Chilometro Zero

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Chilometro Zero
Comunicato Stampa: Chilometro Zero
Prosegue la stagione di eventi ad Arte Sella: sabato 12 luglio va in scena lo spettacolo “Chilometro Zero”
di Pino Petruzzelli, che lo vedrà in veste di attore oltre che di regista e produttore.
Uno spettacolo che si ispira alla straordinaria vita di Giancarlo Godio, cuoco piemontese, giunto in Val
d’Ultimo (Alto Adige) spinto dalla necessità di lavorare, dove ha potuto trovare, oltre al lavoro, anche la sua
dimensione personale, preferendo la solitudine della montagna, valorizzandone al meglio i suoi prodotti
realizzando piatti di alta cucina, nel suo ristorante “Genziana”. Pino Petruzzelli veste i panni di quest’uomo
che ha fatto fortuna partendo da zero, che ha scelto un diverso modo di intendere il lavoro e la vita. Così, nel
suo ristorante, racchiuso nello scenario incantevole della Val d’Ultimo, propone esclusivamente ricette
utilizzando i prodotti del luogo.
“Chilometro zero”, non vuole raccontare solo la vita del celebre cuoco, ma partendo da essa vuole indagare
e descrivere l’Odissea dell’uomo di oggi, una vita segnata da tanti stop e da altrettante ripartenze. Lo
spettacolo messo in scena da Petruzzelli parla di noi, delle nostre vittorie, delle nostre sconfitte e soprattutto
della forza di rialzarsi sempre. Secondo l’autore, infatti, la grandezza della vita non consiste nel numero di
vittorie ottenute, ma nel numero di volte in cui si è avuta la forza di rialzarsi e ripartire; diventa quindi un
inno alla vita che coinvolge e diverte, al ritmo inarrestabile della recitazione e delle Danze ungheresi di
Johannes Brahms.
La trama
Dalla nativa e sperduta Val Graveglia il protagonista si ritrova al Cep di Genova Prà, in un appartamento con
vista sulla A10 Genova-Ventimiglia, direzione Ventimiglia.
Primo stop. Da povero di campagna si trasforma in emarginato di periferia.
Ma tra contrabbandieri, radio a tutto volume e improbabili devozioni, conosce un bambino napoletano della sua
età, la cui madre ogni domenica prepara il ragu’. E intorno a quella pentola di rame il protagonista crea un
suo spazio e si mette in ascolto. Poi, quasi per caso, arrivano l’istituto alberghiero e il primo vero maestro di
cucina: “La ripetizione di un gesto nel tempo è la base di una buona cucina. E’ un rito che solo il buon
cuoco capisce. Per il pressappochista la ripetizione è noia. Il cuore ripete sempre lo stesso movimento, ma quel
ripetere è ogni volta nuovo. E quel nuovo è vita.” E finalmente ecco gli ingaggi. Prima lavapiatti e poi cuoco.
E poi altri stop e altrettante ripartenze che lo portano in Val d’Ultimo, alla mensa dell’ENEL: cucinare per
gli operai che lavorano alla diga del lago di Fontana Bianca, in cima, dove tutte le strade finiscono.
“Era un posto fuori del mondo. Attraverso un percorso tutto curve e tornanti, si arrivava ai 2.000 metri di
Fontana Bianca. La strada, era nota soprattutto per le valanghe di neve capaci di prendere alla sprovvista
chiunque. Ma “l’alternativa è starsene in casa a contare grani di sale sulla tavola della cucina.” E così
riparte di nuovo, come sempre, da zero. A Fontana Bianca non trova solo un lavoro. Trova di più. C’era
silenzio, non solitudine. Qui sente che, solo rispettando il ritmo lento dell’approfondimento e scendendo in
profondità fino alle radici, è possibile rimettersi in contatto con il vero equilibrio naturale e umano. Intuisce
che quel qualcosa lui può farlo con l’ausilio del proprio lavoro e riparte da lì. Ma la mensa chiude e lo
spettro della disoccupazione torna a fare capolino. Improvvisa e provvidenziale, un’idea: rilevare la mensa e
farne un ristorante a chilometro zero.
Comunicato Stampa: Chilometro Zero
Niente cucina internazionale, solo sapori unici. Tipicità.
Immagina il piatto: bianco, piano e a falde larghe. In una metà sistemiamo rombi colorati di frittata e
nell’altra, una genziana fresca e un rametto di cirmolo. Niente di più. Le materie prime fresche arrivano in
cucina nell’arco di un’ora.” Riscopre i gusti e i prodotti del territorio e, realizzando piatti straordinari e
semplici allo stesso tempo, ritorna all’essenzialità del chilometro zero. E la mensa si trasforma in ristorante e,
piano piano, il lavoro si fa conoscenza, sapienza e infine maestria.
Questa parola chiave per il sociologo, scrittore e critico letterario, Richard Sennett rappresenta “un impulso
umano fondamentale sempre vivo, il desiderio di svolgere bene un lavoro per se stesso. E copre una fascia ben
più ampia del lavoro manuale specializzato; giova al programmatore informatico, al medico e all’artista;
anche la nostra attività di genitori migliora, se è praticata come un mestiere specializzato, e così pure la nostra
partecipazione di cittadini.”
Così per Pino Petruzzelli questa parola lo riporta al rispetto per il lavoro e per chi beneficerà del suo risultato.
Pino Petruzzelli
Scrittore e attore, dopo gli studi presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica di Roma, lavora per
mettere la cultura al servizio di importanti cause sociali, andando a conoscere in prima persona le realtà che
poi racconta. Fonda il Centro Teatro Ipotesi, che si occupa di temi legati al rispetto e alla conoscenza delle
culture. La prima meta sono le riserve degli Indiani Pueblo in Nuovo Messico poi, per anni, attraversa le
nazioni dell’area mediterranea vivendo come e con le persone che incontra.
Conosce i principali artisti e intellettuali, ma anche la gente comune. Vive in case palestinesi e in case
israeliane toccando con mano la fatica di vivere quel conflitto, dall’una e dall’altra parte.
Dorme sotto lo stesso tetto di chi trascorre la propria vita nel deserto della sopravvivenza dove l’unica acqua
disponibile è contaminata da fosfati. Conosce e frequenta l’attore algerino Rachid scampato ad un attentato
terroristico in cui fu sterminata tutta la sua compagnia teatrale rea di aver rappresentato un testo scomodo. In
Albania incontra chi ha conosciuto le torture e le prigioni del regime comunista di Enver Hoxha.
Da questi viaggi nascono spettacoli in cui racconta la profonda umanità di chi è costretto a vivere situazioni
difficili. Scrive “Piccolo viaggio lungo il Mediterraneo ” e, con il giornalista Massimo
Calandri, “Marocco”, “Albania” e “Il G8 di Genova”.
Nel 2004 scrive “Grecia”, sulla vita dello studente Kostas Georgakis che si diede fuoco in una piazza di
Genova per protestare contro il regime dei colonnelli e “Zingari: l’Olocausto dimenticato” .
Nel 2005, con Predrag Matvejevic’ e il giornalista di “La Repubblica” Massimo Calandri, scrive “Periplo
Mediterraneo”, un testo che racconta la vita di chi, in un Mediterraneo tutt’altro che pacificato, vive sulla
propria pelle gli orrori della grande Storia.
Nel 2006 con “L’olocausto di Yuri” racconta le responsabilità che ebbero scienza e medicina durante il
nazismo.
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Nel 2007 percorre l’Italia di chi vive lavorando la terra e dagli appunti di quel viaggio, nasce lo
spettacolo “Di uomini e di vini” (che diventa anche un libro) dedicato alla vita e alla fatica dei vignaioli.
Nel 2008 mette in scena “Con il cielo e le selve” tratto dal libro “Uomini, boschi e api” di Mario Rigoni
Stern. La cultura rom e sinta è l’ultima tappa di un’erranza iniziata vent’anni prima. A giugno 2008 esce
il libro “Non chiamarmi zingaro”, con prefazione di Predrag Matvejevic.
Nel 2009 crea in collaborazione con Regione Liguria e Comunità di Sant’Egidio il “Primo Corso di
Formazione Professionale per Operatori dello Spettacolo”, indirizzato a Rom e Sinti. In occasione della
Giornata della Memoria 2009 mette in scena “Ritorno al lager” omaggio a Mario Rigoni Stern.
Nel 2010 porta in scena, in prima nazionale, il testo “Storia di Tönle” di Mario Rigoni Stern.
Nel 2011 debutta lo spettacolo “Io sono il mio lavoro” prodotto da Mittelfest. Nello stesso anno esce il libro
“Gli
ultimi”
edito
da
Chiarelettere
con
prefazione
di
don
Andrea
Gallo.
Nel 2012 scrive il monologo teatrale “L’ultima notte di Dietrich Bonhoeffer”.
Informazioni:
Sabato 12 luglio 2014 | ore 18:00
Malga Costa, Val di Sella, Borgo Valsugana
Chilometro Zero
Di e con Pino Petruzzelli
Ingresso 10,00 €
Prenotazione obbligatoria chiamando il numero 0461.751251 dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 12 ed il giorno
dell’evento.
Lo spettacolo è garantito anche in caso di maltempo fino ad esaurimento posti.
Contatti:
Daniela Campestrin
Ufficio stampa Arte Sella
Corso Ausugum 55/57
38051 Borgo Valsugana
tel. 0461751251 - cell. 3478651719
[email protected] - www.artesella.it
Borgo Valsugana, 02 luglio 2014