3x3 maggio 2012

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3x3 maggio 2012
Camomilla e la luna
Età di lettura: da 4 anni
Un libro-filastrocca che racconta di Camomilla, una bambina curiosa che vuole andare a vedere come
si vive sulla Luna.
La luna però è veramente lontana e forse da sola non ce la può fare, ma a Camomilla viene una
splendida idea e per realizzare la sua impresa decide di farsi aiutare dall’ignaro pescatore Mannone.
Una storia che ci insegna come i sogni di una bambina si possono avverare e di come apprezzare le
cose che si hanno senza frenare la curiosità per un mondo diverso.
Le bellissime illustrazioni del libro sono realizzate con la stoffa.
Il nuovo manuale delle giovani marmotte
edito da Walt Disney Company Italia nel 2002 ,adatto a ragazzi dai 7 ai 9 anni
contenuti :
Libro pieno di idee, astuzie e invenzioni per divertirsi con gli amici all'aria aperta. Pieno di giochi,
tantissimi consigli, domande, risposte per non aver mai nessun dubbio e affrontare ogni situazione da
vere giovani marmotte!
Tre uomini in barca (per non parlare del cane) o, in alcune traduzioni, Tre uomini in barca (per
tacere del cane)
è un romanzo di J. K. Jerome del 1889 a cui segui nel 1900 “tre uomini a zonzo”. L’opera è nata
quasi per un malinteso, visto che l'autore, originariamente, aveva redatto un'opera ricca di notizie
storico-letterarie utili per una guida turistica che doveva intitolarsi La storia del Tamigi. L'editore,
decise di tagliare le informazioni storico culturali e questo sancì l'enorme successo di un libro pieno
di gag umoristiche. Divenuto un classico della letteratura inglese. Età di lettura: da 12 anni.
"Tre uomini in barca" racconta le avventure di Jerome, Harris e George: tre amici, una barca e il
fiume, perchè nulla è più adatto di una gita per rilassare un po' i nervi... se non fosse che
l'organizzazione fa acqua da tutte le parti. E solo il cane Montmorency sembra godersi questa buffa
avventura, ricca di imprevisti, incomprensioni e divertimento,infatti il viaggio è costellato da una serie
di situazioni comiche sulle gioie e sui dolori della vita in barca ,quali le peripezie sul trasporto delle
vivande, la costruzione della tenda sulla barca, i pericoli di cadute in acqua…, unite a divertenti
divagazioni che costituiscono storie a sé stanti.
Curiosità: George ed Harris, i compagni di viaggio, sono realmente esistiti mentre il personaggio
frutto di fantasia è il cane Montmorency.
Ed ora un piccolo assaggio dal primo capitolo di questo libro:
"Eravamo in quattro: George, William Samuel Harris, io e Montmorency. Seduti nella mia
camera, fumavamo e parlavamo delle nostre cattive condizioni... cattive dal punto di vista
sanitario, s'intende.
Ci sentivamo tutti depressi e cominciavamo a innervosirci per questo. Harris disse che, in certi
momenti, gli venivano degli attacchi di vertigini, tali da togliergli la cognizione di quel che stava
facendo; allora George disse che, anche lui , andava soggetto ad attacchi di vertigine e che, anche
lui,in quei momenti, sapeva a malapena quel che si faceva. Per quanto riguarda me, avevo il
fegato in disordine. sapevo che si trattava del fegato perchè avevo appena letto nella circolare
pubblicitaria di certe pillole per il fegato la descrizione dei vari sintomi in base ai quali chiunque
poteva accorgersi di avere il fegato ammalato. Io li avevo tutti.
E' una cosa straordinaria, ma non mi succede mai di leggere la pubblicità di un prodotto
medicinale senza essere portato a concludere che soffro proprio del malanno che la pubblicità
descrive, e nella sua forma più violenta. In ogni singolo caso, la diagnosi sembra corrispondere
con esattezza a tutte le sensazioni da me provate.
Ricordo di essere andato un giorno alla biblioteca del Museo Britannico per documentarmi sulla
cura di non so quale lieve malanno di cui soffrivo...febbre del fieno, se ben ricordo. Presi un
trattato di medicina e lessi tutto ciò che mi riguardava. Poi, senza riflettere, voltai le pagine e
cominciai a scorrere distrattamente la descrizione di altre malattie. Non so più quale fosse il
primo malanno sul quale mi soffermai... qualcosa di terribile, di micidiale, però...ma prima di
essere arrivato a metà dell'elenco dei "sintomi premonitori", ero fortemente convinto di essere
affetto da quella malattia.
Rimasi a lungo paralizzato dal terrore; poi, con l'indifferenza della disperazione, cominciai a
voltare le pagine del libro. Giunsi alla voce tifo, lessi i sintomi, constatai che avevo il tifo e che
dovevo averlo da mesi e mesi, senza saperlo... e mi domandai che altro potevo avere addosso;
passai al ballo di San Vito e scoprii, come prevedevo, di avere anche quello. Comincia a
interessarmi del mio caso e, deciso ad andare fino in fondo, ricomincia daccapo, in ordine
alfabetico. lessi la descrizione della malaria e seppi che l'avevo in pieno; lo stadio acuto sarebbe
cominciato di lì a una quindicina di giorni. Quanto al morbo di Bright, constatai con sollievo che
l'avevo soltanto in forma attenuata e che, se fosse stato soltanto per quello, avrei potuto vivere
ancora per qualche anno.
Il colera l'avevo, con gravi complicazioni; quanto poi alla difterite, sembrava addirittura che
l'avessi dalla nascita. Esaminai coscienziosamente tutte le voci dal principio alla fine
dell'alfabeto e potei concludere che la sola malattia dalla quale non ero affetto era "il ginocchio
della lavandaia".
Mi sentii quasi offeso, sulle prime; in certo qual modo mi pareva un affronto. Perchè non avevo il
ginocchio della lavandaia? Perchè quella menomazione? Ben presto, però, prevalse in me uno
stato d'animo meno avido. Riflettei che avevo tutti gli altri malanni noti alla scienza medica e,
reprimendo l'egoismo, decisi di rassegnarmi a non avere il ginocchio della lavandaia."
tratto da
Tre uomini in barca (per tacere del cane)
di Jerome K. Jerome