ApologiadellastoriaIntroduzione di Girolamo Arnaldi

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ApologiadellastoriaIntroduzione di Girolamo Arnaldi
Marc Bloch, Apologia della storia o mestiere di storico, Torino, Einaudi,
1978 settima edizione
p. VII
Introduzione di Girolamo Arnaldi
"Eravamo nel giugno 1940, proprio il giorno, se ben ricordo,
dell'ingresso dei Tedeschi a Parigi. Nel giardino normanno in cui il
nostro Stato Maggiore, privo di truppe, si cullava nell'ozio, noi
rimuginavamo le cause del disastro."Dobbiamo dunque credere che
la storia ci ha ingannati?", mormorò uno di noi"( 1 ) . N e g l i a n n i f r a
le due guerre, il professore Marc Bloch era stato troppo
impegnato nel ricercare e nell'insegnare la storia, prima a
Strasburgo, poi (dal 1 9 3 6 ) a P a r i g i , p e r s o f f e r m a r s i a p r e s t a r e
a s c o l t o a l l e v o c i , c h e d i t a n t o i n tanto si levavano contro la
storia. Sempre che quelle voci, ascoltate distrattamente, non
riuscissero gradite a chi, dalle pagine delle "Annales",stava
combattendo con Lucien Febvre la battaglia per una storia "plus
large et plus humaine", contro una storia e degli storici (l'"histoirebataille", gli"historiens historisants"), che - essi sì - sembravano
meritare appieno il d i l e g g i o s b r i g a t i v o d i u n P a u l V a l é r y ( 2 ) .
Ma ora che a Parigi erano arrivati i Tedeschi, e che il
capitano Bloch era stato messo nelle condizioni di non potere
né servire, in armi, il proprio Paese, né tornare agli studi e
all'insegnamento,quei vecchi dubbi e negazioni trovavano nella
versione improvvisata di un commilitone una forza di persuasione
n u o v a , c o n t r o l a q u a l e n o n b a s t a v a p i ù l a coscienza del
1 M. BLOCH, Apologia della storia o Mestiere di
25.
2 Cfr. L. FEBVRE, Vers une autre histoire, in
m é t a p h y s i q u e e t d e morale", LVIII (1949), raccolto
pour l'histoire, Paris 1953, P. 423( e i n i t a l i a n o ,
Studi su Riforma e Rinascimento e altri scritti su
metodo e di geografia storica, Torino 1966, p. 552.
storico, p.
"Revue de
in Combats
nel volume
problemi di
VIII
molto e buono lavoro storico compiuto, in direzioni che sembravano
escludere a priori il rischio del tradimento -almeno nel senso
scoperto ed ingenuo, che era i l s o l o p r e s e n t e a c h i f o r m u l a v a l a
d o m a n d a ( 1 ) . L'episodio del "giardino normanno" evoca il clima
particolare in cui il Bloch probabilmente ebbe per la prima volta
l'idea di un'Apologia della storia, idea -o c c o r r e d i r l o s u b i t o - c h e
non fu mai realizzata, anche se il libro postumo e incompiuto
dal quale proviene la citazione, e al quale il Bloch lavorò dal
maggio 1941 al marzo 1942, reca sul frontespizio, accanto al titolo
veramente pertinente e legittimo di Mestiere di storico, l'altro
titolo, che avrebbe forse t r o v a t o u n a g i u s t i f i c a z i o n e n e l l a p a r t e
d e l l i b r o c h e n o n f e c e i n t e m p o a scrivere (2). Ma la risonanza
che quella domanda circa il presunto tradimento d e l l a s t o r i a - s i
intenda: storia e storiografia ad un tempo, per non introdurre
surrettiziamente distinzioni che non gli erano familiari - trovò per
un momento n e l l ' a n i m o d e l B l o c h , a l p u n t o d i i n d u r l o a p o r s i
il problema di una risposta,ci riporta ad un altro suo
p r o g e t t o , m a t u r a t o n e i p r i m i m e s i d i g u e r r a e r i m a s t o esso
pure
interrotto.
Nel
settembre
del
1939,
subito
dopo
la
mobilitazione,m e n t r e s i t r o v a v a a M o l s h e i m i n A l s a z i a , e g l i
a v e v a c o m i n c i a t o a s c r i v e r e u n a " storia della società francese
nel quadro della civiltà europea", di cui restano solo l'introduzione
di carattere metodologico, il primo capitolo e la dedica a H e n r i
Pirenne: il quale, ventidue anni prima, " al tempo in cui il
s u o p a e s e combatteva
1.Il Bloch aveva già raccontato lo stesso episodio, con qualche
dettaglio in più, nell'Etrange défaite (cit. qui di seguito, pp. 1.5.556). Solo che, in questo caso, si affacciava senz'altro l'ipotesi che
i l g i o v a n e u f f i c i a l e intendesse riferirsi all'insegnamento della storia
come era praticato nella S c u o l a d i g u e r r a d a l l a q u a l e e r a a p p e n a
uscito.
E
difatti
il
Bloch
poteva
ribattere
subito:
"quell'insegnamento non era la storia. Esso, in realtà, si collocava
agli
antipodi
della
scienza
che
credeva
di
rappresentare".Nell'introduzione al Mestiere di storico, l'aneddoto
è raccontato in modo da dare alla domanda un significato e una
risonanza molto più vasti.
2 Il senso di questa affermazione sarà chiarito più avanti.
Per ora basti dire che il doppio titolo sotto il quale l'opera
è
stata
pubblicata,
non
è
del
B l o c h , ma
nasce
dalla
giustapposizione di due titoli diversi, alternativi, attestati dalle
carte lasciate dall'autore: cfr. C.-E. PERSIN, L'oeuvre historique
de Marc B l o c h , i n " R e v u e h i s t o r i q u e " , 1 9 9 (1 9 4 8 ), 1 7 2 , n o t a 2
e F E B V R E , V e r s u n e a u t r e histoire, cit., pp. 419-421.
IX
a fianco del mio per il diritto e la civiltà, scrisse in
p r i g i o n i a u n a s t o r i a d'Europa" (1).D u r a n t e l a s u a i n t e r a v i t a d i
studioso, Marc Bloch non aveva fatto praticamente altro che
lavorare intorno al grande tema sintetizzato nel titolo di questo
ultimo libro non scritto. Ma solo di rado egli era uscito dai
l i m i t i c r o n o l o g i c i del medioevo (2), e non aveva mai avuto
l ' o c c a s i o n e d i a f f r o n t a r e t a l e a r g o m e n t o complessivamente, con tutti i
rischi di compromissione politico-ideologica chel a c o s a c o m p o r t a v a .
Orbene, anche perché il Bloch, trovandosi per forza di n e c e s s i t à a
non disporre dei ferri del mestiere, si era infine risolto a
tentare questo discorso più ampio, e lo aveva impostato e
p o r t a t o a v a n t i f r a s é e s é durante i mesi della "drôle de guerre";
quando, nella primavera-estate del 1940,sopravvenne il crollo della
"società francese" e delle istituzioni che la reggevano, e una
minaccia mortale parve incombere sulla "civiltà europea", il
contraccolpo che ne seguì ebbe la virtù di raggiungere in lui,
d i l à d a l l a sfera, direttamente interessata, del soldato e del
cittadino, la zona, che era stata tenuta fino allora gelosamente al
riparo, della sua ""coscienza professionale" di professore di storia"
( 3 ) . I l p r o p o s i t o d i s c r i v e r e un'Apologia della storia nasceva in queste
particolarissime
circostanze.
Ma,
una
volta
che,
sfuggito
fortunosamente alla cattura da parte dei Tedeschi,i l B l o c h p o t è
raggiungere i suoi a Guéret (Creuse) e trovarvi per un
m o m e n t o i l raccoglimento necessario per rimettersi a tavolino, il
proposito di difendere la storia dai suoi negatori vecchi e nuovi,
riprendendo in chiave aggiornata il discorso su Francia ed Europa, o
scrivendo un'aperta professione di fede nel proprio lavoro, fu
provvisoriamente accantonato e cedette il campo di fronte a un
nuovo indifferibile impegno, al cui espletamento - che avrebbe
costituito un dovere civile per
1 Cfr. FEBVRE, Come si presentavano i manoscritti del "Mestiere di
storico", p. 14.
2 Passando da Strasburgo a Parigi il Bloch lasciò l'insegnamento
della storia medievale per quello di storia economica. Ma,
nonostante
ciò,
egli
è
rimasto
sempre fondamentalmente, un
medievalista. L ' e s p r e s s i o n e è d i D . C a n t i m o r i , c h e l a u s a a
p r o p o s i t o d e l D r o y s e n ( c f r . Sommario di istorica, Firenze, S.d.,
p. 89).
X
chiunque altro - egli si sentiva particolarmente abilitato dal
prolungato esercizio del "mestiere di storico" : mettere per iscritto
(e subito, poiché"una testimonianza vale soltanto se fissata nella
sua freschezza") ciò che aveva v i s t o c o n i s u o i o c c h i s u l f r o n t e
Nord, dal 10 maggio in poi."Scrivere e insegnare la storia:
q u e s t o è i l m i o m e s t i e r e d a c i r c a trentaquattr'anni. Un mestiere
che mi ha portato a sfogliare una gran quantità di documenti di età
diverse, per fare, quanto meglio mi fosse possibile, la c e r n i t a d e l
vero e del falso; e, anche, a guardare e ad osservare molto.
Ho infatti sempre pensato che il mestiere di storico consista
- c o m e d i c e v a i l m i o maestro Pirenne - nell'interessarsi alla
"vita". La particolare attenzione che n e l l e m i e o p e r e h o d e d i c a t o
alle cose rurali ha rafforzato in me la convinzione che se non
ci si china sul presente è impossibile capire il passato: ad
u n o storico delle campagne, due buoni occhi per contemplare la
f o r m a d e i c a m p i s o n o indispensabili quanto una certa attitudine a leggere
vecchi testi indecifrabili. Q u e s t e s t e s s e a b i t u d i n i d i c r i t i c a , d i
osservazione e, spero, di onestà, ho c e r c a t o d i a p p l i c a r l e a l l o
s t u d i o d e i t r a g i c i e v e n t i d i c u i m i s o n o t r o v a t o a d essere un
modestissimo attore... La professione da me scelta è di solito
considerata fra le meno avventurose. Ma la mia sorte - in ciò
comune a quella di quasi tutta la mia generazione - mi ha
g e t t a t o p e r d u e v o l t e , a v e n t u n ' a n n i d'intervallo, fuori di quelle
strade pacifiche" (1).Se l'esercizio del "mestiere di storico" metteva
in condizione di esercitare bene quello di testimone, ciò voleva
implicitamente anche dire che, dopotutto,l a s t o r i a a q u a l c o s a
serviva. Ma il tono apologetico del brano citato non deve
trarre in inganno: l'"apologia della storia" era differita a tempi
migliori;q u e l t a n t o c h e n e v e n i v a a n t i c i p a t o q u i , l o e r a s o l o i n
funzione di indiretta apologia delle capacità di critica e di
o s s e r v a z i o n e d i c u i e r a d o t a t o i l testimone volontario della "strana
disfatta", per avventura, uno storico.
Certo, sarebbe difficile negare che, soprattutto nel pri1 BLOCH, L'étrange défaite, témoignage écrit en 1940, Paris 1957,
p. 22.
XI
mo capitolo dell'Etrange défaite, che si intitola Presentazione del
testimone,u n a p a r t e s i a p u r e p i c c o l a n o n v a d a f a t t a a l g u s t o d e l l e
plaisanteries professionali, ma sempre con un fondo ineliminabile di
s e r i e t à e d i autoconvinzione che fa pensare a certi toni pseudo scherzosi
della conversazione d e l n o s t r o F e d e r i c o C h a b o d : " g l i s t o r i c i . . .
potranno forse trovare qualche vantaggio nello sfogliare - se
riusciranno a scoprirlo - questo processo verbale dell'anno 1940"
(1). L'incertezza sul futuro destino di queste pagine poteva i n f a t t i
essere in quel momento un sentimento ben reale, e solo chi in
vita sua non abbia mai svolto attività di ricerca e non abbia
m a i p e r d u t o u n p a c c h e t t o d i schede o un quaderno di appunti, può
meravigliarsi che Marc Bloch, scrivendo nel luglio-settembre 1940,
con tutto quello che era accaduto e minacciava di accadere in
Francia e nel mondo, si soffermasse a rimpiangere così acerbamente l a di s t r u z i o n e , o p e r a t a c o n l e s u e s t e s s e m a n i a
S t e e n w e r k n e i d i n t o r n i d i Lillà, durante il ripiegamento verso
Dunkerque, di "quel caro quaderno verde",i n c u i a v e v a a n n o t a t o ,
giorno per giorno, la storia del suo servizio presso lo stato
maggiore della I armata (2). E non è un caso che, proprio in
s e d e d i dichiarazione dello " stato civile" del testimone, abbia
trovato la sua c ol l o c a z i o n e n a t u r a l e u n a d e l l e p a gi n e p i ù a l t e e
r i v e l a t r i c i d i s é c h e i l B l o c h ci abbia lasciate:"Sono ebreo. Se
non di religione - che non pratico affatto, come nessun'altra
religione, del resto -, almeno di nascita. Non ne traggo
motivo né di orgoglio né di vergogna, essendo - almeno lo
spero - uno storico abbastanza serio da non ignorare che le
predisposizioni razziali sono un mito e che la stessa nozione
d i razza pura è un'assurdità particolarmente flagrante quando, come
in questo caso,s i p r e t e n d e d i a p p l i c a r l a a c i ò c h e i n r e a l t à f u
un gruppo di credenti reclutati a suo tempo in tutto il mondo
mediter1 L'Etrange défaite cit., p. 21. 2 Cfr. anche p. 167. Un'altra
t i p i c a manifestazione dello stesso atteggiamento psicologico è costituita
dal commento d e l B l o c h a l l a s u a a s s e g n a z i o n e , i n u n d a t o
m o m e n t o , p r e s s o u n " 2 e b u r e a u " : " . . . ce qui, le 2e bureau étant
chargé des renseignements, ne parais-sait pas, on l'avouera, pour
un historien, un trop mauvais emploi" (ibid., p.26; cfr. anche p.
114).
XII
raneo, turco-cazaro e slavo. Non rivendico mai la mia origine
salvo che in un caso: quando mi trovo di fronte a un
antisemita.
Forse
coloro
che
si
opporranno
alla
mia
testimonianza, cercheranno di sminuirla qualificandomi "meteco". A
costoro risponderò - senza aggiungere altro - che il mio
bisnonno fu soldato nel1793; che mio padre, nel 1870, prestò
s e r v i z i o i n S t r a s b u r g o a s s e d i a t a e c o n i suoi due fratelli
abbandonò volontariamente l'Alsazia natale quando fu annessa al II
Reich; che sono stato educato nel culto di quelle tradizioni
patriottiche di cui gli israeliti dell'esodo alsaziano furono sempre i
più accesi custodi e,infine, che la Francia, da cui certuni oggi
cospirerebbero volentieri per espellermi - e forse, chissà, vi
riusciranno -, resterà per me, qualunque cosa s u c c e d a , l a p a t r i a
da cui non saprei sradicare il mio cuore" (1). Sono qui
anticipati i motivi essenziali del testamento spirituale che Marc
Bloch redasse a Clermont-Ferrand nel marzo dell'anno seguente:
"J'affirme donc, s'il le faut, f a c e a l a m o r t , q u e j e s u i s n e
J u i f . . . E t r a n g e r a t o u t f o r m a l i s m e c o n f e s s i o n n e l comme a toute
solidarité prétendument raciale, je me suis senti, durant ma
vieentière, avant tout et très simplement Français" (2). Ma le
analogie di c o n t e n u t o e d i t o n o n o n d e v o n o f a r e p e r d e r e d i
v i s t a l a d i v e r s i t à d e l l e occasioni che hanno presieduto alla
ripetuta formulazione di questi pensieri. A n c h e s e n o n r i s u l t a per
quanto
io
sappia
che,
nel
marzo
del
1941,
a Clermont-Ferrand, dove era tornato ad insegnare, nei quadri della
sua vecchia Università di Strasburgo sfollata in Alvernia, Marc
Bloch stesse già meditando il passaggio alla clandestinità e alla
Resistenza, che sarebbe avvenuto solo dopo un altro anno e mezzo
di attività accademica presso l'Università di M o n t p e l l i e r , e d o p o
che i Tedeschi ebbero invasa anche la Francia di Vichy, è da
ritenersi che ciò che stava accadendo agli ebrei nelle due France
fosse fatto per renderlo assai pensoso della propria sorte. Mentre
invece,
nella pagina del1940, la persecuzione antisemita è
prospettata ancora come un'ipo1 L'étrange défaite cit., pp. 23-24.
2 Ibid., p. 224.
XIII
tesi relativamente remota, e la duplice professione di fede (come
ebreo e come f r a n c e s e ) è r e s a n o n gi à " d i f r o n t e a l l a m o r t e " ,
m a i n f a c c i a a q u a n t i , rifiutando lo spirito della sua testimonianza
sulla disfatta di pochi mesi prima, avrebbero cercato in futuro di
screditarla, adducendo come pretesto che chi l'aveva dettata non era
nemmeno un francese. E una delle tante notazioni autobiografiche
che costellano il Mestiere di storico, mostra come il senso di
insicurezza nutrito dal testimone, israelita di nascita, circa la
reliability che i compatrioti non correligionari sarebbero stati
disposti a concedere alla sua testimonianza, non fosse uno spunto
occasionale, ma avesse radici lontane. Nel paragrafo dedicato alla
Nomenclatura, il Bloch, con uno di quei caratteristici scivolamenti
da un tema all'altro, che talvolta sconcertano il l e t t o r e c h e s i a
abituato a porsi in un modo più "scolastico" i problemi della
conoscenza
storica,
passa
a
parlare
del
problema
del
periodizzamento e, in particolare, di due forme di scansione del
tempo, o di classificazione dei fatti storici, che, con le dovute
riserve, gli sembrano più legittime delle altre:"Generazione" e
"civiltà". E, appunto a proposito della periodicità irregolare d e l l e
generazioni e della difficoltà di stabilire "i punti in cui la
c u r v a cambia direzione", il Bloch scrive: "Io ho appartenuto alla
Scuola normale, dove le date di entrata offrono comodi punti di
riferimento. Molto presto mi sono riconosciuto, sotto molti punti di
vista, più vicino ai corsi che mi avevano preceduto che a quelli che
mi seguirono quasi immediatamente. I miei compagni ed io ci
collocavamo all'estremo limite di quella che si potrebbe, credo,
chiamare la generazione del "caso Drey-fus". L'esperienza della vita
n o n h a s m e n t i t o quell'impressione" (1).I l c o n t e s t o i n c u i è i n s e r i t a , d a a
questa distaccata notazione di carattere autobiografico il valore di
una constatazione di fatto. Molto probabilmente,un'indagine sulle
"Annales" e la politica avrebbe qui uno dei suoi punti di partenza
obbligati. Solo questa conclamata e civilmente nobile origine "fine
Ottocento" della fisionomia di Bloch
1
C f r .
p .
1 5 8 .
XIV
politico spiega infatti, da un lato, la sua assoluta impermeabilità ai
veleni ideologici del nuovo secolo e, dall'altro, il ritardo, per noi
altrimenti i n c o n c e p i b i l e , c o n i l q u a l e - s t a n d o a l m e n o a Lu c i e n
Febvre, che parla anche per sé - egli avvertì ciò che si stava
p r e p a r a n d o i n E u r o p a : " B l o c h n o n h a m a i f a t t o politica. Io mi
c h i e d o c o m e u n v e r o s t o r i c o p o t r e b b e f a r n e . . . A p a r t i r e d a l 1936,
cominciammo a preoccuparci seriamente degli avvenimenti pubblici. Monaco
fu, per lui come per me, la grande catastrofe che annunciava
il destino" (1). Ma questo storico che non amava sporcarsi
con
la
politica,
e
che
un
giorno
sarebbe
arrivato
a
rimproverarselo apertamente (2), proprio grazie a quella lontana
origine "dreyfusarda" ha sempre avuto un'idea, limitata quanto si
vuole, ma al tempo stesso concreta e precisa, della insostituibile
funzione
di
educazione
civile,
connessa
non
tanto
con
la
storiografia, intesa come stock di prodotti f i n i t i d e s t i n a t i a l
consumo intellettuale non importa se da parte di pochi o di
molti, quanto piuttosto con l'esercizio del "mestiere di storico",
praticato dal
1 FEBVRE, Marc Bloch et Strasbourg cit., p. 402. Un documento
interessante sugli sviluppi dell'opposizione intellettuale di Bloch al
nazismo è costituito dalla serie di rassegne critiche di libri
tedeschi di storia medievale, apparse sulla"Revue historique" dal
1928 al 1932.2 BLOCH, L'étrange défaite cit., pp. 215-16:
"J'appartiens a une génération quia mauvaise conscience... Nous
avons craint le heurt de la foule... Nous avons préféré nous
confiner dans la craintive quiétude de nos ateliers". Cfr. anche
p.218: siamo stati "buoni operai", ma non sempre, forse, "buoni
cittadini".A p r o p o s i t o d i c i ò c h e s i d i c e v a p i ù s o p r a n e l t e s t o ,
è singolare che, in questo" esame di coscienza del francese "
i n c u i t r o v a i l s u o n a t u r a l e " prolungamento" la "testimonianza
del soldato" (ibid., p. 66), Bloch accenni due volte all'"affaire
Dreyfus" come a uno sciagurato "malinteso" che ha permesso alla
destra francese di cambiare le carte in tavola, confondendo
militarismo e patriottismo (ibid., p. 193), con la conseguenza di
c r e a r e u n a b i s s o d i incomprensione fra le forze "autenticamente liberali,
disinteressate e umanamente progressive", e un "gruppo professionale"
come l'esercito,d e p o s i t a r i o d i " c o s ì a l t i v a l o r i m o r a l i " : i l c h e , c e r t o ,
non era accaduto per colpa delle prime (ibid., pp. 213-14). Il Bloch
dell'"esame di coscienza " è tutto nella complessa articolazione di
questo giudizio, tipico di chi, con l'intima soddisfazione che si
prova quando si vede che i conti tornano,sottolineava altrove la
circostanza per cui, di tutto un gruppo di minatori dei dipartimenti
del Nord, durante la guerra del 1914-18, il solo che avesse dato
prova di viltà in combattimento era stato un noto "crumiro"
dei tempi di pace(ibid., p. 140); ed era in genere convinto
c h e d u e c a t e g o r i e d i F r a n c e s i n o n potessero comprendere la
storia del loro paese: "ceux qui refusent de vibrer au s o u v e n i r d u
sacre de Reims; ceux qui lisent sans emotion le récit de la
f ê t e d e la Fédération" (Ibid., p. 210).
XV
lo studioso in laboratorio e illustrato dal professore dalla cattedra,
nei suoi t o u r s d e m a i n e s s e n z i a l i ( " f a i r e l e t r i d u v r a i e t d u
f a u x " ) , a n c h e a p u b b l i c i non propriamente specializzati, come la
scolaresca del liceo di Amiens, innanzi alla quale il Bloch, che
insegnava in quella scuola nel 1914, fece l'elogio dello "spirito
critico" ("...c'est la propreté de l'intelligence. Le premier d e v o i r ,
c'est de se laver"), un abito mentale che si acquista studiando
la
storia,
e
che
aiuta
ad
orientarsi
non
solo
fra
le
t e s t i m o n i a n z e d e l p a s s a t o , m a anche fra quelle del presente, e
che sarebbe stato quindi particolarmente indispensabile a quanti, fra
i suoi giovani ascoltatori, fossero diventati magistrati o avessero un
giorno seduto in una giuria popolare (1). E, proprio a l l a f i n e d e l l a
sua carriera di studioso e di cittadino, in una delle poche
pagine del Mestiere di storico in cui il discorso si sposta dal
p r o b l e m a d i g r a n lunga dominante della "legittimità" della
conoscenza storica a quello della sua"utilità", il vecchio motivo
verrà ancora una volta ripreso, e, in un'epoca"plus que jamais
exposée aux toxines du men-songe et du faux bruit", riproposto
l'esempio dei grandi padri fondatori della critica storica, da Richard
Simon,che aveva saputo esercitare l'acume del suo ingegno non solo
nell'esegesi della Scrittura, ma anche nella difesa di alcuni
innocenti accusati di delitto rituale, ai Bollandisti e ai Maurini, che
con l'affinamento apportato all'arte di dirigere utilmente il dubbio
a v e v a n o a p e r t o l a s t r a d a a l s u c c e s s i v o p r o g r e s s o delle procedure
giudiziarie (2).C o n u n g e s t o c h e , v a l u t a t o d a u n p u n t o d i v i s t a
personale,
era,
insieme,
di
giustificata presunzione e di
a m m i r e v o l e c o r a g g i o c i v i l e , m a c h e r i v e l a v a soprattutto una salda
1 BLOCH, Critique historique et critique du témoignage, in
"Annales E.S.C.", 5(1950), 8. Ma di là di queste occasioni
d'impiego particolari, lo spirito critico che si acquista esercitando
la critica delle testimonianze, è celebrato anzitutto in se stesso:
" l ' e s p r i t c r i t i q u e n ' e ù t - i l p a s p o u r l u i q u e d ' è t r e , e n face de l'inertie
satisfaite d'elle-mème, l'effort, la fatigue, l'incertitude s u r l e r e s u l t a t ,
qu'il mériterait, par cela seul, notre admiration et notre respect"
(ibid., p. 3).
2 Cfr. pp. 121-22. Cfr. anche Réflexions d'un historien, p.
4 4 , n o t a 1 , c i t . q u i di seguito, dove, a proposito del lavoro di uno
psicologo su "testimonianze di b a m b i n i i n u n p r o c e s s o d i g r a n d e
r i s o n a n z a " , i l B l o c h s c r i v e c h e , u t i l i t à p e r l o storico a parte,
si leggono con piacere delle pagine che mostrano "comment de
saines méthodes critiques peuvent sauver une tête innocente".
XVI
fede nell'efficacia formativa dei metodi tradizionali della "scienza
storica",M a r c B l o c h a c c e t t a v a d u n q u e c h e l a t e s t i m o n i a n z a c h e s i e r a
affrettato a stendere su ciò che aveva visto nel maggio-giugno 1940,
con la speranza che venisse un giorno utilizzata davanti a un
tribunale che poteva anche non essere quello della storia, fosse
presa a misura delle attitudini di critica, di osservazione e di onestà
intellettuale di cui il testimone stesso era dotato. Mail testimone
era, appunto, uno storico, che, venendo a contatto con un
campionario di situazioni umane quale l'"orco della leggenda" non
avrebbe potuto desiderare più ricco (1) finiva col trovare troppe
occasioni di riflessione sul mestiere praticato nei giorni di pace,
per ridursi a relegare in secondo piano,come puro dato anagrafico,
citato a garanzia del possesso di quelle tali attitudini, una parte
così essenziale di sé. Ancora prima, perciò, di iniziare l a
redazione di quel " memento di un artigiano " che sarebbe
a n c h e s t a t o i l s u o ultimo libro, nell'atto stesso di compiere il
mestiere di testimone assegnatogli dalle circostanze, la molteplicità
delle esperienze e degli incontri che si e r a n o s u c c e d u t i f r a i l
settembre del 1939 e il giugno del '40, in un clima così
radicalmente diverso dai "paisibiles chemins" della vita di
biblioteca e di facoltà, spingeva Bloch a intensificare la riflessione
sui problemi della conoscenza storica in generale, garantendo alla
l o r o t r a t t a z i o n e u n r e s p i r o e u n nutrimento di riferimenti analogici, che
sarebbero stati impensabili nelle o p e r o s e m a e g u a l i g i o r n a t e d i
Strasburgo e di Parigi.Venuta l'ora delle confessioni personali,
l'artigiano dichiarerà che gli è sempre piaciuto meditare sul suo
lavoro quotidiano (2). Non c'è ragione di non c r e d e r g l i ; m a r e s t a
i l f a t t o c h e - a p a r t e i l d i s c o r s o t e n u t o a g l i s t u d e n t i d e l liceo
di Amiens proprio nei giorni fra Sarajevo e l'ultimatum alla Serbia,
così sorprendentemente remoto, nella sua esaltazione dei valori
morali e civili della"critique du témoignage", dalle angosce dell'ora
- i principali interventi metodologici ex professo del Bloch, dal
saggio del 1921 sulle
1 Cfr. p. 41: "Il buono storico somiglia all'orco della fiaba:
là dove fiuta carne umana, l à sa ch e è l a sua preda" .2
Cfr. p. 35.
XVII
"false notizie di guerra" (1) ad alcune pagine dell'Etrange défaite,
al Mestiere di storico, sono collegati in un modo o nell'altro con
momenti nei quali, per causa di forza maggiore, egli era stato
c o s t r e t t o a d i n t e r r o m p e r e quel suo amato "lavoro quotidiano".I n u n o d e i
passi dell'Etrange défaite che abbiamo riportati per esteso, a
commento dell'immagine dello storico che non si limita a leggere
"vecchi testi indecifrabili", ma esercita la propria capacità di
osservazione sul presente,s o n o c i t a t i , d a u n l a t o , i l d e t t o d i
P i r e n n e , s e c o n d o c u i i l p r i m o d o v e r e d i u n o storico consiste
nell'interessarsi alla "vita", e, dall'altro, l'esempio del B l o c h m e d e s i m o ,
che tanto buon frutto aveva potuto trarre dall'osservazione d e l l a
forma dei campi, così come è oggi, nel corso delle sue
r i c e r c h e d i s t o r i a dell'agricoltura medievale. Nel paragrafo del
M e s t i e r e d i s t o r i c o c h e s i intitola Comprendere il passato mediante il
presente, ritornano, nell'ordine,s i a i l d e t t o s i a l ' e s e m p i o ( 2 ) . O r a ,
s e è f u o r i d i s c u s s i o n e i l p e s o c h e H e n r i Pirenne ha avuto nella
formazione del Bloch e, in genere, nell'esperienza delle"Annales"
(ma l'aneddoto che culmina nella dichiarazione d'amore alla "vita"
da p art e d el l o s t o ri co b el g a, n o n è al l ' al t ez z a n é d el
protagonista, né di chi lo riferisce); se è arcinoto che la
svolta impressa dal Bloch agli studi di storia agraria
medievale, con le famose conferenze tenute ad Oslo nel 1929,
f u r e s a i n parte possibile proprio dall'utilizzazione del paesaggio rurale
come fonte s t o r i c a ( 3 ) , è p e r ò a n c h e v e r o c h e , i n s e d e d i
t r a t t a z i o n e d e l p r o b l e m a d e l rapporto fra presente e passato (la
v i a m a e s t r a d e l l a s t o r i a ! ) , g l i e s e m p i dell'attenzione prestata,
rispettivamente, dal Pirenne al municipio, nuovo, di S t o c c o l m a , e d a l
Bloch ai campi aperti, stretti ed allungati del Nord e
d e l l ' E s t della Francia, risultano poco
1 BLOCH, Réflexions d'un historien sur les fausses nouvelles de la
guerre, in Mélange historiques, Paris 1963, I, pp. 41-57 (ma questo
saggio fu dapprima pubblicato sulla "Revue de synthèse historique"
del 1921).
2 C f r . p p . 5 4 - 5 6 . 3 Cfr. BLOCH, Les caractères orìginaux de
l'histoire rurale française, Paris 1 9 2 2 , I , p p . X I - X V . P e r l a
situazione
degli
studi
di
storia
agraria
prima
della
rivoluzione operata dal Bloch, cfr. FEBVRE, Marc Bloch et
Strasbourg cit., p.394: "c'était le temps... où les paysans ne
labouraient jamais que de cartulaires - avec un notaire pour unique
auxiliaire".
XVIII
eloquenti, tanto più che le forme dei campi in questione non
appartenevano nemmeno, in senso stretto, alla sfera del "presente",
ma erano "fonti residuali", cioè tracce del passato, che lo storico
riconosceva come tali,isolandole dal contesto del presente, in cui si
trovavano immerse. Ma, nella s t e s s a p a g i n a d e l M e s t i e r e d i
storico, fra Pirenne a Stoccolma e i campi lunghi,a spezzare
il circolo di una "vita" che era pur sempre vita di studio
( l i b r i , congressi, colleghi...), interveniva la guerra, quella vinta e
l ' a l t r a , a l m e n o provvisoriamente, perduta: "Avevo letto più volte, avevo
spesso narrato racconti d i g u e r r a e d i b a t t a g l i e . M a c o n o s c e v o
davvero, nel significato pieno del verbo"conoscere"... che cosa sono
l'accerchiamento per un esercito, la disfatta per u n p o p o l o ? " ( 1 ) .
Di guerre e di battaglie il Bloch, nei suoi libri, ne aveva, in
realtà, raccontate ben poche, e anche queste, tendenzialmente, solo
per dimostrare che, vinte o perse, non avevano cambiato nulla (2).
I l r i f i u t o d e l l a "histoire-bataille" lo aveva trovato consacrato addirittura
già nel Langlois-S e i g n o b o s ( 3 ) ! E p p u r e , p a r a d o s s a l m e n t e , l a s o l a v e r a
esperienza di vita vissuta fu per lui, a due riprese (della terza,
quella
della
Resistenza,
non
restano
purtroppo
documenti
significativi) (4), un'esperienza di vita di guerra; ed è proprio da
questa ripetuta esperienza, più subita che cercata, nonostante la
civetteria di farsi
1 Cfr. p. 54. Cfr. Réflexions d'un historien cit., p. 45: la
g u e r r a d e l ' 1 4 f u "une sorte de vaste expérience naturelle... une
immense expérience de psychologie sociale, d'une richesse inouìe",
q u a l e n o n s i s a r e b b e m a i p o t u t a produrre artificialmente nei laboratori
degli psicologi; "grossissement" dei t r a t t i d e l l a v i t a s o c i a l e , c o m e s e
venissero visti attraverso una lente, inseguito alla guerra. Cfr.
a n c h e i b i d . , p . 5 7 : l a g u e r r a è s t a t a " u n ' i m m e n s a esperienza di
psicologia collettiva"; consolarsi dei suoi orrori, felicitandosi d e l s u o
interesse sperimentale, sarebbe di cattivo gusto; ma poiché ha
avuto luogo, conviene usare i suoi insegnamenti per il progresso
d e l l a s c i e n z a storica.
2 Tipiche, a questo riguardo, le considerazioni del Bloch sulle
"vere" cause del rallentamento delle incursioni ungare nella
seconda metà del secolo x, in contrapposizione all'eccessiva
importanza che si è voluta dare alla battaglia s u l L e d i d e l 9 5 5 :
cfr.
BLOCH,
La
société
féodale
(trad.
it.,
La
società
f e u d a l e , Torino 1965', pp. 23 sgg.).
3 Cfr. c.-v. LANGLOIS - c. SEIGNOBOS, Introduction aux études
historiques, Paris1 8 9 8 , p . 2 0 5 . 4 Alcuni scritti del periodo
clandestino (1942-44) sono pubblicati in appendice all'Etrange
défaite cit., pp. 225-62. Ma non recano nessuna traccia di una
riflessione metodologica del Bloch in connessione col nuovo tipo di
g u e r r a c h e stava combattendo.
XIX
passare per un "guerriero" (1), che il Bloch trasse le
o c c a s i o n i e l o s t i m o l o sia per verificare sperimentalmente, sul
campo,
sia
per
affinare
e,
entro
certi
limiti,
sistemare
concettualmente i criteri di cui era solito servirsi studiandola storia
della società medievale, senza per questo impancarsi a specialista di
metodologia - "una sorta di specializzazione, i cui tecnici sono
detti" f i l o s o f i " " ( 2 ) : è s o l o d a n o i c h e a u n c e r t o p u n t o i
p r o f e s s o r i d i s t o r i a h a n n o creduto di potersi tutti risvegliare
filosofi! -, ma vincendo la ritrosia a dibattere le forme, oltre che i
contenuti, della ricerca storica, caratteristica d e l g r u p p o c h e
f a c e v a c a p o a l l e " A n n a l e s " ( 3 ) . Il collegamento che ci è
sembrato di poter cogliere fra riflessione metodologica t u t t i i
livelli ed esperienza di vita di guerra in Bloch, trova una
significativa conferma documentaria in alcune schede del dossier
relativo a un suo vecchio corso di introduzione allo studio della
storia medievale (anno a c c a d e m i c o 1 9 2 9 - 3 0 ) : i n u n a d i e s s e , i n
u n e l e n c o d i l i b r i d a c o n s u l t a r e i n biblioteca, accanto ai prevedibili
Cellarius, Loescher, dom Calmet, Mabillon, V o s s i u s , t r o v i a m o i l l i b r o
s u l l a P s i c o l o g i a d e l s o l d a t o d i H u o t e V o i v e n e l ; i n un'altra, come
prima esemplificazione della distinzione canonica fra fonti n a r r a t i v e e
fonti documentarie, sono citati, rispettivamente, i tre volumi di
Hanotaux sulla Storia della guerra e un ordine di operazioni
(4).Prescindendo per il momento dalle Réflexions sur les fausses
nouvelles de la guerre, è all'Etrange défaite che occorre rifarsi,
legata al successivo Mestiere da vincoli molto più stretti che non
quelli, evidenti, che discendono dall'analogia delle condizioni di
vita e degli stati d'animo in cui entrambi i libri sono stati pensati e
scritti (5)."Una singolare legge storica sembra regolare i rapporti
degli Stati con i lorocapi militari. Se vittoriosi, questi ul1 BLOCH, L'Etrange défaite cit., p. 24.
2 Cfr. p. 34.
3 Per questo punto cfr. FEBVRE, Vers une autre histoire cit.,
p p . 4 2 1 - 2 5 e passim (trad. it. cit., pp. 550-52).
4 Le carte di Marc Bloch sono conservate all'E'cole normale
supérieure.
5 Un po' troppo sbrigativamente il Febvre (Combats cit., p.
4 1 9 , n o t a 2 ) s c r i v e che, "en dehors des oeuvres proprement
h i s t o r i q u e s " , i l B l o c h h a l a s c i a t o l'étrange défaite.
XX
timi sono quasi sempre tenuti lontani dal potere; se vinti, lo
ricevono dalle m a n i d e l p a e s e c h e n o n h a n n o s a p u t o f a r
t r i o n f a r e . . . S o b e n e c h e i n q u e s t e riuscite (dei generali
sconfitti) non tutto è spontaneo. Esse nondimeno corrispondono a
una sorta di psicosi dell'affettività collettiva. Agli occhi dei popoli
vinti,
quelle
uniformi,
cosparse
di
stelle
e
di
medaglie,
simbolizzano, c o n i s a c r i f i c i c o m p i u t i s u i c a m p i d i b a t t a g l i a ,
l e g l o r i e d e l p a s s a t o e , f o r s e , dell'avvenire... Parlavo or ora di
"comando". Appena la parola mi è uscita dalla p e n n a , l o s t o r i c o
che è in me si scandalizza di averla scritta. Perché l'abbiccì
del nostro mestiere consiste nel fuggire questi grandi nomi astratti
per cercare d i s t a b i l i r e , d i e t r o d i e s s i , l e s o l e r e a l t à c o n c r e t e ,
che
sono
gli
uomini.
Gli
errori
del
comando
furono,
fondamentalmente, quelli di un gruppo umano...Quando, ad occhi
c h i u s i , s f o g l i o i m i e i r i c o r d i , u n a g a l l e r i a d i f i g u r e nettamente
individualizzate sfilano davanti alla mia memoria... Cionondimeno, in u n
gruppo umano, gli uomini non sono tutto. A maggior ragione
l e l o r o particolarità tendono a stemperarsi, dal momento che
appartengono a una comunità fortemente costituita... Nel corpo
della nazione, gli ambienti degli ufficiali di carriera costituiscono
già una piccola società ben caratterizzata: per molte sopravvivenze,
certo la più adatta a restituire alla nostra civiltà,relativamente
livellata, l'immagine di quello che fu, nella vecchia Francia, la
nozione non tanto di classe quanto di "ordine"... All'interno
dell'esercito, il mondo degli ufficiali di stato maggiore si
c o n f i g u r a , a s u a v o l t a , c o m e u n a collettività notevolmente omogenea..."
(1). L'operazione di taglio e di r i c u c i t u r a c u i a b b i a m o s o t t o p o s t o l e
prime
pagine
della
"deposizione
di
un
vinto",
nonché
le
sottolineature di singole frasi, se servono forse a mettere a nudo la
complessa struttura del discorso, ne lasciano cadere le parti anche
letterariamente più valide, che sono poi i ritratti rapidamente
abbozzati di ufficiali di stato maggiore, incontrati dal Bloch nel
corso del suo servizio p r e s s o l a I a r m a t a . M a l a p a g i n a
a r b i t r a r i a e d a r t i f i c i o s a c h e n e è r i s u l t a t a , se letta a riscontro
dell'opera propriamente storica di
1 BLOCH, L'Etrange défaite cit., pp. 50-58.
XXI
Bloch, consente di vedere alcuni dei motivi conduttori di questa
sottoposti a un confronto, sia reciproco che con la realtà
circostante,
dal
quale
non
è
esente un
proposito,
magari
inconsapevole, di verifica e di autocritica. Dapprima una l e g g e
storica, sia pure formulata con tutta la prudenza del caso, e,
a spiegazione di essa, l'enunciazione di una costante della psicologia
collettiva;poi il momento del dubbio, l'erompere improvviso dell'esigenza
individualizzante( " l e s s e u l e s r é a l i t é s c o n c r è t e s , . . . l e s h o m m e s " ) ;
infine, di là dalle figure di singoli che, sole, si stagliavano nella
memoria di Bloch quando ripensava a quei giorni, il graduale,
inevitabile ritorno della spinta ad a-strarre da quella "g a l l e r i a " d i
volti ciò che serviva a formare la nozione di una "collettività
notevolmente omogenea" come era il corpo degli ufficiali di stato
m a g g i o r e . All'interno di un pensiero così articolato, riesce difficile
prendere senz'altro p e r b u o n a l ' a f f e r m a z i o n e d e l B l o c h c h e " l o
s t o r i c o c h e e r a i n l u i " s i scandalizzasse alla sola idea di
trasgredire alla legge numero uno del suo mestiere consistente nel
rifuggire dalle astrazioni, quando ciò che aveva dato un timbro
particolare al suo modo di esercitarlo era stato fra l'altro proprio il
tentativo di allargare il dominio della storia mediante l'uso di
concetti generalizzanti, ch'egli si era sempre sforzato di rendere il
più possibile aderenti alla varietà dei fenomeni, ma a patto che
fossero anzitutto adeguati a cogliere e a definire realtà collettive,
sia psicologiche sia sociali, fino allora trascurate dalla storiografia
(1). Il passo che abbiamo citato sta semmai a d i 1 Cfr. p. 130. "Perché aver paura delle parole? Nessuna
s c i e n z a p o t r e b b e f a r e a meno dell'astrazione... Funeste sarebbero
soltanto le classificazioni che si f o n d a s s e r o s u f a l s e a n a l o g i e . E `
compito
dello
storico
mettere
continuamente
alla
prova
le
proprie,... e, se del caso, rivederle". Cfr. anche Réflexions d'un
historien cit., p. 42: "les solutions particulières n'auront de base
sérieuseque si elles s'inspirent de principes généraux " (detto a
proposito dell'opportunità, per gli storici, di tenere conto dei
r i s u l t a t i c u i è a p p r o d a t a la "psicologia della testimonianza").
Caratteristica, nel medesimo ordine di i d e e , l a d i f e s a , i n p o l e m i c a
c o n L . F e b v r e , d e l m e t o d o d e i s o c i o l o g i , c h e tendono a studiare
un determinato fenomeno attraverso il tempo e lo spazio:dopotutto,
il procedimento analitico, malgrado i suoi pericoli, è comune alla
maggior parte delle scienze; e poi sono davvero così grandi i
pericoli dello schematismo e dell'astrazione? (cfr. la recensione a
L. FEBVRE - L. BATAILLON, La terre et l'évolution humaine,
apparsa nella "Revue historique", cxlv (1924),p p . 2 3 8 s g .
XXII
mostrare che la tensione fra le due opposte e non sempre
conciliabili esigenze e r a r i m a s t a v i v a n e l B l o c h f i n o a l l a f i n e ,
e c h e , p o s t o d i f r o n t e a u n g r a n d e teatro di sperimentazione umana
come la guerra, era l'esigenza individualizzante c h e f i n i v a c o n
l'apparirgli prioritaria e addirittura costitutiva del suo mestiere di
storico (1).Ma sarebbe un errore concentrare l'attenzione sui passi
dell'Etrange défaite ( u n a l t r o l o v e d r e m o f r a p o c o ) , n e i q u a l i i l
B l o c h l a s c i a t r a s p a r i r e l a s u a posizione circa il rapporto fra la
"conoscenza storica" ed altre possibili forme di conoscenza: anche
p e r c h é q u e s t o è p r o p r i o i l p u n t o c h e e g l i i n t e n d e v a esplicitamente
riservare alla meditazione dei "filosofi" (2). Altrettanto r a p p r e s e n t a t i v e
del tipo di relazione che veniva a stabilirsi, nei due sensi,fra
moduli storiografici, ben noti a chi abbia una qualche familiarità
con l 'o p e r a d e l B l o c h , e d e s p e r i e n z e d i v i t a d i gu e r r a , s o n o l a
p a g i n a i n c u i e g l i denuncia l'incapacità dei comandi, sia della
prima, sia della seconda guerra m o n d i a l e , , a c a l c o l a r e c o n
e s a t t e z z a i l t e m p o c h e c i m e t t e v a u n o r d i n e a raggiungere
coloro che dovevano eseguirlo (3); o l'altra dove, ribadito che la
nozione di distanza è cambiata radicalmente nel giro dei primi
decenni del secolo xx, nota come gli spettatori di tale improvviso
mutamento non ne avessero a v u t o c o s c i e n z a f i n o a l m o m e n t o i n
c u i , p e r e s s e r t o r n a t i , p e r v i a d e l l a c r i s i dei trasporti connessa
con la guerra, a
1 Il Perrin (L'Oeuvre historique cit., pp. 185-87) osserva che Les
rois t h a u m a t u r ges e L ' E t r a n g e d éf a i t e, p er es s er e l e o p er e i n
cui è più presente la dimensione della " storia politica ",
s o n o a n c h e l e o p e r e i n c u i B l o c h f a p i ù posto all'"individuo".
Nell'Etrange défaite è da ricordare, a questo riguardo,u n a d e l l e p a g i n e
f i n a l i ( p . 2 1 7 ) , d o v e s i a f f e r m a c h e n o n è v e r o c h e t u t t o , nella
società e nella natura, sia il risultato di "forces massives":
"adeptesdes sciences de l'homme ou savants de laboratoires, peutétre fùmes-nous aussi détournés de l'action individuelle par une
sorte de fatalisme, inhérent a la pratique de nos disciplines "; uno
d e i v e r i p r o g r e s s i d e l l a n o s t r a c i v i l t à sarebbe infatti l'aumentata
consapevolezza collettiva (gli stessi scambi e c o n o m i c i n o n o b b e d i s c o n o
alle stesse leggi, a seconda che i corsi dei prezzisiano, o no,
conosciuti dai partecipanti); e questa consapevolezza è fatta di
coscienze individuali che agiscono le une sulle altre: "se former
une idèe claire des besoins sociaux et s'efforcer de la répandre,
c'est introduire un grain de levain nouveau, dans la mentalité
commune; c'est se donner une chance d e l a m o d i f i e r u n p e u e t ,
par suite, d'incliner, en quelque mesure, le cours des
événements".
2 Cfr. p. 34.
3 BLOCH, L'étrange défaite cit., pp. 59-60.
XXIII
condizioni simili a quelle iniziali, erano stati messi in grado di
misurarne retrospettivamente l'entità (1); o l'altra ancora, in cui il
Bloch fa un paragone fra gli effetti di distruzione causati,
rispettivamente, da un cannoneggiamento e da un bombardamento
aereo, per arrivare alla conclusione che dal punto di vista materiale
essi pressappoco si equivalevano, ma che il bombardamento aereo
destava fra i soldati un panico molto maggiore, anche perché ad
esso andava associata l'immagine, intollerabile, dello scempio del
corpo oltre la morte (2)... Ricordi consolidati della prima guerra
mondiale,impressioni ancora brucianti della seconda, e fra queste e
quelli venti fertilissimi anni passati a tavolino: è difficile dire fino
a che punto fossero s t a t e l e e s p e r i e n z e d e l ' 1 4 - 1 8 a s u g g e r i r e
temi e angolature di ricerca per il ventennio, e se ora non
siano invece i topoi della storiografia delle " Annales" a
porsi come criteri di interpretazione degli eventi del 1940. In
u n c a s o c o m e nell'altro, il momento dell'esperienza della vita di
guerra veniva a coincidere nel Bloch con quello della riflessione
metodologica sul "mestiere di storico(3), i suoi limiti attuali, le sue
possibilità ancora in gran parte inesplorate. Nella nota scritta in
margine al Mestiere di storico, Lucien Febvre, sulla base d i u n
appunto
trovato
fra
le
carte
di
Bloch,
fa
qualche
considerazione sui capitoli del Mestiere che il Bloch aveva
p r e v i s t i , i n p i ù d i q u e l l i c h e possediamo: "Dobbiamo rimpiangere
vivamente la mancanza di note più precise e particolareggiate di
Bloch su queste ultime parti del suo libro che sarebbero s t a t e f r a
le più originali. Conosco bene il suo pensiero - che coincide
con il mio - sui problemi discussi nel capitolo vi, ma non ci
s i a m o m a i i n t r a t t e n u t i , invece, su quel problema della previsione,
che con molto discernimento e originalità Bloch si riprometteva di
trattare alla fine dell'opera, e che sareb1 L'étrange défaite cit., p. 62. Le privazioni hanno agito
c o m e " u n e m a c h i n e a remonter le temps".
2 Ibid., pp. 82-96. Non occorre però pensare, con il Bloch,
c h e H i t l e r a b b i a dovuto per questo consultare degli psicologi
(ibid., p. 82). La propensione a dare credito alle voci che
correvano in proposito è un singolare riflesso della f i d u c i a u n p o '
ingenua del Bloch nel ricordo agli esperti di "scienze umane"
, anche per ciò che riguarda la storiografia.
XXIV
be forse stato il più strettamente personale di tutto l'insieme" (1).
Di questo capitolo sulla "previsione" esiste in realtà una specie di
abbozzo, in una pagina dell'Etrange défaite, che deve essere
sfuggita al Febvre."L'arte militare appartiene a quel genere di
t e c n i c h e a l l e q u a l i n o n è consentita la sperimentazione diretta". Questa
viene perciò sostituita con e s e m p i t r a t t i d a l l a s t o r i a d e l p a s s a t o .
B i s o g n a v a , d u n q u e , a d d o s s a r e a l l a s t o r i a la responsabilità delle
debolezze della preparazione strategica della Francia a l l a v i g i l i a d e l l a
seconda guerra mondiale? (A questo punto, il Bloch inserisce la
prima versione dell'aneddoto del giovane ufficiale, fresco di studi,
che, nei giorni della disfatta, si domandava se bisognava credere
c h e " l a s t o r i a c i avesse ingannati"). Ma l'insegnamento di storia militare
impartito nella Scuola d i g u e r r a e f o n d a t o s u l l a p r e m e s s a c h e l a
guerra
del
1914
avrebbe
ripetuto
quelle
combattute
da
Napoleone, e che la guerra del 1939 sarebbe stata come q u e l l a d e l
1914, non ha nulla a che vedere con la storia, che è, per sua
n a t u r a , una "scienza del cambiamento": "essa sa ed insegna che due
avvenimenti non si riproducono mai nella stessa identica forma,
perché le condizioni non coincidono mai esattamente". Tuttavia, non
c'è dubbio che la storia- riconosce anche,nell'evoluzione umana,
"elementi, se non permanenti, almeno durevoli", e cheammette, "da
una civiltà all'altra, certe ripetizioni, se non nei singoli tratti,
almeno nelle grandi linee di sviluppo". Cosicché, "essa può
cimentarsi nel tentativo di penetrare l'avvenire; elle n'est pas, je
crois, incapable d'y p a r v e n i r " . M a l a s u a l e z i o n e n o n è " c h e i l
p a s s a t o r i c o m i n c i , c h e c i ò c h e è stato ieri possa essere domani.
Esaminando come ieri è stato diverso dall'altro ieri, e perché, essa
trova, in questo raffronto, la possibilità di p r e v e d e r e i n c h e s e n s o
il domani, a sua volta, si opporrà ali'ieri... Poco importa che
la natura propria del suo oggetto le impedisca di modificare a
suo piacere gli elementi del reale, come sono in grado di fare
l e d i s c i p l i n e sperimentali. Per
1 Cfr. p. 16. Il capitolo VI (non vii, come è scritto
n e l l ' o r i g i n a l e p e r u n evidente refuso, poiché il capitolo vii era
quello destinato alla "previsione")avrebbe dovuto avere come titolo
L'explication en histoire.
XXV
scoprire i rapporti che legano le variazioni dei fenomeni con quelle,
spontanee,dei fattori, l'osservazione e l'analisi le sono strumenti
sufficienti. Per tale v i a , e s s a c o g l i e l e r a g i o n i d e l l e c o s e e d e i
l o r o m u t a m e n t i . E l l e e s t , e n u n mot, authentiquement une science
d'expérience, poiché, mediante lo studio delle r e a l t à , c h e u n o s f o r z o d i
comprensione e di confronto le consente di decomporre,la storia
riesce a scoprire sempre meglio gli andirivieni paralleli della causa
e dell'effetto" (1).L a p o l e m i c a c o n t r o l a p s e u d o s t o r i a i n s e g n a t a n e l l a
Scuola di guerra - la storia c h e p r e t e n d e v a c h e l a g u e r r a d i
d o m a n i f o s s e e g u a l e a q u e l l a d i i e r i e c h e a v e v a quindi
ingannato il giovane ufficiale del giardino normanno, rendendosi al
t e m p o stesso indirettamente responsabile della sconfitta della Francia -,
attraverso u n c u r i o s o c a p o v o l g i m e n t o d i p r o s p e t t i v e , c o n d u c e v a c o s ì
alla scoperta di una nuova dimensione della ricerca storica, volta
non più al passato ma al futuro. E r a , i n s o s t a n z a , l a c a r t a
d e c i s i v a d a f a r v a l e r e c o n t r o i n e g a t o r i d e l l a legittimità e
dell'utilità della storia, e non a caso il Bloch avrebbe voluto
riservare alla Trattazione di questo punto il capitolo finale del libro
che mise in cantiere una volta finita L'étrange défaite, e che, grazie
soprattutto al capitolo sulla "previsione", avrebbe avuto i titoli
necessari per presentarsi come una "apologia della storia".S e l a
storia consentiva di penetrare il futuro, voleva dire che essa
e r a u n a scienza sperimentale come le altre: il Bloch che aveva
inseguito questa certezza p e r t u t t a l a v i t a , v i a p p r o d a v a o r a , i n
c i r c o s t a n z e s t r a o r d i n a r i e , e p e r u n s o l o momento. Giunto alla
fine dell'"esame di coscienza" in cui culmina la testimonianza sulla
"strana disfatta" del giugno 1940, il "vecchio storico" si domandava
come si sarebbe svolta, domani, la liberazione (si sarebbero viste
frazioni di territorio liberarsi l'una dopo l'altra? oppure un governo
autonomo costituirsi da qualche parte? oppure ci sarebbe stata una
sollevazione g e n e r a l e ? ) ; m a l e i m m a g i n i g l i s i a f f o l l a v a n o
n e l l a m e n t e s e n z a c h e l a s u a "povera scienza" gli desse la
possibilità di privilegiare un'e1 BLOCH, <L'étrange défaite, cit., p. 155-57.
XXVI
ventualità piuttosto che un'altra (1). Riaffiorava implicitamente il
dubbio sull'utilità della storia; era come tornare punto e da capo. Il
discorso andava t u t t o r i p r e s o , m a q u e s t a v o l t a e x c a t h e d r a , e come oggi suol dirsi - a monte.""Papà, spiegami a che serve
l a s t o r i a " . C o s ì , p o c h i a n n i o r s o n o , u n r a g a z z o che mi è molto
v i c i n o , i n t e r r o g a v a s u o p a d r e , u n o s t o r i c o " . I n t r o d u c e n d o l'"ingenua
curiosità del giovinetto" a far da contrappunto all'"angoscia d e l l ' u o m o
maturo" (era, costui, l'ufficiale che si sentiva ingannato dalla
storia, col quale abbiamo già fatto conoscenza) (2), il Bloch, che
cominciava a stendere, nella primavera del 1941, il Mestiere di
s t o r i c o , p r e n d e v a s u b i t o l e debite distanze dalle sollecitazioni troppo
vive dell'attualità. Ritornando q u a l c h e t e m p o d o p o s u q u e s t ' e s o r d i o ,
sentì anche il bisogno di fare presente in u n a n o t a c h e , c o l d a r e
p es o al l a ri ch i es t a d i q u el g i o v i n et t o , egl i era en t rat o in
polemica,
già
fino
dall'inizio
e
senza
esserselo
proposto
esplicitamente, con l'Introduction aux études historiques del
Langlois e Seignobos, i quali, in un'avvertenza posta in testa alla
loro opera, su cui nel frattempo gli era capitato di fermare
l'attenzione, avevano steso una lista di "problemi oziosi",che
comprendeva anche la domanda: "a che cosa serve la storia?" E`
significativo c h e B l o c h , p u r d i c h i a r a n d o n e l l a s t e s s a s e d e c h e
il suo Mestiere di storico" (3)per il fatto di muov ersi s u
d i u n a l t r o p i a n o e d i e s s e r e i n a l c u n e s u e p a r t i molto
meno sviluppato", non pretendeva di sostituire il vecchio manuale,
l o tenesse però materialmente presente mentre scriveva, ponendosi anche il
problema d i c o m e s i s a r e b b e c o l l o c a t a d i f r o n t e a d e s s o l ' o p e r a c u i
s t a v a a t t e n d e n d o . L'avere trascurato questo punto di riferimento,
apertamente dichiarato d a l l ' a u t o r e , h a c o n t r i b u i t o a m e t t e r e i n p a r t e
fuori strada alcuni dei recensori italiani del Mestiere (4).
1 L'étrange défaite cit., p. 219.
2 Cfr. pp. 23 e 25.
3 Cfr. p. 23, nota 1.
4 Le due recensioni italiane che mi sono polemicamente presenti
sono quelle di R. Franchini ("Lo spettatore italiano", 4 [1951] , pp.
128-31) e di P. Rossi(Legittimità e insicurezza della conoscenza
storica, estr. da "Gior-
XXVII
Così come è stata ritrovata fra le carte del Bloch, questa sua
ultima opera,forse anche perché priva di quel capitolo, di
q u e i c a p i t o l i f i n a l i s u i q u a l i c i siamo già soffermati ;
fantasticare, appartiene più al genere "introduzione agli studi
storici" che al genere "riflessioni sulla storia" (1). Ma le
classificazioni per generi valgono quello che valgono e, in realtà, la
astratta pedanteria normativa, che appare d'obbligo in siffatti
manuali, è qui del tutto sostituita dai toni caldi e personali di una
memorialistica per così dire professionale, che non rifugge dai
precetti pedagogici, ma li avanza sotto la forma di "preziose
confidenze(2). Il continuo richiamo, che è già nel titolo, ma ritorna
sovente nel testo, ai gesti della mano, all'atelier e agli arnesi di
lavoro dell'artigiano - fra parentesi, una delle ragioni esterne del
successo incontrato da quest'opera in Italia al suo primo apparire,
dopo tanti begriffi u s a t i a p r o p o s i t o e a s p r o p o s i t o - , è p e r c i ò
qualcosa di più che l'occasione per una serie di metafore più
o m e n o f e l i c i , c o m e a s s a i p i ù c h e u n a m e t a f o r a a v e v a voluto
essere, l'anno precedente, la configurazione dell'Etrange défaite come
"processo
verbale
dell’anno
1940”
(3).
Quell'insistente
richiamo
all'esercizio del" m e s t i e r e d i s t o r i c o " è l a m i s u r a d i u n " l i v e l l o
s t i l i s t i c o " s c e l t o a r a g i o n veduta dall'autore come il più adatto a
ripercorrere
i
vecchi,
sicuri
binari
del
Langlois-Seignobos,
segnando via via i moltissimi punti, di fronte ai quali un
eccezionale bagaglio di esperienze accumulate in anni e anni di
ricerca, per lo p i ù i n d i r e z i o n i di c u i q u e i s u o i d u e
nale degli economisti e Annali di economia", maggio-giugno 1951).
Comune alle due recensioni, per altro lontanissime fra loro quanto
ai principi che le informano, è un'esagerata apertura di credito
iniziale
(soprattutto
da
parte
del
Rossi)
alla
"filosofia
i n c o n s a p e v o l e " d e l n o n f i l o s o f o B l o c h , c u i t i e n e d i e t r o una delusione
altrettanto ingiustificata.
I punti di contatto, "numerosi e stretti", col Langlois-Seignobos
sono stati invece segnalati da J. STENGERS, March Bloch et
l ' h i s t o i r e , i n " A n n a l e s E . S . C . " , (1953), 336-37.
1 Nell'impianto del Mestiere di storico non si avverte quello sforzo
di saldare i l p i a n o d e l l a m e t o d o l o g i a e m p i r i c a c o n i l p i a n o s u
c u i s i m u o v e v a , t a n t o p e r restare in territorio di cultura
f r a n c e s e , u n R a y m o n d A r o n , c h e a v r e b b e p e r esempio caratterizzato,
all'incirca dieci anni dopo, la Connaissance historique d i H . - I . M a r r o u .
2 La formula è di L. Febvre (Vers une autre histoire
ci t . , p . 4 2 1 e t r a d . i t . cit., p. 553). Cfr. anche ibid., p. 424
( t r a d . i t . c i t . , p . 5 5 3 ) : i l M e s t i e r e di storico scritto "in forma
di libera conversazione da uomo a uomo".
XXVIII
maestri non avevano neppure sospettata l'esistenza, gli permetteva
di avanzare dubbi e riserve anche radicali. Che poi, in questo
p r o c e s s o d i r e v i s i o n e d e i canoni metodologici della vecchia scuola
positivistica, intervenisse continuamente, come occasione impareggiabile di
ulteriori verifiche sperimentali s u l t e r r e n o d e l " p r e s e n t e " , l ' e s p e r i e n z a
della vita non più di laboratorio ma di g u e r r a , è c o s a c h e n o n
d e v e s o r p r e n d e r e c h i c i a b b i a s e gu i t i f i n q u i e c h e troverebbe,
del resto, una sufficiente spiegazione nel clima particolare in cui i l
B l o c h r e d i ge v a i l s u o " m e m e n t o d i u n a r t i gi a n o " ( 1 ) . Eppure, lo
stesso Febvre, proprio lui che teneva così fermo alla distinzione fra
gli storici e i filosofi ("due tipi di uomini distinti molto
nettamente") (2),r i m p r o v e r ò a l B l o c h d i e s s e r e r e s t a t o " u n p o '
troppo entro i limiti della tecnica storica", riferendosi in
particolare - e non si può dire che non abbia colto nel segno
- al suo modo di configurare il rapporto fra passato e
presente(3). Solo prendendo di petto i problemi connessi con
t a l e r a p p o r t o – e attraverso la cui impostazione e soluzione passava
necessariamente ogni" a p o l o g i a d e l l a s t o r i a " , c h e n o n s i r i s o l v e s s e
nella semplice constatazione chel a s t o r i a è " d i v e r t e n t e " ( 4 ) - , i l
1 Cfr. p. 35, e a p. 25: "Troppo spesso mi sono interdette le
l e t t u r e complementari e i controlli richiesti dalle stesse leggi del
m e s t i e r e d i c u i intendo descrivere i metodi".
2 FEBVRE, Vers une autre histoire cit., p. 422, nota 1 (trad.
i t . c i t . , p . 5 5 1 , nota 1).
3 Ibid., pp. 435-38 (trad. it. cit., pp. 564-66). Sono, sia
d e t t o f r a p a r e n t e s i , fra le pagine più interessanti che il Febvre
abbia dedicate al problema della storia in generale, certo
infinitamente superiori a quelle di poco precedenti dove rimprovera
i l B l o c h d i a v e r e t r a s c u r a t o i l p r o b l e m a " c a p i t a l e p e r l'avvenire
della storia", che consisterebbe nell'organizzazione del lavoro c o l l e t t i v o
(ibid., pp. 426-28, e trad. it. cit., pp. 556-58). "Il grande problema
è quello dell'organizzazione" (ibid., p. 430, e trad. it. cit., p.559);
con analogo semplicismo, Langlois e Seignobos (Introduction cit.,
p. 13)avevano scritto che "i progressi della storia dipendono in
g r a n p a r t e d a i progressi dell'inventariazione dei documenti storici".
4 " Personalmente, per quanto riesco a ricordare, la storia
m i h a s e m p r e divertito molto. Come tutti gli storici, suppongo"
(cfr. p. 26). Venendo da parte di uno storico serio e impegnato
come Marc Bloch, questa proposizione c o n s e r v a i l v a l o r e d i u n a
s f i d a a l l a s e r i o s i t à d e i p e d a n t i . N o n o c c o r r e d i r e c h e il Bloch
riteneva solo complementare questo aspetto dell'"utilità" della storia. E `
piuttosto da notare che qui viene preso in considerazione il
divertimento non t a n t o d i c h i l e g g e i l i b r i d i s t o r i a , q u a n t o d i
chi li scrive.
XXIX
Bloch sarebbe infatti uscito veramente all'aria aperta, fuori di
quell'emblematico atelier in cui tendeva a ricondurre persino l'esperienza
delle d u e g u e r r e c o m b a t t u t e , e d o v e , s o l o i n p a r t e d e t r o n i z z a t i , g l i
piacesse o no,regnavano ancora il Langlois e il Seignobos. Ma i
paragrafi che si intitolano,rispettivamente, Comprendere il presente
mediante il passato e Comprendere il passato mediante il presente,
mostrano con chiarezza che, per Bloch, i legami,n e i d u e s e n s i , f r a
presente e passato si configuravano come pure " relazioni di
intelligibilità (1). Il passato che offre elementi di fatto,per una
migliore conoscenza del presente; il presente che offre elementi di
fatto per una migliore conoscenza del passato: non si esce mai
dall'ambito di un discorso s u l l e " f o n t i " ( 2 ) : c h e è p o i l ' a n g o l o
visuale
sotto
cui
uno
storico
è
naturalmente incline a
c o n s i d e r a r e i p r o b l e m i d e l l a s u a d i s c i p l i n a . "Il problema bell'utilità
della storia, nel ristretto significato pragmatico del t e r m i n e " u t i l e " , n o n
va confuso con quello della sua legittimità, più propriamente
intellettuale. D'altra parte, non può presentarsi che in un secondo
tempo... Ma quel problema non potrà essere eluso, salvo
1 Cfr. pp. 50-57.
2 Cfr. su questo punto le esatte osservazioni del Rossi (Legittimità
cit., p.10): "il Verstehen prevale decisamente sull'Erlebnis"; "la
ricerca storica, a cui il Bloch si riferisce, conserva sempre un po'
l'atmosfera scolastica,seppure nel significato più alto del termine,
di una disciplina universitaria con tutta la sua organizzazione di
lavoro". Tipica, a questo riguardo, risulta l'impostazione data al
problema della "storia universale": agli specialisti di storia
contemporanea, come a quelli dell'età della pietra o dell'antica
civiltà egiziana, si chiede semplicemente di ricordarsi "che le
ricerche storiche non ammettono l'autarchia. Isolandosi, ciascuno
di loro capirà solo a metà, persino n e l p r o p r i o s e t t o r e d i
indagine; e la sola storia vera, che non può farsi se non per
aiuto reciproco, è la storia universale " (P. 57).
Come prova indiretta dell'estraneità del Bloch alla problematica
storicistica p u ò e s s e r e c i t a t o i l g i u d i z i o s u M a r x c h e s i t r o v a i n
u n a p a g i n a d e l l ' E t r a n g e défaite cit. (p. 195): "L'homme était, je
le crains, insupportable; le philosophe, moins original, sans doute,
que certains n'ont prétendu le dépeindre. Comme analyste social,
nul n'eut plus de puissance". Nulla aggiunge, s o t t o t a l e p r o f i l o ,
il
rapporto
fra
Bloch
e
il
"revisionismo"
di
De
M a n , acutamente intravisto da C. Ginzburg (A proposito della
raccolta dei saggi s t o r i c i d i M a r c B l o c h , i n " S t u d i m e d i e v a l i " ,
s e r i e 3 " , v i [ 1 9 6 5] , 1 , p p . 3 4 7 - 50), che sviluppa un'indicazione
di G. Procacci. Mentre proprio la discussione s u l c o n c e t t o d i
classe
(di
cui
il
Bloch,
come
è
noto,
rivendica
il
c a r a t t e r e "psicologico", "soggettivo") avrebbe costituito un ottimo
a p p r o c c i o a t a l e problematica.
XXX
che non ci si accontenti di rispondere soltanto a metà alle
p i ù i m p e r i o s e suggestioni del senso comune" (1): anche se
abbiamo per primi richiamato l'attenzione sulle parti progettate e
non scritte del Mestiere di storico, ciò c h e s i è d e t t o d e l m o d o i n
c u i B l o c h c o n c e p i v a i l r a p p o r t o f r a p a s s a t o e presente, lascia
comprendere che dei due piani ("legittimità”-“utilità") distinti n e l p a s s o
or ora citato, il secondo era destinato ad essere in partenza
assorbito,"dal primo (2). A chi rozzamente contestava l'"utilità", in
genere,della storia, il Bloch era portato a rispondere rivendicando
anzitutto il valore conoscitivo della ricerca storica. Ma sulla strada
di questa rivendicazione gli si ergeva di contro, come ostacolo
s e m p r e d i n u o v o r i s o r g e n t e , i l c a r a t t e r e "indiretto" della conoscenza
storica, la condizione di inferiorità iniziale, già constatata dal LangloisSeignobos, secondo cui "la science historique n'est pas d u t o u t u n e
science d'observation" (3).Lo storico si trova naturalmente a
lavorare nelle condizioni in cui opererebbe un fisico cieco e
impotente, costretto ad informarsi sui propri esperimenti solo
attraverso le relazioni del suo aiutante (4); "Lo storico - ci
v i e n e d e t t o - s i - trova, per definizione, nell'assoluta impossibilità di
osservare personalmente i f a t t i c h e s t u d i a . . . N e s s u n o v o r r à n e g a r e c h e
in queste osservazioni ci sia una parte di vero. Eppure, esse vanno
sensibilmente sfumate" (5): sostanzialmente,t r a i l 1 9 1 4 e i l 1 9 4 1 4 2 , l a d i f f e r e n z a è s o l o d i " s f u m a t u r e " , s i a p u r e sensibili. Si
osserva
infatti,
da
un
lato,
che,
sotto
questo
punto
di
vista,l'"investigatore del presente" non sta meglio dello storico (6);
e s i g r a d u a n o , dall'altro, le conseguenze derivanti dal carattere indiretto
della conoscenza s t o r i c a , a s e c o n d a c h e l ' o g g e t t o d i t a l e c o n o s c e n z a
sia un avvenimento, un episodio particolare - nel qual caso,le
conseguenze negative si verificano al massimo grado -, o non sia
invece, per esempio, una credenza religio1 Cfr. p. 29.
2 Cfr. anche per questo punto ROSSI, Legittimità cit., p. 4.
3 LANGLOIS-SEIGNOBOS, Introduction cit., p. 44.
4 BLOCH, Critique historique cit., p. 2.
5 Cfr. p. 58.
6 Cfr. p. 60.
XXXI
sa. soprattutto quando i riti in cui essa si incarni siano
attestati
da
reperti
di tipo archeologico, e siano quindi
conoscibili, sempre indirettamente, ma non attraverso un maliardo
"anello" intermedio di "natura umana"; "ora, parecchie altre
vestigia del passato ci offrono un accesso parimenti facile" (1). La
condizione di inferiorità in cui opera lo studioso di storia per
ragioni attinenti alla struttura stessa del conoscere storico, può
essere dunque attenuata, in misura anche notevole, solo che egli
scelga certi contenuti di r i c e r c a p i u t t o s t o c h e a l t r i e s i s e r v a d i
c e r t e f o n t i p i u t t o s t o c h e d i a l t r e . Questo passaggio va attentamente
ritenuto, perché l'individuazione degli a c c o r g i m e n t i n e c e s s a r i p e r
sfumare le conseguenze negative che discendono dal fatto,
ineliminabile,
che
la
scienza
storica
non
è
una
scienza
d'osservazione,potrebbe costituire il principale punto di contatto fra
la meditazione di Bloch sulla storia e l'opera storica di Bloch.
"Quanto agli intimi congegni dei destini umani, alle vicissitudini
della mentalità o della sensibilità, delle tecniche, della struttura
sociale o economica, i testimoni che noi interroghiamo a tale
proposito non sono menomamente soggetti alla fragilità della
percezione momentanea. Per un felice accordo, già intravisto da
Voltaire, quel che c'è nella storia di più profondo potrebbe essere
anche
quel
che
c'è
di
più
sicuro"
(2).
Mentalità,
sensibilità,tecniche, società, economia: sono una serie di esempi
scelti con cura per indicare cosa si deve intendere per "intimi
c o n g e g n i d e i d e s t i n i u m a n i " , l e z o n e "profonde" del passato attingibili
mediante testimonianze relativamente" s i c u r e " ; m a s o n o a n c h e - l o s i
n o t a s u b i t o - l e p o s s i b i l i a r t i c o l a z i o n i d i u n a bibliografia
ragionata degli scritti di Bloch, congegnata in modo da dare risalto
ai contorni dello spazio coperto dalla sua opera. Così stando le
cose,viene fatto di domandarsi se la coincidenza, certo non casuale,
fra "scelte"s t o r i o g r a f i c h e d i B l o c h , d a u n l at o , e c a m p i d i
r i c e r c a p r i v i l e g i a t i d a u n fruttuoso esercizio della "critica della
testimonianza", dall'altro, debba v a l e r e s o l o c o m e u n a u l t e r i o r e
1 Cfr. pp. 60-62.
2 Cfr. p. 99.
XXXII
riprova retrospettiva della validità di tali scelte, o non si debba
invece p e n s a r e c h e i l B l o c h , " o s s e s s i o n a t o d a i p e r i c o l i d i
m e n z o g n a e d i e r r o r e c h e s i annidano nei documenti"1, si sia a
suo tempo deliberatamente orientato verso q u e l l e
zone,
a
preferenza di altre, anche perché erano le più "sicure". Il
f a t t o che, nelle Réflexions del 1921 sulle "false notizie di guerra",
agli
inizi
quindi
dell'itinerario
storiografico
di
Bloch,
la
equivalenza fra "ciò che c'è d i p i ù p r o f o n d o n e l l a s t o r i a " e " c i ò
c h e c ' è d i p i ù s i c u r o " s i a g i à s t a b i l i t a con le stesse identiche
parole che verranno usate nel Mestiere, parrebbe segnare un punto a
favore della seconda delle due possibilità che abbiamo prospettate.
Dalle guarigioni miracolose attribuite dal volgo ai re di Francia
ed'Inghilterra, alla ritardata fortuna del mulino ad acqua, al
paesaggio rurale della vecchia Francia, ai mondi fra loro non
comunicanti dei vassalli e dei servi, l'itinerario così ricco,
impreveduto e vario di uno dei maggiori storici del nostro secolo
avrebbe seguito una specie di falsariga dettata dall'accorgimento
artigianale di evitare i campi in cui gli inconvenienti della
conoscenza indiretta si facevano sentire di più e di battere invece
quelli in cui tali inconvenienti erano ridotti al minimo. Portata alle
sue
estreme
conseguenze,
questa
tesi
risulta
all'evidenza
inconsistente
ed
assurda.
Ma
ad
un
analogo
insuccesso
approderebbe, crediamo,ogni altro tentativo di individuare un nesso
preciso, condizionante, fra lo s v i l u p p o d e l p e n s i e r o d i B l o c h
s u l l a s t o r i a e i l s u o c o n c r e t o l a v o r o storiografico. La storia di
questa grande fatica prematuramente interrotta è a n c o r a d a f a r e ;
le anticipazioni che ne sono state tentate qua e là soddisfano
solo in parte le nostre legittime curiosità. E` ovvio che, in
q u e l l a s e d e , a n c h e i suoi scritti metodologici dovranno essere
tenuti presenti; ma è da escludere in anticipo che essi possano
fornire una chiave utile per orientarsi nei passaggi veramente
cruciali. La meditazione di Bloch sulla storia costituisce il
contrappunto intermittente del suo lavoro di ricerca, ma questo si è
sviluppato secondo linee e in risposta a sollecitazioni che esulavano
i n g r a n p a r t e d a l quadro ab1. FRANCHINI, recensione, cit., p. 129.
XXXIII
bastanza angusto in cui tale meditazione continuò a svolgersi fino
alla fine. In uno dei più seri contributi alla conoscenza del pensiero
storiografico di B l o c h d i c u i f i n o r a d i s p o n i a m o , s i t e n d e a d
a t t r i b u i r e i l v a l o r e d i u n a s v o l t a decisiva al saggio del 1921
s u l l e " f a l s e n o t i z i e d i g u e r r a " : a f f e r m a n d o c h e l o scetticismo degli
"psicologi della testimonianza" riguardava solo la storia dei f a t t i , n o n l a
storia più profonda, il Bloch sarebbe uscito "d'un tratto dal t e r r e n o
sul quale si era mosso finora"; non a caso, erano gli anni in
c u i s t a v a scrivendo Les rois thaumaturges, dove "un errore,
un'impostura", quello che era il corps étranger che la critica delle
testimonianze si sforzava di eliminare, d i v e n t a v a a s u a v o l t a
o g ge t t o d i s t o r i a ; " i d u b b i s u l g r a d o d i c e r t e z z a d e l l a ricerca
storica in confronto a quelli delle scienze della natura - dubbi solo
parzialmente dissipati dal ricorso alla critica storico-erudita vengono così risolti: essi non toccano la storia più vera, "più
profonda". Qui possiamo veramente dire che il Bloch... ha raggiunto
gli interessi storiografici e i c r i t e r i d i m e t o d o c u i s i i s p i r e r à
t u t t a l a s u a a t t i v i t à f u t u r a " ( 1 ) . I n r e a l t à , era solo scrivendo
Les rois thaumaturges, il libro destinato a restare il suo capolavoro,
che il Bloch usciva "d'un tratto dal terreno, ecc.": quanto
all'equivalenza sulla quale ci siamo a lungo soffermati, e che
s t a r e b b e a dimostrare come egli avesse " pienamente recuperato la
certezza
e
la
specificità
del
mestiere
dello
storico"
(2),
sottraendolo al mortificante e ossessivo c o n f r o n t o c o n l e s c i e n z e
della natura, se essa, è vero, non compariva ancora nel suo
discorso del 1914 ai liceali di Amiens, era però già accennata
n e l v e c c h i o Langlois-Seignobos (3).
GIROLAMO ARNALDI
1 GINZBURG, A proposito della raccolta cit., p. 341.
2 Ibid., p. 342.
3 L A N G L O I S - S E I G N O B O S , p p . 1 2 8 S g . , 1 6 3 e 1 7 4 . XXXIV