linee guida centro minibasket

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linee guida centro minibasket
LINEE GUIDA
CENTRO MINIBASKET
A.S. 2014-2015
Documento realizzato da
Andrea D’Alonzo
3394865721
andrea.dalonzo88gmail.com
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 SOMMARIO
1 PREMESSA…………………………………………………………………3
2 MISSION…………………………………………………………………….4
3 IL NUOVO MODELLO………………………………………………….5
3.1 PERCHE’ NUOVO?............................................................................5
3.2 IL MINIBASKET: UN GIOCOSPORT…………………………………………………5
3.3 GLI AMBITI DI RIFERIMENTO………………………………………………………..6
3.4 LE BASI DEL MODELLO………………………………………………………………….6
3.5 LE CAPACITA’ COORDINATIVE……………………………………………………….7
3.5.1 LE CAPACITA’ COORDINATIVE GENERALI…………………………………………………………………………9
3.5.2 LE CAPACITA’ COORDINATIVE SPECIALI…………………………………………………………………………9-10
3.5.3 LA CAPACITA’ DI MOBILITA’ ARTICOLARE………………………………………………………………………10
3.5.4 LE CAPACITA’ CONDIZIONALI…………………………………………………………………………………………10-11
4 METODOLOGIA DIDATTICA…………………………………………12
4.1 PRIME CONOSCENZE…………………………………………………………………….13
4.2 CONOSCENZE………………………………………………………………………………..14
4.3 ABILITA’…………………………………………………………………………………………14
4.4 COMPETENZE………………………………………………………………………………..14
4.5 F.A.Q……………………………………………………………………………………………..15
5 LINEE GUIDA FEDERAZIONE ITALIANA
PALLACANESTRO…………………………………………………………….17
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1 PREMESSA
Questo documento è rivolto a tutti gli istruttori, aiuto istruttori e collaboratori che operano nel
centro minibasket.
Non devono essere viste e non sono delle regole inflessibili ma sono delle linee guida da applicare
al lavoro quotidiano tenendo conto della realtà specifica in cui si opera.
Spero che chiunque operi nel nostro centro minibasket, sia chi ha una decennale e comprovata
esperienza nel settore che chi è “alle prime armi”, possa trarre suggerimenti e spunti di riflessione
da questo documento.
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2 MISSION
Il nostro obiettivo primario, perseguito da questa associazione fin dall’anno della sua fondazione,
è quello di dare la possibilità ai ragazzi di divertirsi praticando sport in un contesto educativo
adeguato.
Il divertimento nel minibasket è la base di tutto: senza di esso non si può creare coinvolgimento e
passione né pretendere impegno.
I bambini sono in questo una cartina di tornasole: solo chi si diverte si appassionerà garantendo il
massimo impegno facilitando di molto il nostro lavoro.
Prima che istruttori siamo educatori: i genitori ci affidano i propri bambini per diverse ore alla
settimana e noi siamo parte integrante della loro crescita.
In quest’ottica, garantire il rispetto da parte dei bambini verso compagni, avversari, istruttori,
palestre e regole sarà più facile se saremo noi in primis ad avere un comportamento esemplare
dentro e fuori dal campo.
Last but not least, permettetemi una doverosa riflessione sull’atteggiamento che ogni istruttore
dovrebbe avere quando entra in palestra. Essere un istruttore minibasket significa per me dare il
100% esclusivamente per i bambini con cui ho quotidianamente a che fare. E’ un lavoro a tutti gli
effetti e come tale va onorato garantendo sempre il massimo impegno.
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3 IL NUOVO MODELLO
3.1 PERCHE’ NUOVO?
Il minibasket è stato per anni considerato una “piccola pallacanestro”.
La metodologia didattica e gli obiettivi del minibasket non differivano di molto da quelli del basket.
Gli obiettivi erano per lo più tecnici e riguardavano lo sviluppo dei fondamentali di gioco: difesa,
palleggio, passaggio e tiro.
Questo modus operandi ha indubbiamente portato dei risultati positivi sia a livello di crescita del
movimento del minibasket e della pallacanestro che a livello di risultati sul campo (chi non ricorda
l’Italia protagonista in Europa per buona parte degli anni’90 o l’argento olimpico di Atene 2004)
grazie soprattutto alla creazione di settori giovanili, vere “scuole di pallacanestro”.
Perché dunque la federazione ha sentito il bisogno di proporre e sviluppare negli ultimi anni un
nuovo modello di minibasket?
La risposta è molto semplice: i bambini sono cambiati e sono cambiate le loro abitudini.
3.2 IL MINIBASKET: UN GIOCOSPORT
“ Giocosport è l’insieme delle strategie, delle procedure, dei metodi, dei mezzi, dei contenuti,
attraverso cui si intende favorire l’apprendimento e la pratica da parte dei bambini di forme
semplificate delle discipline sportive”
I prerequisiti dell’apprendimento e della pratica del giocosport sono costituiti dallo sviluppo delle
funzioni biologiche, cognitive, psicologiche e sociali.
Il destinatario del giocosport è il bambino nella sua totalità, unicità e diversità antropologica e
culturale.
L’apprendimento del giocosport si realizza attraverso un’azione didattico-educativa che deve
essere:
- pianificata secondo specifiche fasi
- rispettosa dei tempi e modi individuali di apprendimento
- connotata dal clima e dall’intenzionalità ludica
Definire il minibasket un giocosport non lo svalorizza affatto: per noi istruttori è tanto più
complesso da proporre quanto più gratificante una volta messo in atto.
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3.3 GLI AMBITI DI RIFERIMENTO
Nel modello di minibasket proposto dalla federazione gli ambiti di riferimento
sono:
- motorio-funzionale
- neuro-cognitivo
- socio-relazionale
- tecnico
Questi 4 ambiti vanno ovviamente integrati tra loro ma deve essere data particolare attenzione
alla definizione e al raggiungimento degli obiettivi in ognuno di questi ambiti senza considerare
erroneamente uno più facile dell’altro.
3.4 OBIETTIVO DEL MODELLO
Il modello culturale attraverso il quale si intende descrivere il minibasket è ispirato a modalità
applicative nelle quali le conoscenze e le abilità diventano competenze ed il piano di sviluppo
funzionale-motorio si integra con il livello emotivo-cognitivo. I bambini che imparano a giocare
comprendendo il significato di ciò che apprendono crescono come persone più libere, più
autonome e più competenti.
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3.5 LE CAPACITA’ COORDINATIVE
Le capacità coordinative sono capacità determinate dai processi di controllo e di regolazione del
movimento e si fondano sull’assunzione e sull’elaborazione delle informazioni e sul controllo
dell’esecuzione. Il tutto è svolto dagli analizzatori che permettono così di sviluppare le capacità di
organizzazione e di controllo del movimento. Lo sviluppo delle capacità coordinative è
condizionato fortemente dalla maturazione del Sistema Nervoso Centrale e relativi effetti
(dominanza, subdominanza, lateralizzazione).
Il confine tra le diverse capacità è difficilmente determinabile, educando e sviluppandone una, ne
vengono educate e sviluppate contemporaneamente anche altre.
Lo sviluppo di queste capacità è continuo, progressivo, ma non lineare e in determinate età
abbiamo periodo sensibili (fasi) con tassi di crescita molto elevati, soprattutto nel periodo che va
dai 6 ai 14 anni.
Le differenze stupefacenti che si riscontrano in bambini allenati e non allenati fanno pensare che
sia probabile che finora non siano state sfruttate fino in fondo le potenzialità di sviluppo di tali
capacità nell’età prescolare, ed in questo il nostro numeroso settore microbasket rappresenta una
stupenda oasi.
Si richiama dunque ad un’attenzione sulla necessità del loro sviluppo più precocemente possibile e
non esiste mai un problema di precocità ma semmai di metodi non sufficientemente adatti allo
sviluppo del bambino.
E’ importante conoscere il periodo delle fasi sensibili dello sviluppo per evitare:
- di anticipare i tempi e pretendere prima del tempo prestazioni ottimali
- di automatizzare e specializzare precocemente i gesti e i movimenti
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Fasi sensibili dello sviluppo delle capacità motorie
Età
Capacità
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Apprendimento motorio
Adattamento e trasformazione
Controllo motorio
Equilibrio
Combinazione motoria
Orientamento
Differenziazione spazio temporale
Differenziazione dinamica
Anticipazione
Fantasia motoria
Mobilità articolare
Forza
Rapidità
Resistenza
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3.5.1 LE CAPACITA’ COORDINATIVE GENERALI
- Apprendimento motorio
“E’ la capacità di modificare ogni situazione motoria vissuta, in relazione all’esperienza. Il bambino
apprende le informazioni dall’Istruttore attraverso gli organi di senso, memorizza quelle
gratificanti (cassetto della memoria) e le utilizza durante il gioco.”
- Adattamento e trasformazione
“E’ la capacità di trasformare e di adattare il programma motorio in relazione alle modificazioni
improvvise delle situazioni motorie che si verificano durante il gioco. Il bambino dopo aver
percepito ciò che deve fare, elabora (confronto tra ciò che viene presentato e ciò che ha nel suo
cassetto della memoria), progetta (ciò che deve seguire) ed esegue il tutto (apportando gli
adattamenti e le trasformazioni necessarie).”
- Controllo motorio
“E’ la capacità di controllare e direzionare un movimento, un gesto, secondo un programma di
azione prestabilito.”
3.5.2 LE CAPACITA’ COORDINATIVE SPECIALI
- Orientamento
“E’ la capacità di determinare e variare la posizione e i movimenti del corpo nello spazio e nel
tempo, in riferimento ad un campo di azione ben definito. La percezione della posizione e del
movimento, nonché dell’atto motorio per spostare il corpo, devono essere intesi come un’unica
azione, finalizzata al controllo del corpo e al suo orientamento nello spazio e nel tempo.”
- Differenziazione spazio-temporale
“E’ la capacità del soggetto di dare un ordine consequenziale di tipo cronologico-spaziale ai
processi motori parziali, collegandoli tra loro, sino a farli diventare un atto motorio unitario e
finalizzato. Lo svolgimento temporale si struttura nella dimensione del prima, del dopo, del veloce,
del lento, del simultaneo etc. Lo svolgimento spaziale presuppone la conoscenza di concetti
topologici che permettono al soggetto di collocarsi nello spazio rispetto agli oggetti, agli altri e si
struttura nelle dimensioni di davanti, dietro, lateralmente, sopra, sotto, vicino, lontano etc.”
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- Differenziazione dinamica
“E’ la capacità del soggetto di discriminare e precisare ulteriormente le sensazioni
ricavate dagli oggetti, dagli eventi, attraverso gli organi di senso, per poter meglio rispondere alle
esigenze delle differenti situazioni motorie che si presentano durante il gioco.”
- Anticipazione
“E’ la capacità di prevedere correttamente, sulla base di un calcolo probabilistico, sia l’andamento
che il risultato di un’azione e , quindi, di programmare tempestivamente le operazioni successive.
Anticipare significa esaminare una situazione che al presente non esiste.”
- Combinazione motoria (coordinazione)
“E’ la capacità di collegare in un’unica struttura motoria più forme autonome e parziali di un
movimento, che si possono presentare o in successione temporale o simultaneamente.”
- Equilibrio
“E’ la capacità di mantenere una corretta posizione nello spazio, sia in condizioni statiche che
dinamiche, ma è anche la capacità di recuperarla quando la si è persa. L’efficacia di tale capacità si
manifesta quando il compito motorio viene svolto in condizioni precarie, su limitate basi di
appoggio o sotto l’azione di forze esterne che tendono a disturbare un’azione programmata.”
3.5.3 LA CAPACITA’ DI MOBILITA’ ARTICOLARE
“E’ la capacità di eseguire movimenti con grande ampiezza articolare, ai limiti dell’escursione
fisiologica individuale consentita. E’ una capacità intermedia tra le capacità condizionali e le
capacità coordinative ed è il presupposto per una economica esecuzione dei gesti o dei
movimenti.”
3.5.4 LE CAPACITA’ CONDIZIONALI
- Forza
“E’ la capacità che hanno i muscoli di sviluppare tensioni, attraverso la contrazione muscolare, che
servono a vincere o ad opporsi a resistenze.”
- Resistenza
“E’ la capacità che permette all’organismo di resistere alla fatica in un determinato lavoro fisico,
senza che si determini un calo di efficacia sia psichica che fisica.”
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- Rapidità
“E’ la capacità di realizzare movimenti e azioni motorie in un tempo minimo e i
fattori che la determinano sono il tempo di reazione motoria, la rapidità di esecuzione di ogni
singolo movimento, la frequenza dei movimenti, la forza e la coordinazione necessarie per
l’esecuzione.”
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4 METODOLOGIA DIDATTICA
“E’ dovere dell’istruttore (ma è rappresentativo delle sue capacità) sviluppare tutto il potenziale
dei propri ragazzini.”
Maurizio Cremonini,
responsabile nazionale settore minibasket Federazione Italiana Pallacanestro
L’apprendimento consiste nella modificazione continua delle proprie competenze in base
all’esperienza acquisita.
Per stimolare e sviluppare l’apprendimento dei nostri bambini noi istruttori dobbiamo cercare di
evitare alcune didattiche che riducono l’apprendimento a causa del/della:
- approccio decontestualizzato
- limitata significatività per i bambini delle proposte didattiche
- poca o nulla sollecitazione dell’intervento personale.
Per avere una chiara metodologia didattica bisogna determinare a cosa debba portare, in uscita
dal nostro settore minibasket, il processo di apprendimento descritto.
L’obiettivo è di avere bambini più competenti possibili.
A maggior ragione occorre fare chiarezza sul significato che attribuiamo alla parola competente: la
competenza si vede quando un soggetto, di fronte ad un problema, mobilita il proprio repertorio
di conoscenze e abilità, sceglie quella più adeguata alle situazioni e le usa in modo integrato e
personale per risolvere il problema.
E’ fondamentale avere chiaro che la competenza non si trasmette, ma si mobilità con l’attività.
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4.1 PRIME CONOSCENZE
E’ la categoria fisicamente e mentalmente più difficile per gli istruttori che devono ricercare una
relazione diretta con il bambino ed essere attivamente coinvolti.
L’istruttore deve porre particolare attenzione al concetto di AFFABULAZIONE: far vivere una storia
ai bambini di questa età durante l’allenamento significa far vivere loro un’EMOZIONE.
Nei limite del possibile, è preferibile strutturare l’allenamento (non lezione) intorno ad un’unica
storia per far appassionare il bambino alla storia ed ai suoi sviluppi e lieti fini.
Proprio per questo motivo è consigliabile far rivestire all’istruttore il ruolo di DISTURBATORE (e
mai di aiutante) durante un gioco soprattutto quando l’attenzione sta, come naturale che sia,
diminuendo.
L’aspetto più critico riguarda la relazione tra affabulazione e CARICO MOTORIO. In questa fase il
carico motorio deve essere alto senza ledere l’affabulazione e viceversa. E’ compito dell’istruttore
trovare il giusto equilibrio (una proposta potrebbe essere quella di muoversi con i bambini mentre
si sviluppa la storia in modo da non far mai scendere l’attenzione).
Gli obiettivi primari dal punto di vista motorio-funzionale sono le CAPACITA’ SENSO-PERCETTIVE
(tattile, visiva e uditiva) e gli SCHEMI MOTORI DI BASE (prerequisito per lo sviluppo delle capacità
coordinative).
Particolare attenzione deve essere data al tempo (possibilità di esercitarsi per tutti) e
all’opportunità delle proposte (i compiti assegnati devono essere risolvibili).
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4.2 CONOSCENZE
Gli obiettivi motori-funzionali di questa fase riguardano le CAPACITA’
COORDINATIVE. Le capacità senso-percettive e gli schemi motori di base devono essere sviluppati
secondo un principio verticale (ad esempio utilizzare degli stimoli visivi, uditivi e tattili come
attivatori dei giochi).
In questa fase si verifica la SCOPERTA dei 4 fondamentali e deve essere ricercato un equilibrio
nella scoperta (troppo spesso in queste età viene privilegiato il palleggio).
E’ possibile proporre giochi a PICCOLI GRUPPI (coppie e massimo terzetti) che permettano di
sviluppare una relazione tra compagni.
E’ in questa fase che devono comparire i GIOCHI DI POTERE: strumento dall’alto valore sul piano
neuro cognitivo che da questa fase deve sempre essere presente nei nostri allenamenti.
I giochi di potere sono importanti perché stimolano delle situazioni di vantaggio e iniziativa
fondamentali in quella che poi diventerà pallacanestro.
Infine, in questa fase bisogna iniziare a far leggere e risolvere ai bambini le prime iniziative di
problemi.
4.3 ABILITA’
Gli obiettivi motori-funzionali riguardano le CAPACITA’ COORDINATIVE GENERALI E SPECIALI.
Il carico motorio deve essere accompagnato da quello cognitivo attraverso feedback e
feedforward.
Devono essere introdotti all’interno dei nostri giochi le variabili SPAZIO e TEMPO che, insieme ad
attenzione e memoria, sono state riconosciute come variabili cognitive che influenzano
l’intelligenza.
La metodologia didattica da più utilizzare è quella del PROBLEM SOLVING, attraverso l’utilizzo di
un ATTIVATORE del gioco, ed i fondamentali sono da utilizzare in relazione alle situazioni di gioco.
4.4 COMPETENZE
Gli obiettivi motori-funzionali riguardano lo SVILUPPO delle CAPACITA’ COORDINATIVE GENERALI e
SPECIALI all’interno di GIOCHI DI SITUAZIONI in cui l’attacco ha come obiettivo quello di generare
una superiorità numerica e la difesa di stabilire una parità numerica.
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4.5 FREQUENTLY ASKED QUESTIONS
Questa sessione ha l’obiettivo di rispondere solo ad alcuni dei molteplici dubbi che
questo nuovo modello si è portato, si porta e si porterà con sé.
Le opinioni su questa metodologia didattica sono diverse, ma il fondamento scientifico che c’è
dietro questa metodologia didattica deve essere sempre con noi.
- Perché utilizzatore il concetto di attivatore di un gioco?
Il bambino apprende per l’83% visivamente. L’attivatore aumenta l’attenzione di tutti i bambini e
costringe tutti i giocatori coinvolti a tenere sotto costante stimolo la vista, prerequisito per la
capacità di anticipazione così fondamentale in quella che poi diventerà pallacanestro.
Il tradizionale “via” da parte dell’istruttore ha un potere molto debole dal punto di visto neurocognitivo.
- Perché faccio così tanti esercizi sui fondamentali e poi in partita non li vedo applicati ?
Non si può insegnare a giocare attraverso esercizi che non hanno sempre un rapporto con le
capacità di gioco. Non si può lavorare solo sulle abilità senza tener conto delle carenti capacità
motorie dei bambini di oggi. Non si può pensare che il bambino replichi in partita in modo identico
le condotte apprese attraverso gli esercizi, trattandosi il nostro di un gioco di situazioni, non
prevedibile in astratto.
- Esercizi tradizionali a secco di fondamentali vanno totalmente aboliti?
No, a patto che siano sporadici ma soprattutto che siano organizzati sotto forma di gara.
La capacità analitica dei bambini è scarsa, non vale la pena fargli fare un esercizio di tiro a secco e
stop. Vogliamo far loro fare un esercizio di tiro? Benissimo, costruiamo una gara che stimola
attenzione e sprona il bambino a fare il meglio possibile.
In quest’ottica devono essere visti anche slalom e staffette che dal punto di vista neuro-cognitivo
hanno un carico molto debole.
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- Non si corre il rischio di far iniziare il percorso giovanile a ragazzi tecnicamente
impreparati?
L’obiettivo del minibasket deve essere lo sviluppo delle capacità coordinative semplicemente
perché ci sono delle cose che se non vengono fatte a una certa età non si riescono più a fare (si
pensi allo sci o alla bicicletta).
L’obiettivo del nostro settore giovanile è quello di sviluppare la tecnica e un allenatore dovrebbe
sempre preferire un giocatore che ha dei buoni schemi motori di base anche se non riesce a
concludere un terzo tempo con la mano sinistra piuttosto che avere un ottimo tiratore da fermo
che non ha nessun controllo del corpo.
Ciò detto, sviluppando le capacità coordinative la tecnica trova terreno fertile su cui crescere,
senza di esse la tecnica è come una pianta in un deserto.
- la metodologia didattica basata sulle prime conoscenze, conoscenze, abilità e competenze è
rigida o flessibile?
Assolutamente flessibile. Se un bambino entra nel nostro centro minibasket è auspicabile che
abbia il tipo di percorso descritto.
Diverso è il caso (molto frequente) di chi inizia più tardi: deve essere valutato inizialmente il grado
di sviluppo degli schemi motori di base e delle capacità coordinative e non deve essere proposto
un compito troppo difficile.
Tradotto, se siamo istruttori di una squadra di bambini di 9 anni che non hanno mai giocato a
minibasket (primo anno aquilotti) e riscontriamo carenti capacità coordinative nella maggioranza
dei bambini, proporre giochi di PROBLEM SOLVING non è sicuramente la via da intraprendere.
Molto probabilmente sarà più idoneo retrocedere di uno step e avere una metodologia didattica
basata sule conoscenze (come se fossero una squadra scoiattoli)
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5 LINEE GUIDA FEDERAZIONE ITALIANA
PALLACANESTRO
Di seguito vengono riportate le linee guida della federazione italiana pallacanestro per il settore
minibasket.
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