LE CONSEGUENZE DELLA RIVALUTAZIONE DEL RENMINBI
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LE CONSEGUENZE DELLA RIVALUTAZIONE DEL RENMINBI
- LE CONSEGUENZE DELLA RIVALUTAZIONE DEL RENMINBI di Giacomo Zanello – [email protected] COSLI - indirizzo economico INTRODUZIONE La Cina e la sua economia - che influisce sempre più anche nel nostro sistema - non sono più un argomento solo per gli “addetti ai lavori”, economisti o politici, ma ultimamente è diventato un argomento discusso da tutti, dai giornali alla televisione passando per i bar, e a volte forse senza troppa conoscenza o preparazione sull’argomento. Mangiare gli involtini primavera non vuol dire conoscere la Cina. L’obiettivo di questo mio breve lavoro è l’analisi – ma soprattutto porre alcune domande per uno studio più approfondito – di un argomento fondamentale di cui regolarmente si è parlato e si parla: la rivalutazione del Renminbi 1. Secondo gli Stati Uniti e l’Europa, infatti, la moneta cinese è fortemente 2 e volontariamente sottovalutata a tutto beneficio delle esportazioni della Cina e, di contro, a discapito della competività americana ed europea. Vista l’espansione dell’economia cinese, un forte apprezzamento del Renminbi ha quindi conseguenze e ripercussioni molteplici: l’individuazione dei principali effetti è proprio lo scopo di questo lavoro. SCENARIO Il Renminbi è stato introdotto in Cina nel 1949; durante tutto il periodo dell’economia pianificata furono stabiliti valori di conversione con valute straniere non realistici e regole di cambio molto rigide. Con l'apertura dell'economia cinese nel1978, fu creato un sistema a doppia valuta che consentiva l'uso del Renminbi solo per transazioni domestiche e prevedeva certificati di cambio per le transazioni estere; verso la fine degli anni ottanta le autorità cinesi hanno reso il Renminbi più convertibile grazie all'abolizione del sistema a doppia valuta e la stabilizzazione del tasso di cambio. Dal 1994 il Renminbi fu legato con cambio fisso al dollaro ad un tasso di 8,28 RMB/$ fino al 25 luglio 2005, quando la Banca Popolare Cinese 3 ha rivalutato il Renminbi portando il cambio fisso a 8,11 RMB/$ (- 2,053%). Ma soprattutto le autorità cinesi hanno sganciato il Renminbi dal dollaro statunitense preferendo un paniere di valute internazionali [Dollari ($), Yen (¥), Euro (€), Won (₩)] ed inoltre il valore del Renminbi non è più determinato tramite cambio fisso ma può fluttuare ogni giorno in una banda di oscillazione pari allo ±0,3% del valore di riferimento della valuta. Gli Stati Uniti 4 e l’Europa – non ancora soddisfatti - spingono ulteriormente il governo cinese a proseguire nella liberalizzazione del mercato dei cambi. Oggi, 9 aprile 2006, il tasso di cambio ufficiale è 8,009 RMB/$. FONDAZIONI TEORICHE MACROECONOMICHE METODOLOGIA E FONTI DATI Determinare le conseguenze di una rivalutazione è difficile perché innesta reazioni a catena molto lunghe e a volte imprevedibili. A supporto della teoria sono necessarie alcune ricerche statistiche per analizzare che cosa poi succede nella realtà: le variabili sono molteplici ma le più utili per una analisi di base sono – a mio giudizio – le seguenti: Confronto economico Cina–Stati Uniti: China GDP (PPP) 8,158,000 (2) US 12,370,000 (1) GDP per capita 6,200 (118) 41,800 (4) Import 631,800 (3) 1,727,000 (1) Export 752,200 (3) 927,500 (2) 129,100 (2) - 829,100 (149) 242,000 (20) 8,837,000 (1) Current account balance Debt Dati 2005. In milioni di dollari, GDP per capita in dollari - Tra parentesi posizione mondiale - Fonte: http://www.cia.gov/cia/publications/factbook/ Pagina 1 di 3 Giacomo Zanello [email protected] - aprile 2006 - Principali Paesi di esportazione e importazione della Cina: Export (% of total) Import (% of total) US (21,1%) Japan (16,8%) Hong Kong (17%) Taiwan (11,4%) Japan (12,4%) South Korea (11,1%) South Korea (4,7%) US (8%) Germany (4%) Germany (5,4%) Dati 2004 - Fonte: http://www.cia.gov/cia/publications/factbook/ Deficit commerciale Stati Uniti-China: 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Export 13.111 16.185 19.182 22.127 28.367 34.744 41.836 Import 81.788 100.018 102.278 125.192 152.436 196.682 243.462 - 68.677 - 83.833 - 83.096 - 103.064 - 124.068 - 161.938 - 201.625 Trade Balance Dati in milioni di dollari - Fonte: http://www.census.gov Riserve cinesi in moneta estera5: China 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 75,4 107 142,8 149,2 146,2 165,6 212,2 286,4 403,3 609,9 818,9 853,7 In miliardi di dollari. Dati dec. 2005 – Fonte: http://www.chinability.com/Reserves.htm Titoli del Tesoro degli Stati Uniti (Treasury Securities) in possesso dalla Banca Popolare Cinese (II paese al mondo): China 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 71,4 61,5 77,5 120,7 157,6 223,5 262,6 In miliardi di dollari. Dati 2006 – Fonte: http://www.ustreas.gov/ RISULTATI ATTESI Se la scelta della Banca Popolare Cinese di sganciarsi dal dollaro è stata quasi inevitabile, sicuramente però la scelta di non passare subito ad un regime di cambio flessibile in libero mercato è stata fondamentale. Infatti il sistema finanziario cinese è ancora acerbo e ciò avrebbe potuto provocare forti svalutazioni e rivalutazioni improvvise (la crisi asiatica docet). Molti paesi in via di sviluppo sono infatti passati prematuramente e direttamente da un sistema di cambi fissi ad uno flessibile con conseguenze disastrose e molteplici shock economici. Ma che conseguenze ha avuto – e potrà avere – la rivalutazione dello Renminbi? E’ davvero un fatto positivo per l’Europa ed in particolare per gli Stati Uniti? Queste sono le due domande su cui penso sia interessante fare una analisi: per riuscire ad individuare gli aspetti più importanti ho diviso i risultati attesi in macro-aree. • Importazioni ed esportazioni Con la rivalutazione del Renminbi, la moneta cinese “vale” di più rendendo meno competitive le esportazioni cinesi. In realtà se andiamo a vedere 6 i costi che supportano i produttori cinesi vediamo che solo una parte è pagata in moneta locale, tutte le materie prime – dal 60% all’80% del prodotto finito - sono regolate dal mercato internazionale e quindi pagate in dollari. Di fatto la rivalutazione ha fatto aumentare il costo del lavoro e le materie prime commercializzate in valuta locale: questi due elementi sono solo una piccola parte del prezzo totale dei beni, nel caso di un telefono cellulare è appena il 15% 7 e una rivalutazione del 2% si trasforma in un aumento di solo 0,3%. Da una parte produrre in Cina costa di più ma dall’altra parte alcuni costi sono diminuiti: in generale non sembra avere ripercussioni significative, soprattutto nel medio-lungo periodo. Di contro, le esportazioni in Cina sono diventate più convenienti 8: c’è però da considerare che la Cina esporta negli Stati Uniti e in Europa cinque volte tanto di quello che importa. In particolare i paesi più avvantaggiati saranno quindi Giappone, Taiwan e Corea del Sud. • Deficit commericiale Usa-Cina Molte pressioni da parte dell’amministrazione statunitense sul governo cinese per rivalutare il Renminbi erano volte a colmare l’enorme deficit commerciale tra i due paesi. In realtà una rivalutazione di appena 2% non è significativa ed in più, come abbiamo visto prima, questo non influirà in modo determinante sulle esportazioni. Infatti il deficit Stati Uniti – Cina è 1/4 del deficit totale degli Stati Uniti: una diminuzione del 5% - per esempio – si tramuta solo in una diminuzione del 1,2%. Le cose però potranno cambiare in seguito ad ulteriori apprezzamenti. • Debito Estero Pagina 2 di 3 Giacomo Zanello [email protected] - aprile 2006 - Grazie alle obbligazioni emesse in dollari da parte del governo cinese per finanziare il proprio debito, la rivalutazione ha fatto sì che il proprio debito diminuisse (a luglio 2005 il debito 9 ammontava a 233.4 miliardi dollari: la rivalutazione lo ha fatto quindi diminuire di 4.8 miliardi di dollari). • Titoli del Tesoro degli Stati Uniti (US Treasury Securities) La Banca Popolare Cinese per mantenere il cambio fisso con il dollaro, in passato ha dovuto comprare un’enorme quantità di dollari e con questi ha comprato titoli del Tesoro statunitensi, grazie ai quali gli Stati Uniti finanziano il proprio debito. Ora, con la diversificazione del paniere di riferimento è probabile che la Cina diversifichi il proprio portafoglio e investa in titoli del Tesori in Euro o in Yen e di conseguenza si allegerisca di titoli del Tesoro statunitensi: la vendita dei titoli ne abbasserà il prezzo e aumenterà i costi di prestito degli Stati Uniti. Se ciò avverrà, potrebbe portare ad un peggioramento del deficit statunitense. • Investimenti Per le imprese estere diventa più costoso investire in Cina – a tutto vantaggio degli altri paesi asiatici suoi competitori -, allo stesso tempo per le grandi imprese cinesi costa meno investire all’estero e questo potrà spingere a nuovi investimenti e acquisizioni 10. • Mercato valutario: dollari, Euro e yen Con il cambio legato ad un paniere di valute, è possibile che ora la Banca Popolare Cinese diversifichi il suo portafoglio 11 comprando Euro e yen, con un conseguente rafforzamento delle due valute, e diminuendo le proprie riserve in dollari. Il dollaro, se ciò accadesse, andrebbe incontro ad un ulteriore deprezzamento innescando ulteriori effetti non solo nelle esportazioni americane, ma anche europee e giapponesi. • Mercati azionari Una forte rivalutazione della moneta cinese potrebbe portare a ripercussione anche nei mercati azionari esteri: verrebbero premiate le aziende con una forte propensione all’esportazione in Cina (per esempio la Boeing) al contrario di coloro che hanno il proprio core-business nell’importazione di beni (per esempio Wal-Mart). RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI In supporto ad un buon manuale di macroeconomia e di economia monetaria e ai dati che ho ricercato, ho trovato alcuni papers utili per una analisi di base e che danno visioni diverse. Per quanto riguarda la scelta tra cambi fissi e cambi flessibili, interessante è il paper di Stanley Fischer “Distinguished Lecture on Economics in Government: Exchange Rate Regimes: Is the Bipolar View Correct?” 12 nel quale l’autore espone in modo critico i vantaggi e gli svantaggi dei cambi fissi e flessibili. Jeffrey Frankel, invece, nel suo paper del 2004 “On the Renminbi: The choice between adjustment under a fixed exchange rate and adjustment under a flexible rate” 13 espone una interessante analisi sul fatto se la Cina fosse o no pronta a passare ad un cambio flessibile studiando le conseguenze che sarebbero potute succedere. Ho trovato anche interessante il paper di Ronald McKinnon “Exchange Rate or Wage Changes in International Adjustment? Japan and China versus the United States” 14 nel quale l’autore fa una confronto storica tra la situazione economica USA-Giappone dal 1950 al 1971 e la situazione attuale cinese sempre nei confronti degli Stati Uniti. Infine due papers analitici che analizzano e quantificano la necessità di una rivalutazione dello Renminbi: “The Chinese currency: how undervalued and how much does it matter?”15 di Phil Garton e Jennifer Chang e “Renminbi Controversies” 16 di Morris Goldstein. NOTE: 1 Non bisogna confondere il Renminbi (la cui abbreviazione ufficiale internazionale è "CNY", ma comunemente viene usato "RMB") che è la moneta nazionale cinese, e lo yuan, che è l'unità base del Renminbi. [fonte: http://en.wikipedia.org/wiki/Renminbi] 2 Quanto sia realmente sottovalutato il Renminbi è difficile dirlo: secondo diverse analisi si può stimare dal 15% al 56% [fonti: www.bof.fi/bofit/fin/6dp/04abs/pdf/dp1404.pdf, www.iie.com/publications/papers/goldstein1205.pdf, www.treasury.gov.au/documents/ 1042/PDF/08_RMBundervaluation.pdf] 3 Vedi il comunicato ufficiale: http://www.pbc.gov.cn/english/detail.asp?col=6400&id=542 4 Già il 20 novembre 2005, Bush in visita ufficiale in Cina ribadiva la necessità di una maggiore liberalizzazione dei cambi [fonti: http://hkimail.singtao.com/news_detail.asp?we_cat=2&art_id=5323&sid=5398157&con_type=1&d_str=20051110 http://www.iht.com/articles/2005/10/04/business/yuan.php, http://www.repubblica.it/2005/k/sezioni/esteri/bushcina/bushjintao/bushjintao.html] 5 Nel marzo del 2006, la Cina ha sorpassato il Giappone ed ora è la nazione con la più grande riserva in dollari. Vedi: http://www.nytimes.com/2006/03/29/business/worldbusiness/29yuan.html 6 Fonte: http://online.wsj.com/article_print/0,,SB110711346841540368,00.htm 7 Fonte: www.economist.com/finance/ displayStory.cfm?story_id=3576444 8 La Boeing ha già venduto 70 aerei alla Cina. [Fonte: http://news.bbc.co.uk/2/hi/business/4453960.stm] 9 Fonte: http://vancouver2.mofcom.gov.cn/aarticle/chinanews/200506/20050600112889.html 10 Vedi: http://english.people.com.cn/200602/10/eng20060210_241644.html 11 Infatti da luglio 2005 a marzo 2006, il tasso di crescita di acquisto di dollari risulta notevolmente in diminuzione. Vedi: http://www.nytimes.com/2006/03/29/business/worldbusiness/29yuan.html e http://www.businessweek.com/ap/financialnews/D8GKGCMO0.htm?campaign_id=apn_home_down&chan=db 12 Stanley Fischer, “Distinguished Lecture on Economics in Government: Exchange Rate Regimes: Is the Bipolar View Correct?” The Journal of Economic Perspectives, Vol. 15, No. 2. (Spring, 2001), pp. 3-24. [Vedi: http://links.jstor.org/sici?sici=0895-3309%28200121%2915%3A2%3C3%3ADLOEIG%3E2.0.CO%3B2-P] 13 Jeffrey Frankel, “On the Renminbi: The choice between adjustment under a fixed exchange rate and adjustment under a flexible rate” Harvard University, Working Paper. [Vedi: http://scholar.google.com/url?sa=U&q=http://ksgnotes1.harvard.edu/research/wpaper.nsf/rwp/RWP04037/%24File/rwp_04_037_Frankel2.pdf] 14 Vedi: www.stanford.edu/~mckinnon/papers/swp05007.pdf 15 Vedi: www.treasury.gov.au/documents/1042/PDF/08_RMBundervaluation.pdf 16 Vedi: www.iie.com/publications/papers/goldstein1205.pdf Pagina 3 di 3 Giacomo Zanello [email protected] - aprile 2006 -