Sulla scelta della politica più efficiente per aumentare la produzione
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Sulla scelta della politica più efficiente per aumentare la produzione
Sulla scelta della politica più efficiente per aumentare la produzione in un paese importatore Francesco Aiello _______________________________ Università degli Studi della Calabria Dipartimento di Economia Politica Asse Attrezzato P.Bucci, 19A 87036, Arcavacata di Rende, (CS) Posta Elettronica: [email protected] URL: www.ecopol.unical.it/aiello.html 1 Introduzione Un argomento a lungo dibattuto dalla teoria tradizionale delle politiche commerciali è quello relativo alla scelta dello strumento da utilizzare quando in un’economia non si riesce a raggiungere il punto di ottima allocazione delle risorse, a causa della presenza di distorsioni. La conclusione cui giunge la teoria delle distorsioni è che in un’economia piccola lo strumento migliore per eliminare una distorsione interna è quello che agisce direttamente su di essa. In un tale contesto, le politiche commerciali (per es., tariffe e sussidi sulle importazioni o sulle esportazioni) assumono un ruolo secondario, poiché un loro utilizzo finalizzato alla rimozione della distorsione accentua la divergenza tra prezzi nazionali e prezzi internazionali e, quindi, fa sì che il benessere del paese sia inferiore di quello che si otterrebbe adottando uno strumento di politica non commerciale (per es., sussidi e tasse sul consumo o sulla produzione). In altre parole, se il paese è piccolo le politiche commerciali non sono le più efficienti per eliminare distorsioni interne, mentre esse sono ottimali in presenza di distorsioni esterne1. Il problema duale a quello della scelta dello strumento ottimale da adottare per eliminare una distorsione si ha quando un paese desidera perseguire un determinato obiettivo, che può consistere in un aumento o in una riduzione della produzione, del consumo o degli scambi con l’estero. Evidentemente, anche in questo caso, si pone il problema di individuare l’efficienza relativa dei vari strumenti idonei al perseguimento dell’obiettivo prescelto. Su questo tema in letteratura si è sempre fatto riferimento alle conclusioni della teoria delle distorsioni, sebbene in alcuni lavori (Corden, 1957; Bhagwati e Srinivasan, 1969; Yeh, 1971, 1986) si sia 1 I temi della teoria della distorsione sono stati sollevati in origine da Meade (1955), Corden (1957) e Bhagwati-Ramaswami (1963). Per un’esposizione della teoria si veda anche Johnson (1965), mentre per una sintesi ed una generalizzazione si rimanda a Bhagwati (1971). Rivista di Politica Economica, 1999 (in corso di stampa) specificatamente analizzato il problema dell’introduzione, piuttosto che della rimozione, di una distorsione all’interno di un paese importatore. In questi studi si considerano sempre dei modelli con due fattori produttivi a disponibilità limitata, due beni finali, una funzione di produzione con rendimenti di scala costanti, una funzione di utilità sociale concava ed, infine, assenza di ritorsioni da parte dei partner commerciali. In tutti i casi, il problema consiste nel massimizzare la funzione di utilità sociale soggetta ad un vincolo aggiuntivo rappresentato dall’obiettivo che si desidera raggiungere. Si dimostra che esiste sempre una strategia ottimale, ossia, all’interno della teoria del second-best è possibile individuare lo strumento che permette al paese di raggiungere il livello di benessere più alto rispetto a quello che sarebbe garantito dall’adozione di un’altra politica equivalente in termini di conseguimento dell’obiettivo (Bhagwati, 1971; Galdolfo, 1986; Guerrieri e Padoan, 1996). In particolare, Corden (1957) confronta il sussidio alla produzione con la tariffa sulle importazioni nel caso in cui l’obiettivo del paese sia quello di aumentare di un dato ammontare il livello della produzione interna. L’autore dimostra che, se il paese è piccolo, la politica ottimale è l’uso del sussidio alla produzione mentre, al contrario, se le ragioni di scambio del paese dipendono dalla quantità scambiata sul mercato mondiale, allora la politica migliore è l’adozione del sussidio alla produzione unitamente alla tariffa ottima sulle importazioni. Questo risultato si ottiene quando il livello desiderato di produzione interna è maggiore di quello raggiungibile con la tariffa ottima sulle importazioni. Per analogia al caso precedente e sebbene non lo dimostri analiticamente nel suo lavoro, Corden ritiene che l’applicazione congiunta del dazio ottimo e della tassa sulla produzione costituisca la scelta ottimale quando la produzione desiderata è maggiore di quella di libero scambio, ma inferiore a quella che si avrebbe applicando la tariffa ottima (Corden, 1957, 241). Bhagwati e Srinivasan, (1969) riprendono l’analisi di Corden e ne estendono i risultati considerando come obiettivi perseguibili da parte di un paese, non solo quelli legati alla produzione, ma anche quelli relativi al volume degli scambi commerciali, al livello della disponibilità interna al paese di alcuni beni ed all’utilizzo dei fattori produttivi. La politica ottimale per conseguire ciascuno degli obiettivi consiste nell’uso congiunto di sussidi e tasse scelti in modo tale da agire direttamente sulla variabile obiettivo. Inoltre, l’ordinamento gerarchico degli strumenti, equivalenti per il conseguimento dell’obiettivo, è uguale a quello che si ricava quando si elimina un’analoga distorsione (Bhagwati-Srinivasan, 1969; Bhagwati, 1971; Corden, 1974). L’ipotesi che accomuna questi lavori è che il paese attivo possa utilizzare contemporaneamente più di una politica per perseguire un determinato obiettivo. Al contrario, se quest’ipotesi viene rimossa e, quindi, il paese è vincolato ad usare uno strumento per volta, allora i risultati ottenuti sono incompleti. Ciò è vero anche con riferimento al problema più studiato, che è quello relativo alla scelta della politica ottimale per ottenere un livello di produzione interna maggiore di quello di libero scambio. Il caso del paese importatore è analizzato in Corden (1957) e Yeh (1971). L’analisi di Corden mostra che se il paese è piccolo, l’incremento desiderato di produzione interna può essere perseguito più efficientemente utilizzando il sussidio alla produzione invece che la tariffa sulle importazioni. Tale risultato rappresenta, quindi, un’applicazione della regola, più volte sostenuta in letteratura, secondo la 2 Rivista di Politica Economica, 1999 (in corso di stampa) quale “gli strumenti diretti, cioè quelli che agiscono direttamente sulla variabile obiettivo, sono sempre migliori di quelli indiretti ” (Bliss C., 1989, 1215). Al contrario, il problema della scelta tra queste due politiche, sussidio e tariffa, non può essere risolto, a parere di Corden, quando il paese importatore è in grado di sfruttare sul mercato mondiale il proprio potere monopolistico2. Un tentativo per risolvere quest’ultimo punto è quello di Yeh (1971), il quale dimostra che la tariffa sulle importazioni è sempre più efficiente del sussidio alla produzione in tutti quei casi in cui il grado di protezione desiderato per il settore interno sostitutivo delle importazioni è inferiore o uguale di quello che si otterrebbe utilizzando la tariffa ottima sulle importazioni. Tuttavia anche l’analisi di Yeh (1971) è parziale perché non permette di capire quale strumento, il sussidio o la tariffa, sia il più efficiente quando la produzione che si vuole raggiungere è maggiore di quella che si avrebbe introducendo la tariffa ottima3. Estendendo le conclusioni di Corden (1957) e Yeh (1971), in questo articolo si intende fornire una soluzione al problema della scelta dello strumento ottimale quando un paese desidera raggiungere un determinato livello di produzione che può essere compreso tra quello di libero scambio e quello che si avrebbe se si utilizzasse la tariffa proibitiva sulle importazioni. I risultati ottenuti mostrano come l’analisi grafica di equilibrio parziale non permetta di ordinare le politiche che concorrono al perseguimento dell’obiettivo di aumento della produzione interna. La più importante conclusione ottenuta in questa parte del lavoro è che dei tre strumenti analizzati (sussidio alla produzione, sussidio al consumo e tariffa sulle importazioni), il sussidio al consumo è, in assoluto, quello meno efficiente. Al contrario, quando il confronto tra queste politiche viene realizzato ricorrendo ad una rappresentazione algebrica del modello, allora è sempre possibile individuare in modo originale lo strumento ottimale, qualsiasi sia l’incremento desiderato di produzione. 2 Scelta della politica più efficiente quando l’obiettivo di un paese importatore è un aumento della produzione interna. Tra gli obiettivi di politica economica che un paese importatore può voler conseguire (aumento o riduzione delle importazioni, della produzione, del consumo e dell’utilizzo dei fattori produttivi), in questo lavoro si analizzeranno gli effetti generati dal tentativo di raggiungere un livello di produzione interna superiore a quello che si avrebbe in condizioni di libero scambio. Gli strumenti di politica economica che possono essere utilizzati dal paese importatore A in modo da ottenere il livello desiderato di produzione interna sono il sussidio alla produzione, la tariffa sulle importazioni e il sussidio al consumo. Pertanto, per ogni dato livello di produzione, il 2 3 “It can be seen that now there is no presumption that a subsidy places the community on a higher indifference curve than a tariff” (Corden, 1957, 240). In Yeh (1986) si analizza il caso del paese esportatore e si dimostra che il sussidio alla produzione è sempre più efficiente del sussidio alle esportazioni, qualsiasi siano il livello desiderato di protezione e la dimensione del paese. 3 Rivista di Politica Economica, 1999 (in corso di stampa) problema consiste nell’individuare quale tra queste tre politiche sia quella più efficiente, cioè quella che permette al paese di raggiungere il più elevato livello di benessere sociale. L’analisi è realizzata utilizzando un modello di equilibrio parziale molto semplificato in cui si ipotizza l’esistenza di un solo settore e di due paesi: il paese importatore A ed il paese esportatore Resto del Mondo (RdM). Si suppone, inoltre, che (a) le funzioni di domanda e di offerta siano lineari, (b) i mercati siano perfettamente concorrenziali; (c) i costi di trasporto siano nulli e (d) i tassi di cambio siano fissi. 2.1 Confronto tra il sussidio alla produzione e il sussidio al consumo tali da determinare lo stesso aumento della produzione interna. Nella figura 1.a, DA e SA rappresentano, rispettivamente, la domanda e l’offerta del paese A, mentre nella figura 1.b, DIA è la domanda di importazioni di A e OERdM è l’offerta di esportazioni di RdM. In equilibrio di libero scambio, il prezzo sul mercato internazionale è PLS ed a tale prezzo il paese A produce la quantità Q1, consuma la quantità Q2 ed importa la quantità MLS =Q2-Q 1. Supponiamo ora che il paese A desideri aumentare la produzione interna da Q1 a Q3. Tale obiettivo può essere perseguito utilizzando alternativamente il sussidio alla produzione SP=AZ, oppure il sussidio al consumo SC=TX (fig. 1.a). L’applicazione del sussidio alla produzione è rappresentato attraverso uno slittamento verso il basso della funzione di offerta interna, che passa da SA ad SA1 e della funzione di domanda di importazioni, che passa da DIA DIA1. La funzione SA1 è espressa in termini del prezzo al consumo che, in equilibrio, è minore del prezzo alla produzione di un ammontare pari al sussidio unitario. In presenza del sussidio alla produzione, sul mercato mondiale in equilibrio si scambia la quantità MSp al prezzo PRdM|Sp. Il prezzo alla produzione in A è pari a PP=PRdM|Sp+Sp, mentre il prezzo al consumo è uguale a PRdM|Sp. Per quanto riguarda l’impatto del sussidio alla produzione sul benessere di A, che dal punto di vista dell’obiettivo specifico di questo lavoro è la variabile di maggiore interesse, si registra la seguente variazione: ∆WA|Sp = BKRZ – ABD [1] dove ∆WA|Sp indica la variazione del benessere di A determinata dall’introduzione del sussidio Sp. Tale risultato netto è dovuto all’incremento del surplus dei consumatori (area MKRL) e dei produttori (area SADM) e all’uscita erariale, uguale all’area SAZL, necessaria per finanziare il sussidio alla produzione (fig. 1.a). 4 Rivista di Politica Economica, 1999 (in corso di stampa) Figura 1 Confronto tra il sussidio alla produzione ed il sussidio al consumo a parità di aumento della produzione interna. L’introduzione del sussidio al consumo SC=TX determina uno slittamento verso l’alto sia della funzione di domanda interna, da DA a DA1, che della funzione di domanda di importazioni, da DIA a DIA2. La funzione DA1 è espressa in termini del prezzo alla produzione che in equilibrio sarà maggiore del prezzo al consumo di un ammontare esattamente pari al sussidio al consumo. Dopo l’applicazione del sussidio al consumo, l’equilibrio sul mercato mondiale si ottiene quando la quantità scambiata è pari a MSc e il prezzo è PRdM|Sc. Nel mercato interno di A, il prezzo alla produzione sarà pari a PP=PRdM|Sc, mentre il prezzo al consumo sarà uguale a PC|SC=PPROD - SC. Quando il sussidio al consumo è fissato in modo tale da raggiungere lo stesso livello di produzione garantita dall’applicazione del sussidio equivalente alla produzione, Sp=AZ, la variazione del benessere sociale di A è pari a: ∆WA|Sc = - ATXKD [2] che è quanto risulta dal confronto tra l’aumento del surplus dei consumatori (area MKXJ) e dei produttori (area SADM) e l’uscita erariale dovuta al costo di finanziamento del sussidio al consumo (area STXJ) (fig. 1.a). Per ottenere un determinato incremento della produzione interna, il paese A adotterà il sussidio alla produzione quando la variazione del benessere che ne deriva è maggiore di quella che si otterrebbe se si applicasse il sussidio equivalente al consumo. Ciò si verifica quando: 5 Rivista di Politica Economica, 1999 (in corso di stampa) WA|Sp > WA|Sc WLS + ∆WA|Sp > WLS + ∆WA|Sc BKRZ − ABD > −ATXKD BKRZ − ABD > −(ABD + ATXKB) BKRZ > −(ATXKB) [3] dove WA|Sp e WA|Sc rappresentano il benessere di A in presenza, rispettivamente. del sussidio alla produzione e al consumo. Poiché la diseguaglianza [3] è sempre soddisfatta, si ricava che tra i due strumenti in esame - il sussidio alla produzione e il sussidio al consumo - quello più efficiente è il sussidio alla produzione. 2.2 Confronto tra la tariffa sulle importazioni ed il sussidio al consumo tali da determinare lo stesso aumento della produzione interna. Nella figura 2 è presentato il caso di un paese importatore che desidera garantire un determinato livello di sostegno ai propri produttori attraverso l’uso della tariffa sulle importazioni o del sussidio al consumo. Al fine di ottenere la produzione desiderata, per ipotesi fissata la livello Q3, il paese A può utilizzare equivalentemente il sussidio al consumo, Sc=TX, oppure la tariffa sulle importazioni T=AH (fig. 2.a). L’analisi degli effetti determinati dall’introduzione del sussidio al consumo è uguale a quella presentata nel paragrafo precedente: ciò che emerge è che indipendentemente dal livello di produzione che si vuole raggiungere, l’effetto netto dell’introduzione di un sussidio al consumo è una riduzione del benessere del paese A pari all’area ATXKD (fig. 2.a). Per quanto riguarda, invece, l’imposizione della tariffa sulle importazioni, T=AH si può vedere come essa possa essere rappresentata con uno slittamento verso sinistra della domanda di importazioni da DIA a DIA2. Il nuovo equilibrio sul mercato mondiale, rispetto a quello di libero scambio, è caratterizzato da un più basso livello sia del volume degli scambi (MT ), che del prezzo di equilibrio (PRdM|T ). In A, l’uguaglianza tra il prezzo al consumo (PCON) ed il prezzo alla produzione (PP), con PP = PC = PRdM|T + T, fa sì che la quantità prodotta sia esattamente pari al livello desiderato Q3, e la quantità consumata sia uguale a Q4. Infine, l’uso della tariffa T=AH implica, rispetto alla situazione di libero scambio, una variazione del benessere del paese A (∆WA|T ) pari a: ∆WA|T = BGFH – (ABD+CGK) [4] che è dovuta alla diminuzione del surplus dei consumatori (area MKCS), all’incremento del surplus dei produttori (area SADM) e all’entrata erariale relativa ai dazi doganali (area ACFH) determinati dall’introduzione della tariffa (fig. 2.a). Per risolvere il problema della scelta di quale strumento utilizzare per perseguire l’obiettivo interno, anche in questo caso si può fare riferimento alle variazioni di benessere causate da 6 Rivista di Politica Economica, 1999 (in corso di stampa) ciascuna politica. Come risulta dall’equazione [5], lo strumento ottimale risulta essere la tariffa sulle importazioni, qualsiasi sia il livello desiderato di produzione. Infatti, si può osservare come, a parità di aumento della quantità prodotta, il benessere di A garantito dall’uso della tariffa (WA|T ) sia sempre maggiore del benessere ottenuto in presenza del sussidio equivalente al consumo (WA|Sc). WA|T > WA|Sc WLS + ∆WA|T > WLS + ∆WA|Sc BGFH − ABD − CGK > − ATXKD BGFH − ABD − CGK > − (ABD + ACGB + CGK + CTX) BGFH > − (ACGB + CTX) 7 [5] Rivista di Politica Economica, 1999 (in corso di stampa) 2.3 Confronto tra la tariffa sulle importazioni ed il sussidio alla produzione tali da determinare lo stesso aumento della produzione interna. Le conclusioni ottenute nei precedenti due paragrafi indicano come tra i tre strumenti di politica economica esaminati (sussidio alla produzione, sussidio al consumo e tariffa sulle importazioni) quello meno efficiente è il sussidio al consumo. Consideriamo ora gli effetti dovuti all’introduzione del sussidio alla produzione e della tariffa sulle importazioni quando sono fissati in modo da generare in A la stessa quantità di produzione. Nella figura 3, l’introduzione del sussidio alla produzione, Sp=AZ, e della tariffa equivalente sulle importazione, T=AH, fa si che la quantità offerta sul mercato nazionale sia pari a quella desiderata (Q *=Q3). Gli effetti di ciascuna politica sulle variabili di maggiore interesse (surplus dei consumatori e dei produttori e bilancio pubblico) sono uguali a quelli presentati nelle figure 1 e 2. Il risultato che emerge è che entrambi gli strumenti generano un effetto di segno incerto sul benessere sociale del paese A. Infatti, il paese A registrerà una variazione del proprio benessere pari all’area (BKRZ – ABD) in caso di applicazione del sussidio alla produzione Sp=AZ (equ. 1 e fig. 3.a) e all’area (BGFH – ABD - CGK) in presenza della tariffa sulle importazioni T=AH (equ. 4 e fig. 3.a). 8 Rivista di Politica Economica, 1999 (in corso di stampa) P P SA OERdM SA1 S Figura 3 Confronto tra la tariffa sulle importazioni e il sussidio alla produzione a parità di aumento della produzione interna PA|T PP PLS M PLS K E0 PRdM|Sp PC|Sp L E1 DI A PRdM|T PRdM|T DI A1 E2 DI A2 O Q4 Q3 Q5 Q1 Q2 O Q (a) PAESE A MT MS MLS M (b) MERCATO MONDIALE Il paese A adotterà il sussidio alla produzione se il benessere che raggiunge dopo l’applicazione del sussidio (WA|S) è maggiore di quello che otterrebbe se adottasse la tariffa equivalente sulle importazioni (WA|T ), cioè se WA|S>WA|T . Questo, evidentemente, si verifica quando è soddisfatta la seguente diseguaglianza: WA|Sp > WA|T WLS + ∆WA|Sp > WLS + ∆WA|T BKRZ − ABD > BGFH − ABD − CGK BKRZ > BGFH − CGK BGNZ + GKRN > BGNZ + ZNFH − CGK CNR > ZNFH [6] In generale non è possibile sapere se l’area CNR è maggiore dell’area ZNFH. Questo risultato è particolarmente importante, poiché evidenzia come l’analisi realizzata non fornisca gli elementi necessari per sapere quale sia lo strumento più efficiente - il sussidio alla produzione o la tariffa sulle importazioni - per raggiungere un dato livello di produzione interna. Al fine di pervenire a conclusioni certe, nella parte finale del lavoro si presenta una versione algebrica del modello di equilibrio parziale che finora è stato discusso ricorrendo solo ad un’illustrazione grafica. Le funzioni di domanda ed offerta interne di A e del RdM sono definite come segue: QAD = α − βPA [7] QAS = −γ + δPA [8] 9 Rivista di Politica Economica, 1999 (in corso di stampa) D QRdM = ϕ − ρPRdM S RdM Q [9] = −τ + φPRdM D J [10] S J dove Q e Q rappresentano, rispettivamente, la quantità domandata ed offerta al prezzo P J, con j=A, RdM e α, β, γ, δ, ϕ, ρ, τ e φ sono parametri positivi. Sul mercato mondiale, la domanda di importazioni di A e l’offerta di esportazioni di RdM sono definite come segue: DI A = σ − µP [11] OERdM = −ξ + πP [12] con σ=α+γ, µ=β+δ, ξ=τ+ϕ e π=ρ+φ. In condizioni di libero scambio, l’equilibrio sul mercato mondiale si ha quando il prezzo e la quantità scambiata sono pari, rispettivamente, a: σ +ξ PLS = [13] π+µ e σπ − ξµ M LS = [14] π+ µ In seguito all’applicazione in A del sussidio unitario alla produzione pari ad S, l’offerta interna è data da: QSA| S = −γ + δ ( PCons|S + S ) [15] mentre la domanda di importazioni di A diventa: DI A | S = σ − µPRdM − δS [16] Sul mercato mondiale il prezzo (PM|S) e la quantità scambiata (M S) in equilibrio sono uguali a: δ PM |S = PLS − S π+ µ [17] πδ M S = M LS − S [18] π+µ Il modello permette di ricavare una versione parametrica della variazione di benessere determinata dall’introduzione del sussidio alla produzione. In tal modo, l’area BKRZ-ABD (fig.3a e equ. 1) può essere riscritta come segue: ∆WA| S (S ; Θ) = BKRZ − ABD = ( DKRZ − DBZ) − ABD 2 δ δ*S δ2 δ 2 δ δ 2 = − ξµS − S 1 − S − 1 − 2 πσ − 2 2(π + µ) π + µ 2 π + µ ( π + µ) 2 δ ( π + µ) − δµ 2 δ(πσ − ξµ) S + =− S 2 ( π + µ) 2 (π+ µ) 2 10 [19] Rivista di Politica Economica, 1999 (in corso di stampa) dove Θ = {δ, σ, ξ, π, µ} è l’insieme dei parametri che caratterizza la struttura dei mercati nazionale e mondiale. In presenza di una tariffa fissa sulle importazioni, le espressioni corrispondenti alle equazioni 16, 17, 18, e 19 sono pari a : DI A |T = σ − µ( PRdM + T ) [20] µ PM |T = PLS − T [21] π+ µ πµ M T = M LS − T [22] π+µ ∆ WA|T (T ; Θ ) = BGFH − ( ABD + CGK) 2µ + π σπ − ξµ 2 = −πµ T 2 T + µ 2(π + µ ) (π + µ ) 2 [23] Consideriamo ora il vincolo che deve essere soddisfatto quando il paese A decide di utilizzare il sussidio alla produzione oppure la tariffa sulle importazioni. Il vincolo è dato dal fatto che la quantità prodotta in presenza del sussidio deve essere uguale a quella prodotta in caso di introduzione della tariffa. Esso può essere scritto nel seguente modo: QAS |S = QAS |T − γ + δ ( PW | S + S ) = −γ + δ ( PW |T + T ) PFT − δ µ S + S = PFT − T +T π+µ π+ µ [24] δ µ S 1 − = T 1 − π + µ π + µ π S= T π+ β dove QAS |S e QAS |T rappresentano, rispettivamente le funzioni di offerta interna in presenza, rispettivamente, del sussidio e della tariffa. Essendo il termine [π/(π+β)] sempre inferiore all’unità, la nuova espressione del vincolo indica che il sussidio unitario alla produzione necessario per ottenere un determinato livello di produzione è sempre minore dell’equivalente tariffa unitaria sulle importazioni. Questo è un importante punto che è sempre verificato nel caso di paese grande4 (fig. 3.a). Sostituendo l’espressione di S in termini di T (equ. 24] nell’equazione [19], si ha: 4 Si veda, per esempio, la figura 3a, dove il sussidio alla produzione è minore, in termini unitari, all’equivalente tariffa sulle importazioni. 11 Rivista di Politica Economica, 1999 (in corso di stampa) 2 π 2δ (π + µ) −δµ 2 δπ( πσ −ξµ) T + ∆WA|S [S(T); Θ) = − T 2 2 ( π + µ) 2 ( π + β) 2 ( π + µ ) ( π + β ) [19’] In tal modo, il problema del confronto delle variazioni di benessere determinate dall’uso dei due strumenti può essere risolto analizzando le parabole [24] e [19’], le quali sono entrambe concave in T ed assumono il valore massimo per T uguale, rispettivamente, a: (σπ − ξµ) T* = [25] π(π + 2 µ) e (π + β)(σπ − ξµ) T ** = [26] 2 π (π + µ) − δµ [ ] Inoltre, oltre che per T=0, esse si annullano, rispettivamente, per 2(σπ − ξµ) T1 = π(π + 2µ) e 2(π + β)(σπ − ξµ) T2 = 2 π (π + µ) − δµ [ [27] ] [28] E’ di facile verifica mostrare che T*<T** e T1 < T2, ∀ β, δ, σ, ξ, π, µ > 0. Figura 4 Impatto sul benessere sociale del paese A della tariffa sulle importazioni e del sussidio alla produzione quando vengono utilizzati in modo equivalente dal punto di vista della quantità prodotta. ∆ ∆ ∆ Τ∗ Τ∗∗ 12 ΤΕΕ Τ1 Τ2 Τ Rivista di Politica Economica, 1999 (in corso di stampa) A causa della concavità delle parabole in esame, esiste, quindi, una tariffa, T=TE, tale che siano uguali i valori delle equazioni [24] e [19’]. Ciò si verifica quando T è uguale a: 2δπ 2 µ− (σπ − ξµ) π+ β TE = [29] βπ π3 + 4π 2 µ + πµ( β − δ) + 2µ2 ( β + 2π) [ ] Questo è un importante risultato, perché con T=TE e S=SE, dove SE si ricava sostituendo la [29] nella [24], si ottiene un equilibrio caratterizzato da una doppia equivalenza tra i due strumenti. Infatti, quando assumono i valori TE e SE, essi sono equivalenti sia dal lato della produzione – entrambi gli strumenti garantiscono al paese lo stesso ammontare di produzione – che dal lato della loro efficienza, essendo uguale il benessere di A assicurato separatamente da ciascuno di essi. In tali circostanze, possiamo indicare il punto C della figura 4 come un equilibrio di stretta equivalenza tra il sussidio e la tariffa. I precedenti risultati (concavità, punti di massimo, punti di intersezione con l’asse delle ascisse) permettono di tracciare le curve delle variazioni di benessere così come effettuato nella figura 4. Le due curve si riferiscono alla variazione del benessere di A in presenza della tariffa (curva WA|T ) e del sussidio espresso in funzione di T [curva WA|S(T)]. L’andamento delle due curve è analizzato per quei valori di T che assicurano alla produzione interna di variare tra il livello di libero scambio, T=0, e quello che si otterrebbe se si applicasse la tariffa proibitiva sulle importazioni. L’origine degli assi coincide con il benessere di libero scambio (WLS ). Ipotizzando che le autorità di politica economica possano utilizzare solo uno strumento per volta, si ricava che è sempre possibile individuare la politica più efficiente per ottenere qualsiasi livello di offerta interna. In particolare, l’uso di una tariffa sulle importazioni è da preferire al sussidio fino a quando essa è pari al livello TE (fig. 4). Infatti, per ogni livello di produzione compreso tra quello di libero scambio (tariffa sulle importazioni nulla) e quello compatibile con la tariffa TE, il benessere di A ottenuto attraverso l’applicazione della tariffa è sempre maggiore di quello che si raggiungerebbe se si adottasse l’equivalente sussidio alla produzione. Questo risultato rappresenta un’estensione di quello ottenuto da Yeh (1971) secondo il quale è possibile mostrare la superiorità di T rispetto ad S solo fino al punto A, che è quello associato all’applicazione della tariffa ottima sulle importazioni. Inoltre, dalla nostra analisi emerge che se la produzione desiderata è maggiore di quella che si otterrebbe applicando la tariffa TE, allora lo strumento più efficiente risulta essere il sussidio alla produzione. In questi casi, infatti, la curva che mostra la variazione del benessere di A in presenza del sussidio (∆WA|S(T)) è posizionata sempre più in alto della corrispondente curva ottenuta con la tariffa equivalente sulle importazioni (∆WA|T ) (fig.4). 3 Conclusioni 13 Rivista di Politica Economica, 1999 (in corso di stampa) In questo articolo si è cercato sia di presentare un ordinamento gerarchico degli strumenti che possono essere utilizzati per raggiungere un determinato obiettivo di politica economica, sia di sottoporre a verifica l’ipotesi secondo la quale lo strumento più efficiente da utilizzare è quello più vicino all’obiettivo stesso. Tale ipotesi è stata discussa realizzando per un caso particolare un’analisi grafica ed algebrica di equilibrio parziale. Nella fattispecie, ci si è limitati a prendere in considerazione il problema legato alla scelta della politica di intervento che assicura il massimo livello di benessere ad un grande paese importatore che desidera incrementare di un dato ammontare la produzione interna rispetto a quella di libero scambio. Un primo risultato ottenuto dall’analisi grafica è che tra i tre strumenti analizzati (sussidio alla produzione, sussidio al consumo e tariffa sulle importazioni) quello meno efficiente è il sussidio al consumo. Ciò significa che, a parità di aumento della produzione interna, il benessere del paese importatore ottenuto dall’uso del sussidio al consumo è sempre minore di quello che si avrebbe adottando uno degli altri due strumenti. Pertanto, il problema della scelta dello strumento ottimale deve essere risolto analizzando l’efficienza relativa della tariffa sulle importazioni e del sussidio alla produzione quando essi sono equivalenti in termini dell’incremento di produzione che generano. Il confronto tra questi due strumenti non fornisce indicazioni univoche quando è realizzato attraverso l’utilizzo dell’analisi grafica. Al contrario, l’uso di una versione algebrica del modello considerato fornisce risultati certi e, quindi, permette di generalizzare le conclusioni di altri studi che, invece, lasciano irrisolto il problema della scelta delle politiche da adottare per conseguire l’obiettivo interno (Corden, 1957), oppure lo risolvono solo per quei casi in cui il grado di protezione che si desidera offrire al settore interno non supera quello che si avrebbe applicando la tariffa ottima sulle importazioni (Yeh, 1971). In particolare, abbiamo dimostrato l’esistenza di una tariffa sulle importazioni e di un sussidio equivalente alla produzione che permettono al paese importatore di raggiungere lo stesso livello di benessere. Ciò implica che qualora si desiderasse raggiungere la produzione compatibile con queste due equivalenti politiche, allora per il paese importatore sarebbe indifferente utilizzare l’una o l’altra. In tali circostanze, si può parlare di stretta equivalenza tra il sussidio e la tariffa, in quanto essi non solo generano la stessa quantità offerta internamente, ma permettono al paese importatore di raggiungere un medesimo livello di benessere. Peraltro, bisogna sottolineare che il grado di protezione per il settore interno garantito dall’uso di una di queste due politiche è maggiore di quello ottenibile utilizzando la tariffa ottima sulle importazioni. Quindi, mentre in Yeh (1971) si dimostra che la tariffa è superiore al sussidio fino a quando la produzione desiderata è uguale a quella raggiungibile con la tariffa ottima, la nostra analisi permette di affermare che la tariffa sulle importazioni rimane la politica ottimale anche per livelli più elevati di protezione e, in particolare, fino a quando la produzione non coincide con quella garantita nel punto di stretta equivalenza tra la tariffa e il sussidio. Quindi, fino al grado di protezione garantito in questo punto, i tre strumenti esaminati sono così gerarchicamente ordinati: la tariffa sulle importazioni rappresenta lo strumento migliore (first best policy) ed è seguita dal sussidio alla produzione e dal sussidio al consumo. Infine, l’ipotesi in base alla quale la politica (il sussidio alla produzione) che direttamente influenza la variabile obiettivo (la quantità prodotta) è migliore di qualsiasi altro tipo di intervento, 14 Rivista di Politica Economica, 1999 (in corso di stampa) è verificata solo quando lo scopo del paese è di raggiungere livelli di produzione superiori a quello ottenuto nel punto di stretta equivalenza tra il sussidio e la tariffa. Bibliografia Bhagwati J.N., (1971), The Generalized Theory od Distortions and Trade, in Bhagwati J.N., Mundell R.A., Jones R.W. e Vanek J., (a cura di), Trade, Balance of Payments and Growth: paper in International Economics in honor of C.P. 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