affari sporchi animal house il santuario dei cetacei città al verde
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paceverde a cura di Greenpeace il santuario dei cetacei Dove sono finite le balene e i delfini del Santuario dei cetacei del Mar Ligure? Greenpeace ha presentato i dati scandalo della ricerca effettuata nel Santuario a bordo della nave Arctic Sunrise. Il calo registrato dal team di scienziati è vertiginoso: cinquanta per cento di stenelle in meno e balenottere ridotte a un quarto in dieci anni. Poco è stato fatto per proteggerle e oltre alle minacce già note – inquinamento, traffico veloce, pesca illegale – Greenpeace ha scoperto una grave contaminazione da batteri fecali in alto mare. Il Santuario dei Cetacei nasce con un accordo tra Italia, Francia e Monaco che, in vigore dal 2002, protegge circa 87mila Kmq del Mar Ligure. Avrebbe dovuto tutelare l’ecosistema del Mar Ligure e le popolazioni di cetacei che lo abitano tra le più ricche del Mediterraneo: balenottere comuni, capodogli, zifii, globicefali e stenelle. Ma oggi il Santuario è semplicemente una scatola vuota. I dati dell’Operazione Cetacei, pubblicati nel 1992, indicavano la presenza di circa 900 balenottere comuni e tra 15 e 42mila stenelle. Dai dati raccolti sembra che ci sia una riduzione di circa il 50 per cento delle stenelle (5-21mila esemplari), mentre sono state avvistate solo un quarto delle balenottere “attese”, troppo poco per poter stimare la popolazione. Nel Santuario non è stato fatto assolutamente nulla per prevenire ed eliminare progressivamente l’inquinamento, per limitare i rischi di collisione delle imbarcazioni con i cetacei e prevenire gli impatti dei rumori, per mettere un freno alla pesca illegale o per proteggere la fascia costiera. Anzi. Proprio nel Santuario vogliono insediare il rigassificatore di Livorno-Pisa. Greenpeace chiede che il Santuario venga subito sottoposto a un regime di reale tutela e gestione e che in esso si crei una grande riserva marina d’altura con divieto di pesca e immissione di sostanze tossiche o pericolose. Maria Carla Giugliano, ufficio stampa Greenpeace evergreen a cura di Stefano Generali città al verde Sono Stoccolma e Amburgo le città europee che avranno il titolo, rispettivamente nel 2010 e nel 2011, di “capitali verdi europee” grazie alle buone pratiche di sostenibilità intraprese negli anni che ne fanno due esempi da imitare. Il riconoscimento è stato appena istituito dalla Commissione Europea per incoraggiare le città a migliorare la qualità della vita dei suoi cittadini, tenendo conto delle esigenze dell’ambiente in tutte le fasi della pianificazione urbana. affari sporchi Dalla Gran Bretagna ogni giorno tonnellate di rifiuti tossico-nocivi e tecnologici partono illegalmente alla volta di paesi africani come Nigeria e Ghana dove sono spesso i bambini ad essere incaricati di recuperare le preziose materie prime contenute negli elettrodomestici dell’Occidente. A svelare il traffico illegale è stato il quotidiano The Independent, grazie a un trasmettitore satellitare piazzato su un vecchio televisore danneggiato. animal house È il primo animal network italiano con oltre seimila utenti registrati in soli sei mesi di attività. Petbook, questo il nome del sito, è già diventato un punto di riferimento per chi possiede un animale, che qui può condividere informazioni ed esperienze, ma anche uno strumento utile in caso di smarrimento, grazie alla facilità con cui si possono diffondere gli identikit degli animali scomparsi. 12