ApologiadellastoriaIntroduzione di Girolamo Arnaldi
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ApologiadellastoriaIntroduzione di Girolamo Arnaldi
Marc Bloch, Apologia della storia o mestiere di storico, Torino, Einaudi, 1978 settima edizione p. VII Introduzione di Girolamo Arnaldi "Eravamo nel giugno 1940, proprio il giorno, se ben ricordo, dell'ingresso dei Tedeschi a Parigi. Nel giardino normanno in cui il nostro Stato Maggiore, privo di truppe, si cullava nell'ozio, noi rimuginavamo le cause del disastro."Dobbiamo dunque credere che la storia ci ha ingannati?", mormorò uno di noi"( 1 ) . N e g l i a n n i f r a le due guerre, il professore Marc Bloch era stato troppo impegnato nel ricercare e nell'insegnare la storia, prima a Strasburgo, poi (dal 1 9 3 6 ) a P a r i g i , p e r s o f f e r m a r s i a p r e s t a r e a s c o l t o a l l e v o c i , c h e d i t a n t o i n tanto si levavano contro la storia. Sempre che quelle voci, ascoltate distrattamente, non riuscissero gradite a chi, dalle pagine delle "Annales",stava combattendo con Lucien Febvre la battaglia per una storia "plus large et plus humaine", contro una storia e degli storici (l'"histoirebataille", gli"historiens historisants"), che - essi sì - sembravano meritare appieno il d i l e g g i o s b r i g a t i v o d i u n P a u l V a l é r y ( 2 ) . Ma ora che a Parigi erano arrivati i Tedeschi, e che il capitano Bloch era stato messo nelle condizioni di non potere né servire, in armi, il proprio Paese, né tornare agli studi e all'insegnamento,quei vecchi dubbi e negazioni trovavano nella versione improvvisata di un commilitone una forza di persuasione n u o v a , c o n t r o l a q u a l e n o n b a s t a v a p i ù l a coscienza del 1 M. BLOCH, Apologia della storia o Mestiere di 25. 2 Cfr. L. FEBVRE, Vers une autre histoire, in m é t a p h y s i q u e e t d e morale", LVIII (1949), raccolto pour l'histoire, Paris 1953, P. 423( e i n i t a l i a n o , Studi su Riforma e Rinascimento e altri scritti su metodo e di geografia storica, Torino 1966, p. 552. storico, p. "Revue de in Combats nel volume problemi di VIII molto e buono lavoro storico compiuto, in direzioni che sembravano escludere a priori il rischio del tradimento -almeno nel senso scoperto ed ingenuo, che era i l s o l o p r e s e n t e a c h i f o r m u l a v a l a d o m a n d a ( 1 ) . L'episodio del "giardino normanno" evoca il clima particolare in cui il Bloch probabilmente ebbe per la prima volta l'idea di un'Apologia della storia, idea -o c c o r r e d i r l o s u b i t o - c h e non fu mai realizzata, anche se il libro postumo e incompiuto dal quale proviene la citazione, e al quale il Bloch lavorò dal maggio 1941 al marzo 1942, reca sul frontespizio, accanto al titolo veramente pertinente e legittimo di Mestiere di storico, l'altro titolo, che avrebbe forse t r o v a t o u n a g i u s t i f i c a z i o n e n e l l a p a r t e d e l l i b r o c h e n o n f e c e i n t e m p o a scrivere (2). Ma la risonanza che quella domanda circa il presunto tradimento d e l l a s t o r i a - s i intenda: storia e storiografia ad un tempo, per non introdurre surrettiziamente distinzioni che non gli erano familiari - trovò per un momento n e l l ' a n i m o d e l B l o c h , a l p u n t o d i i n d u r l o a p o r s i il problema di una risposta,ci riporta ad un altro suo p r o g e t t o , m a t u r a t o n e i p r i m i m e s i d i g u e r r a e r i m a s t o esso pure interrotto. Nel settembre del 1939, subito dopo la mobilitazione,m e n t r e s i t r o v a v a a M o l s h e i m i n A l s a z i a , e g l i a v e v a c o m i n c i a t o a s c r i v e r e u n a " storia della società francese nel quadro della civiltà europea", di cui restano solo l'introduzione di carattere metodologico, il primo capitolo e la dedica a H e n r i Pirenne: il quale, ventidue anni prima, " al tempo in cui il s u o p a e s e combatteva 1.Il Bloch aveva già raccontato lo stesso episodio, con qualche dettaglio in più, nell'Etrange défaite (cit. qui di seguito, pp. 1.5.556). Solo che, in questo caso, si affacciava senz'altro l'ipotesi che i l g i o v a n e u f f i c i a l e intendesse riferirsi all'insegnamento della storia come era praticato nella S c u o l a d i g u e r r a d a l l a q u a l e e r a a p p e n a uscito. E difatti il Bloch poteva ribattere subito: "quell'insegnamento non era la storia. Esso, in realtà, si collocava agli antipodi della scienza che credeva di rappresentare".Nell'introduzione al Mestiere di storico, l'aneddoto è raccontato in modo da dare alla domanda un significato e una risonanza molto più vasti. 2 Il senso di questa affermazione sarà chiarito più avanti. Per ora basti dire che il doppio titolo sotto il quale l'opera è stata pubblicata, non è del B l o c h , ma nasce dalla giustapposizione di due titoli diversi, alternativi, attestati dalle carte lasciate dall'autore: cfr. C.-E. PERSIN, L'oeuvre historique de Marc B l o c h , i n " R e v u e h i s t o r i q u e " , 1 9 9 (1 9 4 8 ), 1 7 2 , n o t a 2 e F E B V R E , V e r s u n e a u t r e histoire, cit., pp. 419-421. IX a fianco del mio per il diritto e la civiltà, scrisse in p r i g i o n i a u n a s t o r i a d'Europa" (1).D u r a n t e l a s u a i n t e r a v i t a d i studioso, Marc Bloch non aveva fatto praticamente altro che lavorare intorno al grande tema sintetizzato nel titolo di questo ultimo libro non scritto. Ma solo di rado egli era uscito dai l i m i t i c r o n o l o g i c i del medioevo (2), e non aveva mai avuto l ' o c c a s i o n e d i a f f r o n t a r e t a l e a r g o m e n t o complessivamente, con tutti i rischi di compromissione politico-ideologica chel a c o s a c o m p o r t a v a . Orbene, anche perché il Bloch, trovandosi per forza di n e c e s s i t à a non disporre dei ferri del mestiere, si era infine risolto a tentare questo discorso più ampio, e lo aveva impostato e p o r t a t o a v a n t i f r a s é e s é durante i mesi della "drôle de guerre"; quando, nella primavera-estate del 1940,sopravvenne il crollo della "società francese" e delle istituzioni che la reggevano, e una minaccia mortale parve incombere sulla "civiltà europea", il contraccolpo che ne seguì ebbe la virtù di raggiungere in lui, d i l à d a l l a sfera, direttamente interessata, del soldato e del cittadino, la zona, che era stata tenuta fino allora gelosamente al riparo, della sua ""coscienza professionale" di professore di storia" ( 3 ) . I l p r o p o s i t o d i s c r i v e r e un'Apologia della storia nasceva in queste particolarissime circostanze. Ma, una volta che, sfuggito fortunosamente alla cattura da parte dei Tedeschi,i l B l o c h p o t è raggiungere i suoi a Guéret (Creuse) e trovarvi per un m o m e n t o i l raccoglimento necessario per rimettersi a tavolino, il proposito di difendere la storia dai suoi negatori vecchi e nuovi, riprendendo in chiave aggiornata il discorso su Francia ed Europa, o scrivendo un'aperta professione di fede nel proprio lavoro, fu provvisoriamente accantonato e cedette il campo di fronte a un nuovo indifferibile impegno, al cui espletamento - che avrebbe costituito un dovere civile per 1 Cfr. FEBVRE, Come si presentavano i manoscritti del "Mestiere di storico", p. 14. 2 Passando da Strasburgo a Parigi il Bloch lasciò l'insegnamento della storia medievale per quello di storia economica. Ma, nonostante ciò, egli è rimasto sempre fondamentalmente, un medievalista. L ' e s p r e s s i o n e è d i D . C a n t i m o r i , c h e l a u s a a p r o p o s i t o d e l D r o y s e n ( c f r . Sommario di istorica, Firenze, S.d., p. 89). X chiunque altro - egli si sentiva particolarmente abilitato dal prolungato esercizio del "mestiere di storico" : mettere per iscritto (e subito, poiché"una testimonianza vale soltanto se fissata nella sua freschezza") ciò che aveva v i s t o c o n i s u o i o c c h i s u l f r o n t e Nord, dal 10 maggio in poi."Scrivere e insegnare la storia: q u e s t o è i l m i o m e s t i e r e d a c i r c a trentaquattr'anni. Un mestiere che mi ha portato a sfogliare una gran quantità di documenti di età diverse, per fare, quanto meglio mi fosse possibile, la c e r n i t a d e l vero e del falso; e, anche, a guardare e ad osservare molto. Ho infatti sempre pensato che il mestiere di storico consista - c o m e d i c e v a i l m i o maestro Pirenne - nell'interessarsi alla "vita". La particolare attenzione che n e l l e m i e o p e r e h o d e d i c a t o alle cose rurali ha rafforzato in me la convinzione che se non ci si china sul presente è impossibile capire il passato: ad u n o storico delle campagne, due buoni occhi per contemplare la f o r m a d e i c a m p i s o n o indispensabili quanto una certa attitudine a leggere vecchi testi indecifrabili. Q u e s t e s t e s s e a b i t u d i n i d i c r i t i c a , d i osservazione e, spero, di onestà, ho c e r c a t o d i a p p l i c a r l e a l l o s t u d i o d e i t r a g i c i e v e n t i d i c u i m i s o n o t r o v a t o a d essere un modestissimo attore... La professione da me scelta è di solito considerata fra le meno avventurose. Ma la mia sorte - in ciò comune a quella di quasi tutta la mia generazione - mi ha g e t t a t o p e r d u e v o l t e , a v e n t u n ' a n n i d'intervallo, fuori di quelle strade pacifiche" (1).Se l'esercizio del "mestiere di storico" metteva in condizione di esercitare bene quello di testimone, ciò voleva implicitamente anche dire che, dopotutto,l a s t o r i a a q u a l c o s a serviva. Ma il tono apologetico del brano citato non deve trarre in inganno: l'"apologia della storia" era differita a tempi migliori;q u e l t a n t o c h e n e v e n i v a a n t i c i p a t o q u i , l o e r a s o l o i n funzione di indiretta apologia delle capacità di critica e di o s s e r v a z i o n e d i c u i e r a d o t a t o i l testimone volontario della "strana disfatta", per avventura, uno storico. Certo, sarebbe difficile negare che, soprattutto nel pri1 BLOCH, L'étrange défaite, témoignage écrit en 1940, Paris 1957, p. 22. XI mo capitolo dell'Etrange défaite, che si intitola Presentazione del testimone,u n a p a r t e s i a p u r e p i c c o l a n o n v a d a f a t t a a l g u s t o d e l l e plaisanteries professionali, ma sempre con un fondo ineliminabile di s e r i e t à e d i autoconvinzione che fa pensare a certi toni pseudo scherzosi della conversazione d e l n o s t r o F e d e r i c o C h a b o d : " g l i s t o r i c i . . . potranno forse trovare qualche vantaggio nello sfogliare - se riusciranno a scoprirlo - questo processo verbale dell'anno 1940" (1). L'incertezza sul futuro destino di queste pagine poteva i n f a t t i essere in quel momento un sentimento ben reale, e solo chi in vita sua non abbia mai svolto attività di ricerca e non abbia m a i p e r d u t o u n p a c c h e t t o d i schede o un quaderno di appunti, può meravigliarsi che Marc Bloch, scrivendo nel luglio-settembre 1940, con tutto quello che era accaduto e minacciava di accadere in Francia e nel mondo, si soffermasse a rimpiangere così acerbamente l a di s t r u z i o n e , o p e r a t a c o n l e s u e s t e s s e m a n i a S t e e n w e r k n e i d i n t o r n i d i Lillà, durante il ripiegamento verso Dunkerque, di "quel caro quaderno verde",i n c u i a v e v a a n n o t a t o , giorno per giorno, la storia del suo servizio presso lo stato maggiore della I armata (2). E non è un caso che, proprio in s e d e d i dichiarazione dello " stato civile" del testimone, abbia trovato la sua c ol l o c a z i o n e n a t u r a l e u n a d e l l e p a gi n e p i ù a l t e e r i v e l a t r i c i d i s é c h e i l B l o c h ci abbia lasciate:"Sono ebreo. Se non di religione - che non pratico affatto, come nessun'altra religione, del resto -, almeno di nascita. Non ne traggo motivo né di orgoglio né di vergogna, essendo - almeno lo spero - uno storico abbastanza serio da non ignorare che le predisposizioni razziali sono un mito e che la stessa nozione d i razza pura è un'assurdità particolarmente flagrante quando, come in questo caso,s i p r e t e n d e d i a p p l i c a r l a a c i ò c h e i n r e a l t à f u un gruppo di credenti reclutati a suo tempo in tutto il mondo mediter1 L'Etrange défaite cit., p. 21. 2 Cfr. anche p. 167. Un'altra t i p i c a manifestazione dello stesso atteggiamento psicologico è costituita dal commento d e l B l o c h a l l a s u a a s s e g n a z i o n e , i n u n d a t o m o m e n t o , p r e s s o u n " 2 e b u r e a u " : " . . . ce qui, le 2e bureau étant chargé des renseignements, ne parais-sait pas, on l'avouera, pour un historien, un trop mauvais emploi" (ibid., p.26; cfr. anche p. 114). XII raneo, turco-cazaro e slavo. Non rivendico mai la mia origine salvo che in un caso: quando mi trovo di fronte a un antisemita. Forse coloro che si opporranno alla mia testimonianza, cercheranno di sminuirla qualificandomi "meteco". A costoro risponderò - senza aggiungere altro - che il mio bisnonno fu soldato nel1793; che mio padre, nel 1870, prestò s e r v i z i o i n S t r a s b u r g o a s s e d i a t a e c o n i suoi due fratelli abbandonò volontariamente l'Alsazia natale quando fu annessa al II Reich; che sono stato educato nel culto di quelle tradizioni patriottiche di cui gli israeliti dell'esodo alsaziano furono sempre i più accesi custodi e,infine, che la Francia, da cui certuni oggi cospirerebbero volentieri per espellermi - e forse, chissà, vi riusciranno -, resterà per me, qualunque cosa s u c c e d a , l a p a t r i a da cui non saprei sradicare il mio cuore" (1). Sono qui anticipati i motivi essenziali del testamento spirituale che Marc Bloch redasse a Clermont-Ferrand nel marzo dell'anno seguente: "J'affirme donc, s'il le faut, f a c e a l a m o r t , q u e j e s u i s n e J u i f . . . E t r a n g e r a t o u t f o r m a l i s m e c o n f e s s i o n n e l comme a toute solidarité prétendument raciale, je me suis senti, durant ma vieentière, avant tout et très simplement Français" (2). Ma le analogie di c o n t e n u t o e d i t o n o n o n d e v o n o f a r e p e r d e r e d i v i s t a l a d i v e r s i t à d e l l e occasioni che hanno presieduto alla ripetuta formulazione di questi pensieri. A n c h e s e n o n r i s u l t a per quanto io sappia che, nel marzo del 1941, a Clermont-Ferrand, dove era tornato ad insegnare, nei quadri della sua vecchia Università di Strasburgo sfollata in Alvernia, Marc Bloch stesse già meditando il passaggio alla clandestinità e alla Resistenza, che sarebbe avvenuto solo dopo un altro anno e mezzo di attività accademica presso l'Università di M o n t p e l l i e r , e d o p o che i Tedeschi ebbero invasa anche la Francia di Vichy, è da ritenersi che ciò che stava accadendo agli ebrei nelle due France fosse fatto per renderlo assai pensoso della propria sorte. Mentre invece, nella pagina del1940, la persecuzione antisemita è prospettata ancora come un'ipo1 L'étrange défaite cit., pp. 23-24. 2 Ibid., p. 224. XIII tesi relativamente remota, e la duplice professione di fede (come ebreo e come f r a n c e s e ) è r e s a n o n gi à " d i f r o n t e a l l a m o r t e " , m a i n f a c c i a a q u a n t i , rifiutando lo spirito della sua testimonianza sulla disfatta di pochi mesi prima, avrebbero cercato in futuro di screditarla, adducendo come pretesto che chi l'aveva dettata non era nemmeno un francese. E una delle tante notazioni autobiografiche che costellano il Mestiere di storico, mostra come il senso di insicurezza nutrito dal testimone, israelita di nascita, circa la reliability che i compatrioti non correligionari sarebbero stati disposti a concedere alla sua testimonianza, non fosse uno spunto occasionale, ma avesse radici lontane. Nel paragrafo dedicato alla Nomenclatura, il Bloch, con uno di quei caratteristici scivolamenti da un tema all'altro, che talvolta sconcertano il l e t t o r e c h e s i a abituato a porsi in un modo più "scolastico" i problemi della conoscenza storica, passa a parlare del problema del periodizzamento e, in particolare, di due forme di scansione del tempo, o di classificazione dei fatti storici, che, con le dovute riserve, gli sembrano più legittime delle altre:"Generazione" e "civiltà". E, appunto a proposito della periodicità irregolare d e l l e generazioni e della difficoltà di stabilire "i punti in cui la c u r v a cambia direzione", il Bloch scrive: "Io ho appartenuto alla Scuola normale, dove le date di entrata offrono comodi punti di riferimento. Molto presto mi sono riconosciuto, sotto molti punti di vista, più vicino ai corsi che mi avevano preceduto che a quelli che mi seguirono quasi immediatamente. I miei compagni ed io ci collocavamo all'estremo limite di quella che si potrebbe, credo, chiamare la generazione del "caso Drey-fus". L'esperienza della vita n o n h a s m e n t i t o quell'impressione" (1).I l c o n t e s t o i n c u i è i n s e r i t a , d a a questa distaccata notazione di carattere autobiografico il valore di una constatazione di fatto. Molto probabilmente,un'indagine sulle "Annales" e la politica avrebbe qui uno dei suoi punti di partenza obbligati. Solo questa conclamata e civilmente nobile origine "fine Ottocento" della fisionomia di Bloch 1 C f r . p . 1 5 8 . XIV politico spiega infatti, da un lato, la sua assoluta impermeabilità ai veleni ideologici del nuovo secolo e, dall'altro, il ritardo, per noi altrimenti i n c o n c e p i b i l e , c o n i l q u a l e - s t a n d o a l m e n o a Lu c i e n Febvre, che parla anche per sé - egli avvertì ciò che si stava p r e p a r a n d o i n E u r o p a : " B l o c h n o n h a m a i f a t t o politica. Io mi c h i e d o c o m e u n v e r o s t o r i c o p o t r e b b e f a r n e . . . A p a r t i r e d a l 1936, cominciammo a preoccuparci seriamente degli avvenimenti pubblici. Monaco fu, per lui come per me, la grande catastrofe che annunciava il destino" (1). Ma questo storico che non amava sporcarsi con la politica, e che un giorno sarebbe arrivato a rimproverarselo apertamente (2), proprio grazie a quella lontana origine "dreyfusarda" ha sempre avuto un'idea, limitata quanto si vuole, ma al tempo stesso concreta e precisa, della insostituibile funzione di educazione civile, connessa non tanto con la storiografia, intesa come stock di prodotti f i n i t i d e s t i n a t i a l consumo intellettuale non importa se da parte di pochi o di molti, quanto piuttosto con l'esercizio del "mestiere di storico", praticato dal 1 FEBVRE, Marc Bloch et Strasbourg cit., p. 402. Un documento interessante sugli sviluppi dell'opposizione intellettuale di Bloch al nazismo è costituito dalla serie di rassegne critiche di libri tedeschi di storia medievale, apparse sulla"Revue historique" dal 1928 al 1932.2 BLOCH, L'étrange défaite cit., pp. 215-16: "J'appartiens a une génération quia mauvaise conscience... Nous avons craint le heurt de la foule... Nous avons préféré nous confiner dans la craintive quiétude de nos ateliers". Cfr. anche p.218: siamo stati "buoni operai", ma non sempre, forse, "buoni cittadini".A p r o p o s i t o d i c i ò c h e s i d i c e v a p i ù s o p r a n e l t e s t o , è singolare che, in questo" esame di coscienza del francese " i n c u i t r o v a i l s u o n a t u r a l e " prolungamento" la "testimonianza del soldato" (ibid., p. 66), Bloch accenni due volte all'"affaire Dreyfus" come a uno sciagurato "malinteso" che ha permesso alla destra francese di cambiare le carte in tavola, confondendo militarismo e patriottismo (ibid., p. 193), con la conseguenza di c r e a r e u n a b i s s o d i incomprensione fra le forze "autenticamente liberali, disinteressate e umanamente progressive", e un "gruppo professionale" come l'esercito,d e p o s i t a r i o d i " c o s ì a l t i v a l o r i m o r a l i " : i l c h e , c e r t o , non era accaduto per colpa delle prime (ibid., pp. 213-14). Il Bloch dell'"esame di coscienza " è tutto nella complessa articolazione di questo giudizio, tipico di chi, con l'intima soddisfazione che si prova quando si vede che i conti tornano,sottolineava altrove la circostanza per cui, di tutto un gruppo di minatori dei dipartimenti del Nord, durante la guerra del 1914-18, il solo che avesse dato prova di viltà in combattimento era stato un noto "crumiro" dei tempi di pace(ibid., p. 140); ed era in genere convinto c h e d u e c a t e g o r i e d i F r a n c e s i n o n potessero comprendere la storia del loro paese: "ceux qui refusent de vibrer au s o u v e n i r d u sacre de Reims; ceux qui lisent sans emotion le récit de la f ê t e d e la Fédération" (Ibid., p. 210). XV lo studioso in laboratorio e illustrato dal professore dalla cattedra, nei suoi t o u r s d e m a i n e s s e n z i a l i ( " f a i r e l e t r i d u v r a i e t d u f a u x " ) , a n c h e a p u b b l i c i non propriamente specializzati, come la scolaresca del liceo di Amiens, innanzi alla quale il Bloch, che insegnava in quella scuola nel 1914, fece l'elogio dello "spirito critico" ("...c'est la propreté de l'intelligence. Le premier d e v o i r , c'est de se laver"), un abito mentale che si acquista studiando la storia, e che aiuta ad orientarsi non solo fra le t e s t i m o n i a n z e d e l p a s s a t o , m a anche fra quelle del presente, e che sarebbe stato quindi particolarmente indispensabile a quanti, fra i suoi giovani ascoltatori, fossero diventati magistrati o avessero un giorno seduto in una giuria popolare (1). E, proprio a l l a f i n e d e l l a sua carriera di studioso e di cittadino, in una delle poche pagine del Mestiere di storico in cui il discorso si sposta dal p r o b l e m a d i g r a n lunga dominante della "legittimità" della conoscenza storica a quello della sua"utilità", il vecchio motivo verrà ancora una volta ripreso, e, in un'epoca"plus que jamais exposée aux toxines du men-songe et du faux bruit", riproposto l'esempio dei grandi padri fondatori della critica storica, da Richard Simon,che aveva saputo esercitare l'acume del suo ingegno non solo nell'esegesi della Scrittura, ma anche nella difesa di alcuni innocenti accusati di delitto rituale, ai Bollandisti e ai Maurini, che con l'affinamento apportato all'arte di dirigere utilmente il dubbio a v e v a n o a p e r t o l a s t r a d a a l s u c c e s s i v o p r o g r e s s o delle procedure giudiziarie (2).C o n u n g e s t o c h e , v a l u t a t o d a u n p u n t o d i v i s t a personale, era, insieme, di giustificata presunzione e di a m m i r e v o l e c o r a g g i o c i v i l e , m a c h e r i v e l a v a soprattutto una salda 1 BLOCH, Critique historique et critique du témoignage, in "Annales E.S.C.", 5(1950), 8. Ma di là di queste occasioni d'impiego particolari, lo spirito critico che si acquista esercitando la critica delle testimonianze, è celebrato anzitutto in se stesso: " l ' e s p r i t c r i t i q u e n ' e ù t - i l p a s p o u r l u i q u e d ' è t r e , e n face de l'inertie satisfaite d'elle-mème, l'effort, la fatigue, l'incertitude s u r l e r e s u l t a t , qu'il mériterait, par cela seul, notre admiration et notre respect" (ibid., p. 3). 2 Cfr. pp. 121-22. Cfr. anche Réflexions d'un historien, p. 4 4 , n o t a 1 , c i t . q u i di seguito, dove, a proposito del lavoro di uno psicologo su "testimonianze di b a m b i n i i n u n p r o c e s s o d i g r a n d e r i s o n a n z a " , i l B l o c h s c r i v e c h e , u t i l i t à p e r l o storico a parte, si leggono con piacere delle pagine che mostrano "comment de saines méthodes critiques peuvent sauver une tête innocente". XVI fede nell'efficacia formativa dei metodi tradizionali della "scienza storica",M a r c B l o c h a c c e t t a v a d u n q u e c h e l a t e s t i m o n i a n z a c h e s i e r a affrettato a stendere su ciò che aveva visto nel maggio-giugno 1940, con la speranza che venisse un giorno utilizzata davanti a un tribunale che poteva anche non essere quello della storia, fosse presa a misura delle attitudini di critica, di osservazione e di onestà intellettuale di cui il testimone stesso era dotato. Mail testimone era, appunto, uno storico, che, venendo a contatto con un campionario di situazioni umane quale l'"orco della leggenda" non avrebbe potuto desiderare più ricco (1) finiva col trovare troppe occasioni di riflessione sul mestiere praticato nei giorni di pace, per ridursi a relegare in secondo piano,come puro dato anagrafico, citato a garanzia del possesso di quelle tali attitudini, una parte così essenziale di sé. Ancora prima, perciò, di iniziare l a redazione di quel " memento di un artigiano " che sarebbe a n c h e s t a t o i l s u o ultimo libro, nell'atto stesso di compiere il mestiere di testimone assegnatogli dalle circostanze, la molteplicità delle esperienze e degli incontri che si e r a n o s u c c e d u t i f r a i l settembre del 1939 e il giugno del '40, in un clima così radicalmente diverso dai "paisibiles chemins" della vita di biblioteca e di facoltà, spingeva Bloch a intensificare la riflessione sui problemi della conoscenza storica in generale, garantendo alla l o r o t r a t t a z i o n e u n r e s p i r o e u n nutrimento di riferimenti analogici, che sarebbero stati impensabili nelle o p e r o s e m a e g u a l i g i o r n a t e d i Strasburgo e di Parigi.Venuta l'ora delle confessioni personali, l'artigiano dichiarerà che gli è sempre piaciuto meditare sul suo lavoro quotidiano (2). Non c'è ragione di non c r e d e r g l i ; m a r e s t a i l f a t t o c h e - a p a r t e i l d i s c o r s o t e n u t o a g l i s t u d e n t i d e l liceo di Amiens proprio nei giorni fra Sarajevo e l'ultimatum alla Serbia, così sorprendentemente remoto, nella sua esaltazione dei valori morali e civili della"critique du témoignage", dalle angosce dell'ora - i principali interventi metodologici ex professo del Bloch, dal saggio del 1921 sulle 1 Cfr. p. 41: "Il buono storico somiglia all'orco della fiaba: là dove fiuta carne umana, l à sa ch e è l a sua preda" .2 Cfr. p. 35. XVII "false notizie di guerra" (1) ad alcune pagine dell'Etrange défaite, al Mestiere di storico, sono collegati in un modo o nell'altro con momenti nei quali, per causa di forza maggiore, egli era stato c o s t r e t t o a d i n t e r r o m p e r e quel suo amato "lavoro quotidiano".I n u n o d e i passi dell'Etrange défaite che abbiamo riportati per esteso, a commento dell'immagine dello storico che non si limita a leggere "vecchi testi indecifrabili", ma esercita la propria capacità di osservazione sul presente,s o n o c i t a t i , d a u n l a t o , i l d e t t o d i P i r e n n e , s e c o n d o c u i i l p r i m o d o v e r e d i u n o storico consiste nell'interessarsi alla "vita", e, dall'altro, l'esempio del B l o c h m e d e s i m o , che tanto buon frutto aveva potuto trarre dall'osservazione d e l l a forma dei campi, così come è oggi, nel corso delle sue r i c e r c h e d i s t o r i a dell'agricoltura medievale. Nel paragrafo del M e s t i e r e d i s t o r i c o c h e s i intitola Comprendere il passato mediante il presente, ritornano, nell'ordine,s i a i l d e t t o s i a l ' e s e m p i o ( 2 ) . O r a , s e è f u o r i d i s c u s s i o n e i l p e s o c h e H e n r i Pirenne ha avuto nella formazione del Bloch e, in genere, nell'esperienza delle"Annales" (ma l'aneddoto che culmina nella dichiarazione d'amore alla "vita" da p art e d el l o s t o ri co b el g a, n o n è al l ' al t ez z a n é d el protagonista, né di chi lo riferisce); se è arcinoto che la svolta impressa dal Bloch agli studi di storia agraria medievale, con le famose conferenze tenute ad Oslo nel 1929, f u r e s a i n parte possibile proprio dall'utilizzazione del paesaggio rurale come fonte s t o r i c a ( 3 ) , è p e r ò a n c h e v e r o c h e , i n s e d e d i t r a t t a z i o n e d e l p r o b l e m a d e l rapporto fra presente e passato (la v i a m a e s t r a d e l l a s t o r i a ! ) , g l i e s e m p i dell'attenzione prestata, rispettivamente, dal Pirenne al municipio, nuovo, di S t o c c o l m a , e d a l Bloch ai campi aperti, stretti ed allungati del Nord e d e l l ' E s t della Francia, risultano poco 1 BLOCH, Réflexions d'un historien sur les fausses nouvelles de la guerre, in Mélange historiques, Paris 1963, I, pp. 41-57 (ma questo saggio fu dapprima pubblicato sulla "Revue de synthèse historique" del 1921). 2 C f r . p p . 5 4 - 5 6 . 3 Cfr. BLOCH, Les caractères orìginaux de l'histoire rurale française, Paris 1 9 2 2 , I , p p . X I - X V . P e r l a situazione degli studi di storia agraria prima della rivoluzione operata dal Bloch, cfr. FEBVRE, Marc Bloch et Strasbourg cit., p.394: "c'était le temps... où les paysans ne labouraient jamais que de cartulaires - avec un notaire pour unique auxiliaire". XVIII eloquenti, tanto più che le forme dei campi in questione non appartenevano nemmeno, in senso stretto, alla sfera del "presente", ma erano "fonti residuali", cioè tracce del passato, che lo storico riconosceva come tali,isolandole dal contesto del presente, in cui si trovavano immerse. Ma, nella s t e s s a p a g i n a d e l M e s t i e r e d i storico, fra Pirenne a Stoccolma e i campi lunghi,a spezzare il circolo di una "vita" che era pur sempre vita di studio ( l i b r i , congressi, colleghi...), interveniva la guerra, quella vinta e l ' a l t r a , a l m e n o provvisoriamente, perduta: "Avevo letto più volte, avevo spesso narrato racconti d i g u e r r a e d i b a t t a g l i e . M a c o n o s c e v o davvero, nel significato pieno del verbo"conoscere"... che cosa sono l'accerchiamento per un esercito, la disfatta per u n p o p o l o ? " ( 1 ) . Di guerre e di battaglie il Bloch, nei suoi libri, ne aveva, in realtà, raccontate ben poche, e anche queste, tendenzialmente, solo per dimostrare che, vinte o perse, non avevano cambiato nulla (2). I l r i f i u t o d e l l a "histoire-bataille" lo aveva trovato consacrato addirittura già nel Langlois-S e i g n o b o s ( 3 ) ! E p p u r e , p a r a d o s s a l m e n t e , l a s o l a v e r a esperienza di vita vissuta fu per lui, a due riprese (della terza, quella della Resistenza, non restano purtroppo documenti significativi) (4), un'esperienza di vita di guerra; ed è proprio da questa ripetuta esperienza, più subita che cercata, nonostante la civetteria di farsi 1 Cfr. p. 54. Cfr. Réflexions d'un historien cit., p. 45: la g u e r r a d e l ' 1 4 f u "une sorte de vaste expérience naturelle... une immense expérience de psychologie sociale, d'une richesse inouìe", q u a l e n o n s i s a r e b b e m a i p o t u t a produrre artificialmente nei laboratori degli psicologi; "grossissement" dei t r a t t i d e l l a v i t a s o c i a l e , c o m e s e venissero visti attraverso una lente, inseguito alla guerra. Cfr. a n c h e i b i d . , p . 5 7 : l a g u e r r a è s t a t a " u n ' i m m e n s a esperienza di psicologia collettiva"; consolarsi dei suoi orrori, felicitandosi d e l s u o interesse sperimentale, sarebbe di cattivo gusto; ma poiché ha avuto luogo, conviene usare i suoi insegnamenti per il progresso d e l l a s c i e n z a storica. 2 Tipiche, a questo riguardo, le considerazioni del Bloch sulle "vere" cause del rallentamento delle incursioni ungare nella seconda metà del secolo x, in contrapposizione all'eccessiva importanza che si è voluta dare alla battaglia s u l L e d i d e l 9 5 5 : cfr. BLOCH, La société féodale (trad. it., La società f e u d a l e , Torino 1965', pp. 23 sgg.). 3 Cfr. c.-v. LANGLOIS - c. SEIGNOBOS, Introduction aux études historiques, Paris1 8 9 8 , p . 2 0 5 . 4 Alcuni scritti del periodo clandestino (1942-44) sono pubblicati in appendice all'Etrange défaite cit., pp. 225-62. Ma non recano nessuna traccia di una riflessione metodologica del Bloch in connessione col nuovo tipo di g u e r r a c h e stava combattendo. XIX passare per un "guerriero" (1), che il Bloch trasse le o c c a s i o n i e l o s t i m o l o sia per verificare sperimentalmente, sul campo, sia per affinare e, entro certi limiti, sistemare concettualmente i criteri di cui era solito servirsi studiandola storia della società medievale, senza per questo impancarsi a specialista di metodologia - "una sorta di specializzazione, i cui tecnici sono detti" f i l o s o f i " " ( 2 ) : è s o l o d a n o i c h e a u n c e r t o p u n t o i p r o f e s s o r i d i s t o r i a h a n n o creduto di potersi tutti risvegliare filosofi! -, ma vincendo la ritrosia a dibattere le forme, oltre che i contenuti, della ricerca storica, caratteristica d e l g r u p p o c h e f a c e v a c a p o a l l e " A n n a l e s " ( 3 ) . Il collegamento che ci è sembrato di poter cogliere fra riflessione metodologica t u t t i i livelli ed esperienza di vita di guerra in Bloch, trova una significativa conferma documentaria in alcune schede del dossier relativo a un suo vecchio corso di introduzione allo studio della storia medievale (anno a c c a d e m i c o 1 9 2 9 - 3 0 ) : i n u n a d i e s s e , i n u n e l e n c o d i l i b r i d a c o n s u l t a r e i n biblioteca, accanto ai prevedibili Cellarius, Loescher, dom Calmet, Mabillon, V o s s i u s , t r o v i a m o i l l i b r o s u l l a P s i c o l o g i a d e l s o l d a t o d i H u o t e V o i v e n e l ; i n un'altra, come prima esemplificazione della distinzione canonica fra fonti n a r r a t i v e e fonti documentarie, sono citati, rispettivamente, i tre volumi di Hanotaux sulla Storia della guerra e un ordine di operazioni (4).Prescindendo per il momento dalle Réflexions sur les fausses nouvelles de la guerre, è all'Etrange défaite che occorre rifarsi, legata al successivo Mestiere da vincoli molto più stretti che non quelli, evidenti, che discendono dall'analogia delle condizioni di vita e degli stati d'animo in cui entrambi i libri sono stati pensati e scritti (5)."Una singolare legge storica sembra regolare i rapporti degli Stati con i lorocapi militari. Se vittoriosi, questi ul1 BLOCH, L'Etrange défaite cit., p. 24. 2 Cfr. p. 34. 3 Per questo punto cfr. FEBVRE, Vers une autre histoire cit., p p . 4 2 1 - 2 5 e passim (trad. it. cit., pp. 550-52). 4 Le carte di Marc Bloch sono conservate all'E'cole normale supérieure. 5 Un po' troppo sbrigativamente il Febvre (Combats cit., p. 4 1 9 , n o t a 2 ) s c r i v e che, "en dehors des oeuvres proprement h i s t o r i q u e s " , i l B l o c h h a l a s c i a t o l'étrange défaite. XX timi sono quasi sempre tenuti lontani dal potere; se vinti, lo ricevono dalle m a n i d e l p a e s e c h e n o n h a n n o s a p u t o f a r t r i o n f a r e . . . S o b e n e c h e i n q u e s t e riuscite (dei generali sconfitti) non tutto è spontaneo. Esse nondimeno corrispondono a una sorta di psicosi dell'affettività collettiva. Agli occhi dei popoli vinti, quelle uniformi, cosparse di stelle e di medaglie, simbolizzano, c o n i s a c r i f i c i c o m p i u t i s u i c a m p i d i b a t t a g l i a , l e g l o r i e d e l p a s s a t o e , f o r s e , dell'avvenire... Parlavo or ora di "comando". Appena la parola mi è uscita dalla p e n n a , l o s t o r i c o che è in me si scandalizza di averla scritta. Perché l'abbiccì del nostro mestiere consiste nel fuggire questi grandi nomi astratti per cercare d i s t a b i l i r e , d i e t r o d i e s s i , l e s o l e r e a l t à c o n c r e t e , che sono gli uomini. Gli errori del comando furono, fondamentalmente, quelli di un gruppo umano...Quando, ad occhi c h i u s i , s f o g l i o i m i e i r i c o r d i , u n a g a l l e r i a d i f i g u r e nettamente individualizzate sfilano davanti alla mia memoria... Cionondimeno, in u n gruppo umano, gli uomini non sono tutto. A maggior ragione l e l o r o particolarità tendono a stemperarsi, dal momento che appartengono a una comunità fortemente costituita... Nel corpo della nazione, gli ambienti degli ufficiali di carriera costituiscono già una piccola società ben caratterizzata: per molte sopravvivenze, certo la più adatta a restituire alla nostra civiltà,relativamente livellata, l'immagine di quello che fu, nella vecchia Francia, la nozione non tanto di classe quanto di "ordine"... All'interno dell'esercito, il mondo degli ufficiali di stato maggiore si c o n f i g u r a , a s u a v o l t a , c o m e u n a collettività notevolmente omogenea..." (1). L'operazione di taglio e di r i c u c i t u r a c u i a b b i a m o s o t t o p o s t o l e prime pagine della "deposizione di un vinto", nonché le sottolineature di singole frasi, se servono forse a mettere a nudo la complessa struttura del discorso, ne lasciano cadere le parti anche letterariamente più valide, che sono poi i ritratti rapidamente abbozzati di ufficiali di stato maggiore, incontrati dal Bloch nel corso del suo servizio p r e s s o l a I a r m a t a . M a l a p a g i n a a r b i t r a r i a e d a r t i f i c i o s a c h e n e è r i s u l t a t a , se letta a riscontro dell'opera propriamente storica di 1 BLOCH, L'Etrange défaite cit., pp. 50-58. XXI Bloch, consente di vedere alcuni dei motivi conduttori di questa sottoposti a un confronto, sia reciproco che con la realtà circostante, dal quale non è esente un proposito, magari inconsapevole, di verifica e di autocritica. Dapprima una l e g g e storica, sia pure formulata con tutta la prudenza del caso, e, a spiegazione di essa, l'enunciazione di una costante della psicologia collettiva;poi il momento del dubbio, l'erompere improvviso dell'esigenza individualizzante( " l e s s e u l e s r é a l i t é s c o n c r è t e s , . . . l e s h o m m e s " ) ; infine, di là dalle figure di singoli che, sole, si stagliavano nella memoria di Bloch quando ripensava a quei giorni, il graduale, inevitabile ritorno della spinta ad a-strarre da quella "g a l l e r i a " d i volti ciò che serviva a formare la nozione di una "collettività notevolmente omogenea" come era il corpo degli ufficiali di stato m a g g i o r e . All'interno di un pensiero così articolato, riesce difficile prendere senz'altro p e r b u o n a l ' a f f e r m a z i o n e d e l B l o c h c h e " l o s t o r i c o c h e e r a i n l u i " s i scandalizzasse alla sola idea di trasgredire alla legge numero uno del suo mestiere consistente nel rifuggire dalle astrazioni, quando ciò che aveva dato un timbro particolare al suo modo di esercitarlo era stato fra l'altro proprio il tentativo di allargare il dominio della storia mediante l'uso di concetti generalizzanti, ch'egli si era sempre sforzato di rendere il più possibile aderenti alla varietà dei fenomeni, ma a patto che fossero anzitutto adeguati a cogliere e a definire realtà collettive, sia psicologiche sia sociali, fino allora trascurate dalla storiografia (1). Il passo che abbiamo citato sta semmai a d i 1 Cfr. p. 130. "Perché aver paura delle parole? Nessuna s c i e n z a p o t r e b b e f a r e a meno dell'astrazione... Funeste sarebbero soltanto le classificazioni che si f o n d a s s e r o s u f a l s e a n a l o g i e . E ` compito dello storico mettere continuamente alla prova le proprie,... e, se del caso, rivederle". Cfr. anche Réflexions d'un historien cit., p. 42: "les solutions particulières n'auront de base sérieuseque si elles s'inspirent de principes généraux " (detto a proposito dell'opportunità, per gli storici, di tenere conto dei r i s u l t a t i c u i è a p p r o d a t a la "psicologia della testimonianza"). Caratteristica, nel medesimo ordine di i d e e , l a d i f e s a , i n p o l e m i c a c o n L . F e b v r e , d e l m e t o d o d e i s o c i o l o g i , c h e tendono a studiare un determinato fenomeno attraverso il tempo e lo spazio:dopotutto, il procedimento analitico, malgrado i suoi pericoli, è comune alla maggior parte delle scienze; e poi sono davvero così grandi i pericoli dello schematismo e dell'astrazione? (cfr. la recensione a L. FEBVRE - L. BATAILLON, La terre et l'évolution humaine, apparsa nella "Revue historique", cxlv (1924),p p . 2 3 8 s g . XXII mostrare che la tensione fra le due opposte e non sempre conciliabili esigenze e r a r i m a s t a v i v a n e l B l o c h f i n o a l l a f i n e , e c h e , p o s t o d i f r o n t e a u n g r a n d e teatro di sperimentazione umana come la guerra, era l'esigenza individualizzante c h e f i n i v a c o n l'apparirgli prioritaria e addirittura costitutiva del suo mestiere di storico (1).Ma sarebbe un errore concentrare l'attenzione sui passi dell'Etrange défaite ( u n a l t r o l o v e d r e m o f r a p o c o ) , n e i q u a l i i l B l o c h l a s c i a t r a s p a r i r e l a s u a posizione circa il rapporto fra la "conoscenza storica" ed altre possibili forme di conoscenza: anche p e r c h é q u e s t o è p r o p r i o i l p u n t o c h e e g l i i n t e n d e v a esplicitamente riservare alla meditazione dei "filosofi" (2). Altrettanto r a p p r e s e n t a t i v e del tipo di relazione che veniva a stabilirsi, nei due sensi,fra moduli storiografici, ben noti a chi abbia una qualche familiarità con l 'o p e r a d e l B l o c h , e d e s p e r i e n z e d i v i t a d i gu e r r a , s o n o l a p a g i n a i n c u i e g l i denuncia l'incapacità dei comandi, sia della prima, sia della seconda guerra m o n d i a l e , , a c a l c o l a r e c o n e s a t t e z z a i l t e m p o c h e c i m e t t e v a u n o r d i n e a raggiungere coloro che dovevano eseguirlo (3); o l'altra dove, ribadito che la nozione di distanza è cambiata radicalmente nel giro dei primi decenni del secolo xx, nota come gli spettatori di tale improvviso mutamento non ne avessero a v u t o c o s c i e n z a f i n o a l m o m e n t o i n c u i , p e r e s s e r t o r n a t i , p e r v i a d e l l a c r i s i dei trasporti connessa con la guerra, a 1 Il Perrin (L'Oeuvre historique cit., pp. 185-87) osserva che Les rois t h a u m a t u r ges e L ' E t r a n g e d éf a i t e, p er es s er e l e o p er e i n cui è più presente la dimensione della " storia politica ", s o n o a n c h e l e o p e r e i n c u i B l o c h f a p i ù posto all'"individuo". Nell'Etrange défaite è da ricordare, a questo riguardo,u n a d e l l e p a g i n e f i n a l i ( p . 2 1 7 ) , d o v e s i a f f e r m a c h e n o n è v e r o c h e t u t t o , nella società e nella natura, sia il risultato di "forces massives": "adeptesdes sciences de l'homme ou savants de laboratoires, peutétre fùmes-nous aussi détournés de l'action individuelle par une sorte de fatalisme, inhérent a la pratique de nos disciplines "; uno d e i v e r i p r o g r e s s i d e l l a n o s t r a c i v i l t à sarebbe infatti l'aumentata consapevolezza collettiva (gli stessi scambi e c o n o m i c i n o n o b b e d i s c o n o alle stesse leggi, a seconda che i corsi dei prezzisiano, o no, conosciuti dai partecipanti); e questa consapevolezza è fatta di coscienze individuali che agiscono le une sulle altre: "se former une idèe claire des besoins sociaux et s'efforcer de la répandre, c'est introduire un grain de levain nouveau, dans la mentalité commune; c'est se donner une chance d e l a m o d i f i e r u n p e u e t , par suite, d'incliner, en quelque mesure, le cours des événements". 2 Cfr. p. 34. 3 BLOCH, L'étrange défaite cit., pp. 59-60. XXIII condizioni simili a quelle iniziali, erano stati messi in grado di misurarne retrospettivamente l'entità (1); o l'altra ancora, in cui il Bloch fa un paragone fra gli effetti di distruzione causati, rispettivamente, da un cannoneggiamento e da un bombardamento aereo, per arrivare alla conclusione che dal punto di vista materiale essi pressappoco si equivalevano, ma che il bombardamento aereo destava fra i soldati un panico molto maggiore, anche perché ad esso andava associata l'immagine, intollerabile, dello scempio del corpo oltre la morte (2)... Ricordi consolidati della prima guerra mondiale,impressioni ancora brucianti della seconda, e fra queste e quelli venti fertilissimi anni passati a tavolino: è difficile dire fino a che punto fossero s t a t e l e e s p e r i e n z e d e l ' 1 4 - 1 8 a s u g g e r i r e temi e angolature di ricerca per il ventennio, e se ora non siano invece i topoi della storiografia delle " Annales" a porsi come criteri di interpretazione degli eventi del 1940. In u n c a s o c o m e nell'altro, il momento dell'esperienza della vita di guerra veniva a coincidere nel Bloch con quello della riflessione metodologica sul "mestiere di storico(3), i suoi limiti attuali, le sue possibilità ancora in gran parte inesplorate. Nella nota scritta in margine al Mestiere di storico, Lucien Febvre, sulla base d i u n appunto trovato fra le carte di Bloch, fa qualche considerazione sui capitoli del Mestiere che il Bloch aveva p r e v i s t i , i n p i ù d i q u e l l i c h e possediamo: "Dobbiamo rimpiangere vivamente la mancanza di note più precise e particolareggiate di Bloch su queste ultime parti del suo libro che sarebbero s t a t e f r a le più originali. Conosco bene il suo pensiero - che coincide con il mio - sui problemi discussi nel capitolo vi, ma non ci s i a m o m a i i n t r a t t e n u t i , invece, su quel problema della previsione, che con molto discernimento e originalità Bloch si riprometteva di trattare alla fine dell'opera, e che sareb1 L'étrange défaite cit., p. 62. Le privazioni hanno agito c o m e " u n e m a c h i n e a remonter le temps". 2 Ibid., pp. 82-96. Non occorre però pensare, con il Bloch, c h e H i t l e r a b b i a dovuto per questo consultare degli psicologi (ibid., p. 82). La propensione a dare credito alle voci che correvano in proposito è un singolare riflesso della f i d u c i a u n p o ' ingenua del Bloch nel ricordo agli esperti di "scienze umane" , anche per ciò che riguarda la storiografia. XXIV be forse stato il più strettamente personale di tutto l'insieme" (1). Di questo capitolo sulla "previsione" esiste in realtà una specie di abbozzo, in una pagina dell'Etrange défaite, che deve essere sfuggita al Febvre."L'arte militare appartiene a quel genere di t e c n i c h e a l l e q u a l i n o n è consentita la sperimentazione diretta". Questa viene perciò sostituita con e s e m p i t r a t t i d a l l a s t o r i a d e l p a s s a t o . B i s o g n a v a , d u n q u e , a d d o s s a r e a l l a s t o r i a la responsabilità delle debolezze della preparazione strategica della Francia a l l a v i g i l i a d e l l a seconda guerra mondiale? (A questo punto, il Bloch inserisce la prima versione dell'aneddoto del giovane ufficiale, fresco di studi, che, nei giorni della disfatta, si domandava se bisognava credere c h e " l a s t o r i a c i avesse ingannati"). Ma l'insegnamento di storia militare impartito nella Scuola d i g u e r r a e f o n d a t o s u l l a p r e m e s s a c h e l a guerra del 1914 avrebbe ripetuto quelle combattute da Napoleone, e che la guerra del 1939 sarebbe stata come q u e l l a d e l 1914, non ha nulla a che vedere con la storia, che è, per sua n a t u r a , una "scienza del cambiamento": "essa sa ed insegna che due avvenimenti non si riproducono mai nella stessa identica forma, perché le condizioni non coincidono mai esattamente". Tuttavia, non c'è dubbio che la storia- riconosce anche,nell'evoluzione umana, "elementi, se non permanenti, almeno durevoli", e cheammette, "da una civiltà all'altra, certe ripetizioni, se non nei singoli tratti, almeno nelle grandi linee di sviluppo". Cosicché, "essa può cimentarsi nel tentativo di penetrare l'avvenire; elle n'est pas, je crois, incapable d'y p a r v e n i r " . M a l a s u a l e z i o n e n o n è " c h e i l p a s s a t o r i c o m i n c i , c h e c i ò c h e è stato ieri possa essere domani. Esaminando come ieri è stato diverso dall'altro ieri, e perché, essa trova, in questo raffronto, la possibilità di p r e v e d e r e i n c h e s e n s o il domani, a sua volta, si opporrà ali'ieri... Poco importa che la natura propria del suo oggetto le impedisca di modificare a suo piacere gli elementi del reale, come sono in grado di fare l e d i s c i p l i n e sperimentali. Per 1 Cfr. p. 16. Il capitolo VI (non vii, come è scritto n e l l ' o r i g i n a l e p e r u n evidente refuso, poiché il capitolo vii era quello destinato alla "previsione")avrebbe dovuto avere come titolo L'explication en histoire. XXV scoprire i rapporti che legano le variazioni dei fenomeni con quelle, spontanee,dei fattori, l'osservazione e l'analisi le sono strumenti sufficienti. Per tale v i a , e s s a c o g l i e l e r a g i o n i d e l l e c o s e e d e i l o r o m u t a m e n t i . E l l e e s t , e n u n mot, authentiquement une science d'expérience, poiché, mediante lo studio delle r e a l t à , c h e u n o s f o r z o d i comprensione e di confronto le consente di decomporre,la storia riesce a scoprire sempre meglio gli andirivieni paralleli della causa e dell'effetto" (1).L a p o l e m i c a c o n t r o l a p s e u d o s t o r i a i n s e g n a t a n e l l a Scuola di guerra - la storia c h e p r e t e n d e v a c h e l a g u e r r a d i d o m a n i f o s s e e g u a l e a q u e l l a d i i e r i e c h e a v e v a quindi ingannato il giovane ufficiale del giardino normanno, rendendosi al t e m p o stesso indirettamente responsabile della sconfitta della Francia -, attraverso u n c u r i o s o c a p o v o l g i m e n t o d i p r o s p e t t i v e , c o n d u c e v a c o s ì alla scoperta di una nuova dimensione della ricerca storica, volta non più al passato ma al futuro. E r a , i n s o s t a n z a , l a c a r t a d e c i s i v a d a f a r v a l e r e c o n t r o i n e g a t o r i d e l l a legittimità e dell'utilità della storia, e non a caso il Bloch avrebbe voluto riservare alla Trattazione di questo punto il capitolo finale del libro che mise in cantiere una volta finita L'étrange défaite, e che, grazie soprattutto al capitolo sulla "previsione", avrebbe avuto i titoli necessari per presentarsi come una "apologia della storia".S e l a storia consentiva di penetrare il futuro, voleva dire che essa e r a u n a scienza sperimentale come le altre: il Bloch che aveva inseguito questa certezza p e r t u t t a l a v i t a , v i a p p r o d a v a o r a , i n c i r c o s t a n z e s t r a o r d i n a r i e , e p e r u n s o l o momento. Giunto alla fine dell'"esame di coscienza" in cui culmina la testimonianza sulla "strana disfatta" del giugno 1940, il "vecchio storico" si domandava come si sarebbe svolta, domani, la liberazione (si sarebbero viste frazioni di territorio liberarsi l'una dopo l'altra? oppure un governo autonomo costituirsi da qualche parte? oppure ci sarebbe stata una sollevazione g e n e r a l e ? ) ; m a l e i m m a g i n i g l i s i a f f o l l a v a n o n e l l a m e n t e s e n z a c h e l a s u a "povera scienza" gli desse la possibilità di privilegiare un'e1 BLOCH, <L'étrange défaite, cit., p. 155-57. XXVI ventualità piuttosto che un'altra (1). Riaffiorava implicitamente il dubbio sull'utilità della storia; era come tornare punto e da capo. Il discorso andava t u t t o r i p r e s o , m a q u e s t a v o l t a e x c a t h e d r a , e come oggi suol dirsi - a monte.""Papà, spiegami a che serve l a s t o r i a " . C o s ì , p o c h i a n n i o r s o n o , u n r a g a z z o che mi è molto v i c i n o , i n t e r r o g a v a s u o p a d r e , u n o s t o r i c o " . I n t r o d u c e n d o l'"ingenua curiosità del giovinetto" a far da contrappunto all'"angoscia d e l l ' u o m o maturo" (era, costui, l'ufficiale che si sentiva ingannato dalla storia, col quale abbiamo già fatto conoscenza) (2), il Bloch, che cominciava a stendere, nella primavera del 1941, il Mestiere di s t o r i c o , p r e n d e v a s u b i t o l e debite distanze dalle sollecitazioni troppo vive dell'attualità. Ritornando q u a l c h e t e m p o d o p o s u q u e s t ' e s o r d i o , sentì anche il bisogno di fare presente in u n a n o t a c h e , c o l d a r e p es o al l a ri ch i es t a d i q u el g i o v i n et t o , egl i era en t rat o in polemica, già fino dall'inizio e senza esserselo proposto esplicitamente, con l'Introduction aux études historiques del Langlois e Seignobos, i quali, in un'avvertenza posta in testa alla loro opera, su cui nel frattempo gli era capitato di fermare l'attenzione, avevano steso una lista di "problemi oziosi",che comprendeva anche la domanda: "a che cosa serve la storia?" E` significativo c h e B l o c h , p u r d i c h i a r a n d o n e l l a s t e s s a s e d e c h e il suo Mestiere di storico" (3)per il fatto di muov ersi s u d i u n a l t r o p i a n o e d i e s s e r e i n a l c u n e s u e p a r t i molto meno sviluppato", non pretendeva di sostituire il vecchio manuale, l o tenesse però materialmente presente mentre scriveva, ponendosi anche il problema d i c o m e s i s a r e b b e c o l l o c a t a d i f r o n t e a d e s s o l ' o p e r a c u i s t a v a a t t e n d e n d o . L'avere trascurato questo punto di riferimento, apertamente dichiarato d a l l ' a u t o r e , h a c o n t r i b u i t o a m e t t e r e i n p a r t e fuori strada alcuni dei recensori italiani del Mestiere (4). 1 L'étrange défaite cit., p. 219. 2 Cfr. pp. 23 e 25. 3 Cfr. p. 23, nota 1. 4 Le due recensioni italiane che mi sono polemicamente presenti sono quelle di R. Franchini ("Lo spettatore italiano", 4 [1951] , pp. 128-31) e di P. Rossi(Legittimità e insicurezza della conoscenza storica, estr. da "Gior- XXVII Così come è stata ritrovata fra le carte del Bloch, questa sua ultima opera,forse anche perché priva di quel capitolo, di q u e i c a p i t o l i f i n a l i s u i q u a l i c i siamo già soffermati ; fantasticare, appartiene più al genere "introduzione agli studi storici" che al genere "riflessioni sulla storia" (1). Ma le classificazioni per generi valgono quello che valgono e, in realtà, la astratta pedanteria normativa, che appare d'obbligo in siffatti manuali, è qui del tutto sostituita dai toni caldi e personali di una memorialistica per così dire professionale, che non rifugge dai precetti pedagogici, ma li avanza sotto la forma di "preziose confidenze(2). Il continuo richiamo, che è già nel titolo, ma ritorna sovente nel testo, ai gesti della mano, all'atelier e agli arnesi di lavoro dell'artigiano - fra parentesi, una delle ragioni esterne del successo incontrato da quest'opera in Italia al suo primo apparire, dopo tanti begriffi u s a t i a p r o p o s i t o e a s p r o p o s i t o - , è p e r c i ò qualcosa di più che l'occasione per una serie di metafore più o m e n o f e l i c i , c o m e a s s a i p i ù c h e u n a m e t a f o r a a v e v a voluto essere, l'anno precedente, la configurazione dell'Etrange défaite come "processo verbale dell’anno 1940” (3). Quell'insistente richiamo all'esercizio del" m e s t i e r e d i s t o r i c o " è l a m i s u r a d i u n " l i v e l l o s t i l i s t i c o " s c e l t o a r a g i o n veduta dall'autore come il più adatto a ripercorrere i vecchi, sicuri binari del Langlois-Seignobos, segnando via via i moltissimi punti, di fronte ai quali un eccezionale bagaglio di esperienze accumulate in anni e anni di ricerca, per lo p i ù i n d i r e z i o n i di c u i q u e i s u o i d u e nale degli economisti e Annali di economia", maggio-giugno 1951). Comune alle due recensioni, per altro lontanissime fra loro quanto ai principi che le informano, è un'esagerata apertura di credito iniziale (soprattutto da parte del Rossi) alla "filosofia i n c o n s a p e v o l e " d e l n o n f i l o s o f o B l o c h , c u i t i e n e d i e t r o una delusione altrettanto ingiustificata. I punti di contatto, "numerosi e stretti", col Langlois-Seignobos sono stati invece segnalati da J. STENGERS, March Bloch et l ' h i s t o i r e , i n " A n n a l e s E . S . C . " , (1953), 336-37. 1 Nell'impianto del Mestiere di storico non si avverte quello sforzo di saldare i l p i a n o d e l l a m e t o d o l o g i a e m p i r i c a c o n i l p i a n o s u c u i s i m u o v e v a , t a n t o p e r restare in territorio di cultura f r a n c e s e , u n R a y m o n d A r o n , c h e a v r e b b e p e r esempio caratterizzato, all'incirca dieci anni dopo, la Connaissance historique d i H . - I . M a r r o u . 2 La formula è di L. Febvre (Vers une autre histoire ci t . , p . 4 2 1 e t r a d . i t . cit., p. 553). Cfr. anche ibid., p. 424 ( t r a d . i t . c i t . , p . 5 5 3 ) : i l M e s t i e r e di storico scritto "in forma di libera conversazione da uomo a uomo". XXVIII maestri non avevano neppure sospettata l'esistenza, gli permetteva di avanzare dubbi e riserve anche radicali. Che poi, in questo p r o c e s s o d i r e v i s i o n e d e i canoni metodologici della vecchia scuola positivistica, intervenisse continuamente, come occasione impareggiabile di ulteriori verifiche sperimentali s u l t e r r e n o d e l " p r e s e n t e " , l ' e s p e r i e n z a della vita non più di laboratorio ma di g u e r r a , è c o s a c h e n o n d e v e s o r p r e n d e r e c h i c i a b b i a s e gu i t i f i n q u i e c h e troverebbe, del resto, una sufficiente spiegazione nel clima particolare in cui i l B l o c h r e d i ge v a i l s u o " m e m e n t o d i u n a r t i gi a n o " ( 1 ) . Eppure, lo stesso Febvre, proprio lui che teneva così fermo alla distinzione fra gli storici e i filosofi ("due tipi di uomini distinti molto nettamente") (2),r i m p r o v e r ò a l B l o c h d i e s s e r e r e s t a t o " u n p o ' troppo entro i limiti della tecnica storica", riferendosi in particolare - e non si può dire che non abbia colto nel segno - al suo modo di configurare il rapporto fra passato e presente(3). Solo prendendo di petto i problemi connessi con t a l e r a p p o r t o – e attraverso la cui impostazione e soluzione passava necessariamente ogni" a p o l o g i a d e l l a s t o r i a " , c h e n o n s i r i s o l v e s s e nella semplice constatazione chel a s t o r i a è " d i v e r t e n t e " ( 4 ) - , i l 1 Cfr. p. 35, e a p. 25: "Troppo spesso mi sono interdette le l e t t u r e complementari e i controlli richiesti dalle stesse leggi del m e s t i e r e d i c u i intendo descrivere i metodi". 2 FEBVRE, Vers une autre histoire cit., p. 422, nota 1 (trad. i t . c i t . , p . 5 5 1 , nota 1). 3 Ibid., pp. 435-38 (trad. it. cit., pp. 564-66). Sono, sia d e t t o f r a p a r e n t e s i , fra le pagine più interessanti che il Febvre abbia dedicate al problema della storia in generale, certo infinitamente superiori a quelle di poco precedenti dove rimprovera i l B l o c h d i a v e r e t r a s c u r a t o i l p r o b l e m a " c a p i t a l e p e r l'avvenire della storia", che consisterebbe nell'organizzazione del lavoro c o l l e t t i v o (ibid., pp. 426-28, e trad. it. cit., pp. 556-58). "Il grande problema è quello dell'organizzazione" (ibid., p. 430, e trad. it. cit., p.559); con analogo semplicismo, Langlois e Seignobos (Introduction cit., p. 13)avevano scritto che "i progressi della storia dipendono in g r a n p a r t e d a i progressi dell'inventariazione dei documenti storici". 4 " Personalmente, per quanto riesco a ricordare, la storia m i h a s e m p r e divertito molto. Come tutti gli storici, suppongo" (cfr. p. 26). Venendo da parte di uno storico serio e impegnato come Marc Bloch, questa proposizione c o n s e r v a i l v a l o r e d i u n a s f i d a a l l a s e r i o s i t à d e i p e d a n t i . N o n o c c o r r e d i r e c h e il Bloch riteneva solo complementare questo aspetto dell'"utilità" della storia. E ` piuttosto da notare che qui viene preso in considerazione il divertimento non t a n t o d i c h i l e g g e i l i b r i d i s t o r i a , q u a n t o d i chi li scrive. XXIX Bloch sarebbe infatti uscito veramente all'aria aperta, fuori di quell'emblematico atelier in cui tendeva a ricondurre persino l'esperienza delle d u e g u e r r e c o m b a t t u t e , e d o v e , s o l o i n p a r t e d e t r o n i z z a t i , g l i piacesse o no,regnavano ancora il Langlois e il Seignobos. Ma i paragrafi che si intitolano,rispettivamente, Comprendere il presente mediante il passato e Comprendere il passato mediante il presente, mostrano con chiarezza che, per Bloch, i legami,n e i d u e s e n s i , f r a presente e passato si configuravano come pure " relazioni di intelligibilità (1). Il passato che offre elementi di fatto,per una migliore conoscenza del presente; il presente che offre elementi di fatto per una migliore conoscenza del passato: non si esce mai dall'ambito di un discorso s u l l e " f o n t i " ( 2 ) : c h e è p o i l ' a n g o l o visuale sotto cui uno storico è naturalmente incline a c o n s i d e r a r e i p r o b l e m i d e l l a s u a d i s c i p l i n a . "Il problema bell'utilità della storia, nel ristretto significato pragmatico del t e r m i n e " u t i l e " , n o n va confuso con quello della sua legittimità, più propriamente intellettuale. D'altra parte, non può presentarsi che in un secondo tempo... Ma quel problema non potrà essere eluso, salvo 1 Cfr. pp. 50-57. 2 Cfr. su questo punto le esatte osservazioni del Rossi (Legittimità cit., p.10): "il Verstehen prevale decisamente sull'Erlebnis"; "la ricerca storica, a cui il Bloch si riferisce, conserva sempre un po' l'atmosfera scolastica,seppure nel significato più alto del termine, di una disciplina universitaria con tutta la sua organizzazione di lavoro". Tipica, a questo riguardo, risulta l'impostazione data al problema della "storia universale": agli specialisti di storia contemporanea, come a quelli dell'età della pietra o dell'antica civiltà egiziana, si chiede semplicemente di ricordarsi "che le ricerche storiche non ammettono l'autarchia. Isolandosi, ciascuno di loro capirà solo a metà, persino n e l p r o p r i o s e t t o r e d i indagine; e la sola storia vera, che non può farsi se non per aiuto reciproco, è la storia universale " (P. 57). Come prova indiretta dell'estraneità del Bloch alla problematica storicistica p u ò e s s e r e c i t a t o i l g i u d i z i o s u M a r x c h e s i t r o v a i n u n a p a g i n a d e l l ' E t r a n g e défaite cit. (p. 195): "L'homme était, je le crains, insupportable; le philosophe, moins original, sans doute, que certains n'ont prétendu le dépeindre. Comme analyste social, nul n'eut plus de puissance". Nulla aggiunge, s o t t o t a l e p r o f i l o , il rapporto fra Bloch e il "revisionismo" di De M a n , acutamente intravisto da C. Ginzburg (A proposito della raccolta dei saggi s t o r i c i d i M a r c B l o c h , i n " S t u d i m e d i e v a l i " , s e r i e 3 " , v i [ 1 9 6 5] , 1 , p p . 3 4 7 - 50), che sviluppa un'indicazione di G. Procacci. Mentre proprio la discussione s u l c o n c e t t o d i classe (di cui il Bloch, come è noto, rivendica il c a r a t t e r e "psicologico", "soggettivo") avrebbe costituito un ottimo a p p r o c c i o a t a l e problematica. XXX che non ci si accontenti di rispondere soltanto a metà alle p i ù i m p e r i o s e suggestioni del senso comune" (1): anche se abbiamo per primi richiamato l'attenzione sulle parti progettate e non scritte del Mestiere di storico, ciò c h e s i è d e t t o d e l m o d o i n c u i B l o c h c o n c e p i v a i l r a p p o r t o f r a p a s s a t o e presente, lascia comprendere che dei due piani ("legittimità”-“utilità") distinti n e l p a s s o or ora citato, il secondo era destinato ad essere in partenza assorbito,"dal primo (2). A chi rozzamente contestava l'"utilità", in genere,della storia, il Bloch era portato a rispondere rivendicando anzitutto il valore conoscitivo della ricerca storica. Ma sulla strada di questa rivendicazione gli si ergeva di contro, come ostacolo s e m p r e d i n u o v o r i s o r g e n t e , i l c a r a t t e r e "indiretto" della conoscenza storica, la condizione di inferiorità iniziale, già constatata dal LangloisSeignobos, secondo cui "la science historique n'est pas d u t o u t u n e science d'observation" (3).Lo storico si trova naturalmente a lavorare nelle condizioni in cui opererebbe un fisico cieco e impotente, costretto ad informarsi sui propri esperimenti solo attraverso le relazioni del suo aiutante (4); "Lo storico - ci v i e n e d e t t o - s i - trova, per definizione, nell'assoluta impossibilità di osservare personalmente i f a t t i c h e s t u d i a . . . N e s s u n o v o r r à n e g a r e c h e in queste osservazioni ci sia una parte di vero. Eppure, esse vanno sensibilmente sfumate" (5): sostanzialmente,t r a i l 1 9 1 4 e i l 1 9 4 1 4 2 , l a d i f f e r e n z a è s o l o d i " s f u m a t u r e " , s i a p u r e sensibili. Si osserva infatti, da un lato, che, sotto questo punto di vista,l'"investigatore del presente" non sta meglio dello storico (6); e s i g r a d u a n o , dall'altro, le conseguenze derivanti dal carattere indiretto della conoscenza s t o r i c a , a s e c o n d a c h e l ' o g g e t t o d i t a l e c o n o s c e n z a sia un avvenimento, un episodio particolare - nel qual caso,le conseguenze negative si verificano al massimo grado -, o non sia invece, per esempio, una credenza religio1 Cfr. p. 29. 2 Cfr. anche per questo punto ROSSI, Legittimità cit., p. 4. 3 LANGLOIS-SEIGNOBOS, Introduction cit., p. 44. 4 BLOCH, Critique historique cit., p. 2. 5 Cfr. p. 58. 6 Cfr. p. 60. XXXI sa. soprattutto quando i riti in cui essa si incarni siano attestati da reperti di tipo archeologico, e siano quindi conoscibili, sempre indirettamente, ma non attraverso un maliardo "anello" intermedio di "natura umana"; "ora, parecchie altre vestigia del passato ci offrono un accesso parimenti facile" (1). La condizione di inferiorità in cui opera lo studioso di storia per ragioni attinenti alla struttura stessa del conoscere storico, può essere dunque attenuata, in misura anche notevole, solo che egli scelga certi contenuti di r i c e r c a p i u t t o s t o c h e a l t r i e s i s e r v a d i c e r t e f o n t i p i u t t o s t o c h e d i a l t r e . Questo passaggio va attentamente ritenuto, perché l'individuazione degli a c c o r g i m e n t i n e c e s s a r i p e r sfumare le conseguenze negative che discendono dal fatto, ineliminabile, che la scienza storica non è una scienza d'osservazione,potrebbe costituire il principale punto di contatto fra la meditazione di Bloch sulla storia e l'opera storica di Bloch. "Quanto agli intimi congegni dei destini umani, alle vicissitudini della mentalità o della sensibilità, delle tecniche, della struttura sociale o economica, i testimoni che noi interroghiamo a tale proposito non sono menomamente soggetti alla fragilità della percezione momentanea. Per un felice accordo, già intravisto da Voltaire, quel che c'è nella storia di più profondo potrebbe essere anche quel che c'è di più sicuro" (2). Mentalità, sensibilità,tecniche, società, economia: sono una serie di esempi scelti con cura per indicare cosa si deve intendere per "intimi c o n g e g n i d e i d e s t i n i u m a n i " , l e z o n e "profonde" del passato attingibili mediante testimonianze relativamente" s i c u r e " ; m a s o n o a n c h e - l o s i n o t a s u b i t o - l e p o s s i b i l i a r t i c o l a z i o n i d i u n a bibliografia ragionata degli scritti di Bloch, congegnata in modo da dare risalto ai contorni dello spazio coperto dalla sua opera. Così stando le cose,viene fatto di domandarsi se la coincidenza, certo non casuale, fra "scelte"s t o r i o g r a f i c h e d i B l o c h , d a u n l at o , e c a m p i d i r i c e r c a p r i v i l e g i a t i d a u n fruttuoso esercizio della "critica della testimonianza", dall'altro, debba v a l e r e s o l o c o m e u n a u l t e r i o r e 1 Cfr. pp. 60-62. 2 Cfr. p. 99. XXXII riprova retrospettiva della validità di tali scelte, o non si debba invece p e n s a r e c h e i l B l o c h , " o s s e s s i o n a t o d a i p e r i c o l i d i m e n z o g n a e d i e r r o r e c h e s i annidano nei documenti"1, si sia a suo tempo deliberatamente orientato verso q u e l l e zone, a preferenza di altre, anche perché erano le più "sicure". Il f a t t o che, nelle Réflexions del 1921 sulle "false notizie di guerra", agli inizi quindi dell'itinerario storiografico di Bloch, la equivalenza fra "ciò che c'è d i p i ù p r o f o n d o n e l l a s t o r i a " e " c i ò c h e c ' è d i p i ù s i c u r o " s i a g i à s t a b i l i t a con le stesse identiche parole che verranno usate nel Mestiere, parrebbe segnare un punto a favore della seconda delle due possibilità che abbiamo prospettate. Dalle guarigioni miracolose attribuite dal volgo ai re di Francia ed'Inghilterra, alla ritardata fortuna del mulino ad acqua, al paesaggio rurale della vecchia Francia, ai mondi fra loro non comunicanti dei vassalli e dei servi, l'itinerario così ricco, impreveduto e vario di uno dei maggiori storici del nostro secolo avrebbe seguito una specie di falsariga dettata dall'accorgimento artigianale di evitare i campi in cui gli inconvenienti della conoscenza indiretta si facevano sentire di più e di battere invece quelli in cui tali inconvenienti erano ridotti al minimo. Portata alle sue estreme conseguenze, questa tesi risulta all'evidenza inconsistente ed assurda. Ma ad un analogo insuccesso approderebbe, crediamo,ogni altro tentativo di individuare un nesso preciso, condizionante, fra lo s v i l u p p o d e l p e n s i e r o d i B l o c h s u l l a s t o r i a e i l s u o c o n c r e t o l a v o r o storiografico. La storia di questa grande fatica prematuramente interrotta è a n c o r a d a f a r e ; le anticipazioni che ne sono state tentate qua e là soddisfano solo in parte le nostre legittime curiosità. E` ovvio che, in q u e l l a s e d e , a n c h e i suoi scritti metodologici dovranno essere tenuti presenti; ma è da escludere in anticipo che essi possano fornire una chiave utile per orientarsi nei passaggi veramente cruciali. La meditazione di Bloch sulla storia costituisce il contrappunto intermittente del suo lavoro di ricerca, ma questo si è sviluppato secondo linee e in risposta a sollecitazioni che esulavano i n g r a n p a r t e d a l quadro ab1. FRANCHINI, recensione, cit., p. 129. XXXIII bastanza angusto in cui tale meditazione continuò a svolgersi fino alla fine. In uno dei più seri contributi alla conoscenza del pensiero storiografico di B l o c h d i c u i f i n o r a d i s p o n i a m o , s i t e n d e a d a t t r i b u i r e i l v a l o r e d i u n a s v o l t a decisiva al saggio del 1921 s u l l e " f a l s e n o t i z i e d i g u e r r a " : a f f e r m a n d o c h e l o scetticismo degli "psicologi della testimonianza" riguardava solo la storia dei f a t t i , n o n l a storia più profonda, il Bloch sarebbe uscito "d'un tratto dal t e r r e n o sul quale si era mosso finora"; non a caso, erano gli anni in c u i s t a v a scrivendo Les rois thaumaturges, dove "un errore, un'impostura", quello che era il corps étranger che la critica delle testimonianze si sforzava di eliminare, d i v e n t a v a a s u a v o l t a o g ge t t o d i s t o r i a ; " i d u b b i s u l g r a d o d i c e r t e z z a d e l l a ricerca storica in confronto a quelli delle scienze della natura - dubbi solo parzialmente dissipati dal ricorso alla critica storico-erudita vengono così risolti: essi non toccano la storia più vera, "più profonda". Qui possiamo veramente dire che il Bloch... ha raggiunto gli interessi storiografici e i c r i t e r i d i m e t o d o c u i s i i s p i r e r à t u t t a l a s u a a t t i v i t à f u t u r a " ( 1 ) . I n r e a l t à , era solo scrivendo Les rois thaumaturges, il libro destinato a restare il suo capolavoro, che il Bloch usciva "d'un tratto dal terreno, ecc.": quanto all'equivalenza sulla quale ci siamo a lungo soffermati, e che s t a r e b b e a dimostrare come egli avesse " pienamente recuperato la certezza e la specificità del mestiere dello storico" (2), sottraendolo al mortificante e ossessivo c o n f r o n t o c o n l e s c i e n z e della natura, se essa, è vero, non compariva ancora nel suo discorso del 1914 ai liceali di Amiens, era però già accennata n e l v e c c h i o Langlois-Seignobos (3). GIROLAMO ARNALDI 1 GINZBURG, A proposito della raccolta cit., p. 341. 2 Ibid., p. 342. 3 L A N G L O I S - S E I G N O B O S , p p . 1 2 8 S g . , 1 6 3 e 1 7 4 . XXXIV