinieri hanno eseguito due arresti nell’ambito di un’operazione antidroga, nella zona a Nord
di Napoli. Le manette sono scattate ai polsi di Massimo Conte, 35 anni, residente a Guastalla, in provincia di Reggio Emilia e di Samir Larbi, tunisino,
quarantottenne, in Italia senza fissa di dimora. I
due devono rispondere dell’accusa di spaccio di
sostanze stupefacente. L’operazione è stata eseguita dai carabinieri della stazione quartiere 167 in
via Ghisleri. Questa la ricostruzione del duplice arresto della coppia emiliana-tunisina. Nel corso di
un servizio di osservazione, di pedinamento e di
controllo hanno sorpreso i due intenti nell’attività
dello spaccio, ricoprendo ruoli diversi. L’italiano era quello che materialmente consegnava le dosi di sostanze stupefacente, mentre il nordafricano faceva la vedetta, pronto ad avvertire il complice nell’eventuale arrivo
di appartenenti alle forze dell’ordine. Senza ritardare l’entrata in azione di un solo minuto, i carabinieri sono intervenuti bloccando gli spacciatori. Durante la successiva perquisizione, i militari hanno
rinvenuto e sequestrato 23,5 grammi di kobret, che
erano stati suddivisi in 23 dosi; 10,1 grammi di
crack, suddivise in 8 dosi; 20,6 grammi di speed,
suddivisi in 23 dosi; 9,5 grammi di cocaina, suddivisi in 10 dosi; 106,2 grammi di eroina, suddivisi in 116 dosi. Inoltre, gli uomini dell’Arma hanno
anche trovato denaro in contanti, circa 25 euro, che
ritengono il guadagno, fino ad allora dell’attività di
spaccio. Entrambi gli arrestati sono stati accompagnati nella casa circondariale di Poggioreale. Le indagini proseguono
per accertare un eventuale collegamento dei pusher con i gruppi criminali che gestiscono il mercato della droga nella zona.
renroc
CORSO LUCCI BLITZ DELL’ARMA NEL PARCHEGGIO
SAN GIOVANNI CONTROLLI DEI CARABINIERI NEI WEEK END
Denunciati prostitute e clienti Pane abusivo, deferiti in tre
Due prostitute e due loro clienti sono stati beccati in flagrante nel
parcheggio “Metropark” di corso Arnaldo Lucci e sono stati
denunciati in stato di libertà per atti osceni in luogo pubblico.
L’operazione è stata portata a termine dai carabinieri della stazione
Arenaccia da tempo impegnati in attività contro la prostituzione. Si
tratta dei napoletani D. S., 32enne, e D. N. A, di 34 anni, entrambi
residenti proprio in zona; della nigeriana 20enne A. I. e della
33enne romena S. T.. I militari dell’Arma hanno accertato che dalle
adiacenze di piazza Garibaldi le prostitute, dopo essere salite a
bordo delle autovetture dei clienti, venivano portate nel parcheggio
all’interno dell’area ferroviaria di Napoli Centrale, dove
consumavano rapporti sessuali. Le indagini vanno avanti.
Continua la lotta alla panificazione abusiva e alla vendita illegale di
pane, soprattutto nei fine settimana. I carabinieri della stazione di
San Giovanni a Teduccio, durante il controllo domenicale, hanno
sorpreso e denunciato a piede libero tre persone, accusate di
panificazione abusiva. Nel mirino degli “007” dell’Arma sono finiti
un 50enne di Volla, incensurato; un 48enne di Volla, personaggio già
noto alle forze dell’ordine, e un 44enne di Cercola, anch’egli già
noto. I tre sono stati sorpresi, in circostanze diverse, mentre
trasportavano, su veicoli privi dei requisiti igienico-sanitari
necessari e senza alcuna autorizzazione, complessivamente 170
chilogrammi di pane in cattivo stato di conservazione, quindi nocivo
per la salute dei consumatori. Il pane è stato sottoposto a sequestro.