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RANCIA
4-11-2011
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- PRESIDENZIALI
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icono i vescovi
C
ome ormai prassi consolidata, alla vigilia della campagna elettorale per le elezioni presidenziali il Consiglio permanente della
Conferenza episcopale francese (CEF) ha pubblicato, lo scorso
3 ottobre, un documento contenente alcuni «elementi di discernimento» per orientare i cristiani nella lettura dei programmi in vista
della scelta del loro candidato. «A ciascuno di voi – scrivono i vescovi
– spetta il compito di esaminare come i programmi e i progetti dei
partiti e dei candidati affrontano i diversi temi e di stabilire se tali approcci sono coerenti o no con la società nella quale vogliamo vivere».
Uno stile più incisivo
L’iniziativa s’inscrive in una tradizione che la CEF ritiene del tutto
in linea con il principio di laicità: «I cattolici non intendono essere cittadini interdetti del diritto di parola dentro la società democratica.
Esprimendo quello che pensano non vanno contro l’intelligenza e la libertà di giudizio di chi non condivide la loro fede».
Il documento – che s’intitola Elezioni: un voto per quale società?
– ha però un’impostazione e un tono diversi da quelli che lo hanno
preceduto e «segna un nuovo modo di intervenire nel dibattito politico», secondo La Croix (4.10.2011). Il testo è «più netto, più incisivo (…)
e intende essere molto più concreto». Preso atto del posizionamento
minoritario del cristianesimo nello spazio pubblico e del fatto che i
valori cristiani non sono più condivisi dalla maggioranza, i vescovi non
si sono limitati a ribadire i grandi principi dottrinali.
Dopo una prima parte di inquadramento generale, nella quale si
evocano la crisi economica e i principali mutamenti delle società occidentali, nella seconda parte sono indicati in modo esplicito 13 punti,
definiti «elementi di discernimento», che presentano su temi precisi il
punto di vista della Chiesa.
I vescovi rifiutano ovviamente di schierarsi: «Escludiamo totalmente di identificarci in un partito politico», ha chiarito alla presentazione del documento il presidente della CEF, card. André Vingt-Trois.
Ma «non è necessario andare lontano per trovare nei programmi politici delle misure in contrasto con le esigenze formulate dall’episcopato, in particolare sui problemi legati al matrimonio, al fine vita o
all’immigrazione» (La Croix 4.10.2011).
Nella stessa occasione, il cardinale ha espresso alcune preoccupazioni che hanno guidato i vescovi nella stesura del documento. «Il rischio che le questioni economiche siano predominanti e che la
campagna finisca per trascurare tutto quanto non è economico»; l’influenza di lobbies «che s’impegnano per la legalizzazione di un certo
numero di cose» (come il matrimonio omosessuale); e il timore che il
clima scandalistico alimentato dai media trasformi la campagna elettorale da confronto alto «tra persone che hanno delle convinzioni» a
ricerca «di dossier nei corridoi dei giudici o nei commissariati» per colpire l’avversario. «Se è questa la vita politica – ha detto il prelato – non
ci porterà davvero molto lontano» (www.lefigaro.fr 3.10.2011). Il testo
invita pertanto i cristiani a un prudente discernimento delle informazioni che verranno diffuse per «non lasciarsi trascinare da calunnie e
maldicenze».
Tra gli «elementi di discernimento»
Vita nascente: «L’impegno risoluto dei cristiani non è dettato anzitutto da una morale, ma dall’amore per la vita che né la malattia né
l’età possono diminuire. È imperativo che le autorità pubbliche rifiutino
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IL REGNO -
AT T UA L I T À
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la strumentalizzazione dell’embrione. Allo stesso modo, anche l’aborto
non può essere in nessun caso presentato come una soluzione per le
madri in difficoltà».
Famiglia: «Creando l’essere umano, “maschio e femmina”, Dio ha
suscitato una relazione di complementarietà biologica e sociale che si
ritrova in tutte le società. La differenza sessuale dell’uomo e della
donna è fondatrice e strutturante tutto il divenire umano. (…) La famiglia, fondata sull’unione durevole dell’uomo e della donna, deve essere sostenuta economicamente e difesa socialmente, perché
attraverso i figli che essa porta ed educa è in gioco il futuro e la stabilità della società.
Economia e giustizia: «Il lavoro resta una necessità fondamentale
per la strutturazione della persona. (…) L’obiettivo di tutta la politica
economica deve essere quello di offrire a tutti coloro che si presentano, e soprattutto ai giovani, una prospettiva di lavoro e una vera preparazione alla professione. (…) Le autorità pubbliche devono creare le
condizioni per una più grande giustizia nella vita economica, vigilando
sull’equità dei salari, dei prezzi e degli scambi. (…) Ma la società non si
limita agli scambi economici. La gratuità che è all’opera nella vita associativa e culturale è una delle condizioni della sua vitalità. Lo stato
deve incoraggiare e facilitare i cittadini a impegnarsi finanziariamente
e personalmente in associazioni di ogni ordine che rafforzino il tessuto sociale».
Cooperazione internazionale e immigrazione: «La Chiesa riconosce a ogni uomo il diritto di emigrare per migliorare la sua situazione, anche se resta deprecabile che non tutti possano sopravvivere
nei loro paesi. (…) Una regolazione delle migrazioni è necessaria. Essa
non può ridursi a una chiusura protettiva delle frontiere. Deve invece
permettere di accogliere al meglio coloro che si presentano (…) offrendo loro una vera opportunità d’integrazione».
Handicap: «Le nostre società moderne si onorano di un rinnovato
sguardo sulle persone con handicap. Esse permettono loro di trovare
spazio nella vita sociale. (…) Ma l’impiego sistematico delle diagnosi
prenatali che rischiano di determinare l’eliminazione di persone portatrici di certi handicap rimette in questione nel suo stesso fondamento la solidarietà verso i più deboli che deve animare la società».
Fine vita: «Ogni persona, quale che sia la sua età, il suo grado di affaticamento, il suo handicap o la sua malattia, non perde la sua dignità.
Per tale motivo “l’eutanasia è una falsa soluzione al dramma della sofferenza, una soluzione indegna dell’uomo” (Benedetto XVI). (…) Lo sviluppo delle cure palliative, frutto di un progresso etico e scientifico,
deve essere perseguito perché tutti coloro che ne hanno bisogno possano beneficiarne».
Laicità: «Noi viviamo in uno stato di separazione – dalla legge del
1905 – e la laicità è un principio costituzionale della Repubblica francese. A più riprese (…) la Chiesa ha affermato di accettare il quadro
dentro il quale ci troviamo. (…) Recentemente il dibattito sulla laicità è
tornato sulla scena; (…) esso non deve stigmatizzare le religioni nel nostro paese rischiando di sfociare nell’idea di laicità più chiusa, ovvero
nel rifiuto di tutte le espressioni religiose nello spazio pubblico. (…)
Certe reazioni eccessive, in occasioni anche recenti di dibattito, hanno
mostrato che l’intolleranza verso la Chiesa cattolica (e le religioni in
generale) non costituisce soltanto delle vestigia del passato».
Marco Bernardoni